Giovanni Pascoli, poetica e opere

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Videobigini Letteratura Italiana
A cura di Marco Citro. Questo Videobigino vi aiuterà a studiare per la maturità la poetica di Pascol...
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ciao ragazzi dopo aver raccontato la vita di pascoli vedremo oggi la poetica e le principali raccolte di questo poeta innanzitutto bisogna dire che pascoli così come tutti gli autori del decadentismo supera l'ottimismo del positivismo il mondo per lui è un atomo opaco del male come recita l'ultimo verso della sua poesia più famosa ovvero il 10 agosto non si può negare che la poesia di pascoli nasconda una forte inquietudine psicologica sicuramente la morte del padre che abbiamo visto nella vita ha rappresentato un grande trauma e da questo lutto deriva forse la sua paura nei confronti della
società e il suo rancore in particolare verso il mondo cittadino ecco perché le principali raccolte di pascoli trattano prevalentemente il tema della campagna e della natura intesa principalmente come luogo di serenità tranquillità ma anche di semplicità soprattutto nella sua veste diurna la notte invece la natura si trasforma appare così il mistero dell'inconscio che lascia emergere i fantasmi del passato in generale comunque la natura è una sorta di rifugio un luogo di difesa dalla violenza della società l'atteggiamento di pascoli dunque è una forma di escapismo ovvero una fuga da una realtà che non vuole vedere come
dicevamo all'inizio della scorsa puntata pascoli può essere definito un poeta simbolista e il simbolo che meglio rappresenta questa fuga e che ricorre più volte nelle sue poesie è il nido in idrho simboleggia la casa la famiglia un luogo chiuso in comunicante con l'esterno e in cui sono presenti amore protezione e solidarietà il nido e dunque il logo del bene e che si oppone a ciò che sta al di là ovvero la società che diventa quindi il luogo del male questo confine e spesso rappresentato da un secondo simbolo ovvero la siete oltre la siepe pascoli non
vuole guardare abbiamo già incontrato la siepe in un altro poeta forse uno dei massimi poeti della nostra tradizione ovvero giacomo leopardi all'interno della sua poesia più famosa che è l'infinito l'atteggiamento dei due poeti nei confronti della della siepe è radicalmente opposto questa può essere una domanda da maturità a tutte e due è cara la siepe ma se per leopardi essa rappresenta un confine necessario per poter sprigionare tutta la forza dell'immaginazione dice leopardi ma sedendo e mirando interminati spazi di là da quella esso frw sovrumani silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo quindi ecco
dunque in questo modo leopardi può evadere da recanati dalla sua gabbia dorata e raggiungere almeno con il pensiero quegli arcani mondi e quella arcana felicità che va cercando per pascoli invece la siepe rappresenta una protezione il limite oltre il quale non dover guardare perché là fuori c'è il male del mondo scrive pascoli e tu pur siepe immobili al confine tu parli breve parli tu perché fuori dc un divieto acuto come spine dentro un assenso dello come fiori questa barriera viene rappresentata da pascoli anche attraverso altri simboli come ad esempio il muricciolo di cinta o la
nebbia un altro aspetto della poetica di pascoli sta nel fatto che la sua poesia è ricchissima di oggetti di piccole cose davanti alle quali i poeta manifesta un osservazione stupita e minuziosa le realtà più semplici e umili soprattutto del mondo della campagna del mondo domestico accendono in lui delle vere e proprie illuminazioni questo è importante per pascoli tutta la natura è poetica il trifoglio come i fiorellini di campo i passeri i bimbi che giocano tutti gli umili oggetti della casa perché per pascoli tutto ciò che è naturale è in automatico poetico solo il poeta è
in grado però di cogliere queste illuminazioni perché nei confronti della natura ha un atteggiamento molto particolare ovvero quello del fanciullino siamo davanti alla terza parola chiave della puntata il fanciullino è in nome del saggio più rilevante di pascoli pubblicato per la prima volta nel 1897 rappresenta un vero e proprio manifesto di poetica pascoli ci spiega che per cogliere gli aspetti più profondi della realtà bisogna tornare bambini perché solo loro riescono a meravigliarsi davanti a tutto i bambini non si annoiano mai ma colorano con l'immaginazione il mondo che li circonda come disse aristotele la meraviglia è
la scintilla della conoscenza cioè solo quando ci meravigliamo davanti a qualcosa siamo veramente pronti a conoscerlo ad esempio mentre il nostro insegnante parla di pascoli noi ci annoiamo e così le nozioni c entrano da un orecchio e ci escono dall'altra però se per caso siamo appassionati di qualcosa come ad esempio i tatuaggi e ci meravigliamo davanti a questi allora siamo pronti a conoscerli conosciamo tutti gli stili i tattoo autori le lettere ecco dunque che i bambini hanno innata dentro di loro questa attitudine alla meraviglia e quindi alla conoscenza il fanciullino dunque sa vedere ma attenzione
perché non sa dire cioè non sa esprimere ciò che sente con il passare degli anni questa capacità sparisce ma dice pascoli il fanciullino rimane per sempre dentro di noi con in mano un campanellino d'argento che fa suonare quando ci dovremmo meravigliare cosa accade che l'uomo adulto non lo sente più uomo adulto e capace a questo punto di dire ma non sa più vedere l'unico e ancora in grado di sentirlo è il poeta il poeta e dunque l'unico in grado di vedere il mondo con gli occhi del bambino è capace dunque di trasmettere queste illuminazioni il
paragone chiaramente con i simbolisti francesi anche per loro il poeta è un veggente cioè vede ciò che gli altri non riescono a vedere la più grande differenza però sta nel fatto che in pascoli il poeta non ha bisogno di assumere droghe per riuscire a cogliere queste rivelazioni come per i simbolisti francesi questo tipo di conoscenza è basato sull'introduzione e non sui procedimenti conoscitivi razionali come la riduzione o la l'induzione tutto ciò l'abbiamo già visto nella puntata del simbolismo francese la poesia dunque non si può inventare ma la si scopre la vera poesia scrive pascoli e
rivivere ciò che fu il fanciullino rappresenta la parte più semplice più buona più inconscia di ogni uomo è la nostra naturalità il nostro io più profondo e autentico che si sente vicino alla natura e apprezza le piccole cose e scopre delle relazioni spesso analogiche quindi non logiche che l'adulto non sa più vedere il fanciullino è dunque il nostro sentimento poetico la nostra bontà originaria fanciullino rifiuta il male proprio perché non lo conosce ecco dunque che da questo saggio emerge il quarto concetto importante della poetica di pascoli ovvero la funzione della poesia la funzione della poesia
secondo pascoli è una funzione sociale che può migliorare il mondo in cui viviamo la poesia infatti fa emergere i fanciullini presenti dentro ognuno di noi in tal modo ci rende buoni ci consola dei nostri dolori e contribuisce a spegnere e l'odio e la violenza sociale attenzione ragazzi però perché il male del mondo secondo pascoli e tu innanzitutto c'è male cosmico rappresentato dalla morte il destino inevitabile di ogni uomo il male cosmico non si può combattere il poeta si limita semplicemente a contemplarlo a prenderne atto davanti a questo male il suo atteggiamento è quello tipico di
tutti gli autori decadenti ovvero si limita a esprimerlo all'interno dei suoi testi senza poter far niente è un atteggiamento passivo il secondo male invece è un male storico prodotto dall'uomo dall'odio dalla violenza e dalla rivalità tra gli individui questo male come dicevamo poco fa si può attenuare grazie alla poesia la quale consolando i lettori elimina le cause della violenza sociale e finalmente diffonde tra gli uomini la concordia bene ragazzi questa era la poetica di pascoli passiamo ora a vedere le più importanti raccolte di poesie di questo autore innanzitutto spiccano sicuramente due raccolte le myricae e
i canti di castelvecchio in cui ben si vede tutto ciò che abbiamo detto fino adesso la raccolta myricae a molte edizioni la prima risale al 1891 e comprende 22 testi l'ultima al 1903 viene ampliata e conta ben 156 poesie sono divise in quindici sezioni che hanno una certa omogeneità sia metrica che tematica tra una sezione e l'altra sono presenti alcune poesie isolate e più lunghe il titolo molto importante è una parola latina myricae significa tamerici ovvero quei piccoli arbusti tipici della macchia mediterranea questo termine in latino viene ripreso da pascoli dalle bucoliche di virgilio le
tamerici diventano il simbolo di una poesia che racconta piccoli eventi della vita quotidiana come scene di lavoro nei campi temporali il susseguirsi monotono delle stagioni le stesse tematiche le troviamo anche all'interno della seconda raccolta più importante di pascoli ovvero i canti di castelvecchio anche questa raccolta a diverse edizioni la prima risale al 1903 l'ultima al 1910 che presenta la giunta anche qua di diversi testi in totale l'opera conta 60 poesie questa volta non suddivise in sezioni il titolo è ispirato al luogo di soggiorno di pascoli ovvero la casa che riuscì a comprarsi a castelvecchio di
barga sull'appennino toscano lo stile di myricae e di canti di castelvecchio è molto simile pascoli utilizza una sintassi fortemente paratattica cioè lineare con poche subordinate è particolarmente attento alle figure di suono sono presenti quindi onomatopee ovvero pascoli riporta sulla pagina il suono degli oggetti o il verso degli animali ad esempio il gre grethel eran l sono presenti i phone simbolismi ovvero pascoli utilizza parole che richiamano il rumore come ad esempio il bollino del temporale per rappresentare appunto il rumore del temporale che si avvicina oltre a ciò sono presenti anche tantissimi giochi vocalici a questo proposito
si parla spesso della tecnica impressionistica di pascoli riprendendo una categoria tipica della pittura nel senso che pascoli rappresenta la realtà così come la sente è quasi come se il poeta registrasse dati visivi e uditivi e li riportasse simultaneamente nei versi ciò si vede molto bene in due poesie in lampo e il lavandare sono sicuro che le andrete a vedere una terza raccolta di pascoli forse meno importante quanto meno per la maturità sono i poemetti pubblicati per la prima volta nel 1897 in seguito divisi i primi poemetti e nuovi poemetti sono poesie più lunghe e maggiormente
narrative ma le tematiche sono sempre le stesse delle raccolte precedenti infine ultima opera i poemi conviviali quella prima edizione risale al 1904 lo stile di questa raccolta è più elevato classicheggiante infatti la raccolta è dedicata al mondo greco e orientale il mito e la storia sono al centro di questa raccolta è qui pascoli mostra tutta la sua erudizione la sua cultura che in certi casi diventa quasi ossessiva sembra quasi con questa raccolta i poeti conviviali voler gareggiare con il suo maestro carducci ma anche con il suo amico insieme anche rivale gabriele d'annunzio che sarà l'autore
che vedremo nella prossima puntata bene ragazzi con questo è tutto ci trovate sempre qui nel bagno di mark tv a e se vedete che per caso è occupato non vi preoccupate bussate riapriremo sempre ciao ragazzi [Musica]
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