Gente, sono qui nella spiaggia di Salinas, nello stato del Pará, passando per portare un’altra parola al vostro cuore. Nella nostra conversazione di oggi parleremo di una dichiarazione di Paolo agli Efesini che dice: "Per questa ragione, piego le mie ginocchia davanti al Padre, dal quale prende nome ogni famiglia nei cieli e sulla terra. " Qui, troviamo un’affermazione biblica del fatto che Dio è Padre, che ha dei figli, che la Sua famiglia è sia in cielo, sia sulla terra.
Avrai già ascoltato la frase: "Dio è Padre", secondo il testo può essere vera, non significa però che automaticamente siano tutti figli di Dio. Se tu volessi comprendere un po’ di più, rimani con me e nei prossimi minuti avremo una conversazione onesta, franca e biblica su questo argomento: Dio è Padre. La prima cosa che dobbiamo sottolineare quando riconosciamo la possibilità di avere Dio come Padre, è che Lui realmente esiste.
L’apostolo Paolo dice, nel testo di Efesini che abbiamo citato, che Lui è il Padre dal quale tutta la famiglia prende il nome. Perciò, la domanda è: sono tutti necessariamente figli di Dio? La risposta che ci dà la Parola di Dio a questo proposito è no, non tutti sono figli di Dio, nonostante tutti possano diventarci, possano diventare figli di Dio.
Nel Vangelo di Giovanni, nel capitolo 1, nei versi 11 e 12, la Bibbia, parlando di Gesù dice: "Egli è venuto in casa Sua, e i Suoi", parlando del Suo popolo, "non lo hanno ricevuto. " Poi, nel verso 12, la Bibbia dice: "ma a tutti coloro che Lo hanno ricevuto, Egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio. " Questo significa che non tutti sono figli di Dio.
Possono essere fatti, possono diventare figli di Dio. Perciò, diventare figlio di Dio o meno è relativo al fatto di ricevere o meno la persona del Signore Gesù. La Bibbia dice che Dio ha amato il mondo di tal modo, che ha dato il Suo figlio unico.
Quando Dio inviò Gesù, Gesù era figlio unico, questo significa che non aveva altri figli, ma, per mezzo di Gesù, Lui che entra come figlio unico, possiamo diventare figli di Dio. La Bibbia dice che Gesù è venuto per diventare il primogenito di molti fratelli, il primo di molti altri figli. La buona notizia è che sì, in Cristo Gesù, credendo nell’opera di Gesù sulla croce, invocando il Suo nome possiamo diventare figli di Dio.
Ma dobbiamo comprendere cos’è realmente diventare figlio di Dio. Non è solo il privilegio di essere aggregati ad una famiglia, la cosa è molto maggiore e più profonda di questo. La prima verità che dobbiamo evidenziare, quando riconosciamo Dio come Padre e noi come Suoi figli, è che un figlio riproduce la natura del Padre.
Il Padre trasmette il suo DNA al figlio e questa è una cosa che dobbiamo comprendere in Dio. L’esperienza della nuova nascita, della quale Gesù dice: "Dovete nascere di nuovo". Gesù dice: "Se uno non è nato di nuovo, non può vedere, non può entrare nel regno di Dio, perché l’unica cosa che ci immette nel regno e nella relazione col Padre è l’esperienza della nuova nascita, è la rigenerazione.
La Parola di Dio dice, nella lettera di Pietro, che siamo stati rigenerati per il seme incorruttibile della Parola di Dio. Quando la Parola viene predicata e accolta nel nostro cuore essa ha il potere di entrare e di rigenerare ognuno di noi, trasmettere la natura di Dio. Nella seconda epistola di Pietro nel capitolo 1, verso 4, la Bibbia dice che siamo diventati partecipi della natura divina.
È per questo che leggiamo là in Efesini 5:1, che dobbiamo diventare imitatori di Dio come figli amati. La Bibbia sta parlando di perdonare come Dio, in Cristo, ci ha perdonati. La Bibbia sta dicendo che è questa la natura, che è questo comportamento di Dio che noi, come figli, dobbiamo riprodurre.
Il Signore Gesù parlò a rispetto del pagare il male col bene e disse: "Così sarete figli del vostro Padre Celeste. " In altre parole, sta dicendo: "Quando riprodurrai la natura, le caratteristiche di tuo Padre questo confermerà la tua appartenenza. " Manifestare la natura del Padre è la prima cosa che possiamo notare in un figlio e voglio chiedere, se ti consideri già un figlio di Dio, hai riprodotto, hai manifestato la natura amorosa, che perdona, misericordiosa di Dio in questa terra?
Ti sei separato dal peccato per procedere in santità? Hai riprodotto questo codice genetico di Dio? Perché questa è la prima verità a riguardo di un figlio.
La seconda cosa che possiamo sottolineare, guardando nella prospettiva di che Dio è Padre, è che il figlio, in realtà, ha un’eredità. C’è un’eredità che ogni padre trasmette al figlio. Il libro di Proverbi dice che l’uomo di bene lascia un’eredità ai suoi figli e ai figli dei suoi figli.
Quando parliamo di un’eredità, dobbiamo intendere che è in Dio, che non stiamo parlando di un’eredità puramente naturale. Quando riconosciamo il nostro posto e la nostra posizione in Lui, come eredi, dobbiamo intenderlo nella prospettiva spirituale. La Bibbia dice che siamo eredi di Dio e co-eredi di Cristo Gesù.
Questa espressione "co-erede" significa erede assieme a. È questo che mi lascia entusiasta. Quindi significa che siamo tanto eredi quanto lo è Gesù.
Lo stesso Gesù che dice: "Tutto ciò che è del Padre è Mio", lo stesso Gesù che ci orienta chiaramente a partecipare ad ogni cosa, ad esser uno solo con il Padre, che c’è tutta questa eredità, Lui ci presenta questa visione che siamo eredi tanto quanto Lui. Questo significa che abbiamo non solo la vita eterna, ma tutto il regno del Padre a nostra disposizione. Pensar a tutto questo è qualcosa di molto entusiasmante per me, per il mio cuore.
Vedo alcuni che rifiutano Gesù e la possibilità di essere eredi, vedo alcuni che diventano figli e nel corso della camminata si perdono, perdono la meta, perdono il proposito, perdono la loro fede. Molte volte, riconosciamo che la prima prospettiva che è stata persa è quella dell’eternità, è di quello che ci aspetta. Normalmente, quando affrontiamo alcune tribolazioni queste possono scoraggiarci, ma, in Romani 8:18, l’apostolo Paolo dice: "Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non si possono eguagliarsi affatto alla gloria che sarà manifestata in noi.
" C’è qualcosa che ci aspetta nel futuro. C’è un’eredità eterna. La Bibbia dice: "La nostra patria è nei cieli, da dove aspettiamo un salvatore, il Signore Gesù, il quale trasformerà il corpo della nostra umiliazione affinché sia uguale al corpo della Sua gloria.
" La Bibbia indica non solo una patria, una casa celestiale che ci aspetta, un luogo benedetto che ci è stato riservato, ma ci dà questa prospettiva di godere dell’eredità stessa, della glorificazione del corpo che ha il Signore Gesù. Dobbiamo comprendere che la parte di questa eredità comprende quello che ci aspetta nel futuro ma, parte di questa eredità, comprende una cosa che possiamo provare in Dio sin da adesso. Nella 1ª lettera di Giovanni, nel capitolo 3, nel verso 2, la Bibbia dice: "Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo.
sappiamo però che quando Egli sarà manifestato, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è. " La Bibbia sta dicendo: "Ora siamo figli. " Poi sembra che ci sarà un "upgrade", un’attualizzazione.
Ci aspetta qualcos’altro, ma possiamo già vivere il diritto di figli già da adesso. La parola del Signore ci mostra, nei Vangeli, che una persona si avvicina a Gesù chiedendo la liberazione di sua figlia che era terribilmente indemoniata. Gesù guarda quella donna e, riferendosi al fatto che i giudei avevano un’alleanza con Lui e i gentili non vi erano ancora stati inclusi, Lui le dice: "Guarda, non è lecito togliere il pane ai figli e darlo ai cagnolini.
" Praticamente, Gesù stava dicendo: "i giudei, per mezzo dell’alleanza di Abrahamo, sono i figli. Sono coloro che hanno il diritto di sedersi a tavola e mangiare il pane. Tu sei una che in casa ha il convivio, sei prossima e addirittura benvenuta qui", Lui usa la figura di un cagnolino di compagnia, ma sta dicendo: "Tu non sei nella stessa posizione dei figli per sederti a tavola e mangiare con loro.
" Questa donna si gira verso Gesù e dice: "Sì, ma i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola. " Praticamente, sta dicendo a Gesù: "Posso non trovarmi nella condizione di figlia ma, detto tra noi, i figli non stanno approfittando tutto ciò che è loro. Io non voglio usurpare il diritto dei figli, ma voglio poter godere di parte di ciò che stanno buttando via.
" Gesù guarda quella donna e dice: "Grande è la tua fede. " In quello stesso istante, la figlia di quella donna riceve la cura e la liberazione. Quindi, se c’è cura e liberazione a mia e a tua disposizione, quando godiamo già delle briciole, la domanda è: cos’è che non abbiamo a disposizione quando decidiamo di sederci a tavola come figli?
Quando assumiamo il nostro posto e la nostra posizione in Dio? Dobbiamo capire che, oltre al privilegio di partecipare alla natura divina, diventiamo eredi di Dio in Cristo Gesù. La terza ed ultima cosa, quando riconosciamo che Dio è Padre dobbiamo capire l’amore che questo Padre nutre per i Suoi figli.
Forse, la tua esperienza con la paternità, con la figura paterna può essere stata la migliore del mondo. Forse può non essere stata molto buona. Forse possa essere stata addirittura la peggiore.
La verità è che tu non puoi guardare Dio appena nella prospettiva della tua esperienza. Dobbiamo comprendere il cuore amoroso di Dio come Padre in relazione ai suoi figli. In Giovanni, nel capitolo 3, nel verso 16, la Bibbia dice: "Dio ha amato il mondo in maniera tale", questo " in maniera tale" potrebbe essere visto come "a tal punto, talmente intensamente, talmente pazzamente" che ha dato il Suo stesso figlio, Gesù.
L’apostolo Paolo lo rinforza. In Romani 8:32 dice: "Se Dio non ha risparmiato nemmeno il Suo stesso figlio, anzi, Lo ha consegnato per amore a noi, come non ci darà assieme a Lui tutte le cose? " In altre parole, l’apostolo Paulo, per lo Spirito Santo sta dicendo: "Se Dio ha dato ciò che aveva di migliore, se è arrivato al punto di dare Gesù, Lui fa qualsiasi pazzia per te.
Lui è disposto a fare qualsiasi altra cosa per te. " Dobbiamo vivere una relazione con Dio che, nonostante intendiamo il timore del Signore, la necessità da questa parte di procedere in obbedienza, dobbiamo intendere anche l’amore profondo che ha il nostro Padre Celeste. Il libro di Ebrei dice che, per mezzo del sangue de Gesù, abbiamo libero accesso, possiamo entrare con audacia nella presenza di Dio.
Quando preghiamo, non dobbiamo proporci come mendicanti, stendendo un cappello a Dio. Dobbiamo intendere il diritto dei figli non solo di partecipare alla Sua natura, non solo di ricevere la Sua eredità, ma di avere il Suo amore. Gesù dice: "Guarda, se voi che siete malvagi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre celeste darà cose buone a chi gliele chiederanno?
" Intendere l’amore di Dio ci porta oltre alla salvezza, oltre al comprendere l’eredità, ci porta a comprendere la protezione, la cura e la disposizione di Dio di intervenire nelle nostre vite. La mia preghiera è che tu possa assumere il tuo posto di figlio e vivere come tale davanti a Dio. Il mio desiderio è che tu che mi stai guardando e che non sei ancora diventato un figlio di Dio, che tu prenda posizione in Cristo Gesù.
Che tu possa confessarlo come Signore. Che tu possa credere con tutto il tuo cuore a quello che ha fatto per te sulla croce, consegnargli la tua vita e, in questo modo, diventare figlio di Dio per poi, a pieni polmoni, poter dire con noi: Dio è Padre!