ci siamo già entrati all'interno della filosofia bichir che verrà abbiamo visto le sue impostazioni di base e abbiamo visto anche i tre stadi dell'esistenza cioè le tre condizioni di vita stili di vita che il pensatoio danese delineava come fondamentali nella nostra esistenza nell'ultimo video vi avevo però promesso che avrei approfonditi i temi dell'angoscia e della disperazione che magari quel avio già brevemente anticipato ma che vale la pena davvero di approfondire oggi faremo tutto questo e concluderemo il percorso schukin guard perché appunto parlare di angoscia parlare di disperazione oltre che di fede ci permetterà di chiudere
in un certo senso il cerchio andiamo a cominciare [Musica] [Applauso] [Musica] ichino batman presente d'altronde è un po si vede dell'atmosfera sono ritorni sto ritornando a fare video di sera come faceva all'inizio e quando dicevo non è mai troppo tardi per filosofare e poi avevo gli occhiali e tremende è tardi e non è mai troppo tardi per filosofare speriamo di essere abbastanza lucidi da fare una lezione comprensibile io sono e mano ferretti se siete qui per la prima volta questo canale lo uso per pubblicare delle video lezioni di storia e di filosofia in generale dirette
principalmente ai miei studenti come approfondimenti o come ulteriore ribasso o didattiche a distanza qualora ce ne fosse ancora bisogno ma poi penso abbastanza utile interessanti anche per chiunque abbia un po di curiosità verso queste materie non abbia potuto studiarlo pure le stia studiando all'università oppure oltre in descrizione berico già troverete quindi un po il sommario diciamo l'indice di quello di cui parleremo oggi ma poi anche altri video altri collegamenti utili per approfondire quello che oggi andremo a dire mi dicevo parliamo di kirti nardò già fatto due video su lui questo è il terzo e ripeto
almeno conclusivo in cui tiriamo un po le somme da un certo punto di vista e vi ho detto in apertura che il tema principale sarà quello dell'angoscia e della disperazione partiamo dall angoscia e cerchiamo di capire che cosa prima di tutto una condizione esistenziale secondo chi cioè è un nostro modo di vivere l'esistenza noi viviamo la nostra vita contrassegnati dall'angoscia è una condizione ineludibile cioè non possiamo fare a meno di vivere in questa prospettiva in questa dimensione perché questo intanto bisogna capire cos'è propriamente l'angoscia come la intende circa davvero che anche noi usiamo questo termine
il più delle volte mi sento angosciato prova angoscia verso questo verso quest altro ma è un uso tutto sommato un po in proprio circa aveva proprio alla specificità di questa parola direi l'angoscia non è semplicemente una paura un timore come a volte noi riteniamo l'angoscia è timore di qualcosa di indeterminato c'è differenza quindi tratti muore per e proprio paura e angoscia il timore la paura sono pure di qualcosa io posso avere paura del buio possa avere paura dei mostri possa aver paura dell'interrogazione possa aver paura della verifica del mio datore di lavoro quindi sono forme
di timore ha paura di una cosa ben determinata ma a volte si può anzi perché nella nostra esistenza sempre si può provare paura per qualcosa che non si vede che non si sa cosa è che non si può definire è questa forma di paura molto particolare è l'angoscia perché kirk e garda dice che è costitutiva dell'uomo perché così strettamente legata a noi perché questa angoscia deriva dalla stessa possibilità nel mio video vivevano infatti detto che per chi ricaricarli l'uomo è soprattutto possibilità ciò che lo contraddistingue davvero nella sua vita nella sua esistenza è il fatto
di essere posto costantemente davanti a delle scelte scelte davanti a cui spesso non sa prendere una decisione non sa prendere una strada ben consapevole che una strada implica l'annullamento di tutte le altre strane ecco il sentimento che si prova quando ci si trova davanti a un bivio quando ci si trova davanti a più strade e il cio vuol dire in ogni momento della nostra vita per la nostra vita è questo è il sentimento dell'angoscia la condizione dell'angoscia che è il sentimento della scelta il sentimento della possibilità ovviamente è strettamente connesso con la possibilità non a
caso per cercare di chiarire meglio discorso kierkegaard tira in ballo un personaggio biblico cialtrone abbiamo letto la sua impostazione prestazione profondamente cristiana e quindi i riferimenti spesso va a pescarli lì il personaggio bibli questa volta non è abramo che le hanno già visto non è neppure gesù che vi ho già anticipato e che poi riprenderemo un po anche oggi ma è adamo adamo il primo uomo d'amore vano nella genesi come ricorderete adamo sul punto primo uomo dato da dio a cui poi diodo no anche eva come compagna di vita e viveva felice e beato nel
giardino dell'eden paradiso terrestre fino a quando secondo il racconto biblico dio non gli dice che può fare tutto quello che vuole nell'eden tranne mangiare il frutto dell'albero proibito adamo sobillato diciamo così da era a sua volta su brillato al serpente da mangiare l'albero e cioè la casa viene la cacciata dal paradiso terrestre adamo ed eva diventano uomini a tutti uomo donna a tutti gli effetti perché dovranno soffrire lavorare partorire nel dolore e così via e diventare mortali è chiaramente molto meno felici di quanto non fossero prima ora kierkegaard riflette a lungo su questa figura di
adamo sempre nella prospettiva della scelta e dell'angoscia adamo era beato prima di avere la possibilità di scegliere l'aver vero momento di svolta della sua vita al vero discrimine il vero momento di passaggio e quando dio gli dice puoi fare tutto tranne fanno gli dice quel tranne tranne mangiare dell'albero quando gli dà un un'esclusione di fatto di chi dà anche la libertà prima adamo non era veramente libero perché poteva fare tutto senza potere senza dover scegliere cosa fare non c'erano limiti né conseguente alle sue scelte nel momento in cui dio gli dà un limite puoi fare
tutto tranne questo lui ha la possibilità di scegliere se obbedire o disubbidire prima non aveva questa possibilità prima non era un vero uomo si dice che nera perché prima adamo era più simile a un angelo o al limite a un animale inconsapevole non aveva alcuna consapevolezza della libertà non aveva alcuna consapevolezza di cosa volesse dire scegliere per lui in una scelta prima non era ma esclusiva potevano giardi qua mangiardi la poteva fare tutto perché lo stesso era immobile e la sua dimensione paradisiaca non c'erano conseguenze per quello che faceva non c'erano annullamenti non c'erano vere
scelte e quindi era come un angelo era fatto si dice kierkegaard di corpo e anima ma mi mancava lo spirito che cosa avere spirito perché lo spirito è la consapevolezza di sé la coscienza di sé all'autocoscienza adamo non si rendeva conto di cos'era perché non era ancora nulla non era ancora uomo perché perché non aveva davanti la condizione tipica dell'uomo che è la condizione della scelta e della possibilità nel momento in cui però dirgli inizia guarda fai tutto tranne questo li di colpo adamo ha davanti una possibilità ha davanti una scelta ha davanti una libertà
e quindi ha davanti anche il peccato perché ovviamente quando di ogni da un ordine se lui obbedisce a dio si comporta da buon cristiano se non ubbidisce a dio pecca quindi la stessa prospettiva di avere una scelta davanti gli apre la prospettiva anche del peccato è possibile scegliere è possibile scegliere bene è possibile scegliere male cioè peccare capite ora se tutto questo è vero in quel momento adamo si scopre qualcosa di diverso perché si copre e quali sono i suoi limiti quali scuole la sua finitudine quali sono le conseguenze delle sue azioni quali sono le
conseguenze delle sue scelte e scopre di colpo l'angoscia perché fino a quel momento adamo non aveva avuto alcun angolo angoscia esistenziale ha vissuto violetto beato felice inconsapevole senza nessun problema ingenuo potremmo dire innocente dice kirchner ma nel momento in cui prima ancora di fare qualsiasi cosa e scopre che c'è la possibilità di fare qualcosa che dio ha proibito scopri il peccato si scopre cosa vuol dire essere uomini scopre se stesso scopo i propri limiti scopre il proprio peccato scopre chi è le dicevo che per chi spiega l'uomo le si rechi sts recida una faccia scegliendo
il momento in cui adamo davanti alla prospettiva della scelta anche l'occasione di darci finalmente una faccia cioè di diventare un uomo prima non era uomo era angelo da darsi una faccia a diventare uomo però vuol dire anche avere la possibilità di cadere nel peccato vuol dire anche avere la possibilità di tagliare tutto gli ho detto che essere spirito vuol dire avere consapevolezza di sé adamo scopre uno spirito che prima non aveva ma proprio questa è la sua condanna perché da quel momento in poi adamo essendo uomo non proprio in un certo senso appartenere al paradiso
perde il paradiso è infatti finirà per scegliere il peccato mangiare delle proprie vite a perdere quella eternità beata casesa prima ma questo è inevitabile secondo kirchner perché il destino dell'uomo e questo e le signore l'uomo su questa terra e l'angoscia è una condizione ripeto ineliminabile che non possiamo togliere di mezzo attenzione si faccia notare un'altra cosa di questo discorso su adamo nel momento in cui adamo sceglie ovviamente sceglie e subisce le conseguenze delle sue scelte cioè la scelta non è limitata al momento a un eternità è una scelta proiettato in avanti nel futuro non è
nel presente solo ferma e immobile mai qualcosa che va in avanti la scelta se ci pensate anche nella nostra dimensione terrena quotidiana è una scelta sempre prospettiva noi abbiamo davanti delle strade cosa farò domani cosa farò throne hanno cose su di sé la cosa non studierò cosa farò ai prossimi minuti ma appunto non cosa sto facendo cosa farò c'è sempre un futuro la scelta è sempre qualcosa che ci spinge avanti no e quindi la scelta è connaturata la stessa dimensione del futuro se non c'è futuro non sa scelta era tonda adamo nel paradiso prima che
dio gli dicesse c'è l'albero prima lui non vive una dimensione temporale non invecchiava le cose non cambiavano era un eternità un'eterna un'eternità fissi e mobili non certo senso e infatti lui non provava angoscia come vi dicevo l'angoscia arriva solo nel momento in cui c'è una prospettiva futura ti dice no e tu dici quasi accadrà se andrò invece a mangiare c'è un passaggio oltre un andare in avanti ciò che angoscia cioè è sempre il futuro e quindi è sempre la scelta in avanti una prospettiva poi religiosa questo futuro è un futuro anche impegnativo bisogna dire perché
quando noi dobbiamo scegliere come agire e teniamo presente che siamo credenti poniamo questo chi li rappresenta è credente è che siamo presenti e quindi c'è sempre dio o guardando le nostre scelte e le nostre scelte non sono limitate un futuro prossimo ma sono scelte di un futuro che va avanti a lungo un futuro che sfocia nell'infinito cioè nella stessa inter ita condizionano il nostro futuro non da qui a un anno da qui a un mese da qui a un giorno la condizionano la nostra vita qui all'infinito perché perché secondo ogni scelta che indirizza la nostra
vita in una strada piuttosto che in un'altra ci porta verso la salvezza va verso la dannazione eterna capite per questo è ancora più angosciante scelta perché ciò che io scelgo di fare ciò che io scelgo di essere influisce non solo sui prossimi minuti della mia vita o sui prossimi anni della mia vita come magari pensiamo noi uomini attuali contemporanei ma influisce sulla mia vita eterna perché in base a quello che scelgo ed io mi giudicherà e mi manderà alla vita eterna oppure alla dannazione tar e al dolore eterno cioè è una responsabilità mica da poco
ovviamente quindi ancora più forte questo peso così grande e del futuro e dell'angoscia lo si vede anche sempre nella bibbia in un brano molto più diciamo avanti nel libro siamo presenti dalla genesi che è il primo libro saltiamo ai vangeli perché anche nei vangeli gesù in prova angoscia e proprio qui si vede l'umanità di cristo cristo è dio che si è fatto uomo per dimostrare di essere veramente uomo dice kierkegaard deve provare angoscia ci dimostra di essere uomo nel momento in cui prova angoscia e quand'è che prova angoscia circa gar sceglie come un momento topico
un momento degli ultimi giorni su cristo quando durante la settimana santa durante la passione va a pregare come ricorderete forse nell'orto del getsemani e all'uscita di questo orto riceve la visita di giuda è chiaramente dei soldati romani perché giunto al pronto a tradirlo e sta per andare a dagli famoso celeberrimo bacio perché così venga indicato ai romani che lui è quello da arrestare ora in quel momento chiaramente gesù che già sa perché in fondo gesù essendo dio ha presente tutto lo svolgimento degli eventi saccheggi di giulia sta per venire a tradirlo ad altro non aveva
anche annunciato la sera prima e l'ultima cena poco prima sa che giura sta per andare a tradirlo è però dice una fase che è la seguente quello che tu stai per fare affrettano cioè più o meno adesso dipenderà dalla traduzione della bibbia ma lì se guardate è la frase che gesù dice quando vede che giuda arriva maggio da improvvisamente tentenna perché anche giù dai suoi ripensamenti ovviamente non si sente poi così sicuro di voler tradire gesù e gesù però dirige diamoci una mossa so che stai per fare questo folle fretta perché dice falla in fretta
perché gesù ha paura perché gesù a angoscia perché sa che ci sono le possibilità che si devono realizzare ma ci sono ancora possibilità e davanti alle varie strade della possibilità prova angosciano nè nell'altro passo che spesso si indica cioè quando gesù dice dio mio dio mio perché mi hai abbandonato con sulla croce non è lì che si vede l'angoscia a vela di gesù secondo china aiutarlo diceva che era lì che si vedevano manica di cristo kg gara dice no l'umanità di cristo si vede meglio ancora appunto quando dice quello che stai per fare farlo in
fretta affrettano li si vede davvero la natura umana e angosciata di gesù cristo per concludere su questa angoscia vorrei citarne una figura un paragone una metafora sono già sin come che lo stesso che usa per descrivere al meglio cos'è questa angoscia come si può sentire questa angoscia secondo lui è come guardare all'interno di una voragine all'interno di una un crepaccio un buco infinito nella grande montagna se noi guardiamo in questo in questa voragine cose proviamo che abbiamo vertigine un senso incredibile di vertigine questa vertigine rassomiglia esattamente all'angoscia cioè noi se vediamo il vuoto non sappiamo
cosa c'è sul fondo di questo grande buco di questo grande salto e guardiamo tu però perché siamo allo stesso tempo anche affascinati da questo grande salto siamo spinti a guardare ma cercare di scorgere qualcosa sotto e appena ci sporgiamo e guardiamo proviamo un giramento un'angoscia una paura che però è qualcosa di più della paura perché appunto è vago abbiamo pure di cosa non sappiamo bene cosa c'è sotto non vediamo bene è però questo sentimento così inebriante ma così anche vertiginoso direi proprio dal giramento di testa e quello che è la nostra condizione è la condizione
tipica dell'uomo è l'angoscia attenzione però dicevo all'inizio che non c'è solo l'angoscia c'è anche la disperazione giusto per rallegrarci oggi parliamo di sentimenti molto ottimistici c'è l'angoscia ma potrebbe andare anche peggio e vivere la disperazione anzi di secondo chi ritarda all'uomo va peggio perché vive anche la disperazione che cos'è la disperazione e in che rapporto sta con l'angoscia allora in realtà la ristorazione è un tipo particolare di angoscia potremmo dirla così perché l'angoscia e paure indeterminata per le possibilità esterne sellino la disperazione invece ha paura indeterminata per le possibilità interne del io mi spiego meglio
gli ho detto io posso provare disperazione quando ho davanti a me delle strade e mi sento bloccato mi sento angosciato impaurito dalla scelta che devo fare perché questa scelta per me è molto molto impegnativa ovviamente le scelte che io mi trova pari quando parlo di ingrosso ne sono scelte di cosa farò di cosa studierò di chi sposerò di chi tratterò bene chi tratterò male c'è possibilità che riguardano il mio comportamento esteriore cioè ciò che faccio con il mio corpo con le mie parole con le mie azioni ma le scelte non riguardano solo il mio comportamento
con gli altri col mondo eccetera riguardano anche il mio comportamento interiore interno ma il mio nome della sono solo col mondo mi relaziono anche con me stesso e quindi il mio io anche lui ha davanti a sé delle scelte può decidere di essere se stesso può decidere di tentare di essere qualcosa di diverso da se stesso può fare delle scelte ma sempre avanti nelle possibilità mettiamo il caso che voi siete una persona dirigente no perché siete dirigenti perché sentite che fa parte della vostra identità essere dirigenti il vostro io è diligente ma il vostro io
ogni giorno deve scegliere di essere dirigente perché davanti a sé anche la possibilità di fregarsene di non fare i compiti di non seguire le regole ma davanti a tante possibilità è quella che ha sempre subito fino a quel momento ma ci sono anche tutte le altre e ogni giorno bisogna scegliere ogni momento bisogna scegliere non è una scelta fatta per sempre una scelta che si rinnova completamente il dover sempre scegliere che faccia darsi ci essere dentro cioè quale io privilegiare quale io scegliere è una scelta anche questa paralizzante anche questa angosciante meglio ancora disperante ci
porta alla disperazione quindi capite è molto seria anche questa questione anche perché mentre uno potrebbe pensare vabbè l'angoscia è più grave perché l'angoscia la vivo anche rapporto agli altri e quindi non ci sono solo io ma c'è anche qualcun altro o qualcos'altro dal tener presente bene e vero l'angoscia è grave anche per questo perché le nostre azioni hanno delle conseguenze non sono su di noi ma anche sul mondo bene ma anche per la disperazione non è che vada poi così tanto meglio perché è vero che rendo conto a me stesso faccio i conti con me
stesso ma in me stesso non è da solo perché me stesso si confronta sempre con dio dio è presente anche nel momento in cui io mi parlò con me stesso mi confronto con me stesso quindi confronti interiore non ha mai solo è puramente interiore e anche un sempre un confronto con dio per questo la scelta di cosa essere così angosciante disperante perché il mio idolo confronto con dio e se lo confronto con dio mi vedo sempre tanto piccolo è limitato ovviamente perché dio è un e potente io non sono neppure dentro figuriamoci fuori perché dio
è onnisciente ma io non lo sono né dentro né fuori sono capite che anche in questa dimensione interiore c'è una certa gravità dall'altro kirill che analizza proprio le varie possibilità le principali possibilità che sono presenti dentro di noi quindi con cui l'io ci deve affrontare e questo confronto sulle varie possibilità interne del dio ricorda per certi versi i vari stadi dell'esistenza quindi le possibilità esteriori segno che c'è anche un collegamento tra il dentro e il fuori dal interiorità l'esteriorità per la disperazione e l'angoscia quali sono le possibilità interne kirin elenca tre allora primo luogo potremmo
anche cercare di non darci alcune identità di non essere nessuno di non darci una faccia l'avevamo detto parlando ad esempio del don giovanni no e dello stadio estetico in cui l'uomo non sceglie non sceglie mai perché scappa di palo in frasca di donna in donna e quindi non assume mai una vera identità si può fare anche interiormente si può benissimo tenta continuamente di darsi una pazza di darsi un io di scegliere una propria personalità caratteristiche alla propria coscienza ma in questo modo chiaramente si arriva a uno scacco perché ovviamente si cade nella disperazione di non
avere un di non essere nulla di non essere una faccia di non avere una propria identità quindi disperazione massimo questa è la prima possibilità seconda possibilità ci si può invece anche adeguare al proprio io cioè ci si può dire io sono fatto così così così così fare una propria analisi interiore trovare la propria identità e cercare di annullare tutte le altre possibilità vi ho detto prima che anche se siete dirigenti dentro di voi avete la possibilità di non esserlo per un giorno di fregarvene di copiare i compiti di fare mille altre cose ecco la vostra
il vostro io potrebbe annullare le altre possibilità e prendere una strada e chiudere tutte le altre porte cercando quindi di limitare scegliere di fare le scelte uniche e obbedire ciò che si è scelta che sembrerebbe la migliore teoricamente no come lo era la vita etica vi ricordate io scelgo di essere qualcuno l'impegno faccio quella scelta obbedisco a me stesso e così farò sarà buono sarò giusto e sarò felice purtroppo neppure nello stato interno di noi si può essere felici in questo modo secondo tiscar perché perché scegliendo di essere noi stessi noi conosciamo noi stessi e
conoscendo noi stessi ci risultano presenti sempre tutti i limiti di noi stessi tutti i peccati in cui crediamo le imperfezioni le difficoltà cioè ci rendiamo conto di essere incapaci infelici imperfetti non autosufficienti e anche quindi cadiamo nella disperazione c'è una tazza possibilità quella invece di non obbedire una strada ma percorrere le altre star e cioè di negare il proprio io cioè di sapere di essere una cosa ma con tradire se stessi e cercare di essere qualcosa di diverso anche in questo caso non c'è soluzione si cade nella disperazione perché il nostro io ne risulterebbe estremamente
frantumati insomma qualunque strada si tenti di percorrere sempre lessicale l'io è destinato alla disperazione così come l'uomo nella sua esteriorità è destinato all angoscia detto in altri termini la respirazione nasce o dalla carenza di necessità o dalla carenza di libertà nel primo caso boldi che le necessità vuol dire avere troppe scelte e quindi avere una carenza di una strada unica aver troppe scelte lo di aver troppa libertà e questo ci porta davvero alla disperazione perché noi sappiamo scegliere orientare il nostro io ma nell altro partner l'altro lato dell'altra parte in parallelo c'è anche una paradossale
carenza di libertà perché è vero che abbiamo vari strade ma non possiamo percorrere le tutte non possiamo essere l'una e l'altra cosa alla fine una strada dobbiamo intraprendere e questo paradosso questo binomio strano tra la necessità libertà e ciò che contraddistingue l'uomo è sempre sballottato come una palla va da flipper in un certo senso tra l'aver troppe scelte in averne troppe poche e dover scegliere st le uniche davanti a un bagaglio che si apre a un panorama che si apre variegato fin troppo variegato come si può risolvere come si può risolvere sia l'angoscia che la
disperazione un po l'avevamo già visto l'altra volta l'unica soluzione vera secondo kirchner e di bisogna affidarsi a dio sia per gli aspetti esteriori di noi sia ancora di più per le questioni interiori a noi perché perché davanti alle difficoltà della possibilità davanti all'angoscia della possibilità davanti alla disperazione della possibilità dobbiamo renderci conto che solo dio per il quale tutto è possibile può darci soddisfazione può darsi la felicità è chiaro che però affidarsi a dio è un salto nell'abisso come vi dicevo prima cioè affrontare questa disperazione è affrontare questa angoscia e lasciarsi andare avrebbe buttarsi dalla
cima della montagna senza sapere dove si va a finire perché in quel momento in cui ci affidiamo a dio aspettiamo di scegliere ci mettiamo le scegliere noi e chiediamo a lui di scegliere per noi capite è questo che ci solleva dalla scelta dall angoscia della disperazione ma allo stesso tempo non sappiamo dove si fa arrivare stiamo precipitando nella voragine nell'abisso e non sappiamo quando finirà questa caduta quindi è una scelta anche difficilissima e kill the versione rende ben conto una scelta abissale professione dicevo tra i vari stadi dell'esistenza ci sono assalti sempre via via più
gravi perché come saltare dalla simone una montagna all'altra e l'altra in realtà è un abisso quindi è una scelta davvero davvero molto molto gravosa ovviamente solo così però possiamo superare i nostri limiti i nostri limiti costitutivi possiamo superare anche i limiti della ragione e i limiti della logica perché come vi dicevo l'altra volta dio è oltre la ragione dio è oltre la logica di oltre ogni ragione a ogni logica è paradossale è paradosso è scandalo e adesso concludiamo proprio approfondendo questo ultimo terra che dio sia paradossale lo si vede in fondo anche riflettendo un po
secondo kierkegaard su cosa ci insegna il vangelo il modello si dice che dio lanciarlo e la bibbia la bibbia ci dice che dio è immortale il mangiarlo si dice che dio muore è l'assurda no1 essere immortale che muore è un paradosso è la bibbia ci dice che dio lontanissimo un dio che non di quello che può neppure pronunciare il nome infinitamente altro rispetto a noi infinito un impotente più lavano la e pure vicino eppure presente in noi che scende verso di noi che si dona a noi altro paradosso dio è trascendente dio è lontano e
invisibile non tangibile nel nostro mondo eppure dirlo possiamo trovare dentro di noi ulteriore paradosso se noi guardiamo bene tutta tutto il cristianesimo è paradosso dice kierkegaard e anche l'incontro con dio è pertanto paradossale dove lo incontriamo dio il dio lo possiamo proprio incontrati all'interno di noi all'interno del nostro io della nostra coscienza della nostra coscienza di esseri umani che hanno davanti varie possibilità ma che davanti a questa angoscia questa disperazione si affidano appunto a dio dio si presenta a noi lì ed è un incontro diretto e singolare io non incontra l'umanità bio non incontra la
chiesa capire che garda sarà sempre fortemente critico verso la chiesa costituito costituita l'apparato della chiesa le gerarchie ecclesiastiche e quella non è vera chiesa quella una vera religione secondo tifi calabria la religione è nell'intimo di ogni uomo perché io non parla al suo popolo in totale parla aldo ognuno di noi gesù è sceso sulla terra per salvare ognuno di noi l'umanità in generale che qui c'è sempre l'eco di quella polemica con hagen non è che noi dobbiamo conformarci al tutto perché l'assoluto enel tutto l'assoluto è in noi n singolo è nell'individuo quindi noi troviamo dio
dentro di noi nel nostro cuore nella nostra coscienza è lì che dobbiamo andare a cercare dio ma a sentire la chiamata di dio è lì possiamo superare solo lì che possiamo superare l'angoscia e la disperazione 15 reti nel presente sempre la dimensione anche del tempo no prima vi ho detto che adamo viveva in un paradiso senza tempo poi quando ha fatto una scelta è entrato nella temporalità e pendenza da vivere l'angoscia che ha sempre cm il futuro anche no e dio dove si vive dio si vive nel futuro no in realtà dio si vive nell'istante
si dice che c'è un incontro con dio è sempre un incontro momentaneo interiore nella prospettiva futura che in conto non è un cammino che prima o poi ti porterà dio come diceva legalismo il ritmo diceva che l'assoluto si mostra nel mondo tramite un percorso non hanno certamente percorso non c'è alcun percorso secondo tirar dio si rivela nell'attimo appunto una rivelazione un dono una grazia che dio dona all'uomo immediatamente quindi l'uomo intanto vi una dimensione diversa rispetto al panteismo idealistico perché vive nella dimensione di ricerca si che però si compì improvvisamente l'incontro con dire qualcosa all'improvviso
momentaneo istantaneo di chiudi neanche che molta parte della sua vita però l'uomo viva senza dio lo cerchino lo trovi se dio ci dona ogni tanto di tanto in tanto per brevi istanti vuol dire che in altri stantio noi non lo troviamo viviamo in un certo senso nell'errore usiamo nell'angoscia e nella disperazione fino a quando di colpo dio si dona dio si mostra qui un po c'è la coda anche d agostino e software che gara va studiato tanto socrate e la rimprovera a socrate l'idea che la verità sia già dentro di noi la verità non c'è
sempre dentro di noi come vi ho detto viviamo nell'errore per molta parte della nostra vita però dentro di noi la verità si può rivelare quello sì la verità si può mostrare dio che è verità può comparire improvvisamente può donarsi e donandosi risolvere le nostre questioni esistenziali superare la nostra disperazione e le nostre angosce quindi sotto le tesi era sbagliato dato né nella prospettiva non ancora cristiana ma qualcosa di vero c'è perché c'è sempre la prospettiva dell'interiorità della dell'anima gravida di qualcosa in un certo senso gravida in questo caso nella verità di dio di dio gravità
non in eterno bravi da momentaneamente ma gravi da 15 è di nuovo almeno in parte la maieutica socratica di cui abbiamo già parlato e di cui parleremo ancora tante altre volte ecco questo mi sembra di aver esaurito più o meno le principali questioni che dovevamo affrontare parlando lee kirchner come sempre in descrizione trovate l'elenco degli argomenti di oggi e link agli altri video sempre di kirchner vi consiglio di cercare magari se avete già vinto gli altri di ascoltarli velocemente insieme e trarre le somme di questo personaggio importante questo è importante perché molte delle questioni che
lui ha posto le ritroveremo nelle scuole esistenzialista del novecento quindi un secolo dopo ma si parlerà ancora di possibilità di identità di angoscia disperazione e chi più ne ha più ne metta vi consiglio anche come al solito e dare anche un'occhiata ovviamente al vostro libro rita e sul nostro manuale di riferimento ci troviamo qui presto per altre video lezioni di storia di filosofia di educazione civica e di altri argomenti affini ciao con la prossima [Musica]