[Applauso] bene buonasera allora la terza guerra di non perdiamo tempo la terza guerra di indipendenza io spero che non so quanti di voi c'erano le volte scorse con chi c'era le volte scorse mi sento po in imbarazzo perché la storia è sempre la stessa cioè si spinge da occidente e quegli altri cercano di impedire che si conquisti da un bardo veneto o meglio no nel 1866 qualcosina è cambiato dal punto di vista geografico sette anni prima con la seconda guerra d'indipendenza la lombardia è stata presa quindi il confine non è più al ticino il confine
e al mincio però chi c'era le volte scorse si ricorda che problemi a nuovo avuto gli eserciti piemontesi e francesi per attraversarlo questo benedetto minge i problemi ci sono quindi sempre si tratta di spingere verso oriente partendo dal mincio e poi però c'è un'altra differenza grossa nella prima guerra d'indipendenza si era un esercito piemontese che da solo non avrebbe mai potuto farcela a sconfiggere l'austria però l'austria era in piena rivoluzione e gli altri sovrani italiani avevamo promesso di aiutare e quindi ci hanno provato ed è andata com'è andata la seconda guerra d'indipendenza invece è stata
vinta perché accanto all'esercito piemontese c'era quello francese tre volte tanto e quindi c era una certa superiorità numerica rispetto alle forze austriache adesso nel 66 la cosa è ancora cambiata perché di qua dal mincio non c'è più il regno di sardegna c'è il regno d'italia il re è sempre lo stesso e si chiama sempre vittorio emanuele ii ha preferito non cambiare neanche il numero ma ma il regno è il regno d'italia e si vede l'esercito rispetto all'esercito piemontese è quadruplicato nel 59 i piemontesi avevano in campo cinque divisioni nel 66 gli italiani hanno in campo
20 divisioni è un esercito che come tutto il paese in una strana fase di transizione perché da un lato si sta cercando di costruire un paese che si chiami italia e che attinga le risorse di tutta la penisola e dall'altra per all impronta piemontese sabauda e comunque sempre fortissima nell'esercito questo si vede bene è un esercito che da un lato a una predominanza piemontese nell'elite dei generali ancora molto netta d'altra parte però è indiscutibilmente un esercito italiano mi spiego se noi guardiamo i quattro corpi d'armata in cui è diviso l'esercito i quattro comandanti dei corpi
d'armata sono due piemontesi e quindi sono sempre sovrarappresentati però un toscano è un modenese se guardiamo i generali di divisione delle 12 divisioni che combattono sul mincio e che vanno incontrano la battaglia di custoza se noi guardiamo chi sono i dodici generali di queste 12 divisioni 6 vengono dall'esercito piemontese di nuovo la preponderanza e netta ma non è assoluta due vengono dall esercito napoletano il pianella è il non piante sono ex generali del re di napoli passati nel regno d'italia uno viene dal granducato di toscana e poi su 12 generali di divisione ci sono ben
tre garibaldini sirtori cosenz nino bixio sono generali di divisione dell'esercito italiano con i garibaldini l'esercito non è stato in generale molto generoso c'era molta diffidenza verso questa gente un po troppo di sinistra rispetto ai gusti dei generali sabaudi e quindi si sono fatte molte difficoltà i garibaldini per prendere servizio nell'esercito italiano ma ai generali invece si son fatti ponti d'oro dei generali di garibaldi che hanno voluto metterla divisa blu l'hanno messa e quindi come vedete c'è una fusione in corso ancora squilibrata ancora incompleta con mille difficoltà per esempio una difficoltà ci sono due generali napoletani
benissimo non piante e pianelli ma sul loro conto girano tutti i pettegolezzi possibili sono ex generali dei borboni saranno fedeli o sono pronti a tradire girano così tanto queste voci infondate che ancora oggi non sappiamo se sono i servizi segreti austriaci che le hanno messe in giro appositamente per seminare zizzania e i soldati delle divisioni comandate da questi generali le sentono queste voci e le rilanciano tra i soldati della divisione di pianella un certo punto corre la voce che il generale si è scoperto che voleva consegnare la divisione al nemico alla prima occasione che è
stato arrestato e fucilato non è vero niente ma tra i soldati le voci corrono con una facilità e poi c'è la difficoltà di creare un esercito italiano mettendo insieme gente che viene da tutte le regioni e che sia per le differenze regionali sia per l'eredità comunque degli ultimi anni di contrapposizioni ebbe conserva delle ostilità reciproche l'italia non è un paese unito neanche adesso da quel punto di vista non lo era neanche allora gli aneddoti su come nelle caserme ci si mena tra piemontesi e napoletani fra lombardi e siciliani pieno di questi aneddoti veneto un paio
dalle memorie di un bersagliere piemontese giovanni rossetti vecchio soldato di lungo corso che ha fatto il 59 e che poi viene richiamato per il 66 il bersagliere rossetti racconta di quella volta che in caserma ha dovuto intervenire per fermare dice due napoletani che minacciavano un piemontese e continua ce l'avevano già fatto sentire questi maccheroni che volevano rivoltarsi a noi piemontesi e lombardi fra noi vi regnava sempre guerra con fino a con questa razza diabolica e quella volta finisce non solo a botte ma coltelli sguainati con rossetti che incamerata grida fuori tutti i napoletani e ora
di finirla con questi maccheronari traditori dall'altra parte il sentimento è amorevolmente ricambiato bene inteso questo che dici tu adesso ed ai volumi di sentenze dei tribunali militari di quegli anni nella caserma del 45esimo fanteria a pinerolo il soldato giuseppe maiolino napoletano aggredisce a calci e pugni il caporale viriglio piemontese il caporale morelli napoletano interviene a difendere il collega piemontese aggredito anche il soldato canto riello napoletano esclama cannes ed un caporale tu sei napoletano e prendi la difesa di questi piemontesi stai bene allerta che se non potrò farti la festa questa notte te la farò infallibilmente
domani denunciate monale militare sei mesi di galera e solite cose insomma allora io ho i miei dubbi che nell'esercito austriaco boemi e ungheresi andassero d'amore d'accordo è per cui queste cose non hanno mai impedito a un esercito di funzionare per la bisogna tenerle presenti sono comunque i segni di una compagine non matura non pienamente compatta non pienamente unite e tuttavia questo esercito va in guerra con ottime speranze perché le circostanze del 1866 non potrebbero essere più favorevoli voi ricordate che punto siamo nel 59 si era vinto solferino si poteva andare avanti arrivare a venezia invece
napoleone iii per tanti motivi ha deciso che andava bene così che bastava regalare la lombardia ai savoia il veneto un'altra volta quindi questa è la prima priorità del regno d'italia non abbiamo ancora buttato fuori gli austriaci hanno ancora il veneto hanno venezia bisogna buttarli fuori un'altra guerra arriverà di sicuro nel 66 la guerra arriva perché non per ragioni di politica italiana nel 66 la guerra arriva per ragioni europee perché l'austria non è solo le grane in italia che se fosse solo quello l'austria fino a quel momento era la potenza dominante nel mondo di lingua tedesca
ma c'è un altro paese c'è un altro regno nel mondo tedesco che è in crescita da tanto tempo e che è deciso a buttare fuori l'austria da questa posizione egemonica quest altro paese e la prussia che nessuno lo sa ancora ma sarà la grande potenza militare di questa seconda metà dell'ottocento nel 1866 per vari motivi i tempi sono maturi la prussia si prepara a dichiarare guerra all'austria e a questo punto ovviamente russia e italia hanno interessi in comune si discute si dialoga si negozia se ci si mette d'accordo la prussia e l'italia faranno la guerra
insieme l'otto aprile del 66 viene firmata l'alleanza tra il re di prussia e re d'italia il 15 giugno 1866 la prussia con un pretesto dichiara guerra all'austria ci si aspetta ovviamente che l'italia immediatamente in base all'accordo dichiari guerra all'austria non vi stupirà sapere che gli italiani decidono di aspettare ancora un momentino prima di vedere la loro aspettano una settimana scarsa poi alla fine il 20 giugno si decidono dichiariamo guerra anche noi e si concentra l'esercito sul mincio chi c'era ieri ricorda che la guerra del 59 e stata la prima guerra moderna combattuta nella pianura padana
in cui le truppe si trasportavano in treno anche adesso nel 66 si portano in treno il concentramento dell'esercito sul mincio in realtà per una volta un capolavoro logistico questo esercito è sparso in mezza italia bisogna concentrarlo molto rapidamente le ferrovie sono quelle che sono ma insomma cominciano a esserci l'esercito viene concentrato rapidamente sul mincio sulla frontiera e ci sono tutte le possibilità di vincere ed è impossibile perdere perché noi abbiamo 220 mila uomini gli austriaci 220 mila uomini li hanno in boemia a fronteggiare l'invasione prussiana per l'italia gliene sono rimasti 75.000 quindi noi abbiamo noi
invadiamo il veneto passando il mincio con 220 mila uomini dall'altra parte loro ne hanno 75.000 se state cominciando a chiedermi come abbiamo fatto a perdere avete ragione il problema è quello naturalmente come abbiamo fatto perdere allora un problema di fondo è chi comanda questo grande esercito non tanto omogeneo e non tanto ben funzionante chi lo comanda vabbè c'è sempre il re vittorio però vittorio su passati un po di anni ho cominciato a capire che lui non è veramente capace di fare un mestiere del genere ci sono grandi generali in italia almeno così si paese e
dunque vittorio comanda soltanto pro forma ma in realtà l'esercito sarà comandato dai grandi generali che abbiamo chi sono i grandi generali che abbiamo ben 11 non è uno scherzo è davvero un grande e generale e garibaldi garibaldi lo tengono dentro senz'altro ormai non sono più i tempi in cui lo cacciavano via quando veniva a proporsi anzi per garibaldi si fanno le cose in grande non è più questione di dire i volontari non li vogliamo perché politicamente sono pericolosi no ormai si è capito basta mettere la faccia di garibaldi sui manifesti la gente viene a garibaldi
armano 40 mila volontari un intero esercito naturalmente c'è sempre un sottinteso però lui fa la guerra da un'altra parte noi con l'esercito vero invadiamo e lui lo spediamo e l'altra volta del 59 l'abbiamo spedito a brescia bergamo prima ancora varese adesso siamo già lì dove lo mandiamo lo mandiamo a trento mentre l'esercito marcia sul veneto garibaldi con 40 mila volontari marcerà su trento attraverso le montagne l'idea non è cattiva è peccato che garibaldi adesso che gli danno un esercito comincia a non essere più il garibaldi di una volta a 59 anni che per l'epoca non
sono pochi e neanche adesso sono così pochi devo dire per far la guerra in montagna a comandare un esercito e molto logoro garibaldi 4 anni prima c'è stata la facendone dell'aspromonte ferito alla gamba imprigionato in fortezza fa fatica andare a cavallo cosa che per un generale non è tanto semplice non è più quello di una volta comunque raccoglie i suoi volontari e si prepara grosso modo dalle parti della valtellina a marciare verso nord est e sboccare nel trentino bene tolto dai piedi garibaldi rimangono i due generali che gli italiani credono siano grandi generali lamarmora e
cell tv sono due grossi personaggi in italia la marmora il più vecchio importante generale piemontese a 62 anni ma non è solo un generale un uomo di potere da due anni è presidente del consiglio a firenze capitale d'italia il presidente del consiglio la marmora quando scoppia la guerra di si dimette dalla presidenza del consiglio per tornare a fare il suo vero mestiere comandare l'esercito peccato che c'è anche un altro generale che ritiene di essere come dire di avere tutte le carte per comandare l'esercito si chiama cialdini lui non è della scuola piemontese un modenese un
vecchio rivoluzionario è uno che negli ultimi anni si è fatto le ossa facendo i lavori sporchi affatto l'assedio di gaeta catturando quindi il re di napoli ha fatto l'aspromonte cercando di ammazzare garibaldi non ci è riuscita ma c'è andato vicino ha fatto la repressione del brigantaggio cialdini e sulla cresta dell'onda forse dovrebbe comandarlo a lui l'esercito voi forse sapete è forse lo abbiamo detto nei giorni scorsi che non c'è niente di peggio quando si deve gestire una guerra che non avere le idee chiare su chi comanda e su cosa si deve fare qui bisognerebbe decidere
e naturalmente la marmora e cialdini hanno due idee diverse su cosa si deve fare la marmora vecchia scuola piemontese attraversiamo il mincio e andiamo avanti cialdini che lui è emiliano vede anche la geografia da un altro punto di vista vede anche lo spazio da un altro punto di vista perché pensare sempre come se avessimo la base a torino e si va avanti dritti verso oriente immaginiamo che la nostra base a bologna e lavoriamo sul po ammassiamo l'esercito sul po anziché sul mincio passiamo il po marcia modric su venezia da lì ed air one sarebbe capiva
neanche questa certo attraversare il po con l'esercito davanti al nemico non è uno scherzo ma cialdini come dire garantisce che lui ce la farebbe a questo punto voi capite la patata bollente e del re a chiediamo il comando e quale dei due piani mettiamo in esecuzione qui succede la cosa disastrosa che succede quando non si hanno le idee chiare e cioè certo che è difficile scegliere i due generali sono in gamba tutti e due come si fa a sceglierne uno solo diamo metà dell'esercito a 1m tra l'altro i piani sono buoni tutti e due come
si fa a scegliere facciamole tutte e due le cose tanto siamo grossi siamo forti e quindi la marmora con 12 divisioni entrerà dal mincio cialdini con 8 divisioni formalmente subordinato ma in realtà con un comando indipendente opererà sul basso po e questa è già sempre come dire col senno di poi uno comincia a intravedere i motivi per cui poi le guerre si perdono perché dividere un esercito che sarebbe più forte certo entrambe le masse ognuna delle due la massa di lamarmora sul mincio la massa di cialdini sul po più a est più a sud ognuna
delle due è più forte delle truppe austriache presenti la benetton austrici anno 75.000 uomini cialdini ne ha di più la marmora ne ha di più gli austriaci cosa devono fare stanno aspettare di vedere che cosa succederà al comando dell'esercito austriaco c'è l'arciduca alberto d'asburgo 46 anni è un buon generale ha qualche difetto per esempio è miope peggio di me anche con gli occhiali non ci vede però la carta geografica la sa usare e il servizio di spionaggio austriaco funziona l'arciduca alberto viene a sapere abbastanza presto si sono divisi una massa sul mincio una massa sul
po noi siamo in mezzo cosa avrebbe fatto napoleone e ne approfitti attacchi uno e poi attacchi l'altro l'arciduca alberto si prepara il primo dei due italiani che si muove lui andrà ad attaccarlo gli italiani all'inizio non si muovono veloci tutto per cambiare anche perché va detto non è soltanto che non è facile passare i fiumi eccetera eccetera plauso liz morto da una trentina d'anni allora aveva scritto che la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi ed è verissimo non si fa la guerra senza avere un obiettivo politico o almeno non si dovrebbe fare
non si dovrebbe fare la guerra senza sapere che cosa vuoi ottenere noi siamo alleati dei prussiani vogliamo schiacciare l'austria benissimo e infatti i prussiani i quali stanno già pentendosi di essersi alleati con gli italiani i prussiani continuano a insistere l'ambasciatore prussiano firenze i generali prussiani che vengono in visita andate avanti basta che andiate avanti fate qualcosa passate il mincio dice ma ci sono le fortezze del quadrilatero peschiera mantova i prussiani consigliano lasciate perdere le fortezze andate dentro andate al isonzo marciate su vienna sentire queste cose la gente come la mamma dice la cosa vengono questi
tedeschi a spiegarci cosa dobbiamo fare prima bisogna studiare peschiera e poi si vede ma la marmora all'inizio non si muove veloce anche per un altro motivo ed è che lui era presidente del consiglio fino al giorno prima e aveva anche l'interim del ministero degli esteri quindi aveva in mano tutta la politica italiana e lui sa perché l'ha fatto lui questo negoziato che c'è un mezzo accordo con napoleone iii napoleone iii il nostro ex alleato non ha un po paura della prussia napoleone iii non vorrebbe che la prussia stravincesse questa guerra napoleone iii non vorrebbe che
l'austria fosse annientata napoleone iii pensa se diamo un contentino agli italiani anche un grosso contentino a spese degli austriaci che faranno i bravi e pagheranno l'austria non avrà la guerra in italia e potrà resistere alla prussia quindi napoleone iii ha fatto sapere alla marmora che lui sta discutendo con francesco giuseppe d'austria e che se vanno un po avanti in questo negoziato l'austria cede il veneto gratis senza bisogno di fare la guerra capite che meraviglia la marmora si frega le mani forse questa guerra non ci sarà bisogno di farla napoleone iii ovviamente anche detto cercate di
non far arrabbiare gli austriaci però quindi voi andateci piano alitalia probabilmente conviene arci piano questo è quello che sa la marmora giardini no a lui non l'hanno detto naturalmente ma la marmora si quindi non hanno intenzione di fare granché prendono tempo nel frattempo preparano anche un altro pezzo di guerra che è nuovo anche questa non c'era nel 59 non c'erano il 48 questo lo dobbiamo introdurre perché avrà conseguenze fra poco c'è la flotta la guerra si fa anche nell'adriatico adesso c'è una grande flotta italiana che è nata dalla fusione della marina sarda che non era
male perché aveva la liguria aveva genova aveva la spezia e la marina napoletana che era anche meglio era una buona marina da guerra come sapete nel 60 la marina da guerra napoletana è passata interamente cannes armi e bagagli con i suoi ammiragli in testa e con tutte le navi ai savoia ed è stata incorporata immediatamente e forma un grosso nucleo della nuova marina italiana la marina italiana tanto per cambiare è molto più forte di quella austriaca e quindi potrà spazzare via il nemico dall'adriatico il 21 giugno la flotta italiana al comando dell'ammiraglio persano lascia la
sua base di taranto e si inoltra nell'adriatico due giorni dopo la marmora comincia a passare il mincio pianino non con tutti perché bisogna lasciare delle truppe davanti a mantova e bisogna lasciare delle truppe davanti a peschiera si va un po a vedere cosa c'è al di là di questo benedetto mincio si guarda la cartina vede che c'è un villaggio chiamato custoza ma insomma passa con una parte del suo esercito il giorno dopo 24 giugno anniversario di solferino l'arciduca alberto la marmora se si fosse portato tutti avrebbe 120.000 uomini se n'è portati solo 50.000 arciduca alberto
né a 75mila e se li è portati tutti e dunque si combatte in tutta questa zona tra il mincio e l'adige come al solito come nelle guerre precedenti nessuno di questi generali e molto in gamba neanche l'arciduca alberto in realtà è così bravo nessuno sa gestire eserciti così grossi si va avanti un po a caso si combattono azioni slegate separate intorno a custoza e in tanti altri villaggi in quel 24 giugno nel frattempo fa un caldo da morire i soldati tanto per cambiare muoiono di sincope sotto il caldo con i loro cappotti di lana che
è la divisa standard dell'epoca non funziona niente non c'è da mangiare non c'è da bere gli austriaci premono succede di tutto succede il caso eroico del quadrato di villafranca che verrà poi celebrato per tanto tempo perché alla testa di uno dei battaglioni italiani che ci sono in quella zona di villafranca c'è il principe ereditario il principe umberto e questo battaglione del principe umberto viene attaccato dalla cavalleria de mica ed eroicamente resiste inquadrato vi dico questo perché voi non lo sapete ma l'avete letta tutti una volta da bambini questa storia nel libro cuore nel libro cuore
c'è il papà di coretti che quando viene il re in visita a torino lo va a trovare e i poliziotti non vogliono lasciarlo passare lui dice io ero nel quarto battaglione del 49 esimo reggimento a custoza e allora lasciò subito passare perché quello era il battaglione del principe e nel libro cuore c'è questa descrizione meravigliosa che il papà di coretti fa di come la cavalleria austriaca gli umani che poi erano tutti i polacchi hanno caricato questo battaglione i demoni scatenati ci vennero addosso come l'ira di dio ci vennero giravano tra i gruppi quadrati annoni che
parevano muli nati da un uragano sfondando ogni cosa dunque grande carica della cavalleria austriaca villafranca tutte le forze italiane presenti in zona si mettono inquadrato sapete che la fanteria quando gli arriva addosso la cavalleria se rimaneva schierata in linea veniva spazzata via come un pagliaio 15 si ammucchia va inquadrato con le baionette in fuori le eroiche gesta racconta come i battaglioni italiani a villafranca rimangono inquadrato tutto il giorno resistendo alle cariche della cavalleria austriaca poi uno va a vedere l'arciduca alberto aveva in tutto un reggimento di ulan i 300 uomini due divisioni italiane 20.000 uomini
rimangono inquadrato tutto il giorno con i 300 l'uniche gli galoppano intorno orlando in polacco e le due divisioni resistono eroicamente la marmora manda messaggeria al comandante italiano generale della rocca il quale quel giorno fa onore al suo soprannome era soprannominato macigno rimane lì immobile e quando poi a cose finite la marmora gli dirà ma perché non sei venuto e là ma è la notte in piemontese a rispondere a bruxelles e michela viola cavallari austriaca ecco 300 umani hanno fermato due divisioni dall'altra parte gli austriaci passano qualche reparto comincia di organizzarsi qualche reparto comincia a scappare
i soldati quando si mette male e soprattutto quando capiscono che i comandanti non hanno le idee chiare in genere non hanno voglia di restare lì a farsi ammazzare di conseguenza l'esercito italiano comincia a crollare non tutto ma una parte crolla scappano spiace dirlo ma il primo che scappa e la marmora il quale vede dei reparti in fuga e dice ai suoi aiutanti che disfatta che catastrofe nemmeno nel 49 dopodiché dice devo correre al ponte di goito per organizzare la ritirata e ci crede e non sta scappando a tutti i difetti lamar ma non è che
un vigliacco semplicemente si sta dicendo abbiamo perso ci sono troppo abituati a perdere abbiamo perso quindi l'importante ritirarci in ordine quindi io corro a vedere che i ponti siano a posto e dunque la battaglia di custoza e perduta la seconda battaglia di custoza così senza che nessuno ci abbia capito niente però gli austriaci vengono avanti ai nostri scappano le perdite degli italiani non è una battaglia di quelle in cui non muore nessuno gli italiani fra morti feriti e prigionieri perdono più di 7.000 uomini anche gli austriaci ne perdono quasi 8.000 per noi vuol dire quasi
il 15 per cento di perdite non sono poche un esercito che ha perso il 15 per cento e in cui tutti i soldati sanno abbiamo perso non lo riporti a combattere il giorno dopo così facilmente questa è una caratteristica veramente delle battaglie di quei tempi dell'epoca di napoleone e dell'ottocento non hai bisogno di distruggere un esercito per averlo battuto quando un esercito è rimasto lì un giorno e ha visto che viene respinto e che le perdite sono alte l'esercito non combatterà più finché non l'hai fatto ritirare riposare dunque bisogna ritirarsi ci ritiriamo dietro il mincio
il giorno dopo 25 giugno la marmora fa saltare i ponti sul mincio e si ritira dietro l'olio ricordate che ci sono tutti questi fiumi che scandiscono il teatro di queste guerre l'unico che non ha ancora capito il re vittorio il quale per una volta l'idea giusta dice vabbè oggi è andata così ma domani ad un modellino buona raclette domani andiamo a dargli una bella botta la marmora dice maestà non avete capito abbiamo perso e quindi ci ritiriamo e cialdini sul po col suo esercito che doveva passare il po e prendere gli austriaci alle spalle queste
sono ancora battaglie combattute alla vecchia maniera con i battaglioni ammassati in linee inquadrato però ci sono anche le tecnologie moderne c'è il telegrafo ormai si corrisponde in tempo reale già durante la battaglia quel 24 giugno il re aveva mandato un primo telegramma cialdini dicendogli di passare immediatamente il po perché noi siamo impegnati da quelli austriaci e non sappiamo come andrà e tu che sei la sottopassa il po li prenderei alle spalle cialdini risponde passerò il po domani come previsto l'indomani il re è costretto anche no quella sera stessa scusate il re è costretto a mandare
un altro telegramma cialdini abbiamo perso perdite immense molti generali feriti dato ordine ripassare mincio però il re che il re dice appena ci siamo riposati ripartiamo all'attacco a lei cialdini intanto passi il po cialdini riceve questo telegramma e non è più tanto sicuro di aver voglia di passare il telegramma di cialdini al re risultato battaglia oggi è grave e mi pone in grande perplessità poi già che c'è cialdini cerca qualcuno che sia d'accordo con lui che in quella situazione non è il caso di andare avanti telegramma di cialdini al ministro della guerra a firenze disastro
accaduto sul mincio cambia molto situazione passando domani può temo compromettere sorti italia dinastia posto signoria che ne pensa cialdini vorrebbe che il ministro della guerra dice se non oa ragione ha ragione non passi il po io adesso non so più questo mi ha risposto il ministro della guerra fatto sta che cialdini non si muove aspetta nuovi telegrammi lamarmora brav'uomo il giorno dopo gli manda un altro telegramma stia allerta stato armata deplorabile a questo punto cialdini si ritira cioè non solo non passa il po ma decide di tornare indietro ripiega su bologna telegramma di cialdini dopo
disastro ieri sarebbe follia pensare passaggio po ciò comprometterebbe sorti paese dinastia di nuova dati ordini per concentrarmi verso bologna di conseguenza è bastata questa battaglia che nessuno voleva inconcludente persa certo ma abbiamo sempre ford due eserciti ognuno dei quali è grande il doppio di quello austriaco lamarmora ormai è dietro l'olio cialdini ormai è a bologna cialdini che non ha visto neanche uno stria co finora c'è di peggio la marmora si è giocato la faccia non si sente più abbastanza autorevole da dare ordini a cialdini ergo quando cialdini avverte che lui si ritira su bologna la
marmora il 26 giugno gli manda un telegramma in cui gli dice più o meno e si [Applauso] la marmora comandante in capo scrive a cialdini che formalmente è un suo subordinato la prego caldamente di non abbandonare il po cialdini abbandona il po la marmora si dimette il re non accetta le dimissioni la marmora dice ma fate comandante cialdini allora il re non accetta la marmora rimane comandante cialdini però fa quello che vuole e intanto e intanto però la guerra non si sta combattendo soltanto qui se si stesse combattendo soltanto quindi avevamo delle belle con tutto
l'esercito austriaco in italia invece nel darci toast ria co quello vero e in boemia e in boemia sono entrati prussiani è il 3 luglio si combatte in un posto chiamato sa dove una battaglia decisiva in cui i prussiani sbaragliano gli austriaci il 3 luglio us adova gli austriaci sono sbaragliati il 4 luglio francesco giuseppe manda un telegramma a napoleone iii dicendogli se volete ci mettiamo d'accordo per il veneto pur che l'italia mi esca dalla guerra francesco giuseppe ci spera nel pallone terzo ci starebbe avvertano la marmora discutiamone noi forse forse a questo punto accetteremmo anche
però siamo alleati con i prussiani ai prussiani hanno vinto a sa dove ma la guerra non è finita i prussiani vogliono stravincere i prussiani si aspettavano di stringere la mano alla marmora a vienna poi ha ben capito che la marmora non ci arriverà ma loro ci vogliono andare a vienna quindi i prussiani c diffidano fermamente dal fare una pace separata e noi tutto sommato visto che abbiamo fatto questa figuraccia alla fine la fascia separata non lo vogliamo fare vogliamo ancora riscattarci potremmo riscattarci ci sono tante possibilità c'è garibaldi ve lo ricordate garibaldi e la coi
suoi 30 40 mila volontari che sta avanzando verso il trentino lentamente e lui sta male in carrozza e gli austriaci sono preparati le strisce hanno una paura maledetta di quello che potrebbe fare garibaldi sulle montagne quindi hanno mandato truppe generali bravi garibaldi cominci a sostenere qualche combattimento va un pò avanti ma poco viene ferito un'altra volta come se non avesse già abbastanza insomma è fermo cialdini cialdini dopo qualche giorno dice ma adesso forse potrei di nuovo avvicinarmi al po però c'è questa posizione fortificata austriaca di borgoforte proprio lì sul po prima bisogna assediarla e prenderla
e poi passeremo cialdini mette l'assedio a borgoforte nel frattempo scrive alla marmora suo superiore pregandolo caldamente di non muoversi dall'olio che non vada a prendere altre batoste e rovinare tutto un'altra volta quello che pensa cialdine che se la marmora st bravo sull'olio lui potrebbe fare grandi cose e passando il po la marmora gli risponde credo convenientissimo che lei passi subito il può finalmente cialdini passa il po l'undici luglio è entra a rovigo non sarebbe messo male però intanto si ferma a guardarsi intorno l'arciduca alberto è sempre da qualche parte col suo esercito vittorioso chi lo
sa dov'è se a mantova 6 allerona se a vicenza conviene andare cauti cialdini si ferma si fermano tutti anche perché adesso si sono ricordati voi no ma loro si cela flotta e dalla flotta potremmo ricavare quelle soddisfazioni che finora ci sono mancate la flotta è arrivata ad ancona il 25 giugno al comando dell'ammiraglio persano è molto più forte della fota austriaca e a ordini precisi sbarazzare l'adriatico dalle navi da guerra nemiche il 25 la flotta di persano è arrivata ad ancona due giorni dopo il 27 la flotta austriaca al comando dell'ammiraglio tegetthoff esce in mare
e viene davanti ad ancona come a dire venite fuori se avete coraggio persano non esce gli austriaci vanno avanti e indietro finché vogliono davanti ad ancona e poi se ne tornano a casa il governo dovrebbe preoccuparsi ma in realtà il governo e una tale paura di perdere queste costosissime navi nuove tutte nuove che sono costate sacrifici sangue sudore e lacrime ai contribuenti italiani ce la faccia sul macinato per pagare queste corazzate che il governo in fondo dà ragione a persano è meglio non correre rischi voi sentite quali ordine riceve persano dal ministro della marina de
pretis e ditemi cosa può fare un ammiraglio che ha degli ordini del genere il ministro invita l'ammiraglio a mantenere una vigile e minacciosa difensiva però [Applauso] però intanto cosa sta succedendo che tra un po i prussiani arrivano vienna e tra un po la guerra è finita davvero e noi rimaniamo con un pugno di mosche in mano bisogna fare qualcosa il 14 luglio si tiene a ferrara un consiglio di guerra in cui in pratica si decide la destituzione di lamarmora su 20 divisioni cialdini le prenderà 14 quindi diventa lui il più importante e all'ordine di marciare
sull'isonzo dall'isonzo voi lo sapete si va a lubiana trieste a vienna come si vuole cialdini marcerà sull'isonzo quanto all'ammiraglio per sia persano riceve stavolta ordini precisi dovrà attaccare entro otto giorni se no sarà destituito questo il 14 luglio per sanno aspetta sei giorni sperando che arrivi il contrordine poi finalmente il 20 luglio esce da ancona e si spinge con la flotta in mezzo alle isole croate vicino a un isoletta che si chiama lissa c'è la flotta austriaca dell'ammiraglio tegetthoff che lo aspetta ora intorno a questa battaglia di lissa ci sono tante cose che si sanno
altre credenze leggende e altre cose che magari non si sanno una credenza una leggenda molto amata e che sia stata l'ultima battaglia navale fra genovesi e veneziani perché ovviamente la squadra italiana è fatta di genovesi ed i napoletani la squadra austriaca si dice loro hanno ancora il veneto hanno ancora venezia e ancora la flotta di san marco sulle navi austriache si parla veneto in parte non è neanche del tutto falso ci può scappare l'ordine in veneto sulle navi austriache va però detto che io ho visto l'elenco delle perdite austriache alla battaglia di lissa i marinai
sono quasi tutti provati e fra l'altro ho anche trovato preparando questa lezione sui giornali italiani dell'epoca prima della battaglia di lissa uscivano articoli razzisti del tipo perché dovremmo aver paura della flotta austriaca è tutta fatta da marina i croati si sa che i croati ai croati l'acqua non piace basta vedere che non si lavano male questo è il tono dei discorsi fatti in italia lo scoppio della guerra fatto sta che l'altra cosa qui invece non si riflette tanto è che razza di navi da guerra sono queste cosa sono le navi da guerra del 1866 se
andate a cercarle su internet le corazzate che abbiamo perso in quella battaglia re d'italia palestra sono navi stranissime perché c'è un'evoluzione velocissima delle tecnologie le marine da guerra hanno appena digerito questa grossa novità del vapore e quindi sono navi a vapore ci sono ancora molti velieri ma sono tutti d'accordo che i velieri ormai sono secondari quello che conta è la nave a vapore però queste navi a vapore se voi le guardate hanno un grande fumaiolo in mezzo e poi tre alberi per le vele perché non sono ben sicuri che poi vapore non si guasti e
che le vele non tornino utili hanno appena cominciato a digerire il vapore che arriva quest'altra novità la corazzata quattro anni prima in una baia della virginia durante la guerra civile americana per la prima volta sudisti e nordisti hanno messo in mare degli esperimenti delle navi di legno ma tutte coperte da piastre d'acciaio corazzate e di colpo tutte le flotte esistenti al mondo sono diventate obsolete perché si è visto che è una corazzata affonda tutti i velieri di legno che vuole senza farsi male quindi tutte le vecchie navi non contano più niente tutti hanno costruito corazzate
a vapore e a vela senza sapere cosa sono e senza sapere come si usano perché sono navi nuove nessuno le ha mai guidate in battaglia questo va tenuto presente le battaglie di listino battaglia tanto per cambiare confusa in cui nessuno sa bene come gestire queste macchine poderose che hanno nessuno sa bene come gestirle però alla fine si scopre che gli austriaci sanno gestire un pochino meglio per sanno da degli ordini i suoi comandanti di squadra genovesi e napoletani non li eseguono e gli austriaci vengono sotto si comincia a sparare gli altri ci sparano meglio persano
abbandonato la corazzata che era la sua ammiraglia per spostarsi su un'altra nave ecco al denti cavo questa cosa hanno capito talmente poco come sarà la guerra navale del futuro che c'è l'idea che in futuro il modo migliore per affondare le navi nemiche sarà di speronarle e hanno costruito addirittura delle navi che chiamano a rieti il più bello si chiama lo fondatori che è costruito apposta per investire sulla fiancata alle navi nemiche bucarle e affondarle persano sposta il suo comando su questa nave meravigliosa peccato che non avverte i suoi comandanti e quindi non sanno più dove
trovarlo dopodiché il combattimento va avanti gli austriaci sparano meglio semplicemente gli austriaci subiscono grossi danni grosse perdite ma due corazzate italiane saltano in aria e affondano con i loro capitani e con quasi tutto l'equipaggio alla fine noi abbiamo perso due corazzate più di 600 morti e 160 feriti gli austriaci hanno avuto 38 morti 138 feriti non hanno perso nessuna nave ognuno torna importo anzi tegetthoff avendo vinto se ne torna a casa persano rimane in mare per un po poi manda un telegramma abbiamo combattuto una grande battaglia e siamo rimasti i padroni delle acque in italia
si fanno grandi festeggiamenti suonano le campane escono i titoloni sui giornali poi quando persano torna in porto ad ancona gli chiedono dove sono le corazzate re d'italia e palestro e tocca ammettere che le corazzate sono affondate e gli austriaci quanto mi hanno perse nessuno a questo punto succedono un certo numero di cose 1 persano viene destituito e mandato sotto processo e sarà fortunato che non lo fucilano 2 abbiamo fatto un'altra figuraccia e i prussiani ci stanno dicendo va bene vi abbiamo lasciato può giocare ancora un po ma adesso basta noi abbiamo finito e quindi adesso
fine ci sarebbe un ultima speranza garibaldi il quale in realtà si sta muovendo è quasi arrivato a trento garibaldi a tanti uomini davanti a lui gli austriaci sono pochi sono bravi sono generali bravi con garibaldi si infogna nel trentino il con a un certo punto lo attacca lo prende di sorpresa prendere di sorpresa garibaldi una volta non ci riuscì a nessuno adesso non è più lo stesso uomo il conad cattura un migliaio di garibaldini poi garibaldi arriva cerca di metterci una pezza siccome comunque il talento c'è ancora alla fine riesce a evitare il disastro e
con si ritira con i suoi mille prigionieri questa è la vittoria di bezzecca che viene celebrata da un paese che aveva un tale episodio di vittorie che a questo punto la battaglia di bezzecca viene presentato come una vittoria e però sogno garibaldi ha perso 1.400 uomini le autrici hanno persi 100 il giorno dopo 23 luglio l'italia cede alle fortissime pressioni della prussia e accetta una tregua la guerra sarebbe finita e però forse forse chi lo sa potrebbe ancora darsi che magari riusciamo ancora a rimetterci su aspettiamo a firmare il trattato di pace sottobanco mandano a
dire garibaldi ma tu muovi ti perché magari ci arrivi a trento se arrivi a trento prima che abbiamo firmato il trattato di pace i prussiani si infuriano firmate basta è finita gli austriaci sono quasi contenti perché se firmano con i prussiani e noi siamo ancora in guerra tutto sommato alla fine lo capiscano anche gli italiani il 9 agosto quando garibaldi e quasi a trento gli arriva il famoso telegramma la guerra è finita torna indietro di trento ne riparleremo poi un'altra volta garibaldi come sapete tutti risponde con un telegramma di una sola parola obbedisco e la
guerra è finita ed è quasi finito il risorgimento ed è anche quasi finita questa nostra lezione di stasera ma quasi perché in realtà io voglio ancora dirvi qualche cosa e capirete poi perché la guerra è finita dunque abbiamo il veneto perché alla fine del trattato di pace la prussia alla gentilezza di obbligare gli austriaci accedere il veneto mancano trento trieste ma di quello si riparlerà fra tanto tempo manca roma e di quella si vorrebbe riparlarne di roma però capite c'è un grosso problema se fosse soltanto il papà papà qualche mercenario ma insomma non è certo
lui che ci ferma il motivo per cui non siamo ancora andati a roma finora è che il nostro vecchio amico e alleato napoleone iii negli ultimi anni in francia ha deciso che il sostegno del partito cattolico per lui è indispensabile e quindi la francia grande paese cattolico sostiene il papa a roma ci sono i francesi una guerra contro il papa e impensabile vorrebbe dire che napoleone iii c dichiara guerra e voi capite come andrebbe a finire ci si può provare per vie traverse come al solito dove garibaldi garibaldi obbedisce e tornato garibaldi ti lasciamo mano
libera se vuoi provare a prendere roma tu con i tuoi il governo non c'entra garibaldi ci prova per i baltici crede sempre fino all'ultimo nel 67 mette in piedi un esercito marcia su roma ma purtroppo non è più l'uomo di una volta lo sapete vincono i francesi battaglia di mentana e allora roma neanche a parlarne finché c'è napoleone iii fortuna vuole nostra che a un certo punto napoleone iii fa lo sbaglio della sua vita la guerra alla prussia la pro se avete capito è lì che fa i suoi calcoli ne facciamo fuori uno per volta
noi siamo molto forti e molto bravi a fare la guerra ma quegli altri ora capito i francesi credono ancora di essere loro il miglior esercito del mondo la prussia ha fatto fuori l'austria è diventata il leader indiscusso dei paesi tedeschi la baviera la sassonia tutti quei piccoli regni simpatici nel 66 erano alleati dell'austria ma adesso sono stati costretti allearsi con la prussia nel 70 la prussia e pronta per sconfiggere anche la francia e impadronirsi dell'alsazia e lorena e creare un grande impero tedesco basta solo un incidente lo provocano napoleone iii ci casca dichiara guerra alla
prussia finisce malissimo come sapete napoleone iii viene battuto a sedan il suo esercito accerchiato napoleone iii è costretto a arrendersi al nemico abdica finisce l'impero repubblica francese comune di parigi mille cose che qui non ci interessano a noi interessa una cosa sola è caduto napoleone iii tutti si fregano le mani e lui che undici anni prima ci aveva dato la lombardia naturalmente ma adesso era molto ingombrante tutti si fregano le mani in italia tranne uno devo dire l'unico che pensa in modo diverso dagli altri e garibaldi garibaldi che a mentana tre anni prima nel 67
e stato battuto dai francesi e quasi ammazzato dai francesi però garibaldi quando sente dire che napoleone iii se n'è andato e adesso la francia è una repubblica gli tornano i vecchi bollori repubblicani a garibaldi le repubbliche piacciono e i prussiani con l'elmo chiodato non gli piacciono invece di conseguenza garibaldi è l'unico italiano che invece di essere entusiasta che i prussiani hanno sbaragliato i francesi decide di partire e mettersi al servizio dei francesi garibaldi vecchio malconcio in carrozza dolorante da tutte le parti si presenta in francia i francesi sono così disperati che gli danno un comando
pur protestando gli articoli tutti i colori del parlamento francese ma lui comunque si fa anche leggere deputato parlamento francese già che c'è ma comunque comanda ancora in guerra per la repubblica francese riesce ancora a vincere una piccola battaglia contro i prussiani è l'unico generale francese che prende in battaglia una bandiera prussiana immaginate di come sono contenti francesi che è un italiano è l'unico greco ma quello e garibaldi in italia il discorso è un altro la francia è a terra il papa è rimasto solo andiamo a roma grazie a sedan noi facciamo il 20 settembre la
breccia di porta pia il fatto che l'italia unita si è fatta in questo modo che abbiamo raccontato in questi giorni peserà sulla coscienza del paese e anche sull'immagine internazionale del paese qualche anno dopo il principe bismarck che era uno piuttosto brutale dirà a vittorio emanuele iii allora ancora principe ereditario voi italiani siete il popolo delle tre s solferino nel 59 avete preso la lombardia sa dovrà nel 66 avete preso il veneto sedan nel 70 avete preso roma nessuna delle tre s l'avete fatta voi ecco questo è un po l'immagine dell'italia unita naturalmente nel mondo dopodiché
io ho voluto arrivare fin qua e anziché congedarci per portarci fino al 20 settembre e alla breccia di porta pia perché stasera c'è un piccolo fuori programma che non sapeva nessuno siccome è sulla breccia di porta pia quindi lo stato italiano che dichiara guerra al pub si potrebbero avere tante opinioni e naturalmente può essere interessante sentirne almeno una io pensavo che vi possa far piacere sentire l'opinione del professor odifreddi che è qui con noi e che viene a concludere con me [Applauso] buonasera scusate per queste invasioni di campo ma adesso che ho preso di profilo
non lo cedo facilmente ma che qualche opinione possiamo avere di quello che è successo il 20 settembre 1870 che come la prima guerra dell'iraq poi vi ricordate quando gli stati uniti una ventina di anni fa credo fosse il 90 91 fecero la guerra all'iraq e fecero un errore madornale perché avrebbero potuto arrivare fino alla fine per l'appunto prendere baghdad sarebbe finita lì sarebbe caduto saddam hussein e invece non lo fecero e ci volle una seconda guerra dell'iraq che fu fatta poi 2003 per arrivare fino a baghdad e in italia purtroppo abbiamo fatto solo la prima
cioè i bersaglieri come sapete non sono entrati a porta pia hanno sfondato le mura hanno preso roma roma è diventata capitale prima abbiamo sentito la marmora era firenze che è stata capitale per qualche anno e poi invece roma è diventata la capitale d'italia ma il risorgimento non è finito perché è la guerra non è stata conclusa non sono andati oltre tevere e la rimane ancora una piccola zona d'italia che deve essere liberata novembre io si chiama lo stato del vaticano e la cosa naturalmente non tutti applaude ma la cosa interessante è che è dal 1870
fino al 1929 perlomeno l'italia sentiremo barbero su questo è d'accordo l'italia è stata uno stato laico perché la chiesa ovviamente non era stata sconfitta completamente il papa era lì non era tornata gerusalemme partito naturalmente dove avrebbe dovuto andare alla fine di tutta la storia ma i governi che poi si è successo ero in seguito fino all'arrivo di mussolini in realtà erano governi fatti da cattolici perché il presidente del consiglio credo che formalmente per laveno fossero cattolici ma erano anche massone ovviamente non aveva un atteggiamento molto diverso e furono governi come quelli che è nella seconda
parte dell'ottocento dopo il 1870 prima del 1900 se c'ero cose meraviglioso vi racconto solo un episodio se posso di quella storia lì ci fu un momento il papa era leone xiii un momento in cui il governo italiano decise di chiudere i conti con altre storie che erano successe molto prima e decisero di eleggere o erigere una statua a giordano bruno a roma dove a campo dei fiori dove era stato bruciato da come ricordate 17 febbraio del 1600 e dove naturalmente non si era potuto festeggiare meglio per lo meno ricordare questo avvenimento perché è c'è stato
il papa.in fino al 1870 leone xiii dice ma questo sarebbe un insulto talmente grande che se voi lo fate io me ne vada in esilio meraviglioso non aspettiamo altro non che questo succeda ci sono le lettere che poi tu potresti andare a trovare eccetera leone xiii che scrive all'imperatore d'austria e dice basta io questa cosa non l'accetta se lei vi permette io verrei in esilio da lei e sembra che l'imperatore gli abbia detto naturalmente se lei vuole andare in esilio ma conta ben vedere se le vanno da qualche altra parte quindi le ore tredicesimo rimane
si deve mangiare naturalmente labile il fegato e deve accettare questo stato questa statua rimane lì ma le cose cambiano ovviamente il risorgimento cade nel 1922 diciamo così arriva al fascismo e come voi sapete nel 1929 e mussolini firma il concordato con la santa sede leone xiii è morto tra l'altro il papa più vecchio che è durata fino a 92 anni ratzinger ha 90 prossimo anno quindi forse le batterà questo a questo record ma non è più regnante no il papa più lungo appunto più longevo e pio xi diceva allora stavolta chiudo io la storia e
chiede a mussolini pensate voi di dire che è durante all'atto della firma del concordato la statua di giordano bruno venga abbattuta come simbolo per l'appunto di del fatto che è finita questa parentesi nella storia del dl vaticana e mussolini che come voi sapete ero matteo era partito come a teheran che socialista era uno che da giovane andavo a fare i dibattiti sull'ateismo per difendere l'ateismo e aveva un argomento che è simile a quello che è che a sandro barbero tutte le sere metteva un orologio sul tavolo e diceva ti do alzando gli occhi al cielo
naturalmente ti do cinque minuti per fulminarli se ci sei aspettava cinque minuti purtroppo se c'era quello non l'ha fatto e quindi alla fine non musolino è diventato adulto è diventata poi appunto al dittatore ma si è ricordato nel 29 che forse poteva fermare questa cosa e disse la statura del triste frate rimane dov'è e questa è la fine di questa storia ovviamente non è purtroppo il risorgimento s'ha da fare ancora quindi io personalmente credo che aspettiamo la quarta guerra d'indipendenza anche se forse qualcuno dice la quarta guerra d'indipendenza e stata la prima guerra mondiale non
è che ha liberato l'ultima parte d'italia che rimane ma molti si dimentica un appunto che ce n'è ancora una piccola enclave e a volte sembra leggendo i giornali che quello sia il vero presidente il papa re diciamo così perché ancora c'è questo atteggiamento nei confronti del vaticano quindi effettivamente risorgimento c'è stata ma mi sembra che sia in concluso posso ancora fare una piccola parentesi visto che sono le undici eventi perché voleva dire visto che siamo qui in due sul sul palcoscenico uno storico e un matematico potrebbe dire ma è una strana coppia che non c'entra
niente però abbiamo sentito una storia meravigliosa in queste tre serate che non sentite solo due perché la prima non sono arrivato in tempo una storia meravigliosa però che mi ha fatto venire in mente ieri soprattutto quando hai citato il modo in cui gli italiani diciamo così si sono difesi dall'attacco degli austriaci allagandoli la pianura di vercelli le risaie di vercelli ed è la storia che narra tolstoj nel in guerre pace tu sai dove voglia arrivare gia ride naturalmente che narra è una storia che tra l'altro ha moltissimi punti in comune con quella che abbiamo sentito
anche perché le guerre all'epoca si facevano effettivamente così una storia che brevissimamente la storia che come dice tolstoj e come un pendolo ed è questa la parte che vi interessa di tolstoj l'appunto il fatto che lui usa metafore matematiche per illustrare gli avvenimenti storici anche se il modo corretto di fare è usare metafore storiche per illustrare concetti matematici e naturalmente è la metafora che usa tolstoj e quella del pendolo anzitutto usa una metafora che e balistico meccanica dice gli eserciti sono come due masse che anno o reagiscono secondo il principio di azione reazione quindi quando
due eserciti si incontrano ci fanno esattamente come due corpi nella meccanica che si respingono con forza che sono proporzionali ovviamente no alla forza che avevano quando si sono incontrate ma c'è questo pendolo un pendolo che tolstoj ci dice si alza nel 1789 il pendolo viene alzato dalla rivoluzione francese rimane sospeso per un certo periodo e un pendolo con una grande forza una grande massa e ad un certo punto ci vuole qualcuno che non lascia andare e che lasci fare quello che il pendolo deve fare questo qualcuno è lo zio di napoleone iii quello che abbiamo
invocato anche alessandro evocato più volte non fino a questa sera non è napoleone iii ma e napoleone primo ed è lui che lascia andare questo pendolo e questo pendolo dove va beh va dalla francia verso la russia questa volta è questo punto ci metterà parecchi anni perché ci saranno due guerre prima nell'ottocento 5 poi 1812 napoleone arriverà fino a mosca e come ci arriverà esattamente nel modo in cui i piemontesi si sono difesi dall invasione austriaca nella seconda guerra d'indipendenza cioè facendo terra bruciata delle terre lasciando che napoleone penetrasse e dentro la russia area arrivando
a mosca napoleone trova la città deserta e i moscoviti se ne sono scappati l'esercito non ha combattuto sia semplicemente ritirato c'è qualcuno che l'analogo di july solo che dall'altra parte questa volta fa la parte del buono ed è il famoso mal maresciallo il feldmaresciallo perché poi l'esercito russo a quell'epoca era in larga parte tedesco anche come generali tra l'altro è come formazione ed è il maresciallo potuto se voi andate oggi a san pietroburgo ad esempio di fronte a nostra signora di casa che una chiesa fatta come san pietro e che è stata copiata addirittura con
la colonnata del bernini trovate la statua ancora oggi due centrali dopo del maresciallo cotugno oppure se andate a vedere il il palazzo d'inverno degli zar e quello trovato un anno un lunghissimo corridoio con tutti i generali che hanno combattuto le guerre napoleoniche e agli inizi di questo enorme ritratto del maresciallo ma questo e il pendolo e qual è la legge del pendolo che nel momento in cui arriva al sua ma alla sua massima parte dall'altra parte dove era partito ritorna indietro naturalmente napoleone non sa che cosa fare in una mosca deserta a un certo punto
arriva l'inverno l'esercito incomincia francese incomincia a indietreggiare verso il confine e questa volta si muovono i russi e inseguono l'esercito francese e incominciano a dargli battaglia e qui noi abbiamo questa sera sentito ci siamo anche divertiti non a sentire come sono questi italiani questo coraggio che in fin dei conti chi non ce l'ha non se lo può dare beh sapete cosa fa napoleone napolano scappa lascia l'esercito francese che era entrato in russia con 500 mila uomini e questo esercito quando uscirà ne avrà 30.000 ancora ma napoleone non ci sarà più perché è scappato prima con
la sua bella guardian e huff che fuggito a pantanal dell'esercito e questo pendolo che cosa fa alla fine ritorna esattamente dall'altra parte e ci sarà poi lo zar lo zar alessandro di russia che entra invece poi dopo il 1812 a parigi questo perché lo dico perché è tolstoj a questa idea straordinaria che la matematica può servire a raccontare la storia in parte attraverso queste metafore appunto devo detto la meccanica e pende leccete ma in parte in una alessandro quando glielo ricordata ieri è messo a ridere naturalmente ma che invece a me fa commozione quasi l'ultima
parte di guerre pace le ultime 150 200 pagine sono un racconto che non ha più a che vedere con la guerra la guerra è finita gli amori sono finiti e un trattato ed è un trattato di teoria della storia che cos'è la storia secondo tolstoj è certamente quella che raccontano gli storici e la storia dei grandi personaggi nel caso di tolstoj c'era lo zar alessandro che non è apparso nemmeno nel attraverso i suoi successori nelle guerre d'indipendenza ma c'era naturalmente l'imperatore dei francesi di napoleone prima che in questo caso era poi diventato napoleone iii c'era
l'imperatore austriaco con cui lo zar si incontra per allearsi contro napoleone che non era quello che c'era in seguito francesco giuseppe bensì francesco ii poi primo no è così via e allora qual è la metafora che dice tolstoj tutti questi personaggi sono ovviamente quelli che attraggono la nostra attenzione perché sono meravigliose si può raccontare su di loro tantissime storie ma attenzione lui dice perché questo può anche essere una specie di illusione ottica di farci credere che la storia è fatta da personaggi di questo genere però se a napoleone primo o napoleone iii del giglio andiamo
a combattere e nessuno si muove e ci va lui a combattere no1 una persona forse le guerre sarebbero belle fatte solo da questi condottieri in realtà come abbiamo detto migliaia addirittura centinaia di migliaia di soldati si muovono e le guerre sono combattute da tutti questi soldati di cui ovviamente non si può raccontare la storia individuale perché sono troppi e tolstoj dice ciascuno di essi da un contributo che lui chiama infinitesimo che non è affatto i tiri tesimo e molto piccolo e finito ma piccolo e allora dice tolstoj la storia non è appunto il contributo dei
grandi condottieri ma è la somma di tutti questi piccoli contributi infinitesimi e dice come si fa a calcolare una somma di infinitesimi tolstoj che era uno che aveva studiato a dante corso neanche insegnata ai contadini della sua tenuta a jasnaja poljana conosceva la matematica e dice c'è un'operazione matematica che ci dice come fare somme di infinitesimi ed è quella che hanno coloro tra voi che hanno fatto scuole superiori all università il tipo scientifico conosce bene si chiama l'operazione di integrazione tolstoj dice la storia e l'integrale dei contributi infinitesimi di tutte le persone che hanno contribuito
a a combattere le guerre ma anche più in generale a fare la storia ed era questa metafora matematica che far vedere come in fondo possono stare sullo stesso palco anche uno storico matematico che fanno cose diverse ma che tutto sommato si possono intendere anche se io adesso è meglio che se ne vada beh in realtà faceva meglio scendere anch'io con piergiorgio odifreddi non sono sceso quindi vi dico ancora semplicemente che avete avuto ancora il privilegio di sentir odifreddi parlare di storia l'anno prossimo del rio parlarvi di algebra ovviamente per quest'anno è finita [Applauso]