Alessandro Barbero - Cavour

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Alessandro Barbero Fan Channel
Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemen...
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[Applauso] buonasera a tutti dunque in questi tre incontri che mi sono stati affidati quest'anno mi allontano un po da quelli che sono i miei temi soliti è come dire è una scusa che un'excusatio non petita con cui devo cominciare io non mi occupo di mestiere di storia del risorgimento di mestiere mi occupo di storia medievale con qualche incursione nella storia militare magari è un po più vicina a noi ma degli argomenti di cui vi parlerò in queste serate non mi sono mai occupato professionalmente e gran parte delle cose che vi racconterò in queste sere le
ho imparate anch'io nei mesi scorsi preparando queste elezioni subito ero un po incerto se accettare un incarico del genere poi mi è sembrato che nell'aria ci fosse comunque voglia di parlare di queste cose non mi sembra che ci sia quella gran voglia di celebrare mi sembra che la macchina delle celebrazioni ufficiali non stia coinvolgendo così fortemente le persone anche se fosse una mia impressione ma di parlare e ragionare capire meglio conoscere meglio quell'epoca soprattutto conoscere meglio quella gente e provare a capire perché hanno fatto quello che hanno fatto provare a capire magari prima di schierarsi
e giudicare a priori in base alle nostre posizioni ideologiche con di questo mentale ci sia voglia proprie scuse basta cominciamo cavour sono tre serate tre personaggi i tre uomini che hanno preso le decisioni cruciali in quegli anni a metà dell'ottocento cavour il re vittorio emanuele ii e garibaldi per un momento ci eravamo chiesti se non si dovesse metterci piuttosto mazzini piuttosto che il re magari che è personaggio da diversi punti di vista di statura minore rispetto a cavour ea garibaldi ma il fatto è che questi tre sono i tre che hanno ripeto preso le decisioni
cruciali che hanno assunto le iniziative decisive o perlomeno che hanno scelto di non impedire certe iniziative e anche quello è un modo di decidere mazzini non ha preso nessuna decisione cruciale era un condannato a morte in esilio un pericoloso terrorista agli occhi di molti e benché la sua influenza sul risorgimento sia ovviamente importante non è uno dei tre che ripeto hanno fatto l'italia in quegli anni in quei pochissimi anni e allora cominciamo da cavour questi tre incontri sono tutti un po legati l'uno all'altro io non esaurirà il personaggio di cavour questa sera tornerò su di
lui anche le prossime volte non riuscirò questa sera a raccontare tanti avvenimenti gli avvenimenti spero che verranno fuori pian piano attraverso l'avvicinamento ai tre personaggi ai tre uomini cavour nasce a torino nel 1810 subito di napoleone subito francese nasce in una torino che è parte della francia napoleonica non è parte di quel regno d'italia che napoleone ha pure creato con capitale a milano non ho il piemonte è stato proprio come anche altre zone la liguria e più tardi anche altri pezzi d'italia il piemonte è stato proprio annesso alla francia e cavour nasce a torino subito
francese nasce da una grande famiglia nobile antica di origine medievale non sono poi tante le famiglie nobili di origine addirittura medievale che però famiglia nobile e benso di cavour che però si è rapidamente allineata col nuovo regime francese il padre di camillo il marchese michele di cavour è uno degli uomini più in vista della piccola corte napoleonica di torino perché a torino c'è una piccola corte napoleone dopo aver annesso il piemonte alla francia ha però deciso in omaggio proprio a quell'aristocrazia piemontese che aveva fatto abbastanza in fretta a mollare i savoia e accettare il nuovo
regime ecco proprio in omaggio a loro napoleone aveva creato a torino una piccola corte mandando a torino un governatore il principe camillo borghese il principe camillo borghese e sua moglie che è poi la sorella di napoleone paolina bonaparte la bellissima quella ritratta dal canova sdraiata sul canada è la più bella donna del suo tempo perché vi racconto questo perché il marchese michele di cavour è uno dei principali cortigiani del principe borghese e anche un grosso uomo d'affari che fa un sacco di soldi sotto gli anni degli anni di napoleone e quando nasce il piccolo e
non si sa ancora come si chiamerà quando nasce il bambino che il secondogenito nel 1810 a fargli da padrino che amano proprio il principe camillo borghese governatore del piemonte lui e paolina madrina ecco perché cavour si chiama camillo ed ecco perché cavour per tutta la vita parla meglio il francese dell'italiano questa è una vecchia storia si sa che cavour aveva qualche difficoltà con l'italiano e lui stesso dichiarava apertamente che quanto a scriverlo preferiva scrivere in francese non è perché il piemonte sia una regione più francese delle altre a volte in piemonte si coltiva un po
per ora così questa idea che il piemonte sia in qualche modo mezzo francese è una dei fatti che si citano a ricordo di questo è proprio il fatto che uno come cavour era molto più a suo agio col francese che non l'italiano ecco in realtà è una frottola il piemonte è una parte integrante d'italia ha sempre avuto una storia strettamente legata a quella d'italia ma la generazione di cavour è nata in un piemonte annesso alla francia napoleonica cavour nei suoi primi anni è stato educato in una casa dove si parlava francese anche perché va detto
anche questo sua madre era svizzera svizzera francese e quindi è ovvio che cavour è stato allevato con il francese come lingua materna cavour fin da piccolo si dice dimostra il caratterino che poi dimostrerà da grande anche questa è una vecchia storia quando un uomo diventa celebre è facile che i parenti oi vecchi amici di famiglia si ricordino gli aneddoti che dimostrano che già da bambino in qualche modo l'uomo si vedeva già era predestinato e tuttavia insomma uno può avere qualche dubbio ma c'è un aneddoto raccontato da un amico di infanzia che io vorrei ricordare a
piccola parentesi vi dicevo all'inizio che ho studiato naturalmente per preparare questi incontri su temi che non so con i temi abituali ovviamente ho usato il lavoro di colleghi vorrei citare perché l'ho usato davvero molto almeno il bel libro di adriano viarengo cavour che è uscito in modo molto come dire con grande tempismo proprio quest'anno e che è un libro di straordinario interesse ecco proprio viarengo racconta un aneddoto riferito da un amico di famiglia cavour a 6 anni camillo a 6 anni va a trovare i parenti della madre a ginevra amatissimi arrivano nel castello di famiglia
in un paesino vicino a ginevra il bambino è furibondo perché hanno avuto dei problemi con il cambio dei cavalli alla posta sono arrivati in ritardo il bambino furibondo arriva a casa corre incontro al nonno e gli dice voglio che il mai il maestro di posta sia cacciato il nonno di dice ma io non posso mica far cacciare in mezzo di posta chi lo può fare è solo il sindaco lo può cacciare voglio parlare col sindaco ora il nonno divertito chiama il sindaco sono tutti amici ovviamente gli dicessi sarebbe questo metto che vuole un udienza il
piccolo cavour a 6 anni va dal sindaco torna a casa trionfante e appena vede il nonno da lontano gli fa ebbene sarà licenziato ecco questo cavour secondo quelli che lo conobbero e lo stesso cavour che poi da grande farà di mestiere il primo ministro e farà le unità d'italia abbiamo anche fonti ancora più sicure sul fatto che cavour avesse già da ragazzino un carattere imperioso la famiglia lamanda all'accademia militare dai 10 ai 15 anni cavour che un figlio cadetto ci torneremo subito su questo fatto che è molto importante studi all'accademia militare e nelle sue note
caratteristiche viene riportato più volte che è stato punito per l'arrogante rifiuto di obbedire agli ordini nonchè per il tono perentorio con cui si rivolge agli altri comandando ecco ora il personaggio cavour al di là del carattere individuale che può essere più o meno pepato in ognuno di noi ha però un aspetto che è collegato a questa sua imperiosità e che la pena di sottolineare io cercherò di individuare una serie di aspetti del carattere e soprattutto dell'azione di cavour sarà sempre ovviamente un quadro incompleto sono una serie di spunti che propongo ebbene un tratto che si
rischia di dimenticare e cosa voleva dire essere un nobile in quella torino in quel piemonte del primo ottocento di cavour si dice io questo l'ho raccolto non so quanto sia vero che non avrebbe mai dato del tu a un amico che non fosse nobile questo può darsi sarà così non sarà così certo è che nel piemonte del primo ottocento della restaurazione in cui cavour cresce c'è un ostilità profondissima fra la nobiltà e la borghesia c'è un ostilità così profonda che nel 1847 sta per scoppiare la prima guerra d'indipendenza d'accordo l'ambasciatore inglese a torino manda un
rapporto a londra dove dice sì qui la situazione molto molto tesa secondo me qui prima o poi scoppia la guerra civile fra i nobili ei borghesi talmente profondo è il risentimento di queste due classi ebbene cavour è un nobile fino al midollo alla battaglia di goito la prima battaglia della prima guerra di indipendenza cade il nipote amatissimo di cavour cavour non si è mai sposato non ha avuto figli torneremo anche su questo aveva un nipote amatissimi di figlio del fratello maggiore questo nipote augusto ufficiale cade a goito e cavour si dice conserverà per tutta la
vita in camera sua l'uniforme del nipote talmente era legato a questo ragazzo è talmente è colpito dalla sua morte ebbene cavour a proposito della morte di augusto alla battaglia di goito scrive non si dirà che l'aristocrazia piemontese non paghi il suo tributo alla patria essa si fa uccidere sui campi mentre gli avvocati la diffamano nate rivi e nei caffè ecco tanto appunto per questo clima di violenta opposizione fra nobiltà e borghesia che il clima in cui cresce cavour e tanto per la sua appartenenza comunque rivendicata a questo mondo biliare aristocratico tanto più interessante in quanto
al giudizio dei contemporanei magari malevoli l'aspetto fisico di cavour non era affatto aristocratico lo conosciamo tutti cavour i ritratti le statue le bionde istituti aggiungete l'abitudine di fregarsi le mani con soddisfazione che tutti i commentatori del tempo riportano ebbene non è una figura aristocratica c'è un commento del brofferio è vero che il prof erio era un avversario politico era un uomo di sinistra poeta e politico di sinistra che con cavour ha discusso e litigato a tutta la vita brofferio dice sì sì mai visto uno meno aristocratico di lui e cito il volume della persona il
volgare aspetto il gesto ignobile la voce ingrata in più con quella fatica di dover parlare in italiano in parlamento ecco dunque un quadro contrastante ma in ogni caso un nobile figlio di una grande famiglia nobile ma l'ho ricordato un attimo fa adesso ci fermiamo un attimo su questo un figlio cadetto ora essere un figlio che ha detto in quella società significa qualcosa anche se formalmente napoleone abolito il maggior ascom anche se formalmente non famiglie nobili non avrebbero più il diritto di privilegiare il primogenito come si faceva sotto l'antico regime in realtà non è così in
realtà in queste famiglie il primogenito è quello che conta e i cadetti devono un po arrangiarsi cavour soffre per tutta la vita questa sua condizione di cadetto non sono io a dirlo sono i suoi stessi parenti la zia vittoria quando ancora ragazzino scrive di camillo l'idea di essere cadetto continua ossessionarlo non la può accettare sarà il tormento della sua vita questo essere figlio cadetto ha tra le altre conseguenze come vi dicevo che cavour non si sposa non ha una famiglia sua vive per tutta la vita a palazzo cavour dove però il padrone di casa il
fratello maggiore gustavo con il quale all'inizio si volevano molto bene più tardi i rapporti si guastano per le politiche ecco è un dato totalmente privato può sembrare un aneddoto inutile però se vogliamo vedere un uomo a tutto tondo conta anche questo cavour che per anni è l'uomo più potente del piemonte quando torna a casa torna in una casa che sua solo fino a un certo punto e pranzo in compagnia del fratello maggiore che siede al posto d'onore cavour siede di fianco a tutti questi pasti assist e l'amministratore della famiglia favorito dal fratello gustavo camillo detesta
quest'uomo ma è costretto a pranzare con lui e cenare con lui tutti i giorni perché il fratello maggiore lo vuole a tavola all'inizio c'è ancora la mamma c'è il nipote augusto c'è un po più di vita poi pian piano le persone muoiono e cavour si trova negli ultimi anni appunto a vivere nel suo appartamento dentro il palazzo del fratello in questa casa che descrive a un amico come cito una specie di succursale del père lachaise cio ed è famoso cimitero di parigi un posto dove si sono solo la memoria di quelli che sono morti e
dove non ci si diverte evidentemente ma al di là dell'aneddoto il fatto di essere figlio cadetto significa che cavour deve farsi strada da solo nella vita da solo non che non abbia i suoi privilegi le conoscenze e gli agganci per carità però ha ben chiaro fin dall'inizio che la sua posizione se la deve fare e certamente anche per questo che ha un carattere ribelle fin dall'inizio i litigi col padre per carità il tg col padre avvengono in tutte le famiglie in tutte le epoche in questo caso sono spesso particolarmente violenti il padre di marchese michele
il che ha fatto grossi affari sotto il regime napoleonico e appena tornano i savoia continua a fare grossi affari è di nuovo un grosso personaggio di corte sindaco di torino capo della polizia e così via per anni e anni quindi uno che sta a galla sempre bene marchese michele un certo punto è talmente furioso con questo figlio ribelle che prende brutti voti all'accademia militare che minaccia di mandarlo a morire di fame in a meno ricca questo facendo dell'america tornerà ed è curioso vedere che già allora piemonte degli anni 20 30 c era già questa idea
dell'america come il posto dove si mandano quelli senza arte né parte che tanto qui non riusciamo a sistemarli in nessun modo questa ribellione di cavour però un certo punto assume la dimensione politica cavour in contrasto con tutto un ambiente conservatore e reazionario sceglie di essere liberale ecco noi oggi fatichi rischiamo di non renderci conto che essere liberale e cioè desiderare la costituzione il parlamento le elezioni la libertà di stampa la libertà di associazione questo è niente di più ecco noi rischiamo di non rendersi conto che nel piemonte del giovane cavour essere liberale poteva sembrare una
cosa pericolosamente sovversiva pericolosamente di sinistra l'ambiente in cui nasce e vive cavour è un ambiente di nobili che ancora nel 48 poi mi scuserete ancora un paio di citazioni che non sono personali di camillo ma che richiamano l'ambiente inclusione vissuto ancora nel 48 ci sono nobili che invocano a torino cito piombo e capestri per contenere quegli insolenti avvocati sempre gli avvocati i borghesi per eccellenza mercanti e popolani che si credono divenuti qualche cosa adesso che c'è stato il 48 il re ha dato lo statuto cioè il parlamento si vota c'è un professore all'università di torino
che nel 48 vedendo che il re ha dato lo statuto commenta dove finirà questo paese con tanti germi di liberalismo e democrazia dove sia ben chiaro che la democrazia è ancora peggio del liberalismo è ebbene in questo piemonte nel piemonte prima del 48 il giovane camillo passa per ora pericolosamente di sinistra e mai collocazione fu più erronea beninteso però fa paura perché e liberale il re carlo alberto lo definisce a un certo punto un carbonaro impertinente ora di cavour noi sappiamo che non è mai stato affiliato alla carboneria sempre detestato mazzini le società segrete e
così via ma agli occhi di chi sta dall'altra parte dello spettro politico già il suo liberalismo e ribellismo giovanile lo fanno passare per un pericoloso cospiratore tant'è vero che a 23 anni e già schedato dalla polizia austriaca a cui senza dubbio quella piemontese passa le schede per altro è schedato dalla polizia austriaca la prima volta che deve andare a milano per affari a poco più di 20 anni ripeto immediatamente viene fermato e portato in questura a identificarlo perché è negli schedari dei pericolosi sovversivi della polizia austriaca qui mi verrebbe voglia di fare una piccolissima parentesi
ma la farò fulminea sul fatto che a quei tempi che qualcuno magari rimpiange se uno doveva andare da torino a milano doveva procurarsi il passaporto al ministero degli interni e poi veniva fermato alla frontiera dalla polizia dovrà spiegare dove andare perché e poi verrà fermato di nuovo alla barriera doganale di nuovo spiegare perché mostrare il passaporto e così via ma questo possiamo stare il fatto che cavour a 23 anni vada a milano per affari mi permette di introdurre un altro aspetto del personaggio che è un aspetto rilevante cavour è un uomo d'affari prima di essere
un politico è un uomo d'affari è un uomo da fare anche proprio perché è un cadetto e deve farsi una fortuna vuole farsi una fortuna sua finché c'è il padre collabora con lui il pai marchese michele continua a far avere maneggi business di ogni genere c'è in particolare un'occasione che è abbastanza bizzarra perché valga la pena di riferirla quando cavour a 26 anni fa un viaggio d'affari in austria per conto del padre va a comprare pecore merinos perché il padre marchese michele è il fornitore di pecore merinos di mohammad ali pasha d'egitto ecco la globalizzazione
non c'era ancora mai a fare si facevano già su grande scala il patch ed egitto si rivolgeva a torino per comprare pecore merinos in austria e il giovane camillo si occupa anche di queste cose così come si occupa di borsa gioca in borsa gioca in borsa molto ogni tanto ha fortuna ogni tanto gli va molto male e un giocatore spericolato come sarà poi anche tutto sommato anche in politica gioca in borsa e a un certo punto gli va veramente molto male ea parigi ha giocato lì è andata malissimo si trova a dover trovare in pochi
giorni 45 mila franchi per intenderci 45 mila franchi all'epoca sono il reddito annuo delle due principali tenute agricole della famiglia cavour due grandi tenute a riso nel vercellese ricchissime ecco l'intero reddito annuo di queste tenute cavour sele bruciato in borsa con una speculazione a parigi e da parigi scrive al padre e questo è molto indicativo dello stile di camillo chi s'iscrive al padre ovviamente bisogna pagare o farsi saltare le cervella e notate che questa è la prima di diverse volte in cui questa minaccia di far saltare le cervella tornerà fuori nella carriera di cavour più
avanti nella vita tornerà fuori per motivi politici all'inizio invece è per la speculazione andata male in borsa ovviamente il padre lo salva trova i soldi glieli manda ma nottata e torno ancora su questo punto per l'ultima volta cavour parrebbe dalla sua corrispondenza aveva sperato da giovane di farsi rapidamente un patrimonio per potersi sposare si intende sposarsi a quel livello sociale significa poter prendere una donna del suo rango con una dote e poterle garantire un certo stile di vita con il patrimonio di un cadetto non si può cavour ci spera è la rovina della sua speculazione
in borsa è anche il momento in cui rinuncia a questo sogno giovanile di farsi una famiglia sua si concentra sugli affari si concentra sugli affari di famiglia si interessa di innovazione in agricoltura fa fruttare le grandi tenute risicola del mercedese accumula profitti diventa grosso azionista di banche e uno degli uomini più ricchi del regno di sardegna camillo dopo qualche anno di speculazioni e di affari ha le mani in pasta un po in tutto nel momento in cui diventa ministro dell'agricoltura e commercio e il suo primo incarico ministeriale liquida immediatamente quasi tutti i suoi interessi finanziari
industriali bancari dando per scontato che quando uno diventa ministro è ovvio che debba fare una cosa del genere notate che non è particolarmente contento di farlo sia chiaro non siamo in un mondo di anime belle favole ai soldi ci tiene alle sue azioni ci tiene agli affari ci tiene li fa in modo spregiudicato finché può semplicemente vive in un mondo dove è ovvio che quando diventi ministro non lo puoi più fare poi beninteso sempre difficile districare tutto si tiene una cosa sola la tenuta agricola di leri che è la tenuta amatissima nel vercellese dove lui
va a rifugiarsi nei brutti momenti questa tenuta di leri produce riso e rende c'è un momento in cui il conflitto di interessi prende anche cavour nonostante tutto è un momento in cui lui è al governo e cioè carestia e i prezzi dei cereali salgono e c'è pressione dal basso perché il governo faccia qualcosa e abbassi il prezzo dei cereali e cavour non lo fa e beninteso noi non lo fa soprattutto perché non ci crede la sua posizione teorica economica è che il liberismo assoluto è l'unica cosa possibile però è anche vero che più alti sono
i prezzi dei cereali è più il suo riso del vercellese rende e quelle forse l'unica occasione in cui a torino cavour e fischiato dalla gente e la gente martyr al pietre contro le finestre di palazzo cavour accusando di affamare il popolo per dire che appunto non è così semplice neanche in un'epoca che lo dà per scontato districare fino in fondo gli affari e la politica quello che vorrei sottolineare adesso è che il cavour uomo d'affari ed economista è il punto di partenza della sua carriera politica è come l'economista più competente del piemonte che lui a
un certo punto viene chiamato al governo che a un certo punto diventa evidente a tutti che di un uomo così non si può fare a meno ma non è un economista teorico in senso astratto cavour ha una conoscenza approfondita del funzionamento della società delle classi sociali dei salari pari dei prezzi fin da ragazzo da ragazzo nomade giovanotto ha una conoscenza di queste cose c'è una cosa significativa quando cavour a 24 anni il governo inglese si sta preparando a varare una serie di leggi sulla povertà sull'assistenza ai poveri sul lavoro obbligatorio per i mendicanti e così
via il complesso delle pur rus come le chiamano per varare questo insieme di leggi il governo inglese fa una grande inchiesta in europa per sapere com'è la condizione dei poveri e degli operai che sono quasi la stessa cosa nei vari paesi europei l'ambasciatore inglese a torino si rivolge al sindaco che è il papà di cavour chiedendogli delle notizie delle informazioni sulla situazione degli operai a torino il marchese michele di sé ma c'è mio figlio lui queste cose e sta benissimo camillo accetta l'incarico di redigere una memoria che scrive in francese e poi pubblica e la
sua prima pubblicazione a 25 a 24 25 anni una memoria sulla condizione dei lavoratori in piemonte in cui fa un analisi estremamente realistica e arriva a conclusioni importanti per esempio scopre che basta la minima disgrazia perché è un operaio si è ridotto in miseria è costretto a contrarre debiti e poi si pone cavour e il problema se sia possibile per gli operai risparmiare qualcosa cavour risponde ciò mi pare assolutamente impossibile ecco questa consapevolezza delle condizioni di vita delle masse popolari è una cosa che accompagnerà cavour che ripeto lo vedremo ancora meglio adesso non è certo
uno di sinistra tutt'altro ma accompagna cavour è come dire da fondamento alla sua azione politica in più momenti nel 1848 scoppia per prima cosa la rivoluzione in francia cade la monarchia c'è la repubblica la reazione di cavour a questa vicenda è interessantissima cavour analizza l'opinione pubblica e scopre che l'opinione pubblica è abbastanza spaventata da questi fatti di francia e dice eppure è strano perché l'opinione pubblica ormai comincia a essere illuminata sono tanti i liberali progressisti come mai allora la caduta della monarchia alla repubblica in francia ha suscitato soprattutto spavento e conclude con questa frase memorabile
non sono l'idea di democrazia e di repubblica che spaventano e lo spettro del comunismo non so se vi rendete conto siamo nel 1848 cioè precisamente nell'anno in cui esce il manifesto del partito comunista di marx engels che comincia con la frase un tempo celeberrima ma spero ancora oggi conosciuta uno spettro si aggira per l'europa ecco cavour e uno abbastanza al corrente di quello che succede con una capacità di analisi abbastanza sofisticata del mondo in cui vive da arrivare a questa stessa immagine dello spettro che si aggira per l'europa nello stesso momento in cui la formula
non marx engels aveva letto marx engels difficile dirlo con certezza un'idea però ce l'aveva infatti prosegue sempre commentando il fatto che l'opinione pubblica si è spaventata per i fatti di francia eppure la democrazia non dispiace troppo ormai a molti la repubblica molti ormai l'accetterebbero ma quel che fa paura il comunismo e prosegue ognuno si domanda se le dottrine socialiste e comuniste nate nei cupi cervelli di alcuni filosofi della germania eccoli di marx ed engels stanno per essere tradotte in pratica da quegli ardimentosi francesi perché continua i francesi si sa son capaci di tutto si è
visto nel 1789 ne hanno fatte di tutti i tipi adesso chissà mai che non prendono loro in mente l'idea del comunismo perché a quel punto siamo fritti cavour continua a seguire questo tema la repubblica francese ha dura tre anni nel 51 c'è il colpo di stato di luigi napoleone il nipotino del napoleone il grande luigi napoleone diventa presidente della repubblica e poi rapidamente imperatore con una netta svolta a destra della politica francese e cavour commenta la paura del socialismo vince nei frame accesi l'amore della libertà gran lezione non riflettiamo magari sul fatto che sono passati
150 anni e sembra che non sia cambiato molto ma quello che mi interessa qui e far vedere un cavour che appunto è al corrente delle cose più moderne anzi qualche modo prefigura anche la politica ancora di là da venire beninteso cavour quindi fieramente anti comunista antirivoluzionario e così via ma quando i tessitori biellesi scioperano quando le fabbriche di biella che sono il principale polo in del primo piccolo polo industriale del piemonte entrano in opere sono i primi scioperi da quelle parti negli anni cinquanta cavour che è al governo risponde che per prevenire il socialismo e
stavo citando di nuovo e necessario migliorare i salari degli operai migliorare la loro condizione a dio me lo rende poi più piacere grazie grazie dunque è necessario migliorare la condizione degli operai cito ancora se no è inevitabile la guerra sociale allora lucidità politica evidentemente e soprattutto capacità di collocarsi in una posizione politica oggi piacerebbe a tanti definirsi centristi moderati ecco cavour a molto chiaro il fatto che ci sono molto chiaro il suo punto di vista chiaramente che ci sono due pericoli nella congiuntura drammatica che l'italia il regno di sardegna e il mondo stanno vi l'europa
stanno vivendo in quel momento da una parte c'è il pericolo certo dei rossi dell'anarchia del comunismo della rivoluzione ma dall'altra c'è il pericolo della sciabola del tintinnar di sciabole dei governi reazionari militari che metterebbero fine volentieri alla libertà di stampa alle elezioni e così via e cavour a chiarissimo che entrambe le cose dal suo punto di vista sarebbero una tragedia e si butta in politica cavour si butta in politica nel 48 enunciando chiaramente che c'è bisogno di quello è necessario indispensabile di costituire un partito liberale conserva perché perché a sinistra verrà fuori qualcosa di forte
e bisogna cercare di frenarlo dobbiamo aspettarci a vedere costituirsi e l'italiano di cavour naturalmente dobbiamo aspettarci a vedere costituirsi un partito estremo impaziente bisogna apparecchiare sia combatterlo e però poi sempre batte beninteso sul fatto che i pericoli sono due da due parti quando alla prima guerra d'indipendenza va a finire molto male con il disastro di novara nel 49 e sembra che il piemonte sia lì lì per ridiventare reazionario abolire lo statuto e così via cavour dice qui c'è il pericolo due pericoli di nuovo di venire sommersi dalle onde dell'anarchia o incatenati al potere della sciabola
e invece ci vuole una linea di mezzo che però deve essere una linea risolutamente riformista cito ancora scusatemi se cito troppo me lo direte nelle prossime serate diminuirà le citazioni le riforme e sempre camillo che parla compiute a tempo invece di indebolire l'autorità la rafforzano invece di crescere la forza dello spirito rivoluzionario lo riducono all'impotenza e dunque cavour e il 48 ha 38 anni decide ormai un uomo ricco decide che ancora più degli affari gli interessa la politica perché il mondo sta vivendo una stagione straordinaria e lui vuole esserci dentro e vuole essere uno di
quelli che la dirigono questa stagione straordinaria in parte certamente ancora l'ambizione di un carattere straordinario e anche ancor sempre l'ambizione del cadetto che ha imparato che la sua posizione deve farselo da solo c'è un aneddoto molto rivelatore una lettera di cavour torniamo indietro di qualche anno quando aveva 22 anni cavour scrive alla marchesa di barolo dicendo con quel tono che si sa a volte 22 anni quando si pensa di essere usciti dall adolescenza lì se io ormai sono disilluso non è più come quando ero ragazzo cito quando avrei creduto del tutto naturale risvegliarmi un bel
mattino primo ministro del regno italia ecco parleremo poi di quanto l'idea di un regno d'italia fosse plausibile immaginabile al tempo in cui cavour era giovane molti politici seri serissimi avrebbero detto no figuriamoci non è nemmeno immaginabile cavour ha 22 anni si ricorda che lui da ragazzino quando sognava a occhi aperti si vedevano un primo ministro del regno di sardegna ma primo ministro del regno d'italia dopodiché appunto nel 48 decide di entrare in politica per la via del giornalismo un'altra intuizione di cavour e che la politica si fa con i mass media cosa che fino al
48 e non era possibile perché prima dello statuto non c'era la libertà di stampa il giornale di controllava la polizia è impediva di pubblicare qualunque cosa che non andasse bene al governo di conseguenza giornali politici non esistevano la concessione dello statuto a torino nel 48 vuol dire anche che di colpo nascono un'infinità di giornali giornali politici cavour che ormai i soldi lea si fa il suo giornale che lui dirige e che di nuovo con notevole capacità di previsione intitola il risorgimento siamo appena all'inizio ma il concetto evidentemente circola già e lui ha già capito che
quello è lo slogan cruciale dunque cavour dirige il risorgimento è in quegli anni in quei mesi in realtà non dura moltissimo entra facendo due o tre anni al massimo si compiace di essere un giornalista parla di sé come un giornalista termine che è appena nato all'epoca e che indica in realtà il direttore di giornale naturalmente dagli occhi di camilla non certo l'ultimo articolista e va alle elezioni va alle elezioni del 48 per il primo parlamento subalpino ed è battuto non entra in parlamento è furioso cito ancora da una sua lettera a un amico o dura
sorte solo tra i giornalisti mi trovo escluso dalla camera dopo aver lavorato nel campo della politica altrettanto se non di più di qualunque mio collega giornalista sono il solo rigettato dal paese va detto che cavour non è mai stato uno che prende bene le sconfitte anche in seguito è uno che tende a reagire piuttosto violentemente alle sconfitte per fortuna c'è subito un'elezione suppletiva e viene eletto stavolta va in parlamento e ci resterà per tutti quei dodici anni che gli restano da vivere 13 nel 48 dunque entra in parlamento ma il parlamento è soltanto un gradino
cavour si sente ed è certamente di una statura tale da dover essere chiamato al governo e lì con l'economista più esperto del regno oltre a essere uno degli uomini più ricchi del regno sottolineiamolo con soldi che si è fatto in gran parte da se invece dopo la catastrofe di novara del 49 si fa il nuovo governo d'azeglio cavour credeva di essere chiamato al governo d'azeglio non lo chiama cavour se ne va al eri in campagna è di nuovo scrive agli amici almeno li avrò la consolazione di vivere come se quella d'italia non esistesse dove la
cosa che hanno tra i più di tutte e l'italia però perché lui vuol diventare ministro del regno di sardegna hanno appena perso clamorosamente la prima guerra di indipendenza molti stanno pensando barba e basta ci abbiamo provato e finita a cavour è chiarissimo che l'orizzonte della politica è l'orizzonte dell'italia certo se è così faticoso servire l'italia ogni tanto viene voglia di mandare tutto al diavolo ma sono crisi che passano rapidamente cavour sa molto bene quello che vuole aspetta il suo tempo finalmente due anni dopo nel 51 d'azeglio commette l'errore della sua vita e lo chiama al
governo all'inizio del segno e contentissimo il governo era debole mancava di individualità forti uno come cavour è proprio quello che ci vuole d'azeglio scrive sono contentissimo di aver chiamato cavour è un autentico gallo da combattimento specialità che ci mancava io non mi fermerò durante questa serata o quel poco che ne resta sul cavour politico capace di padroneggiare i parlamenti come vuole sul cavour che governa anche quando non è al governo perché non c'è nessuno nel paese che abbia un seguito clientele le folle che gli vanno dietro come le a lui economy fermerò su questo ma
certamente appunto è un gallo da combattimento è un politico di razza d'azeglio si illude il re vittorio di cui parleremo molto più ampiamente domani ma che facciamo entrare nel nostro racconto adesso il re vittorio è più lucido quando d'azeglio tutto contento va a dirgli che ha dato un ministero a cavour il re gli dice ma come ma non vedono lorsignori che quell'uomo lì li manderà tutti con le gambe all'aria parlava in piemontese disse di peggio beninteso ecco il rever perfettamente ragione già pochi mesi dopo quando d'azeglio si riferisce a cavour nelle sue lettere lo chiama
l'empio rivale cavour con ogni mezzo si dà da fare alla fine fa fuori d'azeglio diventa lui primo ministro ed è il padrone della politica del regno di sardegna per un decennio il governo di cavour corrisponde appunto alla gran parte del decennio 1850 ed è un decennio di stupefacente crescita per l'economia piemontese piemontese ligure del regno di sardegna in parte in gran parte questa crescita è anche merito di cavour nella misura in cui la crescita economica dipende dai governi ma noi viviamo in un'epoca in cui si dà per scontato che i governi possano fare delle cose
debbano intervenire per sostenere l'economia bene certamente cavour questo lo sapeva e lo faceva la caratteristica dominante del cavour che governa l'economia e la fede nella modernizzazione che risale anche lì a quando era giovane a quando ha 25 anni è andato in viaggio in inghilterra e ha fatto questa esperienza formativa decisiva è andato in treno da liverpool a manchester 1835 50 chilometri in un'ora e mezza una di quelle esperienze che cambiano un modo di vedere il mondo da quel momento camillo a un cardine fermissimo progresso modernizzazione infrastrutture ferrovie ferrovie ferrovie rovi e porti ferrovie strade ferrovie
canali trafori e ferrovie naturalmente su questo costerà moltissimo certo costerà moltissimo bisogna che il paese diventa via via più ricco per potersi permettere tutto questo il paese diventerà più ricco se si aboliscono le tariffe le barriere doganali l'altro pilastro del cavour economista e politico è il libero scambio abolire tutto lasciar circolare le merci e la ricchezza affluirà da sé ebbene cavour fa questa scommessa nel momento giusto forse in un'altra epoca storica non sarebbe andata così bene ma quelli sono i decenni della grande crescita economica di tutta europa e il piemonte e la parte d'italia che
e meglio attrezzata per le idee di chi governa intendo per inserirsi all'ultimo momento in questo colossale movimento di crescita gli anni 50 sono un momento sbalorditivo in cui appunto si costruiscono ferrovie nel 1860 il piemonte ha una rete ferroviaria che è pari a metà dell'intera rete italiana si costruiscono canali il canale cavour tuttora in uso si aprono i lavori per il traforo del frejus tuttora in uso nascono la rete telegrafica di illuminazione a gas nuove banche la borsa di torino beninteso tutto questo avviene anche altrove dove i governi hanno capito che questo movimento bisogna sostenerlo
ci sono altre zone d'italia dove invece questo viene fatto molto meno i risultati sono spettacolari la crescita dell'economia del regno di sardegna nel decennio di cavour è sbalorditiva a livelli cinesi cinesi di oggi in quel decennio le esportazioni triplicano il reddito nazionale complessivo si raddoppia in dieci anni beninteso tutto questo però non si paga da sé tutto questo richiede una fortissima capacità di investimento e di spesa da parte di cavour e qui va detto che il cavour assolutamente liberista che non crede alle dogane alle tariffe ai prezzi imposti artificialmente così via però crede fermamente nella
spesa pubblica e sostiene negli anni del suo governo una colossale spesa pubblica e dunque aumenta le tasse cavour nei suoi anni di governo e di splendore e temuto e odiato anche da qualcuno come quello che sta facendo pagare un sacco di tasse quelli che privano le pagavano il sistema fiscale fino a quel momento era ancora un sistema di antico regime sostanzialmente basato sulla terra chi ha la terra paga le imposte le professioni per esempio praticamente non pagavano cavour fa pagare le tasse agli avvocati ai medici ci sarà qualcosa del nobile che tutto sommato conserva un
po di antipatia verso questa gente questi borghesi ed è ben contento di far pagare anche loro chi lo sa ma certamente in parlamento c'è chi protesta e nel paese corrono le canzonette satiriche che mi sono chiesto a lungo se avrei provato accennarvi il ritornello qui poi ho deciso che non lo farò ed è meglio per voi tuttavia corrono le canzonette satiriche in cui il ritornello è appunto cacciate fuori scudi per il mani e viva il magnifico conte di cavour il tutto in piemontese si intende ora però questa colossale crescita economica non è fine a se
stessa nella prospettiva di cavour è evidente che le sfide dell'italia sardegna del piemonte e dell'italia sono da un lato la modernizzazione economica e dall'altro la liberazione del paese dalle ingerenze straniere poi anche l'unità se abbiamo tempo ci arriveremo a questo passo un po in secondo piano a dir la verità all'inizio la prima cosa è la liberazione di quelle parti d'italia che appartengono a potenze straniere il lombardo veneto austriaco essenzialmente ecco da questo punto di vista cavour ha ben chiaro che la modernizzazione del paese significa anche un passo in quella direzione le ferrovie da sole per
il solo fatto che fanno spostare la gente sono un passo in quella direzione già nel 1845 non è ancora al governo a 35 anni è un economista noto scrive un articolo per una rivista svizzera in cui dice che le ferrovie favoriranno lo spirito di nazionalità italiana proprio per il solo fatto che produrranno un incessante movimento di persone in tutte le direzioni in quell'italia che in gran parte all'epoca ancora strade impraticabili briganti che le minacciano e così via questo articolo è scritto per una rivista svizzera è un articolo che parla di treni come vedete di ferrovie
di ferrovie che favoriranno la nazionalità italiana e il suo sviluppo il direttore del giornale svizzero non lo pubblica dice è troppo pericoloso politicamente un articolo del genere non ho letto finora niente di più profondamente ostile alla dominazione austriaca in italia e dunque veniamo al tema di quello che cavour ha fatto negli ultimi anni del suo governo la guerra del 59 l'annessione della lombardia e poi dei principati così via la nascita del regno d'italia e poi il sostegno vedremo quanto questa parola possa essere adatta a l'impresa di garibaldi per orientarci in quest'ambito è scusatemi sottolinea ancora
che di questo tema parleremo assai meglio domani e ancor meglio dopo domani affrontando la figura di garibaldi qui io potrò cominciare soltanto fare alcuni accenni su questo per affrontare questo tema io mi sono fatto l'idea che è fondamentale avere chiari i due livelli di obiettivi che i liberali italiani si ponevano all'epoca l'ho già accennato prima ma diciamolo di nuovo c'è un obiettivo su cui tutti sono d'accordo il paese per progredire deve essere libero non ci devono essere parti dell'italia che appartengono a imperi stranieri essenzialmente vuol dire una cosa sola il lombardo veneto fuori gli austriaci
su questo i liberali italiani e maggior ragione i democratici sono tutti d'accordo l'altro problema è diverso è il problema se un giorno sarà possibile un'italia unita un'italia unita vuol dire naturalmente che tante piccole dinastie dovranno essere fatte sparire che tante piccole indipendenze andranno abolite per creare paese unito questo secondo punto è nell'aria se ne parla agli appassionati ci credono ma la gente coi piedi per terra come cavour per molto tempo non ci crede affatto ancora pochissimi anni prima che tutto precipiti con l'impresa di garibaldi e che si arrivi davvero all'italia unita cavour a un certo
punto in un congresso in cui si discute di queste cose dice apertamente che l'idea dell'italia unita è una corbelleria beninteso non che non sia una cosa desiderabile questo è lo stesso uomo che da ragazzino diceva che sognava di essere il primo ministro del regno d'italia tutti dicono in teoria sarebbe desiderabile ma il realismo politico sembrava imporre di andarci cauti quanto invece a buttar fuori gli austriaci su questo certamente se ne può discutere e poi c'è anche un problema intermedio l'italia unita magari è impossibile ma ci sono dinastie io ragiono adesso come ragionavano cavour e gli
uomini del suo partito agli uomini delle sue idee sia chiaro ci sono dinastia in italia che sono comunque impresentabili che hanno una tale immagine all'estero che è impossibile pensare di continuare così in particolare quella borbonica nel mezzogiorno la dinastia borbonica e universalmente ritenuto in tutta europa così arretrata reazionaria impresentabile ripeto o per opinione comune di tutti i governi giornali l'opinione pubblica che il problema di in qualche modo liberarsi dei borboni e assolutamente presente anche a cavour anche nel momento in cui però l'idea poi di unificare dopo l'italia sembra assurda e allora qual è la soluzione
il fatto è che ancora in quegli anni gli anni tra la prima e la seconda guerra d'indipendenza la diplomazia europea ragiona ancora abbastanza in termini vecchi nei termini di quella politica dinastica che si faceva nel settecento avete presente quelle guerre in cui il problema era soltanto se un borbone diventava re di spagna oppure no la guerra appunto di successione spagnola austriaca ecco è abbastanza impressionante vedere come anche non è perché noi penseremo più vicina mostra la metà dell'ottocento in realtà i governi le diplomazie ragionavano ancora abbastanza in questi termini e quindi era tutto un discorrere
di scambi i borboni per esempio sono impresentabili e vero se potessimo toglierli chi ci mettiamo qualcun altro al loro posto bisogna fare degli spostamenti questo viene fuori in modo straordinario al congresso di parigi del 1856 c'è stata la guerra di crimea cavour ha ottenuto che il regno di sardegna partecipasse alla guerra di crimea per stringere un legame di amicizia con la francia e con l'inghilterra sempre in vista un giorno di buttar fuori gli austriaci dall'italia in vista di una guerra in cui sarà necessario il sostegno della francia e dell'inghilterra alla fine della guerra di crimea
si fa un bel congresso a parigi per ridisegnare la mappa d'europa ed è qui che si vede proprio questa mentalità dei politici dei diplomatici per cui si ragiona ancora in termine di dinastie e la prima volta che io ho incontrato in cui cavour discute apertamente ufficialmente del fatto che i borboni da napoli bisognerebbe buttarli fuori a napoli c'è ferdinando ii il re bomba e cavour a un certo punto scrive sì domani vedo il ministro degli esteri inglese cito credo di potergli parlare di gettare in aria il bomba e poi una volta gettato neri a cosa
si fa per esempio se si fosse un principe sabaudo un cugino del re vittorio che potesse prendere il trono di napoli magnifico no ecco sul momento a parigi l'idea non piace troppo viene fermata ma discuto di tante altre cose c'è il ducato di parma il piemonte ha partecipato alla guerra di crimea bisognerà può dare qualcosa ai savoia ai savoia piacerebbe moltissimo il ducato di parma e napoleone iii dice a cavour trovato un posto qualunque dove mandare la duchessa di parma e io farò dare il suo ducato al piemonte e vittorio scrive da torino a cavour
che sta a parigi a trattare a negoziare stanno negoziando anche su certi principati danubiani la transilvania la moldavia che devono esser dati o all'austria o qualcun altro e vittorio scrive a cavour secchi l'imperatore finché basti via i principati all'austria e anche il diavolo se li vuole ma si faccia dare quello che voglio cioè parma per l'appunto poi alla fine non va importa niente parma non lo tengono bisognerà aspettare il 59 60 ma e per far vedere come queste diplomazie si muovano ancora molto a livello appunto di dinastie di una politica dinastica e in questa prospettiva
di incontri di diplomazia che cavour a un certo punto comincia a sentire che ha tra le mani qualcosa di grosso dopo la crimea la francia di napoleone iii sta cominciando a accettare l'idea che forse effettivamente non sarebbe male dare una mano al piemonte far guerra all'austria e buttare l'austria fuori dall'italia nel 58 i colloqui sono ormai abbastanza approfonditi per cui cavour è ormai abbastanza sicura napoleone iii si è compromesso gli ha scritto gli ha detto va bene facciamolo cavour scrive al ministro della guerra la marmora prepara i cannoni e l'anno prossimo andremo imparata a milano
sennò una venezia dopodiché c'è uno dei momenti più drammatici della carriera di cavour perché alla fine del 58 in acqua leone iii cambia idea non è più convinto di questa guerra contro l'austria comincia a dire che sarebbe meglio risolvere tutti questi litigi con un bel congresso invitare gli austriaci discutere con loro e intanto disarmare gli eserciti che quello che gli austriaci chiedono quando cavour si rende conto che tutto il progetto sta cominciando a sgretolarsi si sente finito perché si è compromesso fino in fondo in questa idea di fare la guerra all'austria con l'aiuto dei francesi
la reazione di cavour e molto indicativa 1 minaccia di andarsene in america e 2 e poi quando sarà in america dice io qui ho tutte le lettere di napoleone iii in cui mi diceva sì facciamo lo balla che vado in america e poi rendo pubbliche le trattative e voglio vedere la faccia di napoleone iii a quel punto i francesi sono lì che non sanno bene cosa fare il momento è molto teso c'è da perderci la testa infatti cavour scrive un amico proprio questo dice e difficile non perdere la testa me la tengo di quando in
quando con le mani perché non fugga finalmente tutto sembra perduto viene a svegliarlo l'ambasciatore francese gli dice non c'è niente da fare l'imperatore napoleone iii ha deciso che la guerra non la vuol fare che vuole fare il congresso cavour salta sul letto ora non mi resta altro da fare che spararmi un colpo di pistola e farmi saltare la testa e due ce ne sono altre ma insomma però sono momenti di scoraggiamento e io li cito non solo perché sono e divertente vedere insomma le reazioni così emotive di un uomo che a prima vista potrebbe sembrare
così freddo a guardare i suoi ritratti e che invece era chiaramente un uomo fortemente passionale violento ecco è lecito anche per far vedere che quest'uomo è stato più volte sul punto di disperare e giocava una partita politica di una difficoltà estrema è però si è sempre ripreso e sempre prevalso alla fine l'entusiasmo l'entusiasmo anche gioioso la certezza che ce la facciamo li vengono a dire che l'inghilterra pure l'inghilterra è contraria e lui qui è uno scatto non ci sarà inghilterra che possa impedirci di andare a bruciare vienna noi metteremo il fuoco all'europa ecco forse il
vecchio carlo alberto che diceva sì un carbonaro impertinente insomma qualcosa aveva colto a forza di insistere a forza di tener duro e tenersi ferma la testa con le mani perché non voli via cavour a forze di ricattare cavour riesce a convincere la polena terzo che ormai non può più tirarsi indietro che questa guerra all'austria bisogna farla è dunque la guerra si fa io qui però vorrei sto arrivando alla fine beninteso è lo dico per gli organizzatori che saranno già preoccupati ma vorrei sottolineare ancora un aspetto finora noi parliamo del cavour politico che tratta con napoleone
iii che tratta con i ministri parliamo di una politica fatta in apparenza sopra le teste della gente in realtà non è così questa è la politica di gabinetto fatta dai politici fatti dagli uomini fatta dagli uomini di potere che in ogni epoca esiste naturalmente è che noi storici oggi possiamo raccontare quando si tratta dell'ottocento vinto perché abbiamo le lettere abbiamo i diari gli storici del futuro racconteranno la politica di potere degli anni duemila perché forse avranno le lettere e diari dei potenti di oggi ma al di là di questa politica di gabinetto la politica della
trattativa del negoziato dell'intrigo del ricatto della complicità e dei disegni colossali che però ne vengono fuori c'è l'opinione pubblica ci sono le masse ci sono i giornali che in un paese liberale come il piemonte di allora continuamente seguono l'azione del governo e la denuncia non la criticano c'è il parlamento dal bisogna andare a rispondere e c'è ripeto l'opinione pubblica e i popoli è un tema delicato quello di quanto i popoli siano stati coinvolti nel risorgimento però io qui vorrei citare soltanto una battuta di cavour quando appunto si tratta del fatto che ormai si è suscitata
questa idea che si farà la guerra all'austria e c'è evidentemente un entusiasmo popolare per questa idea e gli dicono no non si fa più e cavour dice io non posso trattare le popolazioni come le comparse in teatro e farle uscire o d'entrare a capriccio e dunque al di sotto dei politici che tramano le popolazioni ci sono eccome e dunque la guerra si fa si vince e poi di nuovo c'è apparentemente una catastrofe in attesa la guerra si è vinta sono entrati a milano hanno sconfitto gli austriaci a magenta poi a solferino e san martino si
potrebbe continuare garibaldi a quasi conquistato trento e invece napoleone iii decide stavolta sì che adesso basta però che non ha più interesse politico a continuare che gli basta aver indebolito l'austria aver rafforzato il piemonte ma basta la lombardia il veneto non c'è nessun bisogno di aggiungere anche il veneto e quindi le polene terzo firma l'armistizio di villafranca con l'austria e il re vittorio anche se poi dirà che lui c'era rimasto malissimo però di fatto anche lui dice sì dài ci fermiamo abbiamo già fatto un bel boccone può bastarci quando cavour viene informato di quello che
è successo se non muore in quel momento è eccolo si precipita dal re e c'è una scena famosa la scenata famosa tra cavour a il re in cui quando cavour esce quelli che lo vedono hanno poi testimoniato che sembrava quasi uscito di senno e il re vittorio ha poi riferito che durante quella scenata cavour il suo primo ministro ha preso a calci le sedie lo ha chiamato traditore è peggio cavour all.re per aver accettato la miss tizio ha minacciato di dimettersi e ha anche detto se un ministro deve sapere quando e ora di dimettersi ora
deve sapere quando e ora di abdicare cavour è effettivamente si dimette il re ne riparleremo domani ormai quasi il turno di vittorio il re 3 devo dire tira un sospiro di sollievo perché lavorare con cavour non era proprio facile scrive napoleone iii il re vittorio che a questo punto pagherebbe un milione di franchi purché camillo partisse per l'america e 3 camillo quanto a lui dice un amico mi accorgo che per me è cominciata la vecchiaia non ha 50 anni in quel momento lo richiama dal governo subito provano in tutti i modi a fare un altro
governo senza cavour non c'è nessuna maggioranza non c'è nessun governo possibile lo richiamano il governo fa in tempo a seguire la vicenda di garibaldi che non vi racconterò stasera perché invece io non faccio in tempo a raccontarla stasera e poi è meglio raccontarla dal punto di vista di garibaldi anche il ruolo di cavour lo vedremo dopo domani fa in tempo a vedere garibaldi a vedere con grandissima sorpresa che sta andando tutto bene fa in tempo a vedere l'italia unita e poi gli viene una strana febbre all'improvviso nessuno sa bene cos'è una febbre altissima per qualche
giorno oggi si dice che sia malariche sia stata un attacco di malaria forse presa nelle sue risaie del vercellese lo riassumeranno fra poco credo per esaminare i resti e vedere se effettivamente questa ipotesi è attendibile certamente diviene una febbre tremenda e in pochi giorni muore a 51 anni e sulla morte di cavour io vorrei citare due testimonianze dell'epoca voi mi scuserete da marchese d'azeglio che scrive al figlio che non è a torino si piangeva ovunque non è un modo di dire sì piangevano lacrime autentiche si piangeva al senato alla camera nei ministeri hudson che l'ambasciatore
inglese a torino piangeva come un bambino un'altra da un diplomatico francese avrei di d'vil che era un segretario della giunta dell'ambasciata francese a torino il conte di cavour e morto stamattina alle sei e tre quarti alle 7 mi hanno svegliato per darmi la notizia sono uscito immediatamente la costernazione e lo stupore che regnano nella città hanno qualcosa di spaventoso tutti i negozi sono chiusi gli abitanti circolano senza sapere dove vanno col viso sconvolto interrogandosi e parlando tra loro dell'orribile disgrazia più d'uno si rifiuta di credere alla notizia e si reca al palazzo per averne conferma
all'una la camera e il senato si sono riuniti per ascoltare la comunicazione del governo il ministro dell'interno minghetti e scoppiato in lacrime annunziando la morte del conte camillo di cavour presidente del consiglio moltissimi deputati piangevano uscendo dalla camera ho incontrato ser james è sempre fatto il ministro inglese che mi ha stretto la mano senza pronunciare parola piangeva calde lacrime ecco io vorrei concludere riflettendo su questo mondo su quest epoca in cui si piangeva in cui un ministro degli interni non aveva paura di piangere in parlamento dando una notizia come quella in cui un ambasciatore di
sua maestà britannica non aveva paura di piangere davanti a un diplomatico francese per la strada di fronte alla notizia come quella sotto quell'aspetto erano uomini che avevano un emotività diversa dalla nostra e non ricordo di aver visto primi ministri piangere oggi anche dando alle peggiori notizie erano diversi da noi a noi quando cerchiamo quando pretendiamo di capirli protenderà di capirli e giusto cerchiamo di capirli e magari pretendiamo anche di giudicarli ebbene dobbiamo ricordare che sotto questo aspetto almeno erano diversi da noi avevano un'emotività diversa dalla nostra questi uomini che hanno vissuto che hanno fatto il
risorgimento a me ogni tanto dispiace un po che noi oggi non siamo più come loro grazie [Applauso]
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