ciao ragazzi finalmente oggi posso parlarvi di un libro per me molto importante grazie al quale inizieremo a entrare nel mondo burrascoso di uno dei più grandi scrittori della nostra tradizione vittorio alfieri siamo nella seconda metà del settecento e vittorio alfieri è il primo poeta italiano che anticipa uno dei più grandi e importanti movimenti dell'ottocento il romanticismo che come vedremo nelle prossime puntate esalterà il sentimento la soggettività e l'istinto alfieri fu prima di tutto autore di tragedie in versi ma compose anche trattati poesie e questa importantissima autobiografia che utilizzeremo oggi per raccontare l'incredibile vita dell'autore e
che ci aiuterà anche a capire tutta la potenza di questo animo dal forte sentire è proprio questa la definizione che alfieri da del suo errore tragico un animo dal forte sentire cioè un uomo che sente più di altri certe contraddizioni del proprio tempo e non può rimanere immobile perché spinto da un'insaziabile sentimento di libertà sebbene abbia accennato al romanticismo alfieri vive in mezzo al settecento in pieno illuminismo e identifica nella tirannide il suo più grande nemico l'eroe dal forte sentire che è prima di tutto un poeta è disposta a sacrificare la vita nella sua lotta
contro la brama insaziabile di potere del tiranno non mi avrete mai come volete voi piuttosto che diventare schiavo l'eroe sceglierà la morte in alfieri non ci sono vie di mezzo o l'ombra o la luce non ci sono alternative o il tirannicidio o il suicidio per questo motivo le tragedie di alfieri durante il risorgimento favorirono la formazione di una coscienza nazionale e infiammarono il sentimento politico e patriottico verso l'unità d'italia oggi come accennavo racconteremo la vita di vittorio alfieri prendendo ad ampie mani dalla sua autobiografia con qualche piccola libertà per renderla ancora più chiara nelle prossime
puntate ci concentreremo sulla sua produzione di trattati e tragedie partiamo vittorio alfieri nacque ad asti nel 1749 da una nobile famiglia piemontese rimase orfano di padre nei primissimi anni di vita e venne così affidato alle cure di un precettore fin da piccolo manifestava un carattere malinconico inquieto per questo trascorso un'infanzia chiusa e solitarie sentiva dentro sé un'ansia di grandezza ma non sapeva ancora in quale attività indirizzare la sua fame dal 1758 al 1766 fu inviato all'accademia militare di torino la famiglia voleva infatti che intraprendesse la carriera militare definirà questo periodo come anni di in educazione
per via dei pessimi insegnanti che ebbe la sfortuna di incontrare addirittura era costretto a leggere di nascosto l'orlando furioso finché non gli venne definitivamente sequestrato tornato ad asti per combattere la noia della vita nobiliare dal 1766 al 1772 il giovane vittorio quasi scappò di casa e iniziò a viaggiare attraverso tutta l'europa dalla spagna alla russia in preda a un ansia di vita sempre delusa sono sempre scontento di me stesso e di ogni cosa per questo mi sveglio ogni notte con una voglia matta di far a pugni i suoi viaggi sembrano continue fughe punteggiate di amore
sconvolgenti e da furiosi accenti dire da un continuo correre irrequieto ogni città in cui giunge e affascinante i primi giorni brucia di vite di donne poi il mattino seguente vittoria si sveglia rimane solo la noia e la voglia di ripartire i mesi che trascorse in inghilterra sono degni del miglior romanzo romantico tra fughe rocambolesche a cavallo in seguito da mariti traditi duelli e ossa rotte apro una piccola parentesi sull'amore infinito che alfieri provava per i cavalli alla fine della sua vita possedeva 19 cavalli la corsa uno per ciascuna delle 19 tragedie che pubblicò nessuno sottolinea
questo aspetto ma leggendo la sua autobiografia appare chiara questa passione se non avessi imparato a scrivere avrei di sicuro fatto il cavallaro altieri tenne nascosta questa sua passione ma scrive che ci sono delle notti in cui addirittura preferisce dormire nella stalla piuttosto che in casa la mattina appena sveglio per prima cosa 2 ora tutta velocità saltando fossi attraversando boschi poi poteva dedicarsi al resto ma torniamo ai suoi viaggi a parigi e rimase inorridito dall'atteggiamento del re vanitoso altezzoso supponente e nacque così lui l'odio per la tirannide più sporche delle strade a parigi solo il cielo
fuji disgustato dalla prussia che definì un orribile caserma una regione troppo quadrata e organizzata appunto come una caserma militare si sentiva a suo agio soltanto nella solitudine delle selve scandinave e del deserto dell'aragona dove poteva leggere infatti in questo periodo con pile letture più importanti gli enciclopedisti francesi machiavelli cervantes shakespeare e soprattutto plutarco uno scrittore greco autore di un'opera molto importante dal titolo le vite parallele biografia di grandi uomini dell'antichità raccontati appunto in parallelo che accesero dentro il suo animo una febbre di azioni eroiche nel 1772 il nostro alfieri si trasferì a torino continuando la
sua dissipata e disordinata vita poi per caso 1775 ebbe la più importante rivelazione della sua esistenza una vera e propria svolta mentre assisteva la sua donna malata forse per noia forse per fame d'espressione prese per la prima volta in mano una penna e compose il primo abbozzo di una tragedia sulla scoperta di una vocazione quando scriveva sentiva a placarsi l'ansia sparire la noia aveva trovato un ideale capace di dare un senso alla sua vita la poesia questa prima tragedia si intitola antonio e cleopatra ed è fortemente autobiografica in quanto la figura dell'eroe antonio e combattuta
tra la fama di gloria e l'amore di una donna proprio ciò che vive vittorio in questo momento da una parte deve soccorrere una donna malata dall'altra assente per la prima volta l'ansia di voler diventare il numero uno la sua esistenza da questo momento cambiò radicalmente si trasferì in toscana per imparare l'italiano alfieri ha però già 26 anni se pensate che leopardi verga pirandello scrivono alcune delle loro opere poco più che sedicenne potete capire l'enorme gap culturale e di artigianato alla scrittura di cui soffre vittorio praticamente ancora verginale lettere ma la tenacia di alfieri non ha
pari volli inabissarsi nel vortice grammaticale scrive iniziò a studiare voracemente il classici della nostra letteratura dante petrarca ariosto e machiavelli e per questo scelse la toscana per trascorrere la sua nuova vita la culla dell'italiano decisi di non leggere né parlare né pensare più in francese il francese era infatti la lingua dei nobili e rappresentava il predominio anche culturale della francia insomma il francese per tutto il settecento e l'ottocento erano come l'inglese oggi ma studiando alfieri capi che più nei volti melli pesi and his own francesi c'è più gli scogli più appaiono superficiali non sono mica
italiani la sua rivalità verso il predominio culturale francese lo porterà addirittura scrivere il muso gallo e già il titolo dice tutto vittorio alfieri nonostante questo cambiamento radicale di vita come potete ben capire mantenne il suo temperamento impetuose appassionato tutto rivolto all'affermazione della propria individualità parallelamente maturò la sua avversione per la tiranni della nobiltà classe a cui tuttavia lui stesso apparteneva e allora prese la decisione 1778 di rinunciare al titolo aristocratico ea tutti i suoi beni a favore della sorella sia chiaro mantenne comunque un'alta pensione vitalizia che gli consentisse di dedicarsi alla letteratura e di essere
libero non soggetto ad alcun re insomma alfieri si fece mecenate di se stesso inoltre si legò a luisa a stolberg che rimase con lui al suo fianco fino alla morte e così in poco più di un decennio compose le sue più grandi opere i trattati le 19 tragedie e un'ampia produzione di poesie le rime e nel 1790 iniziò la stesura della vita la sua autobiografia visse per lo più a firenze con alcuni viaggi sporadici a parigi dove si recò tra l'altro nel 1789 per curare la pubblicazione definitiva di tutte le sue tragedie qui infatti c'erano
i migliori tipografi d'europa avete capito bene per caso a luglio del 1789 vittorio alfieri fu a parigi e assiste quindi di persona allo scoppio dell'evento più importante della modernità occidentale la rivoluzione francese inizialmente la salutò con toni entusiastici scrivendo lode a parigi bastiglia ta in seguito nel grande caos della guerra civile il rischio di essere lui stesso linciato il suo era un cognome aristocratico in modo ancora una volta incredibilmente rocambolesco mimetizzando la sua carrozza riuscì miracolosamente a tornare in italia incolume da questo momento provera diffidenza anche nei confronti dei rivoluzionari francesi nell'ultimo periodo della sua
vita si chiuse sempre più in se stesso e compose anche opere polemiche contro i suoi contemporanei 17 satire e il miso gallo a cui accennavamo poco fa visse nella speranza di un'italia futura libera indipendente e morì nel 1803 venne giustamente sepolto insieme ai grandi della nostra letteratura a firenze nella chiesa di santa croce bene vi lascio con un suo ultimo pensiero proprio dedicato alla morte non perdo mai occasione di imparare a morire il più grande arti mor più abbia della morte e di temerla fate come alfieri ragazzi inseguite sempre i vostri sogni con la forza
della volontà volli e volli sempre è fortissimamente volli ciao prossimo [Musica]