Gente, siamo in Galilea e qui alle nostre spalle, abbiamo il Mare della Galilea. Stiamo filmando ora sul Monte delle Beatitudini e, non molto lontano da noi, in quel punto, là nell’angolo, troviamo Cafarnao. Più avanti è dove si trovava Betsaida.
Una cosa molto importante da capire è che, sebbene Gesù fosse nato a Betlemme, fosse cresciuto a Nazareth, dove visse fino ai 30 anni, Lui diede inizio al Suo ministero dopo essere stato battezzato da Giovanni. Poco dopo Giovanni venne catturato e Lui si stabilì in Galilea e dove fissò la base del Suo ministero là a Cafarnao. Quando la Parola di Dio lo annuncia, lo mette in relazione col compimento di una profezia data da Isaia.
Voglio leggere questa profezia nel libro di Isaia, là nel capitolo 9, già all’inizio dice: "Ma le tenebre non dureranno per sempre su colei che ora è nell’angoscia. Come nei tempi passati Egli ha coperto di obbrobrio il paese di Zabulon, e il paese di Neftali, così in avvenire coprirà di gloria la terra vicina al mare, oltre il Giordano, la Galilea dei gentili. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano nel paese dell’ombra della morte, si è elevata una luce.
" Quello che dobbiamo capire è che ciò che Dio stava dichiarando di questa regione è simile a quello che dice Paolo, scrivendo ai romani: "Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata". Dice: "La terra che era afflitta non continuerà nelle tenebre. " Dio l’aveva resa all’inizio, in un primo momento, un obbrobrio, ma alla fine la renderà gloriosa.
Dio stava dicendo che avrebbe cambiato la sorte di questa terra, la Galilea, che è classificata come la regione di Zebulon, la terra de Neftali. Siamo sul Monte delle Beatitudini o la Montagna delle Beatitudini, conosciuta come il Monte Eremos. Una struttura che la chiesa cattolica ha comprato e dove ha creato qui un bel giardino.
In questo luogo hanno proposto, inoltre, un ambiente con una buona infrastruttura per ricevere i turisti, con luoghi per la meditazione, per le foto ma, nel corso del tempo, molti di questi luoghi sono stati ritenuti sacri e vi sono state edificate delle chiese. Ecco qui la chiesa delle Beatitudini e, dentro questo terreno, dentro quest’immensa area, oltre ai giardini meravigliosi, abbiamo pure la vista sul Mare della Galilea. Una cosa interessante qui in Israele, dappertutto, ovunque andiamo, è la quantità di ulivi che incontriamo.
Questo è un albero molto comune qui. In alcuni luoghi riusciamo a cogliere le olive direttamente dall’albero. C’è stato un momento qui in questo viaggio che l’autista del pulmino si è fermato a casa sua, che era sulla strada, lì, lui ci ha offerto delle olive provenienti dal suo terreno, da casa sua e un olio d’oliva extra vergine fatto con le olive del suo uliveto.
Quando la Parola di Dio parla a riguardo degli ulivi, questo era davvero una cosa molto comune nella vita dei giudei. Il Monte delle Beatitudini ha una vista sulla pianura di Genesaret per un’estensione di più o meno 6 chilometri di lunghezza. Questo posto era famoso sin dall’epoca di Gesù, chiamato da Flavio Gioseffo, lo storico, "la coronazione della natura".
Il verde qui in questa regione è impressionante. Una delle caratteristiche di questo posto dove si crede che Gesù abbia dato il Sermone della Montagna, è che era disabitato. Alcuni credono che questo era dovuto alla difficoltà di coltivare il terreno, dove esisteva uno strato roccioso e aveva poca profondità, nonostante ci fosse questa disponibilità di irrigazione molto prossima.
D’altra parte, altri credono che grazie alle fonti d’acqua, come pure per la vicinanza del lago, l’erba copriva il terreno e che c’era l’ombra di molte palme. Questo, oltre al fatto che c’era spazio per molta gente e per l’acustica, può essere stato uno dei fattori che portò Gesù a scegliere questo luogo per dare il Sermone della Montagna, oltre al fatto che era vicino alla base dove Lui di era stabilito. In Matteo 5 dal verso 21 al 26, leggiamo questa dichiarazione di Gesù, nel Suo Sermone della Montagna: "Avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere e: chiunque ucciderà sarà sottoposto al giudizio; ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo, sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: stolto sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. Fa’ in fretta un accordo amichevole col tuo avversario, mentre sei sulla via con lui, che talora il tuo avversario non ti dia in mano del giudice e il giudice ti consegni alla guardia e tu sia messo prigione. In verità ti dico, che non uscirai di là, finché tu non avrai pagato l’ultimo centesimo.
" In questa dichiarazione del Signore Gesù abbiamo già riconosciuto e istruito prima, che Lui, varie volte, dice: "Avete udito che fu detto agli antichi", una chiara allusione alla legge di Mosè. Ma subito dopo dice: "Io però vi dico", e Lui sta parlando della Nuova Alleanza, dell’istruzione per il nostro tempo e per i nostri giorni. Gesù inizia dicendo: "Avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere".
Quando Lui dice: "Io però vi dico", significa: "adesso lo attualizzeremo, lo porteremo ad un nuovo livello e lì il Signore Gesù dice di non insultare il fratello, di non irritarsi contro il fratello, di non chiamare nessuno nemmeno di stolto. E qui Gesù ci mostra le conseguenze della mancanza di una buona relazione o dell’assenza di perdono. Il Signore dice: "Se tu sapessi di qualcuno che ha qualcosa contro di te, vai a riconciliarti con lui" e il Signore mette la "mancanza di riconciliazione" o la "mancanza di perdono" o l’atto di insultare o di ferire il fratello, sullo stesso livello dell’omicidio.
Questo chiama la mia attenzione, perché? Quando osserviamo il fatto che Gesù mette i problemi di convivenza sullo stesso livello dell’omicidio, capiamo quanto questi aggrediscono gli occhi di Dio, i problemi che creiamo nella dimensione del convivere con gli altri. Anzi, io credo che la tendenza di molti, ed io ho visto quest’evidenza nel comportamento di molti cristiani, è credere che la mancanza di perdono o i problemi di convivenza non siano una cosa molto seria sotto la prospettiva spirituale.
Loro riconoscono addirittura che sono una specie di problema emozionale, relazionale, ma non riescono a vedere che questo è un problema spirituale. Ma se pensi che Gesù li sta mettendo praticamente sullo stesso piano di giudizio dell’omicidio, non possiamo semplicemente dire che questo sia un argomento senza importanza o che sia il tipo di errore che semplicemente passa inosservato o che non abbia conseguenze. Dobbiamo imparare a misurare la conseguenza di un peccato, per poi capire il peso e l’impatto che ha nella vita di chi lo commette.
E quando riusciremo a valutare questa dimensione per esempio, quando il Signore Gesù parla del perdono, e qui non è l’unico punto, molte volte nel Sermone della Montagna, Gesù tocca questo argomento. Vediamo che, subito dopo la preghiera, della cosiddetta "preghiera del Padre nostro" (la Bibbia non la chiama così), Gesù ci dice: "Se non perdonerai agli uomini le loro offese, anche il Padre celestiale non perdonerà le vostre offese". Lui sta dicendo che non perdonare qualcuno può portare ad un posto e alla condizione di non essere perdonati da Dio.
Perciò, come può la mancanza di perdono non essere nemmeno immaginata, o non essere nemmeno concepita da un cristiano come una cosa senza importanza, se questo mi porta a bloccare completamente la mia relazione con Dio, a non ricevere il perdono? Nel libro di Ebrei, nel capitolo 12, la Parola del Signore ci dice questo, Ebrei 12:14 dice: "Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale, nessuno vedrà il Signore". Normalmente la gente usa questo testo per parlare della Santificazione, per dire che senza santificazione non vedremo Dio.
Ma prima di parlare della santificazione Lui dice: "Procacciate la pace con tutti". Cos’è "procacciare la pace" con le persone? La Bibbia sta parlando di una linea di relazione libera non ostruita.
Anzi, è facile capirlo quando nel verso seguente dice: "badando bene, che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice di amarezza venga fuori a darvi molestia sì che molti di voi restino infetti. " La Parola di Dio dice che la radice di amarezza contamina non solo la persona che è amareggiata, ma contaminerà altre persone intorno a lei. E quando Lui dice "procacciate la pace" questa dichiarazione di procacciare la pace precede quella di "nessuno sia fornicatore" e Lui usa l’espressione "rimanere privo della grazia di Dio".
I problemi di relazione non attingono solo la nostra relazione con le persone, attingono la nostra relazione con Dio, ci portano a questa dimensione che Gesù disse che nella quale non riceveremo il perdono, che l’autore di Ebrei descrive come "rimanere privo della grazia di Dio". È possibile che un atto che mi porta alla separazione dalla grazia e dal flusso di perdono di Dio nella mia vita possa essere considerato da alcuni di noi come una cosa senza importanza? Assolutamente no.
Dobbiamo capire non solo la gravità di questo peccato, come pure la serietà delle conseguenze di questo grave peccato. Anzi, parlando di conseguenze, è importante capire che problemi di relazione che causiamo orizzontalmente con le persone diventano un problema verticale nella nostra relazione con Dio. Non possiamo semplicemente separare una cosa dall’altra.
Gesù dice che quando tu non perdoni qualcuno, tu inoltre non sarai perdonato da Dio. Cioè, avere un problema di relazione con qualcuno può attingere direttamente la mia stessa relazione con Dio. È così, semplice.
Proprio come sta dichiarando il Signore Gesù. E noi capiamo che questa dichiarazione, di che la relazione orizzontale incide su quella verticale, può essere compresa in diversi testi della Bibbia. Per esempio, la 1ª lettera di Pietro 3:7, la Parola di Dio ci dice che i mariti devono trattare le oro mogli con onore, come il vaso più fragile.
Quando Pietro dice: "vaso più fragile", lui non parla di fragilità fisica, come se la donna non avesse la stessa forza bruta dell’uomo per portare del peso, perché se da una parte, forse lei non abbia questo tipo di forza, nella resistenza al dolore loro ci battono alla grande. Quando la Bibbia parla di un vaso più fragile, sta parlando di una persona che è emozionalmente più fragile. È per questo che Paolo, scrivendo ai Colossesi, dice: "Mariti, non trattate le vostre mogli con asprezza".
La Bibbia sta dicendo di fare attenzione in questo livello di relazione, perché non vengano ferite, perché non sia fatto loro del male. Però, quando capiamo che questa è anche la dichiarazione di Pietro "trattate con onore il vaso più fragile", andiamo a vedere come termina la frase? 1ª Pietro 3:7 dice: "Affinché non siano impedite le vostre preghiere".
L’apostolo ci sta dicendo che quando creiamo un problema nella relazione con le nostre mogli non avremo solamente un problema in casa, sotto al tetto, non andremo a compromettere solo la qualità della vita emozionale della relazione, ma la Bibbia dice che le nostre preghiere saranno impedite, perché il flusso di comunione e di comunicazione con Dio sarà direttamente influenzato. Anzi, è di questo che parla l’apostolo Paolo quando scrive a Timoteo dicendo: "Io voglio dunque che gli uomini facciano orazione in ogni luogo, alzando mani pure, senz'ira e senza dispute". Quando lui dice di alzare mani sante, e qual è la definizione delle "mani sante"?
Lui dice: "senza ira e senza dispute". Tanto l’ira quanto la disputa, sono peccati contro la relazione e lui sta dicendo che se ci sarà ira e disputa, cioè, i peccati nella relazione, non servirà alzare le mani verso Dio per pregare. Perché non servirà alzare le mani?
Perché Dio non risponderà alle nostre preghiere. I problemi nella relazione orizzontale ci porteranno i problemi nella relazione verticale. Questo lo diceva già il profeta Malachia sin dall’Antica Alleanza, quando in Malachia 2:13, dice che il popolo copriva di lacrime l’altare, con pianto, con digiuno e Dio dice: "Ma Io non vi ascolto".
E, subito dopo, gli chiedono: "Perché? Perché Signore non ci ascolti? " La sua risposta è: "Perché il Signore è testimone contro di te.
Il Signore è testimone dell’alleanza fra te e la donna della tua giovinezza, con la quale sei stato sleale. " Dio sta dicendo: "hei amico, tu non onori nemmeno l’alleanza del matrimonio, non riesci ad essere fedele a tua moglie, ossia a questo livello di relazione, adesso vieni a piange ai piedi dell’altare sperando che io ti ascolti? " È quasi come se, in un linguaggio molto popolare Dio stesse dicendo: "Difficile ascoltare la vostra preghiera in questo modo!
" Perché? Perché i nostri problemi orizzontali inevitabilmente influenzeranno la nostra relazione con Dio quella verticale. Quindi dobbiamo capire che Gesù ha stabilito lo stesso livello di giudizio per un omicida e per colui che non perdona.
Che la relazione orizzontale intacca quella verticale. Ma voglio entrare adesso un po’ nella questione delle conseguenze, perché in questo stesso testo, Gesù parla di uno che viene portato in tribunale. In Matteo, nel capitolo 5, il testo che stiamo studiando, lì a partire dal verso 22.
Gesù dice: "Io, però, vi dico che chiunque s’adira contro suo fratello sarà sottoposto al Sinedrio; e chi avrà proferito un insulto verso suo fratello sarà sottoposto al giudizio del tribunale; e chi chiamerà suo fratello di stolto sarà condannato all’inferno di fuoco. " Per primo Lui parla di un giudizio, di un tribunale, ma poi parla dell’inferno di fuoco. Cominciamo dal giudizio, verso 25: "Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni in mano al giudice", al giudice dove?
In tribunale. ". .
. e il giudice, alla guardia", e dopo essere stato giudicato, l’ufficiale di giustizia applicherà la condanna, "e la guardia ti getterà in prigione". Chiaramente vediamo la citazione di una prigione.
Non credo che Gesù stesse dicendo che tutti noi saremo naturalmente o letteralmente imprigionati in alcun tipo di prigione umana, terrena o naturale. Quello che il Signore sta dicendo comprende un principio spirituale. Anzi, non è l’unico momento negli insegnamenti di Gesù in cui leggiamo a riguardo di una prigione.
Nel capitolo 18 dello stesso Vangelo di Matteo che stiamo leggendo, nei versi 34 e 35 Gesù finalizza la parabola del "servo spietato", che è un’istruzione sul perdono, e Lui assegnala dicendo: che quando il signore scopre che il servo, quello che era stato perdonato, non aveva perdonato il suo compagno, il suo conservo, dà questa sentenza: "sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore a vostro fratello. " Questa parola tradotta come "aguzzino", "basanistes", in greco, significa "colui che tenta di estrarre la verità mediante l’uso della tortura".
Era un torturatore, un inquisitore. La Parola di Dio non solo parla di una prigione, ma parla pure una di tortura. Io comprendo che si tratta di una prigione spirituale.
Io comprendo che parlando di "aguzzini" si riferisce ai demoni che hanno l’autorità per imprigionare ed opprimere la vita delle persone. Chi non è fluente nella pratica del perdono si allontana dalla grazia di Dio e si espone al regno delle tenebre. Queste relazioni possono essere viste in molti testi.
Per esempio, nel libro di Efesini, l’apostolo Paolo sta parlando con la chiesa, coi cristiani, con persone convertite e lui dice, Efesini 4:26: "Nell’ira non peccate". Poi dice: "Non tramonti il sole sulla vostra ira". Lui sta dicendo che l’ira di per sé non è un peccato, ma può portarci al peccato.
La questione è la maniera come trattiamo con i sentimenti, è come trattiamo con i problemi. Quando lui dice: "Non tramonti il sole sulla vostra ira", lui sta dicendo: "non lasciare per il giorno dopo, risolvi le cose il più in fretta possibile. " Anzi, nel testo che abbiamo letto lì del Sermone della Montagna, la Bibbia dice: "Mettiti d’accordo in fretta col tuo avversario.
" Quando la Parola di Dio dice: "mettiti d’accordo in fretta", significa che questo tipo di problema dev’essere risolto immediatamente. Però Paolo dice: "Nell’ira non peccate; non tramonti il sole sulla vostra ira", lui dice: "non cedete il posto al diavolo". C’è un collegamento tra il non risolvere i problemi di relazione legati all’ira e il cedere al diavolo.
Credo che questa prigione sia una prigione spirituale. Credo che molta di questa tortura venga provata nella vita di coloro che si rifiutano di perdonare. È impressionante come la stessa scienza abbia accompagnato e scoperto quante malattie sono legate a questi problemi emozionali.
Ma credo che questi non siano solamente problemi emozionali innescati da un disequilibrio del corpo, ma che sia un’esposizione al regno spirituale. Dobbiamo capire che il perdono non è un’opzione, Non è appena un consiglio dato da Gesù. È un ordine, è una dichiarazione.
Disubbidire a quest’ordine è un peccato, è un peccato con serie conseguenze che ci porta a non ricevere il perdono, ad allontanarci da Dio e ad essere passibili del Suo giudizio. Quando guardiamo sotto questa prospettiva quello che Gesù sta dicendo, dobbiamo capire che non è un argomento qualsiasi, non è un argomento senza importanza. La Parola di Dio parla di Elia e dice che era simile a noi, passibile degli stessi sentimenti.
Tutti noi abbiamo la tendenza di sentirci sdegnati, di irritarci, di lasciarci ferire, e molte volte, di farci del male. La questione non è se saremo o meno esposti a questo tipo di situazioni, la questione è come le tratteremo. Lo stesso Gesù ci ha insegnato, nella preghiera che chiamiamo: il "Padre nostro", ed è una preghiera giornaliera, perché Lui ci insegna a dire: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", perciò è una preghiera da ripetere tutti i giorni, Lui ci insegna a pregare dicendo: "non farci cadere in tentazione", una di esse è portare rancore nel cuore contro le persone e Lui ci ha insegnato a dire: "rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori".
Questo significa che se tu ed io pregheremo tutti i giorni affinché Dio ci perdoni nella stessa proporzione con cui perdoniamo, ci manterremo coscienti di quanto sia serio questo argomento e di quanto siano serie le ripercussioni del non perdonare qualcuno. Io non sono qui per puntarti il dito, non sono qui per lanciarti una pietra se hai avuto delle difficoltà a perdonare qualcuno. Sono qui per aiutarti perché tu non venga rinchiuso in questa prigione o, se tu fossi già là, per aiutarti ad uscire da questa prigione per mezzo di una posizione di obbedienza a quello che disse Gesù e di perdonare e di liberare il perdono.
Nei prossimi minuti, vogliamo tenere una conversazione di applicazione pratica che potrà aiutarti a riguardo delle verità che hai ascoltato. Rimani con noi. Il Signore Gesù ci insegna una cosa tremenda nella questione relazionale.
Anzi, vale la pena sottolineare qui che la Bibbia è un libro di relazioni. Quando guardiamo per esempio i "dieci comandamenti", i primi quattro dei dieci, parlano della mostra relazione con Dio e gli altri sei parlano della nostra relazione con le persone. Non c’è modo di togliere l’aspetto relazionale dalla Bibbia.
E il Signore Gesù per primo inizia livellando l’offesa al piano di giudizio che aveva l’omicidio nell’Antico Testamento. Questo è molto forte. Inizialmente, il tema del discorso di Gesù è sul fatto di ribellarci contro nostro fratello, è sul fatto di proferire una parola contraria a nostro fratello.
Lui sta dicendo di evitare di praticare l’offesa, è da dove inizia la conversazione, ma termina dicendo pure: "se tu sapessi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, vai a mettere a posto le cose. " Perciò, credo che dobbiamo guardare i due aspetti. Nel primo Lui sta dicendo che non dovresti offendere.
Nel secondo: se scopri d’aver offeso, intenzionalmente o meno, devi cercare di rimediare. Il problema è che molte volte, quando feriamo le persone a volte ci giustifichiamo dicendo: "non era mia intenzione, è pedanteria da parte sua, non volevo" o a volte possiamo perfino finire per entrare nell’interpretazione equivocata del fatto che il tempo risolve tutte le cose, che il tempo fa in modo che tutto venga cancellato. In realtà, la Parola di Dio ci insegna a risolvere le situazioni in fretta, senza perder tempo.
- Esattamente. La Bibbia dice addirittura che non possiamo far tramontare il sole quando siamo adirati, no? Quindi, anche questo ha un senso riguardo il perdono.
Non possiamo andare a letto turbati a causa di qualcosa. Se Dio ci sta dando questo consiglio, è ovvio che se continuiamo nell’offesa, se non perdoniamo, questo ci farà del male, specialmente nel corso del tempo. Quindi, è molto importante riparare la situazione, "sforzarsi".
È una scelta, no? Dobbiamo scegliere di perdonare le persone. Non è una cosa che accadrà dal giorno alla notte, ma che deve succedere più in fretta possibile, no?
- Vedo molte persone che non perdonano e pensano: "Ah, io non perdonerò quella persona e lei soffrirà per questo. Così soffrirà tanto quanto ho sofferto io". Credono di stare relegando solamente la persona a questo luogo, ma la realtà è che, quando qualcuno non perdona, rimane bloccato.
Tanto la persona alla quale sta negando il perdono, quanto sé stesso, e questa mancanza di perdono porterà, molte volte, danno tanto alle emozioni, come pure alla salute fisica. Oggi è comprovato che molte malattie sono il riflesso di questioni emozionali non risolte, no? C’è una conseguenza spirituale, emozionale e perfino fisica.
Quindi, è una cosa molto importante che dobbiamo risolvere e non rimandarla a domani. Ci sono cose che devono essere perdonate oggi. Mi piace quella frase che a volte dici: "Portare rancore è la stessa cosa di bere del veleno e sperare che l’altra persona venga a soffrire un danno".
- Proprio così – È vero. E noi abbiamo la responsabilità di fare la nostra parte. Un giorno, davanti a Dio, dovremo rendere conto di tutto ciò che avremo fatto, del nostro cuore, di ciò che avremo fatto alle persone.
Perciò è importante ricordarsi che non è solo: "Se la persona mi chiederà perdono, allora la perdonerò". No. Scegli nel tuo cuore di perdonarla, anche se non fosse reciproco.
- Però, un’altra cosa che credo che dovremmo sottolineare qui, È il fatto che Gesù dice: "Se porterai un’offerta a Dio e ti ricordassi che tuo fratello ce l’ha con te, fermati. " Lui non sta dicendo che Dio non ha fretta o che non è importante, ma sta dicendo che quando non stiamo bene con gli altri questo, in qualche modo, in qualche maniera, influenzerà pure. .
. - Cavoli, è proprio serio, no? - È e attinge la nostra relazione con Dio.
- Si. - Il problema col prossimo non è mai solo un problema col prossimo. Il problema orizzontale, come abbiamo già detto prima, finisce per diventare un problema verticale.
L’apostolo Pietro disse che se i mariti non tratteranno le loro mogli con onore, le loro preghiere non saranno ascoltate. Quindi significa, che più che un problema di relazione dentro di casa, si crea un problema spirituale. Però, credo che quello che le persone meno intendono in una situazione di mancanza di perdono, quando si trovano nell’offesa, è che stanno finendo in quello che Gesù chiama di prigione.
È una prigione. È una prigione spirituale, perché dà posto al nemico, la Parola di Dio parla a riguardo degli "aguzzini", che sono i torturatori, questo si trova là in Matteo 18. La persona viene imprigionata spiritualmente.
Però, oltre a rimanere imprigionata spiritualmente, perché si è già allontanata da Dio, questa la impedisce inoltre di venire perdonata. Il Signore Gesù disse che se non perdoniamo gli altri, anche noi non saremo perdonati. Quindi, oltre a questa prigione e che ci espone agli attacchi del maligno, che ci impedisce di ricevere il perdono di Dio, saremo inoltre intrappolati nella prigione emozionale dell’amarezza.
E questa prigione emozionale, che ha conseguenze spirituali, ci influenzerà in maniera negativa. La Bibbia parla di una radice d’amarezza, che quando germoglia, riesce a contaminare a molti. Perciò è un problema che oltre ad essere spirituale e personale, diventerà poi un problema collettivo.
Però, come ha detto Kelly poco fa, questa prigione che è spirituale, che inoltre è emozionale, porterà a conseguenze fisiche. - Non lasciare che la mancanza di perdono venga a rubare l’allegria dalla tua vita, no? È così sgradevole quando ci troviamo vicini a persone che non riescono, a volte, sai, a dare un sorriso, a sentirsi leggeri, e a volte si diventa così senza accorgersene.
Perciò, è importante praticare questi principi di vita, e il perdonare fa parte di questo, è una chiave molto importante. - Però, a volte, alcune persone commentano che il perdono sembra ingiusto, perché molte volte credono che il perdono sia un atto di misericordia in favore solo di chi offende, e non comprendono quanto il perdono liberi la persona stessa che si trova intrappolata nell’offesa. Quindi, credo che il punto principale qui, visto che la Bibbia dice che dobbiamo amare gli altri come amiamo noi stessi, Dio non ci chiederebbe di dare amore agli altri sotto forma di perdono se non lo ricevessimo per primi.
Non sto dicendo che la mentalità deve essere egoista e pensare solo a sé stessi, ma dobbiamo capire che questo amore che sentiamo per noi stessi deve traboccare verso gli altri. Cioè, la liberazione del perdono che sto offrendo agli altri, è prima di tutto una liberazione per me stesso da questa prigione e dalle sue terribili conseguenze. Quindi, che il Signore ti dia la grazia.
Perdonare è un atto di fede. È più di una semplice decisione, è una decisione presa con fede e quando prendiamo questa decisione di fede possiamo contare con le risorse soprannaturali di Dio per curare il nostro cuore, per cambiare le circostanze nel piano naturale, in quello emozionale e in quello spirituale. Che con la grazia di Dio tu proceda non solo ora, ma sempre sulla via del perdono.
- Amen.