Storia dell’Unione Europea: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla CECA

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Trans European Policy Studies Association (TEPSA)
In questo video Giulia Bonacquisti, Programme Manager della Trans European Policy Studies Associatio...
Video Transcript:
Benvenuti in questa nuova serie sulla storia  dell'Unione Europea, in cui cerchiamo di capire meglio l'Unione Europea di oggi attraverso  la sua storia. Nella nostra vita di tutti i giorni siamo sempre più abituati a  sentir parlare o a leggere nei giornali di decisioni prese a Bruxelles. Ma vi siete  mai chiesti come e perché è nata l'Unione Europea?
Questo è proprio ciò che proveremo a raccontare in questi brevi video. L'idea moderna di un'Europa unita affonda le proprie radici in secoli di storia: dai filosofi del XVII e XVIII secolo fino a teorizzazioni  più recenti dopo la prima guerra mondiale. Già allora erano state proposte una serie di  idee, come l'invito di Winston Churchill alla creazione degli Stati Uniti d'Europa.
Ma nessuna di queste proposte era mai riuscita a tramutarsi in un progetto politico concreto. Il dibattito  sull'Europa unita riceve invece un impulso decisivo dallo shock causato dalla seconda guerra mondiale. Un contributo chiave nel rimettere in moto questo dibattito viene da tre intellettuali italiani che si trovano confinati dal regime fascista sull'isola di Ventotene.
I loro nomi sono Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Nel loro "Manifesto di Ventotene" del 1941, i tre illustrano la propria idea di un'Europa federale. L'idea fondamentale dei federalisti, come venivano chiamati, è che la causa principale della guerra è stata l'esistenza stessa degli stati  nazionali.
Per questa ragione, per i federalisti la soluzione per prevenire future guerre è proprio l'eliminazione completa degli stati nazionali. Due fattori saranno cruciali nel trasformare  queste idee in realtà: da un lato, l'intuizione di alcune figure politiche dell'epoca; dall'altro, il contesto internazionale del dopoguerra, caratterizzato dalla guerra fredda tra Est e Ovest. Diamo allora un'occhiata alla situazione in Europa dopo la fine della  Seconda Guerra Mondiale.
Il continente europeo è diviso in due: l'Europa Orientale si trova sotto la sfera di influenza dell'Unione Sovietica, mentre l'Europa occidentale conta al proprio interno sia paesi usciti vittoriosi dalla guerra che paesi vinti. La Germania, grande sconfitta, subisce forti limitazioni alla propria sovranità nazionale, il che rende il paese naturalmente aperto a idee di integrazione europea che potrebbero permettergli di recuperare parte della propria sovranità e di reintegrarsi tra le nazioni vicine. L'Italia, un altro paese vinto, cerca di riguadagnare il suo posto e la sua legittimità sulla scena internazionale e il governo, che deve fare i conti con un Partito Comunista Italiano estremamente forte, è ansioso di ancorare saldamente il paese al fronte occidentale.
La Francia cerca da un lato di ristabilire il proprio prestigio dopo la sconfitta del 1940 e dall'altro guarda con sospetto qualunque recupero di sovranità, autonomia militare o potenza economica da parte della Germania, e cercherà soluzioni creative per scongiurare questi scenari. I paesi del Benelux - Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo - cercano ovviamente la ricostruzione e al tempo stesso sperano di avere una qualche voce in capitolo nella costruzione del nuovo ordine europeo del dopoguerra. Il Regno Unito, infine, cerca di coltivare la sua "relazione speciale"  con gli Stati Uniti, guarda al Commonwealth, ma al tempo stesso incoraggia le prime idee di integrazione europea, senza però necessariamente considerarsi come parte integrante di  questi progetti.
Su questo sfondo, sarà solo con l'inizio della guerra fredda nel 1947 che l'integrazione europea cesserà di essere una visione utopica, per diventare finalmente un progetto politico ed economico concreto. L'inizio dell'integrazione europea è  caratterizzato da una serie di progetti separati che corrono su tre binari paralleli ma interconnessi, che avranno destini molto diversi: la cooperazione economica, quella politica e quella militare. I primi tentativi di integrazione tra i paesi europei sono fortemente incoraggiati dagli Stati Uniti, che hanno un forte interesse in un'Europa integrata, prospera e stabile che possa resistere alla minaccia sovietica.
Il primo progetto segue il lancio del Piano Marshall da parte degli Stati Uniti nel 1947. Il Piano Marshall è un enorme piano di ricostruzione economica che, nei piani degli americani, dovrebbe fare dell'Europa un baluardo solido e prospero per contenere l'avanzata sovietica. Gli Stati Uniti decidono di impegnare questi fondi per gli  alleati europei ad una importante condizione: ovvero che gli europei gestiscano i fondi in  maniera congiunta attraverso la creazione di un'Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica chiamata OECE, la futura OCSE.
Pur rappresentando un importante precedente in materia di cooperazione economica, questa organizzazione in realtà deluderà le aspettative americane, che miravano invece ad un'integrazione molto più ambiziosa delle economie europee. In questi stessi anni, un percorso di integrazione politica inizia a svilupparsi in parallelo. Nel 1948, su iniziativa di Winston Churchill, la città dell'Aja nei Paesi Bassi ospita un congresso di tutti i movimenti per l'unificazione Europea.
Nel congresso dell'Aja si confrontano diverse visioni di un'Europa  unita. La prima è una visione federalista, che sostiene la necessità di un superamento degli stati nazionali e della loro fusione negli Stati Uniti d'Europa. Una seconda visione è quella intergovernativa, che immagina una confederazione europea di stati nazionali sovrani e al  contrario vede questa cooperazione come un modo per rafforzare lo stato nazionale.
Infine, la visione neofunzionalista esorta ad integrare singoli settori concreti nella speranza che da  ciò si arrivi gradualmente ad un'integrazione più generale. Questa visione cerca di offrire una soluzione, e successivamente riuscirà in questo intento, all'impasse creata dall'incompatibilità tra  la visione federalista e quella intergovernativa. Esponenti chiave di questa visione sono funzionari statali come Jean Monnet e politici come Robert Schuman, che credono che l'Europa non potrà farsi in una volta sola Ma che essa sorgerà piuttosto da piccole realizzazioni concrete.
Questa ricchezza e diversità di idee è uno dei motivi per cui il Congresso dell'Aja non riuscirà a realizzare  risultati davvero concreti. Il suo risultato principale sarà la creazione non molto ambiziosa nel 1949 del Consiglio d'Europa, che però giocherà un ruolo del tutto marginale negli sviluppi futuri dell'integrazione europea. Un terzo pilastro dei primi anni di integrazione è poi la cooperazione militare.
Inizialmente questa cooperazione è poco più di una semplice alleanza militare tra alcuni  paesi europei, volta a convincere gli Stati Uniti a continuare a garantire la sicurezza  Europea mostrando loro che gli europei sono in grado di cooperare tra di loro. Ma nel decennio successivo la cooperazione nella sfera militare evolverà in qualcosa di diverso, portando ad un tentativo, che sarà però fallimentare, di creare una vera e propria difesa Europea. Ma di questo parleremo nel prossimo video.
Vediamo prima quali sono gli sviluppi negli anni seguenti sul fronte dell'integrazione economica. Abbiamo visto come la Francia sia diffidente riguardo la possibilità di una ripresa tedesca. Oltre a ciò, si rende conto che uno strumento  molto utile per stimolare la propria ricostruzione economica e industriale sarebbero proprio le risorse di carbone tedesche.
La gestione di queste risorse era tra l'altro stata uno dei  motivi principali degli attriti tra Francia e Germania negli anni precedenti. Una soluzione che sembra poter sciogliere entrambi questi nodi viene proposta dal funzionario francese Jean Monnet e fatta proprio dal ministro degli esteri Robert Schuman. Nel suo discorso tenuto il 9 maggio 1950, Robert Schumann propone infatti di mettere in comune le risorse di carbone e acciaio di Francia e Germania.
Questo discorso è considerato il momento fondatore dell'Europa unita, e ancora oggi il 9 maggio è celebrato ogni anno come la festa dell'Europa. Il piano di Schuman è l'incarnazione di quella visione neo-funzionalista che crede che realizzazioni concrete creeranno una solidarietà di fatto tra i popoli europei, che getterà le basi per Un'Europa unita. La  Germania accoglie questa proposta in maniera abbastanza favorevole, poiché significa un recupero di sovranità, per quanto parziale, su queste risorse, una sovranità che la Germania aveva perso dopo la guerra.
Presto si uniscono altri paesi: Belgio Lussemburgo, Paesi Cassi e Italia; e nel 1951 viene firmato il trattato di Parigi, che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, meglio nota come CECA. In questa fase il Regno Unito fa la scelta di privilegiare le relazioni con il  Commonwealth, e decide quindi di restare fuori da questa iniziativa. Con la CECA nascono anche una serie di istituzioni.
Innanzitutto l'Alta Autorità, l’istituzione più potente: un esecutivo sovranazionale indipendente il cui mandato è quello di assicurare il corretto funzionamento del mercato comune del carbone e dell'acciaio. L'innovazione più importante è proprio la sua natura sovranazionale, che significa che gli stati membri accettano di cedere parte della propria sovranità ad un'istituzione comune che ha il potere di far rispettare le proprie decisioni. Le altre istituzioni principali sono il Consiglio dei Ministri, che fa da contraltare intergovernativo all'Alta Autorità; un'Assemblea Comune dove siedono delegati dei parlamenti nazionali; e una Corte di Giustizia, che ha il compito di vegliare sulla corretta applicazione del Trattato.
Nata come un progetto economico, la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio si rivela in realtà un successo  politico senza precedenti, in quanto sembra porre fine a decenni di rivalità franco-tedesca e,  limitando la sovranità nazionale su risorse che sono essenziali per fare la guerra, sembra aver reso una nuova guerra tra paesi europei non solo impensabile, ma materialmente impossibile. Ma molte questioni rimangono ancora aperte, in particolare il destino degli altri progetti di  integrazione che abbiamo visto svilupparsi. Nel prossimo video continueremo il nostro viaggio attraverso la storia dell'integrazione europea e vedremo come si svilupperanno questi tre  binari su cui corre l'integrazione, e quale di essi avrà successo.
Grazie per la vostra  attenzione, e ci vediamo nel prossimo video!
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