quando parliamo di giovenale parliamo due out sider parliamo cioè di un personaggio che ha sofferto per tutta la sua vita il fatto di essere perennemente in secondo piano ne parla lui stesso si spiega delle sue difficoltà economiche della sua difficoltà di vivere come cliente come cliente questo provoca in lui una poesia di indignazione diamo chi è giovenale giovenale lascia d'aquino tra il 50 e il 60 dopo cristo ed è un'ottima preparazione riuscì a studiare le torica e riuscì ad avviare una carriera da avvocato quando arriva roma beh chiaramente è nella roma imperiale quindi è una
metropoli una città grandissima caotica piena di culture diverse e giovenale sembra soffrire fin da subito questo ambiente nei suoi componimenti infatti troviamo un attacco costante che qualcuno ha definito addirittura xenofobo nei confronti per esempio degli stranieri per esempio con le popolazioni orientali co con i greci che lui chiamava greco lì che contiene questo suffisso che rimanda a un'idea di disprezzo un diminutivo dispregiativo insomma secondo giovenale la società romana era caduta in mano di questi personaggi che non erano per niente affidabili come non erano altrettanto affidabili le grandi famiglie romane in roma si dedicavano soltanto al
vizio quindi giovenale trova di fronte a sé una città completamente corrotta in cui costumi del nose maiorum i costumi dell'antichità romana così sobria così grave vengono meno di giovenale abbiamo cinque libri che contengono 16 satine tutte scritte in esametri ricordando velocemente cos'è la satira l'altra tirare da un genere tipicamente romano un gene ricerca non hanno inventato i romani che non avevano ripreso dalla letteratura greca e aveva dato il via a questo genere è bene l'antichità ennio poi lucilio ma soprattutto poi qualche generazione precedente a giovenale orazio tuttavia fino ad orazio e soprattutto per ora solo
satira non conteneva quell atteggiamento violento aggressivo quell'invettiva spietata nei confronti di tutto e tutti che invece troviamo un giovenale la satira che critica agli usi e costumi delle persone di orazio è una satira benevola una satira che porta il lettore al sorriso a sorridere appunto dei vizi altrui la differenza con giovenale che nelle sue satire giovenale invece diventa un vero e proprio moralizzatore un fustigatore dei costumi è spietato l'invettiva è molto pesante se la prende con diverse categorie di persone che è sempre se vogliamo fare un confronto con le salite di orazio cambia completamente il
tono il lessico lo stile di orazio nonostante il grande lavoro di la bollina il tono comunque era più basso era più colloquiale mentre giovenale per attaccare i suoi nemici e utilizza necessariamente uno stile molto più alto per creare anche un distacco con le persone di cui sta parlando cioè questo innalzamento dei toni che questa complessità del linguaggio che usa e il suo tentativo di ergersi a moralizzatore e di mettersi in cattedra quindi di criticare aspramente ciò di cui parla degli attacchi di giovenale colpiscono tutti come abbiamo detto prima la sua poesia guidata dall indignazione dall'indignazione
rispetto a quello che vede e quindi se la prende con gli stranieri con i greci che mal sopporta con le donne che sono ben lontane ormai da quelle antiche matrone romane che rispettavano i valori tradizionali sono ormai secondo giovanile delle prostitute la stessa imperatrice messalina lo è queste donne vengono colpite con molta rabbia veramente tantissima misoginia nei suoi versi molto famoso e anche il suo attacco nei confronti degli omosessuali che considerava proprio il simbolo della corruzione della società romana è costretto a sentirsi marginale rispetto al potere quando invece al potere e nella società in generale
sono presenti delle persone che non hanno assolutamente nessun tipo di valore la poesia quindi fornisce a giovenale un'occasione per sfogare il suo astio scrivere versi significa per lui proprio denunciare la natura delle cose lui dice proprio sì natura negat facit indignazione zum diciamo che giovenale rifiuta completamente la roma a lui contemporanea ha una visione estremamente pessimistica della vita distrugge ma non crea cioè molto abile a schernire ad attaccare molto abile dell'invettiva poco nella costruzione di un'alternativa dicevamo che anche a livello stilistico giovenale tende ad innalzare il linguaggio della satira il linguaggio diventa addirittura simile a
quello dell'oratoria sembra quasi di assistere a dei processi e in questo linguaggio così elevato così aulico inserisce volutamente dei voli carismi o tecnicismi quindi delle parole che abbassino improvvisamente il registro linguistico e che facciamo e rendere quindi conto al lettore della corruzione presente nella società romana vediamo nello specifico le sedi citati da di che cosa parlano oltre alla satira uno che chiaramente è quella di apertura midi contiene delle considerazioni premiali in cui appunto il poeta si spiega cosa andrà a fare nella satira dure in questa è molto famosa perché se la prende con gli omosessuali
che sono appunto un vero e proprio scandalo perché lontani dal mouse maiorum la satira numero 3 e ci parla di una roma che ormai è in preda al caos che quindi è assolutamente invivibile la satira 4 è molto famosa divertente ci racconta di questo consiglio del principe di questo consiglio principis convocato durante il regno di domiziano dovrebbe occuparsi appunto di questioni importanti per l'impero e invece in questo consiglio si discute tutto il tempo di come cucinare un rombo questo insomma è un attacco molto forte no ci dice che interessi della corte imperiale sono tutti su
questioni poco importanti in realtà per la vita dei cittadini la sesta satira è forse quella più famosa perché è proprio quella misogina cioè quella che si scaglia fortemente contro le donne e che vengono accusate di prostituzione in moralità di ogni genere e la satira 7 invece quella in cui si rimpiange la mancanza di nuovo mecenate cioè la mancanza di un personaggio come mecenate che alla corte di augusto aveva riunito e più grandi poeti per permettergli di cantare per sempre le gesta di roma nella satira 8 c'è la rivendicazione del fatto che la vera nobiltà non
è data della nascita è una famiglia altolocata ma è data dall ingegno dalla capacità che uno ha la satira 9 di nuovo torna sul tema dell'omosessualità la decima se la prende con le preghiere per gli dei all 11ª con i banchetti dei ricchi che sono volgari per che ostentano il lusso la 12 a 13 si occupano dei truffatori dei cacciatori di verità che evidentemente doveva essere molti a roma in quel periodo la quattordicesima si scaglia contro l'avarizia e la ricchezza attraverso il discorso relativo all'educazione dei bambini quindicesima e la sedicesima parlano addirittura di un episodio
di cannibalismo un episodio mondo in egitto che dà la possibilità giovenale di criticare il fanatismo religioso quindi diciamo che giovenale soffrì molto nel corso della sua vita la mancanza di considerazione il fatto che la sua poesia non venisse protetta e accolta alla corte imperiale come era successo per tanti altri autori si sente escluso da una società che anche per questo lui considera corrotta e quindi non può fare altro che attaccarla sue sono tante frasi famosissime della letteratura latina che ancora oggi noi utilizziamo spesso mens sana in corpore sano per esempio che utilizza della satira 10
o pani e circense sempre della satira 10 nella quale appunto si scaglia contro l'abitudine della plebe di accontentarsi semplicemente di due cose del pane quindi del cibo e dei giochi circensi questo è ciò che interessa alla popolazione niente di più