[Musica] [Musica] giuseppe ungaretti nasce alessandria d'egitto il 10 febbraio 1888 da genitori italiani nel 1912 ungaretti si trasferisce a parigi e si immerge nell'ambiente delle avanguardie frequentando molti artisti e scrittori tra cui guillaume apollinaire è il periodo in cui picasso e braque realizzando i primi collage cubisti nel 1915 l'italia entra nella grande guerra e ungaretti si arruola come soldato semplice i combattimenti sul carso saranno per lui un'esperienza terribile ma politicamente seconda nel 1916 pubblica il porto sepolto nel 1926 di jean cocteau dà alle stampe il saggio il richiamo all'ordine i tanto ungaretti si è trasferito
da parigi a roma con la moglie zhang yuan sostiene apertamente il fascismo nel 1931 pubblica l'allegria rielaborazione del porto sepolto e due anni dopo sentimento del tempo nel 1937 accetta un incarico universitario in brasile qui perde il figlio antonietto di 9 anni ungaretti torna in italia nel 1942 riceve da regime una cattedra universitaria e altri onori per questo nell'italia repubblicana per qualche tempo non potrei insegnare ma continua a scrivere il dolore la terra promessa che ispira il compositore luigi nono un grido e paesaggi il tacchino del vecchio raccoglie tutte le sue poesie in vita ad
un uomo muore a milano la notte del 1º giugno 1970 [Musica] [Musica] guardate queste poesie provate a guardarle senza leggerle le più grandi poesie di ungaretti sono così lunghe e strette sono trincee e quando le leggi bisogna misurare ogni passo aggirare le feritoie scavalcare i corpi fare attenzione al fisco di una granata che ti passa sopra la testa se vuoi arrivare fini fa [Musica] questa è la storia di un poeta che è riuscito a vedere le parole ed è per questo che lo leggiamo sì lo leggiamo prendiamo il caso del suo m'illumino d'immenso che in
realtà è una poesia di due versi intitolata mattina ne hanno ricamato di tutto m'illumino di meno una campagna per il risparmio di energia m'illumino d'inverno un festival a sorrento m'illumino di horror un blog a tema cinematografico m'illumino di impegno una guida per educatori cattivo gusto può darsi ma è la traccia di una familiarità diffusa capillare la morte si sconta vivendo cessate di uccidere i morti si sta come d'autunno sugli alberi le foglie e così via ungaretti è uno dei pochi poeti del novecento presenti nella memoria collettiva degli italiani tutti ne conoscono almeno qualche verso e
molti moltissimi lo hanno amato flavio santi viene dalle terre segnati in profondità dalla grande guerra ma la sua attività di poeti italiani in friulano critico dal ratore traduttore l'ha portato a viaggiare da una cultura all'altra e da una lingua all'altra con ungaretti quando tu apri un libro di raccolte poetiche di ungaretti e vedi una poesia scritta sulla pagina qual è la prima cosa che vedi allora io vedo l'europa perché ungaretti e il primo poeta italiano di formazione europea non soltanto europea globale nasce ad alessandria d'egitto quindi ha nel sangue il canto di beduini si forma
parigi poi si trasferisce a invasi e in brasile a basilea dove insegna quindi io vedo un poeta punto.it dicevo europeo ma anche di più un poeta internazionale il primo poeta internazionale che l'italia nel novecento quindi a questa ricchezza è una fusione di stili di vita e di pensiero tutto comincia nel deserto alessandra d'egitto e qui che nel 1888 giuseppe ungaretti nasce la città è circondata dalle sabbie aggrappata al delta del nilo e al mare alessandria ospitò la più grande biblioteca del mondo antico i genitori vengono da un paese presso lucca il padre antonio è emigrato
per lavorare fa allo sterrato real canale di suez inaugurato pochi anni prima ma a furia di affondare le gambe nel fango si ammala muore quando giuseppe a due anni la madre di giuseppe anche un figlio l'anarchico doveva toccarli e poeta i tempi della giovinezza di ungaretti la città di alessandria era di una eccezionale vitalità per la presenza di etnie religioni comportamenti modi di vita diversi e liberissimi tra l'altro ungaretti ha avuto modo di incontrare tanti personaggi come l'amico muhammad e shalhoub come e un italiano della sua stessa terra enrico pea poi ha frequentato vari scrittori
poeti tra l'altro non dimentichiamo che l'alessandria c'era uno dei più grandi poeti del primo novecento il greco costantino kavafis con cui ha avuto qualche rapporto il giovane ungaretti di alessandria per ungaretti è anche una storia la leggenda dell'antico favoloso porto di pharus che il tempo avrebbe letteralmente sepolto riempito di fango di sabbia di deserto nessuno sterrato re losco vera mai il porto sepolto vi arrivai il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li rispetto di questa poesia mi resta quel nulla di inesauribile segreto il porto sepolto è una immagine diciamo di
partenza per questo giro mito olistico che ungaretti descrivere però è anche un punto d'arrivo perché nella poesia intitolata porto sepolto si dice vi arriva il poeta il mito di ulisse viene ripreso costantemente nella sua questione questo mito di ulisse fa però parte cioè ritorna in ungaretti anche perché è parte di un generale ritorno del mito di ulisse agli inizi del 900 ci sono naturalmente prima di ungaretti d'annunzio e pascoli d'annunzio è il simbolo dell'eroe del superuomo nietzschiano o dannunziano veramente no mentre per ungaretti noel uomo che ha combattuto come adesso veneti torna come ungaretti torna
a casa e perché le avventure sono infinite e hanno infinita valenza anche simbolica o se preferiamo allegorica pulisse è uno nessuno e centomila per dirla con pirandello su uno come lui stesso si definisce uno perché lui ma anche cambia continuamente no maschera identità personalità il porto sepolto è un fantasma gemello dell'altro grande fantasma di alessandria la biblioteca scomparsa il porto segreto la biblioteca scomparsa prime immagini di quella che sarà per ungaretti la poesia che è insieme mistero e strumento di esplorazione del mistero il mistero c'è è in noi basta non dimenticarsene scriverà più avanti e
questo è il periodo in cui conosci versi di un grande poeta francese è morto un decennio prima stéphane mallarmé vi gettai summa l'arme e lo lessi con passione ed è probabile alla lettera non lo dovevo capire ma conta poco capire alla lettera la poesia la sentivo umi seduceva con la musica delle sue parole con il suo segreto la grande poesia francese della seconda metà dell'ottocento ma già cominciando un po da prima affronta la corrispondenza segreta tra le parole tra le parole e le cose cerca di indagare il fondo scuro della realtà e mentre baudelaire fa
questo tenendo un po ancora presenti dei riferimenti realistici mallarmé trasforma tutto in qualche cosa di assoluto di astratto uno scavo senza fine dentro la parola dentro i rapporti interni tra le parole e le sottigliezze che stanno nascoste delle cose è un'indagine sul segreto segreto inafferrabile sull'impossibile della parola che è molto importante come punto di riferimento per la poesia di ungaretti poi nel 1912 ungaretti parte davvero ungaretti lascia l'egitto ma si ferma poche in italia nuova destinazione parigi parigi è la capitale culturale d'europa e anche la città in cui la cultura europea viene sistematicamente messo in
discussione smontata e ricostruita deformata dice qualcuno come in un quadro espressionista o cubista futurista robaccia dice qualcuno ma agli artisti delle avanguardie queste reazioni non interessano sono venuti a parigi da tutta europa per sperimentare un'arte nuova un'arte che rifiuta l'ordine e il buon senso anzi che forse prova a formulare nuovi principi ordinatori all'inizio del novecento parigi attirava intellettuali scrittori da tutto il mondo come centro della modernità e di una cultura artistica letteraria musicale che sia collegava in profondità con tutto l'orizzonte del moderno tutti i personaggi tra l'altro giorno che ungaretti ha conosciuto frequentato picasso braque
break max jacob e poi scrittori come andrejic marciatori anche rivolti in una posizione più d'avanguardia e la presenza poi determinante pure per ungaretti di un filosofo come versati nell'oceano delle avanguardie ungaretti trova il suo faro un poeta di padre svizzero di madre polacca nato a roma e vissuto in francia scrive in francese e scrive con una libertà che ungaretti non dimenticherà guillaume apollinaire volete è forse il maggiore poeta francese diciamo a cavallo tra i due secoli un po essere parte dal simbolismo ma poi va certamente verso il modernismo una vera e propria amicizia tra i
due apollinare gode i sigari toscani che gli porta ungaretti quando altro carlo forse la sua raccolta più importante è calligramma per ungaretti cioè calligrammi perché lì c'è diciamo che l'eredità simbolista viene oltrepassata in maniera forse ancora più decisa che tradotto no primo traduttore la traduzione un dialogo è una specie di ponte gettato verso un altra sponda e si crea poi una specie nelle quasi di amicizia tra il poeta che traduce il poeta tradotto anche se poi trattare tutto magari morto per l'amicizia che appunto travalica la pura materialità della vita concreta la traduzione è un continuo
travaso e un laboratorio e un laboratorio è un esercizio poetico formidabile uno scambio continuo di idee per cui tu diventi il poeta che sta traducendo il poeta tradotto in un certo senso diventa il l'alto penso appunto per esempio ad alcune esperienze ungarettiano e con apollinea per cui ungaretti diventa pauline air e viceversa pò linea diventa una rete nel 1914 ungaretti si stabilisce a milano quell incontro di culture e di nazioni che avveniva ad alessandria parigi ora è diventato impossibile è scoppiata la prima guerra mondiale nessuno ha ancora capito che quella guerra sarà una guerra diversa
da ogni altra guerra [Musica] l'italia per ora è fuori dal conflitto intervenire o no nel paese il dibattito e rumoroso persino violento giuseppe prezzolini che ha 33 anni e già un intellettuale cosmopolita e un grande organizzatore culturale sostiene l'intervento ungaretti gli scrive caro prezzolini a proposito della guerra posso confidarle qualcosa di mio le dico sono uno smarrito a che gente appartengo di dove sono sono senza posto nel mondo senza prossimo nichino verso qualcuno e mi faccio male come fare a vivere e continuamente rinchiudersi come una tomba alessandria d'egitto parigi milano tre tappe 26 anni e
il cantuccio di terra per il miglio riposo non me lo posso trovare è questa la mia sorte e chi dovrebbe accorgersi che patisco chi potrebbe ascoltarmi [Musica] sono strani discorsi sono un estraneo dappertutto mi distruggerò al fuoco della mia desolazione e se la guerra è consacrasse italiano il medesimo entusiasmo i medesimi rischi nel medesimo eroismo la medesima vittoria per me per il mio caso personale la bontà della guerra per tutti gli italiani finalmente una comune passione una comune certezza finalmente l'unità d'italia nel 1915 l'italia entra in guerra e anche ungaretti parte per il fronte è
un soldato semplice e a 27 anni inizialmente le ha destinato a un deposito poi finalmente arriva in trincea [Musica] la guerra mondiale ha richiamato partecipazione attivissima di tanti scrittori c'è chi ne ha dato un'immagine anche trionfale è retorica ma è molto importante invece la prospettiva di coloro che sono scesi dentro il dolore la sofferenza lo sfacelo no il andare al di là dell'umano che è stata la vita di trincea stato un trauma gigantesco che ha fatto crollare proprio tutti gli equilibri della della vita sociale culturale mentale del modo di stare dentro le cose no stare
dentro la trincea era un modo di di soffrire nella materialità nella fisicità della guerra che tutte le ideologie no correnti non avevano mai messo in evidenza con tanta forza con tampoco ossessione la prima poesia scritta sul fronte a un epigrafe cima 4 23 dicembre 1900 sono i luoghi delle sue battaglie dell'isonzo la quarta si è conclusa da 20 giorni in meno di un mese ha fatto più di 11 mila morti tra soldati italiani e austriaci e la terza battaglia avvenuta tra ottobre e novembre in due settimane di morti ne ha fatti più di 20 veglia
cima 4 il 23 dicembre 1915 un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca di grigliata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore non sono mai stato tanto attaccato alla vita la poesia di ungaretti germoglia nella parigi di picasso e di apollinaire ma non vede la luce della ville lumière no nasce qui sul carso nella tragedia della guerra segni sono ovunque sono soprattutto nei luoghi di battaglia ovviamente dove veramente la terra porta ancora le ferite così torniamo anche le ferite di ungaretti
sulla pagina sono ferite all'interno della terra se tu ti arrampichi sui sentieri di montagna in alto quindi quasi toccando il cielo che ho scorgi anche la follia della guerra quindi se è quasi in bilico un'esperienza vertiginosa se quasi in bilico fra due mondi perché so parità il cielo quindi la purezza la bellezza dell'universo però si abbassi gli occhi e le ferite le tracce del francese quindi la brutalità della vita e il plenilunio di quella poesia di veglia di ungaretti galassie ma bellissima emblematica quel cadavere del compagno che è la morte accanto un ghetti che la
vita quindi vita e morte strate insieme è una poesia nuova che molti trovano sconcertante e anti poetica ma forse ciò che sconcerta di più in questa poesia di guerra nel suo slancio vitale se lo confrontiamo soprattutto col vitalismo espansivo teatrale spettacolare di gabriele d'annunzio o con quello invece pieno di turbamenti senso della contraddizione interna che è proprio di pirandello no il vitalismo di ungaretti si concentra proprio sulla fisicità sulla corporeità della parola sul senso della parola e del corpo dell'esistere in quanto proiettato nel flusso della vita ecco questo credo differenzia fortemente il suo vitalismo da
quello di altri anche se poi si riconnette no anche al fascismo da un certo al vitalismo fascista la prima raccolta di ungaretti si intitola il porto sepolto 1916 tre anni dopo esce la nuova edizione con modifiche allegria di naufragi non più sepoltura naufragi però allegri e dopo altri 12 anni l'edizione definitiva semplicemente l'allegria molti la ritengono la singola raccolta poetica più importante del novecento italiano [Musica] la grande forza di ungaretti è un talento eccezionale per l'analogia la capacità di creare immagini fulminanti indimenticato con il mare mi sono fatto una bara di freschezza dalla strada di
brezza per appoggiare stasera [Musica] la mia malinconia l'area e crivellata come una trina dalle schioppettate degli uomini ritratti nelle trincee come le lumache nel loro guscio un riflettore di la mette un mare nella nebbia è il mio cuore il paese straziato eccome portati via [Musica] si rimane un poeta che riesce a unire come in un abbraccio in particolare all'universale io ti cedo una poesia d'allegria universo colmare mi sono fatto una barra di freschezza vedo non vede il mare lui immerso nel fango nella terra sotto la guerra siamo durante la prima guerra mondiale e lui pensa
al mare e pensa all universo e apre mondi ungaretti apre mondi come tutti i veri poeti è in grado da un particolare minimo il mare che non vede quindi da un sogno da qualcosa a cui aspira di parlarti dell'universo della vita della morte e lui di noi poesie lunghe e strette come trincee tentativo di esaurimento dei versi ungarettiani composti da una sola barca massacrato digrignata penetrata tanto suicida sempre patria vivere sciogliere riposa cuore oggi sfrenato lasciando sospesi sorpreso morto atterrita riavere mondo fratelli fratelli solo vivendo ritratti mani felicità ungaretti la certificazione sono versi liberi ma
ma versi liberi scarnificati cioè spesso ungaretti è famoso per questo il verso è fatto di una parola o di due al massimo insomma dove se uno ricostruisce il ritmo di tutta la poesia poi vede che alla fin fine viene fuori nel decasillabi giù di lì ma il verso è spezzato per cui bisognerebbe leggerlo come dire come forma di simbiosi una sola parola farle il vuoto intorno lasciarla risuonare ma non si tratta soltanto di un effetto tossico prendiamo una delle sue poesie più famosi fratelli fratelli ecco il luogo e la data mariano il 15 luglio del
1916 mariano del friuli è un puntino nelle retrovie due settimane prima 10 chilometri più in là c'è stato il primo attacco col gas l'ungherese usano mazze ferrate per finire i feriti muoiono 7.000 italiani due ditte austro ungarici gli alti comandi la definiscono una giornata tranquilla forse hanno ragione e appena un minimo episodio nelle strade della grande guerra circa 9 milioni di vittime sono tre militari la poesia fratelli è un'indagine sulla parola il fratello un'indagine condotta con l'orecchio e con il cuore fratelli mariano il 15 luglio 1916 picche reggimento siete fratelli parola tremante nella notte figlia
appena nata nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità fratelli fratelli prima di tutto è una parola non è stato ungaretti il poeta ad eleggerla l'anno pronunciata dei soldati anonimi sprofondati nei sacchi di sabbia delle trincee rivolgendosi ad altri soldati anonimi dica reggimento siete fratelli e ungaretti la sola ricevuta come si riceve un mistero sente che c'è qualcosa sotto e allora cerca di capirla ci gira intorno la smonta proprio come facevano i suoi amici delle avanguardie a parigi fratelli è una parola piena di cose opposte tra loro è una foglia appena nata debolezza ma
anche promessa di vita poi è una vibrazione dell'area spasimante e spasimante vuol dire innamorato ma anche agonizzanti poi è una involontaria rivolta sembra quasi che la rivolta centri con il volere che rivolta sia il sostantivo di rivoglio come se certe cose 1 non usasse volerle che al tempo stesso le volesse il doppio e per finire fratelli c'entra con la fragilità fraternità fragilità fra qualcosa che sta fra di noi ci unisce proprio perché puoi frange di spezzarlo uccidere [Musica] tutto questo in 24 parole tutto questo per vederne una soprattutto di parola fratelli per togliere tutta la
sabbia che la ricopre e per trovare un mare un intero mare è un porto quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata e nella mia vita come un abisso questo ponte è stato inaugurato nel 1914 è fatto saltare dagli austriaci il 24 maggio 1915 il giorno dell'entrata in guerra dell'italia l'anno ricostruito nel 19 per tutta la grande guerra è stato un ponte immaginario virtuale una specie di porto sepolto è un buon posto per fare il punto su ungaretti ricapitolando primo una particolare adesione alla vita secondo uno straordinario potere di evocare immagini terzo un bisogno
di scavare nelle parole quarto la necessità che lo ha fatto andare sul carso di definire la propria identità tutto questo confluisce in una poesia diversa dalle altre lunga stranamente lunga come un fiume lavarsi e rinfrescarsi non era facile in agosto di al fronte quando potevi farlo prendevi il tuo tempo si dilunga vtd stende vi nei fiumi ungaretti racconta racconta di essersi disteso nell'acqua del fiume isonzo è un rito funebre battesimale i fiumi gotici il 16 agosto 1916 mi tengo a quest'albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il cuore di un circo prima o dopo
lo spettacolo e guardo il passaggio quieto delle nuvole su ea roma stamane mi sono disteso in un'urna d'acqua che come una reliquia ho riposato l'isonzo scorrendo mi levi gava come un suo sassi ho tirato su le mie quattro ossa e me ne sono andato come un acrobata sull'acqua [Musica] mi sono accollato vicino ai miei panni sudici di guerra che come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole [Musica] questo è lì sotto e qui mai mesi mi sono riconosciuto una docile fibra dell'universo il numero supplizio e quando non mi credo in armonia ma quelle
ho molte mani che mi intridono mi regalano la rara felicità ma i fiumi non finisce qui un rito dell'ottenere su fet così accade all'improvviso ungaretti rammemora tutti gli altri fiumi che hanno contato nella sua vita il serchio presso lucca il fiume dei suoi genitori il nilo l'egitto in cui è nato la senna parigi e ora l'isola ho ripassato le epoche della mia vita questi sono i miei fiumi questo è il sergio al quale hanno attinto duemila anni forse di gente mi a campagnola e mio padre e mia madre questo è il nilo che mi ha
visto nascere e crescere e arte di inconsapevolezza nelle stesse pianure questa è la sen e in quel suo torbido e sono rimescolato e mi sono conosciuto questi sono i miei subì contatti dell'isonzo questa nella mia famiglia che in ognuno vi traspare ora che non è che la mia vita mi pare una corolla di tenebre questa è la poesia in cui ungaretti finalmente vede la parola io ricordate quanto scriveva prezzolini sono uno smarrito sono un estraneo ora risolvere il problema dell'identità in un modo assolutamente moderno il colpo di genio e questo l'identità non è una nazione
con i suoi confini non è nemmeno un mare nostrum l'identità è un fiume e un fiume non è mai un solo fiume l'acqua scorre di fiume in fiume non solo come in un atlante disegnato da un bambino il serchio un affluente del nilo il nilo della senna e la senna la si può discendere su un battello ubriaco e finire dritti dritti in questo fiumicello del carso certo questa idrografia poetica un bel mistero una corolla di tenebre ma al centro di una corolla di un fiore che cosa avviene di solito la fecondazione la poesia il fiume
è un simbolo duplice perché naturalmente il fiume scorre continuamente quindi è un simbolo ea criteo per così dire però anche è sempre nel suo scorrere sempre quello è insomma quando era cristo diceva non ci si immerge due volte nello stesso fiume aveva perfettamente ragione però il fiume rimane sempre in movimento luminoso che è dato dal rapporto tra i diversi fiumi si contesta quasi si rovescia attraverso quel riferimento finale alla vita come corolla di tenebra fonda una poesia della contraddizione una formidabile poesia della contraddizione tra l'esistere e la consistenza in movimento dato che si tratta di
fiumi dei luoghi [Musica] due mesi dopo i fiumi ungaretti scrive una poesia in cui racconta l'identità in modo ben diverso si chiama italia in questo uniforme di tuo soldato mi riposo come fosse la culla di mio padre non la corrente di un fiume ma le mostrine di un unico die mussolini veniva a dormire qui nella villa o e lo è a sagrado quando doveva commemorare i caduti della grande guerra nel gigantesco sacrario di redipuglia costruito nel 1938 ungaretti si dice lo detestasse [Musica] ungaretti e deluso dalla guerra ma è stato nazionalista e stato interventista e
poi sarà anche fascista fascista con qualche riserva fascista con qualche ingenuità ma pur sempre fascista l'europa ha un terrore panico perché la borghesia si sente minacciata fermai precordi naturalmente dalla rivoluzione di ottobre il ritorno all'ordine è la reazione fondamentalmente contro questo il caos della guerra e la minaccia bolscevica da qualche parte l'italia per prima a prende la forma di fascismo molto semplicemente poi molto più tardi di nazismo in dieci anni dopo di nazismo in germania ma anche nelle democrazie più solide come francia e inghilterra il tentativo di tirare i remi in barca quindi di tornare
al buon vecchio imperialismo al conservatorismo eccetera è molto forte negli anni venti insomma nell'orizzonte del vitalismo della cultura del tempo e poi con l'orizzonte anche patriottico militare perfino interventista del giovane ungaretti l'adesione al fascismo è stata praticamente spontanea anche per rapporti personali con mussolini che aveva conosciuto molto prima ora però il suo rapporto col fascismo a differenza di ciò che è capitato ad altri scrittori intellettuali non gli ha dato poi mai grandi vantaggi tanto è vero che mentre tanti altri hanno avuto prebende posti di importanti nel mondo ufficiale ungaretti per risolvere i suoi problemi personali
è dovuto emigrare in brasile però la cosa che sorprende che quando è tornato nel 42 ha avuto finalmente quegli onorino mai nominato accademico d'italia in un momento però in cui il fascismo stava già per crollare come accaduto poco dopo questo è legato in fondo anche alla sua ingenuità una sua forte buona fede no che l'ha portato poi a dopo a a meravigliarsi anche di questo che era accaduta avere avuto dei problemi è stato epurato in un certo momento dall'insegnamento ma poi insomma il mondo culturale politico e riconosciuto poi la sua buona fede e poi è
rientrato perfettamente nel nuovo clima dell'italia post bellica e democratica con grande sincerità anche in questo orizzonte una cosa è certa la politica non basta a spiegare il nuovo corso della poesia di ungaretti che a partire dagli anni venti muta radicalmente è il cosiddetto ritorno all'ordine l'allegria è uno dei libri con tutta la sua storia complessa è uno dei libri che hanno agito di più sull'immaginario novecentesco anche sono penetrati fino a un certo punto anche nel nella coscienza comune ma questo perché perché la lega è un libro scavato nel presente che si confronta con le avanguardie
senza essere avanguardista no si confronta con la scarnificazione della parola mamma e collega questa scarnificazione della parola non ad un mitico movimento verso il futuro verso l'acquisizione di chissà quali territorio e frontiere nuove no ma ma a un un approfondimento della durezza dell'esperienza del della concentrazione possibile di ogni esperienza in una parola sola l'aspirazione quasi ad un silenzio da cui come dice una delle poesie più famose no si estrae una parola definitiva assoluta che dice la forza del presente e tutto questo nel contempo è così segnato fortemente dalla storia no perché è una poesia di
forte storicità sta dentro immersa in dentro la catastrofe della prima guerra mondiale non mentre la poesia successiva in qualche modo anche se qualche volta nella fase finale si confronta 2 con gli eventi storici però guarda la storia il mondo il fluire del mondo più da come più da lontano a partire dalla raccolta del 33 e sentimento del tempo ungaretti cerca di costruire una nuova poesia una poesia che senza rinunciare a essere moderna sappia recuperare il linguaggio e le forme della tradizione punteggiatura compresa e diventa allusivo aspira al sublime riecheggia petrarca leopardi il barocco si ispira
al mito classico ma anche alla religione cristiana cui ungaretti si converte proprio in questi anni durante la seconda guerra mondiale ungaretti e teschi lo re della tragedia di roma occupata scrive un seguito dei fiumi ma in questo caso la poesia non è più lunga e stretta come un'attrice a a una forma bandiera mio fiume anche tu tevere fatale ora che notte già turbata scorre ora che persistente e come a stento è rotto dalla pietra un gemito d'agnelli si propaga smarrito per le strade sterrate che di male l'attesa senza requie il peggiore dei mali che l'attesa
di male imprevedibile intralcia animo e passi ora che osano dire le mie blasfeme labbra cristo pensoso palpito perché la tua bontà se tanto allontanata questo nuovo ungaretti farà da modello un'intera scuola poetica l'ermetismo e ancora oggi lettori si dividono in due grandi squadre chi sostiene l'assoluta superiorità dell'allegria e chi invece apprezza anche le raccolte successivi da un punto di vista della sua storia personale e della poesia italiana del novecento beh il sentimento del tempo una collana una raccolta molto importante non c'è dubbio cioè dove ungaretti si distende e in fondo in un certo senso torna
all'ordine costituito l'endecasillabo il ritmo tradizionale della politica italiana sempre con la sua passione per l'essenziale no però adesso veramente disteso il grande ungaretti quello che ha lasciato il segno così forte nella poesia del novecento secondo me è quello dell'allegria perché l'allegria nel suo scavare nel senso della realtà e della parola no tende a concentrare tutto in un nulla si potrebbe dire di inesauribile segreto proprio mentre nelle raccolte successive la ricerca del segreto dell'analogia della corrispondenza tra le cose si prolunga in volute complesse ricchissima anche affascinante nell'allegria tutto è legato strettamente a l'esperienza voi concreta di
ungaretti che era quella della guerra nel 1937 in brasile per un'appendicite malcurata gli muore il figlio di 9 anni ungaretti riesce a scriverne solo nel corso degli anni per frammenti come in trincea gli mancano le parole deve trovarne saggiarne certo ora si appoggia di più alla tradizione letteraria ma c'è di nuovo in lui qualcosa del marinaio perduto in cerca di un posto ora potrò baciare solo in sogno le fiduciose mani e di scorro lavoro appena mutato temo fumo come si può chio rega ha tanta notte mai non saprete mai come mi illumina l'ombra che mi
si pone al lato timida quando non spero più e tam tam ed è continuo schiavitù fa dolce e forse qui vicino passi dicendo questo sole e tanto spazio e calmino nel puro vento utile poi il tempo camminare e la mia voce o in e raccolto poco a poco è chiuso lo slancio muto della tua speranza sono per te lavoro ora è intatto giorno [Musica] negli ultimi anni ungaretti sorprende tutti viaggia in tutto il mondo instancabile compare spesso in televisione per esempio per commentare la discesa dell'uomo sulla luna e dichiara non è vero che mister rossi
pirati il mistero si ficchi ci si circonda di poeti giovani e giovanissimi simpatizza con il movimento studentesco si innamora dell'arte informale e scrive versi giocosi ed erotici permettetemi di rivolgermi personalmente a ungaretti ungaretti ha pubblicato il suo primo libro il porto sepolto mi pare del 16 e ora mi dicono che a 80 anni ungaretti pubblicherà un piccolo libro in dedizione non venale credo di poesie d'amore è il fatto che un poeta di 80 anni continui a scrivere è già piuttosto raro però non è non è mancato completamente io penso che appunto vicolo abbia fatto che
torino abbia fatto alcune delle sue migliori poesie a 80 anni ma un file fatto che un poeta di 80 anni e scrive poesie d'amore ancora più sorprendente questo ci dimostra quanto grande sia la sua vitalità e la sua fede nella vita e nella poesia quando montale viene dichiarato senatore a vita ungaretti dichiara montale senatore e ungaretti fa l'amore è quando ci incontriamo superleggere delle poesie ad alta voce con voce pienamente umana ungaretti si era allora all'inizio degli anni sessanta al centro dello studio di schifano leggeva poesia i poeti di nuova york con una voce piena
di animazione con quel suo vecchio volto corrugato e le mani che si muovevano scandendo ogni sillaba di ungaretti ricordo soprattutto quella risata demoniaca e la faccia corrugata come un diavolo che ride dell'esistenza che è durata tanto a lungo per lui con tanta gioia lirica per un uomo anziano lo ricordo soprattutto come protettore di poeti più giovani come me forse il suo segreto sta in questa fedeltà all'allegria al suo antico stupore dinanzi alle parole in questi ultimi anni ungaretti raccoglie tutte le sue poesie in vita ad un uomo sono disposti in ordine cronologico ma alla fine
sotto il titolo der miel giu ultimi giorni ci sono i versi scritti in francese prima ancora della grande guerra il cerchio si chiude l'ultima poesia non sembra né una trincea né una bandiera è un cerchio attorno al vuoto di un viaggio futuro sembra il cartello di un imbarcadero è qui che si prende la nave la notte del 1º giugno 1970 giuseppe ungaretti è pronto a partire di nuovo [Musica] [Musica] tonica [Musica]