Rai 5 - I grandi della letteratura Italiana: Eugenio Montale

34.43k views5961 WordsCopy TextShare
Katya Madio
Video Transcript:
[Musica] [Musica] [Musica] [Musica] eugenio montale nasce a genova il 12 ottobre 1896 nel giugno del 1915 si diploma ragioniere l'italia è entrata nella prima guerra mondiale da poche settimane anche montale raggiunge il fronte nell'ultimo anno di guerra 1919 ungaretti pubblica allegria di naufragi tra il 1920 e il 1922 pubblica i primi articoli di critica e alcune poesie a monterosso nelle cinque terre frequenta anna degli uberti sarà poi annetta e arletta nelle sue poesie nel 1921 umberto saba raccoglie la prima edizione del canzoniere nel 1925 esce la prima edizione di ossi di seppia nel 1927 lascia
genova e si trasferisce a firenze dove conosce drusilla tanzi nei suoi versi la futura mosca nel 1933 incontra la giovane studiosa statunitense irma brandeis la futura clizia nel 1939 pubblica le occasioni durante la guerra fa il traduttore politicamente è vicino al partito d'azione il 2 giugno 1946 nasce la repubblica italiana presto si allontana dall impegno politico nel 1948 è assunto al corriere della sera nel 1949 incontra la giovane poetessa maria luisa spaziani la futura volte nel 1956 escono la bufera è altro che la raccolta di racconti la farfalla di dinard dopo anni di convivenza nel
1962 sposa brusi la calzi la quale morirà l'anno dopo nel 1965 vittorio sereni pubblica gli strumenti umani nel 1967 è nominato senatori a vita nel 1971 esce satura raccolta di svolta rispetto al montale precedente nel 1973 è la volta di diario del 71 e del 72 nel 1975 gli viene assegnato il premio nobel della letteratura nel 1977 pubblica la raccolta quaderno di quattro anni nel 1980 rossana beccarini e gianfranco contini curano l'opera in versi l'edizione critica delle poesie montaliane muore a milano il 12 settembre 1981 [Musica] parte da genova il nostro racconto sul genio montale
il cui importante poeta italiano del novecento e non solo per chi ha vinto il nobel sì lo ammetto è un affermazione che qualcuno potrà non condividere d'altronde la poesia è una passione partigiana più ancora della letteratura in prosa ecco ma al di là del dibattito non c'è dubbio che è un genio montale è il più rappresentativo poeta del novecento italiano [Musica] fate una prova come ricordate quanti versi iniziali o finale conoscete riconosciuta nella vostra memoria tutte le parole le immagini che si sono depositate dentro di voi dall'opera di questo poeta meriggiare pallido e assorto esterina
i vent'anni ti minacciano spesso il male di vivere ho incontrato felicità raggiunta si cammina per te sul fil di lama forse un mattino andando in un'area di vetro gloria del disteso mezzogiorno non chiederci la parola che squadre da un lato dissipa tu se lo vuoi questa debole vita che si lagna ciò che non siamo ciò che non vogliamo e abbiamo presi versi solo dalla sua prima raccolta ossi di seppia meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro torto ascoltare tra i primi e gli sterpi schiocchi di merli frusci di serpi delle crepe del suolo sulla
vecchia spiarle file di rosset formiche ora si rompa ed ora si intrecciano a sommo di minuscole b che osservare tra affronti il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremoli scritti di cicale dai caldi picchi e andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia come tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che è in cima cocci aguzzi dei bottini abbaglia meraviglia travaglio muraglia bottiglia e l'osso primigenio montale a vent'anni e il 1916 e scrive meriggiare è una poesia che parla ancora oggi della nostra esistenza ci rende familiare
quel muretto assolato coperto di cocci aguzzi e quelle scale di mare esistenza libertà dolore montale el'intensità della voce poetica che tende a trasformare in assoluto la modernità l'opera di eugenio montale offre un compendio perfetto delle avventure della poesia moderna e anche delle inquietudini delle migliori elite borghesi c'è nella sua poesia simbolismo e crepuscolarismo cioè un d'annunzio depresso e un eliot mediterraneo c'è il razionalismo ma c'è anche l'attesa del miracolo una sorta di teologia negativa [Musica] ripartiamo da queste strade da questi palazzi dove montale nacque figlio della buona borghesia commerciale genovese è avviato a studi tecnici
il ragionier montale consegue il diploma mentre l'italia entra nella grande guerra intanto prende lezioni di canto e comincia la sua formazione da autodidatta un miracolo di determinazione e originalità da sempre passare state nella casa di famiglia a monterosso alle cinque terre io ero scriverà in un racconto autobiografico giunto a 15 e poi a 20 e poi a 25 anni senza aver preso una decisione ricco di imprecisabili vocazioni extra commerciali montane adolescente e poi giovane si sente diverso un inetto alla vita pratica forse fu anche per questo che apprezzò linetti di svevo che elogiò nell'omaggio che
uscì lo stesso anno degli ossi di seppia e insieme a questo sentimento di esclusione che nasce la sua coscienza di intellettuale e di letterato pensai presto e ancora penso scriverà anni dopo che l'arte sia la forma di vita di chi veramente non vive un compenso o un surrogato come saba come penna come altri letterati del novecento montale non ha fatto grandi studi umanistici ma si è formato soprattutto da autodidatta le influenze decisive nella sua formazione dell'adolescente sono state probabilmente quelle delle correnti cattoliche moderniste delle filosofie della crisi da nicea berkson la lettura di alcune riviste
poetiche importanti non solo poetiche la voce la riviera ligure riviste francesi e soprattutto i poeti francesi simbolisti e non partendo dalla sua formazione di autodidatta in realtà montale avuto una grande curiosità con le forme della cultura contemporanea anche in maniera specifica nell'ambiente ligure e genovese con la suggestione dei poeti poin i più anziani come roccatagliata ceccardi è più vicini come camillo sbarbaro e poi una grande curiosità di lettore il suo gusto è un gusto quello del giovane montale tipico di allora un gusto frammenti sta lui avrebbe dato per una bella pagina probabilmente tutta l'opera di
balzati si leggi francesi e su tutti baudelaire verlaine valeri poi si confronta con i poeti dalla sua terra sbarbaro boine fa i conti con d'annunzio con pascoli ma essenzialmente sin dagli inizi montale è un poeta senza maestri ascoltami i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati bossi l'industry o accanti io per me amo le strade che riescono a gli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla le viuzze che seguono i ciglioni discendono tra i ciuffi delle canne immettono negli orti tra gli alberi dei limoni
eugenio montale esordisce negli anni 20 che sono anni di ritorno all'ordine non solo politico ma anche estetico le arti negli anni venti hanno tutte una svolta in europa di tipo diciamo neoclassicista quindi c'è nelle prime poesie di montale questa svolta di tipo classicista ci sono però ancora gli echi del periodo vociano avanguardista soprattutto in un certo lessico espressionistico cell crepuscolarismo montale amava molto gommoni e c'è ovviamente la poesia francese moderna all'inizio soprattutto quella più musicale ad esempio di divertente ci siamo il ragioniere l'impiegato svogliato della ditta di famiglia il giovane perennemente inadeguato alle cose concrete
della vita propone a piero gobetti giovane antifasciste suo futuro editore la sua prima raccolta esce a giugno del 1925 montale a 29 anni e lascia subito un segno nella storia della poesia gli ossi di seppia sono stati una voce molto particolare nella poesia degli anni 20 no perché hanno espresso tutto il male di vivere moderno praticamente no tutto la difficoltà del riconoscere la realtà in una sforzo però di guardare anche all'inafferrabile segreto che la realtà comporta racchiude in sé degli ossi di seppia al suo primo libro montale è riuscito a fondere poetiche suggestioni diverse con
grande abilità tecnica e da catalizzatore hanno fatto da una parte il paesaggio lo scabro paesaggio ligure marino e dall'altra una situazione esistenziale che ha una situazione sostanzialmente di aridità di impotenza sono questi gli ossi di seppia un rifiuto del mare un avanzo del ciclo vitale eppure sono qualcosa di leggero che continua a galleggiare nella vita e nella natura sia pure alla deriva quella vita che scandagliata dai versi del primo montale così tra suggestioni filosofiche e letterarie e musicali il suo mal stare al mondo diventa una condizione universale un disturbo cronico e esistenziale il male di
vivere è servito spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia era l'incarto char si della foglia riarsa era il cavallo stramazzato bene non seppi fuori del prodigio che schiude la divina indifferenza era la statua nella sonnolenza del meriggio nella nuvola e il falco alto elevato una raccolta che passerà di mano in mano a generazioni di italiani un punto di vista sul mondo apparentemente individuale proprio mentre il mondo italia compresa e attraversato da sussulti politici epocali e di massa usciti da una guerra avanza il massimalismo di ogni parte il fascismo ha
già preso il potere imposto uno stile roboante vitalistico il contrario esatto del temperamento di montale le poesie degli ossi quasi tutto si gioca tra anonimia in fornita dell'io del poeta e tentativo disperato di dare una forma in nome a questo soggetto uno dei temi più autentici di montale lo resterà per tutta la sua produzione proprio questo quello delle vite strozzate che non riescono a svilupparsi in pienezza i tratti della condizione umana che montali individua sono privati di ogni certezza positiva e la vita può essere descritta soltanto in negativo ciò che non siamo ciò che non
vogliamo non chiederci la parola che squadre da ogni lato l'animo nostro in forme a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo un polveroso prato l'uomo che se ne va sicuro agli altri ea se stesso amico e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillabe e secca come un ramo codesto solo oggi possiamo dirti ciò che non siamo ciò che non vogliamo il libro in cui il poeta legge la sua condizione in cui trova il
suo male di vivere e il paesaggio ligure la monterosso delle cinque terre la sua natura essenziale e il suo mare mondo negli occhi di sette al paesaggio ligure fondamentale in particolare il paesaggio della liguria orientale nelle cinque terre è un paesaggio canicolare un paesaggio arido scabro sotto cui il mondo è l'io sembrano sostanzialmente annullarsi è un paesaggio quindi che corrisponde immediatamente una situazione esistenziale di abilità e l'impotenza mentre nei primi testi come meriggiare montale descrive questo paesaggio e poi ci dà il commento esistenziale negli ultimi testi come arsenio aggiunto a partire dalla seconda edizione degli
ossi di seppia la descrizione il commento per così dire si fondono in un avventura in una figura in un mito personale alla maniera anglosassone giuseppe marcenaro genovese bibliofilo giornalista e scrittore custode di centinaia di aneddoti su storie di poeti e scrittori italiani e francesi se eugenio montale ha curato una mostra è scritto una biografia quando pensi a montale cosa pensi curiosamente penso al dialetto genovese perché quando lo incontrai volle che parlassimo genovese quando entra gli dici buongiorno e lui mi disse che venivo da genova mi disse e lo diro un dialetto come dice sì a
stare a sentire le mezzo che parliamo senese che vuol dire usando la forma aulica sia sentire vo signoria e meglio che parliamo un dialetto e volete le racconterò di tele raccontarsi i personaggi ma non ne conosceva nessuno però allora capì che era un sublime pettegolo e che parte dalla sua poesia poggia su questa capacità tutta sua e tutto molto genovese di raccontare i fatti segreti degli altri infatti la poesia di montale e il mondo sotterraneo di un'esistenza che attraversa la borghesia di questa città nel 1927 a 31 anni montale lascia genova e la liguria si
trasferisce a firenze all'epoca uno dei centri della vita culturale italiana qui conosce drusilla tanzi è già sposata ma sarà la sua compagna per 35 anni matrimonio compresi a sorpresa lui privo della tessera del partito fascista viene nominato direttore del gabinetto letterario dbs la prestigiosa biblioteca conto di incontro tra la cultura italiana ed europea lo dirigerà fino al 1939 quando sarà rimosso perché non fascista resterà a firenze fino all'inizio del 1948 nel 27 sono data firenze che noi ricordare le sorti ero segretario dell'editore ben paraggi lui sperava che io potessi trovare un libro come pinocchio che
avesse assicurato la prosperità dell'azienda per molti anni in mano durante quell'anno non trovai pinocchio e b poi una diminuzione di stipendio dell'otto per cento imposta dal duce a tutti gli impiegati sia statali che privati finalmente ha presi tanto diciamo così non stanca perché era un sotterraneo così una specie di poe geo al gabinetto ds che era una una biblioteca nell'ottocento molto importante visitata da tutti gli stranieri è già in carico con era lì ero direttore è durato fino a è durato fino al 38 poi fui licenziato per ragioni politiche e non a rischio al partito
trascesi per questo volevano liquidarmi con la qualifica di commesso di libro dire a firenze collaborare è abbastanza di lamenta solaria il direttore era carocci poi più tardi il rivo fianco già un siro ferrata che era laureato da poco e quelli furono gli anni miglioli della rivista insomma perché è una rivista in cui si parlava di letteratura straniera si parlava dei tanti argomenti evitando il tasto diciamo della politica a firenze entrano in quello che era poi il filone forse più vivo della cultura italiana degli anni del fascismo dove dall orizzonte nazionale si cercava un affacciarsi verso
un orizzonte europeo alla rivista solaria per esempio non a caso il nome solaria deriva da riferimento alla città del sole di campanella quindi implicitamente c'era qualche cosa di sottilmente antifascista a quel momento firenze sta diventando una capitale letteraria italiana la capitale di lì a poco dell'ermetismo e la città del giovane luzi la capitale in cui si fanno altre esperienze di diciamo epigoni smo moderno di ultima modernità come quelle di tommaso landolfi nella città del caffè delle giubbe rosse dei fermenti letterari antifascisti anche di fronda fasciste [Musica] nel 39 da inaudi esce la seconda racconta le
occasioni è dedicata in b per decenni due lettere rimaste senza un nome una sola certezza il fatto che si tratti di una donna perché le occasioni un canzoniere d'amore e a varie presenze femminili rimandano i componimenti di questa raccolta la prima figura femminile importante per montale è stata la sorella marianna l'unica in famiglia a studiare materie umanistiche si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia da cui montale trasse conoscenze e stimoli poi c'è l'elenco infinito di quelle piccole e fugaci muse di un'estate di interi decenni di una vita arletta netta conosciuta monterosso è fatta morire
da montale in una sua poesia quando lasciò monterosso e ancora paola nicolodi e maria rosa solari e poi c'è la triade più importante la mosca clizia e la notte rosina tanzi irma brandeis cioè i b e maria luisa spaziani fin dall'inizio nella poesia di montale c'è un tool quasi potremmo dire istituzionalizzato nel passaggio verso le occasioni e poi verso la bufera il secondo il terzo libro questo tool si identifica sempre di più con un personaggio femminile che a tratti salvifici quasi stilnovisti c non dimentichiamo che a fine anni 30 esce un importante edizione delle rime
di dante a cura di gianfranco contini grande critico anche di montale è una figura su cui il poeta proietta tutto ciò che altro da sé tutto ciò che altro dalla propria impotenza in questa figura femminile si proietta proprio secondo la tradizione in fondo ma in senso moderno la tradizione della grande poesia d'amore medievale perfino ai rapporto con quella dallo stile novo a petrarca no questa volontà di cercare l'assoluto nel mondo nel moderno dove tutto si brucia nel fuoco dora markus berti liuba sono altre donne che popolano le occasioni con le loro apparizioni e poi la
scena nei celebri mottetti la seconda parte della raccolta è tutta per la sconosciuta con cui il poeta parla oggi sappiamo che la sconosciuta e irma brandeis studioso ebrea americana che montale frequentò tra il 1933 e il 1939 sarà la sua clizia ma non è in questa raccolta che prenderà questo nome non recidere forbice poi il volto solo nella memoria che si sfoglia non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempre un freddo cala duro il colpo svetta nella caccia ferita desse scrolla il guscio di cicala nella prima bellezza di novembre la
mora e perdita lontananza attesa fedeltà tutti questi momenti sostengono il poeta immerso in una condizione esistenziale pressoché infernale solo la donna è capace di far uscire dal torpore esistenziale solo lei può cooperazioni che io non può compiere ma alla fine l'amore più che con percy pienamente si sublima il romanzetto autobiografico parole di montale ha preso il posto del male di vivere libero la fronte dai ghiaccioli che raccoglie e stia attraversando l'alt e nebulose ai le penne lacerate dai cicloni ti vesti a soprassalti mezzo tv allunga mesi quadro il nespolo l'ombra nera s'ostina in cielo un
sole freddoloso el altre ombre che scantonano nel vicolo non sanno che si qui che poi a un certo punto irrompe a firenze il personaggio che è l'ispiratore fondamentale delle occasioni non lo fanno tutti clizia che è questa americana che arriva per incontrare montale al gs e irma brandeis si presenti i ii iii b il libro è dedicato a ibi che si presenta e scocca anche lì un'altra storia d amore impossibile la vita di montale costellata di amori impossibili quindi la mosca da una parte che vuole buttarsi giù dalla finestra irma che vuole portarla in america
lui descrive le lettere mi vogliono portare in america non ci voglio andare ma intanto scrive le occasioni libro sublime se c'è un un'opera letteraria che la spremitura dell'esistente nè prof le occasioni più di dieci anni dopo sono libro di un letterato più maturo che è passato in tanto da uno sfondo naturale ha uno sfondo soprattutto culturale anche come ambientazione delle poesie o iper culturale e che guarda soprattutto ai poeti anglosassoni in particolare a quella che monta le definisce la linea metafisica la linea della poesia che fa cozzare ciò che è razionale con ciò che razionale
non è e soprattutto se ne gli aussie esplicitava la sua condizione esistenziale qui invece la fa emergere dalla disposizione di certi oggetti che funzionano come amuleti ed emblemi potremmo dire lancia il sasso della della cosa dell'oggetto e nasconde la mano del sentimento e questa è la tecnica famosa di elliot del cosiddetto correlativo oggettivo [Musica] versa irma che è tornato in america montale costruisce il mito di krizia la musa che gli sarà accanto durante la bufera della guerra mondiale e immagine meta storica un mito che lega insieme le occasioni con la successiva raccolta la bufera è
altro che esce nel 1956 quando già da molti anni montali ha lasciato firenze e vive a milano la sua terza e definitiva città è una raccolta difficile di stile alto tendente al sublime e spesso all'oscurità una composizione su cui convergono diversi esperti della ricerca poetica e della vita di eugenio montale in cui predominano le presenze femminili ciascuna con la sua immagine e la sua missione la bufera porta al punto estremo no la complessità della ricerca forte della parola del moderno in montale attraverso il dialogo con figure femminili diverse si affaccia ancora clizia negli anni della
guerra fino agli anni della guerra si è è una presenza costante qui e successivamente la donna con cui montale e viveva chiamata la mosca noe che rappresenta la quotidianità e l'intimità normale del rapporto e poi c'è una donna misteriosa che poi era una poetessa ben nota la volpe cioè maria luisa spaziani no che invece rappresentano il il segreto che che in qualche modo esce da se stesso che cerca strade diverse dell'essere che tenta ma non è nemmeno totalmente cosciente di sé il polipo che insinua tentacoli di inchiostro tra gli scogli può servirsi di te tu
gli appartiene e non lo sai 6 lui ti credi te i versi della bufera coprono un arco temporale ampio fra il 1940 e il 1954 un periodo in cui succede di tutto le persecuzioni razziali la guerra la speranza del dopoguerra e la relativa delusione montaliana prima di chiudersi la fase cristiana consegna versi immagini incredibili quelli della primavera hitleriana folta la nuvola bianca delle falene impazzite turbina intorno a gli scialbi fanali e sulle spallette stende a terra una coltre su cui scritti ha come socio ero il piede l'estate imminente sprigiona ora il gelo notturno che capiva
nelle cave segrete della stagione morta negli orti che da maiano scavalcano questi renai da poco sul corso è passato a volo un messo infernale tra un'ala la di scherani golfo mistico acceso è palesato di croci a uncino l'ha preso inghiottito si sono chiuse le vetrine povere inoffensive benché armate anch'esse di cannoni e giocattoli di guerra ha sprangato il beccaio che ignorava di bacchi il muso dei capretti uccisi la sagra dei miti carnefici che ancora in mano il sangue si è tramutata in un socio tresconi da lì schiantate di larve sulle golene e l'acqua seguita a
rodere le sponde e più nessuno incolpevole così eugenio montale racconta la visita di da adolf hitler a firenze nel maggio del 1938 chi fa l'en impazzite accompagnano il corteo lungo l'arno fiorentino la città è gelata da un presagio di morte simboli di guerra e svastiche sono dappertutto hitler e mussolini stanno per andare a teatro assisteranno al simon boccanegra di giuseppe verdi e poi l'arrivo di krizia ormai un modello di angelo redentore simile alla beatrice di dante l'unica che con le sue virtù miracolistiche può purificare il mondo dalla peste della guerra imminente tutto per nulla dunque
delle cannelle romania san giovanni che sbiancava nolente l'orizzonte e impegni e lunghi ha dei forti come un battesimo nella lugubre attesa dell'onda a una gemma ri con l'aria stillando sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi gli angeli di tobia i7 la semina dell'avvenire che glieli ho troppi nati dalle tue mani tutto al suo e succhiato da un pollini che stride come il fuoco e appunti di silvio o la piegata primavera e pur fest sera gela in morte questa morte guarda ancora in alto clizia e la tua sorte dove il non mutato amore mutata serbi
fino a caccia eco sole che in the porte sia bacini né nell'altro e si distrugga in lui per tutti forse le sirene in rintocchi che salutano i mostri nella sera della loro tregenda si confondono già col suono che slegato dal cielo scende vince col respiro di un'alba che domani per tutti si riaffacci biancano essenziali di raccapriccio aeg reti ars eagles come avete sentito una poesia complessa difficile che trasfigura la realtà con luttuosi presagio la bufera rappresenta anche un confronto con la delusione del dopoguerra è un libro diciamo dantescamente misto a livello di stili tecniche di
soluzioni metri che è anche di temi è un libro in gran parte a chiave allegorica cristiano infernale però c'è un po di tutto c'è la prima parte parte di un estremo manierismo cupissimo c'è poi una parte più colloquiale in cui si sente che montale sta mettendo a frutto anche un'esperienza di prosatore narrativo e giornalistico e c'è un'ultima parte in cui cominciano a emergere peraltro quelle sinistre metafore gastronomiche che saranno tipiche del montale tarlo tentativo di esaurimento di una delle figure retoriche che più caratterizzano l'opera poetica di eugenio montale lo stimo vicinanza da lontano in moto
andare delirio di immobilità presenza nell'assenza fuga immobile triste meraviglia morte vitale allegra disperazione è stato breve il nostro lungo viaggio erano in geni quei furbi sole nero eternità distante miti carnefici sole freddoloso rombo silenzioso il 29 gennaio del 1948 eugenio montale viene assunto al corriere della sera e per anni dividerà la stanza del giornale con indro montanelli il suo primo articolo non firmato è un commento alla notizia della morte del mahatma gandhi e l'ambiente culturale milanese come raccogliere ben montale diventa subito a modo suo si pone come un personaggio una sorta di nume tutelare è
il poeta riconosciuto bisogna tener conto che sono gli anni giusti dove bisogna tenere conto anche dell'importanza di quest'uomo perché i militari nella seconda guerra mondiale andavano al fronte in guerra con gli ossi di seppia nello zaino quindi vuol dire che dentro a questi libri c'era la una forza vitale esistenziale un rapporto così intimo con le cose coi sentimenti che per forza doveva diventare l'uomo che è diventato montale per oltre 25 anni fino al 30 novembre del 73 montale debito a quello che è stato chiamato il secondo mestiere nei primi anni scrive oltre 100 articoli all'anno
e forse anche per l'esperienza giornalistica il poeta sente la necessità di un cambio anche del suo linguaggio poetico proprio mentre pubblica la bufera e teorizza una lingua alta qualcosa sta cambiando dal 56 al 62 montale non scrive più nessuna poesia sta prendendo la decisione di cambiare registro e di passare dal tragico sublime al comicon fino al satirico paradossale fino a una ventina d'anni or sono la poesia si distingueva dalla prosa per l'impiego di un linguaggio poetico che poteva essere anche prosastico mai in particolare accezione per l'uso di strutture metriche visibili ad occhio nudo il verso
la strofa il polimero ed anche per l'esclusione di contenuti che si ritenevano più adatti al trattamento prosastico i moderni poeti inclusivi non hanno fatto altro che trasportare nell'ambito del verso o del quasi verso tutto il carrozzone dei contenuti che da qualche secolo ne erano stati esclusi magari sorgesse un nuovo giovenale il poeta latino delle satire dice ad un certo punto montale siamo a metà degli anni sessanta l'impossibilità di una poesia sublime essendo ormai certa montale non sconfessa ovviamente se stesso ma sente che il processo di massificazione ha cambiato il mondo almeno quello occidentale eppure la
poesia non ha più lo stesso ruolo lo stesso pubblico proprio la mia tarquinia nella mia villaggio la mia mancanza di angal così credo che siano in errore perché ci sono accenni abbastanza espliciti libri ma forse volevano che io entri passi lo ingaggiasse in modo più preciso io credo che se tutti fossero anche se nel senso ristretto della parola il mondo sarebbero serali o odio molto più feroci che l'aveva già occorre che ci sia anche il contributo del tira fuori del salario per vedere dove si svolgono le corde montale sta diventando un mac app ansie non
allineato né comunista né cattolico un intellettuale controcorrente dalle argomentazioni paradossali tra i primi a farne le spese ci sono i critici letterari i critici ripetono da me depistati che il mio tu è un istituto senza questa mia colpa avrebbero saputo che in me i tanti sono uno anche se appaiono moltiplicati dagli specchi il male che l'uccello preso nel paretaio non sa se lui sia lui o uno dei troppi suoi duplicati l'annosa e pluridecennale questione critica intorno al dialogo io tu autore lettore autore le sue varie donna musa e così sistemata una volta per tutte dopo
la bufera dopo un periodo di silenzio ma di forte attività non nella vita intellettuale giornalistica e montale viene fuori con con satura cui seguiranno tante raccolte successive no in cui sembra quasi voler bruciare tutta la sua esperienza precedente confrontare il suo essere di uomo di intellettuale di poeta con nullifica rsj dell'esperienza col bruciarsi continuo dell'esperienza frontale passa da una poesia alta intricata sostenutissima retoricamente a una poesia apparentemente dimessa e prosastica e iper colloquiale una poesia che oscilla tra cronaca minuta e constatazioni di una sorta di generico pessimismo cosmico è un po come se il poeta
che ora non guarda più la vita come un'aquila dall'alto ma come un topo dal basso è un po come se il poeta cc facesse entrare nel retrobottega di ciò che c'era prima la poetica alta e ormai disintegrata il tono è spesso ludico grottesco il pessimismo storico di montare dai giornali si trasferisce alla sua poesia da auto da fè a satura le gerarchie sono saltate [Musica] la polis è più importante delle sue parti la parte è più importante di ogni sua parte il predicato lo è più del predicante l'arrestato più della restante il tempo sin futura
nel totale il totale il cascame del totalizzante l'avvento e l'imponderabile nella venivi le il pulsante una pulce nel possibile satura è un successo di pubblico l'attesa del nuovo libro di montale è stata insolita per un volume di poesia [Musica] dopo gli anni in cui ha scritto poco e niente montale si libera nel nuovo stile dagli esordi al 1956 l'anno di la bufera aveva scritto 170 poesie dal 1962 al 1980 ne scriverà quasi 500 [Musica] molte volte al centro c'è la poesia il poeta sempre l'ironia l'angosciante questione se sia freddo a caldo l'espirazione non appartiene alla
scienza tecnica il raptus non produce il vuoto non conduce non c'è poesia al sorbetto o al girarrosto si tratterà piuttosto di parole molto importane che hanno fretta di uscire dal forno o dal sorge lante è fatto non è importante appena fuori si guardano attorno e hanno l'aria di dirsi che a farsi montale gioca con la sua opera già scritta cita letture critiche ea volte torna su passaggi oscuri e circostanze delle sue poesie degli anni passati nei diari del 71 e del 72 in asor prende in giro il critico militante alberto asor rosa nella lettera malvolio
si nasconde la risposta ironica pasolini che aveva duramente criticato satura nel quaderno di quattro anni e ancora la poesia in italia come recita la dedica a essere parodiato dagli albori del secolo si discuta e se la poesia sia dentro fuori dapprima vinse il dentro poi contrattacco duramente il fuori e dopo anni si addivenne ad un forfait che non potrà durare perché il fuori e armato fino ai denti mentre il montale delle prime tre raccolte è un poeta ancora moderno nel senso che concepisce la poesia il ruolo del poeta in opposizione alla società del tempo il
montale tardo è un montale che si sente circondato e fatto gli stesso in qualche modo della mezza cultura che ormai impedisce qualunque discorso elitario quindi il poeta adesso è un poeta che deve scegliere una strategia in qualche modo di nuovo crepuscolare neo crepuscolare una poesia che ironizza sulla propria vacanza di legittimazione nella società dei mass media in mezzo a tanta caustica recensione del mondo in satura ci sono due piccoli intermezzi due piccole raccolte che segna 1 e xenia due dedicate a drusilla tanzi la mosca compagna di una vita e moglie solo per un anno il
modello xenia no è un modello di offerta di dono della poesia come ma non come grande valore assoluto ma come cosa su cui si brucia la quotidianetà dell'esperienza in cui si svolge la normalità dimessa dell'esistenza dove gli affetti anche no le dolcezze gli interessi gli scatti polemici si collegano proprio a questo a questo essere normale insomma il copro sembra che proprio il l'ultimo montale tenda proprio anche nel rapporto con gli altri non in una poesia di scambio come la poesia di xenia tenda proprio a ridurre tutta l'esperienza alla sua più dimessa normalità la mosca e
l'interlocutrice più terrena della poesia di montale siamo lontani dalle figure femminili evocate nelle raccolte precedenti qui la visione del mondo della coppia è meno drammatica ma più intima più ironica più divertita ucciso dando che il braccio almeno milioni di scala e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino anche così è stato breve il nostro lungo viaggio nel mio dura tuttora le più mi occorrono le coincidenze le prenotazioni le trappole gli score nidi chi crede che la realtà sia quella che si vede o sceso milioni di scale danno tv braccio non già
perché con quattrocchi forse si vede di più con te le offese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille sebbene tanto offuscate erano network [Musica] al poeta ormai quasi ottantenne nichilista e satirico che leggo ha scoperto che vivere non è questione di dignità o di altra categoria morale viene assegnato nel 1975 il premio nobel per la letteratura la loro di stoccolma non ferma la penna di montale nel 1980 pubblica altri versi e ritornano le sue muse arletta netta e clizia regna sempre l'ironia ormai nerissimo raccomando ai miei post e lì se ne saranno
in sede letteraria il che resta improbabile di fare un bel falò di tutto che riguardi la mia vita i miei fatti i miei non fatti non sono un leopardi lascio poco da ardere ed è già troppo vivere in percentuale messi al 5 per cento non aumentata e la dose troppo spesso invece piove sul bagnato quella di montale resta una voce assoluta per me è il classico del novecento poetico italiano per eccellenza proprio perché raccoglie tutte le tensioni intellettuali ideologici che perfino politiche e nello stesso tempo raccoglie i dati dell'esistenza in tutte le varie facce non
interrogando il segreto continuo di un'esistenza che sfugge montale un poeta che è fatto presto forse troppo presto accettato monumentalizzato quel che è certo è che ha avuto una grande influenza su alcuni autori successivi pensiamo ad esempio a vittorio sereni pensiamo a quella che è stata definita la linea lombarda per la predilezione per una poesia tutta oggetti ma anche a volte ironia pensiamo a i nuovi crepuscolari come giovanni giudici ma penso anche a un atteggiamento di poeti più giovani che hanno ripreso dal tardo montale una poesia colloquiale in forme anche pur essendo magari giovani ventenni trentenni
o quarantenni la maschera del vecchio saggio scettico insomma una sorta di precoce senilità una poesia riscatta la necessità della parola insomma forse più di tante altre grandi pur grandi forme poetiche del novecento quando muore un poeta anche vecchio è laureato si spegne qualcosa di più grande della voce di un autore coi suoi versi il suo stile moriamo anche un po noi la nostra storia ricordando alcune tra le poesie che più amiamo prendiamo alla poesia un po del suo scopo [Musica] ai funerali di stato quindi duomo il 14 settembre del 1981 ci sono tantissime persone molti
i giovani e ognuno ha in testa la sua poesia preferita del grande poeta borghese tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo basta piombo sulla scogliera desolata attende dalla sera in cui rientro lo sciame dei tuoi pensieri che vi sostò irrequieto libeccio stazza da anni le vecchie mura il suono del tuo riso non è più liete la bussola va impazzita l'avventura e il calcolo dei dadi più non torna tu non ricordi altro tempo frastorna la tua memoria un filo santi pana e tengo ancora un capo ma si allontana la casa è in cima al
tetto la banderuola affumicata gira senza pietà le tengo un capo ma tu resti sola né qui respiri nell'oscurità orizzonte in fuga dove si accenderà la luce della petroliera il barco qui riposo la il frangente ancora sulla balzac es cosciente tu non ricordi la casa di questa mia sera e io non so chi va e chi resta [Musica] [Musica]
Copyright © 2025. Made with ♥ in London by YTScribe.com