GIACOMO LEOPARDI - vita, opere, pensiero, poetica.

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Prof. Daniele Coluzzi
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giacomo leopardi è uno dei più grandi poeti della nostra letteratura italiana eppure siamo portati ancora oggi a considerarlo semplicemente come un poeta negativo infelice cupo un poeta ammalato con la gobba che studiava troppo tutte queste convinzioni che abbiamo su di lui sono in realtà errate leopardi non è il poeta dell'infelicità non è il poeta della morte è piuttosto il poeta della vita non è infatti un personaggio isolato dal mondo e dai problemi del suo tempo interessato soltanto a lamentarsi o a parlare in modo vittimistico della propria infelicità al contrario il fine di tutta la poesia
di leopardi è quello di celebrare la bellezza della vita umana e di raccontarci non con rassegnazione ma quasi con una forma di ribellione di protesta le sofferenze che tutti gli uomini vivono ci parla di quegli ostacoli che tutti noi incontriamo nel percorso della nostra vita e ci spiega anche il modo per aggirarli le possibili soluzioni che abbiamo di fronte alla nostra sofferenza leopardi non si rifugia nella delusione nello sconforto piuttosto rivendica in modo quasi eroico l'importanza della felicità quello che effettivamente chiamiamo pessimismo leopardiano è semplicemente la consapevolezza dello stato di sofferenza di tutti noi esseri
umani ma non si ferma lì il discorso di leopardi vediamo che cosa dice innanzitutto parliamo della sua vita giacomo leopardi nasce nel 1798 a recanati è un piccolo paese delle marche che fa parte dello stato pontificio la sua famiglia una famiglia nobile del posto vive infatti nell'antico palazzo del casato al centro di recanati il mondo di recanati e della famiglia di leopardi e un mondo chiuso in se stesso è un mondo molto piccolo di provincia il padre monaldo è un reazionario cioè una persona ostile a tutte quelle nuove idee a quei cambiamenti che stavano circolando
nell'europa del tempo qualche anno prima c'era stata la rivoluzione francese è impegnato proprio proteggere i figli da qualsiasi contatto con l'esterno che lo stesso modo adelaide la mamma di leopardi una donna molto rigida incapace di coltivare gli affetti molto religiosa vede però nel cattolicesimo semplicemente un insieme di regole di obblighi molto rigidi che vanno a svilire la personalità dei figli e in tutta questa situazione obiettivamente chiusa e priva di affetti leopardi cresce con una grande voglia invece di amore e anche di attenzione proprio nello studio trova l'occasione per aprire i suoi orizzonti per guardare al
di là del suo piccolo natio borgo selvaggio come lo definisce cioè della sua piccola recanati sicuramente era un ragazzino già intellettualmente vivace precoce dal 1809 al 1816 si dedica infatti allo studio matto e disperatissimo si dedica allo studio delle lingue antiche delle lingue moderne della filologia della filosofia della poesia anche grazie alla ricca biblioteca che il padre gli mette a disposizione tuttavia questo è vero leopardi fin da subito ha una salute abbastanza cagionevole sulle malattie di leopardi che ha detto tanto principalmente i problemi erano relativi alla vista e alla deviazione della spina dorsale probabilmente lo
studio contribuisce tra l'altro ad aggravarsi di queste malattie certo punto sente addirittura il bisogno di fuggire dalla propria casa nel 1819 tenta questa fuga da questa piccola realtà chiusa di recanati che purtroppo però fallisce miseramente continua comunque a dedicarsi la poesia infatti dal 1819 al 22 scrive i più grandi componimenti poetici di quell'epoca e l'infinito per esempio alla luna in questi anni tra l'altro comincia l'amicizia con pietro giordani coraggio grandi intellettuali del tempo che sarà veramente una figura importante per lui intellettuale ma anche un confidente un amico vero e 1822 fa un viaggio a roma
un viaggio molto importante perché rimarrà profondamente deluso dalla città che è assolutamente decadente lasciata a se stessa ma rimarrà anche deluso dai personaggi che la popolano principalmente da tutti quegli intellettuali che nei propri salotti non facevano altro che disquisire di questioni però abbastanza arretrate antiquate e leopardi fin da subito capisce che è più avanti rispetto agli intellettuali della sua generazione dal 1825 leopardi riesce finalmente ad emanciparsi da recanati e comincia a viaggiare grazie soprattutto ad alcune collaborazioni e lavori editoriali riesce a spostarsi per esempio a bologna firenze a pisa per esempio nel 1830 e a
firenze e comincia finalmente ad entrare nel vivo del dibattito culturale del tempo frequenza dei salotti molto importanti come quello di fanny targioni tozzetti della quale tra l'altro si innamorerà ma avrà una grande delusione gli ultimi anni della sua vita leopardi se li passa a napoli dal 1833 al 1837 ospite dell'amico ranieri e di sua sorella che lo accolgono e lo aiutano negli ultimi anni che sono caratterizzati da un aggravarsi ulteriore delle sue condizioni di salute ecco leopardi ebbe una vita molto breve morì a 39 anni eppure l'ultima parte della sua vita è caratterizzata da un
atteggiamento combattivo l'impegno anche deciso nei confronti della realtà del suo tempo detto tutto questo quali sono le opere principali di leopardi sicuramente i canti un'opera che raccoglie tutte le sue più grandi poesie dall'infinito al sabato del villaggio a silvia la ginestra un'altra opera importantissima è lo zibaldone un vero e proprio diario che leopardi scrive dal 1817 al 1832 e qui ci sono ricordi appunti riflessioni filosofiche e sono tutti mescolati non c'è un vero e proprio ordine preciso sistematico tra le opere principali mettiamo anche le operette morali cioè la principale opera in prosa di leopardi 24
testi sotto forma di dialoghi tra personaggi storici fantastici leggendari su questioni relative alla condizione umana questioni filosofiche vediamo ora il pensiero di leopardi forse la parte più interessante di tutto questo discorso premetto una cosa tutto quello che andremo a dire adesso è un tentativo di incanalare un pensiero complesso come quello di leopardi che tra l'altro minuta cambia nel tempo come è normale che sia in dei semplici termini delle semplici etichette che ci aiutano a comprenderlo meglio ma che sono in qualche modo sempre riduttive detto questo al centro del pensiero di leopardi c'è una questione che
se vogliamo è anche molto semplice e cioè l'infelicità dell'uomo l'uomo è infelice soffre nel corso della sua vita è la causa principale di questa sofferenza secondo leopardi è la ricerca del piacere cioè l'uomo nel corso della sua vita ricerca costantemente il piacere come fonte di felicità e stiamo parlando di un piacere materiale di un piacere sensibile totali a ogni a pagamento di questo desiderio risulta temporaneo e parziale nessuno cioè dei piaceri di cui può godere l'uomo risulta infinito per estensione perdurata anzi al contrario ci lascia sempre profondamente insoddisfatti alla ricerca di un piacere infinito che
però ci sfugge di continuo ecco qui il pessimismo ecco qui la condizione di infelicità costante dell'uomo in una primissima fase alcuni critici parlano di pessimismo individuale cioè una fase in cui leopardi prende coscienza della propria personale infelicità data dalle malattie data dal contesto rigido nel quale cresce questo pensiero però molto presto si apre e si trasforma diventa qualcosa di più complesso parliamo infatti di vero e proprio pessimismo storico secondo leopardi infatti a questa infinita insoddisfazione e sofferenza possiamo porre l'illusione e l'immaginazione sono degli strumenti che la natura benigna ci mette a disposizione per sopportare questo
stato di sofferenza più siamo in contatto con la natura più siamo vicini a questo aspetto di immaginazione di illusione più siamo felici non a caso infatti in questa fase del pessimismo storico i più felici per esempio tra gli antichi e moderni sono gli antichi perché gli utili che avevano un rapporto diretto con la natura che invece i moderni cioè i contemporanei di leopardi stanno via via perdendo a causa del progresso della ragione o per esempio tra a fanciulli adulti in questa fase i più felici sono i fanciulli perché sono capaci ancora di immaginare di illudersi
e di avere un contatto diretto quindi con il loro aspetto più naturale la ragione non li ha ancora portati a rendersi conto dello stato di sofferenza nel quale dovranno vivere il progresso della civiltà ma anche l'avanzamento della propria età biologica portano quindi secondo leopardi ad un inasprimento della sofferenza questa concezione però del pessimismo e in generale della natura entra presto in crisi il pensiero di leopardi cambia si fa ancora più complesso le parti capisce che proprio la natura a mettere dentro di noi questa continua ricerca del piacere questo desiderio costante del piacere però non ci
da i mezzi per soddisfarlo cioè la natura non è più una madre benigna che ci mette al mondo e dalla quale poi noi purtroppo nel corso degli anni ci allontaniamo a causa della ragione al contrario è una madre matrigna cioè una madre e crudele che ci mette il mondo e ci lascia noi stessi anzi ci fornisce tutti quegli strumenti di sofferenza come per esempio appunto il piacere la natura diventa un certo punto addirittura un meccanismo ceco indifferente nei confronti delle sofferenze dell'uomo che anzi sono necessarie per la conservazione della specie cioè la distruzione dell'uomo la
malattia alla vecchiaia la morte sono necessarie per continuare questo meccanismo ceco folle crudele che la natura mette in moto per noi quindi fuoco non è più causa della propria infelicità come avveniva nel pessimismo storico no parlo invece è vittima semplice vittima della natura una natura crudele e maligna e addirittura a un certo punto indifferente che ci mette al mondo per farci soffrire questa è quella che viene chiamata la fase del pessimismo cosmico cosmico perché riguarda tutti riguarda tutti gli esseri viventi e anche perché questo meccanismo è proprio meccanismo del cosmo cioè il meccanismo di base
del funzionamento della natura e questo meccanismo crudele e insensato che fa del male l'uomo non è un meccanismo secondo leopardi creato da dio dio è il grande assente nel pensiero di leopardi ecco credo che leopardi in realtà stia parlando di qualcosa di cui purtroppo facciamo esperienza adulti nel corso della nostra vita la sofferenza esiste la ricerca del piacere costante l'insoddisfazione anche questo è proprio il motivo per cui inizialmente dicevo che leopardi il poeta della vita il poeta che ci racconta il funzionamento reale concreto di quello che noi chiamiamo vita è importante però in tutta questa
analisi del pensiero delle barre di non dimenticarci dell'ultima fase della sua poesia che coincide con un lungo componimento chiamato la ginestra in questa fase della sua vita leopardi ci dice qualcosa di molto importante guardi ci dice che l'uomo proprio perché ha un nemico comune la natura ora è a una comune disgrazia deve riscoprire un senso di solidarietà cioè consapevoli della sofferenza che li accomuna gli uomini devono essere in grado di allearsi tra di loro per aiutarsi a vicenda a sopportare questo dolore è un vero e proprio appello a un senso di umanità è un messaggio
assolutamente positivo ecco qui che leopardi non è un poeta rassegnato alla sofferenza al dolore è un poeta lì invece cerca di protestare contro questo dolore di darci delle possibili soluzioni una delle possibili soluzioni è quella di allearci con gli altri cioè quella di riscoprire un senso di appartenenza comune vediamo infine come ultima cosa la poetica se come abbiamo detto l'uomo è impossibilitato a raggiungere una piena soddisfazione del proprio piacere ha però a disposizione uno strumento importantissimo quello dell'immaginazione nell'immaginazione infatti l'uomo può provare piaceri infiniti l'immaginazione può essere infatti una vera e propria alternativa ad una
realtà piena di noia e dolore cioè nella realtà di tutti i giorni ci sono degli elementi che hanno una vera e propria forza successiva chiaro la capacità di farci sviluppare l'immaginazione è il caso della famosissima sieve dell'infinito la poesia di leopardi quindi è piena di parole di termini che devono stimolare questa immaginazione sono immagini molto vaghe sono parole molto generiche cioè nelle parole ricche di risonanze se pensiamo alla stessa parola infinito è una parola che non ci rimanda a una sensazione di concreto piuttosto ad un concetto molto vago ad un concetto molto astratto queste sono
tutte immagini suggestive vincenti perché sono delle immagini che in qualche modo ci hanno affascinato quando eravamo fanciulli e quindi diventa fondamentale per la poetica di leopardi il tema della rimembranza cioè la poesia deve andare a recuperare tutte quelle vecchie della fanciullezza che ci hanno fatto provare stupore che ci hanno reso in qualche modo felici a livello tecnico a livello pratico tra l'altro leopardi spesso con un utilizzo delle rime e cioè si avvale del verso sciolto o per esempio di strofe dalla lunghezza variabile tutto questo non fa perdere comunque musicalità componimenti anzi la rafforza detto questo
su leopardi ci sarebbe tantissimo altro da dire è riduttivo parlare in questi termini di un poeta del genere tuttavia questi sono i punti fondamentali dell'autore quelli che sono stati anche principalmente schematizzati dalla critica letteraria ma alla parte più bella poi è quella dei testi cioè andare a leggere quello che leopardi realmente ha scritto e prendere spunto da quello per la nostra esperienza personale cioè per arricchirci di riflessioni e di pensieri che possono aiutarci anche nella vita di tutti i giorni a superare dei problemi questo leopardi riesce a farlo forse più di ogni altro co autore
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