buonasera a tutti siamo veramente contenti di vedere la sala così piena perché negli ultimi tempi ci stavamo chiedendo se le nostre iniziative riscuotevano successo abbiamo bisogno di quello che oggi si chiama il feedback e direi che le vostra presenza qui oggi ci dà il riscontro che aspettavamo e ci conferma che la prostituzione di un'attività col taglio che le abbiamo dato quindi veramente grazie e un cordiale benvenuto al nostro ospite professore canfora devo dire dovrei presentarmi il professor canfora ma anche semplicemente prima facendo un giro in malatestiana siamo stati addirittura bordati da un gruppo di turisti
che l'ha riconosciuto e qui diciamo alla persona talmente note famosa che fare anche una piccola e non si biografia quasi mi imbarazza senz'altra impossibile ripercorrere la sua ricchissima abbondante stimolante originale multidisciplinare bibliografia allora ripensando a un incontro che abbiamo avuto una settimana fa a torino in occasione del salone internazionale del libro in cui il professore fece una lectio magistralis forse un po più corta di quella che ci farà oggi dedicata alla biblioteca di alessandria e ne ricordava come dire la caratura pubblica di prima biblioteca pubblica dell'antichità già tornando da torino con l'assessore castori pensavamo che
era un ideale lancio della giornata odierna ha visto che la biblioteca malatestiana forse in concorrenza con l'augusta di perugia si pregia di essere la prima biblioteca pubblica italiana e quindi è sostanzialmente un bentornato che diamo al professor canfora che già ha percorso i sentieri malatestiane più volte prima tra i glutei abbiamo ripreso in mano quella demostene che il professore in occasione delle brave a domini svizzero e con un contributo che fu poi pubblicato negli atti del convegno per cui diciamo un bentornato cesena e oggi parliamo di tucidide e parliamo dell'altro ospite che è qui con
noi che è il manoscritto sinistro 14 2 le storie appunto riducibile è un allo scritto databile alla metà del quindicesimo secolo quando si proponeva anni sperando di non dire sciocchezze il codice commissionato da malatesta novello e viene trascritto dal copista sand piral ed è sempre stato membro della conservato nella sezione malatestiana nel fondo malatestiano nella biblioteca grazie ancora e la parola al nostro ospite intanto grazie sono ben lieto di essere appunto ritornato in questo tempio dei manoscritti e della dottrina umanistica con un tema che forse si impresta particolarmente ed è appunto la biografia e il
ruolo dell'opera tucidide a della quale potremmo dire per in cui entrare in argomento che fu definita secoli dopo tucidide e vissuto nel quinto secolo avanti cristo ma sette secoli più tardi nel secondo dopo cristo un grande scrittore greco mordace luciano di samosata in un trattatello molto pregevole e raro come contenuto come si deve comporre un'opera storica si intitola questo breve opuscolo luce neo definire tuci dire il legislatore non utente se legislatore del genere storiografico di come si deve scrivere un'opera di storia al tempo di luciano di samosata forse questo era un'idea accettata anzi riconosciuta come
valida non altrettanto in epoche precedenti potremmo dire al tempo di augusto quindi a cavallo tra l'era prima di cristo e l'era volgare al tempo di augusto che regnò tantissimi anni un professore importante professione di retorica erudito che si chiamava dionigi era nato ad alicarnasso in ansia quindi era un conterraneo di erodoto ha trattato molto ampiamente dell'opera di tucidide modo molto critico in modo polemico severo accusando tucidide di una serie di errori di colpe per esempio di non saper raccontare fa a pezzi i fatti gli episodi li suddivide sotto anni diversi quindi critiche che riguardano il
merito di come si racconta poi altro genere di critiche dice sostiene di dire sempre la verità ma in certi casi noi possiamo dimostrare che non è assolutamente vero che egli ci dica la verità e si riferisce ad un episodio che tucidide tratta con ampiezza molto noto spesso evocato anche in tempi recentissimi il dialogo tra gli ateniesi invasori email agli abitanti dell'isola di melo aggrediti dialogo nel quale il carnefice e la vittima come si suol dire discutono su se sia giusto o meno che gli uni si sottomettono agli altri dice dionigi lui non era presente quindi
come fa a raccontarci per filo e per segno ciò che si dissero evidentemente mente inventa torneremo su questo dialogo importante poi c'è anche un'altra critica che lui gli rivolge quindi come vedete è severissimo non sa scegliere l'argomento mentre erodoto ha scelto un argomento bellissimo le guerre persiane l'epopea dei greci vincitori dei persiani tucidite racconta la guerra che ha investito la sua città cioè atene catastrofica una guerra finita nel disastro con la fine dell'impero ateniese quindi ha scelto un pessimo argomento e poi non sa neanche concluderlo perché avendo promesso di raccontare questa guerra per intero e
gli dice si interrompe sul più bello nel ventunesimo anno dei ventisette anni quanti furono appunto gli anni di quella guerra quindi come vedete non c'è aspetto dell'opera tucidide è che non sia bersagliato da una critica estremamente severa da parte di un signore che ha avuto il prestigio ha avuto autorevolezza tanto da essere tra le non moltissime opere conservate si giunte fino a noi le antichità romane ben dodici libri su venti si sono salvati e questi trattati diciamo storico retorici per noi comunque importantissimi come potete capire per varie ragioni si è occupato anche di altro non
solo rito civile le mostre gli oratori eccetera ma importanti anche per una ragione che cioè egli cita ampiamente pagine e pagine degli autori di cui si occupa e quindi è una fonte antichissima sul testo di quegli autori a parte il bellissimo manoscritto che intravedete e che è la copia di una traduzione latina dal greco in latino dell'opera fucile a copia della famosa traduzione di lorenzo valla fatta alla metà del quattrocento a parte ripeto questo oggetto interessante prezioso abbiamo dei manoscritti di decimo secolo molto pregi antichissimi vengono definiti uno si trova a heidelberg ed è forse
il più vecchio in assoluto uno in vaticana e il vaticano greco 120 91 in laurenziana ma 1400 anni dopo tucidide sono belli importanti pregevoli molto lontani dall originale quando di onigiri copia delle pagine vive sotto augusto quindi sicuramente molto più vicino all'autore che non i manoscritti medievali ma per nostra tranquillità diciamo che già i testi che dionigi consultava e ricopiava erano abbastanza deteriorati peggiorati rispetto agli originali di tucidide insomma stiamo entrando con questo preambolo che ho voluto fare un po alla buona in un problema forse primario per renderci conto dell'opera di quest'uomo e cioè come
egli l'ha concepita come la strutturata e come si è tramandata noi sappiamo poco della sua vita nel senso che esistono delle biografie tardive ce n'è una che tramandata insieme con l'opera sua scritta da un signore che si chiamava marcello forse marcellino dove operava quest'uomo nella città di gaza nota dalle nostre cronache viventi come luogo di grande sofferenza e tragedia no gaza nella striscia palestinese tra egitto e israele gaza al tempo di giustiniano era ancora un luogo di altissima cultura uno degli epicentri della cultura greca del dell'area medio orientale ma tanti e tanti secoli dopo l'epoca
in cui tutti gli iter ha vissuto l'unica biografia completa che abbiamo è scritta da quest'uomo è piena di notizie interessanti forse fantasiose le poche notizie certe sicuramente attendibili cell e da lui stesso su se medesimo però non sappiamo quanto è nato possiamo immaginare che è nato una trentina d'anni prima dello scoppio della guerra di cui lui si occupa quindi lo mettiamo nel 460 avanti cristo non sappiamo quando e morto gli antichi biografi operavano in maniera un po ingenua e lo facevano morire nell'anno stesso in cui finiva la guerra di cui lui parla che non ha
senso perché in alcune pagine lui parla della fine di quella guerra come di un fatto ormai remoto fatto lontano nel tempo quindi è molto probabile che sia vissuto già oltre la il cambio di secolo negli anni 90 del iv secolo avanti cristo in questo grande laboratorio che potremmo definire essere appunto la sua opera egli si è immesso si è introdotto molto presto una notizia che dà su se medesimo e mi sono messo a scrivere ai primi sintomi alle prime avvisaglie del conflitto che ho raccontato perché mi ero convinto e mi sono convinto che era la
guerra più importante in assoluto che si è mai prodotta nel mondo greco anzi in tutto il mondo e già per sviluppare questo concetto lui svolge una polemica molto aspra e senza far nomi espliciti contro coloro che l'hanno preceduto per esempio contro erodoto erodoto aveva scritto la guerra tra la grande epopea delle guerre persiane le vittorie la prima e la seconda contro l'invasione persiana molto più indietro c'era la grande epopea raccontata da omero no della guerra in asia minore di tutti i greci coalizzati per conquistare tucidide ha l'ardire il coraggio l'audacia di sostenere che invece l'argomento
che lui tratta è il più grande e il più importante lo ha capito subito quando questa guerra appena incominciava e si è messo a scriverla è uno scandalo potremmo dire per i greci del tempo suo e per gli ateniesi in particolare lui era appunto ateniese questa questo capovolgimento per cui la guerra eroica e vittoriosa contro i persiani viene ridotta a un episodio di minore importanza lui dice due battaglie navali e 2 terrestri questa invece fu lunghissima coinvolse tutti i greci anzi gran parte degli uomini e allora cosa possiamo immaginare che questo personaggio che era un
signore ricchissimo di una famiglia potente discendeva da dal vincitore della prima guerra persiana della milziade e da suo figlio cimone appaltatore delle miniere d'oro che atene possedeva in tracia fonte di ricchezza straordinaria e di potenza militare ed economica queste miniere che atene aveva strappato all'isola di tasso lui era l'appaltatore quindi aveva un'esperienza pratica concreta di rapporto con la manodopera degli schiavi di rapporto con le popolazioni indigene della traccia da cui era in grado anche di reclutare dei soldati quindi un personaggio calato nella realtà concreta economica politica e militare e che ha anche scelto ad un
certo momento di impegnarsi direttamente nella vita politica concorrendo diciamo facendo una campagna elettorale si potrebbe dire per diventare stratego cioè la massima carica politico militare della città di atene erano dieci i capi militari ogni anno si eleggevano ognuno per ogni tribù 10 tribù erano la suddivisione dell'attica per diventare assumere questa carica bisognava avere un suffragio elettorale è sufficiente quindi noi sappiamo preso lo racconta lui stesso che nell'anno 424 23 egli è stratego viene incaricato di sorvegliare la traccia cioè la zona dove erano le miniere di cui aveva la responsabilità e probabilmente era stato già stratego
in anni precedenti quindi lo vediamo da vicino come un personaggio la cui prima attività il cui primo impegno è nella pratica concreta nella pratica che ha versanti molteplici ma tutti convergenti verso l'ambito militare l'ambito economico militare e capisce che questa vicenda è la vicenda che metterà in gioco l'impero di atene e decide di raccontarla lo dice lui stesso mi sono messo a scrivere ai primi sintomi halilaj prime alle prime avvisaglie e quindi se questa frase è vera e non c'è motivo di dubitarne possiamo immaginare che questo lavoro di scrittura di elaborazione giorno per giorno degli
appunti che poi diventano pagina elaborata pagina più compiuta è durato almeno 27 anni tanti quanti sono gli anni della guerra anzi già da prima perché i primi episodi che lui racconta precedono il conflitto di alcuni anni quindi un'attività scrittoria di uno che ritiene che fissare per iscritto questi fatti fosse importante che è durata almeno un trentennio è un essere umano in trent'anni si trasforma l'uomo che si mette all'inizio del conflitto a scrivere è un'altra persona rispetto all'uomo che ne ha visto la conclusione è che trae una morale molto pessimistica molto severa da quella conclusione come
ha organizzato la scrittura il buon marcellino marcello che sia di cui vi ho prima ricordato il nome aveva una sua idea in realtà congetturale probabilmente lui dice che questo singolare personaggio tu citi del figlio di o loro suo padre era aveva questo nome tra cio era essendo ricchissimo aveva assoldato degli informatori in entrambi i campi cioè sia tra gli spartani che dagli ateniesi e forse anche preso altri combattenti perché la guerra coinvolge tantissime città non soltanto le due grandi potenze diciamo e siccome era appunto dovizioso poi a lui aggiunge anche la moglie aveva grandi possedimenti
non so come sapesse questa notizia ma la prendiamo con prudenza ha potuto avere da entrambi i campi dalle due facce potremmo dire della vicenda la base di informazione concreta dopo di che ha elaborato la scrittura questa in realtà è una congettura che però a che fare anche con lo stato dell'opera come noi la leggiamo anche un lettore sprovveduto si rende conto che un'opera incompiuta un'opera che non è arrivata al termine non tanto perché mancano degli anni perché forse non mancano ma perché il tipo di scrittura di diverso ci sono parti abbozzate cui è evidente che
manca l'ultima mano e parte invece molto elaborate quindi evidente che questo lavoro si è sviluppato nel tempo ma non è arrivato alla conclusione una cosa ci colpisce se scorriamo queste pagine e cioè che lui inventa un sistema cronologico e se ne vanta anche lo dice con molta con molto compiacimento non ho assunto e gli dice come ossatura cronologica l'elenco la lista dei magistrati per esempio della sua città gli arconti ateniesi o ai fori spartani o le sacerdotesse di argo di hera ha scelto un sistema universale cioè le stagioni l'anno stagionale infatti tutta l'opera è distinta
in estate inverno quello che avviene nell'estate quello che avviene nell'inverno ha un senso questa operazione non solo un senso diciamo così empirico e cioè il fatto che è l'unico sistema valido per tutte le città e non per dire gli errori entrano in carica all'inizio dell'anno gli arconti entrano in carica a metà dell'anno allora è difficile con quagliare la stessa data sembra una data diversa secondo che io la dico coi magistrati di spartaco magistrati di atene invece se io dico nell'estate l'estate è uguale per tutti raccontando una guerra è ancora più utile far riferimento alle stagioni
perché dei dodici mesi dell'anno otto sono d estate cioè di caldo di stagione in cui si può combattere e quattro sono freddi o addirittura impraticabili e quindi le operazioni militari si fermano ecco perché raccontando un guerra così impegnativa scegliere quel sistema cronologico è stato una scelta giusta una scelta anche produttiva al termine di ogni di ogni inverno e di scrive così finiva l'inverno è il primo o secondo terzo quarto eccetera anno della guerra che tucidide narrò ogni volta ripete questa formula è la cosa può parere singolare un retore un simpatico scrittore del tempo di domiziano
e dalla fine del primo secolo dopo cristo come vedete ogni tanto chiamiamo in causa delle persone vissute molto dopo che hanno parlato di questo autore prima abbiamo ricordato marcello poi abbiamo ricordato luciano di samosata proprio ricordato dionigi alicarnasso ora ricordiamo ancora dionedi brucia come si chiamava questo tale dice ma questo tucidide è talmente vanitoso che ad ogni passo ricorda il suo nome ad ogni anno in fila e il suo nome ormai al bravo dionedi brusa che erano personaggio interessante da tanti punti di vista non era più chiaro perché egli avesse scelto questo sistema questo metodo
è invece a noi risulta ormai chiaro anche per bell'intervento di un dotto francese raccontò scrisse a metà del novecento un bellissimo articolo intitolato la divisione in libri dell'opera tucidide a questo articolo è uscito nel 1948 ed è molto utile la scoperta che fece quest'uomo che credo sia da considerarsi definitiva è la seguente per tucidide ogni anno era anche un libro un oggetto fisico un rotolo di papiro presumibilmente a sé stante e come tale doveva recare l'indicazione dell'autore di chi aveva scritto ciò che stava in quel rotolo e la maniera arcaica diciamo da erodoto da eraclito
da antioco di siracusa in avanti la maniera arcaica era incorporare il nome dell'autore dentro il testo in maniera che non potesse essere manipolato un uso più moderno quello di indicare autore titolo separato dal testo in questione lo troviamo per la prima volta nella nab si di senofonte quindi parecchi decenni dopo ma il sistema arcaico era di incorporare il nome si chiamava sigillo ed è giusto come come termine sigillo vuol dire la garanzia che nessuno metterà mano e dirà che l'autore un altro l'autore si difende così siccome la sua struttura la struttura da lui pensata era
per anni di guerra appunto per le ragioni ho detto prima quella firma chiamiamola così chiude un anno ma chiude un libro quelli erano i libri tucidide e poi è accaduto nel corso del tempo a tuccillo era morto da un pezzo che i rotoli libri ateniesi sono finiti ad alessandria d'egitto di cui abbiamo parlato qualche giorno addietro no e lui giustamente marocco e mi ha rimproverato troppo in fretta ma la situazione logistica esigeva questo nella grande biblioteca di alessandria biblioteca voluta dai tolomei non ciò non soltanto si studiava come centro di ricerca dei grandi scienziati di
grandi filologia del tempo ma anche si producevano libri si copiavano libri non per metterli in commercio per conservarli per avere copie pregevoli ben curate un fenomeno che accade in quell'ambito siamo nel terzo all'inizio del iii secolo avanti cristo un fenomeno che si verificò fu l'allungamento del rotolo non stiamo parlando un po della forma materiale dei libri ma questo è essenziale per capire i testi che forma avevano triplicarono la lunghezza del rotolo questo si può dimostrare in modo oggettivo facciamo una piccola parentesi ma giusto per render chiaro che stiamo dicendo un grande scienziato che lavorò ad
alessandria era niente meno che euclide grande matematico geometra gli elementi di euclide ancora oggi si leggono con profitto bene lui aveva insegnato prima ad atene poi si è trasferito ad alessandria e li ha continuato a insegnare nel museo di alessandria allora i libri precedenti suo arrivo ad alessandria contengono una serie di teoremi per ogni libro l'ultimo libro il decimo degli elementi comprende tre serie di teoremi quindi è evidente che li ha adottato il libro alessandrino il che era più grande cosa accade noi abbiamo manoscritti medievali in cui ogni libro contiene tre anni di guerra allora
è evidente che hanno accorpato tre libri ateniesi in un grosso libro alessandrino poi naturalmente noi non abbiamo i rotoli di alessandria abbiamo i manoscritti i codici medievali in un codice entra tutto quanto tucidide e in alcuni manoscritti addirittura tutto erodoto più tutto tucidide in alcuni casi tutto tu civile e tutte le l'eni che di senofonte perché perché il codice contiene molto di più che non un rotolo dal piccolo rotolo ateniese che conteneva il racconto di un anno al rotolo alessandrino che ne conteneva tre ai nostri manoscritti che contengono otto libri tucidide e quindi 8x3 24
potremmo dire rotolini ateniesi questo quadro che voluto raffigurare a un'implicazione concreta anch'essa da scoprire no rigore i testi sono sempre passivi di scoperte passibili di scoperte qual è la scoperta che è stata compiuta appunto in questo saggio che ho prima ricordato sulla divisione in libri c'è un gruppo di anni blocco di anni dall'undicesimo al quindicesimo in cui la firma di tucidide non c'è mai cioè la formula e finiva l'inverno e finiva il top anno della guerra la formula si ferma lì e mancano le parole che tucidide raccontò ora non può essere un caso evidentemente perché
un blocco di anni consecutivi tutti privi di questo di questo sigillo che ricomincia dal sedicesimo anno che sarà successo mai quei libri potremmo dire in maniera un po sommaria non sono suoi o perlomeno sono in una condizione che egli non ritenne definitiva e quindi sono privi di un sigillo così significativo come la firma come ho detto prima citando le severe critiche del buon dionigi di alex non dionigi rettore dionigi alicarnasso va bene l'opera si interrompe al 21esimo anno si interrompe ex abrupto l'ultima notizia è di saperne un satrapo persiano si recò nella tale località e
fece un sacrificio ad artemide punto finisce lì che non è la conclusione di nulla ovviamente no nel bel mezzo di un racconto che rimane sospeso esiste però un altra opera che in alcuni manoscritti medievali si trova insieme a tu citi le compattamente insieme a due civile che si chiama elleniche storia greca di un uomo senofonte anche lui ateniese po più giovane ma non tanto più giovane una ventina d'anni di differenza probabilmente rispetto ad uscite di cui sappiamo molto che parla moltissimo di se stesso che è vissuto fino a quasi metà del iv secolo ha avuto
una vita avventurosa e stato cacciato esiliato e vissuto nel peloponneso e diventato amico degli ammiratori degli spartani ecco quest'opera incomincia con queste parole dopo questi fatti team o care partito da atene nessuno sacchetti mo care nessuno sa perché partita atene ma se uno legge le ultime pagine di tucidide capisce tutto cioè la prosecuzione materialmente continua del racconto tuci video come dire due pezzi che si sono separati ma che si possano ricongiungere perfettamente due lembi che si toccano che si ricompongono il racconto di contenuto in quest'opera storia greca di senofonte giunge fino alla conclusione della guerra
cioè laddove to civile intendeva aggiungere poi c'è un vuoto potremmo dire si saltano quasi 23 anni e poi c'è un racconto completamente diverso che parla dei fatti successivi agesilao i nasi alla guerra di sparta contro la persia la lotta contro tebe l'egemonia tebana tutta un'altra storia in pieno iv secolo cosa è accaduto sembra quasi un inchiesta ma in fondo è giusto assumere talvolta la veste di chi cerca una verità tra i frustini tra le tracce superstiti chiamiamo in causa un altro nome di un erudito vissuto anche lui ad alessandria per sua fortuna quindi città dei
libri questo uomo si chiamava diogene laerzio e dell autore dell'unico l'unica storia della filosofia potremmo dire e giuntaci dall'antichità le vite dei filosofi e siccome siano fonte frequentatore di socrate ha scritto memorie socrati che ha fatto anche in proprio opere di filosofia più o meno originale ha avuto la fortuna di entrare in quest'opera in questo libro di diogene quindi nel secondo libro delle vite dei filosofi non troviamo una vita di senofonte che assurge al rango di filosofo ora non è che i filosofi sia un élite ristretto la cerchia però insomma è un filosofo originale per
lo meno ha raccontato quello che socrate diceva che lui una nota va in questo notevolissimo libro di diogene c'è l'elenco delle opere di senofonte al termine del quale si legge questa frase pur potendosi appropriare dei libri inediti di tucidide li portò alla gloria li pubblico pur potendo se ne appropriare frase curiosa noi in greco dice juve lesta e di una menos new fire e ho mai vuol dire impadronirsi di soppiatto rubare quindi presentare come sue cose non sue avrebbe potuto farlo e non l'ha fatto anzi ha portato alla gloria pubblicato e ha diffuso no ace
doc san alla gloria la fama e gaven condusse i libri inediti da bibli a lontano dai libri che non circolavano difficili che allora se noi mettiamo insieme questi due elementi che ho cercato di descrivere da una parte quel blocco di anni senza la firma dall'altra parte quel racconto degli anni che mancano a tucidide che si trovano all'inizio della storia greca strutturati esattamente con lo stesso sistema estate inverno in numerazione progressiva degli anni eccetera forse ci rendiamo conto di una cosa di immediata evidenza che cioè quello che tu citi le aveva soltanto abbozzato e che perciò
era inedito senofonte l'ha pubblicato e reso possibile avere un racconto completo magari discontinuo dal punto di vista della perfezione del compimento della scrittura dell'opera tucidide a è curioso che molti studiosi moderni rispetto a questa notizia sono esitanti dubbiosi naturalmente giusto essere sempre dubbiosi e sempre critici questo va da sé che nella fattispecie però potremmo dire che se è vero che diogene laerzio questo signore che oggi stiamo evocando con simpatia e rispetto tante volte può suscitare perplessità perché riprende di peso tradizioni anche aneddoti che in quel caso però lui ad opera a sua volta una fonte
molto più antica una fonte importante erudito e si chiamava demetrio nato a magnesia anche lui quindi in asia minore ma greco appunto di lingua il quale aveva fatto un gran lavoro di biografia degli autori diciamo arcaici fino ad alessandria era più o meno del tempo di cicerone ero un coetaneo di cicerone quindi un primo secolo avanti cristo quindi non è una invenzione di diogene è una notizia di buona fonte non ha senso guardare con sospetto questo dato è un dato invece prezioso perché ci aiuta a capire un fenomeno del quale è tuttora non abbiamo scavato
fino in fondo le conseguenze perché come mai l'uno è entrato in possesso delle carte dell'altro quale vicenda biografica quale vicenda libraria ha condotto a questo incontro e qui entra in ballo un elemento più contenutistico potremmo dire l'opera di tucidide è talmente preziosa per noi che diventa come diceva luciano di samosata il legislatore non opera del legislatore nel jazz nel genere storico e quindi noi siamo abituati a prendere tutto quello che c'è scritto lì dentro per costruire il nostro racconto di quei fatti è una prospettiva giusta ma estremamente settoriale e come facciamo un paragone se noi
avessimo per la storia della seconda guerra mondiale soltanto l'opera pregevolissima peraltro di winston churchill il quale scrisse la storia della seconda guerra mondiale ebbe anche un premio nobel per la letteratura per averla scritta è stata tradotta in italiano da mondadori si legge magnificamente ma è evidente che una delle possibili narrazioni di quell'avvenimento tanto di grande ampiezza che coinvolse potremmo dire parafrasando tucidide prima alcuni stati e poi quasi tutto il genere umano come dice appunto tucidide parlando della grandissima peloponneso e chiaro che se avessimo soltanto churchill faremo un racconto unilaterale un racconto per noi in quelle
condizioni appagante ma sicuramente non molto vero perché noi siamo in grado di controllare quel racconto con centinaia di altri documenti di altri racconti testimonianze eccetera cosa che per tu civile non possiamo siamo felici di avere quest'opera ma non dobbiamo mai dimenticarci che una condizione estremamente limitativa e allora va studiato criticamente con la capacità di non diventare di non avere soggezione rispetto a questo grandissimo autore che predica scrive nel proemio ad ogni passo di dire di star dicendo il vero se si gratifica in certo senso dicendo la ricerca della verità è difficile gli altri prima di
lui non l'hanno praticata fino in fondo quindi ha fornito in anticipo l'avallo a se stesso però è un uomo calato concretamente come ho detto al principio nella lotta politica nello schieramento di parte nella guerra quindi mentre si sforza di conseguire il massimo di obiettività e al tempo stesso calato nel conflitto il fastidioso dionigi diceva come ha fatto a sapere quello che si dissero i meli e gli ateniesi se l'è inventato non è del tutto vero perché potrebbe benissimo avere interrogato i generali ateniesi che avevano dialogato quei me li poteva farsi raccontare quello che si erano
detto magari ci dobbiamo chiedere e poi vero che prima di invadere l'isola a mettere a serio alla città e schiacciarla gli ateniesi hanno intrattenuto una discussione coi meli per ottenere una resa pacifica lui lo dice lo racconta e in quel momento di contatto tra gli invasori e gli aggrediti inserisce quel dialogo in realtà già nel raccontare perché atene è intervenuta su melo tucidide nasconde un fatto fondamentale e raffigura la vicenda come la aggressione contro uno stato neutrale imperdonabile come l'invasione tedesca del belgio nel 1914 per dire nasconde un dato che cioè melo era un alleato
di atene era parte della lega delio attica pagava il tributo fino al meno all'anno 426 a un certo punto ha defezionato approfittando della situazione di guerra e da un documento fortunosamente trovato nel peloponneso si può anche dire che ha cominciato questa piccola isola dare qualche aiuto economico finanziario a sparta cioè al nemico nell'anno 416 quando atene aggredisce quest'isola è in vigore la pace temporanea la pace di nicea del 421 dopo dieci anni di guerra quindi è nella realtà atene è andata a regolare i conti con un alleato che aveva defezionato che l'abbia fatto in modo
brutale chiedendo prima una resa incondizionata poi ponendo l'assedio e distruggendo l'isola schiavizzando donne bambini ammazzando molti uomini colonizzando la che abbia proceduto in maniera brutale punitiva e fuor di dubbio ma cambia molto se il quadro è ripristinare l'autorità su un alleato che ti ha tradito ovvero aggredire uno stato neutrale sono cose diverse quindi già in questo tucidide sceglie una presentazione dei fatti che mette l'operazione ateniese in una luce negativa cioè si schiera con qualche disinvoltura sul piano fattuale nelle pagine finali quelle appunto che leggiamo nell'opera di senofonte dove si parla della catastrofe finale la battaglia
persa dello spot ami l'ultima battaglia all'ultima flotta atene sconfitta sparta che con l'aiuto persiano si è fatta una flotta che prima mai aveva avuto mette l'assedio ad atene comincia l'assedio un assedio che dura mesi dal settembre 405 all'aprile del 404 avanti cristo mesi di fame di disperazione e in quelle pagine che leggiamo dentro l'opera siano fonte a che si chiama elleniche al momento in cui si dà notizia dell'inizio dell'assedio e gli ateniesi capiscono che la situazione è disperata perché sono stretti tra la flotta spartana nel pireo l'esercito spartano in attica gli ateniesi dice l'autore cominciarono
a temere di fare la fine di che avevano essi stessi inflitto ahimè lì c'è una sorta di mamma rico retrospettivo per avere esercitato la violenza imperiale ormai stretti nel timore di subire una sorte analoga è ancora ritorna dopo pochissimi righi si pentì vano di ciò che avevano fatto a una piccola comunità di nulla colpevole se non di non essere loro alleata siamo ancora sul meno evidentemente dopo anni un pubblicista anche lui ateniese ma difensore delle ragioni dell'impero che si chiamava isocrate uomo longevo vissuto quasi un secolo siamo nel 380 sta per risorgere l'impero leggiamo di
lui testo che si chiama il panegirico una filippica una durissima requisitoria contro coloro i quali piangono sul destino dei meli e che dimenticano trascurano che essi ci avevano tradito e sono stati essi a loro volta schiavi di uno schiavo che vuol dire questa polemica con chi ce l'ha isocrate ce l'ha con senofonte e conducibile ci rinfacciano quello che abbiamo fatto ai meriti è che ci rinfaccia quello che abbiamo fatto dei meli il racconto tucidide o che ha ingigantito quella vicenda con un lunghissimo dialogo tra il carnefice e la vittima se non ci fosse quel dialogo
sarebbe uno dei tanti episodi di repressione imperiale ce ne sono tanti altri dentro quel racconto e sono per così dire una pratica normale per entrambi gli imperi infatti socrate dice quando gli spartani sono subentrati loro hanno fatto peggio e perché dice uno schiavo sono diventati schiavi di uno schiavo si riferisce al fatto che li sandro il generale spartano che ha vinto la guerra che ha piegato atene era sospettato di non essere poi uno sparti ata purosangue ma di essere di origine semi servire a sparta che era afflitta dalla scarsezza di uomini dato il razzismo dominante
per cui solo gli spartiati puri sono uguali tutti gli altri non sono esseri umani pleno iure a sparta quando le guerre decimavano la popolazione considerata purosangue le donne spartane erano autorizzati ad accoppiarsi con schiavi per produrre degli spartiati eugenetica mente potremmo dire una sorta di lebensborn di tipo nazista paragone sono in parte del calzante in parte no e allora questi avevano dei nomi speciali per esempio nota c è e per un atti noi e per un attimo quelli che erano nati sulla è un e dove questo accoppiamento aveva avuto luogo quindi il grande lisandro uomo
temuto considerato pericoloso aspirante ha un potere tirannico infatti di sparta appena potersene libero aveva queste origini considerate degradanti schiavi lì essere al servizio di lisandro durante l'occupazione di atene nel quattrocento 43 significava essere schiavi di uno schiavo esprimendoci polemicamente il riferimento non è generico e preciso perché senofonte è stato durante l'occupazione spartana dell'attica e durante il governo dei cosiddetti trenta tiranni il capo della cavalleria dei 30 quindi si è compromesso completamente sia con gli spartani che con gli oligarchi e perciò ha dovuto andarsene e perciò è stato esiliato per tanto tempo allora cosa cominciamo a
capire cominciamo a capire che tucidide il quale descrive il governo oligarchico del quattrocento e 11 minuto per minuto dall'interno dell'oligarchia e senofonte è stato il cavaliere anzi il capo del parco dei trenta amico degli spartani sono coloro che hanno strettamente collaborato nella fase più delicata della guerra cioè l'ultima dal 413 alla catastrofe sono stati certamente molto vicini politicamente socialmente di alto lignaggio entrambi come sia accaduto che tucidide un certo momento ha smesso di me ha dato queste carte a questo uomo a lui così vicino o come quest'uomo in una situazione che noi non conosciamo sia
entrato in possesso rimane un punto interrogativo ovviamente noi abbiamo i testi e i testi sono come ho detto prima due lembi che si incontrano quindi possiamo dedurre che c'è un nesso sostanziale materiale tra queste due opere tra queste due persone meno siamo in grado di dire come questo incontro si sia effettivamente realizzato perché non ce lo raccontano perché non hanno l'abitudine di tra l'altro di svelare episodi riguardanti periodi entrambi da dimenticare sia l'oligarchia del 411 che l'oligarchia dei 30 se ne parla malvolentieri dopo l'oligarchia del quattrocento e 11 sono stati privati dei diritti politici tutti
coloro che si erano compromessi dopo l'oligarchia del quattrocento 43 c è voluta un'amnistia la parola amnistia viene nasce allora proprio in quella circostanza tranne che per i reati di sangue noi abbiamo il testo del amnistia che conclusa e quella guerra civile e se senofonte ha dovuto andarsene vuol dire che aveva al proprio carico un reato di sangue altrimenti non si spiega perché si sia involato sia scomparso in un modo che lui stesso racconta maniera trasparente quando dice era stato invitato richiesto di partecipare all'impresa di ciro il giovane in asia 400 e uno andò da socrate
suo amico e disse devo fare devo partire socrate disse interroga l'oracolo di delfi socrate era un tipo molto devoto anche se molto critico e lui dopo aver consultato oracolo tornerà sopra pedice l'oracolo mi ha detto di sacrificare a eataly dei socrate dice ma io non ti ho detto di chiedere a quali dei sacrificati ho detto di chiedere se partire o no e lui parti cioè voleva andarsene voleva andarsene perché aveva alle spalle una vicenda compromettente questi sono gli uomini calati in quella realtà incandescente che il finale della guerra però pare sia ai quali noi dobbiamo
questi due racconti che si completano essi sono diventati il modello di come si scrive la storia se noi abbiamo per millenni scritto una storia essenzialmente politico diplomatico militare ritenendo che quella sia la storia lo dobbiamo al peso all'autorevolezza al prestigio che quelle due opere unite tra loro in un unico contesto hanno esercitato nel tempo potremmo dire erodoto prima aveva della storia è un'idea molto più larga per lui sono fatti storici anche i monumenti i giardini pensili i canali navigabili le mura delle città gli usi i costumi i modi di inumare o meno i defunti i
tipi di sepolture tutto e storia quindi la sua idea della storia infinita e come diceva borges i cartografi dell'impero che fecero una carta geografica grande quanto l'impero quindi impraticabile va bene e nel novecento si è intenzionalmente consapevolmente esteso il territorio dello storico grazie alla grande tradizione oggi un po appannata ma gloriosa dagli anni 20 fino a qualche anno fa delle anale questa rivista francese avuto grandi meriti aveva programmaticamente il proposito di tornare ad erodoto potremmo dire anche la storia dell'agricoltura delle carestie è parte essenziale della storia ma erodoto non ha vinto se non molto tardi
mentre il nome the tesi legislatore è stato per l'appunto tucidide ateniese il quale non aveva intenzione di raccontare la storia a noi posteri aveva l'intenzione di compiere un'operazione politica spiegare a se stesso e agli altri perché l'impero ateniese era crollato grazie [Applauso]