buongiorno grazie della fiducia allora stanno ovviamente stiamo declinando la parola civiltà in tutte le dimensioni possibili la civiltà è un termine che nella nostra discussione pubblica torna fuori con una certa frequenza lo scontro di civiltà la civiltà occidentale le civiltà a scuola i sumeri i minori la civiltà sumera la civiltà minoica la civiltà micenea e così via sembra strano pensare che ci sia stata un'epoca in cui questa parola con questo significato non c'era né in lingua italiana né in nessun'altra lingua e soltanto dal settecento che la parola civiltà si usa in questo senso non che
non esistesse prima la parola civilità esiste già nell'italiano medievale e deriva direttamente dal latino civilitas ma se uno avesse chiesto a un intellettuale del medioevo che cosa voleva vuole dire questa parola civilitas beh gli avrebbero detto ah beh vuol dire vuol dire le buone maniere vuol dire la buona educazione vuol dire quello che è tipico dei cives i cittadini quelli che abitano in città il medioevo dei comuni aveva ereditato dall'antichità questa visione estremamente razzista per cui le persone perbene vivono in città in campania ci vivono i villani i rustici e dunque civilitas vuol dire le
buone maniere che un incontro fra la gente che vive in città però badate non si riduce tutto a una questione superficiale di buone maniere perché in queste buone maniere c'era qualcosa di invece importantissimo l'idea cioè che una comunità vive ed è comunità nella misura in cui i suoi membri appunto conoscono le buone maniere e la buona educazione e le applicano nei loro rapporti che poi questo fosse possibile solo in città è una stortura ovviamente ma il concetto era quello non c'è comunità senza buona educazione reciproca che fra l'altro potrebbe fare capitava di pensare che noi
parliamo così spesso della comunità del web e contemporaneamente ci lamentiamo del fatto che sul web imperano la cattiva educazione gli insulti la mancanza di qualunque limite qualunque freno allora viene da pensare se sia giusto chiamarla comunità effettivamente quella del web ma questa è una divagazione allora non la civiltà nel senso nostro il punto d'arrivo il culmine complesso di una lunga evoluzione ma l'idea che noi siamo civili perché viviamo in una società complessa e piena di ogni sorta di agio era già comunissima nel medioevo il medioevo alla fine del medioevo ovviamente e giustamente loro dicevano guarda
come viviamo bene abitiamo in città meravigliose in palazzi riscaldati con i caminetti ci vestiamo con abiti di tessuti preziosi mangiamo cibi raffinati preparati secondo ricette complicate abbiamo armi micidiali e tutto questo faceva pensare appunto agli europei del medioevo di vivere in un mondo che loro non chiamavano punto la civiltà ma in un mondo estremamente sofisticato c'è anche nella francia della guerra dei cent'anni alla fine del trecento una donna una scrittrice che sostiene che tutto questo l'umanità lo deve alle donne questa scrittrice si chiama christine de pisan ma in realtà era un italiana e si sarebbe
chiamata cristina da pizzano però siccome era un'emigrata un cervello il papà era un cervello in fuga per intenderci e cioè un grande medico chiamato alla corte del re di francia e la figlia è stata allevata ed e poi vissuta tutta la vita in francia quindi ci siamo persi questa grande scrittrice italiana e i francesi invece vanno fieri di aver avuto alla fine del trecento no la prima donna scrittrice c'è perché donne che scrivevano libri ce ne erano già state altre ma la prima donna scrittrice professionista che viveva scrivendo libri che è rimasta vedova aveva scoperto
di saper scrivere con facilità su tanti argomenti e di poter ottenere grossi regali dal re dai potenti offrendo loro i suoi libri ora non c'è perché vi racconto questo perché a un certo punto christine de pisan decide di scrivere un libro in difesa delle donne contro tutte le stupidaggini che gli uomini dicono sulle donne che le donne sono buone solo a letto che sono buone solo a frignare che chiacchierano troppo che sposarsi per un uomo è una grande scocciatura ecco contro tutti questi luoghi comuni christine scrive un libro che chiama la città delle donne e
lo concepisce così si rilegge tutta la bibbia e la mitologia classica alla ricerca di tutti i personaggi femminili che hanno fatto qualcosa di importante o che hanno inventato qualcosa e specialmente nella mitologia classica trova tanti miti per cui io so aracne e alle origini della filatura e della tessitura e così via tirando un po le cose per i capelli christine arriva a dire signori guardate che all'origine della nostra vita comoda e lussuosa ci sono sempre le donne dovete tutto alle donne e la vita comoda lussuosa e civile lei la riassume così la scrittura il calcolo
sappiamo maneggiare i numeri l'agricoltura coltiviamo il grano facciamo il pane facciamo l'olio abbiamo orti giardini poi le case le città appunto lavoriamo la lana il lino ne ricaviamo tessuti meravigliosi abbiamo la ruota e poi appunto il lei riesce a trovare o non so più quale mito per cui anche all'origine della lavorazione del ferro e quindi delle armi ci sono delle donne e christine conclude dicendo cito le donne hanno condotto il mondo dalla bestialità a vita umana e ragionevole e questa è una classica frase di quell'epoca il medioevo che aveva una fiducia illimitata nella ragione nel
fatto che il mondo è organizzato da dio nel modo migliore possibile e che noi siamo destina agli uomini sono destinati appunto a dominare un con la loro ragione un mondo creato apposta per loro con le scoperte geografiche del rinascimento e poi alla lunga con il colonialismo gli europei in co scoprono che il mondo è pieno di popoli che non sembrano così civili come gli europei se partite dai presupposti che noi ci vestiamo viviamo in casa abbiamo armi e quando i navigatori europei cominciano a entrare in contatto con i popoli dell'africa e dell'america scoprono popoli che
vanno nudi e che vivono in capanne non sanno cosa sia una città poi ci sono attualmente i pre colombiani riveleranno che le città ci sono però anche i pre colombiani rispetto ai nostri vanno seminudi e non hanno armi efficaci hanno armi di pietra allora gli europei risultano confermati nella loro idea che noi siamo civilissimi e per di più scoprono che ci sono anche degli altri che non sono civili per niente ecco i selvaggi però è soltanto nel settecento e soltanto con l'illuminismo che questa contrapposizione noi civili e gli altri selvaggi porta a inventare una parola
che deve appunto designare questo punto d'arrivo nostro il settecento e un secolo francese la cultura è dominata dagli intellettuali dai filosofi francesi ed è in francese che viene introdotta la parola civilization per indicare quello che noi oggi in italiano chiamiamo la civiltà la parola e civilization viene immediatamente copiata nelle altre lingue in inglese civilization in tedesco civilizzazioni ma su questo torneremo l'italiano fa eccezione proprio perché noi abbiamo già la parola civiltà voleva dire le buone maniere dal settecento in poi i reali che proprio la complessità di una cultura di una vita associata l'italiano è l'unica
lingua che mantiene questo doppio binario la civiltà e il punto d'arrivo la civilizzazione è il percorso che si compie per arrivarci mi sono fermato su queste parole perché le parole sono importanti in relazione tra le parole che una lingua a disposizione e il modo in cui pensano quelli che parlano quella lingua è una relazione importante vi voglio mi voglio fermare un coro momento sul caso del tedesco vi ho detto che anche in tedesco nel settecento viene introdotta la parola civiltà sul modello francese civilizzazioni però voi sapete che all'inizio dell'ottocento in germania comincia una grandiosa reazione
nazionalista che ha come hobby come nemico proprio i francesi in quel momento è napoleone la dominazione francese in germania in germania il nazionalismo che nasce all'inizio dell'ottocento insieme con il romanticismo e che si sviluppa per tutto il secolo e che poi il nazionalismo tedesco sapete tutti nel 900 a quali risultati porterà è un nazionalismo che si richiama proprio alla profondità dei valori germanici originari e che guarda con un certo disprezzo questi francesi con la loro vernice di cultura appunto che sono venuti a insegnarci la civiltà risultato in germania nell'ottocento gli intellettuali cominciano a dire piano
con questa idea della civilizzazione la civilizzazione sarà sì la civiltà nel senso esteriore come dire il lo sviluppo tecnologico o anche il saper stare in società come fanno appunto i francesi con la loro etichetta ma è una cosa superficiale dicono molti intellettuali tedeschi nell'ottocento noi tedeschi abbiamo qualcosa di più qualcosa di più profondo la l'identità tedesca è più profonda di questa vernice che i francesi ci hanno venduto e questa identità tedesca profonda che fa di noi il più grande popolo che ci sia mai stato non la possiamo esprimere con la parola straniera civilizzazione la chiameremo
pazienza se la parola straniera lo stesso ma almeno e latina cultura ecco che anche in tedesco ci sono due parole per dire civiltà civilizzazione e cultura dove civilizzazione si riferisce agli aspetti più esteriori e colto a quelli più profondi per darvi un'idea alla fine dell'ottocento in germania c'è una grande battaglia politica e culturale contro la chiesa cattolica contro i privilegi di una chiesa cattolica arroccata nella negazione della modernità contro una chiesa cattolica che rivendica appunto il diritto di insegnare nelle sue scuole dottrine oscurantiste la germania di bismarck alla fine dell'ottocento si impegna in una grande
campagna politica per eliminare l'influenza della chiesa cattolica e questa grande battaglia di civiltà loro la sentono così una battaglia di civiltà e gli intellettuali tedeschi la battezzano il culto campo la battaglia per la civiltà ma appunto usando col toro non civilization e dunque è dunque nell'europa dell'ottocento facciamo il punto nell'europa dell'ottocento è ormai chiaro che esiste la civiltà e noi siamo la civiltà gli altri popoli la civiltà non ce l'hanno e noi dobbiamo portarli e la perché naturalmente come dire la civiltà comporta degli obblighi anche il fardello dell'uomo bianco oggi si sorride spesso su quelle
spedizioni militari che si propongono ai nostri tempi di portare la democrazia in paesi di cui sappiamo poco nell'ottocento non si voleva portare la democrazia si voleva portare la civiltà pensate agli indiani d'america su cui torneremo più avanti alla fine agli indiani d'america gli americani vogliono apportare la civiltà oggi si dice e stato un genocidio e vero se noi usiamo come facciamo oggi la parola genocidio in senso molto ampio anche per indicare la distruzione di una cultura di una civiltà in quel senso di la gente vive in immense città cariche di storia e di ricordi e
però gli europei dell'ottocento non riconoscono agli indiani dell'india dico o ai cinesi un pari livello di civiltà sono inferiori senza alcun dubbio ma non sono i selvaggi della savana però ecco che allora si comincia a ragionare sulle gradazioni la civiltà è un punto d'arrivo c'è chi è ancora lontanissimo ancora agli inizi come gli indiani d'america c'è chi invece non si può definire selvaggio ma non è neanche civile e sono sono appunto i cinesi gli arabi gli indiani barbari molto spesso nell'ottocento i viaggiatori che viaggiano in questi paesi usano questo lessico quello della barbarie complicazione ulteriore
questi popoli possono essere portati alla civiltà è l'impressione che alcuni sì e altri forse invece non c'è speranza si cominciano a classificare i popoli fra quelli che sono ben avviati pensate cosa succede quando sto pero i giapponesi e tornando qualche anno dopo vedono che i giapponesi ormai hanno le fabbriche di cannoni ecco questi hanno capito tutto e sono sulla buona strada verso la civiltà invece gli indiani d'america con tutta la buona volontà molti americani che li guardano con simpatia nell'ottocento dicono e scrivono peccato che sia in destinati a sparire perché non c'è niente da fare
non sono adatti ma altra complicazione ancora torniamo ai cinesi o agli indiani barbari rispetto a noi barbari indubbiamente però queste loro città portano il segno di un antica grandezza sono stati civili gli arabi cani i cinesi è chiaro quando ti aggiri tra i loro templi che sono stati cv adesso a guardarli adesso ovviamente vi parlo come parlano i viaggiatori europei americani e dell'ottocento a guardarli adesso sono dei barbari istupiditi ma è chiaro che un tempo sono stati grandi allora capite che qua c'è un passaggio c'è una scoperta micidiale e cioè le civiltà possono anche declinare
finché non si ragiona su questo noi siamo tranquilli c'è il progresso si arriva alla civiltà e noi ci siamo arrivati noi siamo la civiltà fine e pian piano ci porteremo anche gli altri ma ecco la pulce nell'orecchio il mondo è pieno di civiltà che sono state grandissime ea un certo punto hanno cominciato a declinare allora intanto si comincia a questo punto ovviamente a ragionare sul fatto che non c'è la civiltà ma le civiltà è qui il punto di partenza di quei libri di scuola su cui tutti abbiamo studiato in cui appunto c'è la civiltà sumera
la civiltà babilonese d'accordo ecco ma soprattutto soprattutto comincia a serpeggiare la paura che quello che è successo agli altri potrebbe succedere anche a noi se la civiltà cinese si è imbarbarita e perché non si può imbarbarire anche la civiltà occidentale all'inizio del novecento queste paure circolano e non solo circolano ci si guarda intorno alla ricerca dei sintomi i sintomi si trovano la prima guerra mondiale la prima guerra mondiale che oggi viene chiamata tranquillamente dagli storici sui cda dell'europa non passa certo inosservata neanche quegli intellettuali che si interrogavano la nostra civiltà è ancora vitale ancora un
futuro sta declinando ecco gli intellettuali della prima metà del novecento sono tormentati da questa preoccupazione ed escono libri famosi che hanno un enorme impatto culturale e che ragionano proprio di questo 1918 il tramonto dell'occidente di spengler spengler che il primo avendo una formazione storica ma anche e soprattutto filosofica da filosofo della storia è il primo ad avere l'idea di poter confrontare le grandi civiltà e capire come che le civiltà prima crescono arrivano al culmine e poi invecchiano e muoiono e ormai incardinata nella nostra mentalità questa idea che le civiltà sono come degli esseri viventi no
e quindi hanno il loro ciclo vitale spengler analizza otto grandi civiltà babilonese egiziana indiana cinese greco romana araba precolombiana e poi la nostra civiltà occidentale e la domanda è visto che le altre 7 sono tutte quante andate in declino cosa sta succedendo a noi risposta di spengler anche noi ormai siamo in declino ormai della nostra civiltà non c'è non è più non c'è più una forza vitale è rimasta soltanto le strisce esteriore quel guscio esteriore dice spengler che scrive in tedesco che si chiama civilizzazione cioè la forma inferiore la parte di scarto della civiltà pensate
cosa ci siamo risparmiati noi italiani che nella nostra lingua e non abbiamo questa opposizione fra civilizzazione e cultura usiamo civiltà senza stare a fare tante sottigliezze ora il messaggio di spengler 1918 è disperante noi abbiamo perso la nostra forza vitale non siamo più una civiltà in crescita siamo in declino a questo punto però nei momenti di emergenza si va dagli storici si va dagli storici a chiedere una buona parola di conforto tra gli anni 30 e gli anni sessanta del novecento c'è uno storico uno storico inglese che oggi non legge più nessuno ma che all'epoca
e celeberrimo è uno degli intellettuali più influenti del mondo si chiama arnold toynbee è uno di quei vuol dire nel 1947 la rivista time e gli dedica una copertina per intenderci sul tipo di influenza e notorietà mondiale che ha arnold toynbee e così famoso perché scrive un'opera colossale in 12 volumi che si intitola e stadi saggio sulla storia vogliamo dirlo così ecco una cosa modesta come vedete 12 volumi ci ha messo 27 anni il primo volume uscito nel 34 l'ultimo uscirà nel 61 nel corso di quei trent'anni toh in b e celeberrimo perché ha la
ricetta per evitare che anche la nostra civiltà declini sostanzialmente toynbee mette in fila le civiltà l'ha già fatto spengler direte voi ma springer si è limitato a 8 civiltà le più importanti poi in bevo al rendere conto di tutte le civiltà che ci sono state sulla terra e cioè quante 26 toynbee conta 26 civiltà le descrive tutte e poi dice io sulla base di queste 26 storie provo a capire come che le civiltà entrano in crisi quand'è che una civiltà comincia a declinare capite nel corso degli anni in cui toynbee pubblica uno dopo l'altro i
suoi volumi quando esce il primo hitler è appena andato al potere in germania e ci sono gli anni trenta alla guerra civile spagnola poi l'apocalisse della seconda guerra mondiale il terrore atomico ea tutti i terrori dell'occidente del mondo toynbee prova a rispondere dando una risposta che oggi lo farebbe fischiare per cui ai fatti non lo legge più nessuno e cioè non contano niente le ragioni economiche la ricchezza eccetera come va l'economia e quella non contano niente neanche le ragioni ambientali ma lì non veniteci a dire che i sumeri sono declinati perché è cambiato il team
il clima tutte frottole non è quella contano le ragioni morali e religiose finché una civiltà ha una grande forza morale una grande spinta morale è una religione che le dà forza allora quella civiltà fiorisce quando questa spinta si inaridisce allora quella civiltà comincia a declinare e si disintegra e quando una civiltà perde la sua forza morale vengono fuori le risposte facili il nazionalismo il militarismo le dittature ecco e con mentre lo dico mi rendo conto che oggi potrebbe sembrare di nuovo allettante è quando mancano i valori veri saltano fuori gli ismi ecco ma sarebbe troppo
comodo il punto debole è che non è vero che c'è un come dire uno schema prefissato e che tutte le civiltà umane vanno in quella direzione lì per forza è mai questa l'invenzione non si può pensare di aver capito che ce lo schema ea quel punto si entra dentro tutto non funziona così nella storia umana è troppo forte l'importanza del caso l'importanza di tante forze in contrasto fra loro per poter pensare che esiste uno schema unico e per questo che do in b anche se era un uomo chiaramente geniale oggi non lo legge più nessuno
perché non ci si crede più uno storico che di recente ha dedicato un analisi proprio all'opera di tom deal lo ha definito in un modo molto opportuno dice per molti storici oggi arnold toynbee è considerato come uno zio imbarazzante a una festa di famiglia bisogna invitarlo per forza perché sta nell'albero genealogico però poi quando hai lì si preferisce parlare chiacchierare con gli altri lui non se lo fila nessuno ecco o a margine un epigono di po in b è naturalmente un altro storico meglio politologo che è stato famosissimo e che poi sarà dimenticato anche lui
allo stesso modo cioè samuel huntington il teorico dello scontro di civiltà ora è vero che huntington ha detto cose un po più complesse di quelle che poi i giornalisti gli hanno fatto dire ma in realtà huntington parte anche lui dall'idea che ci sono diverse civiltà e che alcune vincono e altre perdono e che vincono anche huntington dice non è la forza economica la superiorità scientifica e la cultura l'identità ecco la forza dell'identità e quello che permetterà in futuro a una delle civiltà che oggi si confrontano nel mondo di vincere come vi dicevo arrivati a questo
punto è ben chiara nella nostra cultura l'idea che sono esistiti ed esistono le civiltà molte e quindi a scuola si insegnano una dopo l'altra io volevo fermarmi un momento a riflettere con voi sui danni che inconsciamente fa l'insegnamento delle civiltà una dopo l'altra perchè come dire quando si esce da scuola non voglio generalizzare ma io mi ricordo benissimo che avevo quell'impressione ii e cioè che le civiltà vengono appunto una dopo l'altra sono i sumeri poi i sumeri muoiono tutti e arrivano i babilonesi e così via ci sono i greci e poi ci sono i romani
quando ci sono i romani non ci sono più i greci la scoperta che c'erano ancora dei greci al tempo dei romani era stata una cosa che mi aveva provocato smarrimento e costernazione perché allora [Applauso] come dire in realtà questo è il bello ed è uno dei punti deboli dello schema delle civiltà che crescono le civiltà che noi studiamo a scuola sono andate avanti anche dopo che sono venute fuori quelle dopo gli egiziani gli egiziani sono stati per millenni un regno indipendente o due regni indipendenti e noi li studiamo in quella fase poi un certo punto
all'egitto è stato conquistato da altri imperi dai persiani poi dai tagli dai macedoni poi dai romani e noi non ce ne occupiamo più ma gli egiziani poveretti avevano continuato tranquillamente a mummificare i cadaveri e a scrivere in geroglifici anche per tutti questi secoli e secoli sotto il dominio persiano e macedone poi romano non è capitato di vedere non so più dove una meraviglioso bassorilievo egiziano sapete questi bassorilievi col faraone con tutti i suoi copricapo classico da tutti gli ammennicoli del faraone è una lunga scritta in geroglifici poi sotto c'era la traduzione della scritta e il
faraone era l'imperatore traiano perché naturalmente per gli egiziani e l'imperatore romano era il loro faro nei loro continuavano a vederlo così e gli egiziani continuano a fare le mummie fino a quando non arriva a farli smettere una delle vere grandi rotture della storia umana e cioè il cristianesimo quando si convertono al cristianesimo nel terzo quarto secolo smettono di praticare gli antichi riti ma fino a quel momento hanno continuato a credere ai loro dei con la testa di sciacallo anche appunto al tempo di alessandro magno di giulio cesare ecco tranquillamente i greci l'idea che prima vengono
i greci poi vengono i romani e così solida che a me è capitata la seguente cosa parecchi anni fa mi sono accettato l'incarico di dirigere un'opera in molti volumi una storia d'europa e del mediterraneo e discutendo il piano dell'opera con l'editore salerno è abbiamo detto va bene lui dice due volumi per le civiltà antiche va benissimo poi due volumi per i greci poi tre volumi per i romani a quel punto io gli ho detto sì certo naturalmente il capitolo sulla nascita la fondazione di roma lo metteremo nei due volumi dedicati alla civiltà greca perché dal
punto di vista cronologico roma è stata fondata ben prima che a pericle ci fossero atene e che qualcuno costruisce il partenone dovevate vedere la faccia del mio amatissimo un grande amico editore però all'idea di un pubblico che poi dovesse pensare che il capitolo sulla fondazione di roma non è nei volumi di storia romana ma è nei volumi di storia greca è un problema difficilissima da risolvere questo e non se ne esce in realtà salvo che forse bisognerebbe fare come ormai fanno alcuni grandi antichisti che se lo possono permettere come paul veyne che qualche anno fa
ha pubblicato una grande sintesi sulla storia dell'impero romano e l'ha intitolata l'impero greco romano e quello è l'unico sarebbe l'unico modo di uscirne detto questo la civiltà e i selvaggi abbiamo visto come poi l'idea dei selvaggi si complichi progressivamente i selvaggi i barbari quelli che sono stati civili prima e adesso sono ridiventati barbari ma fondamentalmente nella nostra cultura c'è sempre stata uno può anche quando non si usava la parola civiltà in questo senso però c'è sempre stata questa opposizione fra noi civilizzati e il mito del selvaggio che poi ogni epoca ha declinato a modo suo
a un certo punto è diventato anche il buon selvaggio come sapete quando si è cominciato a dire che forse ci eravamo persi qualcosa con la civiltà questa idea che ci siamo noi civili e c'è il selvaggio è molto più antica dell'idea moderna di civiltà c'è già nel medioevo vi dicevo prima che alla fine del medioevo la gente convinta di vivere in un mondo però spero civile pieno di comodità e nel loro immaginario ben prima che i loro navigatori vadano a scoprire in africa o in sudamerica i veri selvaggi nudi già nell'immaginario medievale esiste una figura
leggendaria che tutti hanno ben presente e che serve proprio a esaltare quanto siamo invece civili noi la figura dell'uomo selvatico come si dice in italiano è una figura che si ritrova nell'iconografia del basso medioevo e si ritrova nella letteratura nelle favole tutti sanno chi è l'uomo selvatico è un essere che è il contrario di noi civilizzati noi viviamo in città e lui vive nei boschi noi ci vestiamo è lui o si veste di pelli o addirittura e peloso come un animale noi parliamo e scriviamo e lui non sa né a non sa non possiede il
linguaggio ve ne do un esempio l'uomo selvatico lo descrive il boiardo nel orlando innamorato questo era grande e quasi era gigante con lunga barba e gran capigliatura tutto peloso dal capo alle piante non fu mai vista più sottsas figura per scudo una grande forza a via davanti e una mazza ponderosa è dura non aveva voce domo né intelletto salvatico era tutto il maledetto questa immagine dell'uomo selvatico domina l'immaginario tardomedievale proprio come appunto un alter ego di cui si ha paura noi non siamo più quello però lui esiste dobbiamo ricordarci che cosa eravamo ecco in un
certo senso no tra l'altro l'immaginario dell'uomo selvatico è all'origine di un episodio tragico nella storia di francia che pensavo di massiccio tempo a velo raccolto 28 gennaio 1393 a parigi la regia di francia isabella per festeggiare il matrimonio di una delle sue damigelle organizza un ballo mascherato in una delle sue residenze l'hotel de saint paul per questo ballo mascherato il re di francia che è un ragazzo di 25 anni e cinque dei suoi cortigiani decidono di organizzare una specie di sorpresa si travestiranno da uomini selvatici e faranno irruzione nel ballo con questo travestimento tutti gli
riconoscevano subito tutti cioè non sapranno chi sono ma sapranno che rappresentano gli uomini selvatici perché chiunque all'epoca lo riconosce chiaramente e allora il re e gli altri cinque per mascherarsi da uomini selvatici vengono cuciti dentro dei costumi di tela che poi vengono ricoperti spalmati di pece e ricoperti di piume e di stop per figurare appunto l'uomo peloso dalla testa alle piante come dirà poi il boiardo per aggiungere pathos alla cosa cinque dei sei ma non il re si legano tra loro con delle catene questo evoca un po anche che ne so l'orso alla fiera che
viene fatto ballare cosa enorme sanno benissimo che è pericoloso è tutta roba che si incendia facilmente perciò vengono date disposizioni severe quando loro entreranno nel salone bisognerà che tutte le torce siano spente e che non possa entrare nessun altro si spengono le torce i sei mascherati da uomini selvatici fanno irruzione urlando e saltando nella sala strilli di paura di tutte le dame tutti si divertono un mondo in quel momento entra nella sale il duca d'orléans fratello minore del re un ragazzino ubriaco fradicio e stato a bere con gli amici arrivano con le torce nessuno osa
fermarli entrano vedono si avvicinano per vedere meglio e di colpo tutti i costumi prendono fuoco il re che non è incatenato si salva perché vuole delle dame alla presenza di spirito di avvolgerlo nel suo mantello amplissimo e soffocare le fiamme un altro dei 5 cat riesce a schiodarsi dalle catene si stava banchettando e festeggiando c'è una grande tinozza dove le cameriere lavavano i bicchieri se tuffa nella tinozza si salva gli altri quattro muoiono bruciati vivi e questo episodio è chiaro è noto appunto come le bal des art il ballo degli ardenti ma al di là
dell'episodio drammatico e romanzesco appunto ve lo racconto perché questo immaginario dell'uomo selvatico è qualcosa con cui appunto gli uomini del medioevo hanno la massima familiarità e questo immaginario dell'uomo selvatico ovviamente ci fa anche capire come mai poi hanno reagito in un certo modo i navigatori so che torno sullo stesso argomento ma abbiamo aggiunto come dire un livello di interpretazione in più i primi navigatori che accostano in africa e trovano tribù che vivono appunto nude nella savana o i primi colombo quando arriva e trova i primi indiani qual è la prima cosa che scrive a casa
vanno nudi nel loro immaginario hanno trovato effettivamente gli uomini selvatici esistono davvero e poi ci sarà tutto un lungo lavoro e faticoso è di ricognizione di scoperta di definizione devo dire quell'europa come dire ingenuamente ferocemente razzista poi era un mondo complesso dove si comincia a discutere a livello teologico a livello giuridico va bene sono selvaggi ma hanno dei diritti selvaggi dice no non hanno diritti li possiamo ridurre in schiavitù non è vero un certo punto la chiesa dirà no anche se solo selvaggi non li potete ridurre in schiavitù perché hanno dei diritti naturali sono esseri
umani però appunto dietro a tutto questo c'è comunque il presupposto ferreo che noi siamo la civiltà e che da qualche parte invece ci sono i selvaggi ora l'ultima cosa che vi volevo dire proprio questa naturalmente noi siamo abituati al fatto che non è corretto parlare di selvaggi che non è corretto neanche parlare di uomini primitivi da generazioni gli antropologi studi hanno queste società e ci dicono che sono società complesse articolate tuttavia nella no io direi che nel nostro inconscio correggetemi se sbaglio ma io ho l'impressione che nel nostro inconscio c'è ancora l'idea che a livello
veramente primitivo iniziale gli esseri umani fossero qualcosa di estremamente semplice la cui vita non era solo primitiva a livello materiale ma anche a tutti gli altri livelli in altre parole se un regista deve fare un film è immaginare una comunità di uomini di neanderthal ecco tutt'al più gli attribuirà qualche strano rito religioso qualche idolo da venerare qualche danza ma poi per il resto onestamente se noi ci dobbiamo immaginare come passavano il tempo degli uomini di neanderthal ce li immaginiamo che dopo aver mangiato se ne stanno seduti intorno al fuoco avvolti nelle loro pellicce in attesa
di addormentarsi quello che a me ha colpito molto quando mi è capitato di leggere per esempio qualche libro sugli indiani d'america e cioè su società che erano in realtà all'età della pietra quando i bianchi li hanno incontrati e l'immensa complessità di queste società che non era in nessun modo una complessità tecnologica non era una complessità che si traduceva o non molto per quanto anche lì negli oggetti a disposizione ma proprio la complessità l'articolazione l'imprevedibilità delle regole di vita di una comunità detto così è un po astratto prova a dirvelo con un esempio concreto dopo aver
punto ripetuto che la premessa è che in realtà il selvaggio che non ha la parola che non solo vive nella foresta ed è coperto di peli ma non sa neanche parlare non è mai esistito e anzi se fossi un linguista vi farei una conferenza dal linguista su come tutte le lingue umane conosciute sono molto complesse e complicate presuppongono un cervello incredibilmente sofisticato ma se volessimo generalizzare spesso le popolazioni il cui il tenore di vita ci appare più primitivo parlano le lingue più complessi le lingue degli indiani d'america o delle tribù del ruolo guinea sono incredibilmente
più complicate che no l'inglese per esempio il nostro inglese universale di oggi è una lingua di una facilità assoluta da gestire rispetto a certe lingue di popoli tra virgolette selvaggi però non essendo il linguista non vi parlerò di questo ma vi citerò alcuni esempi da appunto un libro che ho letto di recente un reportage diciamo così fine ottocento un giovane americano che si chiama uolter mclintock va a vivere tra i piedi neri è uno di quelli che amano gli indiani che li trovano nobili selvaggi gente molto interessante in gamba peccato che purtroppo la loro civiltà
ormai è destinata a morire quando ci va lui vivono già in una riserva i piedi neri però si ricordano ancora tutti di come fino a pochi anni fa si viveva liberi e selvaggi per l'appunto allora uolter mclintock vive a lungo con i piedi neri i quali si ricordano che in un passato non tanto remoto loro erano all'età della pietra più volte i vecchi che gli raccontano le cose magari gli raccontano qualche leggenda e gli dicono sì se questo accadeva ai tempi in cui i nostri antenati usavano i cani invece dei cavalli come bestie da soma
i cavalli li hanno portati bianchi in america come sapete non c'erano e possedevano arnesi e armi dietro poi voi ci avete portato i fucili e i coltelli e indossavano abiti di pelli di animali ormai siamo nel 1890 in tutti i jeans e la camicia questi indiani con cui chiacchiera uolter mcclinton allora si ricordano dell'epoca in cui vivevano all'età della pietra e sotto molti aspetti continuano a vivere come vivevano gli antenati come questa società dei piedi neri una prima cosa che scopre uolter mclintock con fatica e dopo molte gaffe è che c'è un etichetta rigidissima di
buona educazione e che ci sono un sacco di cose che non si fanno perché non stanno bene per esempio mai mostrare entusiasmo è una cosa volgare se uno vuole essere rispettato ecco stai ti hanno invitato a pranzo mangi dell'ottimo cibo non loderà imac o senza esagerare e con non sta bene una cosa da maleducati ma ci sono anche cose più complesse e difficili da immaginare e maleducato chiedere a un uomo in pubblico come si chiama in privato glielo puoi chiedere ma in pubblico o no è una roba che lo fa arrossire lo fa sentire offeso
noi ovviamente possiamo avendo letto un po di antropologi dirci dietro c'è la sacralità del nome collegato al delle potenze di bar ma loro neanche se interessano più quello che conta è che non si fa tante regole hanno un'origine remota ma la gente non è che sa sempre quale è quell'origine però la regola c'è se vuoi chiedere a uno come si chiama aspetta che siete soli se lo fai in pubblico si dimostri maleducazioni e lo offende ancora verso il sempre più difficile quando una ragazza si sposa su amo sua madre non potrà mai incontrare il genero
e suocera e genero non si devono incontrare sarebbe una voi direte giustamente ma attenzione anch'io lo pensavo finché vedendola raccontare più volte questo in questo libro si scopre alla fine che se suocera e genero si incontrassero sarebbe una grande offesa per la suocera e il genere dovrebbe chiedere scusa e farle dei regali per farsi perdonare quindi quando alla suocera va a trovare la figlia e solo quando il genero e via e il genero sta ben attento a non avvicinarsi mai alla tenda della suocera sarebbe offensivo quando il marito è fuori a caccia allora la ragazza
in vita la mamma e stanno insieme ma il marito quando torna dalla caccia manda avanti un regalo di carne per avvertire che sta tornando in modo da evitare di offendere la suocera presentandosi al proprio tipi e con la suocera ancora presente e ce ne sarebbero altri ma capite qual è il punto chi si immaginerebbe che in una società all'età della pietra ci sono tante regole così complicate eppure ci sono ci sono le consuetudini il modo di gestire certe situazioni che vanno gestite in quel modo e non in un altro per esempio il lutto a un
certo punto il nostro americano sta partecipando a una cerimonia religiosa in una tenda con alcuni capi e si presenta una donna uno dei suoi figli era morto e lei era in lutto i capelli scomposti le coprivano il volto e portava una coperta ne era avvolta intorno al corpo era pallida ed emaciata per il digiuno e le braccia le sanguinavano per i tagli che si era inflitta allora naturalmente tutti noi ci vengono in mente che sono le prefiche nelle società mediterranee idea della donna che deve rappresentare il lutto lamentandosi strappandosi i capelli graffiandosi il volto ci
sono dei paralleli ed è interessante che ci sia dei paralleli trattandosi di una civiltà che si è sviluppata per conto suo senza nessun contatto con quella mediterranea ma al di là di questo appunto questo non ci deve indurre a banalizzarlo vuol dire che c'è un grosso investimento di questa tribù sul concetto di lutto su come il lutto va gestito su quali sono i comportamenti adatti nel caso del lutto e anche il concetto della durata fino a quando questo è lo decideranno gli incantesimi dei capi la donna è venuta alla tenda proprio per chiedere ai capi
se il suo periodo di lutto può considerarsi concluso questi interrogano l'involto sacro del cast e l'involto sacro del castoro rispondersi questa donna è stata sufficienza in lutto adesso può ricominciare a vivere come tutti gli altri ancora una ogni civiltà ogni cultura ha un suo modo per esempio di gestire i rapporti con i bambini l'educazione dei figli il nostro mclintock occidentale di fine ottocento è abituato educazione abbastanza rigida rimane stupefatto notando che la gran parte dei genitori indiani viziavano i figli e raramente li punivano a volte li esortavano a star tranquilli ma di regole i bambini
si scatenavano e facevano quel che volevano per oggi possiamo riconoscerci perché ci siamo arrivati anche noi adesso stai bravo stai bravo bello a mamma e il bambino greco ma anche qui è una scelta non è una cosa e non è che siccome sono primitivi non se ne occupano è una civiltà che in quell'ambito lì si è mossa così i bambini sono dei privilegiati fanno quello che vogliono e cos'è che vogliono fare giocano naturalmente maschi e femmine insieme no naturalmente i maschi hanno i loro giochi giocano con la trottola fanno le gare di tiro con l'arco
le bambine saltano la corda e hanno bambole e piccoli tipi in miniatura con dentro oggettini in miniatura attrezzi da cucina pentole cosa ancora come passano il tempo giocano anche gli adulti giocano a cosa giocano giocano d'azzardo naturalmente non giocano a soldi perché non li hanno e ma si perdono i cavalli le coperte e gli abiti i più accaniti si rovinano giocando e sono giochi complessi naturalmente anche lì diversi le donne giocano a dadi anno gli ossicini come gli antichi greci e giocano a dadi gli uomini giocano con degli os che non sono uscito a capire
quali sono le regole del gioco perché sono complicatissime ma è un gioco a squadre con degli ossi con delle tacche incise bisogna nascondermi far indovinare qualcosa alla squadra avversaria durano ore questi giochi con tutti gli spettatori intorno che fanno il tifo e ogni tanto cantano canzoni composte apposta per sfottere quello che appena perso o per lodare quello che ha vinto allora di nuovo la complessità di una cultura tu puoi stare lì dentro se hai imparato un sacco di cose inventate che non esistono in natura altro che è stato di natura e ci sono le associazioni
traduttore di traduca una volta e società a volte confraternite c'è la società dei coraggiosi i quali si comportano come cani e quando si toglie l'accampamento fanno il giro dove c'era il vecchio accampamento e si trovano di rifiuti li mangiano e poi seguono a distanza come fanno i cani resto della e poi però nell'accampamento vanno in giro a mantenere l'ordine e se qualcuno commette qualcosa di scorretto loro lo pestano e i capi li tollerano perché questa società interamente privata di iniziativa privata però può tornare utile per mantenere l'ordine nel campo poi c'è la società delle zanzare
fondata da un uomo che ha avuto una visione sulla zona della zanzara sacra e allora ha fondato la società delle zanzare e glieli quelli della società delle zanzare ogni tanto fanno danno delle grandi feste durante le quali vanno in giro per il campo e fermano le persone gli dicono dammi il tuo sangue e se la persona reagisce male lo graffiano a sangue se invece la persona è disposta a offrire un po del suo sangue alla buona zanzara senza protestare non lasciano andare tranquillamente allora chi mai può immaginare che la vita di una tribù dell'età della
pietra e complicata fino a questo punto eppure è così e naturalmente vado a finire finisco anzi naturalmente ci sono i ricchi e poveri non illudiamoci che sia la società egualitarie ci sono i ricchi grandi guerrieri che fanno tanto bottino che hanno tanti cavalli che quando vanno a caccia portano tanta carne e ci sono i poveri che stentano la vita ci ispiri chi naturalmente possono avere molte mogli perché si possono permettere di mantenerle e invece i poveri è già tanto se hanno una moglie sola e per una donna è molto meglio essere la moglie di un
uomo che ha molte donne molte mogli scusate perché c'è meno lavoro ci si divide il lavoro mentre l'unica moglie dell'uomo povero deve faticare tutto il giorno e naturalmente le famiglie cercano di trovare per le loro figlie dei buoni partiti un capo cercherà di far sposare a sua figlia un uomo ricco che potrà garantire un tenore di vita come quello a cui è abituato e quindi la maggior parte dei matrimoni sono combinati con tutta una serie di rituali una volta che combinato la ragazza va a cucinare un pasto rituale per ma naturalmente cosa capita capita che
un ragazzo e una ragazza si innamorano senza il permesso della famiglia e allora si frequentano di nascosto e poi scappano e allora o finisce malissimo si suicidano tutti e due oppure la famiglia dice va bene va bene dai sposatevi ecco giulietta e romeo ma siamo tra un preso una tribù a dell'età della pietra allora avete capito il punto è inutile che continui a elaborarlo la società dei selvaggi che vivono all'età allo stato di natura e quindi sono simili ad animali non hanno elaborato un modo di vita complesso non esiste tutte le società umane conosciute hanno
elaborato modi di vita straordinariamente complessi quanto al problema del perché poi in tutte queste società le bambine giochino con le bambole questo lo lascio ai colleghi antropologi da risolvere grazie [Applauso]