Alessandro Barbero - La Prima Guerra di Indipendenza

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La prima guerra d'indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno di S...
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[Applauso] buonasera siamo di nuovo qui quest'anno raccontiamo le tre guerre di indipendenza ero incerto se dirvi subito che la prima e la più lunga di tutte è lunga complicatissima da raccontare per cui faremo in una di notte stanotte ma in compenso le prossime saranno più veloci perché raccontiamo le tre guerre d'indipendenza se dovessi dire proprio tutta tutta tutta la verità anche perché sono tre e io ogni anno mi devo inventare tre argomenti da portare a sarzana è però al di là di questo al di là di questo quest'anno il tema il filo conduttore del festival
e lo spazio ora la guerra è sempre qualche cosa di fortemente legato allo spazio condizionato dallo spazio le guerre in generale ma le tre guerre d'indipendenza italiane sono state condizionate dallo spazio della geografia della pianura padana in un modo impressionante mi ricordo una cosa che sapete tutti noi abbiamo perso dico noi ma insomma la battaglia decisiva della prima guerra d'indipendenza nel 48 in un posto chiamato custoza e siamo riusciti a perdere 18 anni dopo la battaglia decisiva della terza guerra d'indipendenza di nuovo a custoza sarà uno dice con 8.000 comuni che ci sono in italia
e invece non è un caso perché la geografia della pianura padana incanalava i movimenti degli eserciti e custoza che se ne sta al di là del mincio proprio all'altezza dei ponti che è un esercito dell'epoca doveva usare per forza se voleva passare il mincio e invadere il veneto custoza era predestinata a essere un luogo dove gli eserciti si sarebbero scontrati il condizionamento geografico dunque dipende da come è fatta la pianura padana che se ci pensate è spaccata in due dal po va bene il po all'epoca anche adesso non è facile da passare per un esercito
in guerra all'epoca era molto difficile da passare o si stava suo si stava giu di solito le tre guerre d'indipendenza qual è il tema un esercito che viene da occidente e che vuole invadere il lombardo veneto i piemontesi nel 48 i piemontesi ei francesi che per fortuna sono venuti a dare una mano se no non ce la faceva neanche quella volta lì nel 59 nel 66 cambia poco gli italiani hanno già la lombardia ma bisogna sempre invadere il veneto quindi la direzione è sempre quella e il lombardo veneto sta a nord del po all'ingrosso quindi
tu ti muovi da occidente a nord del po e cosa incontri fiumi uno dopo l'altro che vengono giù e sfociano nel po la sesia il ticino la da l'olio il mincio e tutti questi fiumi attraversarli con un esercito non è per niente facile i ponti sono pochi le strade sono quelle che sono e quindi lo spazio condiziona le operazioni militari come più ancora che in qualunque altra guerra forse allora ha detto questo la guerra del 48 premetto che vi racconto solo quella del 48 non la ripresa del 49 quando carlo alberto ci ha riprovato perché
sennò facevamo le due di notte quindi noi ci accontenteremmo accontenteremo della sconfitta della prima che by già molto istruttiva come vedrete la guerra del 48 che scoppia in quell'anno che ai contemporanei sembrò un anno pazzesco non avevano mai visto un anno del genere l'anno in cui il mondo va a gambe all'aria tanto che poi generazioni e generazioni continuano a dire è successo un 48 hanno fatto un quarantotto perché nel 48 veramente sembrava che andasse il mondo sottosopra tutta l'europa è attraversata dalla rivoluzione tutti i popoli contestano i loro governi chiedendo più libertà e l'italia che
è parte dell'europa c'è in pieno in questo movimento anzi è all'avanguardia in sicilia la rivoluzione del 48 comincia già a gennaio e già il 29 gennaio il re di napoli ferdinando ii concede la costituzione ho notate la costituzione è quello che tutti questi popoli in tumulto chiedono uno dice la costituzione ma quale costituzione come sappiamo ce ne possono essere tante si possono cambiare ma il problema non è quello il problema è che prima costituzioni non ce ne erano proprio le monarchie assolute non hanno bisogno di costituzione perché il re fa tutto quello che vuole ci
mancherebbe che ci dovesse essere lì della roba scritta che obbliga il re a fare certe cose e non farne certe altre quindi sì non è che non gli importasse cosa mettere nella costituzione ma la cosa decisiva era innanzitutto aver ce n'è una il re che concede una costituzione dice io non sono più un sovrano assoluto regno per volontà di dio per grazia di dio ma anche per volontà della nazione dunque gennaio sicilia a febbraio la rivoluzione investe il paese che in europa è specializzato in rivoluzioni la francia ei francesi naturalmente fanno le cose molto sul
serio loro non si accontentano della costituzione buttano giù la monarchia di luigi filippo e fanno la repubblica a quel punto anche l'altro re italiano in italia ci sono il papa gli austriaci nel lombardo veneto vari principi e duchi ma due re i borboni al sud e i savoia al nord a nord ovest piemonte liguria allora il primo re ferdinando di borbone l'ha già data la costituzione dopo che la rivoluzione scoppia anche a parigi carlo alberto re di sardegna decide che effettivamente forse il futuro sta da quella parte forse conviene accettare questa spinta questa richiesta dei
popoli carlo alberto concede poi alla fine un piccolo ripensamento dice però non la chiamiamo costituzione la chiamiamo statuto ci avete mai pensato no perché una dice uno statuto del 48 lo statuto albertino ma non la chiamano costituzione perché costituzione è una parola troppo di sinistra così la cosa sembra meno dura da ingoiare e poi quindi marzo 4 marzo e poi succede l'impensabile la rivoluzione scoppia nel cuore dell'impero austriaco la rivoluzione scoppia a vienna anche a vienne il popolo gli studenti chiedono che sia cacciato il vecchio principio e metterli che governa l'impero da 30 anni e
che siano date libere elezioni un parlamento una costituzione e l'imperatore cede promette ai suoi popoli che verrà convocato un parlamento che rappresenterà tutti i popoli dell'impero austriaco istantaneamente la rivoluzione scoppia in tutte le altre province dell'impero il 15 marzo scopi a budapest dove si proclama l'indipendenza dell'ungheria il 17 marzo scoppia a venezia dove si proclama la repubblica di san marco che non era poi un tale vecchiume all'epoca erano passati solo 50 anni c'era chi se la ricordava ancora il giorno dopo 18 marzo milano dove non hanno nessuna cosa specifica da chiedere nel passato non sono
mai stati capitale di niente però comunque chiedono l'autonomia per il lombardo veneto e chiedono che il governo imperiale ritiri dalla guarnigione di milano i reggimenti stranieri e lasci soltanto i reggimenti reclutati in italia il comandante militare austriaco del lombardo veneto radeschi rifiuta e a milano scoppia la rivoluzione il 19 marzo radeschi fa rapporto a vienna la città di milano è sconvolta dalle fondamenta ed è difficile farsene un'idea il carattere di questo popolo mi sembra cambiato come per un colpo di bacchetta magica il fanatismo ha pervaso ogni età ogni ceto ogni sesso sono le cinque giornate
di milano evidentemente solo che quando noi in italiano diciamo le cinque giornate di milano c'è un po il rischio che ci faccia l'effetto si va beh è una cosa che sappiamo la sappiamo fin da bambini ogni tanto arriva uno sceneggiato televisivo a riproporla ci sono le barricate gentiluomini in cilindro e popolani col berretto affratellati dietro le barricate dall'altra parte gli austriaci in giacca bianca tutti questi giovanotti con barba e baffi pieni di entusiasmo le ragazze che gli portano da mangiare dietro le barricate ecco questa visione oleografica delle cinque giornate di milano non è che sia
sbagliata ma non deve nasconderci quello che vuol dire davvero la rivoluzione in una città di 160 mila abitanti che aggredisce la guarnigione straniera di 14.000 uomini armata fino ai denti per sterminarli secondariamente cacciarlo dalla città ma possibilmente sterminarle cinque giornate di milano non vuol dire solo le barricate vuol dire il giovanotto barbuto che sbuca all'improvviso da un portone con un coltellaccio e sgozza il soldato austriaco che è rimasto isolato dai suoi vuol dire i soldati che irrompono nelle case da cui si spara e ammazzano a baionetta te tutti quelli che trovano dentro vuol dire le
migliaia di morti per la strada i milanesi hanno avuto qualche centinaio di morti gli austriaci hanno avuto 4 mila morti 4 mila cadaveri per la strada in una milano piccolissima che va dal castello sforzesco a porta romana morti ammazzati in combattimento e magari anche morti perché fucilati carlo cattaneo che è membro del governo provvisorio a milano l'unico membro di sinistra del governo provvisorio carlo cattaneo si vantano i milanesi non ammazzavamo i prigionieri gli austriaci invece sileo stretti fucilavano tutti i prigionieri presi con l'arma in mano l'odio che attraversa le strade di milano in quei cinque
giorni una cosa che noi oggi facciamo fatica a immaginare l'odio etnico contro i tedeschi perché la tragedia che dilania l'impero asburgico e che c'è una nazionalità a quella tedesca gli austriaci di lingua tedesca che domina e vuole dominare gli altri e tutti li odiano radetzky è visto come quello che incarna un sogno di supremazia tedesca nell'impero col suo stato maggiore dice carlo cattaneo di tentò mani di fanatici della supremazia teutonica il che poi non impedisce agli italiani di disprezzare dall'altra parte quell'esercito bastardo in cui si parlano 10 lingue perché l'esercito dell'impero e l'esercito di un
re di un impero multietnico appunto la propaganda da una parte e dall'altra e sfrenata si raccontano atrocità spaventose gli austriaci si dice infilzano i bambini sulle baionette sventrano le donne incinte bruciano viva la gente ci sono soldati austriaci si dice si racconta a cui hanno trovato nello zaino mani di donna mozzate cariche di anelli d'altra parte i soldati austriaci i loro ufficiali spiegano di stare attenti a non farsi prendere prigionieri perché ai prigionieri le donne italiane cavano gli occhi ora la cosa interessante è che queste atrocità sono praticamente tutte inventate nell'ottocento queste cose nelle guerre
tra paesi europei non succedevano succedevano pochissimo la propaganda invece le inventava se ci pensate il contrario di quello che è poi successo nel ventesimo secolo quando le atrocità sono così spaventose che la propaganda stessa non ci crede non le ripete lo sterminio degli ebrei le camere a gas la gente non ci può neanche credere invece nell'ottocento e il contrario si inventa di tutto la gente se lo beve noi oggi sappiamo che in realtà non succedeva ma l'odio l'odio era tangibile e dopo cinque giorni radetzky si rende conto che deve abbandonare milano scrive a vienna questa
è la più terribile decisione della mia vita ma non posso tenere più a lungo milano tutto il paese in rivolta perché non è solo milano e venezia ma sono tutte le città del lombardo veneto che stanno insorgendo e cacciando le guarnigioni austriache radetzky continua sono minacciato alle spalle dai piemontesi perché carlo alberto non ancora dichiarato guerra ma avendo dato lo statuto si sa da che parte sta può approfittarne in qualunque momento possono rompere tutti i ponti alle mie spalle se radetzky abbandona milano dovrà ritirarsi verso oriente tutti quei fiumi da attraversare non so niente di
ciò che accade alle spalle dell'esercito dunque radetzky abbandona milano con la sensazione che ha preso una decisione spaventosa e che se riesce a salvare il suo esercito quel che ne resta sarà già una bella fortuna a milano si parla di certi ufficiali austriaci che se pagati bene hanno fatto sapere che loro sono disposti a consegnare radetzky il governo provvisorio ne discute carlo cattaneo è l'unico che dice tiriamo fuori i soldi subito gli altri ricordate questi nomi dai tempi della scuola gabrio casati ecco gli altri dicono no non è una cosa da gentiluomini il radetzky lo
prenderemo lo stesso e dunque il 22 marzo radetzky abbandona milano il 23 marzo carlo alberto di chiara guerra in tempi normali sarebbe una cosa folle l'impero austriaco a 7 volte il numero di abitanti del piemonte del regno di sardegna ma è in preda alla rivoluzione e poi non solo anche gli altri stati italiani un po credendoci e un po per forza perché la gente ci crede e lo vuole anche gli altri sovrani italiani sono disposti a dare una mano la prima guerra di indipendenza la combatte in sostanza l'esercito sabaudo ma in realtà con l'appoggio di
contingenti venuti anche dagli altri stati italiani tutti mandano truppe il papa pio ix il granduca di toscana il re di napoli tutti mandano truppe per quella che è sentita come una guerra italiana potrebbe anche diventare qualcosa di più potrebbe diventare una guerra rivoluzionaria perché sull'onda di questo movimento chissà cosa potrebbe succedere ecco questo è precisamente la cosa che carlo alberto e anche gli altri sovrani non vogliono perché una guerra per cacciare gli austriaci e magari fare una confederazione italiana magari un regno d'italia questo sì ma la rivoluzione no nessuno la vuole la rivoluzione è così
una delle prime cose che succedono e che carlo alberto di chiara guerra da tutta italia arrivano in folle i volontari per servire nel suo esercito e non vengono presi perché armare tutta questa gente troppo entusiasta poi chissà quanti di loro sono dei rossi pericolosi ecco non mettiamo il fucile in mano al popolo la guerra la farà l'esercito del re il quale esercito del re la guerra la fa credendoci ma con fatica perché anche per l'esercito piemontese questa storia di fare la guerra per l'italia è una cosa mai sentita la fanno inalberano il tricolore che ha
una valenza fortissima in quel momento era proibito fino a poco tempo prima in tutti gli stati italiani carlo alberto facce tale al suo esercito di andare in guerra col tricolore in testa ma gli ufficiali fra loro si dicono certo che tutto diverso per come ci hanno spiegato fino a poco tempo fa il duca di genova uno dei figli di carlo alberto ci siamo battuti per una causa grande e generosa se si vuole ma totalmente opposta a tutti i principi in cui eravamo stati allevati perché l'esercito piemontese e l'esercito di una marchi ha assoluta della restaurazione
che fino a pochi anni prima condannava a morte i mazzini e garibaldi e gli ufficiali sono ancora quelli generali sono ancora quelli anche i soldati sono quelli ma i soldati gridano viva l'italia senza che nessuno glielo abbia detto perché queste parole d'ordine corrono fra la gente e all'inizio l'entusiasmo è molto forte dunque i piemontesi si preparano a invadere il lombardo veneto dietro a radetzky in ritirata io devo ancora fermarmi un momento per dirvi due parole su come sono fatti questi due eserciti cioè chi sono questi soldati chi sono i soldati all'epoca cosa vuol dire essere
soldato sono tutti coscritti che fanno in soldato per forza volontari che abbiano voglia di fare quel mestiere si ne trovi qualcuno ma pochi il grosso dei soldati sono coscritti c'è la leva obbligatoria ma non è come il servizio di leva che molti di noi hanno conosciuto nel novecento che tutti i giovanotti o quasi tutti dovevano fare il loro servizio gli stati dell'ottocento non hanno i soldi per avere così tanti soldati non li vorrebbero neanche basta che una piccola percentuale dei giovanotti faccia il soldato come si fa a decidere chi lo fa semplicissimo se tira a
sorte jovanotti ha vent'anni ma del sindaco tirano il numero quelli che han tirato il numero sbagliato fanno il servizio militare a questo punto ci sono due possibilità ci sono gli stati dove i militari dicono soldati né vogliamo pochi ma buoni per fare un buon soldato deve restare parecchi anni questo è quello che viene chiamato nel gergo dell'epoca l'esercito di qualità all esercito di caserma l'esercito austriaco è fatto così lì i disgraziati che han tirato il numero basso fanno otto anni di servizio militare li sbattono in un'altra provincia dell'impero dove la gente non parla neanche la
loro lingua così l'esercito è una struttura separata dalla società che obbedisce soltanto il suo imperatore i piemontesi seguono l'altra filosofia che è quella dell'esercito di quantità che dice ne prendiamo un po di più però gli facciamo fare solo un anno poi li mandiamo a casa questo politicamente conta molto la gente contenta che il servizio militare si è accorto li mandiamo a casa però per un po di anni devono tenersi pronti se c'è la guerra li richiamiamo quindi mentre l'esercito austriaco è fatto di soldati di lungo termine che prestano servizio per anni carlo alberto quando fa
la guerra richiama da casa un gran numero di riservisti che si son fatti il loro unico anno di servizio poi sono tornati a casa si sono sposati ha trovato un lavoro e adesso vengono richiamati scrive carlo cattaneo dal piemonte fu spinta sul mincio a marce forzate un agente staccata appena da gli aratri e dai telai male ammaestrata nelle armi e arrugginita per i lunghi congedi siccome sappiamo tutti come è finita questa guerra del 48 non rischio di rovinare la suspance se vi dico che cominciano pian pianino a vedere i motivi per cui si è persa
questa guerra diciamo ancora un'ultima cosa questi eserciti di riservisti di contadini di operai richiamati potrebbero anche funzionare bene se ci fossero gli ufficiali per inquadrarli bisognerebbe avere tanti ufficiali di complemento richiami i soldati richiami anche gli ufficiali ma pensate alla mentalità dell'epoca al conflitto sociale ai privilegi dell'aristocrazia alla paura che i governi reazionari hanno nei confronti della borghesia liberale colta pericolosa ufficiale di complemento chi sarebbero è medici avvocati maestri di scuola quella gente lì nell'esercito piemontese non la vogliono quindi i piemontesi richiamano un sacco di soldati ma hanno pochissimi ufficiali grossi battaglioni con tanti uomini
che non sanno bene cosa devono fare e hanno pochi ufficiali che gli spiegano cosa devono fare finalmente chi comanda questi due eserciti li abbiamo già nominati da una parte c'è carlo alberto a cinquant'anni carlo alberto e uno di quei nobili piemontesi di quella generazione che è cresciuta sotto napoleone quando il piemonte era annesso alla francia e quella generazione la stessa di cavour che è cresciuta parlando francese più che italiano carlo alberto e cresciuto a parigi sotto napoleone ha fatto in tempo a essere nominato tenente dell'esercito di napoleone ma proprio all'ultimo momento la guerra non l'ha
mai fatta la poi fatta qualche anno dopo ha partecipato alla una guerra in spagna dalla parte di quelli che reprimevano la rivoluzione naturalmente quindi un po di esperienza da ufficiale l'ha fatta ma un esercito non l'ha mai com'è andato non ha nessuna idea di cosa si deve fare e lo vedremo dall'altra parte invece per disgrazia di carlo alberto c'è uno che la guerra la sa fare il feldmaresciallo conte radetzky ovvero johan josef wenzl graf radetzky von wright il quale ha 82 anni in un mondo in cui a 50 anni si è vecchi è però non
si è dimenticato tutto avere 82 anni nel 48 vuol dire che radetzky era già generale al tempo di napoleone ha combattuto ad austerlitz wagram comandando delle divisioni a 82 anni un po rallentato però qualcosa si ricorda ancora e dunque il 23 marzo scoppia la guerra radeschi è appena uscito da milano col suo esercito fiaccato da cinque giorni di macello nelle strade cosa vuole fare ecco quando una racconta una guerra la cosa più importante secondo me è fare in modo che chi ti ascolta abbia sempre presente che li c'e della gente perché vuole fare qualcosa oppure
come carlo alberto che non sa cosa fare però quella l'ora della tragedia il buon generale vuole sempre fare qualcosa e ci prova sapendo che riuscirci sarà difficilissimo non foss'altro perché hai di fronte qualcuno il cui unico scopo nella vita e di impedirti di fare quello che tu vorresti fare se lo sai però cosa vuoi fare è già una cosa utile radetzky se ne vada milano in che direzione quindi appello di nuovo ai vostri ricordi di scuola mai sentito parlare del quadrilatero ecco cos'è il quadrilatero due grandi città fortificate verona e mantova altre due fortezze peschiera
e legnago quindi una zona sicura il lago di garda che la protegge a nord di lì non si passa il po che la protegge a sud di lì non si passa la valle dell'adige per andare in austria per avere comunicazioni ricevere rifornimenti rinforzi una posizione strategica perfetta radetzky si dirige in quella direzione senza sapere cosa troverà perché le città lombarde e venete stanno tutte insorgendo senza sapere a ogni momento se nel prossimo villaggio i contadini non gli spareranno addosso con i suoi soldati che diserta specialmente i reggimenti italiani disertano in massa col terrore che i
piemontesi attraversino il ticino e gli arrivino addosso con un esercito che in quel momento sarebbe grande il triplo del suo carlo alberto di chiara guerra e non si muove e questione di ore di giorni al massimo già tre giorni dopo a milano fremono carlo alberto ha mandato a milano il generale passalacqua e il 25 marzo il generale passalacqua scrive da milano a torino al ministro della guerra creda eccellenza che se vogliamo riuscire a qualcosa di onorevole bisogna assolutamente che la nostra armata cerchi il nemico finalmente quel 25 marzo la vanguardia piemontese passa il ticino ma
tutto l'esercito ci mette cinque giorni per passarlo il 29 quando hanno passato il ticino radetzky ha già passato l'olio e ha avuto buone notizie non tutte le città lombarde sono insorte verona e mantova non sono insorte la guarnigione austriaca tiene il 2 aprile radetzky entra a verona quel giorno carlo alberto con l'esercito piemontese è fermo a cremona a 100 chilometri di lì e si chiede cosa deve fare adesso è restare fermi non si può ci sono i giornali che tempestano l'opinione pubblica bisogna andare avanti senza davanti ci sono le fortezze del quadrilatero con l'esercito austriaco
dentro per noi siamo più forti poi arrivano i napoletani arrivano i toscani arriveranno perfino quelle del papa sembra e dunque andiamo un po avanti piano il 6 7 aprile passano l'olio passato l'olio però rallentano ancora perché adesso sono in paese nemico e far la guerra in paese nemico è difficilissimo in un paese straniero che non conosci si scopre al passaggio dell'olio che lo stato maggiore a torino non ha preparato delle carte del veneto non le ha date neanche ai generali nessuno ha una carta geografica del paese dall'olio in poi il generale bava che comanda un
corpo d'armata scrive poi nel suo libro sulla guerra è non siamo neanche andati in libreria a comprarle sam partiti così in fretta passato l'olio non conoscono il paese per conoscerla bisognerebbe avere della cavalleria leggera che vada in giro in ricognizione a battere la campagna a chiedere informazioni l'esercito piemontese a dei meravigliosi reggimenti di corazzieri di cavalleria pesante di quella che viene mandato alla carica per sfondare tutto cavalleria leggera non ne hanno neanche un reggimento davanti a loro ci sono gli austriaci che hanno la miglior cavalleria leggera del mondo perché loro hanno gli ungheresi e quindi
gli inventori degli ussari anno i polacchi inventori dei lancieri degli umani quindi radeschi ha un sacco di cavalleria leggera che batte il paese è ovunque i piemontesi dove mettono il naso a c'è sempre il terrore che spuntino all'improvviso gli ulan e austriaci da chissà dove appena passato l'olio cominciano i casi di panico le sentinelle che si sparano addosso da sole i contadini scambiati per reggimenti austriaci carlo alberto in queste condizioni va pianino pianino tra il 9 el 11 aprile si arriva al mincio poi ci sarà anche la dj joe e non finisce mai questa cosa
dei fiumi da passare però il mincio è una cosa seria perché lì ci sono pochi ponti e gli austriaci per la facciata soltanto senza crederci questi ponti li difendono quindi bisogna sparare qualche fucilata per prenderli ma proprio pochissime fucilate e non ci scappa neanche un morto però la presa di questi tre ponti viene celebrata dai giornali italiani questi tre ponti si trovano in luoghi che tutti avete sentito nominare perché in tutte le nostre città ci sono vigneti dedicate a questi luoghi goito la via goito si farà poi anche una battaglia vera monzambano e valeggio in
questi tre posti si prendono i ponti e si passa il mincio uno direbbe no abbiamo preso i ponti però andare dall'altra parte non sappiamo cosa troviamo restiamo di qua non è che qualcuna di quelle città potrebbe farci il piacere di insorgere mantova verona dormono finalmente arriva la notizia che a mantova i patrioti preparano l'insurrezione lice di guarnigione un reggimento italiano potrebbe unirsi ai rivoltosi perciò si decide di marciare verso mantova che tra l'altro è sempre di qua dal mincio così non bisogna passarlo si marcia verso mantova quella principale cosa che viene fuori è che vi
leggo direttamente il generale bava in questa spedizione ci tocca osservare come quelle popolazioni siano fredde e poco o nulla animate a favore della causa italiana inclinando forse più verso il tedesco che ha sempre cercato possibilmente di favoreggiare ecco qui non posso fare a meno di dire una parola per proprio solo una su questa faccenda perché come voi sapete la reazione alla retorica risorgimentale ha fatto sì che oggi si sa molto di moda dire va bene risorgimento in realtà in italia non lo voleva nessuno la gente non c'era i contadini non c'erano non ci stavano ecco
chiaro che ha un rapporto come questo fa impressione ma il generale bava e impressionato dal fatto che i contadini del mantovano sono ostili perché fin lì i contadini lombardi invece erano insorti dunque ancora una volta il problema è che il paese è l'italia e non è mai un paese unito dove tutti la pensano allo stesso modo ma la cosa interessante è che già all'epoca ecco io dicevo prima di recente si mette in discussione la partecipazione popolare italiana al risorgimento non è mica ero già all'epoca si metteva in dubbio che i giornali tedeschi i giornali austriaci
i giornali tedeschi e austriaci scrivevano tutta questa rivoluzione italiana e un raggiro dei nobili di questi quattro gatti questo è un passo talmente pazzesco credo dalla frankfurter zeitung che ve lo leggo due righe tutto il moto d'italia era giro di pochi nobili di pochi individui della razza bianca la quale opprime e spolpa la razza bruna indigena delle campagne d'italia costantemente e vanamente difesa dagli amministratori austriaci noi a volte ci dimentichiamo con che disinvoltura si parlava di razza una volta prima che il nazismo rendesse impossibile usare questa terminologia qui addirittura i nobili sola razza bianca i
contadini la razza bruna carlo cattaneo quando l'anno dopo andrà in esilio a parigi scoprirà che a parigi ci credono a parigi tutti gli dicono nei salotti ma sì ma voi italiani si sa questa storia della patria della libertà è una roba che interessa quattro gentiluomini che hanno viaggiato e che non ha niente da fare il popolo italiano è fatto di lazzaroni a loro non importa niente carlo cattaneo frigge anche perché lui le ha viste di strade di villa e strade di milano piene di cadaveri e quindi lo sa che il popolo non è tutto la
stessa cosa un conto è un popolano di una città in conto è un contadino di una campagna cattolica e ancora tante altre sfumature chiuso non siamo qui per risolvere questo problema ma solo per dirvi che già allora ci si scannava su questo tema quanto ci credono gli italiani nella loro rivoluzione dunque stiamo andando a mantova dove dovrebbe scoppiare l'insurrezione e in effetti i cittadini sono scesi in piazza hanno chiesto le armi poi è intervenuto il vescovo che ha predicato la calma e non correre rischi i cittadini hanno detto beh in fondo tutto sommato è vero
sono tornati a casa radetzky ha buttato dentro un altro reggimento fine dell'insurrezione di mantova a questo punto i piemontesi si dicono beh cosa facciamo ci sarebbe sempre peschiera la prima delle quattro fortezza e peschiera è la più piccola l'asse diagnosi assediamo peschiera almeno stiamo facendo qualcosa capito che il problema è che assediare le fortezze e il modo in cui si faceva la guerra nel settecento prima che arrivasse napoleone che ha insegnato che la guerra si fa muovendosi vai a cercare il nemico e lo annienti poi le fortezze cadono da sole invece carlo alberto dicendo no
assediamo peschiera fate venire l'artiglieria pesante dal piemonte e l'artiglieria pesante da assedio si mette in movimento per arrivare a peschiera tanto c'è tempo e invece non hanno tempo perché a gorizia un altro generale austriaco e new gent ha radunato tutte le guarnigioni cacciate dalle varie città veneta ha reclutato truppe in croazia e adesso ha un piccolo esercito e si prepara a mettersi in movimento verso ovest per andare a rafforzare radetzky innocente un altro vecchione un po meno a 71 anni per l'epoca sono sempre tanti e un irlandese al servizio austriaco fin dall'avvio del settecento anche
lui ha comandato degli eserciti nelle guerre napoleoniche quello che ha sconfitto gioacchino murat adesso è vecchio però anche lui il mestiere lo conosce il 17 aprile nugent varca l'isonzo visualizzate la cartina vero perché si tratta di movimenti il 22 aprile prende udine è la prima grande città veneta insorta che gli austriaci riconquistano con la forza e intanto carlo alberto aspetta l'artiglieria per cominciare la sedia di peschiera i suoi gli dicono ma andiamo a dare un'occhiata verso verona andiamo a dare un'occhiata verso verona bisogna passare anche l'adige sono sempre grossi guai però c'è un ponte c'è
un ponte difeso dagli altri ci vuol dire proprio che non vogliono che passiamo di lì andiamo e passiamo con la forza questo ponte si trova in un altro luogo che tutti avete sentito nominare pastrengo a pastrengo a nord di verona verso la valle dell'adige è importante perché se gli italiani sfondano e bloccano la strada fra verona e trento e per radetzky è una seccatura grossa quindi la mossa non è sbagliata carlo alberto attacca gli austriaci a pastrengo e la prima vera battaglia della prima guerra d'indipendenza e come sapete è vinta se non ci sarebbero le
strade intitolate via pastrengo ecco gli austriaci sono la metà radesca è sbagliato a lasciare di così tante truppe in quei casi o ci metti tutto l'esercito o non ci metti nessuno metterci 8.000 uomini vuol dire farseli mangiare ci fosse stato napoleone davanti quegli 8 mila uomini se li mangiava tutti carlo alberto non e napoleone attacca pianino quando sembra che si metta male c'è la famosa carica dei carabinieri a cavallo uno squadrone 100 uomini caricano gli austriaci si ritirano la battaglia di pastrengo è finita i piemontesi hanno avuto 15 morti e 90 feriti lo 0,7 per
cento delle forze impegnate le autrici che hanno perso hanno avuto il 5 per cento di perdite perché vi dico questo che può sembrare una cosa sgradevole stare qui a dire che ridicoli hanno fatto pochi morti ma se si racconta una guerra bisogna raccontarla con i termini delle guerre nelle battaglie di napoleone era normale che ognuno dei due eserciti perdesse in un giorno di battaglia il 20 il 25 per cento degli uomini impegnati spaventoso ma se a pastrengo carlo alberto perde lo 0,7 per cento dei suoi uomini e l'intera forza austriaca si ritira davanti a lui
invece di essere mangiata vuol dire una sola cosa che da una parte e dall'altra ci vanno molto prudente sia i generali sia le truppe non fanno un passo di troppo sparano ci fermiamo intanto sono arrivati i cannoni finalmente si comincia l'assedio di peschiera e sono arrivati anche i soldati del papa al comando del generale durante un vecchio generale non generale un vecchio rivoluzionario piemontese che ha combattuto nelle guerre civili di mezza europa tipo bizzarro per fare il generale del papa ma il papa non ha generali ha dovuto assumere uno e ha preso questo durando che
sembrava se ne intendesse durando arriva al po dall'emilia romagna con un piccolo esercito una divisione regolare pontificia è una divisione di volontari romani c'è davvero tutta italia appena durando è arrivato al poco alle truppe pontificie pio ix cambia idea il 29 aprile pio ix dichiara ufficialmente che i cardinali gli hanno spiegato che il papa non può partecipare a una guerra fratricida contro una potenza cattolica e quindi le sue truppe si devono ritirare ma per fortuna il 48 e nel 48 succedono le cose più incredibili il generale durando comandante dell'esercito del papa decide che lui disobbedisce
al papa e quindi rimane lì e anzi passa molto lentamente il po e si inoltra nel veneto potrebbe andare a sbarrare la strada a new gent che viene giù da udine è arrivato a feltre belluno sta scendendo sempre più giù scende verso treviso durando sale con l'esercito pontificio dipende da chi è più bravo dei due gli sbarra la strada oppure l'altro è più bravo e riesce a superarlo nuovo gente 71 anni che però ha comandato degli eserciti al tempo di napoleone dorando che è molto più giovane rivoluzionario ne ha fatte di tutti i colori ma
un esercito non l'ha mai comandato non c'è niente da fare nugent passa dorando non lo trova nugent passa oltre il 25 maggio radetzky a verona riceve rinforzi i piemontesi sono sempre fermi ad assediare peschiera radetzky non è napoleone ma sa fare la guerra appena ricevuti i rinforzi attacca il 27 maggio esce da verona la sera ora di nuovo lo so che era più facile se li portava una cartina ma tanto quelli in fondo non la vedevano lo stesso pensate a come è fatta la pianura padana i piemontesi hanno la sinistra pastrengo sull'adige la destra davanti
a mantova e un fronte di 70 km e un epoca in cui non c'è nella radio nel telefono c'è niente è gli ordini li mandi con uno a cavallo un esercito schierato su un fronte di 70 km e troppo disperso radetzky decide di attaccare all'estremità verso mantova attacca davanti a mantova c'è una divisione toscana con due battaglioni napoletani c'è il famoso battaglione degli studenti universitari di pisa sono tutti schierati fra due paesini che anche questi le avete sempre sentiti nominare curtatone e montanara ora la storia di curtatone e montanara si può raccontare in molti modi
si può raccontare l'eroica resistenza dei toscani che resistono un giorno intero fermando l'avanzata di radetzky che altrimenti da sud avrebbe preso alle spalle i piemontesi si può anche raccontare dicendo che già il giorno prima il generale bava piemontese aveva avvertito il comandante toscano che radetzky stava arrivando dicendogli fate qualcosa e secondo il generale bava il generale toscano dello chef non aveva fatto niente si può anche raccontare la versione del generale toscano dell'oggetto il quale dice i piemontesi mi hanno detto che arrivavano gli austriaci aspettavo che venissero aiutarmi non si sono mossi piemontesi morale eroico come
timento degli studenti pisani ma la divisione toscana viene sbaragliata scappa fino a brescia e non ne esce più radetzky ha passato il fondo dello schieramento italiano e può prendere sul fianco i piemontesi carlo alberto raduna quello che riesce a radunare una parte dell'esercito perché troppo sparpagliato viene giù incontro a radetzky era meglio magari se si fermava trovavano lì ma non importa viene giù lo stesso è lì lì si vede che dopotutto neanche radeschi e napoleone c'è un combattimento confuso nessuno capisce molto nessuno ha il coraggio di andare troppo dentro e la battaglia di goito quella
vera prima aveva solo preso il ponte questa è la battaglia di goito commemorata nei nomi delle nostre vie radetzky dopo un pomeriggio di combattimenti incerti decide che non si passa non ce l'ha fatta di andata male torna indietro qui si vede bene che anche lui partecipa ormai di questa mentalità per cui non si va troppo a fondo perché radetzky alla battaglia di goito a quanti morti ha avuto ve lo dico dopo i piemontesi hanno avuto 45 morti e 260 feriti l'uno per cento delle perdite ma in italia è naturalmente quello che conta che la battaglia
è vinta radeschi aveva attaccato e lo abbiamo fermato l'esercito di carlo alberto si è salvato i giornali italiani scrivono della grande vittoria carlo cattaneo a milano legge i giornali ed è disgustato lui ormai è uscito dal governo provvisorio da sinistra e segue la propaganda governativa italiana con orrore carlo cattaneo dopo la battaglia di goito a milano il governo venissimo e ignorante annunciò che il nemico era fuggito dirottamente lasciando 5 mila morti gli austriaci a goito ebbero 68 morti però è una vittoria e il giorno dopo peschiera si arrende solo le regole della guerra il comandante
di peschiera sapeva arriverà dezza se arriva a soccorrermi io tengo sera de ski è battuto io ho fatto il mio dovere e ho il diritto di arrendermi salvare i miei uomini peschiera si arrende e i soldati gridano a carlo alberto viva il re d'italia non basta arriva la notizia che qualche giorno prima a vienna è scoppiata di nuovo la rivoluzione e può anche darsi che radeschi venga richiamato a vienna con le truppe per sparare sugli studenti dunque apparentemente non potrebbe andare meglio cosa si fa si sta fermi naturalmente cercando di decidere qual è la cosa
migliore da fare cosa farà dei key radeschi dice l'unica cosa che non posso fare star fermo mi muovo mi è andata male di qua torno indietro ci sono le città venete in sorte c'è durando con i pontifici andiamo a occuparci un po di loro radeschi fulmineamente marcia su vicenza quindi torna indietro a vicenza arriva durando con i pontifici la posizione fortissima durando garantisce qui possiamo tenere anche otto giorni intanto i piemontesi possono passare finalmente il mincio e vi è anche la adige magari attaccare radeschi alle spalle duran domanda messaggio di questo tipo io sto qua
a fermo 8 giorni garantito venite il primo giorno radeschi attacca sbaraglia i pontifici durando si arrende chiede l'armistizio firma una convenzione per cui si ritira al di là del po e si impegna a non partecipare più alla guerra per tre mesi tutte le città venete tranne venezia sono riconquistate dagli austriaci segue un mese durante il quale nessuno fa niente radetzky aspetta rinforzi ha già fatto abbastanza carlo alberto e non sa cosa fare il re di napoli lo sa ritira le poche truppe che aveva mandato a milano si scopre un nuovo problema la guerra le stanno
facendo solo i piemontesi non c'è un esercito lombardo dobbiamo assolutamente mandare un esercito lombardo reclutiamo volontari il clima è già un po cambiato anche a milano si trovano pochi volontari allora il governo provvisorio mi di milano stabilisce che è un governo quindi ha il diritto di richiamare i soldati in congedo gli ex soldati austriaci in congedo certo hanno sempre l'obbligo di obbedire al governo vengono richiamati non ci sono divise li mandano il fronte senza divisa arrivati al fronte vengono a sapere che gli austriaci fucilano quelli trovati col fucile in mano senza divisa quindi le truppe
milanesi di chiaro che loro finché non gli danno un diviso non combattono allora a milano vanno a vedere nei magazzini sono pieni di divisa austriache decidono di vestire le truppe milanesi condivisa austriache ma per fortuna non ce n'è abbastanza quindi i soldati partono vestiti come vogliono loro scrive carlo cattaneo che ormai si mette le mani nei capelli vestiti con giubbotti di tela i più con berretto alcuni con cappelli di feltro di paglia di ogni foggia reggimenti informi che parevano agli stipendi del più pitocco popolo del globo però le truppe arrivano al fronte i giornalisti insistono
bisogna far qualcosa carlo alberto e tormentato eppure l'occasione ci sarebbe il 4 luglio carlo alberto a il colpo di fortuna della sua vita arriva a proporsi al suo servizio il più grande e generale italiano di tutti i tempi garibaldi arriva garibaldi che è venuto dritto dall'america con un po di uomini per partecipare alla rivoluzione italiana il 4 luglio si presenta carlo alberto offrendogli la sua spada carlo alberto scrive al ministro della guerra o concesso oggi udienza al celebre generale garibaldi dice garibaldi mi ha offerto il suo aiuto suo e dei suoi amici tutti questi rossi
continua la citazione della lettera di carlo alberto i precedenti di questi signori e specialmente del sedicente generale il suo famoso proclama repubblicano ci rendono assolutamente impossibile accettarli nell'esercito si potrebbe forse dar loro un sussidio purché si tolgano dai piedi di conseguenza garibaldi viene cacciato l'esercito è sempre disteso su 70 km da pastrengo a mantova dal mincio al po non funziona niente non funziona il servizio dei viveri i soldati muoiono di fame in mezzo alle province più ricche d'europa fa un caldo da morire letteralmente le divise sono di panno pesante non si conosce niente di igiene
contro la calura del sole non si contano le notizie di soldati e ufficiali che muoiono o di sincope in campo sotto il sole radeschi aspetta di ricevere rinforzi e poi si muove il 29 luglio viene avanti cominciata stare in vari punti scopre che i piemontesi sono deboli a nord sull'adige attacca sfonda li mette in fuga viene avanti corre un rischio perché la parte destra dell'esercito piemontese dove c'è carlo alberto è ancora lì potrebbe attaccarlo sul fianco lo attacca sul fianco radeschi sta salendo verso occidente e carlo alberto lo attacca da sud fra il mincio e
l'adige vicino ai ponti del mincio in un posto chiamato custoza in realtà se uno guarda sulla cartina questi eserciti sono molto grandi e rispetto al territorio non è che stanno tutti in un paesino le battaglie si svolge su un vasto territorio ma custoza il posto simbolico carlo alberto attacca come al solito ormai lo abbiamo capito attacca con poca convinzione poco convinto lui poco convinti soldati nessuna voglia di farsi ammazzare combattono per un paio di giorni poi si rendono conto che non passano radeschi ha vinto radeschi nel solito nella battaglia di custoza si è giocato più
truppe ha avuto più perdita perso il 5 per cento del suo esercito non è mai una battaglia napoleonica e lo vedete napoleone perdeva il 20 per cento pur di non smettere e continuare questi si fermano prima carlo alberto ha perso il 2 per cento si ferma e radeschi non si ferma ha vinto benissimo andiamo avanti passa lui il mincio verso occidente e le strade che collegano l'esercito di carlo alberto alla madrepatria al piemonte e quelle strade sono gli gnostici ci arrivano sopra ci tagliano la ritirata cosa tragica davvero per un esercito che non può vivere
se non ha una linea di collegamento con la patria da cui arrivano le notizie i rinforzi soldi tutto dunque la situazione è drammatica carlo alberto chiede l'armistizio 27 luglio radetzky è talmente stupefatto che questi alla prima sconfitta gli offrono già l'armistizio che non chiede quasi niente gli basta che i piemontesi si ritirino dietro alla da potrebbero tenere milano quindi è un'offerta straordinaria carlo alberto dice mai mai accetterò condizioni così vergognose la guerra continua di conseguenza si ritirano però passano il mincio fanno saltare il ponte di goito 27 luglio passa nel mincio 28 luglio passano l'olio
all'andata ci aveva messo una settimana al ritorno ci mettono un giorno 31 luglio passano la da lasciando dietro di se un paese terrorizzato perché tutto il paese era insorto e adesso hanno tutti il terrore delle rappresaglie adesso tornano gli austriaci cremona e quasi abbandonata dagli abitanti indietro rimangono solo i malati tantissimi non hanno abbastanza ospedale non hanno medici innumerevoli soldati malati sono lasciati indietro si spera di resistere sull'adda ma gli austriaci sono più bravi il primo agosto passano anche l'udc questo punto caldo alberto tanto per cambiare deve decidere cosa fare torno in piemonte e non
se ne parla più non si sa mai difenderò milano carlo alberto decide di marciare su milano e difenderla e qui si è discusso moltissimo perché ovviamente le fonti diciamo così monarchiche dicono l'atto eroico del re che decide di sacrificarsi col suo esercito per salvare milano poi ci sono quelli che dicono sì avevo una gran paura che scoppiasse la rivoluzione a milano alla notizia che il re aveva perso la guerra avevo una gran paura che proclamassero la repubblica a milano perciò preferisce andarci lui con l'esercito fatto sta che ci va e questa estate caldissima pazzesca la
sera del 2 agosto c'è un uragano con grandine così grossa che ammazza uomini e cavalli i soldati si ritirano del giorni senza niente da mangiare in condizioni disastrose il 3 agosto arrivano a milano e trovano una popolazione ostile perché a milano ormai si son detti il re ci sta per mollare il clima non è più quello è comunque piemontesi si trincerano in quella che oggi è parte di milano e allora era una remota periferia di cascinali per il piacere dei milanesi lo dico la linea di difesa va da chiesa rossa al vigentino al corvetto fino
a calvairate ci si schiera lì il 3 agosto sperando di difendere milano il giorno dopo arabeschi non perde tempo il 4 agosto radeschi attacca dopo un giorno di combattimenti carlo alberto si arrende dichiara che non sa vivere in una munizioni i milanesi poi sosterranno non è vero la città era piena di viveri era piena di munizioni piena di gente pronta a combattere carlo alberto preferisce arrendersi chiede l'armistizio a questo punto però milano la delle cedere le condizioni che aveva rifiutato pochi giorni prima sarebbero state da leccarsi i baffi invece no l'armistizio vuol dire i piemontesi
tornano in piemonte milano viene ceduta agli austriaci i primi popolani milanesi che arrivano dalle barricate in periferia in centro dove c'è la folla in piazza e dicono alla folla il re si è reso milano e ceduta agli austriaci vengono linciati dalla folla che non ci crede crede che siano spi austriache provocatori a milano si suonano le campane a martello si arma la gente ma ma intanto gli austriaci stanno entrando c'è un momento in cui non si sa cosa può succedere perché l'esercito piemontese e in periferia e il re invece in centro ea palazzo greppi praticamente
da solo con pochi aiutanti e fuori c'è la folla che urla passa qualche ora durante le quali può succedere di tutto può succedere che i milanesi invadano il palazzo e impicchino carlo alberto al balcone come può succedere che le truppe piemontesi in periferia che sono informate di quello che sta succedendo attacchino milano e la mettano a ferro e fuoco per salvare il loro re poi invece per miracolo si evita il peggio arriva un gruppetto di bersaglieri recupera carlo alberto lo porta fuori milano e l'esercito se ne va e gli austriaci rientrano in milano insomma il
peggio è evitato ma appunto peggio di così non poteva andare il 9 agosto si firma l'armistizio di salasco la guerra è durata quattro mesi e mezzo immediatamente dopo questa è l'ultimissima cosa con cui chiudo la notizia arriva a vienna dove la rivoluzione è finita era un fuoco di paglia sono tutti tranquilli arriva la notizia della grande vittoria di radetzky e johann strauss per festeggiare compone quel pezzo che ho da noi tutti gli anni al concerto di capodanno ascoltiamo con tanto piacere la marcia di radetzky che non viene composta per capodanno ma impara tamburo battente in
pochi giorni l'armistizio del 9 agosto il 31 agosto a vienna va la prima della marcia di radetzky grazie [Applauso] [Applauso]
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