puoi parlare mezz'ora di mezz'ora perfetto voi lo conoscete vero non vi fa più effetto bene io anch'io vi parlerò di carlo magno naturalmente perché l'incoronazione di carlo magno a roma in san pietro la mattina di natale dell'anno 800 è ovviamente uno dei fatti storici che tutti quanti abbiamo sentito menzionare ed è anche uno dei grandi avvenimenti che sono capitati a roma fra i tanti grandi avvenimenti che sono capitati a roma io tenderei a pensare che l'incoronazione di carlo magno possa essere uno di quelli su cui diciamo le conseguenze che ha avuto per la città di
roma nello specifico sono forse meno evidenti carlo magno costruisce un impero ricrea un impero la cui capitale però non sarà a roma anche se si chiama il sacro romano impero in realtà quello che io vorrei provare a fare oggi con voi e riflettere sulle conseguenze che la ricreazione dell'impero sotto carlomagno ha avuto proprio specificamente per la città di roma e mi sentirei di dire mezzo scherzando ma mezzo sul serio che è grazie all'incoronazione di carlo magno che la città di roma è in europa ovviamente che a roma tecnicamente dal punto di vista dei geografi sia
in europa è una cosa ovvia ma come vedrete in quei secoli le identità oscillavano e che roma sia una città europea a pieno titolo dipende anche da quello che è successo quella mattina dell'anno 800 e che qui abbiamo visto rapprese rappresentata diciamo in una versione poco credibile ecco non erano vestiti così naturalmente ma parleremo anche di come erano vestiti allora la roma e l'europa l'impero partirei da questo l'impero romano è l'europa facciamo una premessa perché siamo europei e occidentali abbiamo una visione distorta quando pensiamo all impero romano e alle sue regioni ci immaginiamo ovviamente roma
e l'italia ci immaginiamo giulio cesare che conquista la gallia e poi si spinge ancora più occidente in britannia pensiamo quando pensiamo ai confini dell'impero romano pensiamo al limes lungo il reno e lungo il danubio quando pensiamo ai barbari pensiamo ai germani che calavano da nord dalle foreste della germania e dalle steppe dell'europa orientale è una visione distorta naturalmente l'impero romano al culmine della sua potenza andava dalla scozia alla mesopotamia dalla gran bretagna all'iraq e andava dal reno e dal danubio fino al deserto del sahara e al deserto arabico l'impero romano voleva dire sì britannia gallia
spagna italia un pezzo di germania ma voleva dire anche lì lirico i balcani quindi voleva dire l'asia minore l'anatolia voleva dire il medioriente la siria l'egitto voleva dire la palestina voleva dire il nord africa non era un impero europeo era un impero che si estendeva su tre continenti e in tre continenti si estendeva solo fino a un certo punto e poi si fermava il cuore dell'europa le foreste della germania le paludi della vistola erano luoghi per i romani molto lontani e quasi irraggiungibili quanto alle sorgenti del nilo per i romani il fatto di essere europei
o non esser lì era del tutto secondario il loro impero europee europeo asiatico africano e il mediterraneo era davvero mare nostrum questa formula non avrebbe senso se non appunto per il fatto che i romani erano a casa loro su tutte le sponde del mediterraneo ea dire proprio tutta la verità erano più a casa loro in egitto che non in britannia o in germany non c'è alcun dubbio non solo del fatto che l'egitto la siria l'asia minore nel part nel tardo impero erano di gran lunga le province più ricche più popolose erano anche naturalmente le province
dove il cristianesimo è nato e dove si è allargato molto prima di arrivare in occidente i barbari che i romani dovevano affrontare non erano soltanto i franchi i goti erano naturalmente anche quei barbari del nord africa che anche noi ancora oggi chiamiamo berberi che è la pronuncia turca di barbari erano gli arabi del deserto africano il mare nostrum voleva dire appunto viaggiare da roma e sbarcare a cartagine che era di nuovo una grande città dell'impero romano del tardo impero o sbarcare ad alessandria d'egitto o ad antiochia ed essere assolutamente sempre a casa propria nel pieno
del mondo romano e appunto io mi sentirei di essere abbastanza sicuro che per un funzionario un militare romano e sarebbe andato in egitto o in siria voleva essere voleva dire essere mandato in paesi civilissimi dove si stava benissimo essere mandato sul confine del reno voleva dire essere spedito per punizione nel luogo più scomodo e lontano del mondo romano allora allora in effetti per gli antichi europa è un concetto che può interessare vagamente ai geografi ma che non ha nessuna vera rivinte rilevanza non ha una rilevanza di civiltà certo i romani che vengono dall'italia quando guardano
a oriente creano anche loro dei luoghi comuni i greci sono smidollati decadenti e corrotti gli egiziani o i siriani sono vigliacchi questi stereotipi sugli orientali decadenti ci sono naturalmente è quello che costerà la sconfitta e la testa a marco antonio quando il mondo romano si rende conto che lì c'è un progetto di spostare invece verso oriente verso alessandria d'egitto il baricentro dell'impero però appunto si tratta semmai di un discorso gli orientali sono decadenti ma non è mai un discorso noi siamo europei gli antichi romani non sono europei e non si sentono affatto europei quando è
che il concetto di europa comincia a contare comincia a contare quando nella storia dell'impero romano avviene una rottura che investe sper caso quasi per caso solo la parte europea dell'impero e sono le invasioni barbariche dei barbari del nord stavolta appunto dei barbari che vengono dalla germania e da quelle che oggi sono la romania l'ucraina i goti le invasioni barbariche che investono dapprima l'impero d'oriente la frontiera del danubio e quella dell'impero d'oriente bellissima giù in tracia si va a costantinopoli ma in realtà in quei decenni cruciali tra la fine del quarto e l'inizio del quinto secolo
l'impero è diviso in due impero d'occidente impero d'oriente e il governo d'oriente riesce a surclassare politicamente i fratelli cugini occidentali ea deviare verso occidente il flusso delle invasioni barbariche i goti che dopo la battaglia di adrianopoli avevano assediato costantinopoli finiranno a saccheggiare roma con alarico e poi a stabilirsi ancora più occidente tra la gallia e la spagna le invasioni barbariche portano via all'impero le sue province europee è una cosa che sarà sancita anche ufficialmente nel 476 con la deposizione di romolo augustolo che è un colpo di stato militare è un colpo di stato dell'esercito romano
stanziato in italia quell esercito romano che è fatto in gran parte di soldati e ufficiali barbari e che ha dei generali barbari come flavio odoacre che sono però naturalmente anche cittadini romani generali romani e così via pur essendo barbari d'origine quel colpo di stato vuol dire una cosa sola l'occidente ormai non ha più bisogno di un imperatore romano l'imperatore romano continuerà a esserci ovviamente ma a oriente a costantinopoli in occidente l'impero romano è finito poi naturalmente noi europei quando parliamo del 476 fatto un sondaggio poi fra gli amici cosa è successo nel 476 è caduto
l'impero romano chi aggiunge d'occidente e pochi in realtà è caduto l'impero romano l'imperatore romano d'occidente in quel momento i romani che vivono in occidente e che sono la grande maggioranza della popolazione è perché sia in gallia sia in spagna sia in italia sotto i franchi sotto i visigoti sotto gli ostrogoti beh ma la popolazione locale è rimasta e quindi è in stragrande maggioranza romana alla popolazione però queste popolazioni romane obbediscono a dei capi barbari a dei capi che non portano più il titolo di imperatore ma quel titolo vagamente spregevole agli occhi dei romani perché sa
molto di barbaro che è rex essere re è quasi la stessa cosa che essere barbaro perché sei re di un solo popolo mentre l'imperatore romano ci avviciniamo anche a carlomagno e parlando di questo mentre essere imperatore romano vuol dire governare il mondo almeno in teoria e secondo le speranze ecco allora i piromani che vivono in occidente compreso il loro clero sanno benissimo di essere romani ma di non far più parte tecnicamente dell'impero ed è allora che nel lessico del clero cristiano comincia a venir fuori l'europa e allora che diventa importante distinguere l'impero romano continua ma
non cui in europa lo dirà papa gregorio magno all'inizio del vii secolo scrivendo proprio a costantinopoli al basileus maurizio cosa è successo è successo che il patriarca di costantinopoli ha assunto il titolo di patriarca universale a roma ci rimangono male gregorio magno scrive immediatamente per protestare è vero che costantinopoli anche lei una capitale dell'impero la seconda a roma è anche vero che è l'unica capitale effettiva dell'impero ma l'impero e l'impero di roma solo il pontefice romano può dirsi universale scrivendo per questa polemica che è importante perché la polemica fra il clero rimasto in occidente e
che parla e prega in latino e il clero d'oriente che parla e prega in greco è una polemica fondamentale per la storia d'europa una polemica che durerà secoli e che porterà poi alla divisione alla spaccatura del mondo cristiano fra quelli che noi oggi chiamiamo i cattolici e gli ortodossi ebbene questa spaccatura che durerà secoli è già ben presente in noce al tempo di gregorio magno in questa protesta che viene da roma perché a costantinopoli il patriarca ha osato dirsi universale e nell in questa lettera al basileus l'imperatore romano maurizio papa gregorio magno dice fra le
altre cose che non bisogna infierire contro l'europa asservita al diritto dei barbari e questa la prima menzione chiara di una consapevolezza del fatto che l'europa è quella parte dell'impero romano dove sono arrivati i barbari dove oggi governano i rangers barbari e sarà un caso ma al tempo di gregorio magno queste menzioni dell'europa si moltiplicano specialmente san colombano che viene dall'irlanda quindi dall estremo occidente per agli occhi di san colombano il concetto di europa ha un senso è quell'europa che dal punto di vista religioso fa capo al papa di roma perché si riconosce nella liturgia in
latino e allora san colombano proprio scrivendo a papa gregorio magno lo chiama fiore augusto augusto chiesa di roma comincia a pensare di essere la vera erede dell'impero signore augusto di tutta l'europa è più tardi quando al posto di gregorio magno ci sarà un altro papa bonifacio iv san colombano lo chiamerà capo di tutte le chiese d'europa ora beninteso può anche darsi che colombano che era un provinciale veniva dall irlanda non fosse non avesse ben capito perché io non credo che i papi fossero contenti di sentirsi dire che loro erano a capo della chiesa d'europa perché
era come dire che allora il patriarca di costantinopoli o quello di alessandria non c'entrano ecco la junior si spinge l'autorità della chiesa di roma in effetti non si spingeva neanche un po e però sentirselo dire secondo me non avrebbe fatto tanto piacere dopodiché gregorio magno poteva scrivere al basileus dicendo appunto ricordatevi di noi in europa che siamo sotto il tallone dei barbari però intendiamoci la città di roma a quel destino era sfuggita anche i longobardi chi con il coni con teodorico e gli ostrogoti prima era stato molto diverso teodorico era pienamente accettato dal senato romano
e il senato romano erigeva per teodorico re dei goti e re d'italia delle meravigliose epigrafi in cui lo chiamava teodorico augusto ma finiti i goti e venuti longobardi la frana diventa diversa roma non viene conquistata dai longobardi e i papi si sentono in come dire investiti del compito storico di continuare a difendere la città di roma e impedire che cada in mano ai barbari ma se roma non è caduta in mano ai longobardi a quale è stato appartiene continua appartenere all'impero romano all'impero d'oriente è l'estrema propaggine occidentale rimasta sotto il governo di costantinopoli qui diciamo
c'è una contraddizione tra la fatica e la teoria perché in pratica i papi si comportano in modo molto indipendente e ci sono periodi in cui da costantinopoli come dire mancano le risorse per mandare truppe mandare funzionari quindi i papi in certi momenti si sentono quasi soli a difendere roma dai barbari ma in altri momenti arrivano invece i governatori mandati da oriente arrivano e questo fa meno piacere gli esattori delle imposte a riscuotere tasse da mandare a costantinopoli e arrivano ogni tanto anche le truppe i reggimenti reclutati in armenia o in siria che in italia fanno
la figura un po di stranieri esotici ma sono i soldati romani mandati a difendere roma dai barbari dunque roma la roma del sesto settimo ottavo secolo fa ancora parte dell'impero bizantino roma fa parte di un sistema dove le grandi città sono le grandi capitali cristiane roma costantinopoli alessandria d'egitto anti occhi a gerusalemme poi alcune di queste capitali cristiane cadono sotto il dominio arabo ma rimangono grandi capitali cristiane ed è con quelle città che a roma fa sistema ed è con i loro pontefici che i papi di roma litigano per sapere chi ha diritto di chiamarsi
universale chi ha diritto di chiamarsi papa a noi può sembrare ovvio quando di roma ma il papà di alessandria e verrà continuerà a essere chiamato papà per molti secoli dai cristiani d'oriente e dunque la città di roma fa parte di questo impero e ne risente anche dal punto di vista demografico perché questo è un impero dove le persone si spostano a roma arrivano continuamente pellegrini da oriente arrivano monaci arrivano ecclesiastici molti dei papi del vii secolo sono greci greci dei balcani greci di palestina il collegamento como ne l'impero d'oriente c'è e funziona ed è vitale
ci sono probabilmente più monasteri greci o siriaci che monasteri latini in certi momenti a roma e poi e poi c'è la storia che qui non faremo ma che riassumeremo rapidamente di come nel corso dell'ottavo secolo questa appartenenza della città di roma all'impero romano che noi chiamiamo impero bizantino perché l'occidente ha talmente rotto i ponti a un certo momento con i romani e i cristiani d'oriente che nel rinascimento ci siamo inventati addirittura a questo nome completamente inventato che nessuno si è mai sognato di usare per indicare i romani d'oriente loro avevano un bel continuare a dire
noi siamo i romani lo dicevano in greco e tanto bastava per non riconoscerli come romani veri allora da questo impero romano d'oriente che noi poi per secoli abbiamo chiamato impero bizantino la roma dei papi nell'ottavo secolo pian piano si allontana l'impero è davvero troppo lontano i papi devono arrangiarsi da soli per difendersi dai barbari dai longobardi e si abituano all'idea che quando non ci sono soccorsi che arrivano dall impero i soccorsi ricerchiamo qua in occidente qua in occidente per fortuna i barbari non sono tutti uguali ci sono barbari ignobili orrendi come i longobardi i quali
poveretti se sono anche convertiti al cattolicesimo nel frattempo hanno i loro vescovi ma visti da roma continuano a essere l'orrido popolo dei longobardi da cui come scrive un papà dell'ottavo secolo e noto che hanno avuto origine i lebbrosi e ci sono barbare invece per bene i franchi laggiù in gallia che sono convertiti al cattolicesimo da tanto tempo che proteggono la chiesa da tanto tempo e che guarda caso sono più forti dei longobardi e stanno proprio alle loro spalle pronti a scendere quando ce n'è bisogno perciò la politica dei papi si riorienta nell'ottavo secolo verso occidente
e il grande alleato il grande protettore non è più il basileus ma è il re dei fa e questa la storia che a un certo punto porterà il re dei franchi a roma per essere incoronato imperatore romano e acclamato augusto dal popolo di roma questa rai una brevissima parentesi per ricordare cosa è raro ma in quel momento a roma nell'ottavo secolo perché anche qui c'è da dire una cosa che secondo me è contro intuitiva noi abbiamo tutti in mente l'immagine chiarissima della decadenza di roma con la fine dell'antichità con le invasioni barbariche col medioevo nell'immaginario
collettivo c'è un'abissale declino di roma ed è vero è la popolazione diminuisce drammaticamente e tutti noi abbiamo negli occhi un immaginario di quadri che raffigurano le rovine di roma le pecore fra le rovine di roma i barbari che scorrazzano fra le rovine di roma ci vuole un po di sforzo per renderci conto che roma si nel corso di quei secoli aveva perduto abitanti in modo spaventoso se è vero come pare sia vero che al tempo di augusto roma aveva un milione di abitanti e almeno ancora la metà al tempo di costantino all'inizio dell'ottavo secolo ne
aveva 50 mila allora davanti a queste cifre ovviamente noi tendiamo a mettersi a ridere non esiste più roma un mare di edifici abbandonati e di rovine con qualche squatters che vive appunto fra le rovine ma non è così perché noi quei 50mila abitanti li dobbiamo rapportare all'europa di allora questo punto è l'europa che conta e l'europa in riferimento nell'europa di allora una città di 50.000 abitanti per di più sparsi su una superficie immensa come quella della roma antica strapiena di grandi monumenti non ancora caduti tutti è strapiena anche di chiese ed i monasteri che invece
sono in perfetta salute è strapiena di pellegrini che vengono alla tomba di san pietro a strapiena di reliquie preziose abitata appunto da latini greci siriani palestinesi gente di tutte le razze quella roma coi suoi 50.000 abitanti nell'ottavo secolo è una meravigliosa metropoli agli occhi dei barbari che abitano nel resto d'europa e questa è una cosa che non bisogna appunto dimenticare e poi e poi noi sappiamo che non è più comunque la roma antica noi sappiamo che l'incoronazione di carlo magno darà inizio a una nuova storia che è la storia dell'europa medievale e moderna ma allora
non lo sapevano ha fatto a loro che l'antichità fosse finita non l'aveva detto nessuno poi nel basso medioevo sarà ovvio dante saprà benissimo che virgilio e vissuto nell'antichità e lui invece vive nella modernità ma al tempo di carlo magno non era così ovvio non è ovvio nemmeno a noi storici adesso perché sempre più in realtà fra colleghi si preferisce parlare di tarda antichità la quale prosegue ad libitum volendo anche fino a carlomagno quando carlo magno arriva a roma il problema è qui al mondo ci sono i romani e ci sono i barbari esattamente come al
tempo di costantino al tempo di augusto certo il mondo è cambiato adesso i romani devono fare dei compromessi con i barbari adesso arriva il re barbaro a roma e noi dobbiamo spiegare al popolo romano che lui in realtà è il nostro protettore e anzi faremo di lui un imperatore romano bisogna ingoiarne tanti di rospi però la logica e ancora sempre quella tant'è vero che quando carlo magno viene a roma questo eginardo lo raccontano un a proposito dell'ultima venuta quando sarà incoronato imperatore da leone iii ma a proposito della sua venuta precedente quando il papà era
un grande papà adriano primo è il re era venuto come dire da grande difensore e protettore della chiesa ma anche in devoto omaggio verso la grandezza del papa ebbene ci racconta eginardo di cui abbiamo sentito prima un brano che in quell'occasione alla venuta di carlo magno a roma viene pregato discretamente di non vestirsi da barbaro perché i barbari si vestono in un certo modo hanno i pantaloni questa roba orrenda jacques le pellicce di lupo e invece a roma roma ci si veste e naturalmente con la tunica e la clamide gli scarpini i dorati e carlo
magno prima di farlo entrare in roma lo rivestono in modo che non si veda troppo che è un barbaro e dunque la logica è questa e ancora e ancora il mondo in cui si contrappongono i romani e i barbari salvo che i romani si sono spaccati ci sono i romani d'oriente che parlano greco ci sono quelli d'occidente che invece parlano latino e ci sono i barbari che sono possono essere amici o nemici a seconda dei casi visti da occidente visti da roma i franchi sono dei grandi amici visti da oriente ecco da oriente e un
po che pensano che questi colleghi romani anche loro cristiani anche loro rimasti in europa però hanno preso una cattiva strada e questa cosa che adesso arrivano a far venire un re barbaro a roma e incoronarlo imperatore visto da oriente visto da costantinopoli suona malissimo cronisti bizantini scrivono ecco adesso anche roma è caduta in mano i barbari siamo sempre nelle invasioni barbariche buona sostanza finora almeno roma era stata difesa e adesso per tradimento del papa i barbari sono arrivati anche lì ora di fatto a questo punto roma ha deciso il suo papà ha deciso per lei
roma ha deciso di non fare più parte dell'impero romano o per lo meno di quello che finora si chiamava impero romano ma noi ce ne siamo fatti un altro nuovo di zecca e chiamiamo impero romano anche quello è il fatto che l'imperatore sia un capo barbaro e pazienza sono cose che si possono superare dunque roma non fa più parte dell'impero d'oriente ma fa parte dell'impero d'occidente questo lessico non è anacronistico all'epoca quando si accorge che ai bizantini si sono offesi carlo magno scrive dicendo ma scusate ma anche in passato è successo spesso c'era l'impero d'oriente
e quello d'occidente romani tutti e due perché dovremmo litigare e dunque roma adesso fa parte di un altro intero questo impero chiama se stesso romano e da molti punti di vista lo è davvero ma non da un punto di vista geografico perché l'impero di carlo magno voi lo sapete è un impero che non potrebbe mai usare l'espressione mare nostrum l'impero di carlo magno e un impero che ha il suo cuore quelle che oggi sono la francia il belgio l'olanda la germania occidentale le grandi sedi dei grandi palazzi di carlo magno sono tutte tra maastricht francoforte
bruxelles ginevra questi strasburgo quelli sono i luoghi dove c'è il cuore del potere di carlo magno è un impero che quindi copre gran parte della germania attuale l'olanda il belgio la svizzera la francia la spagna non tutta solo quella parte che a partire da allora si convincerà di essere più europea che non il resto della penisola iberica e cioè la catalogna naturalmente l'italia quasi tutta tra nelle isole tra nell'estremo sud l'austria l'ungheria poi basta lì ci si ferma l'europa orientale non fa parte del mondo di carlo magno è un mondo continentale occidentale europeo lo dicono
gli autori dell'epoca la prima volta questa già europa in gestazione già da un po il nonno di carlo magno carlo martello aveva vinto una grande battaglia contro gli arabi che erano tra boccati fuori dalla spagna e saccheggiavano nel cuore della gallia carlo martello aveva vinto questa grande battaglia a poitiers nel settecento 32 o 33 dopo cristo è l'unico cronista dell'epoca che racconta quella battaglia che è un cronista cristiano che scrive in latino ma vive tranquillamente nella spagna rabah raccolta quella battaglia dicendo che è una vittoria degli europei in sé è la prima volta che la
parola europei in latino sostantivo per indicare un popolo compare nelle fonti e al tempo di carlo magno le lodi si sprecano il prete cat wulff che viene dalla britannia tu sei l'onore del regno d'europa siamo prima dell'incoronazione romana è un regno ma non si può più chiamarlo solo il regno franco carlo magno è troppo potente governo troppi paesi il regno d'europa alcuino il grande consigliere di carlo magno tu hai diffuso il cristianesimo in partibus europa convertendo i sassoni gli avari e proprio nell'estate in cui carlo magno e papa leone iii stanno negoziando l'incoronazione imperiale un
poeta che scrive un poemetto sul loro incontro chi ama carlo rex pattern è un rock il re padre dell'europa ora roma fa parte dell'impero di carlo magno si potrebbe discuterne perché i papi cercheranno sempre di rivendicare una certa misura di indipendenza patrimonio di san pietro alla donazione di costantino però se uno va a leggere il testamento di carlo magno carlomagno dice nel suo testamento io lascio un terzo del mio tesoro da dividere fra le venture di metropolitane del mio impero tra i ventuno arcivescovi del mio impero e gli arcivescovi del mio impero dice carlo magno
sono roma ravenna milano colonia salisburgo lione e così via ecco roma non sa più sistema con alessandro ed egitto con gerusalemme con costantinopoli con antiochia roma fa sistema con milano con colonia con lione a me che sono torinese il lione e l'ho in questo momento pensieri ma insomma non importa è in buona sostanza roma era in europa anche prima si ma solo simbolicamente a partire da carlo magno a roma e in europa davvero grazie [Applauso] professor barbero grazie mi dispiace dover interrompere questo applauso perché credo che sarebbe andato avanti ancora per ore grazie è una
lezione meravigliosa grazie questa esplosione di tardoantico parafrasando il titolo di un articolo di un amico professore andrea giardina grazie davvero a lezione meravigliosa del resto stavo pensando quando ci hai dato questa immagine di questa roma che spesso forse immaginiamo in modo diverso basta fare pochi passi da qui andare alla cripta di balbo al museo della crypta balbi e possiamo davvero vedere cosa era ancora roma al tempo di adriano primo leone iii una roma che dicevi molto bene ancora non è assolutamente morta ma è ancora molto vitale grazie dunque da un alessandro magno a un altro
alessandro magno professor viscogliosi bene adesso cerchiamo di vedere vado avanti così guadagno tempo con le immagini quello che il professor barbero ci ha magistralmente illustrato quando ho pensato questo titolo che doveva essere così vagamente accattivante il problema era realmente questo qual è il modello per l'impero io studio storia dell'architettura ed è evidente che mi sarei interessato di questo particolare settore però per arrivarci dobbiamo anche chiederci che cosa possa significare modello l'immagine che vedete nella sua teca che fatto il bellissimo effetto santuario con tutte le lucette è il busto reliquiario di carlo magno carlo magno in
alcune parti di questa europa è stato considerato un santo proprio san carlo magno ad aquisgrana c'è una festa e così via questo perché le sue gesta si sono prestate all'idealizzazione pensate le chanson de geste e così via ma quando poi andiamo a vedere in dettaglio il l'oggetto meraviglioso è il reliquiario di 1.349 fatto da un suo remoto successore carlo iv del lussemburgo per glorificare meglio cotanto fondatore dell'impero che portava il suo nome ci si è sempre cercato di fare un immagine di questi grandi avvenimenti storici per esempio questa e l'incoronazione di ruggero il normanno ruggero
ii re di sicilia dal 1.134 se non sbaglio bene non si è trattato di un incoronazione il papa non era affatto d'accordo si è trattato piuttosto del riconoscimento di uno stato di fatto ma qui nel palazzo reale di napoli lo vediamo dipinto dal terribile belisario corenzio con tutto un andamento piroettante tipico del tardo cinquecento se invece andiamo alla martorana chiesa palermitana fatta proprio all'epoca di ruggero ii vediamo tutt'altro è cristo che incorona ruggero ii abbigliato in una maniera piuttosto bizzarra ma i normanni si vestivano così già due generazioni prima ruggiero il gran conte quando sposa
giuditta del re porta tutto un altro vestito porta alle calza braghe che dicevamo tipicamente europee una corta mantellina su una tunichetta e d'altronde anche nel famoso arazzo di bari e lo vediamo guglielmo che sempre normanno era scusate questi salti ma per farci un'idea diciamo contemporanea bisogna giocare su diversi fronti questa forse era la tenuta quotidiana dei normanni una tenuta da battaglia perché prima di conquistare l'inghilterra piuttosto che non la sicilia questi normanni sono sostanzialmente dei militari eppure tornando a ruggero il normanno in una delle prime monete che conia lo vediamo con suo figlio suo figlio
ea destra ea sinistra scusatemi mentre lui è già abbigliato esattamente come lo vedremo alla martorana però questo sistema non è tipicamente normanno l'impero è quello di costantinopoli esattamente nello stesso momento giovanni ii con meno si vestiva così e vedete che l'immagine è senza dubbio calzante d'altronde anche la riesumazione del corpo di costanza d'aragona moglie di federico ii ha dimostrato che costanza portava non una cuffia come si dice normalmente ma quello che era un camel aun chion ovviamente nei vari rimaneggiamenti lo hanno spogliato di tutte le pietre preziose ma un'idea rimane e d'altronde anche la corona
di santo stefano l'ungheria come vedete sempre un modello imperiale costantinopolitano cioè romano praticamente non si era mai interrotta questa continuità tra roma e costantinopoli evidentemente bastava per fare l'imperatore o il re eccoci quindi a vedere che anche i longobardi di cui abbiamo già sentito parlare e che si presentavano questa è l'unica immagine di un longobardo fatta da un longobardo se vogliamo escludere le meravigliose cose di cividale del friuli ma che sono diciamo già orientate su altri orizzonti questo è il longobardo è un guerriero a cavallo quando arrivano in italia le loro monete sono pressoché aniconiche
non sono in grado di immaginare forse una monetazione diversa da quella che poterlo vedere nell'impero bizantino e anche le loro costruzioni sono fatte di storia per quanto meraviglioso il tempietto sul clitunno è fatto con pezzi romani e con una sintassi ancora più incerta per quanto fiabesca è la chiesa del san salvatore a spoleto che noi dobbiamo comunque immaginare e più volte rimaneggiata in età longobarda fino ad ottenere questo impressionante caledoscopio di pezzi romani eppure verso l'ottavo secolo quando oramai longobardi sono in italia da due secoli abbondanti vediamo che qualcosa di nuovo accade nello splendido complesso
di santa giulia a brescia c'è la chiesa del salvatore quella in cui si ritiene riposino le spoglie di ermengarda la moglie longobarda ripudiata da carlo magno comunque si chiamasse la squisita qualità della decorazione certo tipicamente longobarda ma è diventata raffinata dal punto di vista plastico come quella costantinopolitana contemporanea a un contraltare nella meravigliosa croce di desiderio che farà da apripista al ancor più meravigliosa croce di lotario se guardiamo la croce di desiderio è vero che al centro c'è questo cristo forse anche più tardo ma comunque di fattura barbarica ma la croce è fatta di materiale
romano incastona alla base il cosiddetto ritratto di galla placidia con giusta grata honoria e valentiniano iii non sono loro ma di solito li avete conosciuti così un cammeo che sarebbe stato benissimo nella futura collezione di lorenzo il magnifico che collezionava soltanto cammei che avessero la possa avuto la possibilità di stare nella raccolta di augusto ma quel che meglio è che il cammeo in assoluto più qualificante è quello dell'aquila imperiale e di una vittoria i longobardi già si stavano travestendo da imperatori romani ed eccoci arrivati anche noi a carlomagno questo per ricordarvi la zona dell'influsso più
o meno diretto del sovrano nel momento del massimo della sua potenza ma torniamo indietro all'inizio il re dei franchi non si sposa con vive come si direbbe oggi c'è tutto un uso germanico così di convivenza con una certa i'm il tour e le ottiene un figlio che si chiama pipino il gobbo ora queste due immagini sono impressionantemente simili pare che sia la copia di un codice dell'epoca di carlo magno ma questo è il carlo magno del momento della massima del massimo sforzo militare guardate come si firma carolus è un monogramma d'altra parte giustiniano firmava le
sue opere teodora e tutti gli imperatori con i monogrammi e mano a mano vediamo che il carolus con la k diventa carolus con la c carolus rex franco room e poi ecco rf e rex franco room al momento in cui ha vinto le guerre contro i longobardi e finalmente viene a roma per essere incoronato poi dobbiamo vedere quanto questa incoronazione nel tempo abbia portato a problemi di vario genere cambia anche l'immagine di carlo magno eccolo qui improvvisamente carolus imperator augustus la moneta potrebbe tranquillamente essere di uno dei sovrani dell'annus horribilis 68 69 dopo cristo tipo
galba così via ma per fortuna abbiamo anche un'immagine che per quanto possa sembrare piccola e scarsamente monumentale ha forti probabilità di essere stata modellata su un ricordo quanto meno dell'aspetto dell'imperatore come lo abbiamo sentito descritto da eginardo ed evidentemente il modello per chi era stato a roma era questo allora andiamo a vedere come questa ricerca di romanizzazione di personaggi che romani non sono abbia delle origini estremamente antiche il momento di cui stiamo parlando è quando in verde vedete l'impero franco link sacro romano impero e poi vedete che l'impero bizantino e a questo momento non è
poi così tanto più grande si potrebbe discutere perché i confini variano ma priva di manzi carta insomma non doveva essere più o meno così carlo sceglie una capitale in un posto ecco vedete in blu le residenze che diceva il professor barbero quelle sono le residenze di una corte itinerante che non aveva una capitale vera e propria sarà un certo punto accompagnata dalle solite storie leggendarie che carlo sceglie aquisgrana lo sa bene manzoni o mosè errante o tiepidi lavacri da quel grano o vede posta lo ridà maglia il guerriero sovrano scende a del campo a perdere
i nobili sudor terme per chi aveva un fisico acciaccato l'acqua calda di aquisgrana era l'unico toccasana e faceva benissimo a non rivolgersi ai medici che avrebbero fatto a pezzi quelli dell'epoca allora ad aquisgrana vedete che oggi nel centro storico si conserva ancora trasformato nella card dom la cappella palatina cioè la costruzione più importante dell'epoca di carlo magno tutto ciò che vedete diverso dal nero sono le mirabili squisite aggiunte che nel tempo hanno trasfigurato la cappella palatina nell'uomo di aquisgrana ma al centro l'hardcore di questo complesso resta ancora l'edificio carolingio con la grandiosa loggia delle apparizioni
quello che noi chiamiamo best burke i miei studenti che vedo qui in mezzo se non lo sanno ri boccio al centro della porta della del vestberg una porta bronzea che potrebbe essere scappata dalla curia ma che troveremo fino a sud dal a il design si fanno tutte così le porte bronzee di questo periodo dà accesso ad un vano estremamente complesso che però permettetemi un attimo di trattenervi sul limitare fa parte di un complesso altrettanto utile per i nostri fini di cui vediamo varie ricostruzioni sempre con il tentativo di dire all imperatore abitava in un bel
posto ma qualcuno finalmente ha fatto delle ricostruzioni dove gran parte di questi edifici avevano i tetti di paglia come si faceva normalmente in tutta l'europa ancora per i cinque sei settecento anni successivi quello che a noi interessa è il doppio polo a sinistra la grande aula e qui avrei potuto parlare di treviri per ore ma mi interessava più la cappella palatina che vedete a destra che è un edificio a due o forse tre livelli a destra vedete in basso la pianta del pian terreno e in alto quella del piano superiore adesso per chi non fosse
mai stato a aquisgrana e vi prego andateci oltre a essere un posto estremamente piacevole la cappella palatina fa parte del nostro dna non si può non conoscerla si sarebbe entrati da questo vestibolo con due torri scalari dopodiché ci troviamo in un vano che ha la potenza del mausoleo di teodorico di cui carlo magno si riteneva successore diretto ma anche lo splendore di tutta l'architettura bizantina quei mosaici che vedete sono copie più o meno fedeli come vedremo tra poco fatte dalla scuola di mosaico tedesca con una tradizione pazzesca nei restauri fatti da dilbert a ravenna e
che ha come capolavoro lag destiny skiers e la chiesa votiva per la creazione dell'impero tedesco i cui ruderi musealizzati stanno oggi ha corso il sen dame entrare dentro quel rudere trovare i più bei mosaici ravennati è un tutt'uno allora vedrete un de ambulatorio con questi pilastri che si dividono in forma triangolare per seguire la forma che è ottagono all'interno ea 16 lati all'esterno vedete quindi fuori ed è fuori una scorza rude all'interno lo splendore di questi edifici poi segue di coro trecentesco ma di cui stasera oggi non voglio occuparmi allora tutta questa decorazione e prelude
con cori angelici che ovviamente non possono mancare alla rivelazione del vano centrale questo vano a più livelli dove veramente in basso sembra di vedere i pilastri del mausoleo di teodorico a ravenna mentre ma non mano che saliamo si svela un'architettura che ha delle matrici chiarissime vorrei soltanto dirvi che uno dei mezzi con cui le idee i ricordi viaggiano nel mondo antico è il disegno io vado davanti a una famosa pittura una famosa architettura e ne ritraggono ne ricavo uno schizzo quando poi arrivò nel mio luogo di destinazione ed ho questo disegno al mio pittore al
mio scultore al mio architetto quello non ha più i connotati che si sono come dire riassorbiti nello schizzo quello vede è sostanzialmente quello fa quindi una perdita di tridimensionalità è abbastanza normale e tenetela presente per quando faremo i confronti salendo sulla cupola che è una volta padiglione adatto lati noi scopriamo i pantocrator con i signori dell'apocalisse in un crescendo che prevede un basamento robusto un doppio ordine di logiche dietro invece hanno altri vani con delle volte rampanti che tendono a salire verso il soffitto e quindi prego ecco questa è la visione globale che si arricchisce
in tutta una serie di progressive rivelazioni mano a mano che la luce ecco questo è come era ciò che si poteva intuire prima che guglielmo primo che vedete qui travestito da carlo magno né rifacesse completamente la decorazione l'uso del grandangolo aiuta perché rende estremamente esplicite le intenzioni del progettista peraltro federico barbarossa raggiungere il famoso lampadario che è questo che vedete è fatto tutto di archi con torri che sembra una corona imperiale e probabilmente sarà anche il modello per il futuro castel del monte quindi nonostante il suo imbaro chimento sia dovuto più che altro al grandangolo
la realtà è che questa cupola tende a mimare uno spazio infinito al di là del soffitto al piano superiore come vedete tutta una serie di volte rampanti stanno a fare corona vedete qui sono tutte illuminate e le vediamo attraverso la parte superiore di questo finto loggiato fanno corona ad un vano dove c'è quell'oggetto bianco che è il famoso trono di carlo magno eccolo qui qualche cosa di cui si discute sempre ma è vero è rifatto e fasullo probabilmente vero se no nessuno avrebbe fatto un qualcosa di così modesto immaginatelo coperto delle più preziose stoffe orientali
e qualcuno c'è anche ragionato sopra ma il top il trono e anche altare e vedete quando si dice il trono poggia sull'altare fisicamente poggia sull'altare è però dal trono vedete attraverso la loggia superiore io vedo e sono visto direttamente da cristo la cappella palatina è uno spettacolare organigramma perché se invece mi metto sul trono e guardo in basso io vedo l'altare e sono visto da chi di dovere attraverso una loggia che sarà talmente con sostanziata all'immagine imperiale che nelle nel evangeliario di carlo il calvo io lo vedo proprio inserito in una loggia come quella di
aquisgrana ecco quindi che la cappella palatina e per inciso tutte le cappelle imperiali da questo momento in poi a praga per esempio per carlo iv ma fino a bersaglio fino a caserta eccetera saranno sempre su due livelli perché la luce da dietro aureola l'imperatore è che la riflette in basso ma lui è illuminato da cristo un organigramma di quello che diventa il sacro romano impero che viene anche espresso benissimo dell'evangeliario di aquisgrana dove vediamo alcune la the loose che porta il sovrano che sta sotto la mano di dio vedete come miniatura cioè pittura e architettura
coincidano perfettamente ecco questo è il dettaglio in cui si vede per quello che è possibile tellus l'imperatore e la mano di dio quindi tutto il linguaggio è assolutamente romano potremmo considerare queste cose addirittura tardo antiche come diceva il professor barbero il repertorio è quello c'è qualche stilizzazione è dovuta al fatto che il bronzisti hanno visto forse di disegni ma la porta la pigna ecco la porta la pigna e addirittura la lupa fanno di aquisgrana una vera e propria roma carlo magno verrà messo a riposare in seconda giacitura dentro un sarcofago che all'epoca si diceva avesse
contenuto le ceneri di augusto allora questa cappella palatina da che cosa deriva beh carlomagno è passato sicuramente a ravenna 1 perché ravenna è una delle sue diocesi due perché per andare da pavia a roma devi passare per forza per ravenna nel mondo antico e quindi il modello scelto benissimo è l'unica chiesa totalmente giustinianea leggi il più grande imperatore del mondo romano orientale che ci sia al di fuori di costantinopoli la splendida san vitale appiattita nel ricordo del disegno è senza dubbio cappella palatina a sinistra san vitale a destra il motivo generatore della cappella palatina vedete
che mutatis mutandis la cosiddetta smaterializzazione che noi critici leggiamo nell'architettura costantinopolitano anche a ravenna alla fin fine nonostante gli splendidi affreschi settecenteschi che come pochi hanno colto il senso di quella che voleva essere l'architettura di san vitale è il modello per cappella palatina ma qual è il modello di san vitale la cupola squarciata del cosiddetto tempio di minerva medica che non è il ninfeo degli horti liciniani vi prego di guardare la decorazione cell l'impronta dei marmi e dei mosaici che dovevano coprire completamente questo vano tenete presente che soltanto noi e roma siamo in grado di
farci passare i treni da un lato e i tram dall'altro marina magliari cianetti ha fatto un restauro importantissimo riducendo quella cupola che andava così ma che fino al 1827 era la più grande cupola estradossata che aveva resistito per 1500 anni senza perdere il suo scheletro si doveva presentare così ma non vi ho detto cosa era secondo me questa stranissima edificio che a dieci lati non è 12 non è 16 non è 8 ma dieci se ha un ingresso a 9 chiamiamoli petali bene è l'henné a kubica cioè per tutto il medioevo il papa ha avuto
una sala che si chiamava il triclinio degli n a kubica cioè dei nove e divani alla corte di costantinopoli c'era il triclinio degli n a kubica questo è l'archetipo cioè una sala del trono dove in appositi spazi l'imperatore i suoi funzionari assistevano si beccavano diremmo oggi cerimonie che duravano ore ore e ore ma c'è di più e c'è di meglio posso fare questa capriola questo salto carpiato certo perché ancora all'epoca di giustiniano ma anche meglio all'epoca di costantino a cui facciamo riferire la sala del degli horti liciniani libri non erano perduti per cui dato che
sappiamo che esistevano libri di architettura anche la sepolta sala ottagona della domus aurea può essere stato considerato essere considerato effettivamente un prototipo la sala ottagona era una sala magica perché chi entrava vedeva tutte le stanze illuminate senza finestre per altro verso l'esterno si apriva su questa famosa rustica natura che era stata ricreata da nerone ma all'interno accadevano strane cose la sala è un templum nel senso etimologico del termine è orientata a nord sud per cui quando dei mieli all ormai ex allievi e studiosi e professionisti fecero una tesi di laurea sulla ricostruzione della domus aurea
la prima cosa pensavamo che fosse la precipua rotonda cena zio che girava eccetera eccetera e che il sole scendesse così roba che accade come purtroppo io ignoravo soltanto all'equatore in realtà il sole nella sala ottagona fa tutto un altro effetto il sole punta in pieno nei giorni del solstizio il vano di fondo dove però invece che trovare la statua dell'imperatore noi troviamo una fontana attenzione la luce entra diretta dal loculo e illumina qui mentre da dietro la calotta la luce entra e va verso la fontana che si trova qui e che adesso vi faccio vedere
una fontana piuttosto bizzarra c'è un apposito ha prodotto che porta un fiotto d'acqua è appena arrivato l'animo novus quindi c'è tutta l'acqua del mondo che prende una velocità pazzesca per poi rompersi contro un oggetto che sta qui in mezzo facciamo partire il filmato e se possibile abbassiamo la luce questo filmato è stato fatto con un telefonino alla mostra lordi nella luce in cui noi abbiamo provato un software che misura la persona e poi a seconda di come si muove la persona la persona si muove all'interno della domus aurea avete notato che cosa succede noi abbiamo
geolocalizzato roma abbiamo messo con un software speciale 65 dopo cristo abbiamo messo il giorno dell'equinozio e compare in quel luogo un arcobaleno perché il sole becca in pieno tutti gli schizzi della fontana e si crea un arcobaleno che attenzione adesso sta passando il nostro amico nella stanza dove cadono le rose come dice svetonio un po pop ma insomma funziona e noterete una cosa che la geolocalizzazione cosa ha fatto quando lui gira e penetra nella sala della fontana l'arcobaleno sparisce perché l'arcobaleno si vede solo dalla parte del pubblico eccolo ci si muove così uno fa così
e fai finta di muoverti all'interno di uno spazio che è stato ricostruito ecco qui l'arcobaleno finisce perché perché il sole sta alle tue spalle e quindi non puoi più vedere l'effetto che si desiderava allora che cosa succede guardate questa è farina del mio sacco dal punto di vista della ricostruzione ma già un celebre studioso aveva fotografato non so se se stesso la moglie purtroppo la sala è la foto è brutta e notate che c'è una luce davanti l'occhio di bue e c'è dietro quest'altra luce che faceva l'arcobaleno d'altronde merone era solito presentarsi in pubblico come
il dio del sole e secondo me questo capolavoro assoluto che però attinge nell'apocalisse la donna vestita di sole mi fa sempre pensare che anche il povero giovanni evangelista del suo nella su nel suo esilio di patmos qualche cosa sentisse dire delle meraviglie che si vedevano la corte di roma grazie [Applauso] alessandro ci hai lasciato a bocca aperta ora di pranzo no no un altro applauso [Applauso] io credo che difficilmente riusciremo a replicare un incontro come questo possa mettersi da siete sensazionali siete prenotati anche per l'anno prossimo ne farà nulla sull'archeologia il consiglio per fare sospetto
ed ora come si diceva hai detto che ora di pranzo lo finiamo con il dolce no dulcis in fundo professor strinati cari amici possiamo dire che considerando questo momento conclusivo anche se ci sarà come ricordava minardi poco fa non ci sarà una sorta di finale speciale dedicato a matera però insomma è certamente questo questo è conclude molto bene l'itinerario dobbiamo percorso voglio permettermi una osservazione davvero non si poteva onorare meglio il titolo di questi incontri luce sull'archeologia effettivamente la lastra polazione davvero formidabile che ho fatto viscogliosi adesso è su questo tempo la luce quindi i
nostri incontri terminano su questa tematica l'obiettivo delle conversazioni che abbiamo ascoltato in queste settimane è di fare luce su determinate problematiche archeologiche e e quindi in qualche modo la suggestiva e il convincente ricostruzione visto che si è fatto della dell'arcobaleno nella domus aurea questa sorta appunto di di trasfigurazione architettonica e visiva della immagine che l'errore ha voluto dare di se stesso come imperatore della luce è effettivamente è una è una idea formidabile ma c'è forse qualcosa di più io così ho pensato di di concludere il nostro cammino nel tempo proponendo una immagine del mosaico dei
santi cosma e damiano qui a roma che in qualche modo è stato è stato collegato dagli storici dell'arte della figura di teodorico e c'è ora diciamo mi sembra di vedere una organica connessione con quattro il professor barbero a ha sviluppato e in effetti la sua ricostruzione dell'incoronazione di carlo magno e del conseguente europeismo diciamo nel senso più proprio del termine che da quella informazione deriva quella ancora c'era è connessa e abbia effettivamente una forte connessione con la figura di teodorico carlo magno in qualche modo è stato ricordato si sentiva discendente legittima di sundancer da quel
grande re è giustamente è stato ricordato voto che che a buon diritto in qualche maniera poteva pretendere per se stesso in questo ruolo imperiale mi ha molto colpito un dato che che vorrei di nuovo segnalare la nostra attenzione l'introduzione musicale che c'è stata e naturalmente valore di per sé molto interessante per i cultori di questa disciplina di di enorme interesse è una materia delicata come cia ci hanno spiegato i musicisti cioè ci hanno proposto una ipotesi basata in parte su lato sulla fisiologia obiettiva e cioè la ricostruzione plausibile gli strumenti musicali dell'antichità greco romana di
cui abbiamo testimonianze figurative attendibili i testi musicali stessi naturalmente sono ricostruiti con un larghissimo margine di di immaginazione ma la cosa molto interessante è che chi ama la musica e un po se ne intende ascoltando quei brani che in parte sono desunti da labili tracce di di scrittura musicale di tipo alfabetico reperito reperita nel corso dei secoli è nota da secoli nella nostra percezione uditiva che impressione fanno quelle musiche a me io vi dico la mia che però non è solo la mia e anche l'impressione di uno studioso che ci ha preceduto di qualche secolo
in questo tipo di ricerca e che ha scritto delle cose molto interessanti che ben si potrebbero paragonare a quanto i colleghi di scoliosi e barbero hanno detto oggi mi riferisco a vincenzo per lì lei il padre di galileo galilei il più grandi scienziati di tutti i tempi all'epoca l'epoca e la fine del cinquecento il nome di vincenzo galilei era molto molto noto conosciuto nell'ambito di una una corrente di studi classicistici fiorita soprattutto a firenze ma non solo vincenzo galilei in particolare era sommo studioso della musica antica la musica greca aveva già meditato con notevole rigore
filologico e grandissima intelligenza galilei come i nostri amici vincenzo galilei come i nostri amici musicisti era era anche gli diciamo filologo ma ma compositore strumentista di vaglia era un grandissimo liutista uno dei più grandi del suo tempo per quello strumento compose e delle musiche che poi sono solo diciamo diventate abbastanza celebri quando nella prima metà del novecento ottorino respighi grande compositore bolognese componente creando una composizione intitolata antiche danze e arie per liuto si servì di alcune composizioni di vincenzo galilei per inserirle nella sua per composizione sinfonica per evocare il mondo di vincenzo galilei ma il
modo di vincenzo veri lei evocava il modo degli antichi greci e romani un arco magnifico è vero ebbene che cosa dice di lei commentando quei pochissimi frammenti musicali dell'antico in realtà poco possiamo dedurre su come suonasse sul serio questa musica possiamo però pensare che il frutto estremo l'eco estremo di quel di quella composizione di quel modo di comporre e se sia ravvisabile del canto ambrosiano e gregoriano del medioevo così così si esprimeva galilei volendo intendere che in realtà attraverso la l'esame del medium musicale del linguaggio musicale fosse molto difficile tracciare un confine tra l'impero la
caduta dell'impero in senso lato diciamo così senso ben bene errato come come spiegato barber e un attimo fa e il medioevo diciamo questo questo periodo in cui la classicità e finita e la modernità non è ancora emersa quelle musiche spiega che li lei nel trattato della musica antica e moderna sono bellissimo trattato che ancora oggi è studiato con attenzione dice una cosa interessante cioè è molto probabile da quello che possiamo capire che questa questa queste musiche antiche se noi le potessimo sentire sul serio con gli strumenti dell'epoca e nelle loro reale esecuzioni c suggerissero più
un mondo che oggi noi percepiamo come orientale l'indagine so che come il mondo che noi percepiamo come classico e cioè il mondo dell'impero d'occidente in parole povere a me sembra vero che quando noi abbiamo ascoltato pochi brani opportunamente commentati abbiamo avuto probabilmente l'impressione di non riuscire a collocare bene geograficamente è vero e quindi storicamente e quelle tipo di espressione di suono e di connessione e di sviluppo della musica e gli effetti è insomma quello che ci è stato insegnato oggi è più o meno questo cioè in realtà non è possibile è ovvio da un lato
ma dall'altro fa mi fa molto riflettere non è possibile tracciare una una linea che veramente possa dividere una presunta fine della classicità da un presunto ingresso in un medioevo un territorio di mezzo di solito in effetti quando non si sa bene come inquadrare qualsivoglia cosa si fa riferimento a una media età ma la media non esiste mai esiste soltanto in una ricostruzione remota e priva di riferimenti cosa avrebbe pensato cosa avrebbe pensato carlomagno che diventa imperatore dei romani e di un'opera d'arte prodotta scaturita dalla cultura dell'ambiente di teodorico quale sembra essere effettivamente il mosaico dei
santi nord dell'argentina guenda milano che è opera che forse commenta bene il il filo storico che ci è stato tracciato il sembrerebbe che questo mosaico sia databile più o meno possiamo vederlo forse meglio si vede so abbastanza bene questa immagine diciamo ma magari misura successiva ecco si vede bene il cristo una immagine che nella sua struttura della faccia ricorda il fango incredibile impressionante nel test e felice che abbiamo con cui abbiamo cominciato il nostro con cui aveva steiner ha introdotto il capitolo finale l'apoteosi potremmo davvero dire e di una potersi si tratta infatti nella iii
marlowe dei santi corso italiano quello il test è felice di mezzi farabutti che però che però effetti hanno avuto il grande pregio di insegnare ai greci la scrittura e scusate se è poco potrebbe venire in buona sostanza hanno insegnato a a usare il veicolo principale per la trasmissione della cultura stessa insieme con l'immagine dunque che cosa ne vogliamo ridurre che la cultura è il prodotto migliore magari di uomini malvagi di raggiratori è perché no non possiamo perché mai dovremmo in effetti perché no oggi noi vediamo la classe politica che comanda che disprezza la cultura forse
fa bene perché ha individuato il punto debole del concetto stesso di cultura ho detto forse è per carità non è che scusate scusate né mi permetto una cosa scherzosa ma ma anche la scherzosa osservazione per questo capoccione e in qualche modo funga per la nostra mente come una sorta di filo di collegamento tra l'argomentazione che stein ci ha proposto così brillante così determinante così decisiva e quello che abbiamo sentito dai nostri grandi studiosi che si sono agganciati a quel momento cruciale della dell'incoronazione di carlo magno e ora pensiamo tutta l'argomentazione è sviluppata da viscogliosi nella
esegesi della cappella palatina mi associo con tutti coloro che hanno ascoltato nel sostenere che le successi che abbiamo ascoltato è un capitolo davvero cruciale in quella che può essere la ricostruzione del modus operandi imperialis nel campo di dell'architettura simbolica che naturalmente è poi la quintessenza della diciamo di un concetto di religione che si concretizza in immagine è questo non è un altro esempio ora io naturalmente lo dicevo scherzosamente ci ricorda quelle feste felice appunto con questi grandi occhi simbolo ovvio della e qui qui ci sono stato con quel gesto meraviglioso e vero del santo che
presenta ci sono san cosma e damiano che sono i due santi greci taumaturghi che vengono presentati dai santi pietro e paolo e vero al cristo che secondo l'esegesi più divulgata scende scende dal dalle nuvole è vero accogliendo all'ingresso del regno del regno i due i due santi taumaturghi per molto tempo non essendoci notizie precisissime la la datazione di questo mosaico è stata collocata più o meno intorno al 535 dopo dopo cristo ovviamente che è la data del corpus iuris di judy giustiniano o più o meno è interessante questo fatto è interessante perché è così interessante
in realtà se si accetta quel tipo di liberazione quel tipo di inquadramento che è stato fatto che c'è turano storie assumere che è molto interessante molto attendibile perché voi voi sapete che il catino absidale di san damiano è forse l'esempio per antonomasia di quello che potremmo appunto definire il labile confine di passaggio tra classicità e medioevo perché è il sacro e damiano è un sacro tempio cristiano che viene creato dentro il templum pacis adeguando quell'ingresso che sulla via sacra chiamato il tempio di romolo innestato su un ambiente probabilmente una biblioteca del tempio della pace che
viene diciamo consegnato al papa felice il quarto e diciamo in linea di massima alcol che ciò non sia perfettamente documentato ciò avviene per volontà di amalasunta nella figlia di teodorico la raccolta è simbolicamente una una figura emblematica di questo processo culturale di questa cultura del tardo antico tutta in mano alle donne perché prima è in mano alla mamma di costantino a elena poi ha una figlia la quale naturalmente crea si ritiene abbia creato una connessione fondamentale tra oriente e occidente rispetto a giustiniano a a sua moglie teodora e amalasunta regna effettivamente regna come reggente ma
insomma regna e poi fa una gran brutta fine come era era d'uso logicamente viene strangolata l'isola martana che conserva così il ricordo di questo bel avvenimento però in una storia in cui in effetti e sono delle grandissime donne che veicolano questa transizione e si inventa nel medioevo potremmo dire scherzosamente il medioevo e così il medioevo inteso come un concetto fasullo e tuttavia suggestivo che serve la bussola di orientamento in questa difficoltosa navigazione che è stata è stata percorsa oggi per noi dai professori barbere viscogliosi è molto interessante questa questa diciamo dimensione al femminile di questo
sviluppo culturale che da un lato porta al corpus iuris dall'altro porta a un'opera d'arte di carattere prettamente giuridico in effetti è vero perché questo è un ora un ingresso scortato di antichi romani e certamente certamente non c'è opportunamente abbigliati è stato molto interessante quel discorso sull'abbigliamento simbolo supremo questi questi certo non sono barbari mani ma ma quella ma molti storici dell'arte per secoli hanno pensato che le maestranze eventualmente incaricati della mala assunta all naturalmente da da felice guardo il papa che è rappresentato nel nel mosaico ancorché l'immagine che oggi noi vediamo di felice il quarto
e di cui non ho la diapositiva e per concorde il giudizio degli storici completamente rifatta quando nel 1632 è vero urbano viii maffeo barberini urbano viii barberini dette ordine a uno degli architetti della sua cerchia un dottissimo filologo una figura che andrebbe ricordata molto più di quanto non lo sia oggi orazzo torriani si chiamava uno dei più grandi cultori della problematica dell'inserimento dell'arte moderna nell'antico moderna al suo tempo il papa incarico torriani di studiare un progetto di sopraelevazione del pavimento del del complesso dei santi club italiano o sacchetto reali fece che oggi noi possiamo apprezzare
molto perché dopo i restauri moderni si vede benissimo l'ingresso dalla parte del tempio di romolo che è 7 metri sotto e poi tanto è vero che urbano ebbe l'idea così facendo di permettere una visione ravvicinata del mosaico cosa che tutti noi oggi andiamo ai fatti vediamo da vicino cosa sbagliatissima nell'ottica creativa delle maestranze che progettarono eseguirono quell'opera però esattissima per la mentalità moderna di maffeo barberini divenuto bubble ball viii che tra i suoi grandi maestri orientatori della sua cultura e del suo rapporto con l'antico aveva avuto anche vincenzo galilei e tanto è vero che poi
divenne amicissimo del figlio del figlio che vede morelli lei che supportò in tutti i modi finché a un certo punto dovrete arrendersi al sacro collegio vabbè però insomma il papa era molto vicino e bene ebbene gli storici dell'arte hanno desunto non avendo una documentazione obiettiva che in verità le maestranze che progettarono ed eseguirono questo questo complesso artistico le cui fisionomie sono chiarissimamente orientali orientaleggianti palestinesi siriache eccetera essendo vigente all'epoca una grandissima a scuola d'arte proveniente da quelle terre si pensò che genericamente si potesse riferire questa opera di somma transizione tra l'antico e un presunto medievo
attribuibile a maestranze genericamente de felice syria che dalla storiografia artistica dei primi del novecento volendo significare felici in buona sostanza cioè discendenti dei felici perché da lì venivano questi grandi musicisti del attivi diciamo così tra la caduta di romolo augustolo ecco è questa epoca che poi avvicina tra la deposizione di romolo augustolo e 476 al mosaico dei santi cosma e damiano passano un paio di generazioni quindi praticamente chi giovinetto bambino ha visto formarsi in questo mosaico aveva un ricordo personale del tempo di romolo gusto attraverso suo nonno e quindi è una civiltà strettissimamente connessa anzi
questo mosaico proprio il senso di una ricostituzione di un tessuto storico che si sta scompaginando il in una forma appunto in bilico nello spazio nel tempo e tanto è vero che poi alcuni esegeti del dl del mosaico hanno sostenuto e sostengono la tesi che la l'iconografia del cristo e vedevo con rotolo e il gesto di accoglienza non è di discesa dal tappeto di nuvole ma di salita cioè in realtà l'immagine vorrebbe significare il cristo che sta arresa sta portando verso il regno i due santi taumaturghi e non sta scendendo verso di loro ma sta retrocedendo
ovviamente non però girandola siena sarebbe come dire di credibili e maleducato ma restando fermo veramente un bizantinismo fantasioso però comunque comunque una immagine certamente del basileus diciamo in moto benevolo e naturalmente fisso di fronte di fronte al popolo cristiano perché illuminato da quella luce che infatti viscogliosi ha spiegato così bene essere il è l'elemento il filo conduttore della posizione imperiale nella cappella palatina e in generale e il generale nel in quegli edifici come il mausoleo di teodorico e così via che fanno riferimento a questo rapporto cosmico tra l'imperatore il dio è il popolo che è
ammesso a vedere la visione celeste e in effetti è proprio questo è una delle formule della legittimazione della visione celeste con gli strumenti per o concessi da dio all'uomo cioè la vista la luce del sole è un materiale idoneo alla formulazione dell'opera d'arte qual è il mosaico la tessera musiva invetriata che in effetti anche simbolicamente in luce con feriti data un'immagine più forse della pittura è vero in affresco i nel caos o quel che si vuole e infatti non è un caso che il mosaico e diventa in qualche modo la tecnica per antonomasia di questa
tipologia che appunto conserva trattiere dentro di sé quella luce che è libero in effetti l'impero è luce quindi luce sull'archeologia è stato fatto [Applauso] dunque la speranza è quella di non spegnere la luce sull'archeologia la speranza che ci sia ancora un ciclo di incontri sicuramente ci sarà ancora un incontro l'omaggio a matera capitale europea del 2019 ovviamente con steiner strinati ci saranno caldi luisa marchi antonio marchetta abbiamo parlato di fenici ci hai detto quando in edicola quel all'inizio delle iniziative di mese di aprile è in edicola nella cura di buona domenica vi ricordo se volete
ancora un po di cultura che oggi sono le giornate europee del fai tra le tante cose belle ci ha aperto anche l'istituto di studi romani se non lo conoscete potete andare anche lì buona domenica [Applauso]