[SUB12] DESPRENDA-SE DO PASSADO - Luciano Subirá

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Luciano Subirá
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Video Transcript:
Gente sto passando qui oggi per portare un messaggio al tuo cuore. Non rimanere preso al passato. Per la nuova generazione questo qui è una definizione di passato.
La generazione dei miei figli non ha conosciuto il telefono pubblico, ci ha messo del tempo per capire cosa significa "cadere il gettone", che è quando inserivamo il credito comprato per completare la chiamata. Questo, per la nuova generazione che ha conosciuto solo il cellulare, che difficilmente usa il telefono fisso, è un simbolo del passato ed è dentro di questa cabina che voglio dirti: non rimanere preso al tuo passato, Dio non vuole che tu rimanga preso al tuo passato. Gente, sono oggi a Londrina, nel Paranà, nel lago Igapó, passando per condividere questa parola al tuo cuore.
L’apostolo Paolo dice: "Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la meta, verso il premio della suprema vocazione di Dio, in Cristo Gesù". È con base in questa dichiarazione dell’apostolo Paolo, là in Filippesi nel capitolo 3, nel verso 14 che voglio fondare la nostra conversazione sullo staccarsi dal passato. Dobbiamo intendere che questo non è appena un suggerimento, non è appena un consiglio è una orientazione della Parola di Dio per noi.
Quando Paolo dice: "Dimenticando le cose che stanno dietro", lui mostra che spesso ci sono persone che non riescono a dimenticare il passato. C’è gente che rimane presa al passato e, spesso, questa prigione ci intrappola solo a ricordi di cose negative, o possiamo rimanere prigionieri perfino di cose buone. Ma, spesso, l’imprigionarsi, il permettere di rimanere bloccato nel passato ci impedisce di avanzare, di andare avanti, di camminare verso quello che ci aspetta.
Ho già insegnato che la vita cristiana ha differenti fasi. Entriamo da una porta, percorriamo una via in direzione ad un obiettivo, e quello che normalmente ci compromette in relazione al procedere nella via e al proseguire verso l’obiettivo, è proprio questa cosa di rimanere prigionieri di quello che è rimasto, è giustamente rimanere presi al nostro passato. Ci sono diverse forme di prigione.
Voglio sollevare rapidamente alcune di esse. In primo luogo, mi viene in mente la dichiarazione del Signore Gesù quando disse: "Ricordatevi della moglie di Lot. " Quando il Signore ci chiede che di ricordare, è perché c’è una lezione lì.
Queste cose non furono scritte appena perché sapessimo che qualcosa successe lungo la cronologia di un popolo, di una nazione, dei patriarchi ma la Parola di Dio ci presenta delle lezioni. In 1 Corinzi, nel capitolo 10, nel verso 11 Paolo dice: "Queste cose furono scritte per nostro avvertimento, che ci troviamo alla fine delle età. " Gesù lo chiarisce quando dice: "Ricordatevi della moglie di Lot".
La Parola di Dio ci mostra un’orientazione data da Dio stesso, perché lasciassero un luogo dove il peccato si era aggravato in una forma terribile, al punto che Dio avrebbe portato il giudizio. Ma perché Dio non giudica il giusto con l’empio, Dio dà a Lot l’opportunità di partire con tutta la sua famiglia. Ma l’orientazione che Lot riceve dal Signore non solo per lui, ma per tutta la sua casa è: non guardare indietro.
La Parola di Dio ci mostra che la moglie di Lot disobbedì. Questo "guardare indietro", dobbiamo inoltre capire il significato che c’era nel non guardare indietro, Dio stava parlando di un profondo distacco. Dio stava dicendo: "Staccati definitivamente da questo luogo.
Muoviti in avanti, verso quello che io ho per voi e non titubare, non avere nostalgia. " Perché qualcuno guarderebbe indietro? Perché starebbe dando valore al luogo da dove stava uscendo.
L’orientazione di Dio era proprio che si posizionassero a questo rispetto. La lezione che apprendo è che, quando questa donna si gira, guarda indietro e si trasforma in una statua di sale, giudicata da Dio. Dobbiamo intendere l’importanza del distacco.
Ci sono persone che sono uscite dal mondo, ma che non hanno permesso che il mondo uscisse da dentro di loro. John Wesley diceva che la conversione toglie il cristiano dal mondo, ma è la santificazione che toglie il mondo da dentro il cristiano. Nel libro di Atti, Stefano, quando stava predicando e parlò di quella generazione che partì dall’Egitto, disse che nel loro cuore sarebbero tornati in Egitto, ebbero nostalgia dell’Egitto.
C’è gente che è ancora presa al passato quasi pentendosi di esser stata salvata. Che guarda verso il peccato e si ricorda dei piacerei del peccato con nostalgia, quasi dicendo: "Ah, che peccato, mi sono convertito! Dio mi ha tolto da quella bella vita ed ora non posso più.
" Purtroppo ci sono persone che vivono in questo modo, perché non hanno la prospettiva di cosa sia l’incontro con il Signore Gesù e tanto meno di ciò che li aspetta. Sono presi a queste pratiche. Altri, non sono presi al passato come la moglie di Lot, nel senso di guardare e dire: "non voglio lasciarlo", ma sono presi alla colpa e alla condanna di quello che hanno fatto.
Oggi si sono convertiti, la Parola di Dio dice: "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura. Le cose vecchie sono passate, tutte le cose sono diventate nuove", è là in 2 Corinzi 5:17. Romani 8:1 dice: "Or dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo.
" Ma alcune persone a volte non riescono a capire la dimensione del perdono, la manifestazione della grazia di Dio. Rimangono prese alla colpa e al passato. Molti di noi quando sono arrivati a Cristo ed hanno avuto un incontro con Lui provenendo, forse, da un passato duro, pesante, di pratiche peccaminose delle quali si sono pentiti profondamente, ma una cosa che dobbiamo capire è che Dio, nella manifestazione del Suo amore, della Sua grazia, della Sua molteplice misericordia, non solo ci ha perdonati, la Bibbia dice che Lui ci ha giustificati.
L’apostolo Paolo dice: "Varie persone non erediteranno il regno di Dio. " Lui parla di ladri, parla di fornicatori, parla di gente che ha commesso ogni tipo di peccato, e dice: "Tali eravate voi", ma in 1 Corinzi, nel capitolo 6, nel verso 11 lui dice: "Ma siete stati lavati, ma siete stati giustificati, ma siete stati Santificati nel nome del Signore Gesù e dallo Spirito del nostro Dio. " Una cosa che dobbiamo apprendere è a staccarci dal peso della colpa del passato e a guardare avanti con la testa alta dicendo: "Il sangue di Gesù mi ha lavato, il sangue di Gesù mi ha purificato.
Non sono più legato a nulla di ciò che ho commesso per mezzo dell’opera benedetta e redentrice del Signore Gesù. " Dobbiamo liberarci dalla colpa, dobbiamo intendere non solo il perdono, ma la giustificazione, e questo significa riuscire a guardare indietro, anche se fosse nel ricordo del nostro passato e ricordare appena una cosa: la buona mano del Signore ci ha raggiunti. Dio ci ha tolti da quel luogo di peccato ed ora siamo nuove creature.
la Bibbia dice: "Or dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù. " Paolo, scrivendo ai romani dice: " Dio è colui che li giustifica, chi li condannerà? " Tu ed io siamo liberi dalla condanna.
Non abbiamo avuto solo un perdono, siamo stati giustificati, siamo stati scagionati e liberati da ogni colpa. Quindi devi capire quello che Gesù ha fatto per te e staccarti dalla colpa del passato. Alcuni sono presi al passato nell’aspetto emozionale.
Hanno avuto esperienze dolorose, hanno ricevuto segni profondi nella loro anima. Forse sono state delusioni, forse sono state ferite, ma dobbiamo ricordare che l’opera del Signore Gesù comprende anche questo. La Parola di Dio dice che Lui cura gli afflitti di cuore, il Salmo 147:3, e fascia le loro ferite.
Il Signore Gesù dice che lo Spirito del Signore lo ha unto per curare gli afflitti di cuore. Dio sa toccare quelle persone il cui cuore è tutto rotto, spezzato e portare il recupero emozionale. Forse tu sia stato vittima di abusi, di abbandono, ma dobbiamo intendere cosa vuole dire procedere nel perdono, intendere non solo cos’è l’amore di Dio per noi, ma la capacità di fare traboccare questo amore, di agire come agì Stefano, quando nel momento della sua morte, venendo lapidato, in ginocchio, non solo diceva: "Padre, recevi il mio spirito", ma diceva "perdonali, non sanno quello che fanno.
" Stefano stava seguendo il comportamento del suo Signore, del suo maestro. Gesù, che sulla croce dichiarò la stessa cosa: "Signore, perdonali, non sanno quello che fanno. " Dobbiamo imparare ad entrare in questo luogo per staccarci completamente dai dolori del passato, dalle offese che abbiamo ricevuto.
Questa trappola dell’offesa è una cosa terribile e c’è molta gente presa nei suoi dolori e, a causa di questo, non riesce ad avanzare. Un’altra cosa che ci prende, perché fino ad ora abbiamo quasi solo parlato di cose negative, ma qualcuno potrebbe essere preso al suo passato per ciò che riguarda le cose buone. Spesso rimaniamo legati a quello che Dio ha già fatto in precedenza, ma perdiamo di vista il fatto che vuole fare di più.
Perché ci accontentiamo prima del tempo con qualcosa di inferiore a quello che Dio desidera ancora fare nella nostra vita. Comprendo nella Parola di Dio una lezione tremenda a questo rispetto, quando il profeta Eliso, là in 2 Re, nel capitolo 4, istruisce quella vedova che aveva un serio problema. Questa cerca Eliseo e gli dice: "guarda, il tuo servo è morto", perché suo marito era uno dei discepoli di Eliseo, gli dice: "Il tuo servo è morto ed ha lasciato un debito.
Non ha lasciato", come diremmo oggi, "l’assicurazione sulla vita, non ha lasciato la previdenza, né quella privata né quella fallita, non ha lasciato denaro investito, ha lasciato un debito. Adesso i creditori sono alla porta volendo portare via i miei figli come schiavi. " Il suo clamore non era per una consultoria finanziaria, era per un miracolo, per un intervento di Dio.
Eliseo le dice: "Che cos’è che hai in casa? " Lei dice: "Ho un po’ di olio in una bottiglia". Lui dice: "Inizieremo da quello che hai.
Chiedi alle tue conoscenti, alle amiche e alle vicine il massimo di contenitori vuoti che riuscirai a raccogliere. Chiudi la porta dietro a te. " Eliseo stava segnalando che Dio avrebbe fatto un miracolo.
Ma lui le dà un’istruzione che molte volte mi ha fatto dubitare parecchio circa quello che le aveva detto, perché lui dice a questa donna: "Metti tutti i recipienti davanti a te. Prendi quel poco di olio ed inizia a versarlo nel primo. " Lui stava segnalando che Dio avrebbe fatto un miracolo, che avrebbe trasformato o moltiplicato quell’olio.
Ma dice: "Quando il primo sarà pieno fermati, prendi questo recipiente, mettilo dietro. Poi prendi il prossimo. " Cosa apprendiamo con Eliseo?
Eliseo stava mostrando che Dio non avrebbe fatto un grande miracolo nella vita di quella donna. Ma avrebbe fatto una sequenza di vari miracoli, ognuno di quei contenitori sarebbe stato un miracolo. Stava dicendo: "Quando Dio avrà fatto il primo miracolo", non vuol dire che tu ed io non saremo grati per quello che avrà fatto, ma che dovremo avere la capacità di prendere ciò che Dio avrà già fatto, anche se ci sarà stata gratitudine nel nostro cuore, dovremo metterlo dietro e fissare gli occhi sul prossimo contenitore, sul prossimo miracolo che Dio vorrà realizzare.
Spesso rimaniamo legati ad un passato che non è solo negativo, che non è appena il desiderio di tornare al peccato, che non è la colpa per quello che abbiamo commesso, non sono solo emozioni ferite, alcuni di noi sono presi a cose buone che Dio ha già fatto e perdono la prospettiva di che ci sono cose migliori, ci sono cose maggiori che non sono ancora avvenute nella nostra vita. Quindi voglio sfidarti: non rimanere preso al passato, neppure alle buone esperienze. Che siano appena un promemoria di quello che Dio può fare.
Che tu possa prendere, con gratitudine, quello che Dio ha già fatto, metterlo dietro e dire: "Non sono legato a quello che Dio ha già fatto. Io punto gli occhi sul futuro, punto gli occhi su quello che Dio farà. Punto gli occhi su quello che Dio realizzerà.
" In questo modo uscirai dalla zona di conforto e di contentamento, ed entrerai in un luogo di manifestazioni maggiori. Che il Signore ti aiuti, che il Signore ti dia grazia e che tu non viva prigioniero del passato in nessun aspetto, nel nome di Gesù.
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