Siamo sul Monte delle Beatitudini, conosciuto come il Monte Eremo. Una struttura che la chiesa cattolica ha comprato e ne ha fatto un bellissimo giardino. In questo luogo hanno prodotto non solo un ambiente con una buona infrastruttura per ricevere i turisti con locali per la meditazione, foto, ma nel corso del tempo, molti di questi luoghi furono trattati come sacri e chiese sono state edificate.
Abbiamo qui la chiesa delle Beatitudini e dentro questo terreno, di questa immensa area, oltre ai giardini meravigliosi, troviamo questa vista del Mare della Galilea. La Galilea era una regione che comprendeva molte città ed era motivo di disprezzo. Quando la Bibbia dice che era diventata disprezzata, dobbiamo comprendere qual era la mentalità delle persone in quell’epoca.
Però, perché era chiamata "Galilea dei gentili"? Per definizione i "gentili" erano i "non giudei", erano gli altri popoli. Stiamo parlando di un territorio di Israele dato alle tribù di Israele, ma che viene chiamato "Galilea dei gentili".
Ci sono alcune ragioni che vorrei esaminare rapidamente. In primo luogo, sin dall’inizio della distribuzione della terra di Canaan, nei giorni di Giosuè, la Bibbia dice in Giudici 1:30, che Zebulon non è mai riuscito a scacciare totalmente i cananei che abitavano nella sua regione, quindi la mistura con i gentili è sempre stata presente sin dall’inizio. Il 1º libro di Re 9:11, dice che Salomone diede 20 città della Galilea a Hiram, re di Tiro, che non è molto distante da qui, in cambio di tutto il legname che aveva fornito per la costruzione del tempio.
Anche questo fece in modo che i gentili popolassero queste città. Più avanti, la Bibbia relata, nel 1º libro di Re 15:20, che Ben-Hadad, re della Siria, venne dal nord e invase questa terra di Neftali. Perciò, vediamo nuovamente i gentili stabilirsi qui.
E, alla fine, la Bibbia dice nel 2º libro di Re 15:29: "Al tempo di Pekah re d’Israele, venne Tiglath-Pileser re di Assiria e prese Ijon, Abel-Beth-Maakah, Janoah, Kedesh, Hatsor, Galaad, la Galilea e tutto il paese di Neftali, e ne deportò gli abitanti in Assiria". Praticavano questa tecnica di ripopolamento e fecero esattamente la stessa cosa con la Samaria. La Bibbia ci indica il disprezzo che i giudei avevano per i samaritani, per gli stessi motivi che elencheremo qui nei confronti dei galilei.
Nel Nuovo Testamento nel Vangelo di Giovanni, là nel capitolo 7, leggiamo che le autorità dei giudei inviarono delle guardie per catturare Gesù, loro tornarono senza averlo fatto dicendo: "Nessun uomo ha mai parlato come costui", i farisei dissero: "Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? Ma questa plebaglia, che non conosce la legge, è maledetta".
Nicodemo parlò in difesa di Gesù e disse, leggerò i versetti dal 50 al 52 di Giovanni 7: "Nicodemo, uno di loro, colui che era andato da Gesù di notte, disse loro: La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto? Essi risposero e gli dissero: Sei forse anche tu Galileo? Ricerca le Scritture e vedrai che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta.
" In quel momento loro stavano dicendo: "Sei diventato un galileo adesso per difenderlo? Non esistono profeti provenienti da quella terra". Era molto disprezzata.
In Atti 2, quando stanno parlando in altre lingue, nel giorno di pentecoste, la domanda delle persone è: "Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? " Avrebbero potuto dire: "ehi, sono giudei e parlano la nostra lingua", ma li definiscono esplicitamente e tassativamente come "galilei".
Volevano dire che questo era un popolo senza cultura, era una regione povera, era una regione con le abitudini dei gentili, c’era molto paganesimo, molta idolatria, era un’area disprezzata a causa del suo peccato. Quando la Bibbia dice: "il popolo che giaceva nelle tenebre", sta parlando non solo dell’ignoranza della conoscenza intellettuale, ma sta parlando della conoscenza di Dio. Fu in questo luogo che Gesù è venuto a stabilire il suo ministero.
Cominciando dai disprezzati, dai più poveri, da coloro che erano considerati i più peccatori questo fece in modo che ricevesse disprezzo per la sua persona e per il suo ministero, ma ci mostra il cuore amoroso, cuore d’inclusione che Dio ha. Però, differentemente da come qualcuno ha detto, che Dio sembra non importarsi del fatto che il peccatore continui a peccare, il primo messaggio di Gesù che abbiamo letto qui in Matteo per questa gente fu: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino! " Il buon messaggio qui è che Dio ci ama, offre perdono per i nostri peccati, ma Lui ci chiama tassativamente ad abbandonare una vita di peccato per permettere che Lui ora, secondo i Suoi principi, ci governi e stabilisca il Suo regno nella nostra vita.
In Matteo 5:8, il Signore Gesù dichiara: "Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. " Il Signore Gesù, quando usa l’espressione "beati", tradotta in altre versioni come "felici", sta dicendo che c’è una cosa che facciamo e c’è inoltre una conseguenza. Per primo, Lui inizia a parlare di una beatitudine, che è il cuore puro, ma per secondo Lui parla della conseguenza: "perché vedranno Dio".
Quando Gesù sta parlando del cuore, sappiamo che Lui non sta parlando letteralmente dell’organo che pompa il sangue, Lui sta dando enfasi all’intimo. Però, tu ed io dobbiamo comprendere che Gesù parla del cuore e la domanda è: perché proprio del cuore? Perché una cosa che impariamo nelle Scritture è che Dio non guarda l’esteriore, Lui guarda per primo il cuore.
Nel 1º libro di Samuele 16:7, quando Samuele è inviato da Dio a casa di Issai per scegliere uno dei suoi figli, che Dio voleva che fosse unto per essere re, lui punta gli occhi sul fratello più grande di Davide, e si impressiona e il Signore gli dice: "non badare al suo aspetto. " Il Signore dice a Samuele: "l’uomo infatti guarda all’apparenza, ma l’Eterno guarda al cuore". Quello che chiama l’attenzione di Dio è quello che c’è dentro di noi.
Molte volte, il nostro esteriore può esprimere o meno quello che c’è dentro, ma la verità è che l’attenzione è nel cuore. Quello che vediamo nella Parola di Dio È che la religione, d’altra parte, la religiosità tende ad enfatizzare più l’esteriore che quello che c’è nell’interiore. Nel Sermone della Montagna, il Signore Gesù dice, nel capitolo 6 di Matteo e poi nel verso 1: "Guardatevi dal fare la vostra elemosina davanti agli uomini, per essere da loro ammirati; altrimenti voi non ne avrete ricompensa presso il Padre vostro, che è nei cieli".
Gesù non sta dicendo che quello che facciamo non sarà inevitabilmente visto, lui sta dicendo che la motivazione di fare non dovrebbe essere solo quella di essere visto. Perché molte, volte le persone concentrano, e la religione fa molto questo, la religiosità si concentra sul comportamento, sull’esteriore. C’è una cosa che dovrebbe iniziare nell’intimo, una cosa che dovrebbe iniziare nel nostro cuore.
Quando il Signore Gesù confronta i farisei, che facevano parte della setta più severa dentro il giudaismo, Lui dice, questo racconto si trova nel Vangelo di Matteo 23:5, Lui dice: "Fanno tutte le loro opere per essere ammirati dagli uomini; allargano le loro filatterie, e allungano le frange dei loro vestiti. Amano i posti d’onore nei conviti e i primi posti nelle sinagoghe, e anche i saluti nelle piazze, e di sentirsi chiamare dagli uomini rabbi, rabbi. " Gesù stava dicendo: Lo fanno solo per essere visti.
Ci sono molte persone con l’apparenza e con una espressione di giustizia e questo loro comportamento, in realtà, non riflette quello che è iniziato nei loro cuori. Questo testo ci mostra che i farisei erano maestri in quest’arte della religione o della religiosità. Preoccupati non con quello che c’è nel cuore, ma con una sceneggiata del lato esteriore.
Una cosa che vediamo, è che Dio in realtà ha una posizione contraria, e li riprende. Per esempio, nel Vangelo di Marco, nel capitolo 7 e nei versi 6 e 7 vediamo Gesù citare una parola del profeta Isaia. Lui disse: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me".
Lui chiama questo di un’adorazione inutile, vana. Lui dice: "Ma invano mi rendono un culto". Quello che sta dicendo è che, avere l’esteriore, un atto d’adorazione, le labbra che onorano Dio, ma se questo non è il frutto o la conseguenza di un cuore che Lo desidera e che si inclina verso di Lui, fa in modo che la nostra adorazione meramente esteriore, sia considerata inutile.
Quindi, quando parliamo dell’interiore e dell’esteriore, è importante capire questo. Anche perché, il concetto stesso della santità deve essere visto sotto questa prospettiva. Nello stesso capitolo 23 de Matteo, che abbiamo letto poco fa, questa volta partendo dal verso 25, vediamo Gesù dire: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!
", Lui sta parlando della "crema" della religione dentro al giudaismo, Lui dice: "Guai a voi scribi e farisei ipocriti, perché pulite l’esterno della coppa e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza! Fariseo cieco! Pulisci prima l’interno della coppa", Lui dice, "affinché anche l’esterno sia pulito".
Lui dice: "Inizia prima dall’interno, affinché poi si manifesti all’esterno". 27: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! " Quando Gesù li chiamava ipocriti, la parola che sta usando qui, molte volte era usata per indicare un attore di teatro, era usata per indicare uno che dissimulava, era usata per indicare uno che svolgeva un ruolo che era una fantasia e non la realtà.
Chiamandoli ipocriti, Lui sta dicendo che erano maestri nell’arte della dissimulazione. Lui dice: "Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine! Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità".
È molto chiara per me questa distinzione tra l’interiore e l’esteriore. E la ragione per cui l’attenzione deve essere stare nell’interiore è che non si cambia la condotta senza che ci sia, prima, un cambiamento di natura. La Parola del Signore porta un’illustrazione molto interessante là nel libro del profeta Geremia 13:23.
La Bibbia dice così: "Può un Etiope cambiare la sua pelle o una tigre le sue striature? Allo stesso modo potreste voi abituati a fare il male, fare il bene? " Dio fa referenza all’etiope che già nei tempi antichi era conosciuto per avere la sua pelle più scura.
Lui dice: "lui non può cambiare la sua pelle, la tigre non può cambiare le sue striature", perché Lui sta dicendo che è una questione di natura. Lui dice: " Allo stesso modo, potreste voi abituati a fare il male, fare il bene? " Nonostante la parola "abituati", che parla di uno che è stati istruito, ha imparato e ripete un comportamento, l’esempio che Lui da parla di natura.
La tigre non può cambiare le sue striature perché è la sua natura; l’etiope non può cambiare il colore della sua pelle perché è la sua natura. Gesù sta dicendo che un comportamento non si cambia esteriormente senza che ci sia prima un cambiamento interiore, il cambiamento di natura. È per questo che il cuore è il centro.
La Parola di Dio ce lo dice, ho già detto che il termine "cuore" non si riferisce appena all’organo che pompa il sangue, la Parola di Dio dice, in Proverbi 4:23: "Custodisci il tuo cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita. " Quando qualcosa influenza il cuore, influenzerà il resto della nostra vita. È come la sorgente di un fiume.
Se sporchi la sorgente di un fiume, comprometterai tutte le acque che corrono poi su tutta l’estensione di quel fiume, su tutto il suo letto. La Bibbia sta dicendo: "custodisci il cuore, se le sorgenti saranno contaminate il resto lo sarà. Se la sorgente sarà compromessa da qualcosa, anche il resto lo sarà.
Quindi custodisci il tuo cuore perché da esso procedono le fonti della vita. " È per questo che, sin dalla Vecchia Alleanza, quando Dio operava con la circoncisione, il Signore annunciava già che quello che voleva dispensare non era solo la circoncisione fisica e letterale. Per esempio, là nel libro di Deuteronomio, la Parola di Dio ci porta quest’affermazione, ricordando che la circoncisione faceva parte del rituale dell’alleanza che gli israeliti avevano instituito con Dio sin da Abrahamo.
Normalmente, il padre circoncideva il figlio all’8º giorno di vita. La circoncisione era la recisione del prepuzio, della carne in eccesso del pene, e questo rituale di spargimento di sangue raffigurava, non solo, la forza dell’alleanza che avevano con Dio, ma anche la trasmissione dell’alleanza da una generazione all’altra. Ma in Deuteronomio 30:6, la Bibbia dice: "L’Eterno, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti".
Dio annunciava già profeticamente quello che l’apostolo Paolo affermerà poi, ai credenti della nuova alleanza. In Romani 2:28 e 29 la Bibbia dice: "Infatti il Giudeo non è colui che appare tale all’esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore". Dio vuole fare un’opera nel nostro cuore.
Interessante, che la Parola di Dio ritratta il battesimo, là nella lettera ai Colossesi l’apostolo Paolo dice che è la "circoncisione del cuore". Così come la circoncisione dell’antico testamento era il sigillo della fede professata, il battesimo lo è nel Nuovo. La Bibbia dice che succede una cosa nel nostro cuore.
Per mezzo del profeta Ezechiele, il Signore promise, là e, Ezechiele 36:26 e 27, promise che avrebbe tolto il cuore di pietra e che ci avrebbe dato un cuore di carne. Questo è il cambio di natura. Quando chiesero a Gesù la ragione per la quale Mosè permise il divorzio, diede l’eccezione del divorzio durante a lei, Gesù dice: "A causa della durezza del vostro cuore".
Le persone avevano un’enorme difficoltà di perdonare e di relazionarsi perché non avevano questo cambiamento di natura. È per questo che Gesù dice: "Voi avete udito che fu detto agli antichi: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico, Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, pregate per loro, pregate per coloro che vi perseguitano". Perché ora Lui può dire: "Prima non era così e ora sarà così?
" Lui sta dicendo: "Perché ci sarà una qualificazione che verrà liberata da parte di Dio su di voi per mezzo del cambiamento di cuore, dal cambiamento di natura". Efesini 2:1 a 3 ci dice che "Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati" ed il testo dice che noi eravamo, "per natura figli della disobbedienza". Il problema era un problema di natura.
Qual è la soluzione di Dio? Nascere di nuovo per manifestare una nuova natura. È per questo che Gesù dice a Nicodemo: "Se uno non nasce di nuovo non può ereditare il regno di Dio".
Nicodemo chiede: "Com’è che io posso nascere di nuovo? Entrerò io di nuovo nel grembo di mia madre? " Gesù dice: "No.
Ciò che è nato dalla carne, è carne. Ciò che è nato dallo spirito, è spirito". La nuova nascita è spirituale, è il cambiamento e la trasformazione che il Signore opererà in noi.
È per questo che la Bibbia dice, in 2ª Corinzi 5:17: "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura" o "nuova creazione è". Possiamo essere generati di nuovo e questo ci fornisce un vero cambiamento, una vera pulizia che inizia dall’interno. Paolo dice: "Alcuni di voi erano impuri, erano rapinatori, erano ladri, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio".
Questa trasformazione ci porta ad un risultato. Essere puro di cuore non è una cosa che l’uomo fa da solo, È una cosa per la quale si sottomette a Dio affinché la faccia nella sua vita. E qual è la conseguenza?
Gesù dice che i puri di cuore vedranno Dio. Dobbiamo comprendere che questo ci riporta a quello che la Bibbia chiama "santificazione". In Ebrei 12:14 la Bibbia dice: "Senza santificazione nessuno vedrà il Signore".
Quindi, per vedere il Signore è necessaria la santificazione. La santificazione ha due livelli: comincia con quest’esperienza iniziale di nuova nascita, con la consegna della vita al Signore Gesù, ma si estende poi. Nella 1ª lettera di Paolo ai corinzi, nel 1º capitolo, nei versi 1 e 2 lui dice: "Ai santificati in Gesù Cristo", tempo passato, imperfetto, una cosa che è già successa, lui dice "chiamati ad essere santi", una cosa che dobbiamo non solo mantenere, ma, sviluppare ed inoltre raggiungere.
Noi la chiamiamo santificazione "iniziale" e "progressiva". Questo è ben esemplificato là nel libro di Isaia 1:18, quando Dio dice: "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, come porpora", stava parlando di due cose che tingevano il tessuto ed erano difficili da rimuovere, Dio disse: "diventeranno bianchi come neve; diventeranno come lana". Dio non parla solo di due cose che tingevano, che macchiavano il tessuto, Lui parla di due risultati della pulizia, di due tipi di bianchezza.
Una è la comparazione con la neve, che viene dall’alto e rappresenta la santificazione e la giustizia di Dio che ci è attribuita attraverso Cristo Gesù e si riceve per la fede. È un’esperienza istantanea. Ma parla anche della lana, che cresce da dentro verso fuori nella pecora.
Questo è l’esempio della santificazione progressiva, È quando tu ed io ci lasciamo dominare dalla nuova natura. È quando sottomettiamo la vecchia natura. L’apostolo Paolo scrive e dice che dobbiamo spogliarci, è come togliersi gli abiti.
È spogliarci del vecchio uomo e vestirci col nuovo uomo. Quello che Dio ci ha messo a disposizione nel regno spirituale ha bisogno di una forma posizionale, pratica, comportamentale e deve essere manifestato giorno dopo giorno. Questa santificazione ci porterà ad un risultato.
Una cosa che tu ed io dobbiamo intendere, è che la santità non è fine a sé stessa, è il ponte per l’intimità. Intimità è il sogno di Dio per il cuore di ognuno di noi, per la Sua relazione con ognuno di noi. Sin da quando creò l’uomo, stabilì la prima coppia nel giardino, Dio li visitava tutti i giorni, Lui voleva una relazione.
Il Salmo 25:14 dice: "Il segreto dell’Eterno è rivelato a quelli che lo temono, ed Egli fa loro conoscere il suo patto". La santità non è fine a sé stessa, è un ponte per l’intimità con Dio. L’intimità, dalla quale il peccato ha il potere di allontanarci.
Isaia 59 dice: "Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio, per non darvi ascolto". Però, quando vinciamo il peccato, questo ci permette avere la santificazione iniziale, come pure quella progressiva, il ponte dell’intimità con Dio, che Cristo ci ha fornito è preservato per mezzo del nostro atteggiamento, per mezzo della nostra condotta e questo ci permette di vivere il sogno, il progetto di Dio per ognuno di noi che è quest’intimità. Nei prossimi minuti avremo una conversazione con un’applicazione pratica che ci aiuterà, non solo a comprendere, ma sotto il punto di vista pratico della quotidianità, ci aiuterà ad applicare queste verità.
Gesù disse: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". Abbiamo già parlato prima, nella predicazione, che nessuno raggiunge il cuore puro da solo. Anzi, questo è un inganno per alcuni.
Proverbi 30:12 dice che c’è gente che è pura ai suoi propri occhi, ma non è mai stata lavata dalla sua sporcizia. Perciò, non è come io mi vedo, è come Dio mi vede. La Parola di Dio dice: "Non c’è nessun giusto, nemmeno uno", quindi, tutti noi abbiamo bisogno di questo bagno che solo Dio può darci, quando invochiamo il nome di Gesù, quando clamiamo per ottenere la salvezza.
Detto questo e intendendo che questa salvezza non si ottiene per mezzo delle opere, credo che sia giusto sottolineare qui che procederemo in obbedienza perché siamo stati salvati e non per venire salvati. L’idea non è quello che faccio per riuscire ad avere un cuore puro, questo solo Dio può concedercelo, ma, quando avrò provato questo, consegnando la mia vita a Cristo, invocando il Suo nome, ricevendo mediante la fede questa salvezza, è logico che ora tocca a me, tocca ad ognuno di noi mantenere questa purezza che ci è stata trasmessa. Come diresti che potremo rafforzare questa purezza, Lissa?
- Uno strumento, quindi, per questa preservazione può essere l’analisi di ogni tipo di contenuto che consumeremo, perché quello che stiamo ingerendo, sarà quello che ne uscirà. Quindi, tanto più ci riempiremo con la Parola, tanto più tempo passeremo con Gesù in preghiera, avendo inoltre referenziali nella nostra vita, più naturale questo sarà. Tipo, le persone vedranno Gesù nella tua vita, i tuoi pensieri .
. . vedrai le situazioni in maniera differente e non sarà qualcosa come uno sforzo molto grande da parte tua, ma realmente "Cristo in noi, che è la speranza della gloria".
Anche i nostri pensieri, no? - Quindi, basicamente alimentarci di Cristo, della comunione con Lui, della lettura biblica. Questi momenti che dobbiamo avere con Dio, sia da soli o prestando culto e adorando in chiesa, non è solo una routine, una disciplina cristiana, ma fa parte di quello di cui ci si alimenta.
Credo che quest’idea deva essere sottolineata: l’obbedienza è perché siamo stati salvati e non semplicemente per essere salvati. Ma, come è stato detto prima, nella parola, se il peccato ci separa da Dio, la santità ci porta a fare la strada opposta. Ossia, essa non è fine a sé stessa.
La purezza e la santità sono una specie di ponte affinché possiamo vivere l’intimità con Dio. E quando Gesù dice: "Beati o felici i puri di cuore", Lui lasciò chiaro: "perché vedranno Dio". Credo che una cosa che deve motivarci è pensare sempre alla ricompensa, al risultato finale.
Nessuno dovrebbe essere inconseguente, quando vogliamo una cosa buona, dobbiamo sapere quanto costa arrivare fino là e se vale la pena cercare e pagare quel prezzo per raggiungerla, o meno. Così come anche l’opposto è vero. Quando conosciamo la cattiva conseguenza, dobbiamo fare tutto il possibile per evitarla.
Credete che quello che manca alle persone, molte volte, sia questa conseguenza, questa capacità di misurare quello che avranno in Dio e principalmente quello che è eterno? - Sì. – Credo di sì.
- È perché è camminata, no? A volte le persone non lo capiscono, pensano che sia: "Ecco, adesso sono puro. Ho scelto Dio ed ora nella mia vita, tutto è puro".
Ma è una scelta giornaliera che la persona deve fare, come ha detto Lissa, lasciare entrare le cose buone e prendere costantemente la decisione di camminare con Dio fino a raggiungere questo punto dell’eternità, no? - Credo che anche noi vediamo ogni giorno come le persone con le quali camminiamo influenzano il modo con cui a volte ci comportiamo, il modo come parliamo, quindi credo che camminando con Gesù, sarà inevitabile che ci trasformiamo e ci purifichiamo per l’obbiettivo e per il fine che più ci interessa. - Ma, oltre a questa purificazione iniziale e dalla responsabilità di alimentarla, io credo che sia il guardare a lungo termine quello che ci aspetta.
Il testo dice: "perché vedranno Dio". Sappiamo che "vedere Dio" non è letterale adesso, È una cosa che ci sarà riservata per il futuro, se rimarremo dentro questo modello, ma, allo stesso tempo, questa espressione "vedere Dio", anche se non è letterale, mi ispira ad un’intimità che può essere parlando di un’intimità che può essere vissuta adesso. Salmo 25:14 dice: "Il segreto dell’Eterno è rivelato a quelli che lo temono, ed Egli fa loro conoscere il suo patto".
E quest’idea, non solo, di essere timoroso ed obbediente a Dio per una ricompensa futura ma, poter avere un’intimità con Lui ora, anche se la Sua visibilità sarà futura, mi motiva, mi entusiasma. Credo che questo dovrebbe essere una cosa che motiva le persone, il risultato. Vedere Dio e godere di quello che ha.
- Ogni volta che si parla del cuore puro, mi vengono in mente i bambini. Credo che ne siano un simbolo, e anche noi dobbiamo diventare come loro, no? Ed è proprio mediante la nuova nascita che possiamo arrivare in questo luogo.
- È. – Perché io penso: come può un uomo che ha già vissuto, a volte, tante cose ed ha già visto tante cose, tornare nuovamente ad essere puro, no? - Sì.
Lo stesso Gesù disse che, se non faremo come i bambini, credo che questo sia il testo che stai citando… - Sì. - Però, quando Gesù parlò a Nicodemo della nuova nascita, credo che questa sia l’unica maniera di tornare ad essere un bambino, Lui disse: "Com’è possibile? Per caso uno entrerà nuovamente nel grembo di sua madre per nascere di nuovo?
" La spiegazione di Gesù fu che questo è spirituale. Quindi uno che è già stato tanto contuso e ferito dalla vita e per la sporcizia del peccato di questo mondo, c’è solo un modo di ricominciare con la purezza dei bambini che è quando nasciamo di nuovo e viviamo questa trasformazione interiore. È per questo che la purezza inizia dal cuore, con il cambiamento di natura.
E tu devi certificarti che hai avuto questa seconda nascita in Cristo, che hai iniziato ad essere un bambino con la purezza che ora viene da Lui nel tuo cuore. Purezza questa che dovrai mantenere, ma che, non c’è modo di ottenerla da solo. Che il Signore ci aiuti a vivere profondamente questa purezza di cuore e intensamente il risultato che è vedere Dio.