La pace sia con tutti voi. Robert Francis Prevost è stato eletto Papa prendendo il nome di Leone 14 Leonem. È il 267º pontefice della storia della Chiesa, ma il primo a essere nato negli Stati Uniti e a far parte dell'ordine di Sant'Agostino.
Ha origini francese e spagnole, ma anche italiane. parla più di quattro lingue, ha vissuto per più di 20 anni in Perù e il New York Times l'ha definito un uomo di chiesa che trascende i confini, un pontefice che potrebbe rappresentare una via di mezzo in una chiesa divisa tra progressisti e conservatori, anche se su temi come le migrazioni sembra già essersi messo contro Donald Trump e i suoi collaboratori, tanto da essere già stato definito da alcuni influencer pro Trump come un papa sì americano, ma pur sempre marxista. Ma come ha fatto un missionario statunitense di una piccola diocesi dell'America Latina a convincere il collegio di cardinali più numeroso di sempre?
Insomma, chi è davvero Papa Leone X? Per sostenerci e per vedere nuovi video ogni settimana, iscriviti al canale e clicca sulla campanellina. Robert Francis Prevost nasce il 14 settembre 1955 a Chicago da padre di origini francoitaliane e da madre di origini spagnole.
Il nonno paterno nasce invece in Italia nell'oto. Non si sa dove sia nato esattamente, ma il cognome Prevosto o prevosti è diffuso soprattutto in Piemonte e in Lombardia. americano quindi di seconda generazione prevoste e mette al centro le migrazioni fin dagli anni in cui svolge le missioni per l'ordine di Sant'Agostino e poi quando diventa vescovo in Perù.
È il tema che gli sta più a cuore anche oggi, tanto che su un account X a suo nome c'è un tweet di febbraio in cui c'è scritto: "J V sbaglia. Gesù non ci chiede di dare una valutazione al nostro amore per gli altri". Un messaggio, insomma, molto forte, ma ci arriviamo meglio dopo.
Prima infatti dobbiamo dire che se vogliamo capire davvero chi è Papa Leone X, dobbiamo parlare di tre cose. Qual è la storia religiosa di Papa Prevost, quali sono le sue posizioni sui temi più caldi della Chiesa? E quindi che tipo di Papa potrebbe essere?
Se vogliamo capire chi è davvero Papa Leone X, dobbiamo ritornare alla sua famiglia, non quella biologica, ma religiosa, quella degli agostiniani. Robert Francis Prevost vive l'infanzia e l'adolescenza a Chicago, la Windy City dell'Illinois e qui studia e si laurea in matematica prima di iniziare la formazione in filosofia e teologia. Un percorso obbligato per i giovani che vogliono entrare in un ordine religioso.
Nel 1977 Prevost inizia il noviziato dell'Ordine di Sant'Agostino a St. Louis, ma lascia gli Stati Uniti per andare a Roma. Ha 27 anni e studia all'Angelicum, la prestigiosa Università Romana dei Domenicani.
E sempre a Roma è ordinato sacerdote nel 1982. prevoste è un monaco agostiniano e i suoi superiori lo inviano in Perù nelle missioni di Chulucanas e Truhilio dove insegna ai giovani agostiniani e si occupa della loro formazione. Prevost non può separare l'evangelizzazione dalla sua esperienza missionaria.
Anni dopo, nelependi della pandemia, quando Roma Papa Francesco prega da solo in una piazza vuota, lui cammina in processione per le strade deserte di Ciclaio per dare speranza. Papa Francesco aveva infatti nominato Prevost vescovo di Ciclaio nel 2014 dove rimarrà fino al 2023 creando uno stretto legame con la comunità peruviana. È qui però che succede qualcosa che alimenta alcune controverse attorno a lui.
Secondo alcuni giornali locali, l'allora vescovo Prevost non avrebbe avuto una linea dura contro due sacerdoti accusati di aver abusato di tre suore. Le vittime hanno mandato un dossier in Vaticano, ma la Congregazione Vaticana per la dottrina ha condotto un'indagine e scagionato Prevost allora vescovo. Nel 2023 infatti Preoste viene convocato a Roma e Papa Francesco lo crea cardinale e gli affida anche il dicastero per i vescovi che seleziona e gestisce i vescovi a livello globale.
Insomma, già prima di oggi Prevost ricopriva una delle posizioni più influenti della Chiesa. Passando invece alle posizioni del nuovo Papa sui temi più caldi della Chiesa e in generale nel mondo, possiamo partire dal fatto che nel suo primo discorso da Papa parlando in spagnolo, Prevolter ha definito la sua diocesi in Perù kerida, cioè cara. Una scelta di parole che non è casuale, dato che Kerida è anche il titolo di un documento in cui Papa Francesco chiedeva l'attenzione della Chiesa verso l'Amazzonia per proteggere l'ecosistema della foresta e delle comunità che la abitano.
In questo senso c'è un legame molto forte con Francesco. La sensibilità per l'ambiente, per le questioni sociali torna infatti spesso nei discorsi di Prevost quando era cardinale, una sensibilità in contrasto contro quella che lui definisce la tirannia dei pochi. Il suo messaggio si lega anche alla Rerum Novarum, l'enciclica più importante di un altro Papa Leone, questa volta Leone X, che nel 1891 la pubblica come risposta critica a un progresso industriale che lasciava indietro gli ultimi, soprattutto gli operai.
Alla fine dell'Oco, la questione operai infatti è al centro della crescita industriale. In un mondo sempre più moderno e unito grazie alle ferrovie e al telegrafo, i più poveri ne pagano le conseguenze. Nelle prime parole di Leone X non mancano i riferimenti a uno scenario simile oggi, dove il mondo è iper moderno e lo sviluppo trainato anche da nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale rischia di creare nuovi poveri e quindi nuove diseguaglianze.
Come Francesco, anche Prevost mette gli ultimi al centro. Il vescovo è un pastore vicino al popolo, non un manager", ha detto di recente. Sempre come Francesco, anche prevost, sembra avere le idee molto chiare sui migranti che durante la sua permanenza in Perù ha sempre difeso e accolto a braccia aperte.
Questo lo mette in chiaro scontro con l'amministrazione del suo paese natale, cioè gli Stati Uniti, cioè Donald Trump. La cosa interessante è che Prevost è anche il primo papa ad avere una presenza, per quanto minima, sui social media. Infatti tutti sono andati subito a vedere i suoi profili e su un profilo X a suo nome, che sembra proprio essere legato a lui, ci sono dei tweet e dei retweet contro le deportazioni dei migranti ordinate da Trump con l'appoggio del presidente di El Salvador, Nai Bukele.
E soprattutto c'è un tweet dove dice che J. di Vens, attuale vicepresidente cattolico degli Stati Uniti, si sbaglia quando interpreta uno specifico concetto cattolico. JD Vens, infatti, ha detto che secondo i cattolici prima bisogna amare la propria famiglia, poi bisogna amare il prossimo, poi la comunità, poi il proprio concittadino e solo alla fine si ama il resto del mondo e gli si dà priorità.
Ecco, perost sembra aver condiviso un articolo in cui si diceva che questa interpretazione di JD Vence non tiene conto del fatto che la Bibbia, il Vangelo non pongono in realtà limiti all'amore e che questo deve andare oltre gli spazi familiari e quelli della propria comunità in senso stretto. Cambiando argomento, è invece meno chiara la posizione di Prevost verso i fedeli che fanno parte della comunità LGBTQ Plus, uno dei temi caldi caldissimi della Chiesa cattolica di oggi. Prevosta aveva infatti sostenuto la nota vaticana fiducia supplicans voluta da Francesco sulla benedizione delle coppie arcobaleno, ma non si è spinto oltre.
Secondo il New York Times, nel 2012, in un discorso ai vescovi, Prevost aveva criticato i media occidentali per fomentare la simpatia per pratiche in contrasto con il Vangelo, facendo riferimenti ai matrimoni omosessuali e alle aduzioni da parte delle coppie gay. Nella diocesi di Ciclaio invece si era opposto a un programma di insegnamento sul genere nelle scuole parlando di ideologia gender, ma nel suo primo discorso da Papa ha detto che Dio ama tutti e la parola tutti è stata pronunciata ben 10 volte. Anche qui un forte richiamo al Todos Todos Todos usato da Papa Francesco.
A qualcuno tutte queste posizioni potrebbero sembrare strane, un po' troppo poco chiare, ma è proprio questa sua equidistanza su alcuni temi caldi che lo ha reso il papabile perfetto, perché unisce il fronte progressista e conservatore dei cardinali. Questo spiega anche la velocità del conclave al quale sono bastate poco più di 24 ore per sceglierlo. Finora, nei suoi primi discorsi, l'on X ha avuto un tono soprattutto spirituale.
In questo senso molti vedono, nella scelta del suo nome un richiamo a Frate Leone legato da un'amicizia profonda con San Francesco d'Assisi. Ma un Papa è anche un capo politico. prima della sua elezione prevta, ha preferito tenere un profilo basso in questo senso ed è probabile che questo lo abbia reso il candidato perfetto anche in merito all'agenda politica della Chiesa cattolica.
Non si è infatti esposto riguardo all'accordo tra la Santa Sede e la Cina per la nomina dei vescovi, un accordo siglato per la prima volta nel 2018 e prorogato fino al 2026, in base al quale è il Papa ad avere l'ultima parola sui vescovi proposti dal governo di Pechino. L'accordo non piace ai vescovi che fino a Benedetto XV hanno vissuto la stretta del governo cinese sulla loro fede, anche se ha inaugurato la distensione fra Roma e Pechino. Su altri temi geopolitici, l'allora cardinale Prevost si era invece esposto.
Nel 2022, poco dopo l'invasione delle truppe russe in Ucraina, ha parlato di fiume di sangue, spiegando che il Vaticano era pronto ad aiutare. In base a questo, Prevost rappresenta il mediatore perfetto. Non solo riesce a tenere unite due visioni del mondo, come le due Americhe da cui proviene, quella di nascita e quella di adozione, ma è anche un promotore del dialogo.
Nel suo primo discorso da Papa Leone XI ha parlato più e più volte di pace e detto che il male non prevarrà e ha parlato di una chiesa sinodale, cioè più orizzontale, più inclusiva nei confronti dei fedeli. Temi che sono in perfetta linea con Francesco. Da un punto di vista comunicativo, invece sembra essere un po' diverso.
Nel presentarsi ai fedeli si è infatti vestito con la stola papale, come aveva fatto Giovanni Paolo II e Benedetto XV, ma non come aveva fatto Francesco, che invece aveva rotto con la tradizione. Ma non possiamo limitarci ai parallelismi con Francesco e ovviamente non possiamo prevedere come sarà il papato di Leone X. Quello che è certo è che non sarà giudicato solo in base a quello che farà o non farà rispetto a quanto aveva fatto il suo predecessore.
Piuttosto lo giudicheremo dalla strada che lui stesso vorrà tracciare per il presente e il futuro della Chiesa cattolica. Willmakers è il modo in cui puoi sostenere il nostro lavoro quotidiano, i nostri progetti futuri, ma è anche un modo per avere accesso a veramente tanti contenuti dedicati ed eventi on dal vivo. Proprio uno di questi eventi lo faremo lunedì 12 maggio alle 18:30 con un Will Meets Online in cui ci confronteremo sul futuro della Chiesa con Papa Leone X e lo faremo con Marco da Milano, giornalista e autore del podcast Diario Vaticano.
Su wheelmakers. it it trovate tutte le informazioni sull'evento e su come prendere parte al nostro lavoro, ma se avete domande siamo qui e grazie se decidete di unirvi a noi. E ringraziamo anche Marco Grieco per aver collaborato alla scrittura di questo video e noi come al solito ci vediamo al prossimo video.
Ciao.