Siamo sul Monte delle Beatitudini o la Montagna delle Beatitudini, conosciuto come il Monte Eremos. Una struttura che la chiesa cattolica ha acquistato e ne ha fatto un bel giardino. In questo luogo hanno creato non solamente un ambiente con una buona infrastruttura per ricevere i turisti con luoghi per la meditazione, per le foto, ma, nel corso del tempo, molti di questi luoghi sono stati visti come luoghi sacri e su di essi furono costruite delle chiese.
Abbiamo qui la Chiesa delle Beatitudini e, dentro questo terreno, di quest’immensa area abbiamo, oltre ai giardini meravigliosi, abbiamo la vista sul Mare della Galilea. La Galilea era una regione che comprendeva molte città ed era un luogo disprezzato. Quando la Bibbia dice che era diventata disprezzata, dobbiamo comprendere qual era la mentalità delle persone in quell’epoca.
Però, perché era chiamata "Galilea dei gentili"? La definizione di "gentili" era "non giudei", erano gli altri popoli. Stiamo parlando di un territorio di Israele, dato alle tribù di Israele ma che viene chiamato "Galilea dei gentili".
E ci sono alcune ragioni che vorrei presentare. Per primo, sin dall’inizio della distribuzione della terra di Canaan, nei giorni di Giosuè, la Bibbia dice, in Giudici 1:30 che Zebulon non è mai riuscito a scacciare completamente i cananei che abitavano nella loro regione. Quindi, la mescolanza con i gentili è sempre stata presente sin dall’inizio.
Il 1º libro di Re 9:11, dice che Salomone diede 20 città della Galilea a Hiram, re di Tiro, che non è molto distante da qui, in cambio di tutto il legno che aveva fornito per la costruzione del tempio e questo fece in modo che anche i gentili venissero a popolare queste città. Più avanti, la Bibbia cita nel 1º libro di Re 15:20, che Ben-Hadad, re della Siria, venne dal nord e invase questa terra di Neftali perciò, vediamo di nuovo i gentili stabilirsi qui. E, alla fine, la Bibbia dice, nel 2º libro di Re 15:29, "Al tempo di Pekah re d’Israele, venne Tiglath-Pileser, re di Assiria e prese Ijon, Abel-Beth-Maakah, Janoah, Kedesh, Hatsor, Galaad, la Galilea e tutto il paese di Neftali, e ne deportò gli abitanti in Assiria".
Loro praticavano questa tecnica di ripopolazione e fecero esattamente la stessa cosa con la Samaria. La Bibbia ci indica il disprezzo che i giudei avevano per i samaritani, per gli stessi motivi che abbiamo annunciato qui a riguardo ai galilei. Nel Nuovo Testamento, nel Vangelo di Giovanni, là nel capitolo 7 vediamo che le autorità dei giudei mandarono delle guardie per catturare Gesù.
Questi ritornano senza averlo fatto e dicono: "Mai nessuno ha parlato come questo uomo". I farisei dicono: "Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui?
Ma questa plebaglia, che non conosce la legge, è maledetta". Nicodemo parlò in difesa di Gesù e dice: "Nicodemo, uno di loro", dice il testo, leggerò dal verso 50 al 52, di Giovanni 7: "Nicodemo, uno di loro, colui che era andato da Gesù di notte, disse loro: La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto? Essi risposero e gli dissero: Sei forse anche tu Galileo?
Ricerca le Scritture e vedrai che dalla Galilea non mai sorto alcun profeta. " In quel momento dicono: "Sei diventato un galileo adesso per difenderli? Non è mai esistito nessun profeta venuto da quelle terre.
" Erano molto disprezzati. In Atti 2, quando stavano parlando in altre lingue nel giorno di Pentecoste, la domanda delle persone: "Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano la nostra lingua? " Avrebbero potuto dire: "Ecco, sono giudei e stanno parlando la nostra lingua".
Ma li definiscono esplicitamente e tassativamente galilei. Loro stavano dicendo che questo era un popolo senza cultura, erano di una regione povera, che quella era una regione in cui erano arrivati i costumi dei gentili, c’era molto paganesimo, molta idolatria, era un’area disprezzata a causa del suo peccato. Quando la Bibbia dice: "il popolo che giaceva nelle tenebre", sta parlando non solo dell’ignoranza della conoscenza intellettuale, ma sta parlando della conoscenza di Dio.
È stato in questo luogo che Gesù stabilì il Suo ministero, iniziando dai disprezzati, dai più poveri, da coloro che erano considerati i più peccatori, questo fece in modo che anche la Sua persona venisse disprezzata come pure il Suo ministero, ma ci mostra il cuore pieno d’amore, d’inclusione che Dio ha. Però, è differente da come alcuni hanno detto, che sembra che Dio non si importi del fatto che il peccatore continui a peccare. Il primo messaggio di Gesù a questa gente che abbiamo letto qui in Matteo fu: "Pentitevi perché è giunto il regno dei cieli.
" Il buon messaggio qui è che Dio ci ama, ci offre il perdono per i nostri peccati, ma ci chiama, tassativamente, ad abbandonare una vita di peccato per permettere che Lui ora, per i Suoi principi, ci governi e stabilisca il Suo regno nella nostra vita. In Matteo 5:14 a 16, leggiamo: "Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. " Il Signore Gesù chiaramente dice: " Voi siete la luce del mondo". Dice che dobbiamo brillare affinché il Padre sia glorificato.
Affinché le persone capiscano la dichiarazione del Signore Gesù, dobbiamo comprendere la prospettiva biblica della luce. Qual è il significato di luce nella Bibbia? La luce parla di rivelazione.
Per esempio, nella 2ª lettera di Paolo ai Corinzi 4:3, la Bibbia dice: "Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. " Osserva: "affinché non risplenda". Però il verso 6: "Perché il Dio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.
" Possiamo anche citare, la dichiarazione di Paolo agli Efesini, là nel capitolo 1, nei versi 17 e 18, lui dice: "affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione in Lui". Dopo di aver parlato di rivelazione e di conoscenza, nel verso 18 lui dice: "e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione, e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza. " Secondo la Parola di Dio, la luce indica la rivelazione e la domanda qui è: perché Gesù fu chiamato luce?
Ancor prima di dichiarare che siamo la luce del mondo, lo stesso Signore Gesù fu chiamato luce. Nel capitolo 1 del Vangelo di Giovanni, nel verso 5, la Bibbia parlando dell’arrivo di Gesù dice: "E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa. " Quindi, perché lo stesso Gesù fu chiamato luce?
Perché rivelava il Padre. Perché la luce indica la rivelazione. Andiamo a vedere alcuni testi che ci aiuteranno ad avere questa certezza?
Nel vangelo di Giovanni, nel 1º capitolo, nel verso 18, la Bibbia dice: "l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere. " Sta parlando di Gesù. Poi, nello stesso Vangelo di Giovanni, nel capitolo 12, nei versi 45 e 46 Gesù dice: "E chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. " L’"essere luce", secondo la dichiarazione di Gesù, era in relazione alla capacità di poter vedere il Padre attraverso di Lui, perché Lui rivelava il Padre. In Giovanni 14, tanto nel verso 6, quanto nel 9, Gesù dice: "Chi ha visto me, ha visto il Padre.
" Quando la Bibbia si riferisce a Gesù come l’immagine di Dio, sta parlando di Lui qui sulla terra, rivelando il Padre qui sulla terra come uomo. Inoltre, nel capitolo 9, sempre di Giovanni, nel verso 5, Gesù dice: "Mentre sono nel mondo, Io sono la luce del mondo. " Quindi Lui è stato chiamato da altri "la luce", Lui si definì "la luce", perché rivelava il Padre e la luce indica la rivelazione, però, osserva che Lui dice "voi siete la luce del mondo".
Nello stesso modo in cui Lui manifestò la luce, nella stessa maniera in cui lui visse rivelando il Padre, ora Lui trasferisce questa responsabilità a noi. Lui dice: "affinché vedano le vostre opere e glorifichino il Padre". In altre parole, che si veda Dio nella vostra vita, che vedano Dio nei vostri atteggiamenti.
Quindi capiamo che come luce così come Gesù è, come luce, anche noi dobbiamo rivelare una cosa. È importante che intendiamo che la luce indica la rivelazione. È importante che intendiamo che Gesù venendo chiamato luce, era in condizione di rivelare il Padre.
Perché? Questo ci aiuta a capire quel è la responsabilità che Lui ci ha trasferito quando dice che siamo la luce del mondo. Come luce, anche noi dobbiamo rivelare qualcosa.
Quando la Bibbia parla di Giovanni Battista, in Giovanni 5:35, dice: "Egli era una lampada ardente e lucente; e voi avete voluto gioire per breve tempo alla sua luce. " Giovanni Battista manifesta la rivelazione di Dio ai giudei. Un ministero specifico dedicato ai giudei.
Ma sai cos’è interessante? Quando l’apostolo Paolo è incaricato di proclamare la Parola di Dio ai gentili, Atti capitolo 13 verso 47 dice: "Perché così ci ha comandato il Signore:" Paolo dicendo, "Io ti ho posto come luce delle genti perché tu porti la salvezza fino all’estremità della terra. " Questa luce è sempre una rivelazione di Dio con un proposito: produrre salvezza.
Toccare gli uomini. Generare negli uomini una risposta a Dio. Così come Giovanni Battista era la rivelazione di Dio ai giudei, così come Paolo specificamente era rivelazione di Dio ai gentili, come lo stesso Gesù, noi siamo stati incaricati di manifestare la luce.
Che specie di luce dobbiamo essere? Esattamente la stessa luce che è stato Gesù. Anche perché, quello che dobbiamo capire è che Gesù, che realizzò un ministero potente qui sulla terra, poi inviò i Suoi discepoli a continuare quello che aveva iniziato, in vari scenari del Vangelo capiamo che Lui ci trasferisce la responsabilità di continuare e di portare avanti quello che Lui stesso aveva iniziato.
E sull’argomento della luce non è differente. Quando dice: "voi siete la luce del mondo", Lui sta dicendo: "voi avete la responsabilità di essere la luce e di rivelare agli altri nella stessa forma, nella stessa maniera come ho fatto Io, mentre sono stato con voi, sono stato luce. " Dobbiamo capire che procedere nei precetti di Gesù, obbedire ai principi che Lui ci ha insegnato e che stiamo studiando durante gli episodi del Sermone della Montagna, questo non si limita solo ad un codice di condotta, questo indica un comportamento necessario che ci aiuta, non per mostrare agli altri che siamo migliori di tutti, assolutamente no, ma che ci aiuta a rivelare Dio agli altri.
La responsabilità di vivere il Vangelo è di fare in modo che il Vangelo che ci ha toccati, non si fermi appena in noi. Quando le nostre opere sono viste, altri daranno gloria a Dio per la nostra condotta. Vedranno Dio, si sentiranno attratti da Dio e noi abbiamo questa responsabilità.
Là nella prima epistola di Giovanni, nel capitolo 4 e nel verso 12, la Parola di Dio ci parla del fatto di rivelare Dio e di mostrare Dio. La 1ª lettera di Giovanni 4:12 dice: "Nessuno ha mai visto Dio", ma dice: "se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi, e il Suo amore è perfetto in noi. " Lui inizia già nel verso 7 dicendo: "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio; chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. " Dopo aver definito che dobbiamo amare perché questa è la natura di Dio, Lui conclude nel verso 12, dicendo: "nessuno ha mai visto Dio". È per questo che Lui è chiamato "il Dio invisibile".
È per questo che quando si è rivelato sul Monte Sinai, Mosè disse che Dio apparve senza forma. A parte alcune manifestazioni specifiche nell’Antico Testamento, che chiamiamo "teofanie", non abbiamo apparizioni di Dio. Dio non si rivelò in nessuna forma, Lui non volle essere visto da nessuno, ma quando tu ed io procediamo in amore, riflettiamo la natura di Dio, questo Dio che è invisibile agli occhi naturali, potrà essere visto dagli altri attraverso le nostre vite.
Quindi, la responsabilità che abbiamo di procedere in amore, di praticare tutti i principi che Gesù ci ha insegnato è perché, per mezzo di questo stile di vita, per mezzo di questa condotta, il Padre sarà rivelato attraverso le nostre vite. Quando il Signore Gesù dice: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli", dobbiamo capire che "buone opere" non è solo quando stendiamo la mano al bisognoso, quando facciamo l’elemosina a qualcuno, quando soccorriamo qualcuno. Gesù sta parlando di una buona condotta.
Gesù sta parlando di una maniera di vivere. Gesù sta parlando a riguardo della testimonianza. Dobbiamo capire il peso e l’importanza che ha la testimonianza.
È per questo che, scrivendo ai Colossesi, l’apostolo Paolo dice: "Procedete con sapienza verso quelli di fuori. " È per questo che l’apostolo Pietro, nella sua prima epistola, dice: "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti affinché possiate guadagnarli per Cristo senza parole, per mezzo della vostra condotta. " Molte volte, la nostra condotta parla e parla a volte più forte delle parole.
Come disse Francesco d’Assisi: "Predica il Vangelo. Se necessario, usa le parole. " Anche se abbiamo la responsabilità di annunciare, di usare le parole, di rispondere.
. . l’apostolo Pietro dice: "a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che è in voi", la nostra condotta, la nostra testimonianza, la maniera di vivere devono ispirare gli altri a, non solo credere a Dio, ma vedere la rivelazione di Dio nelle nostre vite e per mezzo di ognuno di noi.
Però, andiamo al punto che Gesù evidenzia. "una città posta sopra un monte", il Signore Gesù dice, "non può essere nascosta. " Lui dice: "Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa".
Lui dice che il proposito di accendere una luce non è quello di nasconderla, è perché la luce sia vista. Così come la città costruita su un monte e quando si inizia ad accendere le luci nella città all’imbrunire è impossibile nascondere la città, così pure la lampada nel posto appropriato appare e nessuno l’accende per lasciarla nascosta, Dio ci ha confidato la luce affinché la luce sia vista, e noi dobbiamo capire che, molte volte, per timidezza, per vergogna del Vangelo o della forma in cui ci tratteranno, noi molte volte non ci posizioniamo in relazione ai principi, alle convinzioni che dovremmo avere. Molte volte ci lasciamo coinvolgere nella forma di pensare e di agire del mondo.
Smettiamo di fare la differenza, smettiamo di brillare e questo non può succedere. La ragione per la quale Lui ci fece luce è perché la luce sia vista, non perché rimanga nascosta ed ognuno di noi deve chiedersi: stiamo compiendo il nostro ruolo di manifestare la luce? Stiamo rivelando Dio?
O stiamo nascondendo questa luce in modo che serva solo per noi e per nessun altro? Questo non è appena un atteggiamento egoista, questo è infrangere l’ordine della commissione, della responsabilità che il Signore Gesù ci ha dato. Quando diciamo di non nascondere la luce, mi piace guardare sotto la prospettiva di ciò che dichiara il Vangelo di Luca.
Nel Vangelo di Luca, nel capitolo 8, troviamo questa dichiarazione del Signore Gesù Lui dice di non accendere una lampada per coprirla, Lui non sta dicendo che questo è impossibile. Lui non sta dicendo che non riusciremmo a farlo. Lui sta dicendo che non è il proposito, non ha senso.
Quindi in Luca 8:16 leggiamo: "E nessuno, accesa una lampada, la copre con un vaso o la mette sotto il letto, ma al contrario, la mette sul candeliere, affinché coloro che entrano vedano la luce". Quando dice "nessuno" Lui sta dicendo che nessuno fa, non perché è impossibile, ma perché non ha nessun senso, non è logico. Allo stesso modo, come nessuno di noi farebbe, anche Dio, decidendo di fare di noi luce, non ha mai voluto nasconderla.
Dobbiamo capire che, quando uno nasconde la luce, potrebbe farlo per una ragione specifica e addirittura strategica, come leggiamo a riguardo di Gedeone. Là nel libro di Giudici 7:16 a 20, la Bibbia dice che Gedeone prende i suoi 300 valorosi, ognuno di loro mise le torce dentro alle brocche, a vasi di argilla. Perché?
Mentre si posizionavano strategicamente, loro non volevano che la luce fosse vista perché, nel momento corretto, dopo l’ordine di Gedeone, rompessero la brocca e apparisse la luce. Nonostante fosse stato per una strategia militare, durante un periodo loro nascondono la luce, l’idea è che, al momento certo, potessero manifestarla. Anzi, credo che perfino la figura di Gedeone parla a riguardo di una cosa che tu ed io dobbiamo comprendere.
L’apostolo Paolo dice, in 2ª Corinzi 4, che abbiamo questo tesoro in vasi d’argilla. Dio ha messo una cosa anche dentro a vasi d’argilla ed il miglior modo di metterla in mostra, di manifestare e di rivelare la luce di Dio che c’è in noi, è rompendo questa struttura carnale del vaso. è per mezzo dell’afflizione, è per mezzo di questa completa resa al Signore.
Ma quando capiamo la responsabilità di essere luce e che questo significa rivelare Dio, come lo rivelava Gesù. Quando capiamo che questa commissione ci è stata data e che abbiamo la responsabilità di fare apparire la luce e di non trascurare e di omettere questa rivelazione, una cosa che tu ed io dobbiamo chiederci è se lo stiamo già facendo, in che livello lo stiamo facendo e come possiamo migliorare il nostro impegno con Dio di non nascondere la luce, ma di poter manifestarla. Nei prossimi minuti faremo una conversazione di applicazione pratica a riguardo di questo messaggio.
Ti suggerisco che, oltre ad ascoltare la nostra conversazione di applicazione pratica su questa parola che faremo nell’ambiente con la mia famiglia, come eravamo abituati a fare a casa mia, che tu possa prenderti un tempo per pregare per considerare tutto quello che hai ascoltato. Rimani con noi. Il Signore Gesù disse che siamo luce e Lui disse che la forma di mostrare la luce è per mezzo della nostra delle nostre opere, della nostra condotta.
E Lui disse che il proposito è che la luce sia vista e non nascosta. Io credo che questo possa portarci a pensare alcune cose per poter fare quest’applicazione. Non faremo le cose solo per essere visti, credo che questa sarebbe una situazione sbagliata, Gesù condannò i farisei dicendo: "voi state facendo le cose solo per essere visti dagli uomini.
" Ma, sebbene il "fare per essere visto" venga criticato da Gesù, è un "fare per essere visto" di chi cerca solo gli applausi degli altri, senza compiacere a Dio. Però, quando lo facciamo per compiacere e per onorare Dio, credo anche che sia inevitabile essere visto. Quindi l’"essere visto dagli uomini" non è qui la nostra motivazione, è la conseguenza.
E quando Gesù dice: "Risplenda anche la vostra luce davanti agli uomini", io credo che Lui voglia che questo sia visto. Però Lui dice, il Signore Gesù: "Affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino vostro Padre che è nei cieli". Esiste una cosa che può essere vista in noi che attira l’attenzione delle persone a Dio e fa in modo che loro riconoscano Dio.
Possiamo dirlo in diverse maniere. Per esempio, l’apostolo Paolo dice: "Ma se tutti profetizzano ed entra un non credente, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti, lui cadrà con la faccia a terra, lui finirà per riconoscere che Dio è in mezzo a noi, ma questa non è l’unica forma di fare in modo che qualcuno guardi verso Dio per mezzo della nostra condotta. Io credo che il punto alto qui sia una buona testimonianza.
Perché un cattivo comportamento allontana le persone da Dio e un buon comportamento volta gli occhi delle persone verso Dio. Quindi credo che questo sia il punto centrale: come manifesteremo e non nasconderemo questa luce. - Israel dice di solito che la luce indica la via e sappiamo, per la Parola, che Gesù è la via.
Quindi, il nostro buon comportamento realmente, la sua conseguenza sarà il motivo per il quale le persone avranno la curiosità per Lui e realmente avranno la rivelazione, per lo meno un po’ della rivelazione di Gesù, per mezzo della nostra vita e di quello che facciamo, no? Questo è così bello. - Molto bello.
- Io credo che, come abbiamo visto nel messaggio di oggi, vediamo in Gesù questa natura di fare quello che vedeva fare dal Padre, di dire quello che vedeva dire dal Padre e nello stesso modo noi. Gesù dice: "Così come sono stato inviato, io invio voi". Quindi noi, come cristiani, abbiamo il dovere di essere simili a Cristo e questo rivela alle persone il carattere di Deus.
Quante testimonianze abbiamo visto che a volte nessun messaggio è stato necessario, ma l’onestà, così, quel carattere, così porta le persone a vedere qual è il cuore di Dio. - E è mediante la luce che vediamo le altre cose, no? C’è una frase che è più o meno così: che guardiamo Dio, se Dio fosse il sole, così, se lo guardassimo direttamente non riusciremmo a vederlo molto bene, no?
Perché è troppa luce! Ma, mediante il sole, vediamo tutte le altre cose. Quindi questo succede anche con noi.
Essendo noi luce, qui sulla terra, le persone non hanno bisogno di guardarci direttamente, loro vedranno altre cose, vedranno tutto intorno a noi. Vedranno la verità, no? Per mezzo della luce che staremo emettendo.
- La tua condotta. Però, questo è un punto interessante, perché a volte pensiamo che procedere nella Parola di Dio, obbedire agli ordini di Gesù è solo un obbligo che abbiamo, ma in realtà è un mezzo attraverso il quale, non solo saremo benedetti, ma anche altri possono entrare in contatto con la verità. Non possiamo perderlo di vista.
Perché? Se non procedessimo adeguatamente dove Dio si aspetta che procediamo, non staremmo generando un problema solo per noi. Staremmo generando un problema agli altri.
Ho già ascoltato, purtroppo, ho sentito molte volte la frase: "Se essere cristiano è essere come tizio, Giammai! Non lo voglio. " Perché quella persona ha nascosto la luce ed ha creato un danno agli altri.
- E la luce è così gradevole, no? Fa tanta differenza. A volte vogliamo cercare qualcosa, io nella mia stanza quando mi svegliavo e la luce era spenta, è terribile.
Quindi quando le persone lo vedono nella nostra vita, è naturale che loro vorranno il cristianesimo, che vorranno quello che Gesù sta proponendo, no? - Una condotta corretta può aiutarli a comprendere inoltre quello che stanno facendo di sbagliato, no? Perché la luce lo esporrà.
- Proprio così. Lo mette in vista, no? - Mi ricordo di un’occasione in cui io ero andato al cinema.
Per primo ho comprato il biglietto nella biglietteria e poi ero andato a mangiare un panino. Mentre mangiavo il panino, presi i soldi di resto, e mi accorsi che la cassiera mi aveva dato di resto dei soldi in più. Perciò tornai alla cassa, mi misi in fila, dalla stessa cassiera, le dissi: "scusi, signorina, lei si è sbagliata a darmi il resto" lei non mi lasciò spiegare.
Quando le dissi che aveva sbagliato il resto lei si infuriò: "ma, sono già passati 15 minuti da quando sei passato di qua. Avresti dovuto dirmelo prima! " Io le dissi: "ma io me ne sono accorto solo ora!
" E ci misi un po’ per capire che avrebbe potuto star immaginando che io stavo parlando di soldi di resto a meno, perché lei, in realtà, mi aveva dato il resto in più, lei mi aveva dato soldi in più. (risate) Le avevo dato una banconota di 50 reali, lei mi diede di ritorno la stessa banconota e un altro resto come se io le avessi dato 100 reali, no? Quindi lei mi aveva dato il resto di 50 e i 50 di nuovo.
E io stavo tentando di spiegarglielo e lei non mi lasciava parlare, lei gridava con me davanti a tutti: "È sbagliato quello che stai facendo! È sbagliato! " Ho dovuto calmarmi e aspettare un po’, no?
- Io ero là. - Eri là? - Sì (risate) - E poco dopo arriva il direttore: "Cosa sta succedendo?
" Io dissi: "guarda, è che lei mi ha dato il resto sbagliato. . .
" e anche lui non mi lasciò spiegare, quando iniziai: "ma, lei sta dicendo che tu sei tornato dopo. - Realmente sono tornato dopo, perché non lo avevo visto subito, l’ho visto solo più tardi. - Ma non puoi, devi reclamare subito!
Bla, bla, bla . . .
" Mi ricordo che all’improvviso io mi esaltai, e addirittura alzai la voce, dissi: "posso parlare? " All’improvviso tutti si fermarono. Io dissi: "lei mi ha dato del resto in più.
Fa differenza tornare dopo? O volete che me ne vada via? "(risate) Ma così (risate), l’imbarazzo dei due fu talmente forte, che me lo ricordo ancora adesso.
"Ah, scusami! " Ma cambia completamente l’atteggiamento. Però, le persone non solo non sono abituate, come quando tu dai un segnale di onestà, una cosa che non fa parte del quotidiano, questo li lascia confusi.
E in quel momento, quello che non riuscivano a vedere, mediante la loro reazione sbagliata, apparve. Credo che abbiamo questa responsabilità tutti i giorni. Vorrei dire che io non ho mai nascosto la luce.
Non posso. Ci sono già stati momenti in cui la mia condotta non è stata la migliore, il mio comportamento non è stato il migliore e grazie a Dio ho potuto sistemare le cose col Signore. Non è di questo che stiamo parlando.
Se hai nascosto la luce, pentiti, cambia, ma d’ora in poi che ognuno di noi possa prendere questa decisione forte e dire: "Io non nasconderò quello che Dio vuole che io manifesti. " Il Vangelo è una cosa che dobbiamo vivere pensando non solo a noi, ma sempre a quello che faremo traboccare. Quindi il desiderio del mio cuore e dei nostri cuori, è che anche tu sia luce e che porti le persone a glorificare Dio.
- Nel nome di Gesù! - Ecco.