[Musica] Buongiorno amici. Noi viviamo in una religione, quella cristiana che ci è stato insegnato essere figlia di quella israelitica e quella israelitica ci viene presentata come l'unica religione vera in quanto rivelata direttamente da Dio a quel popolo. E questo lo abbiamo già visto molte volte, abbiamo già visto chi è quel Dio e ogni religione che è basata su quel libro, quindi il cristianesimo, la religione giuda e anche l'Islam hanno dei concetti fondamentali che sono imprescindibili.
Ma faccio un esempio anche abbastanza semplice. Ciascuna delle tre religioni si è scelta un giorno sacro. Per i cristiani è la domenica, per gli ebrei è lo Shabbat e per i musulmani è il venerdì.
Quello che ha dato origine a tutto è lo Shabbat, lo sappiamo. E quindi vorrei parlare di questo, anche perché noi abbiamo un concetto che ci è stato trasmesso, che lo Shabbat sia stato un ordine, una regola data da Dio al popolo di Israele e che sia assolutamente esclusiva ed originale, cioè data a loro per primi e data a loro come regole. fondamentale.
E allora oggi vediamo che forse le cose non stanno così. Lo vedremo alla fine leggendo direttamente dei testi di archeologi. Però lo Shabbat e per anche qui per non sbagliare ho preso un testo di un rabbino molto importante, Isidor Grunfeld, che era rabbino a Londra ed era anche membro del Tribunale rabbinico di Londra.
Allora, prima di vedere che non è che le cose stiano come ci sono state raccontate, vediamo che cos'è questo Shabbat secondo le parole di questo rabbino e cerchiamo di capirlo. Lui dice: "I nostri saggi chiamano lo Shabbat Yesod, ha eà, il vero fondamento della nostra fede. E in effetti lo Shabbat è il fondamento della fede israelitica.
Si dice addirittura che lo shabbat ha conservato gli ebrei perché gli ebrei hanno conservato lo Shabbat e quindi lo shabbat sarebbe l'elemento che ha mantenuto la sopravvivenza del popolo ebraico pur così disperso in gran parte del mondo, ma unito da questo concetto che è un concetto fondamentale, fondamentale ma non chiarissimo. Nel senso che nella Bibbia Dio, cioè Yahè, parla dello Shabbat dove dice che in quel giorno bisogna astenersi da ogni opera. dico opera e non lavoro perché questo è un concetto che viene ribadito dai rabbini perché c'è una differenza sostanziale tra i tra i due termini, ma adesso la adesso la vediamo.
Siccome nella Bibbia il lo shabbat non è così definito, cioè l'opera dalla quale bisogna astenersi non è così definitio di Salomone come astensione dal lavoro di costruzione del tempio. Ma successivamente questo non bastava e i rabbini, per essere sicuri di osservare assolutamente ciò che era previsto dal divieto dello Shabbat, hanno elaborato ben 39 categorie di mela, cioè di opere dalle quali bisogna astenersi. Queste categorie sono identificate da una parola o da una frase che poi ha una estensione, perché quella frase da sola non sarebbe sufficiente per far capire che cosa intendeva Yahè quando diceva non fare questo e allora ne sono nate tutte le varie elaborazioni riguardanti la produt produttività umana.
E qual è l'idea che è alla base di questo concetto? dice il rabbino, l'uomo è impegnato in una costante lotta per ottenere il dominio di quello che Dio ha creato, per porre la natura sotto il suo controllo, e valendosi dell'intelligenza, dell'abilità e dell'energia dategli da Dio, vi è in gran parte riuscito. Per questa ragione è esposto costantemente al pericolo di dimenticare la sua natura di creatura, cioè la sua dipendenza assoluta e completa dal Signore, cioè in questo caso ovviamente da Yahè.
E quindi l'astenersi dal compiere in questa giorno qualsiasi attività significa rinunciare al dominio dell'uomo sul mondo. Noi rinunciamo, in questo giorno, dice il rabbino, a qualsiasi attività di controllo intelligente è finalizzato sulle cose e sulle forze della natura. Interrompiamo qualsiasi atto di potenza umana al fine di proclamare Dio fonte di ogni potere.
Astenosi dall'esercitare la potenza umana, l'ebreo rende un silenzioso omaggio al creatore, già l'ebreo, perché queste leggi sono state date agli ebrei e poi gli ebrei devono attraverso l'applicazione di questa legge estendere al mondo tutto il concetto spirituale che da questa legge dipende e quindi fare da quasi da Messia per tutto il resto dell'umanità. Se noi andiamo ancora a leggere, la melaha è un atto che manifesta il dominio dell'uomo sulla natura eseguito mediante l'uso costruttivo della sua intelligenza e abilità. Come vedete, questo è un concetto che viene ripetuto costantemente.
Colui che pensa di compiere anche una sola mela in quel giorno, nega con il suo atto Dio come creatore e padrone del mondo. Ecco perché profanare lo shabbat compiendo mela equivale per la Torà all'apostasia e all'idolatria addirittura. Mentre vedere un bambino o una bambina ebrei che di Shabbat evitano di cogliere anche un solo fiore, costituisce nei confronti di Dio una testimonianza più grande di tutte le parole solenni dei poeti e dei filosofi.
Voi capite da queste parole quanto sia importante lo Shabbat. La legge dello Shabbat è stata data durante i tempi dell'Esodo, ma poi viene ripetuta anche e ripresa da Geremia nel capitolo 17 dove si dice: "Guardatevi bene e non portate alcun carico nel giorno di Shabbat, non portate alcun carico nella cinta di Gerusalemme e non portate alcun carico fuori delle vostre case il giorno di Shabbat e non fate altra mela. Ma santificate il giorno di Shabbat, come io ho comandato i vostri padri.
Se mi darete ascolto e non porterete alcun carico entro i confini di questa città il giorno di Shabbat, ma santificherete lo Shabbat e non farete mela. In questo giorno allora entreranno nella cinta della città re e principi che siederanno sul trono di David e questa città sarà abitata per sempre. Ma se non obbedirete consacrando lo Shabbat, evitando di portare alcun carico entrando nella cinta di Gerusalemme il giorno di Shabbat, io farò divampare un fuoco dentro la città.
ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme e non verrà spento. Il concetto fondamentale che sta alla base di questa opera dalla quale bisogna astenersi risiede in sostanza nel cambiamento che quelle attività, gli ho detto 39 sono le categorie che sono state elaborate dai rabbini nel cambiamento che tale attività determinano negli oggetti del mondo della natura, sia che si tratti di cambiamenti fisici sia che si tratti di allontanamento di oggetti dal regno della natura per portarli nella sfera del potere e del controllo umano. Tra le 39 categorie, l'ultima è la categoria del portare, cioè del non portare.
Nel caso del portare queste caratteristiche non appaiono evidenti, perché portare una cosa da un luogo privato a un luogo pubblico, portare una cosa da una casa ad un'altra attraversando una strada non comporta il cambiamento della natura dell'oggetto che viene portato. Quel che è proibito è trasferire un oggetto dalla proprietà privata a quella pubblica e viceversa e da un punto all'altro di un luogo pubblico. Se le altre melacà mostrano l'uomo che domina e controlla il suo ambiente naturale, questa ci mostra la sua attività nel mondo sociale e quindi anche questo deve essere deve rimanere sotto il controllo diretto di Dio.
Cioè l'uomo non deve mai dimenticare di essere di proprietà di Dio. E quindi anche questa proibizione del portare un oggetto da un posto all'altro che rappresenta non una attività di intervento sulla oggettività della natura, ma rappresenta in realtà un una attività di carattere sociale. Anche questa viene proibita e deve essere assolutamente rispettata.
e dice, "In realtà abbiamo una nozione vaga di ciò che costituisce il fondamento, ad esempio, di passi come questo. Coloro che profaneranno il sabato muoio. Chiunque faccia una mela in questo giorno sarà reciso dal suo popolo.
" Ma nella Bibbia sono pochissime le indicazioni di queste opere che non devono essere compiute. Ricordo per esempio quel poveretto che è stato visto raccogliere legna nel giorno di sabato e che è stato messo immediatamente a morte e quindi i rabbini hanno cercato dei modi e dei mezzi che preservino da una involontaria infrazione dei divieti dello Shabbat. Cioè, siccome non è chiaro, i rabbini hanno allargato il concetto di ogni singola parola che definisce una di queste 39 categorie e le hanno allargate a tutto ciò che potrebbe far correre il rischio di compiere uno di questi divieti.
A questo fine i rabbini difatti hanno stabilito una particolare legislazione protettiva comunemente conosciuta come siepe intorno alla legge e i divieti che costituiscono tale legislazione sono chiamati gezzerot. Adesso andiamo a vedere alcuni esempi anche di queste di queste gezzerò. Alcune di queste vi potranno apparire anche senza senso, ma dobbiamo ricordare che stanno sempre all'interno del concetto generale della necessità di riconoscere Dio, cioè Yahè, come proprietario di tutto.
Per esempio, nella categoria 2 c'è non seminare. e melacot, cioè quindi le opere comprendono piantare semi o noccioli di frutta nella terra, anche in un vaso di fiori, alberi o arbusti, innaffiare prati, piante o fiori e sarchiare le ghezzerot, cioè quindi l'allargamento dell'area semantica di significato quindi di Questo divieto di seminare comprendono lavarsi le mani sopra piante o erba che cresce. Perché?
Perché lavarsi le mani sopra l'erba che cresce significa far cadere acqua e quindi sarebbe come il bagnare l'erba e favorirne la crescita oppure anche cambiare l'acqua in un vaso di fiori. Quindi capite che è estremamente difficile seguire queste regole. Per esempio, tra il macinare, la le mela effettive sono ovviamente il macinare che è intuitivo e sono quindi macinare grano, caffè o pepe, ma anche limare metalli, pestare o schiacciare sostanze in un mortaio.
Le gezerot, cioè l'ampliamento, dicono non grattugiare verdure, formaggio con una grucia o altro utensile. Grattare fango secco da scarpe o da vestiti. È inoltre proibito preparare medicine, assumerne e preparare qualsiasi cura per alleviare disturbi, perché per farlo occorre in genere pestare sostanze medicinali.
Vediamo ad esempio nella Torà come questa indicazione non preparare medicine abbia costituito nei secoli un problema e se ne sia parlato molto. Per esempio, qui si parla nella Torà Beracot si parla dell'utilizzo dei datteri, dello schiacciare i datteri, eccetera, ma vi faccio un solo esempio. Riguardo alla scetità, cioè grano tostato, macinato e mischiato con mi, Rav disse che la benedizione relativa è che tutto è stato creato dalla sua parola.
E Semuel disse che la benedizione è che crea tipi di cibi, disse Rav Hisda. e non dissentono tra di loro queste due affermazioni, perché quanto ha detto Shemuel è riferito alla scetità spessa, mentre quello che ha detto Rav è riferito a quella più soffice. Quella spessa è prodotta per alimentazione, mentre quella soffice è prodotta come medicinale.
Rab Josef, citando una baraità e Rabbi José, figlio di Rabbi Jeuda e Rabbi Yeuda che discutono se sia permesso o meno preparare l'ascetà spessa di Shabbat, mescolando gli ingredienti, perché simile all'atto vietato di impastare, concordano che è permesso mescolare, quindi fare questo impasto di Shabbat che è che è permesso bere la birra egiziana. E se pensi che la scetità si assuma come una medicina è forse permessa la preparazione di una medicina di Shabbat? Gli disse a Bayer: "E tu stesso non saresti dell'opinione che sarebbe permesso berla di Shabbat, anche se fosse prodotta come medicinale?
Eppure abbiamo studiato in una mishna, una persona può mangiare qualsiasi alimento, anche se lo prende come medicinale di Shabbat e può bere qualsiasi bevanda. Ma dunque cosa potresti dire per risolvere l'apparente contraddizione? che la persona intende consumarli come cibo e ha il permesso di farlo anche se vi è un ulteriore scopo curativo.
Anche qui nel caso dell'ascetà, cioè di questo impasto, la persona intende consumarli come cibo e quindi non vi è un divieto di consumarli di shabbat. E nella nota, tra l'altro, il commento è che il concetto è che di Shabbat è vietato assumere medicine, salvo che per casi gravi, ma se un alimento ha anche effetti curativi lo si può consumare perché prima di tutto è un alimento. Cioè ciò che conta qui sarebbe l'intenzione.
Se io sto male, ho un male di lieve entità e so che c'è un alimento che mi può aiutare, insomma, può alleviare questo male e se io lo mangio in quanto alimento, lo posso mangiare, lo posso assumere. Se invece intendo assumerlo come medicina sto profanando lo shabbat. Questo è importante.
Quindi quello che conta è l'intenzione, perché l'intenzione deve rispettare il concetto fondamentale dello Shabbat, cioè riconoscere che Dio è proprietario di tutto. Vediamo un altro esempio. Per esempio, non tingere comprende ogni attività attaz.
Le gezerot, lo ripeto, l'ampliamento operato dai rabbini, comprendono asciugare le mani macchiate di frutta su un panno bianco, perché significherebbe di fatto indirettamente tingere il panno bianco di quel colore. L'uso di rossetti, rimmel, eccetera è proibito di shabbat. Sono però utilizzabili cosmetici che applicati prima che inizi lo shabbat durano fino a dopo lo shabbat e questa era la categoria 15.
Per esempio, la categoria 32 dice scrivere e le gezzerot, cioè l'ampliamento, comprende fare segni non durevoli, per esempio disegnare con le dita su una finestra appannata, tracciare segni sulla sabbia, fare qualsiasi cosa che generalmente accompagnata da scrivere o prendere note, per esempio comprare o vendere. o accordarsi per comprare o vendere, misurare o pesare, leggere corrispondenza ad affari, atti giudiziari, atti di matrimonio, di divorzio, giocare con denaro o promettendo denaro, scommettere. Quindi, come vedete, quello che deve essere rispettato è sempre il principio.
La preoccupazione dei rabbini era quella di evitare ogni tipo di attività che anche involontariamente portasse a violare una delle leggi dello Shabbat. Nella categoria 34 c'è il costruire. Questo gruppo comprende una vasta gamma di attività connesse con il concetto di struttura e forma e precisamente tutte quelle che hanno per scopo o fine appunto il costruire, riparare, rendere abitabile, eccetera.
Ma per esempio una curiosità è che tra le ghezerot è compreso aprire un ombrello o aprire un paravento. A prima vista potrebbe sembrare difficile comprendere come mai aprire un ombrello sia da considerarsi simile alla melacade scritta più sopra, cioè quella del costruire. Se riflettiamo possiamo riconoscere parte della profondità del pensiero dei nostri rabbini.
C'è in questi casi una analogia di risultato. L'ombrello aperto e la tenda montata servono essenzialmente alla stessa cosa, cioè a proteggere dagli elementi naturali. Vediamo qui fino a che punto i rabbini hanno penetrato al di là delle apparenze l'essenza delle cose.
Nella categoria 36 c'è l'impossibilità di accendere un fuoco e nelle ghezerot è compreso muovere una lampada o una candela accesa, viaggiare in autobus o in macchina, anche se guidati da un non ebreo, perché le attività che sono proibite agli ebrei possono essere effettuate da non ebrei. E qui c'è tutto un altro aspetto che per che oggi lasciamo perdere perché sarebbe molto lungo, nel senso che quelle attività che gli ebrei non potevano fare e non possono fare possono essere assegnate ad un non ebreo per eliminare lo sciocco argomento ripetuto spesso, secondo cui tutto ciò era vero nei tempi antichi, quando accendere un fuoco comportava un duro lavoro, sfregare uno contro l'altro. pietre pesanti non si può applicare alla vita di oggi, tipo per esempio viaggiare in autobus o in macchina eccetera.
Questa affermazione si fonda sull'ignoranza dell'idea dello Shabbat e non è quasi il caso di confutarla. Incidentalmente chi la sostiene rivela di ignorare la storia della civiltà, non meno dei principi fondamentali dello Shabbat che abbiamo visto. Il modo in cui si accendeva il fuoco in Egitto all'epoca dell'esodo era basato sul sistema della scatola con la miccia e non richiedeva maggiore sforzo di quanto non richieda l'accensione di un fiammifero.
Ecco perché qui dice è valida ancora oggi. Veniamo alle ultime categorie. Nella categoria 37 c'è il divieto di spegnere il fuoco e le gezzerot, che ormai sapete cosa sono, comprendono lo spegnere in qualsiasi modo e per qualsiasi fine, per esempio il gas, la luce elettrica.
Questo divieto non si applica, ovviamente, come del resto tutti gli altri divieti dello Shabbat, quando l'estendersi del fuoco possa causare pericolo di vita. Comunque lo spegnere il fuoco significa anche non poter spegnere una lampadina, la luce elettrica o il gas. E ce n'è un'altra curiosa, la categoria 38.
Dare l'ultimo colpo di martello. A che cosa? ha un oggetto di nuova costruzione e fin qui lo possiamo capire perché comporta un cambiamento della natura dell'oggetto, ma nelle gezzerot è compreso caricare orologi o regolare le lancette.
Le attività specializzate che richiedano l'uso di strumenti complessi o delicati sono normalmente proibite perché c'è il rischio di dover aggiustare o riparare lo strumento. Per questa ragione è proibito produrre qualsiasi suono con strumenti musica. La categoria 39, l'ultima, è il portare, è quella di cui abbiamo già parlato, però e qui dà una ulteriore spiegazione.
Dice: "Il carattere di Melakà di questa attività sussiste solo se l'articolo è trasportato nel modo solitamente usato nel corso della settimana per spostare determinati oggetti da un luogo all'altro". vale a dire in mano, in tasca, in una scatola o in modo simile. Se l'oggetto è indossato come parte dell'abbigliamento, non costituisce più un oggetto trasportato, ma fa parte della persona di chi lo indossa.
Pertanto, portare un sopra sul braccio è mela cioè proibito. Indossarlo non lo è. Nessuna delle cose che si possono indossare rientra se indossata nell'ambito di questa mela.
Pertanto un fazzoletto può essere trasportato come sciarpa e se ne possono portare due legate assieme a di cintura. Se necessario, per una qualsiasi ragione è anche permesso indossare due sopra uno sopra l'altro. Non vi è nulla in alcuno di questi esempi che abbia il carattere di Mela.
D'altro canto, per essere qualificato come tale, cioè come opera da non compiere, un capo di vestiario deve essere indossato nel giusto modo. Un sopra gettato sopra le spalle non corrisponde a questo uso. Le gezerot, cioè l'ampliamento, comprendono portare per strada oggetti e ornamenti che sia facile togliere e trasportare inavvertitamente, perché inavvertitamente si violerebbe lo shabbat, per esempio, occhiali che non si ha bisogno di portare con continuità, non si può trasportare un bambino di Shabbat.
È quindi consigliabile non andare con bambini piccoli troppo lontano da casa. parimenti non si può portare fuori i bambini in carrozzina o in passeggino. In caso di necessità si può tuttavia farlo fare ancora una volta da un non ebreo.
Dice ancora il rabbino, è sperabile che questa rassegna delle categorie di Melakà abbia dato al lettore una maggiore e più profonda conoscenza dell'aspetto pratico della vera osservanza dello Shabbat. E l'aspetto pratico lo abbiamo visto riconoscere la proprietà di Dio sopra ogni cosa, sia sopra ogni oggetto materiale, sia anche sopra le attività sociali. della malattia abbiamo già parlato, però qui la riprende ancora perché dice se una persona è costretta a letto o se il dolore è così acuto che tutto il corpo ne è colpito o se la temperatura è superiore al normale la ghezzera.
cioè l'estensione della proibizione non si applica. In questi casi tutto quanto è necessario per il paziente può essere fatto da un non ebreo, cioè anche se la cosa è grave bisogna chiamare un medico non ebreo. Si possono prendere medicine e ci si può far curare.
Se non vi fosse un non ebreo a disposizione, anche un ebreo può fare cose altrimenti proibite, ma occorre farle in modo un po' diverso dal solito per non dimenticarsi che è Shabbat. è permesso, per esempio, misurare la febbre del malato. Se vi è qualche dubbio che una persona sia in pericolo di vita, non solo è consentito, ma è dovere di ogni ebreo fare di persona quel che può essere necessario per salvare la vita del malato.
E poi dice, ma questo è importante per quanto diremo dopo, sono trascorsi circa 3. 350 350 anni da quando lo Shabbat è stato dato alla nazione ebraica, ma nessuna età ne ha mai avuto più bisogno della nostra. Lo stato ebraico ha una responsabilità particolare e un'opportunità unica in questo campo.
Potrebbe, se volesse, acquietare una volta per sempre il rauco insistente clamore del mondo moderno e far sentire così la voce dello Shabbat. Che cosa dice questa voce? proclama alla nazione ebraica e attraverso di essa al mondo la necessità di servire un fine più elevato di se stessi.
Indica il modo di liberarsi dal giogo materiale nel quale l'umanità è catturata. mostra che le fatiche dello Stato e della società, per avere valore e significato, devono essere rivolte a un solo fine, cioè al servizio di Dio. Ovviamente questo è un concetto di fede, ma pone comunque lo stato ebraico al centro e gli dà una sorta di valore messianico.
E in effetti il concetto di Messia che è ripetuto più volte nella Bibbia è stato variamente elaborato, perché anche questo non era proprio chiarissimo. E nei tempi moderni parte dell'ebraismo ha detto che il vero Messia è l'intero popolo ebraico che ha un compito da svolgere verso il mondo. che in questo caso qui viene ribadito, direi, con una certa determinazione e chiarezza, ma abbiamo letto che lo Shabbat è stato dato 3350 anni fa, cioè siamo all'epoca di Mosè, quindi siamo intorno al diciamo 1300 1400, perché poi Poi le date, insomma, non sono, come dire, conosciute con esatta correttezza, ma noi pensiamo, perché così c'è stato insegnato, e sia una regola che il Dio unico ha ispirato nella Bibbia e che l'ha ispirata in modo esclusivo per gli ebrei, gli ebrei che poi avrebbero dovuto estenderla tutto il mondo.
Però c'è un problema. Il problema è che questa regola pare sia stata istituita, osservata molti secoli prima di quando è stata data agli ebrei. Quindi verrebbe quasi da dire che Iavè l'ha presa da qualcun altro o che forse faceva parte di una regola generalizzata che era conosciuta da tutti gli Elohim.
E Yahè, come uno degli Elohim, quando ha chiamato il popolo di Israele fuori dall'Egitto, l'ha trasferita su questa nuova nazione che lui stava costruendo. Perché dico questo? Perché in questo libro che parla delle origini mesopotamiche della Genesi, è stato scritto da un archeologo britannico alla fine addirittura dell'8 e poi ripreso nel 9 da un altro da un altro studioso, da un professore della Oxford University, si dice esattamente questo: non ci Può essere dubbio che lo Shabbat fosse una istituzione accadica e sappiamo che l'impero accadico è stato addirittura precedente ad Abramo, quindi siamo molti secoli prima dell'epoca di Mosè.
Le tavolette astronomiche hanno mostrato che la settimana di 7 giorni era di origine accadica. E ciascuno di quei giorni era dedicato a uno dei pianeti, ma questo vale ancora per noi oggi. E che la parola Shabbat, sotto la forma di sabbatu era conosciuta anche agli assiri e spiegata dagli assiri stessi come un giorno di riposo per il cuore.
direi con lo stesso spirito con il quale Yahè l'ha trasferito agli Israeliti. Cioè era un giorno che doveva essere dedicato allo spirito, doveva essere dedicato anche allo studio della Torà. La parola cadica con la quale l'idea dello Shabbat è definita letteralmente significa un giorno nel quale un lavoro, un lavoro qualsiasi è illegale ed è interpretata nelle tavolette bilingue qui, quindi Siri e e a Cadiche come un giorno giorno di pace o il completamento dei lavori.
Durante il sabato il principe di molte nazioni non poteva mangiare la carne degli animali o cibo cotto. Gli indumenti del suo corpo non potevano essere cambiati, non poteva indossare abiti bianchi, non poteva offrire sacrifici. Il re non poteva guidare il suo carro, lui non poteva legiferare secondo la modalità tipica dei re.
Un generale non poteva fare una passare in rivista il suo esercito. Non potevano essere applicate le medicine per la sua malattia del corpo. Ed è interessante che l'antichità scrive il testo di questo testo è evidente non solo dal fatto che è stato tradotto dalla cadico originale, ma anche dalla parola che indica principe, la quale letteralmente vuol dire un pastore e ci rivela l'antichità dei tempi di quando i monarchi che accadi ancora ricordavano che i loro predecessori erano stati soltanto dei capi pastori.
Questo mi ricorda quello che scrive Platone nel sia nel Crizze che nel Timeo, quando dice che gli dei si sono suddivisi il pianeta e governavano ciascuno sulla parte che gli era stata attribuita per sorte. guidava come un pastore guida le sue greggi. Ed è interessante questa connessione tra i due aspetti, in sostanza della stessa situazione, perché, come dico sempre, i popoli dell'antichità ci hanno raccontato sostanzialmente la stessa storia e come dice Gram Hancock noi stiamo soffrendo di una sorta di amnesia rispetto a ciò che è accaduto prima.
Per fortuna poi l'archeologia ci aiuta anche a ricostruire parte di questa storia. È interessante trovare riferimenti nel racconto biblico al numero sacro 7 babilonese e alla settimana appunto di 7 giorni. Il sabato era rigorosamente osservato da loro.
I Babilonesi lo chiamavano un giorno di compimento dei lavori, oppure un giorno nel quale lavorare era illegale e il pastore di molti popoli non poteva mangiare la carne degli uccelli o frutta cotta. E poi c'è ancora di nuovo l'elenco che vi ho già letto prima e la parola sabbattu or shabbat era usata dagli assiri e le tavolette bilingui spiegano che è un giorno di riposo per il cuore. Quindi in realtà ciò che a noi viene presentato come elemento unico del popolo di Israele, certamente lo è stato perché rispetto agli altri popoli lo Shabbat di Israele, come dicevo prima, è uno degli elementi che ha contribuito alla conservazione nel tempo della identità israelita, ma il concetto dello Shabbat, il concetto della settimana, Il concetto del divieto di fare dei lavori nel giorno di sabato era conosciuto molti secoli prima da popoli più antichi, dall'Impero accadico, dagli assiri e questo mi fa letteralmente pensare che fosse una istituzione che i vari Elohim che governavano sui vari popoli hanno imposto ciascuno al suo e quindi Yahè che altri non era, che uno di questi Elohim non abbia fatto altro che imporre la regola dello Shabbat al suo popolo.
L'ha imposto un po' a modo suo, cioè senza tanta chiarezza. Mi ricordo un passo della Mnà nel quale Mosè dice "Ma quando tu non sei chiaro cosa dobbiamo fare? " E Ivè gli dice seguite la maggioranza.
Ecco qui, in effetti i rabbini nel corso dei secoli, l'abbiamo letto nel Talmud e l'abbiamo letto in quello che ha scritto questo rabbino nel 9, hanno sentito la necessità di chiarire che cosa significa astenersi da ogni opera. hanno identificato 39 categorie di opere, hanno identificato l'estensione del significato di queste categorie per essere sicuri di rispettare esattamente ciò che loro pensano che Yahè volesse nello Shabbat. Ma è importante capire che non è una istituzione unica.
È importante capire che probabilmente apparteneva a quella categoria di individui che governavano sull'umanità se l'erano spartita e almeno in Medio Oriente. Queste sono le prove. Poi non so se l'archeologia ce lo dimostrerà anche per altri popoli, almeno in Medio Oriente ciascuno di questi Elohim lo ha imposto al suo popolo.
Ciao, grazie e arrivederci.