ciao ragazzi oggi leggeremo insieme una poesia molto breve appena tre versi di uno dei poeti più amati del novecento che è giuseppe ungaretti la poesia si chiama tappeto come molte poesie di ungaretti è aperta cioè può essere interpretata in modi diversi perché in fondo ognuno di noi sente in modo diverso ci sono parole che non vanno capite vanno sentite lettore così diventa quasi un poeta virtuale proprio perché la poesia può vivere grazie ai nostri occhi alla nostra allegria che tra l'altro è proprio il nome della raccolta di poesie in cui è contenuta tappeto allegria bisogna
interpretarla nel senso originale del termine nel senso di vitalità energia che abita i nostri giorni vitalità che vince la morte prima di leggere il testo però vi racconto un po di cose che stanno intorno a questa poesia così per aiutarvi a sentire l'atmosfera che abita queste poche parole giuseppe ungaretti nacque ad alessandria d'egitto dunque in africa i suoi genitori erano italiani originari di lucca e si erano trasferiti in egitto dove il padre lavorava come operaio alla costruzione del quell opera architettonica gigantesca che è il canale di suez quando e giuseppe a due anni il padre
muore proprio per un incidente sul lavoro è una morte bianca per la madre di ungaretti chiaramente la situazione è difficilissima sono poverissimi vivono nella casa del beduino il giovane ungaretti ha però una grande fortuna è bravissimo a scuola grazie quindi a una borsa di studio può continuare il suo percorso e completare il liceo qui nascono al liceo appunto tre grandi passioni la prima è quella per la politica giuseppe si legherà i circoli anarchici e rivoluzionari la seconda invece chiaramente la poesia in particolare provano un amore sconfinato per i simbolisti francesi rimbò mallarmé merlin i poeti
maledetti chiaramente per baudelaire ma legge anche giacomo leopardi terzo grande amore di questa giovinezza per il suo migliore amico mohamed shalhoub i due hanno le stesse passioni sognano insieme di poter un giorno emigrare trasferirsi in quella che era considerata alla fine dell'ottocento la capitale mondiale della cultura parigi per fortuna la madre di giuseppe con enormi sacrifici riuscì a vendere il forno di famiglia e poter così pagare il biglietto ai due ragazzi i due viaggiavano dunque al di là del mediterraneo dove credevano di trovare l'america dunque giuseppe e mohamed compiano proprio quel viaggio in barca che
oggi tanti migranti compiono appunto per giungere nelle spiagge di tutta europa diretti a poco più di vent'anni e della prima volta che vede in italia lucca la città dei suoi genitori qualche mese dopo raggiungerà anche lo raggiungerà anche mohammed il primo periodo parigino per i due ragazzi fu in realtà tremendo giuseppe mohammed soffrono per la distanza da casa per essere stati gettati in una realtà completamente diversa da quella africana in egitto si può sempre allungare lo sguardo verso l'orizzonte qui il ritmo della vita non è semplicemente è lento ma è naturale parigi invece una città
velocissima dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi in alto tra i camini cioè nelle metropoli noi non vediamo mai il cielo per intero ma soltanto quadrati triangoli tra le case i palazzi lunghi e rettangoli in mezzo alle strade insomma mohammed e giuseppe soffrono una forma di mal d'africa giuseppe tuttavia si getta nella vita e avrà sempre una grande qualità è una persona affabile sta bene con tutte le altre persone che incontra nei suoi viaggi per il mondo e così inizia a frequentare la sorbona di parigi l'università più prestigiosa d'europa c'è una foto molto bella scattata
proprio davanti all'università in questa foto ci sono i nuovi compagni che che giuseppe ha conosciuto ragazzi sorridenti qualcuno un po più grande qualcuno un po più piccolo si abbracciano ma chi sono sono pablo picasso filippo tommaso marinetti de chirico modigliani i futuristi insomma il futuro delle avanguardie artistiche di 20 anni a venire seguono le lezioni di un grande filosofo che è bears on quindi giuseppe a fatica è riuscito a inserirsi in un nuovo ambiente è riuscito ad adattarsi un giorno torna verso casa in rude car al numero civico 5 magari con il sacchetto del pane
sotto il braccio sale le scale apre la porta di casa e trovava mohammed morto suicida è un momento di grande dolore da qui nasce la prima vera grande poesia di ungaretti solo chi soffre ha diritto di poesia perché mohamed el affatto giuseppe ce lo spiega a suo modo è una poesia bellissima che si chiama in memoria si chiamava mohammed shehab discendente di emiri di nomadi suicida perché non aveva più patria amo la francia il mutuo nome fu marcel ma non era francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena
del corano gustando un caffè e non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono questi ultimi versi sono molto importanti e difficili da sentire mia mente non sa sciogliere il canto del proprio abbandona differenza di ungaretti che quando soffre riesce a trasformare a sciogliere la sofferenza nella bellezza di un canto ovvero di una poesia è come se ungaretti ci dicesse che se stai male prendi mano una penna un pennello una chitarra anche una console da dj usciranno le più belle parole le più belle immagini la più bella musica che potevi comporre è come se la natura
sublima se la nostra sofferenza con il dono dell'ispirazione ed è per questo che ungaretti non si ammazza parigi non impazzirà in trincea quando sarà volontario nella prima guerra mondiale quando sarà la sul carso coperto di fango come un compagno massacrato di fianco scriverà invece alcune poesie vere intense come quella che vi sto per leggere tappeto appunto grazie quindi capace di trasformare il dolore in amore la morte in vita appunto attraverso la poesia ed ecco cosa c'è intorno a questo tappeto una poesia di appena tre versi un testo però apertissimo ha molti significati come vi dicevo
in cui addirittura il terzo verso a seconda di come lo leggete può cambiare radicalmente l'interpretazione della poesia il tappeto è un simbolo un oggetto che realmente ungaretti vide magari in un bazar africano pieno di oggetti spezie alimenti e questi bellissimi tappeti persiani mosaici di colori giuseppe un giorno osservandoli si è fissato su un colore lo ricorda ora che combatte in trincea una guerra folle folle come ogni guerra sa solo esser folle tappeto ecco il testo ogni colore si espande si adagia negli altri colori per essere più solo se lo guardi leggendo in questo modo l'ultimo
verso diamo un'interpretazione molto malinconica la poesia in mezzo a tutti questi colori se isoliamo magari in rosso ungaretti sottolinea come questo colore appaia solo allora che cosa sono i colori i colori siamo noi uomini e il tappeto il tappeto e l'umanità intera c'è qualcosa di approfondimento profondamente anti razzista ognuno di noi ha senso solo in mezzo agli altri all'interno della società vivere insieme migliora la nostra esistenza pensateci la mia maglietta nuova e così bella proprio quando la possono vedere gli altri tuttavia ogni tanto ed arriva il terzo verso è come se gli altri non ci
capissero anzi peggio a volte non ci capiamo nemmeno noi e così ci sentiamo soli poi un giorno era san siro a vedere il milan le tre di pomeriggio una giornata di sole bellissima lo stadio era appunto un tappeto di persone a un certo punto sul maxischermo sono stati inquadrati due bambini che appena si sono visti hanno iniziato a sbracciare a urlare di gioia e allora ho capito meglio ho sentito che ogni colore si espande si adagia negli altri colori per essere più solo se lo guardi ecco cambia completamente il senso della poesia è come se
tutto venisse ribaltato le prime due strofe che nella prima lettura sembravano positive quindi ventano quasi negative noi siamo costretti tutti i giorni a stare nel tappeto lo stare nei ritmi che ci impone la società negli orari negli schemi la sveglia alle 7 la scuola impegni appuntamenti eppure se ogni tanto qualcuno la smette di trattarci come gente come numeri e inizia a considerarci come uomini diventiamo grandi se incontriamo qualcuno che ci chiede ciao come stai ce l'hai una moneta ecco il come stai perde senso quando invece qualcuno ci chiede sinceramente come stai si interessa a noi
allora allora diventiamo grandi diventiamo diventiamo più il nostro colore si adagia e si espande quale delle due letture quella giusta chiaramente nessuna delle due perché perché ungaretti non usa nessun segno di punteggiatura in questa poesia così come in tutta la raccolta l'allegria ciao ragazzi chiedetelo come stai alle persone a cui volete bene sempre [Musica]