1 un tempo i malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di trezza ce n'erano persino ad ognina e ad acicastello tutta buona e brava gente di mare proprio l'opposto di quel che sembrava dal nomignolo come deve essere veramente nel libro della parrocchia si chiamavano toscano ma questo non voleva dire nulla poiché da che il mondo era mondo allumina attrezza e ad acicastello li avevano sempre conosciuti per malavoglia di padre in figlio che avevano sempre avuto delle barche sull'acqua e delle tre gole al sole adesso non rimanevano che i malavoglia di patron toni
quelli della casa del nespolo e della provvidenza che era ammalata sul greto sotto il lavatoio accanto alla concetta dello zio cola e alla paranza di padron fortunato cipolla le burrasche che avevano disperso di qua e di là gli altri ma la voglia erano passate senza far grande anno sulla casa del nespolo e sulla barca a marrat a sotto il lavatoio e padrón toni per spiegare il miracolo soleva dire mostrando il pugno chiuso un pugno che sembrava fatto di legno di noce per menare il remo bisogna che le cinque dita si aiutano l'un l'altro diceva pure
gli uomini sono fatti come le dita della mano il dito grosso deve far da dito grosso e il dito piccolo deve far da vito piccolo e la famigliola di padron toni era realmente disposta come le dita della mano prima veniva lui il dito grosso che comandava le feste le quarantore poi suo figlio bastiano bastianazzo perché era grande e grosso quanto il san cristoforo che c'era dipinto sotto l'arco della pescheria della città e così grande e grosso come era a fila va dritto alla manovra comandata e non si sarebbe soffiato il naso se suo padre non
gli avesse detto soffiati il naso tanto che si era tolta in moglie la nonna quando gli avevano detto pigliatela poi veniva la longa una piccina ma che badava tessere salare le acciughe e far figliuoli da buona massaia infine i nipoti in ordine di anzianità i toni il maggiore un bighellone di 20 anni che si buscava tuttora qualche scappellotto dal nonno né qualche pedata più giù per rimetterle equilibrio quando lo scappellotto era stato troppo forte luca che aveva più giudizio del grande ripeteva il nonno man a filomena soprannominata sant'agata perché stava sempre al telaio e si
suol dire donna di telaio gallina di pollaio e triglia di gennaio alessi alessio un moccioso tutto suo nonno con lui è lì a rosalia ancora né carne né pesce dalla domenica quando entravano in chiesa l'uno dietro l'altro pareva una processione padrón toni sapeva anche certi motti e proverbi che aveva sentito dagli antichi perché il motto degli antichi mai menti senza pilota barca non cammina per far da papa bisogna saper far da sagrestano oppure fa il mestiere che sai che se non arricchisci camper ai contenta di di quel che t'ha fatto tuo padre se non altro
non sarai un birbante ed altre sentenze giudiziose ecco perché la casa del nespolo prosperava e padrón toni passava per testa quadra al punto che attrezza l'avrebbero fatto consigliere comunale se don silvestro il segretario il quale la sapeva lunga non avesse predicato che era un codino marcio un reazionario di quelli che proteggono i borboni e che cospirava per il ritorno di franceschiello onde poter spadroneggiare nel villaggio come spadroneggiava in casa propria padrón toni invece non lo conosceva neanche di vista franceschelli e badava gli affari suoi e soleva dire che a carico di casa non può dormire
quando vuole perché chi comanda a da dar conto nel dicembre 1863 toni il maggiore dei nipoti era stato chiamato per la leva di mare patron toni allora era corso dai pezzi grossi del paese che sono quelli che possono aiutarci ma don giammaria il vicario gli aveva risposto che gli stava bene e questo era il frutto di quella rivoluzione di satanasso che avevano fatto con lo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile invece don franco lo speziale si metteva a ridere fra i peli della barba na egli giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme
un po di repubblica tutti quelli della leva e delle tasse gli avrebbero presi a calci nel sedere che soldati non ce ne sarebbero stati più e invece tutti sarebbero andati alla guerra se bisognava allora padrón toni lo pregava e los tra brega va per l'amor di dio di fargliela presto la repubblica prima che suoni potentoni andasse soldato come se don franco ce l'avesse in tasca tanto che lo speziale fini con l'andare in collera allora don silvestro il segretario sisma celava dalle risa quei discorsi e finalmente disse lui che concerto gruzzoletto fatto scivolare in tasca tale
tal altra persona che sapeva lui avrebbero saputo trovare suo nipote un difetto da riformarlo per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza come se ne fabbricano ancora ad aci trezza e il dottore della leva quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un pilastro su quei pianacci che sembravano pale di fico d'india ma i piedi fatti a pala di ficodindia ci stanno meglio degli stivali mi stretti sul ponte di una corazzata e incerte giornatacce e perciò si presero ntoni senza dire permettete la longa mentre i
coscritti erano condotti in quartiere trattando trafelata accanto al passo lungo del figliolo e andava raccomandando di tenersi sempre sul petto l'abitino della madonna e di mandare le notizie ogni volta che tornava qualche conoscente dalla città e poi gli avrebbero mandato i soldi per la carta il nonno da uomo non diceva nulla ma si sentiva un gruppo nella gola anch'esso ed evitava di guardare in faccia la mora quasi ce l'avesse con lei così se ne tornarono ad acitrezza zitti zitti ea capo chino bastianazzo sera sbrigato in fretta dal disarmare la provvidenza per andare ad aspettarli in
capo alla via come li vide comparire a quel modo moggi moggi e con le scarpe in mano non ebbe animo di aprir bocca e se ne tornò a casa con loro la longa accorse subito a cacciarsi in cucina quasi avesse furia di trovarsi a quattr'occhi con le vecchie stoviglie e padrón toni visse al figliolo va a dirle qualche cosa a quella poveretta non ne può più il giorno dopo tornarono tutti alla stazione di acicastello per veder passare il convoglio dei coscritti che andavano a messina e aspettarono più di un'ora pigiati dalla folla dietro lo stecco
nato finalmente giunse il treno e si videro tutti quei ragazzi che annaspavano col capo fuori dagli sportelli come fanno i buoi quando sono condotti alla fiera i canti le risate e il baccano erano tali che sembrava la festa di trecastagni e nella ressa nel frastuono ci si dimenticava perfino quello stringimento di cuore che si aveva prima addio ntoni addio mamma addio ricordati ricordati ii presso sull'argine della via c'era paradis comare tutta a mietere l'erba del vitello ma comare venera la zucchi da andava soffiando che era venuta per salutare ntoni di padrón toni col quale si
parlavano dal muro dell'orto li aveva visti lei con quegli occhi che dovevano mangiarseli vermi certo è che anthony saluto alla sarà con la mano e della rimase con la falce in pugno a guardare finché il treno non si mosse alla longa era parso rubato a lei quel saluto e molto tempo dopo ogni volta che incontrava la sarà dico mare tutta nella piazza va al lavatoio le voltava le spalle poi il 3 a partito fischiando e strepitando in modo da mangiarsi i canti e gli addii e dopo che i curiosi si furono dileguati non rimasero che
alcune non mi vuole e qualche povero diavolo che si tenevano ancora stretti ai pali dello stecco nato senza sapere perché quindi a poco a poco si sbracano anch'essi e patron toni indovinando che la mora dovesse avere la bocca amara le pago 2 centesimi di acqua con limone come re venera la zoubida per confortare comare la longa le andava dicendo ora mettetevi il cuore in pace che per cinque anni bisogna fare come se vostro figlio fosse morto e non pensarci più ma pure ci pensavano sempre nella casa del nespolo o per certa scodella che le veniva
tutti i giorni sotto mano alla longa nella apparecchiare il deschetto o a proposito di certa ganzak e anthony sapeva fare meglio di ogni altro alla funicella della vela o quando si trattava di serrare una scotta tesa come una corda di violino odia la re una palombella che ci sarebbe voluto l'argano il nonno ansimando con noi o intercalava qui ci vorrebbe in toni oppure vi pare che io abbia il polso di quel ragazzo la madre mentre ribatteva il pettine sul telaio 123 pensava a quel boom della macchina che le aveva portato via il figliuolo ed era
rimasto sul cuore in quel grande sbalordimento e le picchiava ancora dentro il petto 123 il nonno poi aveva certi singolari argomenti per confortarsi e per confortare gli altri del resto volete che ve lo dica un po di soldato gli farà bene a quel ragazzo che il suo paio di braccia gli piaceva meglio di portarseli a spasso la domenica anziché servirsene a buscarsi il pane oppure quando avrà provato il pane salato che si mangia altrove non si lamiera più della minestra di casa sua fino all napoli la prima lettera di ntoni che mise in rivoluzione tutto
il vicinato diceva che le donne in quelle parti la scopa vano le strade con le gonnelle di seta e che sul molo c'era il teatro di pulcinella e si vendevano delle pizze a due centesimi di quelle che mangiano i signori e senza soldi non ci si poteva stare e non era come attrezza dove se non si andava all'osteria della santuzza non si sapeva come spendere un baiocco mandiamo gli dei soldi per comprarsi le pizze al goloso brontolava padrón toni già a lui non c'è polpa è fatto così è fatto come i merluzzi cambierebbero un chiodo
arrugginito se non l'avessi tenuta a battesimo su queste braccia direi che do giammaria agli ammessi in bocca dello zucchero invece di sale la mangia carrube quando al lavatoio c'era anche sarà dico mare tutta tornava a dire sicuro le donne vestite di seta aspettavano apposta antoni di padrón toni per rubarcelo che non ne avevano visti mai dei cetrioli o le altre si tenevano i fianchi dalla vivere ed allora in poi le ragazze inacidite lo chiamarono cetriolo antonia aveva mandato anche il suo ritratto l'avevano visto tutte le ragazze del lavatoio come la sarà dico mare tutta lo
faceva passare di mano in mano sotto il grembiule e la mangia carrube schiatta va dalla gelosia pareva san michele arcangelo in carne ed ossa con quei piedi posati sul tappeto e quella cortina sul capo come quella della madonna della mina così bello lisciato e ripulito che non l'avrebbe riconosciuto più la mamma che l'avevo fatto nella povera longa non si sazia va di guardare il tappeto e la cortina e quella colonna contro cui il suo ragazzo stava ritto imparato trattando con la mano alla spalliera di una bella poltrona e ringrazio eva dio ei santi che avevano
messo il suo figliolo in mezzo a tutte quelle galanterie e la teneva il ritratto sul canterano sotto la campana del buon pastore che gli diceva le ave marie andava dicendo la zucchina e si credeva di averci un tesoro sul canterano mentre suor mariangela la santuzza cina aveva un altro tal quale chi voleva vederlo che gliel'aveva regalato compare mariano cinghia lenta e lo teneva inchiodato sul banco dell'osteria dietro i bicchieri ma dopo un po di tempo toni aveva pescato un camerata che sapeva di lettere e si sfogava lagnarsi della vita cia di bordo della disciplina dei
superiori del riso lungo e delle scarpe strette una lettera che non valeva i 20 centesimi della posta borbottava padrón toni la longa se la prendeva con cui gli sgorbi che sembravano anni di pesce luna e non potevano dir niente di buono bastianazzo dimenava il capo e faceva segno di no e così non andava bene e se fosse stato in lui ci avrebbe messo sempre delle cose allegre da far ridere il cuore agli altri li sulla carta e via puntava un dito grosso come un regolo da forcola se non altro per compassione della longa la quale
poveretta non si dava pace e sembrava una gatta che avesse perso i gattini patron toni andava di nascosto a farsi leggere la lettera dello speziale e poi da don gian maria che era del partito contrario a fine di sentire le due campane e quando si persuadeva che era scritto proprio così ripeteva con bastianazzo e con la moglie di lui non ve lo dico io che quella ragazza avrebbe dovuto nasce al ricco come figlio di padroncito per stare a grattarsi la pancia senza far nulla intanto la era scarsa e il pesce bisognava darla per l'anima dei
morti ora che i cristiani avevano imparato a mangiar carne anche il venerdì come tanti turchi per giunta le braccia rimaste a casa non bastavano più al governo della barca e alle volte bisognava prendere a giornata a menico della lotta o qualchedun altro il re faceva così che i ragazzi se li pigliava per la leva quando erano atti a buscarsi il pane ma sin che erano difesa alla famiglia avevano attirarli super soldati e bisognava pensare ancora che la mena entravano i 17 anni e cominciava a far voltare i giovanotti quando andava messa l'uomo e il fuoco
e la donna e la stoppa viene il diavolo e sofia perciò si doveva aiutarsi con le mani e quei piedi per mandare avanti quella barca della casa del nespolo padrón tonia dunque per menare avanti la barca aveva combinato con lo zio crocifisso campana di legno un negozio di certi lupini da comprare a credenza per venderli a riposto dove compare cinghia lenta aveva detto che c'era un bastimento di trieste a pigliare carico veramente i lupini erano un po avariati ma non ce n'erano altri attrezzi e quel formaggio di campana di legno sapeva pure che la provvidenza
se la mangiavano inutilmente il sole l'acqua dove era ammalata sotto il lavatoio senza far nulla perciò si ostinava a fare il minzione beh non vi conviene e lasciateli ma un centesimo di meno non posso in coscienza che l'anima o da darla a dio e dimenava il capo che pareva una campana senza batacchio davvero questo discorso avveniva sulla porta della chiesa della mina la prima domenica di settembre che era stata la festa della madonna con gran concorso di tutti i paesi vicini e c'era anche compare agostino piedi papera il quale con le sue barzellette riuscì a
fargli mettere d'accordo sulle due onze 10 a salma da pagarsi col violino a tanto il mese allo zio crocifisso gli finiva sempre così che gli facevano chinare il capo per forza come peppino perché aveva il maledetto vizio di non saper dire di no già voi non sapete dir di no quando vi conviene sghignazzava piedi papera voi siete come le e disse e come allorché la longa 7 del negozio dei lupini dopo cena mentre si chiacchierava coi gomiti sulla tovaglia rimasi a bocca aperta come se quella grossa somma di quarantun se se la sentisse sullo stomaco
ma le donne hanno il cuore piccino e patron toni dovette spiegarle che se il negozi andava bene c'era del pane per l'inverno e gli orecchini x men a sebastiano avrebbe potuto andare e venire in una settimana da riposto con menico della rocca bastiano intanto smoccolava la candela senza dir nulla così fu risoluto che il negozio dei lupini e il viaggio della provvidenza che era la più vecchia delle barche nel villaggio ma aveva il nome di buon augurio maruzza se ne sentiva sempre il cuore nero ma non apriva bocca perché non era affar suo e si
affaccendava zitta zitta a mettere in ordine la barca e ogni cosa per il viaggio il pane fresco lo show lino con l'olio le cipolle il cappotto foderato di pelle sotto la pedana e nella staffetta gli uomini avevano avuto un gran da fare tutto il giorno con quello usuraio dello zio crocifisso il quale aveva venduto la gatta nel sacco e i lupini erano variati campana di legno diceva che lui non ne sapeva nulla come vero è dio quel che è di patto non è di inganno che l'anima lui non doveva darla ai porci e piedi paper
a schiamazzare bestemmiava come un ossesso per metterli d'accordo giurando e spergiurando che un caso simile non gli era capitato da chi era vivo e cacciava le mani nel mucchio dei lupini e li mostrava avvio e alla madonna chiamandoli a testimoni infine rosso scalmanato fuori di sé fece una proposta disperata e la piantò in faccia allo zio crocifissori minchioni toe e ai malavoglia coi sacchi in mano la pagate natale invece di pagarli a tanto al mese e ci avrete un risparmio di un tari a salma la finita e ora santo diavolone e cominciò ad insaccare in
nome di dio e 1 la provvidenza parti il sabato verso sera che doveva esser suonata l'ave maria sebbene la campana non si fosse unita perché mastro girino e il sagrestano era andata a portare un paio di stivaletti nuovi a don silvestro il segretario in quell'ora le ragazze facevano come uno stormo di passere attorno alla fontana e la stella della sera era già bella e lucente che parevano lanterna pesa all'antenna della provvidenza maruzza con la bambina in collo se ne stava sulla riva senza dir nulla intanto che suo marito sbrogliava la vela e la provvidenza si
dondolava sulle onde rotte dai faraglioni come un ritocco la scirocco chiaro e tramontana scura mettiti in mare senza paura diceva a padrón toni dalla riva guardando verso la montagna tutta nera di nubi menico della lotta il quale era nella provvidenza con bastianazzo li dava qualche cosa che il mare si mangia dice che i denari potete mandarli a sua madre la lotta perché suo fratello è senza lavoro aggiunse bastianazzo e questa fu l'ultima sua parola che si udì 2 il paese non si fa rock del negozio dei lupini e come la longa se ne tornava a
casa con la lia incollo le comari si affacciavano sull'uscio per vederla passare una far d'oro bocciava a piedi papera arrancando con la gamma storta di a tra padrón toni il quale era andato a sedersi sugli scalini della chiesa accanto a patron fortunato cipolla e al fratello di menico della lotta che stavano a prendere il fresco lo zio crocifisso strillava come se gli strappassero le penne mastre ma non bisognava darci perché delle penne ne ha molte il vecchio s lavorato potete dirlo anche voi padrón toni ma per padrón toni e si sarebbe buttato dall'alto del faraglione
come vero iddio ea lui lo zio crocifisso gli dava retta perché egli era il mestolo della pentola una pentola grossa in cui bollivano più di 200 volte all'anno kampala di legno non sapeva soffiarsi il naso senza di lui il figlio della rocca potendo parlare delle ricchezze dello zio crocifisso il quale a lui gli arazzi o davvero perché era fratello della rocca si sentiva gonfiare il petto una gran tenerezza per parentado noi siamo parenti ripeteva quando vado a giornata da lui mi dà mezza paga e senza vino perché siamo parenti piedi l'asd ingaggiava lo fa per
tuo bene per non farti ubriacare e per lasciarti più ricco quando crederà compare piedi papera si divertiva a sparlare di queste di quello come capitava ma così di cuore e senza malizia che non c'era verso di pigliarsela in criminale ma sarò philippe passato due volte dinanzi all'osteria diceva pure e aspetta che la santuzza gli faccia segno di andarla a raggiungere nella stalla per dirsi insieme il santo rosario oppure al figlio della lotta tuo zio crocifisso cerca di rubarle la chiusa tua cugina alla vespa o alpa dargliela la metà di quel che vale col darle ad
intendere che la sposerà ma se la vespa riesce a farsi rubare qualche cos'altro potrei pulirsi la bocca della speranza dell'eredità e ci perdi soldi e il vino che non ti ha dato allora si misero a questionare perché padrón toni sosteneva che lo zio crocifisso alla fin fine era cristiano e non aveva dato ai cani il suo giudizio per andare a sposare la figliola di suo fratello come c'entra il cristiano il turco ribatteva piedi bavera è un pazzo volete dire lui è ricco come un maiale mentre la vespa non possiede altro che quella chiusa grande quanto
un fazzoletto da naso lo dite a me che ciò al limite la vigna disse allora patron cipolla gonfiandosi come un tacchino la chiamate vigna quei quattro fichi d'india rispose piedi papera in mezzo ma ci sono le viti e se san francesco ci manderà una buona pioggia lo vedrete poi che mosto darà il sole oggi si coricò insaccato acqua o vento quando il sole si corica insaccato si aspetta il vento di ponente aggiunse padrón toni piedi poteva soffrire quello sputasentenze di potron cipolla il quale perché era ricco si credeva di saper tutto lui é didar a
bere le corbellerie a chi non aveva denaro chi la vuole cotta chi la vuole cruda con chiuse patron cipolla aspetta l'acqua per la sua vigna e voi il ponente in poppa alla provvidenza lo sapete il proverbio mare crespo vento fresco stasera le stelle sono lucenti e a mezzanotte cambierà il vento sentite l'abbuffata sulla strada si udivano sarà lentamente dei carri notte e giorno c'è sempre gente che va attorno per il mondo osserva poi compare cipolla e adesso che non si vedeva più nel mare nel campagna sembrava che non ci fosse al mondo altro che trezza
e ognuno pensava dove potevano andare quei carri a quell'ora prima di mezzanotte la provvidenza avrà girato il capo dei mulini visse patron toni e il vento fresco non le verrà più noia patron toni non pensava ad altro che alla provvidenza e quando non parlava delle cose su e non diceva nulla né alla conversazione ci stava come un manico di scopa voi dovreste andare a mettervi con quelli della spezieria che mi scorrono del re del papa gli diceva perciò piedi papera con la ci fareste bella figura anche voi vi sentite come gridano queste donne maria visse
il figlio della lotta che litiga con lo speziale lo spezia deteneva conversazione sull'uscio della bottega al fresco col vicario e qualchedun altro come sapeva di lettere leggeva la gazzetta e la faceva leggere agli altri e ci aveva anche la storia della rivoluzione francese che se la teneva la portata di mano sotto il mortaio di cristallo perciò cristiana vano tutto il giorno con don giammaria il vicario per passare il tempo e ci pigliavano delle malattie della bile ma non avrebbero potuto stare un giorno senza vedersi il sabato poi quando arrivava il giornale don franco spingeva si
sino ad accendere mezz'ora ed anche un'ora di candela al rischio di farsi sgridare dalla moglie ome spiattellare le sue idee e non andare a letto amo dei bruti come compare cipolla o compare malavoglia l'estate c'era neppure bisogno della candela giacché si poteva star sull'uscio sotto il lampione quando mastro cirino la accendeva e qualche volta veniva don michele il brigadiere delle guardie doganali e anche don silvestro il segretario comunale tornando dalla vigna si fermava un momento allora don franco diceva fregandosi le mani e pareva un piccolo parlamento e andava a piantarsi dietro il banco pettinandosi con
le dita la barbona concerto sorriso furbo che pareva si volesse mangiare qualcuno a colazione e alle volte si lasciava scappare sottovoce delle mezze parole dinanzi alla gente ritz andò vi sulle gambe e si vedeva che la sapeva più lunga degli altri tanto che don gian maria non poteva patirlo e ci si mangiava il fegato e disputava in faccia parole latine don silvestro lui si divertiva a vedere come si guastava nel sangue per raddrizzare le gambe ai cani senza guadagnarci un centesimo e gli almeno non era arrabbiato come loro e per questo dicevano in paese possedeva
le più belle chiuse di treccia dove era venuto senza scarpe ai piedi aggiungeva piedi papera e i ii e iii java l'un contro l'altro e rideva crepa pancia con degli aa che sembrava una gallina ecco don silvestro che fa l'uovo osservò il figlio della lotta non silvestro fa le uova d'oro laggiù al municipio rispose piedi papera scopo fuori padrón fortunato pezzente rie come arezzo pida non gli ha voluto dare la figliola vuol dire che mastro turi zuppi lo preferisce le uova delle sue galline rispose padrón toni e padroni cipolla disse di sì col capo trojan
troj ciascuno poi pari suoi aggiunse patron malavoglia piedi papera allora ribatte che se don silvestro si fosse con tentato di stare coi suoi pari a quest'ora ci avrebbe la zappa in mano invece della penna che cela dareste voi vostra nipote mena fissi al fine patron cipolla volgendo sia padrón toni ognuno all'arte sua e il lupo alle pecore continuava a dir di sì col capo tanto più che fra lui e padrón toni c'era stata qualche parola di meritarla mena con suo figlio brasi se il negozio dei lumini andava bene la mena avrebbe avuto la sua dote
in contante e l'affare si sarebbe concluso presta la ragazza come educata e la stoppa come affilata disse infine patron malavoglia e padroncito la conferma che tutti lo sapevano in paese che la l'onda aveva saputo educarla la figliola e ognuno che passava per la strada suola a quell'ora udendo il polpetta re del telaio di sant'agata diceva che l'olio della candela non lo perdeva comare maruzza la longa come era tornata a casa aveva acceso il lume e sarà messa con l'arcolaio sul ballatoio per riempire certi cammelli che le servivano per l'ordito della settimana comare meno non si
vede ma si sente e sta al telaio notte e giorno come sant'agata dicevano le vicine le ragazze un apprezzarsi a quel modo rispondeva maruzza invece di stare alla finestra a donna alla finestra non far festa certune però con lo stare alla finestra un marito se lo pescano trattanti che passano osservò alla cugina anna dall'uscio dirimpetto la cugina ha ragione da vendere perché quel bietolone di suo figlio rocco si era lasciato irretire dentro le gonnelle della mangia carrube una di quelle che stanno alla finestra con la faccia tosta omar e grazia piedi papera sentendo che nella
strada c'era conversazione si affacciò anch'essa sull'uscio col grembiule gonfio delle fave che stava sbocciando e se la piglia vaco i topi che le avevano bucherellato il sacco come un colabrodo e pareva che l'avessero fatto apposta come se ci avessero il giudizio dei cristiani così il discorso si fece generale perché alla maruzza gliene avevano fatto tanto del danno quelle bestie scomunicate la cugina ne aveva la casa piena da che gli era morto il gatto una bestia che valeva tanto oro ed era morto di una pedata di compare tino i gatti grigi sono i migliori per acchiappare
i topi e andrebbero a scovarli in una cruna di ado ai gatti non conveniva aprire l'uscio di notte perché una vecchia di aci sant'antonio a l'avevano ammazzata così che i ladri le avevano rubato il gatto tre giorni avanti e poi glielo avevano riportato mezzo morto di fame a miagolare dietro l'uscio della povera donna non sentendosi il cuore di lasciarla bestiola sulla strada a quell'ora aveva aperto l'uscio e così sarà ficcati i ladri in casa al giorno oggi i mariuoli ne inventano d'ogni specie per fare i loro tiri e attrezza si vedevano delle facce che non
si erano mai viste sugli scogli col pretesto ad andare a pescare le arraffavano la biancheria messe ad asciugare se capitava alla povera annunziata le avevano rubato in quel modo un lenzuolo nuovo povera ragazza rubar a lei che lavorava per dar pane a tutti quei fratellini che suo padre le aveva lasciato sulle spalle quando l'aveva piantata per andare a cercar fortuna ad alessandria d'egitto annunziata era come la cugina anna quando era morto il marito e le aveva lasciato quella nidiata di figlioli che rocco il più grandicello non le arrivava alle ginocchia poi alla cugina anna l'era
toccato di tirar su quel fannullone per vederselo rubare dalla mangia carrube in mezzo a quel chiacchierio saltò sola zoubida la moglie di mastro turi il calafato la quale stava in fondo alla strada e compariva sempre all'improvviso per dire la sua come il diavolo nella vita mia e nessuno sa porgeva di dove fosse sbucata del resto venne a brontolare vostro figlio rocco non mi ha aiutata nei pur lui che si è buscato un soldo è andato subito a berlo all'osteria la zuppetta sapeva tutto quello che succedeva in paese e per questo raccontavano che andava tutto il
giorno in giro a piedi scalzi a fare la spia col pretesto del suo fuso che lo teneva sempre in aria perché non frullasse sui sassi nella diceva sempre la verita come il santo evangelio questo era il suo vizio e perciò la gente che non amava sentirsela cantare l'accusava di essere una lingua di inferno di quelle che lasciavano la bava bocca amara sputa tiene e della cia aveva la bocca amara davvero per quella sua barbara che non aveva potuto maritare tant'è la superba sgarbata e con tutto ciò voleva dargli il figlio di vittorio emanuele bel pezzo
la mangia carrube seguitava facciata che si è fatto passare tutto il paese sotto la finestra a donna alla finestra non far festa e vanni pizzuto le portava in regalo i fichi d'india rubati a massaro filippo l'ortolano e se li mangiavano insieme nella vigna sotto il mandorlo di aveva visti lei è pepi naso il beccaio dopo che gli spuntò la gelosia di compare mariano cinghia lenta il carrettiere andava a buttarle dietro l'uscio tutte le corna delle bestie che macellava sì che dicevano che andava a pettinarsi sotto la finestra della mangia carrube quel cuor contento della cugina
anna invece la prendeva allegra donn giammaria dice che fate peccato mortale a sparlare del prossimo don giammaria dovrebbe piuttosto far la predica sua sorella donna rosolina rispose la stupida e non lasciarle farla ragazzetta con don silvestro quando passa e fondò michele il brigadiere che ci alla rabbia del marito con tutti quegli anni e quella carne che ci addosso la poveraccia pallavolo di dio concluse la cugina ma quando è morto mio marito rocco non era più alto di questa conocchia e le sue sorelline erano tutte minori di lui forse che mi son perduta d'animo per questo
ai guai ci si fa il callo e poi ci aiutano a lavorare le mie figliuole faranno come ho fatto io e finché ci saranno le pietre al lavatoio avremo di che vivere guardate l'annunziata ora è la più giudizio di una vecchietta e si aiuta a tirar su quei piccini che pare li abbia fatti lei e dov'è l'annunziata che non si vede ancora domandò la longa ad un mucchio di monelli cenciosi messi a piagnucolare sulla soglia della casa giallini faccia i quali al sentir parlare della sorella alzarono gli strilli in coro l'ho vista che andava sulla
sciara a fare due facili ginestre e c'era pure vostro figlio alessi che l'accompagnava rispose la cugina anna i bambini stettero a sentire e poi si rimise rapì volare tutti in una volta è il più grandicello appollaiato su di un grosso sasso rispose dopo un pezzetto non lo so dove le vicine come le lumache quando piove e lungo la strada cia non si udiva che un continuo chiacchierio da uno show all'altro perfino la finestra di compare alfio mosca quello del carro dell'asino era aperta ne usciva un gran fumo di ginestre l'amena aveva lasciato il telaio e
sarà affacciata al malato yo anch'essa a sant'agata esclamarlo le vicine e tutte le facevano festa che non c la vostra mena chiedeva sottovoce la zupi da comare maruzza oramai deve compiere 18 anni a pasqua lo so perché andata l'anno del terremoto come mia figlia barbara chi vuol pigliarsi mia figlia barbara prima deve piacere a me in questo momento si udì un fruscio di frasche per la via e arrivarono alessi e l'annunziata che non si vedevano sottopassi di ginestre tanto erano piccini l'annunziata esclamarono le vicine che non avevi paura a quest'ora nella sciara c'ero anch'io rispose
alessi ho fatto hardy con comare anna lavatoio e poi non ci avevo legna per il focolare la ragazzina accese il lume e si mise l'asta l'est ad apparecchiare ogni cosa per la cena mentre i suoi fratellini le andavano dietro per la stanza cia che parevano a chioggia coi suoi pulcini d'alessi sarà scaricato del suo fascio e stava a guardare dall'uscio serio serio e con le mani nelle tasche annunziata le gridò mena dal ballatoio quando avrei messo la pentola a bollire viene un po qua nunziata lascio alessi a custodire il focolare e corsa da pollai arsi
sul ballatoio accanto alla sant'agata per godersi il suo a riposo anche lei con le mani in mano compare alfio mosca sta facendo cuocere le fave osservo all'annunziata dopo un po le comete poveraccio che non avete nessuno in casa che vi faccia trovare la minestra alla sera quando tornate stanchi sì è vero e sa pure cucire e si fa il bucato da sé e si rattoppa le camicie l'annunziata sapeva ogni cosa che faceva il vicino alfio e conosceva la sua casa come la pianta della mano adesso diceva va a prenderla legna ora sta governando il suo
asino e si vedeva il lume nel cortile o sotto la tettoia sant'agata rileva e l'annunziata diceva che per essere preciso come una donna a compare alfio gli mancava soltanto la gonnella così concludeva man a quando si mari sua moglie andrà attorno col carro dell'asino e lui resterà in casa dalle vari figliuoli le mamme in crocchio nella strada discorrevano anch'esse di alfio mosca che fino la vespa giurava di non averlo voluto per marito diceva la zuppetta perché la vespa aveva la sua brava chiusa e se voleva maritarsi non prendeva uno il quale non possedeva altro che
un carro da asino carro cataletto dice il proverbio e l'ha gettato gli occhi su di suo zio campana di legno una formaggia le ragazze fra di loro prendevano le parti di mosca contro quella brutta ve spaccia e l'annunziata poi si sentiva il cuore gonfio nel disprezzo che gettavano subì compare alfio del suo il motivo che era povero e non aveva nessuno al mondo è tutta un tratto disse amena se fossi grande io me lo toglierei se me lo dessero la mena stava per dire anche lei qualche cosa ma cambiò subito discorso che ci vai la
città per la festa dei morti no non ci vado perché non posso lasciarla casasola noi se il negozio dei lupini va bene l'ha detto il nonno poi ci pensa su e soggiunse compararsi si vuole andare anche lui a vendere le sue noci e tacco entrambe pensando alla festa dei morti dove compare alfio andava a vendere le sue noci lo zio crocifisso con quell'aria di peppino se la mette in tasca la vespa ripiglia va la cugina anna questo vorrebbe lei rispose di botto la bimba la vespa non vorrebbe altro che se la mettesse in tasca e
gli dia sempre per casa come il gatto col pretesto di portargli i buoni bocconi e il vecchio non dice di no tanto più che non gli costa nulla e lo ingrassa come un maiale quando gli si vuole fare la festa ve lo dico io la vespa vuol entrarvi in tasca ognuna diceva la sua dello zio crocifisso il quale piagnucolava sempre e si lamentava come cristo in mezzo ai ladroni e intanto aveva denari a palate che la zupi da un giorno che il vecchio era malato aveva visto una cassa grande così sotto il letto la longa
si sentiva sullo stomaco il debito delle 48 e dei lupini e cambia discorso perché le orecchie ci sentono anche al buio e lo zio crocifisso si udiva discorrere con don giammaria mentre passavano per la piazza al vicino tanto che la zoubida interruppe i vituperi che stava dicendo di lui per salutarlo non silvestro rideva come una gallina e quel modo di ridere faceva montare la mosca al naso allo spezia le il quale peraltro di pazienza non ne aveva mai avuta e la lasciava gli asini ea quelli che non volevano fare la rivoluzione un'altra volta già voi
non ne avete mai avuta perché non sapreste dove metterla gli gridava don gian maria e don franco cara piccino ci si arrabbiava e accompagnava il prete con parolacce che si sentivano da un capo all'altro della piazza all'oscuro campana di legno duro come un sasso si stringeva nelle spalle e badava a ripetere che a lui non gliene importava e attendeva ai fatti suoi come se non fossero fatti i vostri quelli della confraternita della buona morte che nessuno paga più un soldo gli diceva don gian maria la gente quando si tratta di cavare i denari di tasca
diventa una manica di protestanti peggio dello speziale e vi lascia tenere la cassa della confraternita per farvi ballare i sorci che è una vera porcheria don franco dalla sua bottega sghignazzava alle loro spalle a voce alta cercando di imitare la risata di don silvestro che faceva andare in bestia la gente ma lo speziale era della setta si sapeva e don gian maria gli gridava dalla piazza i denari li trovereste se si trattasse di scuola e di lampioni lo speziale stette zitto perché si era affacciata sua moglie alla finestra e lo zio crocifisso quando fu abbastanza
lontano da non temere che lo disse don silvestro il segretario il quale si beccava anche un po di stipendio di maestro elementare a me non me ne importa ripeteva ma i miei tempi non c'erano tanti lampioni né tante scuole non si faceva bere l'asino per forza e si stava meglio a scuola non ci siete stato voi eppure vostri affari ve li sapete fare e il mio catechismo lo so aggiunse lo zio crocifisso per non restare in debito nel calore della disputa don jam chi aveva perso il battuto sul quale avrebbe attraversato la piazza anche ad
occhi chiusi e stava per rompersi il collo e lasciar scappare dio perdoni una parola grossa almeno la accendessero i loro lumi al giorno oggi bisogna badare ai fatti propri con chiuse lo zio crocifisso don gian maria andava tirandolo per la manica del giappone per dire corna di questo e di quell'altro in mezzo alla piazza all'oscuro dell'umano che rubava l'olio di don silvestro che chiudeva un occhio e del sindaco giufà che si lasciava menare per il naso mastro cirino ora che era impiegato del comune faceva il sagrestano come giuda che suonava l'angelus quando non aveva nulla
da fare e il vino per la messa lo comperava di quello che aveva bevuto sulla croce gesù crocefisso che era un vero sacrilegio campana di legno diceva sempre di sì col capo per abitudine sebbene non si vedessero in faccia e don giammaria come li passava rassegna ad uno ad uno diceva costui è un ladro quello è un birbante quell'altra e un giacobino lo sentite piedi papera che sta discorrendo con patron malavoglia e padroncito un altro della setta pò lui una ruffa popolo con quella gamba storta e quando lo vedeva arrancare per la piazza faceva il
giro lungo e lo seguiva con gli occhi sospettosi per scovare cosa stesse macchina con quell'andatura quello là il piede del diavolo borbottava lo zio crocifisso si stringeva nelle spalle e tornava a ripetere che gli era un galantuomo e non voleva entrarci padrón cipolla un altro sciocco un pallone di vento colui che si lasciava abbindolare da piedi papera ed anche padrón toni ci sarebbe cascato anche lui bisogna aspettarsi tutto al giorno d'oggi chi è bada ai fatti suoi ripeteva lo zio crocifisso invece compare tino seduto come un presidente sugli scalini della chiesa sputava sentenze sentite a
me prima della rivoluzione era tutt'altra cosa adesso i pesci sono malizia ti dico io no le acciughe sentono il grecale 24 ore prima di arrivare rispondeva padrón toni è sempre stato così l'acciuga è un pesce che è più giudizio del tonno ora di là del capo dei mulini li scovano dal mare tutti in una volta con le reti fitte ve lo dico io cos'è ripiglio compare fortunato sono quei maledetti vapori che vanno e vengono e battono l'acqua con le loro ruote cosa volete i pesci si spaventano e non si fanno più vedere ecco cos'è il
figlio della lotta stava ad ascoltare a bocca aperta e si grattava il capo bravo disse poi così pesci non se ne troverebbero più nemmeno siracusane a messina dove vanno i vapori invece li portano di là quintali con la ferrovia insomma sbrigate vela voi esclamò allora patron cipolla indispettito io me ne lavo le mani e non me ne importa un fico già che c o le mie chiuse le mie vigne che mi danno il pane e piedi assestò uno scapaccione al figlio della lotta per insegnargli l'educazione bestia quando parlano i più vecchi di testa zitto il
ragazzo faccia allora se ne andò strillando e dandosi dei pugni nella testa che tutti lo pigliavano per minchione perché era figlio della rocca e padrón toni col naso in aria osservò se il maestrale non si mette prima della mezzanotte la provvidenza avrà tempo di girare il capo dall'alto del campanile caddero lenti lenti dei rintocchi sonori un'ora di notte osservò patron cipolla padrón toni si fece la croce e rispose pace ai vivi e il riposo ai morti e ai vermicelli fritti per la cena stasera osserva piedi papera fiutando verso le finestre della parrocchia don giammaria passando
lì vicino per andare a casa saluto anche piedi papera perché ai tempi che corrono bisogna tenersi amici quelle buone lane e compare tino che aveva tuttora l'acquolina in bocca gli gridò dietro ai vermicelli fritti stasera don gian maria lo sentite sentite anche quello che mangio borbottava don gian maria fra i denti fanno anche la spia ai servi di dio per contarlo rim bocconi tutto in odio alla chiesa e incontrandosi naso a naso con don michele il brigadiere delle guardie doganali il quale andava attorno con la pistola sullo stomaco e i calzoni dentro gli stivali in
cerca di contrabbandieri a questi altri non glielo fanno il conto di quel che mangiano questi qui mi piacciono rispondeva campana di legno questi qui che stanno a guardia della roba dei galantuomini mi piacciono si riversano l'imbeccata sarebbe della setta anche lui diceva fase don gian maria picchiando all'uscio di casa tutti una manica di ladri e continua a borbottare col picchiato yo in mano seguendo con occhio sospettoso i passi del brigadiere che si dileguavano nel buio verso l'osteria e rimuginando perché andasse a guardarli dalla parte dello steri e agli interessi dei galantuomini colui però con pareti
non lo sapeva perché don michele andasse a guardare gli interessi dei galantuomini dalla parte dell'osteria e ci aveva perso delle notti a stare in agguato dietro l'olmo lì vicino per scoprirlo e soleva dire ci va per confabulare di nascosto con lo zio santoro il padre della santuzza quelli che mangia nel pane del re e bevono tutti far gli sbirri e sapere i fatti di ognuno attrezza è dappertutto e lo zio santoro così cieco com'è che sembra un pipistrello al sole sulla porta dell'osteria sa tutto quello che succede in paese e potrebbe chiamarsi tutti ad uno
ad uno soltanto a sentirci camminare e non ci sei solo quando massaro filippo va a recitare il rosario con la santuzza ed è un tesoro per fare la guardia meglio di come se gli avessero messo un fazzoletto sugli occhi maruzza godendo suonare un'ora di notte era rientrata in casa lesta lesta per stendere la tovaglia sul descritto le comari a poco a poco si erano diradate e come il paese stesso andava addormentandosi si udiva il mare che rossa valley vicino in fondo alla strada e ogni tanto sbuffava come uno che si volti e rivolti per letto
soltanto laggiù all'osteria dove si vedeva il lumicino rosso continuava il baccano e si viva il vociare di rocco stato il quale faceva festa tutti i giorni compare rocco e il cuore contento disse dopo un pezzetto dalla sua finestra alfio mosca che pareva non ci fosse più nessuno assit ancora la compare alfio rispose mena la quale era rimasta sul ballatoio ad aspettare il nonno si sono qua a qom armena sto qua a mangiarmi la minestra perché quando vi vedo tutti a tavola con lume mi pare di non esser tanto solo e va via anche l'appetito non
ce l'ha intanto voi ci vogliono tante cose per avere il cuore contento e nulla dopo un altro po di silenzio compare alfio soggiunse domani va dalla città per un carico di sale che ci andava poi per i morti domandò mena dio lo sa quest'anno quelle quattro noci sono tutte fradici compare ci fa per cercarsi la moglie alla città rispose l'annunziata dall'us dirimpetto che è vero ma non mena ecco dovessi far altro al mio paese cena delle ragazze come dico io senza andare a cercarle lontano guardate quante stelle che ammiccano lassù rispose mela dopo un pezzetto
e i dicono che sono le anime del purgatorio che se ne vanno in paradiso sentite le disse alfio dopo che ebbe guardate le stelle anche lui voi che siete sant'agata semi sognato un terno buono di te lame che ci giocherò la camicia e allora potrò pensarci a prender moglie buonasera rispose mena le stelle ammiccavano più forte quasi si accendessero e i tre re scintillavano sui faraglioni con le braccia in croce come sant'andrea il mare rossa va in fondo alla strada suola adagio adagio e alunni intervalli si udiva il rumore di qualche carro che passava nel
buio sobbalzando sui sassi e andava del mondo il quale è tanto grande che se uno potesse camminare e camminare sempre giorno e notte non arriverebbe mai e c'era pure della gente che andava per il mondo a quell'ora e non sapeva nulla di comparazione della provvidenza che era in mare né della festa dei morti così pensava mena sul ballatoio aspettando il mondo il nome tra due o tre volte sul ballatoio prima di chiudere lusso a guardar le stelle che luccicavano più del dovere e poi borbottò mare amaro brokos pato si sgolava sulla porta dell'osteria davanti al
lumicino chi è il quarto ntento sempre canta con chiuse padrón toni 3 dopo si è messa a fare il diavolo come se sul tetto ci fossero tutti i gatti del paese ea scuotere le imposte il mare si udivano giri attorno ai faraglioni che pareva ci fossero riuniti buoi della fiera di sant alfio e il giorno era apparso nero peggio dell'anima di giuda insomma una brutta domenica di settembre di quel settembre traditore che vi lascio andare un colpo di mare fra capo e collo come una schioppettata fra i fichi d'india le barche del villaggio erano tirate
sulla spiaggia ebbene a marrat e alle grosse pietre sotto il lavatoio perciò i monelli si divertivano a bocciare fischiare quando si vedeva passare in lontananza qualche bella sbrindellata in mezzo al vento e alla nebbia e pareva ci avesse il diavolo in poppa le donne invece si facevano la croce quasi vedessero con gli occhi la povera gente che verrà dentro maruzza la longa non diceva nulla come era giusto ma non poteva star fermo un momento e andava sempre di qua e di là per la casa e per cortile che pareva una gallina quando sta per far
l'uovo gli uomini erano all'osteria o nella bottega di pizzuto o sotto la tettoia del beccaio a veder piovere col naso in aria sulla riva c'era soltanto padrón toni per quel carico di lupini che ci aveva in mare con la provvidenza e suo figlio bastianazzo per giunta e il figlio della lotta il quale non aveva nulla da perdere lui e in mare non ci aveva altro che suo fratello minico nella barca dei lupini patron fortunato cipolla mentre gli facevano la barba nella bottega di pizzuto diceva che non avrebbe dato due baiocchi di bastianazzo e di minico
della lotta con la provvidenza e il carico dei lupini adesso tutti vogliono fare i negozianti per arricchire diceva stringendosi nelle spalle e poi quando hanno perso la mula vanno cercando la cavezza nella bettola di suor mariangela la santuzza c'era folla quello ubriaco nè di rocco stato il quale volava e sputava per dieci compare tiro piedi papera mastro turi zuppi compare mangia carrube don michele il brigadiere delle guardie doganali coi calzoni dentro gli stivali e la pistola appesa sul ventre quasi dovesse andare a caccia di contrabbandieri con quel tempaccio e compare mariano cinghia letta quell'elefante di
mastro turi zu pippu andava distribuendo per ischerzo agli amici dei pugni che avrebbero accoppato un bue come se ci avesse ancora in mano la mala bestia dica la fata e allora compare cinghia lenta si metteva a gridare e bestemmiare per far vedere che era uomo di fegato e carrettiere lo zio santoro rado mito lato sotto quel po di tettoia davanti allo show aspettava con la mano tesa che passasse qualche d'uno per chiedere la carità tra tutte e due padre e figlia disse compare turiddu pd devono buscarne dei bei soldi con una giornata come questa e
tanta gente che viene all'osteria bastianazzo malavoglia sta peggio di lui a quest'ora rispose piedi papera e mastro girino a un bel suonare la messa ma i malavoglia non ci vanno oggi in chiesa sono in collera condomini ed io per quel carico di rubini che c'hanno in mare il vento faceva volare le gonnelle le foglie secche sì che vanno pizzuto col rasoio in aria teneva bel naso quelli a cui faceva la barba per voltarsi a guardare chi passava e si metteva il pugno sul fianco coi capelli arricciati e illustri come la seta e lo speziale se
ne stava sull'uscio della sua bottega sotto quel cappellaccio che sembrava avesse il par acqua in testa fingendo aver discorsi grossi con don silvestro il segretario perché sua moglie non lo mandasse in chiesa per forza e rideva del sotterfugio tra i peli della barba una ammiccando alle ragazze che sgambettavano nelle pozzanghere oggi andava dicendo piedi papera padrón toni vuol fare il protestante come don franco lo speziale se fai partì per guardare quello sfacciato di don silvestro ti do un ceffone qui dove siamo borbottava la zuppetta con la figliola mentre attraversavano la piazza quello lì non mi
piace la santuzza all'ultimo tocco di campana aveva affidata l'osteria a suo padre e se n'era andata in chiesa tirandosi dietro gli avventori lo zio santoro poveretto era cieco e non faceva peccato se non andava a messa così non perdevano tempo all'osteria e dall'uscio poteva tener d'occhio il banco sebbene non ci vedesse che gli avventori li conosceva tutti ad uno ad uno soltanto al sentirli camminare quando venivano a bere un bicchiere le calze della santuzza osservava piedi papera mentre camminava sulla punta delle scarpette come una gattina le calze della santuzza acqua o vento non le ha
viste altri che massaro filippo l'ortolano questa è la verità ci sono i diavoli per aria diceva la santuzza facendosi la croce con l'acqua santa una giornata da far peccati la zupi da lì vicino a bora tav ave maria sedeva sulle calcagne saettava occhiatacce di qua e di là che pareva ce l'avesse con tutto il paese ea quelli che volevano sentirla ripeteva comare la donna non ci viene in chiesa eppure c'è il marito in mare con questo tempaccio poi non bisogna stare a cercare perché il signore ci castiga persino la madre di meghni costava in chiesa
sebbene non sapesse far altro che veder volare le mosche bisogna le gare anche per i peccatori rispondeva la santuzza le anime buone ci sono per questo sì come se ne sta pregando la mangia carrube col naso dentro la mantellina e dio sa che peccata ci fa fare ai giovanotti la santuzza scuoteva il capo e diceva che mentre si è in chiesa non bisogna parlare del prossimo chi fa lost e deve far buon viso a tutti rispose la zuppetta e poi all'orecchio della vespa la santuzza non vorrebbe si dicesse che vende l'acqua per vino ma farebbe
meglio a non tenere in peccato mortale massaro filippo l'ortolano che ha moglie e figli luoghi per me rispose la vespa gliel'ho detto a dawn giammaria che non voglio più starci tra le figlie di maria se ci lasciano la santuzza per superiora allora vuol dire che l'avete trovato il marito rispose la soffitta io non trovato il marito salto sulla vespa con tanto di pungiglione io non sono come quelle che si tirano dietro gli uomini anche in chiesa con le scarpe verniciate quegli altri con la pancia grossa quello della pancia grossa era brasi il figlio di padroncito
la il quale era il cucco delle mamme e delle ragazze perché possedeva vigne ed oliveti va a vedere se la paranza e ben ammar ata gli disse suo padre facendosi la croce ciascuno non poteva fare a meno di pensare che quell'acqua e quel vento erano tutto oro per i cipolla così vanno le cose di questo mondo che i cipolla adesso che avevano la paranza bene a marrat a si fregavano le mani vedendo la burrasca mentre i malavoglia diventavano bianchi e si strappavano i capelli per quel carico di lupini che avevano presa credenza dallo zio crocifisso
campana di legno volete che ve lo dica salto sulla vespa la vera disgrazia è toccata allo zio crocifisso che ha dato in pini a credenza chi fa credenza senza pegno perde l'amico la roba e l'ingegno lo zio crocifisso se ne stava ginocchioni a piè dell'altare dell'addolorata con tanto di rosario in mano e intonava le staffette con una voce di naso che avrebbe toccato il cuore a satanasso in persona tra un ave maria e l'altra si parlava del negozio dei lupini e della provvidenza che era in mare e della longa che rimaneva con 5 figliuoli dal
giorno d'oggi ps padroncito la stringendosi nelle spalle nessuno è contento del suo stato e vuol pigliare il cielo a pugni il fatto è conclusa compare subito che sarà una brutta giornata per i malavoglia per me aggiunse piedi papera non vorrei armi nella camicia di compare bastianazzo la sera scese triste e fredda tanto soffiava un buffo di tramontana e faceva piovere una spruzzatina d'acqua fina e creta una di quelle sere in cui quando si ha la barca al sicuro con la pancia all'asciutto sulla sabbia si gode a vedersi fumare la pentola dinanzi col marmocchio fra le
gambe e sentire le ciabatte della donna per la casa dietro le spalle i fannulloni preferivano godersi all'osteria quella domenica che prometteva di durare anche il lunedì e figli stipiti erano allegri della fiamma del focolare tanto che lo zio santoro messo lì fuori con la mano stesa e il mento sui ginocchi si era tirato un po in qua per scaldarsi la schiena anche lui e sta meglio di compare bastianazzo a quest'ora ripeteva rocco stato accendendo la pipa sull'uscio e senza pensarci altro mise mano al taschino e si lasciò andare a fare due centesimi di limousine e
tu ci perdi la tua limosina ringraziare dio che sei al sicuro gli disse piedi papera per te non c'è pericolo che abbia fare la fine di comprare bastianazzo tutti si misero a ridere della barzelletta e poi spetterà guardare dall'uscio il mare nero come la sciara senza di l'altro padrón toni è andato tutto il giorno di qua e di là come avesse il male della tarantola e lo speziale gli domandava se faceva la cura del ferro andasse a spasso con quel tempaccio egli diceva pure dalla provvidenza è padrone toni ma lo speziale protestante ed ebreo ognuno
lo sapeva il figlio della lotta che era lì fuori con le mani in tasca perché non ci aveva un soldo disse anche lui lo zio crocifisso è andato a cercar patron toni con piedi papera per fargli confessare davanti a testimoni che i lupini gliele aveva date a credenza vuol dire che anche lui li vede in pericolo con la provvidenza stato anche mio fratello menico insieme a compare bastianazzo bravo questo dicevamo che se non torna tuo fratello minico tu resti il barone della casa c'è andato perché lo zio crocifisso voleva pagargli la mezza giornata anche a
lui quando lo mandava con la paranza e i malavoglia invece e gliela pagavano in fiera rispose il figlio della lotta senza capire nulla è come gli altri sghignazzavano rimase a bocca aperta sull'imbrunire comare maruzza coi suoi figlioletti era andata ad aspettare sulla sciara onde si scopriva un bel pezzo di mare lodandolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla la piccina piangeva e quei poveretti dimenticati sulla sciara quell'ora parevano le anime del purgatorio il piangere della bambina le faceva male allo stomaco alla povera donna sembrava quasi un malaugurio non sapeva
che inventare per tranquilla la e le cantava le canzonette con la voce tremula che sapeva di lacrime anch'essa le comari mentre eto'o andavano dall'osteria con lo show lino dell'olio col fiaschetto del vino si fermavano a barattare qualche parola con la longa senza aver l'aria di nulla e qualche amico di suo marito bastianazzo a compare cipolla per esempio con par mangia carrube passando da lasciare per dare un'occhiata verso il mare e vedervi che umore si addormentasse il vecchio brontolone andavano a domandare a comare la longa di suo marito e stavano un tantino a farle compagnia fumando
le in silenzio la pipa sotto il naso o parlando sottovoce tra di loro la poveretta sgomenta da quelle attenzioni insolite li guardava in faccia sbigottita e si stringeva al petto la bimba come se volessero rubargliela finalmente il più duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa e la si lasciava condurre e badava a ripetere o vergine maria o vergine maria i figliuoli la seguivano aggrappandosi alla gonnella quasi avessero paura che rubassero qualcosa anche a loro mentre passavano dinanzi allo steri a tutti gli avventori si affacciarono sulla porta in
mezzo al gran fumo età quello per vederla passare come fosse già una cosa curiosa requiem aeternam via xi cava sottovoce lo zio santoro quel povero bastianazzo mi faceva sempre la carità quando padrón toni gli lasciava qualche soldo in tasca la poveretta che non sapeva di essere vedova balbettava o vergine maria vergine maria dinanzi al ballatoio della sua casa c'era un gruppo di vicine che l'aspettavano e ci calavano a voce bassa fra di loro come la videro da lontano come aree piedi papera e la cugina anna le vennero incontro con le mani sul ben tre senza
dir nulla allora ella si caccia le unghie nei capelli con uno strillo disperato e corse a rintanarsi in casa che disgrazia dicevano sulla via e la era carica più di 41 se di lupini 4 il peggio presi a credenza e lo zio crocefisso non si contentava di buone parole e mele fradice per questo lo chiamavano campana di legno perché non ci sentiva da quell'orecchio quando lo volevano pagare con delle chiacchiere e diceva che alla credenza ci si pensa egli era un buon diavolaccio e viveva in prestando agli amici non faceva altro mestiere che per questo
stava in piazza tutto il giorno con le mani nelle tasche o addossato al muro della chiesa con quel giubbone tutto lacero che non li avreste dato un baiocco ma aveva denari sin che ne volevano e se qualcheduno andava a chiedergli 12 tali glieli prestava subito col pegno perché chi fa credenza senza pegno perde l'amico la roba e l'ingegno a patto di averli restituiti la domenica d'argento e polle colonne che c'era un carlino di più come era giusto perché con l'interesse non c'è amicizia comprava anche la pesca tutta in una volta con ribasso quando il povero
diavolo che l'aveva fatta aveva bisogno subito di denari ma dovevano pesargli la con le sue bilance le quali erano false come giuda dicevano quelli che non erano mai contenti ed hanno un braccio lungo e l'altro corto come san francesco e anticipava anche la spesa per la ciurma se volevano e prendeva soltanto il denaro anticipato è un rotolo di pane a testa e mezzo quartuccio di vino e non voleva altro che era cristiano e di quel che faceva in questo mondo avrebbe dovuto dar conto a dio insomma era la provvidenza per quelli che erano in angusti
e aveva anche inventato cento modi di render servigio al prossimo e senza esser uomo di mare aveva a barche e attrezzi e ogni cosa per quelli che non ne avevano e gli prestava contentandosi di prendere un terzo della pesca più la parte della barca che contava come un uomo della ciurma e quella degli attrezzi se volevano prestati anche gli attrezzi e finiva che la barca si mangiava tutto il guadagno tanto che la chiamavano la barca del diavolo e quando gli dicevano perché non ci andasse lui a rischiare la pelle come tutti gli altri che si
pappa va il meglio della pesca senza pericolo rispondeva bravo e se in mare mi capita una disgrazia di oliveri che ci lascio le ossa chi me li fa gli affari miei egli badava agli affari suoi ed avrebbe stato anche la camicia ma poi voleva esser pagato senza tanti christie ed era inutile star lì a conta ragioni perché era sordo e per di più era scarso di cervello e non sapeva dire altro che quel che di fatto non è bing anno oppure al giorno che promise si conosce il buon pagatore ora i suoi nemici gli ridevano
sotto il naso a motivo di quei lupini che se l'era mangiati il diavolo e gli toccava anche recitare il de profundis per l'anima di bastianazzo quando si facevano le eseguie insieme con gli altri confratelli della buona morte con la testa nel sacco i vetri della chiesetta scintillavano e il mare era liscio e lucente dal che non pareva più quello che gli aveva rubato il marito alla longa perciò i confratelli avevano fretta di spicciarsi ed andarsene ognuno per i propri affari ora che il tempo sarà rimesso al buono stavolta i malavoglia erano seduti sulle calcagna davanti
al cataletto e lavava nel pavimento dal gran piangere come se il morto fosse davvero fra quelle quattro tavole coi suoi lo pini al collo che lo zio crocifisso gliel'aveva dati a credenza perché aveva sempre conosciuto patron toni per galantuomo ma se volevano trovargli la sua roba col pretesto che bastianazzo sarà annegato la truffa vana cristo come vero dio che quello era un credito sacrosanto come l'ostia consacrata e quelle 500 lire è il appendeva ai piedi di gesù crocifisso ma salto diavolone patron toni sarebbe andato in galera la legge c'era anche attrezza intanto don maria buttava
in fretta quattro colpi das per sorio sul cataletto e mastro cirino cominciava ad andare attorno per spegnere i looney con la canna i confratelli si affrettavano a scavalcare i banchi con le braccia in aria per cavarsi il cappuccio e lo zio crocifisso andò a dare una presa di tabacco a padrón toni per fargli animo infine quando uno è galantuomo lascia buon nome si guadagna il paradiso questo aveva detto a coloro che gli domandavano dei suoi lupini poi malavoglia sto tranquillo perché sono galantuomini e non vorranno lasciar compare bastianazzo a casa del diavolo patron toni poteva
vedere quei suoi propri occhi se si erano fatte le cose senza risparmio in onore del morto e tanto costava la messa tanto i ceri è tanto il mortorio e faceva il conto sulle grosse dita ficcata nei guanti di cotone e i ragazzi guardavano a bocca aperta tutte quelle cose che costavano caro ed erano lì per babbo il cataletto i ceri i fiori di carta e la bambina vedendo la luminaria e udendo suonare l'organo si mise a gallo rear e la casa del nespolo era piena di gente e il proverbio dice triste quella casa dove c'è
la visita del marito ognuno che passava al vedere sull'uscio quei piccoli malavoglia col viso sudicio e le mani nelle tasche scrollava il capo e diceva povera comare maruzza ora cominciano i guai per la sua casa gli amici avevano qualche cosa come l'uso pasta uova vino e ogni ben di dio che ci sarebbe voluto il cuor contento per mangiarsi tutto e perfino compare alfio mosca era venuto con una gallina per mano prendete queste qua amena diceva che avrei voluto trovarmi c o al posto di vostro padre vi giuro almeno non avrei fatto da nessuno e nessuno
avrebbe pianto la mena appoggiata della cucina con la faccia nel grembiule si sentiva il cuore che gli sbatteva egli voleva scappare dal petto come quelle povere bestie che teneva in mano la dote di sant'agata se n'era andata con la provvidenza e quelli che erano a visita nella casa del nespolo pensavano che lo zio crocifisso ci avrebbe messo le lunghe addosso alcuni se ne stavano appollaiati sulle scanner ripartivano senza aver aperto bocca da vedi baccalà che erano ma chi sapeva dire quattro parole e cercava di tenere uno scampolo di conversazione per scacciare la malinconia e distrarre
un po quei poveri malavoglia i quali piangevano da due giorni come fontane compare cipolla raccontava che sulle acciughe e c'era un aumento di 2 pari per barile questo poteva interessargli a patrono se ci aveva ancora delle acciughe da vendere lui ha buon conto se n'era riservati un centinaio di barili e parlavano pure di compare bastianazzo buon anima che nessuno se lo sarebbe aspettato un uomo nel fiore dell'età e che crepava di salute poveretto c'era pure il sindaco mastro croce calla baco da seta detto anche giufà col segretario don silvestro e se ne stava col naso
in aria tar che la gente diceva che stava a fiutare il vento per sapere da che parte voltarsi e guardava ora questo ed ora quello che parlava come se cercasse la foglia davvero e volesse mangiarsi le parole e quando vedeva ridere il segretario rideva anche lui don silvestro per far ridere un po tirò il discorso sulla tassa di successione di con parma stia razzo e ci ficco così una barzelletta che aveva raccolta dal suo avvocato e gli era piaciuta tanto quando gliel'avevano spiegata bene che non mancava di farla cascare nel discorso ogni qualvolta si trovava
a visita da morto almeno avete il piacere di essere parenti di vittorio emanuele già che dovete darla sua parte anche a lui e tutti si tenevano la pancia dalle risate che il proverbio dice né visita di morto senza riso né sposalizio senza pianto la moglie dello speziale torceva il muso a quegli schiamazzi e stava quei guanti sulla pancia e la faccia lunga come si usa in città per quelle circostanze che solo a guardarla la gente ammutoliva quasi ci fosse il morto lì davanti e per questo la chiamavano la signora non si investe va il gallo
con le donne si muoveva ogni momento col pretesto di offrire le scarne e nuovi arrivati per far scricchiolare le sue scarpe verniciate li dovrebbero bruciare tutti quelli delle tasse brontolava comare zoubida gialla come se avesse mangiato dei limoni e glielo diceva in faccia a don silvestro quasi fosse quello delle tasse e la lo sapeva benissimo quello che volevano certi mangia carte che non avevano calze sotto gli stivali in verniciati e cercavano di ficcarsi in casa della gente per papparsi la dote la figliola bella non voglio te voglio i tuoi soldi per questo aveva lasciato a
casa sua figlia barbara quelle facce lì non mi piacciono ma chi lo dice esclamò padrón cipolla a me mi scorticano vivo come san bartolomeo benedetto dio esclama mastrotto rizzo pid minacciando col pugno che pareva la mala bestia del suo quartiere va a finire brutta va a finire con questi italiani voi state zitto e di adesso la voce comare venera e non sapete nulla io dico quel che che ci levano la camicia di dosso ci levano borbottò compare turi mogio mogio allora piedi papera per tagliar corto disse piano a padrón cipolla dovreste pigliarsela voi comare barbara
per consolarvi così la mammella figliuola non si darebbero più l'anima al diavolo porcheria esclamava donna rosolina alla sorella del curato rossa come un tacchino e facendosi vento col fazzoletto e se la prendeva con garibaldi che metteva le tasse e al giorno d'oggi non si poteva più vivere nessuno si meritava più una donna rosolina cosa gliene importa oramai sussurrava piedi papera donna rosolina intanto raccontava don silvestro le grosse faccende che ci aveva per le mani 10 canne di ordito sul telaio e legumi da seccare per l'inverno da conserva dei pomi d'oro da fare che lei ci
aveva un segreto tutto suo per avere la conserva dei pomi d'oro fresca tutto l'inverno una casa senza donna non poteva andare ma la donna bisognava che avesse il giudizio nelle mani come si intendeva lei e non fosse di quelle fraschette che pensano a lisciarsi e nient'altro quei capelli lunghi e il cervello corto che allora un povero marito se ne va sott'acqua come compare bastianazzo buon anima beato lui sospirava la santuzza e morto in un giorno segnalato alla vigilia dei dolori di maria vergine e prega la super noi peccatori fra gli angeli ei santi del paradiso
a chi vuol bene dio manda bene egli era un bravo uomo di quelli che badano ai fatti loro e non aver male di questo e di quello e beccare contro il prossimo come tanti ce ne sono ma ruzza allora seduta ai piedi del letto pallida e disfatta come un centro messo al bucato che pareva la madonna addolorata si metteva a piangere più forte col viso nel guanciale e padrón toni piegato in due più vecchio di cent'anni la guardava e la guardava scrollando il capo e non sapeva che dire per quella grossa spina di bastianazzo che
ci aveva un cuore come se loro si casse un pescecane la santa il miele in bocca osservava comare grazie a piedi papera per fare lo stesso rispose la zupi da essa da esser così chi non sa l'arte chiuda bottega e chi non sa nuotare che sia neghi la zuppetta ne aveva le tasche piene di quel fare melato della santuzza che persino la signora si voltava discorrere con lei con la bocca stretta senza badare agli altri con quei guanti che pareva avesse paura di sporcarsi le mani e stava col naso arricciato come se tutte le altre
puzzasse rowe peggio delle sardelle mentre chi puzzava davvero era la santuzza di vino e di tante altre porcherie con tutto l'abitino color pulce che aveva indosso e la medaglia di figlia di maria sul petto prepotente che non voleva starci già se la intendevano fra di loro perché l'arte parentela e facevano denari allo stesso modo gabbando il prossimo e vendendo l'acqua sporca a peso d'oro se ne infischiavano delle tasse coloro metteranno pure la tassa sul sale aggiunse compare mangia carrube l'ha detto lo speziale che stampato nel giornale allora vi acciughe salate non se ne faranno più
e le barche potremmo bruciarle nel focolare mastro turi il calafato stava per levare il pugno incominciare benedetto dio ma guardo a sua moglie essi tacque mangiandosi fra i denti quel che voleva dire con la mano prepara aggiunse padrón cipolla che non pioveva da santa chiara e se non fosse stato per l'ultimo temporale in cui si è persa la provvidenza che è stata una vera grazia di dio la fame quest'inverno si sarebbe tagliata col coltello ognuno contava i suoi guai anche per ma la voglia che non erano poi soli ad averne il mondo è pieno di
guai chi ne ha pochi e chi ne assai e quelli che stavano fuori nel cortile guardavano il cielo perché un'altra pioggerella ci sarebbe voluta come il pane padrón cipolla lo sapeva lui perché non pioveva più come prima non piove più perché hanno messo quel maledetto filo del telegrafo che si tira tutta la pioggia se la porta via compare mangia carrube allora e tino piedi papera rimasero a bocca aperta perché giusto sulla strada di trezza c'erano i pali del telegrafo ma siccome non silvestro cominciava a ridere a fare come una gallina patron cipolla si alzò dal
mo ricciolo infuriato e se la prese con gli ignoranti che avevano le orecchie lunghe come gli asini che non lo sapevano che il telegrafo portava le notizie da un luogo all'altro questo succedeva perché dentro il filo c'era un certo succo come nel tralcio della vite e allo stesso modo si tirava la pioggia dalle nuvole e se la portava lontano dove ce n'era più bisogno potevano andare a domandarlo allo speziale che l'aveva detta e per questo ci avevano messa la legge che chi rompe il filo del telegrafo va in prigione allora anche don silvestro non sempre
più che dire e si mise la lingua in tasca santi paradiso se avrebbero a tagliarli tutti quei pali del telegrafo e buttarli nel fuoco incominciò compare subito ma nessuno gli dava retta e guardavano nell'orto permutare discorso un bel pezzo di terra diceva compare mangia carrube quando è ben coltivato dalla minestra per tutto l'anno la casa di malavoglia era sempre stata una delle prime attrezza ma adesso con la morte di bastianazzo anthony soldato e mena da maritare e tutti quei mangiapane dei piedi era una casa che faceva acqua da tutte le parti infine cosa poteva valere
la casa ognuno allungava il collo sul muro dell'orto e ci dava un'occhiata per stimarla così a colpo non silvestro sapeva meglio di ogni altro come andassero le cose perché le carte le aveva lui alla segreteria di acicastello volete mettere 12 tarik e non è tutto oro quel che luccica andava dicendo e mostrava ad ognuno il pezzo da cinque lire nuovo e sapeva che sulla casa c'era un senso di cinque tari all'anno allora si misero a fare il conto sulle vita di quel che avrebbe potuto vendersi la casa con l'orto è tutto nella casa nella barca
si possono vendere perché c è sulla dote di maruzza diceva qualchedun altro e la gente si scaldava tanto che potevano dirli dalla camera dove stavano a piangere il morto sicuro l'asian dalfin don silvestro come una bomba c'è l'ipoteca dotale padrón cipolla il quale aveva scambiato qualche parola con padrón toni per maritare mena con suo figlio brasi scrollava il capo e non diceva altro allora aggiunse compare turi il vero disgraziato e lo zio crocifisso che ci perde il credito dei suoi lupini tutti si voltarono verso campana di legno il quale era venuto anche lui per politica
e stava zitto in un cantuccio a vedere quello che dicevano con la bocca aperta e il naso in aria che sembrava stesse contando quante tegole quanti travicelli c'erano sul tetto e volesse stimare la casa i più curiosi allungava nel collo dall'uscio e si ammiccavano l'un l'altro per mostrarsi la vicenda appare lo share e che fa il pignoramento sghignazzavano le comari sapevano delle chiacchiere fra padrón toni e compare cipolla dicevano che adesso bisognava farle passare la voglia a comare maruzza e con chiudere quel matrimonio dell'amena ma la longa in quel momento ci aveva altro per il
capo a poveretta padrón cipolla volto alle spalle freddo freddo senza dir nulla e dopo che tutti se ne furono andati i malavoglia rimasero soli nel cortile ora visse padrón toni siamo rovinati ed è meglio per bastianazzo che non ne sa nulla a quelle parole prima maruzza e poi tutti gli altri tornarono a piangere di nuovo e i ragazzi vedendo piangere i grandi si misero a piangere anche loro sebbene il babbo fosse morto da tre giorni il vecchio andava di qua e di là senza sapere che facesse maruzza invece non si muoveva dai piedi del letto
quasi non avesse più nulla da fare quando diceva qualche parola ripeteva sempre con gli occhi fissi e pareva che non ci avesse altro in testa ora non ho più niente da fare no rispose padrón toni no perché bisogna pagare il debito allo zio crocifisso e non si deve dire di noi che il galantuomo come impoverisce diventa birman the apes per dei lupi nidificava più dentro nel cuore la spina di bastianazzo il nespolo lasciava cadere le foglie vizze il vento le spingeva di qua e di là per il cortile e gli è andato perché ce l'ho
mandato io ripeteva padrón toni come il vento porta quelle foglie di qua e di là se gli avessi detto di buttarsi dal faraglione con una pietra al collo l'avrebbe fatto senza dir nulla almeno morto che la casa il nespolo sino all'ultima foglia erano ancora suoi e io che son vecchio sono ancora qua uomo povero ai giorni lunghi ma c'era nulla ma nella testa ci aveva un pensiero fisso che la martellava e le rose i cava il cuore di sapere cosa era successo in quella notte che l'aveva sempre dinanzi agli occhi e se gli chiudeva le
sembrava di vedere ancora la provvidenza alla verso il capo dei mulini dove il mare la liscio e turchino e seminato di barche che sembravano tanti gabbiani al sole si potevano contare ad una ad una quella dello zio crocifisso l'altra di compare barabba la concetta dello zio cola e la paranza di patron fortunato che stringevano il cuore e si udiva mastro turi subito il quale cantava a squarciagola con quei suoi polmoni di bue mentre picchiava con la mala bestia e l'odore del catrame che veniva dal greto e la tela che batteva la cugina anna sulle pietre
del lavatoio e si arriva pure mena a piangere kata cat a in cucina poveretta mormorava il nonno crollata la casa sul capo e compare fortunato se n'è andato freddo freddo senza dir nulla è andato 1 gli arnesi che erano in mucchio in un cantuccio con le mani tremanti come fanno i vecchi e venendo lì davanti che gli avevano messo il giappone del babbo e gli arrivava alle calcagna gli diceva questo ti terrà a caldo quando verrai a lavorare perché adesso bisogna aiutarci tutti per pagare il debito dei lupini maruzza si tappava le orecchie con le
mani per non sentire la lotta che si era appollaiata sul ballatoio dietro l'uscio e strillava dalla mattina con quella voce fissa di pazza e pretendeva che le restituissero loro il suo figliolo e che non voleva sentir ragione fa così perché ha fame disse infine la cugina adesso lo zio crocifisso ce l'ha con tutti loro per quell affare dei lupini e non vuole darle più nulla ora va a portarle qualche cosa e allora se ne andrà la cugina anna poveretta aveva lasciata la sua tela e le sue ragazze per venire a dare una mano a comare
maruzza la quale era come fosse malata e se l'avessero lasciata fare non avrebbe pensato più ad accendere il fuoco ea mettere la pentola che sarebbero tutti morti di fame i vicini devono fare come le tegole del tetto a darsi l'acqua non l'altro intanto quei ragazzi avevano le labbra pallide dalla fame l'annunziata aiutava anche lei e alessi col viso sudicio dal gran piangere che aveva fatto ledendo piangere la mamma teneva a bada i piccini perché non le stessero sempre tra i piedi come una nidiata di pulcini che l'annunziata voleva averle libere le mani lei lo sa
il fatto suo le diceva la cugina anna e la tua dote ce l'hai nelle mani quando sarai g 5 lamela non sa ma che volessero maritar la con brasi di padroncito per far passare la voglia alla mamma e il primo che glielo disse qualche tempo dopo fu compare alfio mosca innanzi al rastrello dell'orto che tornava allora ad acicastello col suo carro tirato dall'asino mena rispondeva non è vero non è vero ma si confondeva e mentre egli andava spiegando il come e il quando l'aveva sentito dire dalla vespa in casa dello zio crocifisso tutt'a un tratto
si fece rossa rossa anche compare mosca aveva un aria stralunata e vedendo in quel modo la ragazza con quel fazzoletto nero che ci aveva al collo se la prendeva con i bottoni del falsetto si dondolava ora subì un piede e ora su di un altro che avrebbe pagato qualche cosa per andarsene sentite io non ci ho colpa l'ho sentito dire nel cortile di campana di legno mentre stavo spaccando il carrubo che fu schiantato dal temporale di santa chiara vi lamentate adesso lo zio crocifisso mi fa fare le faccende di casa perché non vuol più sentir
parlare del figlio della lotta dopo che l'altro fratello gli fece quel servizio che sapete col carico dei lupini la mena ma né il nottolino del rastrello ma non si risolveva ad aprire e poi se non è vero perché vi fate rossa e la non lo sapeva incoscienza e girava e rigirava il nottolino quel cristiano lo conosceva soltanto di vista e non sapeva altro alfio le andava snocciolando la litania di tutte le ricchezze di brasi cipolla il quale dopo compare naso il beccaio passava per più grosso partito del paese e le ragazze se lo mangiavano con
gli occhi l'amena stava ad ascoltare con tanto d'occhi anche lei e all'improvviso lo piantò con un bel saluto hessel entrò nell'arto alfio tutto infuriato forse allenarsi con la vespa che gli dava vere di tali bugie per farlo litigare con la gente da me l'ha detto lo zio crocifisso rispose la vespa io non dico bugie bugie bugie borbottò lo zio crocifisso io non voglio dannarmi l'anima per coloro l'ho sentito dire con queste orecchie ho sentito pure che la provvidenza è totale e che sulla casa c'è il senso di cinque ettari all'anno si vedrà si vedrà un
giorno o l'altro si vedrà se ne vite o non ne dite delle bugie seguitava la vespa mondo l'anno si è appoggiato allo stipite con le mani dietro la schiena e intanto lo guardava con gli occhi ladri voi altri uomini siete tutti di una pasta e non c'è da fidarsi c fisso alle volte non ci sentiva e invece di adottarle ska seguito a saltar di palo in frasca né a parlare dei malavoglia che badavano a maritarsi a quel discorso delle 41 se non ci pensavano neppure salto su infine la vespa perdendo la pazienza se dessero retta
a voi amari tassi non ci penserebbe più nessuno a me non mi importa che si maritino io voglio la roba mia ma del resto non me ne importa se non me ne importa a voi c'è a chi gliene importa sentite che non tutti pensano come voi a rimandare le cose da oggi a domani e tu che fretta i purtroppo voi ci avete tempo voi ma se credete che gli altri vogliano far venire gli anni di san giuseppe per maritarsi l'annata è scarsa diceva campana di legno e non è tempo di pensare a queste cose la
vespa allora sia puntello alle mani sui fianchi e spolvero la lingua come un pungiglione ora sentite che questa voglia dirvela alla fin fine la mia roba cielo e grazie a dio non sono in stato di dover mendicare un marito o che credete e se non fosse che mi avevate messo quella pulce nell'orecchio con le vostre lusinghe ne avrei trovati 100 di mariti e vanni pizzuto e alfio mosca e il cugino pola che mi stava cucito alla gonnella prima di andar soldato e non mi lasciava le gare una calza tutti che friggevano di impazienza e non
mi avrebbero minato tanto tempo per il naso da pasqua natale come avete fatto voi lo zio crocifisso stavolta si mise la mano dietro l'orecchio per sentirci e cominciò a lasciarla con buone parole sì lo so che sei una ragazza di giudizio per questo ti voglio bene e non sono come quelli che ti corrono dietro peracchia parti la chiusa che poi se la mangerebbero all'osteria della santuzza non è vero mi volete bene seguitava il respingendo la gomitate se fosse vero lo sapreste quel che dovete fare è lo vedreste che non ci ho altro per il capo
ella gli voltava le spalle corrucciata e senza avvedersene andava stuzzicandolo con omero ma di me a voi non ve ne importa lo zio si offese di quell'aspetto ingiurioso questo lo dici per farmi far peccato comincio a lamentarsi non gliene importava del sangue su perché infine la era sangue suo come la chiusa che era sempre stata della famiglia e ci sarebbe rimasta se suo fratello buon anima non avesse pensato a maritarsi ea mettere al mondo la vespa e perciò e l'aveva tenuta come la pupilla degli occhi suoi e pensava sempre al suo bene senti le disse
ho pensato di darti il debito dei malavoglia in cambio della chiusa che sono 48 e con le spese i frutti potrebbero arrivare a 50 e c'è da papparsi la casa del nespolo che per te chi giova meglio della chiusa la casa del nespolo tenetevela voi salto sulla vespa io mi tengo la mia chiusa e so io cosa devo farne allora lo zio crocifisso non può investì anche lui e le disse che lo sapeva cosa voleva farne che voleva farsela mangiare da quel pezzente di alfio mosca il quale le faceva all occhio di triglia per amor
della chiusa e non voleva vederselo più per la casa e nel cortile che alla fin fine ci aveva sangue nelle vene anche lui sta a vedere che ora mi fate il geloso esclamò la vespa sicuro che sono geloso esclamò lo zio crocifisso geloso come una bestia e voleva pagare cinque lire per fargli rompere le ossa ad alfio mosca ma lui non lo faceva perché era un cristiano col timore di dio né al giorno d'oggi chi è galantuomo e gabbato e la buona fede sta di casa in via dei minchioni dove si vende la corda per
impiccarsi la prova era che aveva un bel passare e ripassare davanti la casa dei malavoglia e perfino un agente si metteva a ridere e diceva che i faceva il viaggio alla casa del nespolo come quelli che hanno fatto il voto alla madonna dell'anima i malavoglia lo pagavano a furia di smer retate ei ragazzi appena lo vedevano spuntare in fondo alla strada suola scappavano come se vedessero il babau ma sinora nessuno di loro gli parlava di quei denari dei lupini e i morti randi che venivano mentre padrón toni pensava a maritare la nipote e gli andava
a sfogarsi con piedi papera il quale l'aveva messi in quell'imbroglio diceva agli altri però gli altri dicevano che ci andava per fare l'occhiolino alla casa del nespolo e la lotta che ci ronza va sempre da quelle parti perché le avevano detto che il suo medico era andato nella barca dei malavoglia e credeva che dovesse trovarlo ancora la appena vedeva suo fratello crocifisso leva vale strida al pari di un uccellaccio di malaugurio egli smuoveva labile anche lei questa qui mi fa far peccato borbottava campana di legno i morti non sono ancora venuti rispondeva piedi papera gesticolando
abbiate pazienza volete succhiargli il sangue padrón toni già non avete perso nulla perché i lupini erano tutti fra bce lo sapete e non sapeva nulla sapeva soltanto che il sangue suo era nelle mani di dio e i ragazzi dei malavoglia non osavano giocare sul ballatoio quando e gli passava davanti alla porta di piedi papera e se incontrava alfio mosca col carro dell'asino che gli faceva di berretto anche lui con la faccia tosta si sentiva a bollire il sangue per la gelosia della chiusa in uccella la nipote per portarmi via la chiusa borbottava con piedi papera
un fannullone e non sa far altro che andare attorno col carro dell'asino e non possiede altro un morto di fame un birbante che le dà ad intendere di essere innamorato del suo grugno di porco a quella brutta strega di mia nipote per amor della roba e con non aveva altro da fare andava a piantarsi davanti all'osteria della santuzza accanto allo zio santoro che sembrava un altro poverello come lui e non ci andava per spendere un soldo di milo ma si metteva guai olare come lo zio santoro tale quale come se chiedesse la limousine anch'esso egli
diceva sentita e compare santoro se vedete da queste parti mia nipote la vespa quando alfio mosca viene a portare il carico del vino a vostra figlia la santuzza state a vedere cosa fanno fra di loro e lo zio santoro col rosario in mano e gli occhi spenti gli diceva di sì che non dubitasse carelli per questo e non passavo la mosca che non lo sapesse tanto che sua figlia mariangela gli diceva a voi cosa ve ne importa perché è stata mischiarvi nei fatti di campana di legno già un soldo che un soldo non lo spende
all'osteria e sta davanti all'uscio per niente però al fiume ci pensava nemmeno alla vespa e se ci aveva qualcheduna per la testa era piuttosto comare menadi padrón toni che la vedeva ogni giorno nel cortile o sul ballatoio quello che andava a governare le bestie nel pollaio e se udiva chiocciare le due galline che gli aveva regalato si sentiva una certa cosa dentro di sé e gli sembrava che ci stesse lui in persona nel cortile del nespolo e se non fosse stato un povero carrettiere dal carro dell'asino avrebbe voluto chiedere in moglie la sant'agata e portarsela
via nel carro dell'asino come pensava a tutto ciò si sentiva in testa tante cose da dirle e quando poi la vedeva non sapeva come muoverla lingua e guardava il tempo che faceva e le parlava del carico di vino che aveva preso per la santuzza e dell'asino che portava 4 quintali meglio di un muro povera bestia mena l'accarezzava con la mano la povera bestia ed alfio sorrideva come se gliele facessero a lui quelle carezze a sé il mio asino fosse vostro compare mena mena crollava il capo e il seno le si gonfiava pensando che sarebbe stato
meglio se i malavoglia avessero fatto i carrettieri che il babbo non sarebbe morta a quel modo il mare amaro ripeteva ed il marinaro muore in mare alfio ha fretta ad andare a scaricare il vino della santuzza non sapeva risolversi a partire e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare lost è un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno e se aumenta il prezzo del mosto basta crescere l'acqua nei barili lo zio santoro si è fatto ricco in tal modo ed ora chiede l'elemosina per passatempo e voi ci guadagnate bene coi
carichi del vino domandò la mena sì nell'estate quando si può andare anche di notte allora mi busco una bella giornata questa povera bestia se lo guadagna il pane quando ci avrò messi da parte un po di soldi comprerò un mulo e potrò tirarmi su a fare il carrettiere davvero come compare cinghia lenta la ragazza era tutta intenta a quello che diceva compare alfio e intanto l'ulivo grigio storm iva come se piovesse e seminava la strada di foglioline 7 accartocciate ecco che se ne viene l'inverno e tutto ciò non si potrà fare prima dell'estate osserva compar
alfio mena con gli occhi seguiva l'ombra delle nuvole che correva per i campi come fosse l'ulivo grigio che si dileguasse così correva nei pensieri della sua testa e gli disse sapete compare alfio di quella storia del figlio di padrón fortunato cipolla non c'è nel nulla perchè prima dobbiamo pagare il debito dei lupini rispose mosca che così non ve ne andate dal vicinato ora poi che toni da soldato col nome tutti gli altri ci aiuteremo per pagare il debito la mamma ha preso della tela da tessere per la signora bel mestiere anche quello dello speziale osserva
mosca in questa spuntò nella v8 la comare venera zuppi da col fuso in mano oddio esclamò mera piangente e scappa dentro alfio frusto all'asino e se ne voleva andare anche lui o compare alfio che fretta rete gli disse la zuppetta volevo domandarvi se il vino che portate alla santuzza e della stessa botte di quello della settimana scorsa io non lo so il vino melo vanno nei barili aceto da fare l'insalata rispose la zuppetta un vero veleno così si è fatta ricca la santuzza e onde gabbare il mondo si è messo sul petto l'abitino di figlia
di maria belle cose che copre quell'abitino al giorno d'oggi per andare avanti bisogna fare quel mestiere la se no si va indietro al modo dei gamberi come i malavoglia ora hanno pescato la provvidenza lo sapete no io non ci sono stato qui mako maremmana non sapeva nulla hanno portato adesso la notizia e padrón toni è corso verso il rotolo per vederla che stanno rimorchiando la verso il paese e pareva che ci avesse le gambe nuove il vecchio adesso con la provvidenza e malavoglia potranno tirarsi su un'altra volta e la mena sarà di nuovo un bel
partito alfio non rispose perché la zupi da lo guardava fisso con i suoi occhietti gialli e disse che aveva fretta di andare a consegnare il vino alla santuzza a me non vuole dire nulla borbottò la sfida come se non li avesse visti con gli occhi vogliono nascondere il sole con la rete rimorchiata arriva tutta sconquassata così come l'avevano trovata a di là dal capo dei mulini col naso fra gli scogli e la schiena in aria in un momento era corso sulla riva tutto il paese uomini e donne e padrón toni mischiato nella folla guardava anche
lui come gli altri curiosi alcuni davano pure un calcio nella pancia della provvidenza per far suonare come la festa quasi non fosse più di nessuno e il poveretto si sentiva quel calcio nello stomaco della provvidenza che avete gli diceva don franco il quale era venuto in maniche di camicia e col cappellaccio in testa a dare un'occhiata anche lui fumando la sua pipa questa ora ardere con chiuse patron fortunato cipolla e compare mangia carrube il quale la pratico del mestiere disse pure che la barca aveva dovuto sommergersi tutt'a un tratto e senza che chi c'era dentro
avesse avuto tempo di dire cristo aiutami perché il mare aveva scovato ve le antenne remi ed ogni cosa e non aveva lasciato un carico di legno che tenesse fermo prestare il posto del babbo dove c'è la forcola nuova diceva luca il quale sarà arrampicato sulla sponda e qui sotto c'erano i lupini ma di lupini non rimaneva uno solo che il mare aveva tutto lavato e ripulito per questo maruzza non si era mossa di casa e non voleva più vedere la provvidenza finché ci aveva gli occhi aperti la pancia è buona e se ne può ancora
cosa sentenziò alfine mastro zuppi doyle calafato e dava anche lui dei calci coi suoi pieracci nella provvidenza con 4 la paz è veramente in mare un'altra volta non sarà più una barca che potrà resistere al mare grosso l'ondata di fianco la sfonderebbe come una botte fa dice ma per la pesca di scoglio e per la buona stagione potrà servire ancora padroni cipolla compare mangia carrube e compare cola stavano ad ascoltare senza dir nulla si concluse infine padrón fortunato gravemente piuttosto che buttarla sul fuoco io ci ho piacere diceva lo zio crocifisso che era lì anche
lui a vedere con le mani dietro la schiena siamo cristiani e bisogna godere del bene altrui il proverbio dice augura bene al tuo vicino che qualche cosa te ne viene i ragazzi saranno installati nella provvidenza insieme agli altri monelli che volevano arrampicarvisi anche loro quando avremo rattoppata per bene la provvidenza diceva alessi sarà come la concetta dello zio cola e si davano un grande affare sbuffava né si ammazzavano attirare a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro zuppi doyle calafato dove c'erano i sassi grossi per tenere sulle barche e il ramaiolo del
catrame è una catasta di coste di fasciame appoggiata al muro alessi era accapigliato coi ragazzi che avrebbero voluto montare sulla barca e aiutare a soffiare nel fuoco sotto la caldaia della pace anche loro e quando le buscava minacciava piagnucolando ora che viene mio fratello ntoni da soldato infatti in toni si era fatto mandare le carte e aveva ottenuto il suo congedo seme non silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato avrebbe liberato suo fratello luca dalla leva man toni non voleva più starci nemmeno sei giorni ora che
gli era morto il padre luca avrebbe fatto come lui e sera pianta la sua disgrazia laggiù dove si trovava e avrebbe voluto non far più niente quando gli recarono alla notizia del babbo se non fosse stato per quei cani di superiori per me disse luca ci vado volentieri a fare il soldato in cambio di ntoni così come tornerà lui potrete mettere in mare la provvidenza e non ci sarà più bisogno di nessuno questo è proprio un malavoglia nato sputato osservava padrón toni gongolante tutto suo padre bastianazzo che aveva un cuore grande come il mare è
buono come la misericordia di dio una sera dopo erano le marche dal mare padrón toni arrivo in casa trafelato e disse c'è quella lettera me l'ha data aurora compare cirino mentre andavo a portare le masse in casa dei papà fare la longa si fece bianca come un fazzoletto dalla contentezza e corsero tutti in cucina a vederla lettera toni arriva col berretto sull'orecchio e la camicia con le stelle che la mamma non sapeva saziarsi di toccargliela egli andava dietro in mezzo a tutti i parenti e gli amici mentre tornavano dalla stazione in un momento la casa
e il cortile si riempirono di gente come quando era morto bastianazzo tempo addietro che nessuno ci pensava più a certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi quasi fosse stato ieri tanto che la lotta era sempre lì davanti alla casa dei malavoglia seduta contro il muro ad aspettar menico e voltava il capo di qua e di là per la strada cia ad ogni passo che sentiva 6 dato in giorno di festa e andava di porta in porta a salutare vicini e conoscenti sì che tutti stavano a guardarlo dove passava gli amici facevano codazzo e le
ragazze si affacciavano alle finestre ma la sola che non si vedesse era sarà dico mare tutta se n'è andata ad ognina con suo marito gli disse la santuzza ha sposato menico trinca il quale era vedovo con sei figlio ali ma enrico come un maiale si è meritata che non era compiuto il mese da che a me nico trinca gli era morta alla prima moglie e il lettera ancora caldo dio liberi 1 che è vedovo e come uno che va da soldato aggiunse la zuppetta amore di soldato poco dura a tocco di tamburo avvio signora e
poi sarà persa la provvidenza come le venera la quale era alla stazione quando la partita antoni di padrón toni per vedere se sarà dico mare tutto fosse andato a salutarlo e li aveva visti parlare dal muro della vigna voleva godersi la faccia che avrebbe fatto antonia quella notizia ma era passato del tempo anche per questo e si suol dire lontano dagli occhi lontano dal cuore toni ora portava il berretto sull'orecchio compare minico vuole morirvi co disegni per consolarsi e questo le piacque alla mangiagalli be che l'aveva chiamato cetriolo ed ora vedeva che era un bel
cetriolo el avrebbe barattato volentieri con quel di sutil accio di rocco stato il quale non valeva niente e l'aveva preso perché non c'era altri sono quelle fraschette che fanno all'amore con due o tre per volta mi se la mangia carrube tirandosi sul mento le coppie del fazzoletto da testa e facendo la madonnina se volessi bene ad uno non vorrei cambiarlo nemmeno per vittorio emanuele e garibaldi vedete lo so a chi volete bene disse ntoni col pugno sul fianco no che non lo sapete con parentoli e vi hanno detto delle chiacchiere se qualche volta poi passate
dalla mia porta vi racconterò ogni cosa ora che la mangia carrube ha messo gli occhi addosso antoni di padron toni e la sarà una provvidenza per la cugina anna diceva comare venera toni se ne andò tutto borioso dondolandosi sui fianchi con un codazzo di amici e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica per menare a spasso la sua camicia con le stelle quel dopo pranzo si divertirono a prendersi a pugni con compare pizzuto il quale non aveva paura nemmeno di dio sebbene non avesse fatto il soldato e andò rotolare per terra davanti all'osteria col
naso in sangue marrocco stato invece fu più forte e si mise ntoni sotto i piedi per la madonna esclamarono quelli che stavano a vedere quel roccaforte come mastro turi subito se volesse lavorare se lo buscher ebbe il pane io le mie devozioni su dirmele con questo qui diceva pizzuto mostrando il rasoio per mondarsi vinto insomma antoni si divertì tutta la giornata però la sera mentre stavano attorno al desco a chiacchierare della mamma gli domandava di questo e di quello e i ragazzi mezza addormentata lo stavano a guardare con tanto d'occhi e meno gli toccava il
berretto e la camicia con le stelle per vedere come era infatti il nonno gli disse che gli aveva trovato ad andare a giornata nella paranza ricomparsi polla con una bella paga li ho presi per carità diceva con fortunato a chi voleva sentirlo seduto davanti alla bottega del barbiere li ho presi per non dir di no quando padrón toni è venuto a dirmi sotto l'orlo se ci avessi bisogno di uomini per la paranza gli uomini o non ne ho mai bisogno ma carcere malattie necessità si conosce la mista con padrón toni poi che ha tanto vecchio
ci si perde quel che gli si dà è vecchio massa il mestiere rispose piedi papera non ce li perdete i danari e suo nipote poi è un ragazzo che tutti velo ruberebbero quando mastro bastiano avrà messo in ordine la provvidenza armeremo la nostra barca e non avremo più bisogno di andare a giornata diceva padrón toni la mattina quando egli andò a svegliare il nipote ci volevano due ore per l'alba antonio avrebbe preferito starsene ancora un po sotto le coperte allorché uscì fuori nel cortile sbadiglia il trebastoni era ancora alto verso la mina con le gambe
in aria l'apu darà luccicava dall'altra parte e il cielo formicola va di stelle che parevano le monachine quando corrono sul fondo nero della padella e la stessa cosa come quando ero soldato che suonava la diana nei tra punti borbottava ntoni allora non valeva la pena di tornare a casa stai zitto che il nome negli attrezzi e si è alzato un ora prima di noi gli rispose alessi ma ne siano un ragazzo che somigliava tutto a suo padre bastianazzo buonanima il nonno con la lanterna andava e veniva per cortile fuori si udiva a passare la gente
che andava al mare e passava a picchiare riporta in porta per chiamare i compagni però come giunsero sul lido davanti al mare nero dove si specchiavano le stelle e che russava lento sul greto e si vedevano quella alle lanterne delle altre barche anche toni si sentì allargare il cuore a esclamò stirandosi le braccia è una bella cosa tornare a casa sua questa marina qui mi conosce già padre antoni diceva sempre che un pesce fuori dall'acqua non sa starci e chiamato pesce il mare l'aspetta della paranza lo canzona vano perché la sarah l'aveva piantato mentre serravano
le vele nella carmela vogava in tondo lenta lenta lasciandosi dietro le reti come la coda di un serpente carne di porco e uomini di guerra durano poco dice il proverbio per questo sarà ti ha piantato allora la donna è fedele ad uno a quando il turco si fa cristiano aggiunse lo zio cona delle innamorate né o quante ne voglio rispose ntoni a napoli mi correvano dietro come i cagnolini a napoli ci avevi il vestito di panno e il berretto con lo scritto e le scarpe ai piedi disse barabba che ci sono delle belle ragazze come
qui a napoli le belle ragazze di cui non sono degno di portargli le scarpe a quelle di napoli io ne avevo una con la veste visita e nastri rossi nei capelli il corsetto ricamato e le spalline d'oro come quella del comandate un bel pezzo di ragazza così che portava a spasso i bambini dei padroni e non faceva altro dallo stare deve essere da quelle parti osserva barabba a voi di sinistra fermi i reni gridò padrón toni sangue di giuda che mi fa ad andare la paranza sulle reti cominciò a strillare lo zio colo dal timone
la volete finire con le chiacchiere stiamo qui a grattarsi la pancia o a fare il mestiere nella maretta che ci accusa di santoni staglia da quel parte figlio di porco gli gridò barabba con le regine che c'è in testa ci fai perdere la giornata sacramento rispose allora ntoni con remo in aria se lo dici un'altra volta a te lo do sulla testa che novità è questa saltò sullo zio collo dal timone l'ha imparata da soldato che non si può dire più una parola allora me ne vado rispose antoni e tu vattene che coi suoi denari
patron fortunato ne troverà un altro dal servo pazienza al padrone prudenza disse padrón toni toni continua a remare brontolando perché non poteva andarsene a piedi e compare mangia carrube permettere la pace disse che era ora di far colazione in quel momento spuntava il sole è un sorso di vino si beve va volentieri per fresco che sarà messo allora quei ragazzi si misero a lavorare di mascelle paul fiasco tra le gambe mentre la paranza amareggiava adagio adagio fra il largo cerchio dei sugheri una pedata per di dietro a chi parla per il primo disse lo zio
cola per non buscarsi la pedata tutti si misero a masticare come vuoi guardando le onde che venivano dall arco me si rotolavano senza spuma quelle otr i verdi che in un giorno di sole fanno pensare al cielo nero né al mare color di lavagna ladron cipolla alle lascerà correre 4 bestemmie stasera salto sullo zio cola ma non ci abbiamo che fare col mare fresco non se ne piglia pesci prima compare mangiare ruby e gli sferrò una pedata perché lo zio cola che aveva fatta la legge aveva parlato per primo e poi rispose intanto ora che
siamo qui aspettiamo attirare nei riti la maretta via da largo ea noi ci giova aggiunse padrón toni ai borbottava intanto lo zio cola ora che il silenzio era rotto barabba chiese antoni malavoglia me lo dai un mozzicone di sigaro non ne ho rispose ntoni senza pensare più alla questione di poco prima ma tenendo del mio gli uomini della paranza seduti sul fondo con la schiena contro il banco e le mani dietro il capo cantavano delle canzonette ognuno per suo conto adagio adagio per non addormentarsi che infatti si chiudevano gli occhi sotto il sole lucente e
barabba faceva scoppiettare le dita come i cefali guizzavano fuori dell'acqua essi non hanno nulla da fare diceva antoni e si divertono a saltare buono questo sigaro rispose barabba ne fu maria napoli di questi sì ne fuma votanti però i suoi e ricominciano andare osserva compare mangia carrube lo vedi persa la provvidenza con tuo padre disse barabba laggiù al caveau dove c'è all'occhio del sole su quelle case bianche il mare sembra tutto d'oro il mare amara e il marinaro muore in mare rispose ntoni barabba gli passò il suo fiasco e dopo si misero a brontolare sottovoce
dello zio tola il quale era un cane per gli uomini della paranza quasi padrón cipolla fosse la presente a vedere quel che facevano e quel che non facevano tutto per fargli credere che senza di lui la paranza non andrebbe aggiunse barabba sbirro non ha gli dirà che il pesce l'ha preso lui per l'abilità sua con tutto il mare fresco guarda come affondano le reti sugheri non si vedono più ora ragazzi prima lo zio cola vogliamo tirare le viti perché se ci arriva la maretta c'è le strappa di mano noi poi cominciarono appoggiare gli uomini della
ciurma abbassandosi la fune san francesco esclamava lo zio pola e in un per vero che abbiamo preso tutta questa grazia di dio con la maretta le reti formicola vane scintillavano al sole a misura che si affacciavano dall'acqua e tutto il fondo della paranza sembrava pieno d'argento vivo padrón forte ora sarà contento mormora barabba tutto rosso e sudato e non ci rinfaccerà quei tre carlini che ci dà per la giornata questo ci tocca a noi aggiunse ntoni a rompersi la schiena per gli altri e poi quando abbiamo messo siamo un po di soldi viene il diavolo
se li mangia di katy lagni gli disse il nonno non te la dà alla tua giornata a compare fortunato ma lavoro si arrabattavano in tutti i modi per far quattrini la longa prendeva qualche rotolo di tela da tessere andava anche al lavatoio per conto degli altri padrón tonico i nipoti s'erano messi a giornata si aiutavano come potevano e se la sciatica piegava il vecchio come un uncino rimaneva nel cortile a rifar le maglie are le reti a raccontar nasse e mettere in ordine degli attrezzi che la pratico di ogni cosa del mestiere luca andava a
lavorare nel ponte della ferrovia per 50 centesimi al giorno sebbene suo fratello antoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava trasportare sassi nel por bello ma luca non badava che si sciupava anche le spalle e alessia andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli o dei vermiciattoli per l'esca che si vendevano a 10 soldi il rotolo e alle volte arrivava sino ad ognina e al capo dei mulini e tornava coi piedi in sangue ma compare stupido si prendeva dei bei soldi ogni sabato per rabberciare la provvidenza e ce ne volevano delle masse da
acconciare dei sassi della ferrovia dell'esca 10 soldi e della tela da imbiancare con l'acqua sin e ginocchia il sole sulla testa per fare 40 i morti erano venuti e lo zio crocifisso non faceva altro che passeggiare per l'astro doccia con le mani dietro la schiena che pareva il basilisco questa est che va a finire con l'usciere andava dicendo lo zio crocifisso con l'on silvestro e con don giammaria e vicario l'usciere non ci sarà bisogno zio crocifisso gli rispose patron toni quando venne a sapere quello che andava dicendo campana genio i malavoglia sono stati sempre galantuomini
e non hanno avuto bisogno di uscire da me non importa rispose lo zio crocifisso con le spalle al muro sotto la tettoia del cortile mentre stavano accatastando i suoi sarmenti io non so altro che devo esser pagato finalmente per intromissione del vicario stampa randi legnosi con tentò di aspettare a natale ad essere pagato prendendosi per frutti quelle 75 lire che maruzza aveva raccolto soldo assoldo in fondo alla calza nascosta sotto il materasso ecco come la cosa borbottava ntoni di padrón toni lavoriamo notte giorno per lo zio crocifisso quando abbiamo messo insieme una lira c'è la
prende campana di legno il nonno con la maruzza si consolavano a far castelli in aria per l'estate quando ci sarebbero state le acciughe da salare e i fichi d'india 10 un brano e facevano dei grandi progetti di andare alla tonnara e per la pesca del pescespada dove si buscava una buona giornata e intanto ma stratori avrebbe messo in ordine la provvidenza i ragazzi stavano attenti col mento in mano a quei discorsi che si facevano sul ballatoio dopo cena man toni che veniva da lontano e il mondo lo conosceva meglio degli altri si annoiava sentire quelle
chiacchiere e preferiva andarsene aggirando l'area attorno all'osteria dove c'era tanta gente che non faceva nulla e anche lo zio santoro il quale era il peggio che ci potesse essere faceva quel mestiere leggero di stendere la mano a chi passava e biascicare avemarie o se ne andava da compare subito col pretesto di vedere a che è stato fosse la provvidenza per fare quattro chiacchiere con barbara la quale veniva a metter frasche sotto il calder 8 della pece quando c'era con parent honey voi siete sempre in faccende comare barbara le diceva antoni e siete il braccio destro
della casa per questo vostro padre non vi vuole maritare non mi vuole maritare con quelli che non fanno per me rispondeva barbara pari compari estatico i tuoi io ci starei anch'io coi vostri per la madonna se voleste voi come aree barbara e discorsi mi fate con parentoli la mamma e affilare nel cortile sta a sentirci dicevo per quelle frasche che sono verdi e non vogliono accendere lasciate fare a me che è vero la carrubba quando si affaccia alla finestra io ci vengo qui per tutt'altro comare barbara ci vengo per vedere a che stato è la
provvidenza ea buon stato e il babà detto che per la vigilia di natale la metterete in mare come si avvicinava alla novena di natale i malavoglia non facevano altro che andare e venire dal quartiere di mastro turi throughput intanto il paese intero si metteva in festa in ogni casa si ornavano di frasche d'arance le immagini dei santi i fanciulli si affollavano dietro la cornamusa che andava a suonare davanti alle cappellette con la luminaria accanto agli usci solo in casa dei malavoglia la star là del buon pastore rimaneva all'oscuro mentre ntoni di padron toni correva a
fare il gallo di qua e di là e barbara zucchi da gli diceva almeno ci penserete che o sbagliata la pace per la provvidenza quando sarete in mare e di papera predicava che tutte le ragazze se lo rubavano chi ha rubato son io piagnucolava lo zio crocifisso voglio un po a vedere donde prenderanno i denari dei lupi nice anthony si marita e se devono anche dare la dote all'amena col senso che hanno sulla casa e tutti quegli imbrogli dell'ipoteca che son saltati fuori all'ultimo il natale eccolo qua ma i malavoglia ancora non li ho visti
padrón toni tornava a cercarle in piazza o sotto la tettoia e gli diceva cosa volete che ci faccia se non ho ben ali spremete il sasso per cavarne sangue aspettatemi sino a giugno se volete farmi questo favore o prendetevi la provvidenza e la casa del nespolo io non ci ho altro io voglio i miei danari ri picchiava campana di legno con le spalle al muro avete detto che siete galantuomini e che non pagate con le chiacchiere della provvidenza e della casa del nespolo e gli stevan anima e il corpo ci aveva rimesso il sonno e
l'appetito e non poteva nemmeno sfogarsi col dire che quella storia andava a finire conoscere perché subito padrón toni mandava don gian maria o il segretario a domandarti età e non lo lasciavano più venire in piazza per gli affari suoi senza mettergli sì alle calcagna sì che tutti nel paese dicevano che quelli erano denari del diavolo con piedi non poteva sfogarsi perché gli imbeccava subito che i lupini erano fradici e che gli faceva il sensale ma quel servizio ii potrebbe far me lo disse un tratto fra di sé e non dormì più quella notte tanto gli
piacque l'ha trovata e andò a trovare piedi papera appena fatto giorno che ancora si stilava le braccia e sbadigliava sull'uscio voi dovreste fingere che mi comprate il mio credito disse così potremo mandare lasciare dai malavoglia e non vi diranno che fate l'usuraio se volete riavere il vostro denaro né che è denaro del diavolo è avvenuta stanotte la bella idea sghignazzò piedi papera che mi avete svegliata all'alba per dirmela sono venuto a dirvi pure per quei sarmenti se li volete potete venire a pigliare veli allora potete mandare per lasciare rispose piedi papera ma le spese e
le fate voi quella buona ma dico ma ringrazia si era affacciata apposta in camicia per dire al suo marito cosa è venuto a combinare con voi lo zio crocifisso lasciateli stare quei poveri ma la voglia che ne hanno tanti dei guai tuva affilare rispondeva con pareti know le donne hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto e se ne andò zoppicando a bere l'erba bianca da compare pizzuto vogliono il cattivo natale a quei poveretti mormorava a comare grazia con le mani sulla pancia davanti a doni c'era la cappelletta adornata di frasche ed arance e la
sera vi accendevano le candele quando veniva a suonare la cornamusa e cantavano la litania che era una festa per ogni dove i bambini giocavano e noccioli nella strada e se alessi si fermava a guardare con le gambe aperte gli dicevano to vattene se non ai noccioli per giocare ora vi pigliano la casa infatti la vigilia di natale venne apposta lo share è in carrozza per i malavoglia dal che tutto il paese si mise in subbuglio e andò a lasciare un foglio di carta bollata sul canterano accanto alla statua del buon pastore l'avete visto l'usciere che
è venuto prima la voglia andava dicendo comare venera ora stanno freschi suo marito che non gli pareva vero di aver ragione allora cominciò a gridare ea strepitare io me lo avevo detto santi del paradiso che quel tony a bazzicare per la casa non mi piaceva voi state zitto che non sapete nulla lear imbeccava l'ha subita questi sono affari nostri le ragazze si maritano così sennò vi restano sulla pancia come le casseruole vecchia che maritare ora che è avvenuto l'usciere allora la zupi dagli piantava le mani sulla faccia che lo sapeva dovevo venire l'usciere voi abbaiate
sempre a cose fatte ma un dito che un dito non lo sapete muovere infine lo share e non se la mangia la gente lo share è vero che non si mangia la gente ma i malavoglia erano rimasti come se li avesse presi un accidente tutti in una volta e stavano nel cortile seduti in cerchio a guardarsi in viso e quel giorno dello share e non si misero a tavola in casa dei malavoglia sacramento esclamava antoni siamo sempre come i pulcini nella stoffa ed ora mandano lasciare per tirarsi il collo come faremo diceva la longa padroni
non lo sapeva ma infine si prese in mano la carta bollata e andò a trovare lo zio crocifisso coi due nipoti più grandicelli per dirgli di prendersi la provvidenza che mastro bastiano l'aveva rattoppata allora allora e al poveraccio gli tremava la voce come quando gli era morto il figlio bastianazzo io non so niente gli rispose campana di legno io non c'entro più ho venduto il mio credito a piedi papera e dovete sbrigarvi l'ha con lui che di paper penali vide venire in processione comincia a trattarsi il cavo cosa volete che ci faccia rispose lui io
sono un povero diavolo e ho bisogno di quei denari e della provvidenza non so che farne perché non è il mio mestiere ma se la vuole lo zio crocifisso vi aiuterò a venderla allora turno quei poveracci rimasero ad aspettare seduti sul muricciolo e senza aver coraggio di guardarsi in faccia ma gettavano occhiate lunghe sulla strada donde s'aspettava piedi papera il quale comparve finalmente adagio adagio ma quando voleva sapeva arrancare speditamente con la sua gamba storpia dice che è tutta rotta come una scarpa vecchia e non sa che farsene gridò da lontano mi dispiace ma non
ho potuto far nulla così malavoglia sa se ne tornarono a casa con la carta bollata in mano pure qualche cosa bisognava fare perché quella carta bollata li posata sul canterano avevano inteso dire si sarebbe mangiata la casa il canterano e tutti loro qui un consiglio di don silvestro il segretario suggerì maruzza portategli quelle due galline la e qualche cosa vi saprà dire don silvestro disse che non c'era tempo da perdere e limando da un bravo avvocato il dottor scipioni il quale stava di casa in via degli ammalati vi faccia lo stallatico dello zio crispino ed
era giovane ma quanta chiacchiere ne possedeva da mettersi in tasca tutti gli avvocati vecchi che pretendevano 5 onze per aprirla bocca mentre lui si contentava di 25 lire l'avvocato scipioni stava facendo delle spagnolette e li fece andare e venire due o tre volte prima di dar loro pratica non dietro l'altro e da principio c si accompagnava anche la longa con la bimba in collo per aiutare a dire le proprie ragioni e così perdevano tutti la giornata quando poi l'avvocato ebbe letto le carte e poter capire qualche cosa dalle risposte ingarbugliate che doveva strappare con le
tenaglie a padrón toni mentre gli altri se ne stavano appollaiati sulle loro scarne senza usare di fiatare si mise a ridere di tutto cuore e gli altri vivevano con lui senza sapere perché per ri pigliare fiato niente rispose l'avvocato non c'è da far niente e siccome padre mi tornava a dire che era venuto l'usciere lo share e lasciatelo venire anche una volta al giorno così il creditore si stancherà più presto di rimetterci le spese non potranno prendervi nulla perché la casa è totale e per la barca faremo il reclamo in nome di mastro turi subito
mostrano ora non c entra nella comprerà dei lupini l'avvocato seguito a parlare senza sputare senza grattarsi il capo per più di 25 lire talmente che patron toni i suoi nipoti si sentivano venire l'acquolina in bocca di parlare anche loro di spifferare la loro brava difesa che si sentivano gonfiare in testa e se ne andarono intontiti sopraffatti da tutte quelle ragioni che avevano ruminando e gesticolando le chiacchiere dell'avvocato per tutta la strada maruzza sa che stavolta non era andata come li vide arrivare con la faccia rossa e gli occhi lucenti si sentì sgravare di un gran
peso anche lei e si rassegnano inviso aspettando che dicessero quel che aveva detto l'avvocato ma nessun apriva bocca e stavano a guardarsi l'un l'altro ebbene domando infine maruzza la quale moriva di impazienza niente non c'è paura di niente rispose tranquillamente padrón toni e l'avvocato si l'avvocato l'ha detto lui che non c'è paura di niente ma cos'ha detto e lui sa dirle le cose un uomo coi baffi benedette quelle 25 lire ma infine cosa ha detto di fare il nonno guardo il nipote anthony guardò in non nulla rispose infine padrón toni ha detto di non far
nulla niente aggiunse ntoni più ardito perché non può prenderci nella casa nella provvidenza noi e dobbiamo nulla e i lupini e vero e i lupini ripeteva frontoni lupini non ce li abbiamo i suoi lupini non li abbiamo in tasca e non può prenderci nulla lo zio crocifisso l'ha detto l'avvocato che ci rimetterà le spese allora successo un momento di silenzio intanto maruzza non sembrava persuase dunque ha detto di non pagare il capo e il nonno soggiunse è vero lo primi ce li ha dati e bisogna pagarli non c'era che dire adesso che l'avvocato non era
più la bisognava pagarli patron toni scrollando il capo borbottava questo poi no questo non l'hanno mai fatto i malavoglia lo zio crocifisso si piglierà la casa e la barca è tutto ma questo poi no il povero vecchio era confuso ma la nuora piangeva in silenzio nel grembiule allora bisogna andare lo don silvestro con chiuse padrón toni e di comune accordo nonno nipoti e nuora persino la bimba andarono di nuovo in processione dal segretario comunale per chiedergli come dovevano fare per pagare il debito senza che lo zio crocifisso mandasse delle altre carte bollate che si mangiavano
la casa la barca e tutti loro don silvestro il quale sapeva di legge stava passando il tempo costruendo una gabbia trappola che voleva regalare ai bambini della signora e non faceva come l'avvocato egli lasciò chiacchierare e chiacchierare seguitando ad infilare greto le nelle cannucce infine disse quel che ci voleva orbene se la mia ma rossa ci mette la mano ogni cosa si sarebbe aggiustato la povera ma non sapeva indovinare dove dovesse mettere la sua mano dovete metterla nella vendita le disse don silvestro e rinunziare all'ipoteca della dote quanto in quei lupini non li abbiate presi
voi i lupini li abbiamo presi tutti mormorava la longa e il signore ci ha castigati tutti insieme col prendersi il mio marito quei poveri ignoranti immobili sulle loro scranni si guardavano fra di loro e don silvestro intanto rideva sotto il naso poi mondo a chiamare lo zio crocifisso il quale venne nominando una castagna secca già che aveva finito allora allora di desinare e aveva gli occhietti più illustri del solito da principio non voleva sentirne nulla e diceva che lui non c'entrava più e non era affar suo io sono come il muro basso che ognuno ci
si appoggia fa il comodo suo perché non so parlare come un avvocato e non so dire le mie ragioni la mia roba parola rubata ma quel che fanno me lo fanno a gesù crocifisso che sta in croce e seguitava a borbottare brontolare con le spalle al muro e le mani ficcate nelle tasche né si capiva nemmeno quel che dicesse per quella castagna che ci aveva in bocca don silvestro sud o una camicia per farli entrare in testa che infine i malavoglia non potevano dirsi truffatori se volevano pagare il debito e la vedova rinunciava all'ipoteca inalava
ma si contentano di restare in camicia per non litigare ma se li mettete con le spalle al muro cominciano a mandare carta bollata anche loro e chi s'è visto s'è visto infine un po di carità bisogna averla santo diavolo ne volete scommettere che se continuate a piantare i piedi in terra come un mulo non avrete niente e lo zio crocifisso allora rispondeva quando mi prendono da questo lato non so più che dire e promise di parlarne a piedi papera per riguarda amicizia io farei qualunque sacrificio padrón toni poteva dirlo se per un'amica avrebbe fatto questo
ed altro egli offrì la tabacchiera aperta fece una carezza alla bimba e le regalò una castagna don silvestro conosce il mio debole io non so dire di no stasera parlerò compie di papera e gli dirò di aspettare sino a pasqua purché comare maruzza ci metta la mano con aree maruzza non sapeva dove bisognava metterla la mano e rispose che ce l'avrebbe messa anche subito allora potete mandare a prendervi quelle fave che mi avete chiesto per seminarle e se poi lo zio crocifisso don silvestro prima di andarsene va bene va bene rispose non silvestro lo so
che per gli amici avete il cuore grande quanto il mare piedi papera davanti alla gente non voleva sentir parlare di dilazione e strillava e si strappava i capelli che lo volevano ridurre in camicia e volevano lasciarlo senza pane per tutto l'inverno lui e sua moglie grazia dopo che l'avevano persuaso a comprare il debito dei malavoglia e quelle erano 500 lire l'una meglio dell'altra che s'era levate di bocca per darle allo zio crocifisso sua moglie grazia poveretta spalancava gli occhi perché non sapeva di dove li avesse presi quei denari emetteva buone parole prima la voglia i
quali erano brava gente e tutti gli avevano sempre conosciuti per galantuomini nel vicinato lo zio crocifisso adesso prendeva anche lui la parte dei malavoglia han detto che pagheranno e se non potranno pagare vi lasceranno a casa la mia maruzza ci metterà alla mano anche lei non lo sapete che al giorno d'oggi per avere il fatto suo bisogna fare come si può allora piedi patera si infilò il giappone di furia e se ne andò via bestemmiando che facessero pure come volevano lo zio crocifisso e sua moglie già che lui non contava per nulla in casa 7
quello la voglia giusta in quel tempo anche luca presi il suo numero alla leva un numero basso da povero diavolo e se non va a fare il soldato senza tanti piagnistei che ormai ci avevano fatto il callo stavolta antonia accompagnando il fratello col berretto sull'orecchio dal che pareva fosse lui che partisse gli diceva che non era nulla neanche lui aveva fatto il soldato quel giorno pioveva e la strada era tutta una pozzanghera non voglio bagnate ripeteva luca alla mamma gialla stazione è lontana e stava sull'uscio vener piovere sul nespolo col suo far del letto sotto
il braccio poi baciò la mano al nonno e alla mamma né abbraccio amena ei fratelli così la longa se lo vide partire sotto l'ombrello accompagnato da tutto il parentado saltando sui ciottoli della stradicciola che era tutta una pozzanghera e il ragazzo si com'era giudizioso quanto il nonno si rimboccò ai calzoni sul ballatoio sebbene non li avrebbe messi mai più ora che lo vestivano da soldato questo qui non scriverà per danari quando sarà laggiù pensava il vecchio e se dio gli da giorni lunghi la tira su un'altra volta la casa del nespolo ma dio tre giorni
lunghi appunto perché era fatto di quella pasta e quando giunse più tardi la notizia che era morto alla lunga le rimase quella spina che l'aveva lasciato partire con la pioggia e non l'aveva accompagnato alla stazione mamma hills e luca tornando indietro perché gli piangeva il cuore di lasciarla così il sito zitta sul ballatoio come la madonna addolorata quando tornerò vi avviserà prima e così verrete rincontrarmi tutti alla stazione e quelle parole ma rozzano le dimenticò finché le chiusero gli occhi e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell altra spina che il suo
ragazzo non assisteva alla festa che si fece quando misero di nuovo in mare la provvidenza mentre c'era tutto il paese e barbara zucchi da sera affacciata con la scopa per spazzar via i trucioli lo faccio per amor vostro aveva detto antonio di padrón toni perché la vostra provvidenza voi con la scopa in mano sembrato una regina rispose ntoni in tutta trezza non c'è una brava massaia come voi ora che e alla provvidenza non ci vedrete più da queste parti con parentoli sì che ci verrà e poi per andare a lasciar a questa è la strada
più corta ci vedrete vedere la mangia carrube che si mette alla finestra quando passate la mangia carruba gliela lasciar rocco spato ecc o altro per capo una vita in testa delle belle ragazze di fuori legno non è vero qui c'e neppure delle belle ragazze come barbara e lo so io davvero per l'anima mia o voi che ve ne importa me ne importa sì ma adesso non gliene importa di me perché ci hanno zerbi notti che passeggiano sotto le finestre con le scarpe in verniciate io non nemmeno le scarpe in verniciate per la madonna della mina
la mamma dice che le scarpe in verniciate son fatte per mangiarci la dote ogni cosa e qualche bel giorno vuole uscire fuori sulla strada con la rocca in mano a fare una commedia con quel don silvestro se non mi lascia in pace che lo dice sul serio come barbara sì davvero questa cosa mi piace di santoni sentite andateci il lunedì a lasciar a quando mia madre va alla fiera al lunedì il nonno non mi lascerà pigliare fiato ora che mettiamo in mare la provvidenza appena mastro turi disse che la barca era in ordine padrón toni
venne a pigliarsela coi suoi ragazzi e tutti gli amici e la provvidenza mentre camminava verso la marina barcollava sui sassi come avesse il mal di mare in mezzo alla folla date qua gridava più forte di tutti compare subito ma gli altri sud a van e gridavano per spingerla sui regoli quando la barca inciampava nei sassi lasciate e me sennò me la pigli un braccio come una bambina e velamento nell'acqua tutta in una volta compare tori è capace di farlo con quelle braccia dicevano alcuni oppure ad essi malavoglia si mettono di nuovo a cavallo quel diavolo
di compare su pinto c alle fate nelle mani esclamavano guardate come la ridotta che prima sembrava una scarpa cia recchia addirittura è davvero adesso la provvidenza sembrava tutt'altra cosa lucente della pece nuova e con quella bella fascia rossa lungo il bordo e sulla poppa il san francesco con la barba che sembrava di bambagia talk e persino la longa si era riconciliata con la provvidenza da quando era tornata senza suo marito e aveva fatto la pace per paura ora che era venuto l'usciere viva san francesco gridava ognuno come vedeva passare la provvidenza e il figlio della
rocca gridava più forte degli altri per la speranza che adesso padrón toni prendesse aggiornata anche lui era si era affacciata sul ballatoio e piangeva un'altra volta dalla contentezza e fin dall oca si alzò e andò con la folla anche lei dietro i malavoglia 8 mar e mena questa deve essere una bella giornata per voi altri le diceva alfio mosca dalla sua finestra dirimpetto deve essere come quando potrà comprare il mio muro e lasi non lo vende legge cosa volete che faccia io non sono ricco come vanni pizzuto sennò incoscienza non lo venderei povera bestia se
avessi a dar da mangiare a un'altra bocca prenderei moglie e non starei solo come un cane disse alfio ridendo mena non sapeva che dire ed alfio aggiunse poi ora che ci avete in mare la provvidenza vi meriteranno con brasi cipolla il nonno non mi ha detto nulla ve lo dirà dopo ancora c'è tempo da ora quando vi meriterete chissà quante cose succederanno e per quali strade andrò col mio carro mi hanno detto che alla piana al di là della città c'è da lavorare per tutti alla ferrovia ora la santuzza se intesa con massaro filippo per
mosto nuovo e non avrò più nulla da fare qui padrón cipolla invece malgrado che i malavoglia si fossero messi di nuovo a cavallo continuava a scrollare il capo e andava sentenziando che era un cavallo senza gambe lui lo sapeva dove erano le magagne nascoste sotto la pece nuova una provvidenza rattoppata sogghignava lo speziale sciroppi mucillagine di gomma arabica come la monarchia costituzionale vedrete che gli faranno pagare anche la ricchezza mobile a padrón toni fin là e si beve ci faranno pagare ora dice che metteranno il dazio sulla pace per questo padrón toni si è affrettata
a far allestire la sua barca con tutto che mastro turi stupido avanza ancora 50 lire da lui che ha avuto giudizio è stato lo zio crocifisso che ha venduto a piedi patera il credito dei lupini ora se la ruota non gira prima la voglia la casa del nespolo se la piglia pieri papera e la provvidenza torna da comparatori intanto era scivolato in mare come un'anatra col becco in aria e ci sguazzava dentro si godeva il fresco dondolandosi mollemente nell'acqua verde che le colpe stava attorno ai fianchi e il sole le ballava sulla vernice padrón toni
se la poteva anche lui con le mani dietro la schiena e alle gambe aperte aggrottano un po le ciglia come fanno i marinai quando vogliono vederci bene anche al sole che era un bel sole d'inverno e campi erano verdi il mare lucente e il cielo turchino che non finiva mai così tornano il bel sole e le dolci mattine d'inverno anche per gli occhi che hanno pianto e li hanno visti del colore della pece e ogni cosa si rinnova come la provvidenza che era bastata un po di pesce di colore e quattro pezzi di legno per
farla tornare nuova come prima e chi non vede più nulla sono gli occhi che non piangono più e sono chiusi dalla morte compare bastianazzo non poté vederla questa festa pensava fra di secolare maruzza amando innanzi e indietro davanti all'ordito yo a disporre la trama che quei regole quelle traverse glieli aveva fatti tutti suo marito con le sue mani la domenica o quando pioveva e li aveva piantati lui stesso nel muro ogni cosa in quella casa parlava ancora di lui e c'era il suo para quad in cerata in un cantuccio e le sue scarpe quasi nuove
sotto il letto mena mentre ingozzi nava l'ordito aveva il cuore nero anch'essa pensando a compare alfio il quale se ne andava alla bicocca e avrebbe venduto il suo asino povera bestia che i giovani hanno la memoria corta e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante ea ponente non ci guardano altro che i vecchi quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte ora che hanno rimesso in mare la provvidenza disse infine maruzza vedendo la figliola pensierosa tuo nonno ha ripreso ad andare con patron cipolla li ho visti insieme anche stamattina dal ballatoio davanti alla
tettoia di peppi naso enrico e non ha nulla da fare e se ne sta in piazza tutto il giorno rispose mena si è suo figlio brasi nea della grazia di dio ora che abbiamo la nostra barca e i nostri uomini non dovranno andare a giornata ci trarremo fuori dalla stop anche noi e se le anime del purgatorio ci aiutano a levarci il debito dei lupini si potrà cominciare a pensare alle altre cose tuo nonno non ci dorme sta tranquilla e quanto a questo non ve lo farà sentire che avete perso il padre che come un
altro padre lui poco dopo padrón toni carico di reti che pareva una montagna e non gli si vedeva la faccia sono venuta a riparare darle dalla paranza disse bisogna rivedere le maglie giacche domani armeremo la provvidenza perché non vi siete fatti aiutare d'antoni gli rispose maruzza attirando per un capo mentre il vecchio girava in mezzo al cortile come un arcolaio per dipanare le reti che non finivano più e pareva un serpente con la coda l'ho lasciato di là da mastro pizzuto povero ragazzo ha da lavorare tutta la settimana e fa caldo anche in gennaio con
quel po di roba sulle spalle alessi rideva del nonno vedendolo così il rosso è curvo come un amo e il nonno gli disse guarda che qui fuori c'è quella povera locca suo figlio è in piazza senza far nulla e non hanno da mangiare ma rottamando alessi dalla lotta con quattro fave e il vecchio asciugandosi il sudore con la manica della camicia soggiunse ora che ci abbiamo la nostra barca se arriviamo all'estate con l'aiuto di dio lo pagheremo il debito e non sapeva di l'altro e guardava le sue reti seduto sotto il nespolo come se le
vedesse piene adesso bisogna farla provvista del sale prima che ci mettano il dazio se è vero andava dicendo con le mani sotto le ascelle compare subito lo pagheremo con i primi denari ed egli mi ha promesso che allora ci darà credenza la provvista dei marilotti nel canto ci sono cinque onze della tela dimena aggiunse maruzza bravo con lo zio crocifisso non voglio farci più debiti perché non me lo dice il cuore dopo l'affare dei lupini ma 30 lire ce le darebbe per la prima volta che andiamo in mare con la provvidenza lasciatelo stare esclamò la
longa i danari dello zio crocifisso portano disgrazia anche stanotte ho sentito cantare la gallina nera poveretta esclamò il vecchio sorridendo al vedere la gallina nera che passeggiava per il quartiere con la coda in aria e la cresta sull'orecchio come se non fosse fatto suo essa fa pure l'uovo tutti i giorni allora la prese la parola e si affaccia sullo show canoni uova aggiunse e lunedì se compare alfio va a catania potete mandare a venderle al mercato sì anche queste aiutano allevare il debito disse patron toni da voi altri dovreste mangiar velo qualche uovo quando avete
voglia non ne abbiamo voglia rispose maruzza e mena aggiunse se le mangiamo noi compare alfio non avrà più da venderne e al mercato ora metteremo le uova di anni tra sotto la ghiaccia e i pulcini si vendono 8 soldi l'uno il nonno la guardò in faccia e le disse tu sei una vera ma la voglia la mia ragazza le galline starnazzano nel terriccio del cortile al sole e la chioccia tutta ingrugnita con la sua penna nel naso scuoteva il becco in un cantuccio sotto le frasche verdi dell'orto lungo il muro c'era peso su dei pioli
dell'altro ordito da imbiancare poi sassi al piede tutta giova fa danari ripeteva padrón toni e con la grazia di dio non ci manderanno più via dalla nostra casa casa mia madre mia ora a rio e san francesco perché la pesca riesca abbondante diceva intanto piedi papera sì con le annate che corrono esclama patron cipolla che in mare ci devono aver buttato il colera anche per i pesci compare la roubaix diceva di sì col capo e lo zio cola tornava a parlare del dazio del sale che volevano mettere e allora le acciughe potevano starsene tranquilla senza
spaventarsi più delle ruote dei lavori che nessuno sarebbe più andato a pescarle n un'altra aggiunse mastro turi il calafato di mettere anche il dazio sulla pace quelli a cui non gliene importava della legge non dissero nulla ballo subito seguito a strillare che egli avrebbe chiuso bottega e chi aveva bisogno di calafat aree la barca poteva metterci la camicia della moglie per stoppa allora si levarono le grida e le bestemmie in questo momento si udì il fischio della macchina e i carrozzoni della ferrovia sbucarono tutt'a un tratto sul pendio del colle dal buco che ci avevano
fatto fumando e strepitando come avessero il diavolo in corpo ecco qua con chiuse padrón fortunato la ferrovia da una parte ei vapori dall'altra attrezza non ci si può più vivere in fede mia nel villaggio successe una casa del diavolo quando volevano mettere il dazio sulla pace la zuppetta con la schiuma alla bocca salì sul ballatoio e si mise a predicare caro un'altra picconata di don silvestro il quale voleva rovinare il paese perché non l'avevano voluto per marito non volevano nemmeno per compagno alla processione quel cristiano né lei né sua figlia comare venera quando parlava del
marito che doveva prendere sua figlia pareva che la sposa fosse lei mastro turi avrebbe chiuso bottega diceva ma voleva vedere poi come avrebbe fatto la gente a mettere le barche in mare che si sarebbero mangiati per pane gli uni con gli altri allora le comari si affacciarono sull'uscio con le con occhi è in mano a sbraitare che volevano ammazzarli tutti quelli delle tasse e volevano dar fuoco alle loro cartacce e alla casa dove le tenevano gli uomini come tornavano al mare lasciavano gli arnesi ad asciugare e stavano a guardare dalla finestra alla rivoluzione che facevano
le mogli tutto perché con toni di patron toni seguitava comare venera ed è sempre là dietro le gonnelle di mia figlia ora gli danno noia le corna don silvestro infine se non lo vogliamo cosa pretende mia figlia è roba mia e posso darla a chi mi pare e piace gli ho detto di no chiaro e tondo a mastro cala quando è venuto a fare l'ambasciata in persona l'ha visto anche lo zio santoro non silvestro gli fa fare quel che vuole a quel giova del sindaco ma io me ne infischio del sindaco e del segretario ora
cercano di farci chiudere bottega perché non mi lascio mangiare il fatto mio da questo e da quello che razza di cristiani è perché non lamentano sul vino e il loro dazio sulla carne che nessuno ne mangia ma questa non piace a massaro filippo per amore della santuzza che sono impegnato mortale tutti e due nelle porta l'abitino di figlia di maria per nascondere le sue porcherie e quel becco dello zio santoro non vede nulla ognuno tira l'acqua al suo mulino come compare naso che è più grasso dei suoi maiali belle teste che abbiamo ora vogliono fargli
la festa tutte poteste teste di pesce della ma l'annata mastro turi su pinto si dimenava sul ballatoio con la mala bestia ed il patrasso in pugno che voleva far sangue e non l'avrebbero trattenuto nemmeno con le catene labile andava gonfiandosi da uno show all'altro come le onde del mare in burrasca don franco si fregava le mani in quel cappellacci in capo e diceva che il popolo levava la testa e come vedeva passare don michele con la pistola appesa sulla pancia gli rideva sul naso anche gli uomini a poco a poco si era lasciati riscaldare dalle
loro donne e si cercavano l'un l'altro per mettersi in collera e perdevano la giornata stare in piazza con le mani sotto le ascelle la bocca aperta ad ascoltare il farmacista il quale predicava sottovoce perché non udisse sua moglie cara di sopra di fare la rivoluzione se non erano minchioni e non badare al dazio del sale o al dazio della pace ma a casa nuova bisognava fare né il popolo aveva ad essere invece certuni torceva nel muso e gli voltavano le spalle dicendo il re vuol esser lui dello speziale di quelli della rivoluzione per affondare la
povera gente e se ne andavano piuttosto all'osteria della santuzza dove c'era buon vino che scaldava la testa pare cinghia lenta e rocco spa to facevano per dieci ora che si ricominciava la canzone delle tasse si sarebbe parlato nuovamente di quella del pelo come la chiamavano la tassa sulle bestie da soma e di aumentare il dazio sul vino santo diavolone stavolta andava a finir male per la madonna il vino buono faceva vociare di bocciare metteva sede intanto che non avevano ancora aumentato il dazio sul vino e quelli che avevano bevuto allevavano i pugni in aria con
le maniche della camicia rimboccate e se la prendevano per sim con le mosche che volavano questa è come una festa per la santuzza dicevano il figlio della rocca il quale non aveva denari per bere gridava lì fuori dell'uscio che voleva farsi ammazzare piuttosto ora che lo zio crocifisso non lo voleva più nemmeno a mezza vada per quel suo fratello menico che sarà negato con i lupini vanni pizzuto aveva anche chiuso la bottega perché nessuno andava più a farsi radere e portava il rasoio in tasca vomitava improperi da lontano e sputava addosso a coloro che se
ne andavano per i fatti loro coi rimin collo stringendosi nelle spalle quelli sono carogne e non gli importa un corno della patria sbraitava da un franco tirando il fumo della pipa come se volesse mangiarsela gente che non muoverebbe un dito per il suo paese tu lasciali dire diceva padrón toni al suo nipote il quale voleva rompere il remo sulla testa a chi gli dava della carogna con le loro chiacchiere non ci danno pane né ci levano un soldo di debito dalle spalle lo zio crocifisso il quale era di quelli che badano ai fatti propri e
quando gli cavavano sangue con le tasse si masticava la sua abile dentro di sé per paura di peggio adesso non si faceva più vedere in piazza addossato al muro del campanile ma stava rintanato in casa al buio recitare paternostri avemarie per digerire la collera contro quelli che strillavano e della gente che voleva mettere a sacco ea fuoco il paese e andare a svaligiare chi ci aveva quattro soldi in casa lui ha ragione dicevano in paese perché dei soldi deve averne a palate ora ci ha pure il 500 lire dei lupini che gli ha dato pieni
papera ma la vespa la quale tutta la sua roba al sole e non temeva che gliela rubassero andava gridando per lui con le mani in aria nera come un tizzone e quei capelli al vento che suo zio se lo mangiavano vivo ogni sei mesi con la fondiaria e voleva cavargli gli occhi con le sue mani all'esattore se tornava da suo zio adesso è la ronzava continuamente da comare grazia dalla cugina anna ed alla mangia carrube ora con un pretesto ed ora con un altro per vedere come se la intendessero compare alfio con la santagata ed
avrebbe voluto annichilire la sant'agata con tutti ma la voglia perciò andava dicendo che non era vero che piedi paper avesse comprate il credito dei lupini perché piedi papera non le aveva mai posseduta e 500 lire e malavoglia avevano sempre sul collo i piedi di suo zio crocifisso il quale poteva schiacciarli come formiche tanta era ricco e della avevo avuto torto a dirgli di nove i begli occhi di uno il quale non ci aveva che un carro da asino mentre lo zio crocifisso le voleva bene come alla pupilla degli occhi suoi sebbene in quel momento non
volesse aprire l'uscio per timore che gli entrasse in casa a fare sacco e fuoco chi ci aveva perdere qualcosa come padroncito la o massaro filippo l'ortolano stava tappato in casa con tanto di catenaccio e non metteva fuori nemmeno in il naso per questo brasi cipolla sera boscato un potente ceffone da suo padre quando l'aveva trovato sulla porta del quartiere a guardare in piazza come un baccalà i pesci grossi stavano sott'acqua durante la maretta e non si facevano vedere anche quelli che erano teste di pesce e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercarla foglia
non lo vedete che si servono di voi come di un burattino gli diceva sua figlia betta quei pugni sui fianchi ora che vi hanno messo nell'impegno rivoltano le spalle e vi lasciano solo a sgambettare nel pantano ecco quel che vuol dire farsi menare per il naso da quell imbroglione di don silvestro io non mi lascio menare per il naso da nessuno saltava su baco da seta il sindaco lo faccio io e non don silvestro don silvestro diceva invece che il sindaco lo faceva sua figlia vetta e mastro pro ceca la portava i calzoni per sbaglio
così fra tutte e due il povero baco da seta stava fra l'incudine e il martello adesso poi che era venuta la burrasca e tutti lo lasciavano a strigliare quella ma la bestia della folla non sapeva più da che parte voltarsi a voi che ve ne importa gli gridava vetta fate anche voi come fanno gli altri e se non vogliono il dazio della pace don silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa don silvestro invece era più fermo continuava ad andare attorno con quella faccia tosta e rocco stato e cinghia lenta come lo vedevano rientravano
in fretta nell'osteria per non fare uno sproposito e vanni pizzuto bestemmiava forte toccando il rasoio dentro la tasca dei calzoni con silver senza badarci andava a fare quattro chiacchiere con lo zio santoro e gli metteva 2 centesimi nella mano sia lodato dio esclamava il ceco queste don silvestro il segretario che nessun altri di tutti quelli che vengono qui a gridare a pestare i pugni sulle panche fa un centesimo di limosina per le anime del purgatorio è bello da dire che vogliono ammazzarli tutti il sindaco il segretario l'hanno detto vanni pizzuto troppo spago e compare cinghia
lenta mani pizzuto si è messo ad andare senza scarpe per non esser conosciuto ma io lo riconosco egualmente che striscia sempre i piedi per terra e fa levarla polvere come quando passano le pecore da voi che ve ne importa gli diceva sua figlia appena non silvestro se ne andava questi non sono affari nostri l'osteria come un porto di mare chi va e chi viene e bisogna essere amici con tutti e fedeli con nessuno per questo l'anima l'abbiamo ciascuno la sua e ognuno deve badare ai suoi interessi e non far giudizi temerari contro il prossimo pompare
cinghia lenta e spato prendono del denaro in casa nostra non dico di pizzuto che vende l'erba bianca e cerca di levarci gli avventori non silvestro poi andava a fermarsi dallo speziale il quale gli piantava la barba in faccia e gli diceva che era tempo di finirla e buttar tutto a gambe all'aria e far casa nuova volete scommettere che questa volta va finir male ribatteva don silvestro mettendo due vita nel taschino del falsetto per cavar fuori il 12 tari nuovo non c'è tasse che bastano e un giorno all'altro bisognerà finirla davvero samut al registro con baco
da seta che si lascia metterla gonnella dalla figlia e il sindaco lo fa lei a massaro filippo poi non gliene importava un cavolo e padroncito la aveva la superbia di non voler fare il sindaco neanche se la coppa vano tutti una manica di borbonici della consorteria dei minchioni che oggi dicono bianco e domani nero è l'ultimo che parla ha ragione lui la gente fa bene a strillare con questo governo che ci succhia il sangue peggio di una [ __ ] ma i denari devono venir fuori per amore o per forza qui ci vorrebbe un sindaco
di testa e liberale come voi vinceva dire quel che avrebbe fatto lui e come aggiustavo ogni cosa e don silvestro stava ad ascoltarlo zitto ed intento che pareva fosse alla predica bisognava pensare anche a rinnovare il consiglio padrón toni non ce lo volevano perché egli aveva la testa stramba ed era stato causa della morte di suo figlio bastianazzo un uomo di giudizio con lui se fosse stato vivo poi in quella fare dei lupini aveva fatto mettere la mano nel debito a sua mora e l'aveva lasciata in camicia se gli interessi del comune li faceva a
quel modo ma intanto se la signora si affacciava alla finestra don franco cambiava discorso i gridava bel tempo è ammiccando di nascosto a don silvestro per fargli capire quel che ci aveva nello stomaco da dire andate a fidarvi di quel che vuole fare uno che ha paura della moglie pensava fra disse don silvestro patron toni era di quelli che si stringevano nelle spalle se ne andavano po i remi in collo e al nipote il quale avrebbe voluto correre in piazza anche lui a vedere quel che si faceva e andava ripetendo tu vada ai fatti tuoi
che tutti costoro gridano ognuno per suo interesse el affare più grosso per noi è quello del debito anche compare mosca era di quelli che badavano i fatti propri e se ne andava tranquillamente insieme al suo carro in mezzo alla gente che gridava coi pugni in aria ma voi non me ne importa se mettono la tassa del pelo gli domandava mena come lo vedeva arrivare con l'asino tutto ansante con le orecchie basse sì che me ne importa ma bisogna camminare per pagarla la tassa se non si pigliano il pelo con tutto l'asino e il carro pure
dice ammazzarli tutti gesumaria il nonno ha raccomandato di tenere la porta chiusa e non aprire se non torna a loro voi andrete ancora via domani io andrò a prendere un carico di calce per mastro pro cecala o cosa ci andate a fare ma lo sapete che il sindaco e vi ammazzerà ma anche voi e gli dice che non gliene importa noi che fa il muratore e deve allestire quel muro della vigna per conto di massaro filippo e se non vogliono il dazio della pace don silvestro ci penserà lui a qualche altra cosa ve l'aveva detto
io che era tutta roba di don silvestro esclamava la zuppetta la quale era sempre lì a soffiare nel fuoco con la conocchia in mano è roba di ladri e di gente che non ha nulla da perdere e non paga nulla col dazio della pace perché non ha mai avuto nemmeno un pezzo di tavola in mare la colpa è di don silvestro seguitava possa sbraitare di qua e di là per tutto il paese e di quelli imbroglione di pià di papere il quale non a barre che vive alle spalle del prossimo e tiene il sacco a
queste a quello volete saperne una non è vero niente che ha comprate il credito dello zio crocifisso è tutta una finzione fra lui e campana di legno per spogliare quei poveretti piedi papera non le ha mai viste con gli occhi 500 lire non silvestro per sentire quello che diceva sì di lui andava spesso a comprare qualche cigar all'osteria e allora rocco stato e vanni pizzuto uscivano fuori bestemmiando o si fermava a chiacchierare e il con lo zio santoro tornando dalla vigna e così venne a sapere tutta la storia della finta comprerà di piedi papera ma
lui era cristiano con uno stomaco fondo come un pozzo e metteva tutto là dentro egli sapeva il fatto suo e come betta l'accoglieva con la bocca spalancata peggio di un cane arrabbiato e mastro proceda alla sarà lasciato scappare il detto che a lui non gliene importava rispose volete scommettere che ora vi pianto e non si fece più vedere in casa del sindaco così ci avrebbero pensato loro a cavarsi d'impiccio e la beta non avrebbe potuto più dirgli sul mostaccio che voleva rovinare suo padre galla e i suoi consigli erano quelli di giuda che avevo venduto
cristo per trenta denari e così egli voleva riuscire a buttar giù il sindaco che i suoi figli e fare il gallo in paese domenica in cui doveva radunarsi il consiglio don silvestro dopo la santa messa andò a ficcarsi nello stanzone del municipio dove c'era prima il posto della guardia nazionale e si mise tranquillamente a temperare le penne davanti alla tavola d'abete per ingannare il tempo mentre la zucchi belle altre comari vociferavano per la strada filando al sole e volevano strappare gli occhi a tutti loro baco da seta come corsera chiamarlo dal muro della vigna di
massaro filippo si infilò il giappone nuovo si lavò le mani si spolvero dalla calcio ma non volle muoversi se prima non li chiamavano don silvestro beta aveva un bel sfidarlo e spingerlo per le spalle fuori dell'uscio dicendogli che chi l'aveva preparata la minestra l'avrebbe mangiata e lui doveva lasciar fare agli altri perché lo lasciassero star sindaco stavolta mastro galla aveva visto quella folla davanti al municipio con le con occhi e in mano e puntava i piedi in terra respiro peggio di un muro non ci vado se non viene don silvestro ripeteva con gli occhi fuori
della testa don silvestro lo sa trovare un ripiego il ripiego ve lo trovo io rispondevo detta non lo vogliono il dazio sulla pace e poi lasciatelo stare brava e i denari di dove si prendono lì dove si prendono fateli pagare a chi ne ha allo zio crocifisso a mo d'esempio a padrón cipolla o a pepi naso brava se solo loro i consiglieri allora mandateli via e chiamate né degli altri già non saranno loro che vi faranno restare sindaco quando tutti gli altri non vi vorranno più voi dovete far contenti quelli che sono in maggior numero
ecco come di scorrono le donne quasi fossero quelli che mi tengono solo tu non sai nulla il sindaco lo fanno i consiglieri e i consiglieri non possono essere che quelli e non altri chi vuoi che facciano i pezzetti di mezzo alla strada allora lasciate stare i consiglieri e mandate via il segretario quell imbroglione di don silvestro brava e chi lo fa il segretario chi lo sa fare tu o io o padrón cipolla sebbene sputi sentenze peggio ad un filosofo allora ma non serve più che dire e si sfogò a scaricare ogni sorta di improperi alle
spalle di don silvestro era il padrone del paese e se li teneva tutti in tasca brava soggiunse baco da seta ecco se non c'è lui io non so che cosa dire vorrei vederci te nei miei panni finalmente san silvestro la faccia più dura del muro le mani dietro la schiena e buffo lando un'arietta non vi perdete d'animo mastro croce che non casca il mondo per questa volta mastro proceda don silvestro si lasciò menardi a emettere alla tavola d'abete del consiglio col calamaio davanti a dei consiglieri non c'erano altri che peppi nasa il macellaio tutto con
la faccia rossa che non aveva paura di nessuno al mondo è compare tino piani papera quello lì non ha nulla da perdere bocciava dallo show la zucchina e ci viene per succhiare il sangue alla povera gente peggio di una sanguisuga perché vive alle spalle del prossimo e tiene il sacco a questo ea quello per fare le birbonate razza di ladri e di assassini che di papera sebbene volesse fare l'indifferente del decoro della carica finì col perdere la pazienza e si rizzò sulla gamba storta gridando a mastro girino l'inserviente comunale il quale era incaricato del buon
ordine e per questo ci aveva il berretto col rosso quando non faceva il sagrestano fatemi tacere quella linguaccia alla a voi piacerebbe che nessuno parlasse è compare tino come se tutti non lo sapessero il mestiere che fate e poi chiudete gli occhi quando ntoni di patron toni viene a parlare con vostra figlia barbara gli occhi li chiude the void ecco che siete quando vostra moglie fa il comodino alla vespa alla quale viene tutti i giorni a mettersi sulla vostra porta per cercare alfio mosca e voialtri tenete il candeliere bel mestiere ma compare alfio non vuol
saperne ve lo dico io cercavo menadi padrón toni e voi altri ci perdete l'olio della lucerna se la vespa aveva promesso ora vengo a romperti le corna minacciò piedi papera e cominciò ad arrancare dietro la tavola d'abete oggi va a finir male borbottava mastro procedu fa poi che maniere sono queste vi par d'essere in piazza urlava don silvestro volete scommettere che mi cacciò fuori tutti a calci ora la giusto io questa faccenda non voleva sentirne ha fatto ad aggiustarla e si dibatteva contro don silvestro il quale la spingeva fuori tirandola per i capelli e poi
se la meno in disparte dietro il rastrello della chiusa infine che volete le disse come furono soli a voi che ve ne importa se mettono il dazio sulla pace forse che lo pagate voi il vostro marito o non devono pagarlo piuttosto quelli che hanno bisogno di far accomodare le loro barche sentite a me vostro marito è una bestia ad essere in collera paul municipio ne sa far tutto questo chiasso ora si devono fare gli assessori nuovi in cambio di padroncito le di massaro mariano che non valgono niente e si potrebbe metterci vostro marito io non
ne so nulla rispose la subida calmatasi tutt'a un tratto io non me ne infischio negli affari di mio marito so che si mangia le mani dalla collera io non posso far altro che andare a dirglielo se la cosa è certa andate a berlino è certo come certo di io vi dico siamo garanti uomini o no santissimo diavolo la zoubida parti correndo a prender suo marito il quale stava rincasando nel cortile azzardare stoppa pallido come un morto e non voleva uscire per tutto l'oro del mondo gridando che gli facevano fare qualche sproposito santo bio per aprire
atrio e vedere che pesce si pigliavano ci mancava ancora patron fortunato cipolla e massaro filippo l'ortolano i quali non spuntavano mai sì che la gente cominciava d'ammalarsi tanto che le comari saranno messe a filare lungo il muro suolo della chiusa infine mandarono dire che non venivano perché avevano da fare e il dazio se volevano avrebbero potuto metterlo senza di loro il discorso di mia figlia betta tale e quale brontolava mastro croce giu fa allora fatevi aiutare da vostra figlia betta esclamò don silvestro baco da seta non fiatò più e continuo a masticare si fra i
denti il suo brontolio ora disse non silvestro vedrete che i topi diverranno loro stessi a dire che mi danno la barbara ma voglio farmi pregare io la seduta fu sciolta senza concludere nulla il segretario voleva un po di tempo per prenderlo me in questo mentre era suonato mezzogiorno e le comari se ne erano andate le stellette le poche che erano rimaste come videro mastro cimino chiuderla porta e mettersi la chiave in tasca se ne andarono anche se per i fatti loro di qua e di là chiacchierando degli improperi che saranno detti piedi paperella zupi da
la sera antoni di padrón toni sepe quelle chiacchiere sacramento voleva fargli vedere che era stato soldato a piedi papera lo incontrò giusto che veniva dalla sciara vicina alla casa dei bimbi con quel suo piede del diavolo e cominciò a dirgli il fatto suo che era una carogna e si guardasse bene valdir male viggiù pd e di quel che facevano che lui non ci aveva nulla a vedere piedi papera non aveva la lingua in tasca o che ti pare se è venuto da lontano a farlo spaccamontagne qui sono venuta a rompervi le corna se aggiungete altro
alle grida la gente si era affacciata sugli usci e si era radunata una gran folla si che sia zaffarano perbene e piedi papera il quale non sapeva più del diavolo si lascia cadere a terra tutto in un fascio con toni ma la voglia che così non valevano annulla le gambe buone e si avvoltola rono nel fango picchiandosi e mordendo siccome i cani di peppi naso tanto che anthony di padrón toni dovette ficcarsi nel cortile dei su pd perché aveva la camicia tutta stracciata e piani papera lo condussero a casa insanguinato come lazzaro sta a vedere
strepitava ancora comare venera dopo che ebbero chiusa la porta sul naso e micini sta a vedere che in casa mia non sono padroni di fare quello che mi pare e piace mia figlia la doc invoglino la ragazza tutta rossa sarà rifugiata in casa col cuore che gli batteva come un pulcino che a mezzo strappata questo recchia diceva compare turi versando adagio adagio dell'acqua sulla testa di ntoni nord è peggio di un cane corso con pareti know toni aveva ancora il sangue agli occhi e voleva fare un precipizio sentite come le venera disse allora davanti a
tutto il mondo per messe a nomi piglio vostra figlia non mi marito più e la ragazza sentiva dalla camera questi non sono discorsi da farsi ora con parenteau ni ma se il vostro nonno dice di sì io per me non vi cambio per vittorio emanuele un pareggio pido intanto stare zitta e gli dava un pezzo di salvietta per asciugarsi di modo che in toni quella sera se ne andò a casa tutto contenta ma la voglia come avevano saputo della sua rissa con piedi papera si aspettavano di momento in momento lo share e che venisse a
scacciarli dalla casa giacché pasqua era lì vicina e dei denari del debito grande stento ne avevano raccolto appena una meta vedi che vuol dire bazzicare dove ci sono ragazze da marito diceva antoni la longa ora tutta la gente parla dei fatti vostri e mi dispiace per la barbara e io me la figlia disse allora antoni e lapilli escono il mondo e io chi sono e tua madre non punta per nulla quando tuo padre prese moglie e da quella che ben il a me lo fece dire a me prima allora viveva tua nonna e venne a
parlarmene nell'orto sotto il fico ora non si usano più queste cose e i vecchi non servono a nulla un tempo si soleva dire ascolta i vecchi e non la sbagli prima deve maritarsi tua sorella mena lo sai questo maledetta la mia sorte cominciò a gridare in toni strappandosi i capelli e pestando i piedi tutto il giorno a lavorare all'osteria non ci vado e in tasca non ho mai un soldo ora che mi son trovata la ragazza che mi ci vuole non posso prenderla perché son tornato dunque da soldato senti gli disse il nonno ritz andò
si su a stento pay dolori che gli mangiavano la schiena va a dormire che e meglio questi discorsi non dovresti farceli mai davanti a tua madre mio fratello luca sta meglio di me a fare il soldato brontolon toni nell'andar se ne 8 luca poveretto non ci sta meglio né peggio faceva il suo dovere laggiù come l'aveva fatto a casa sua e si contentava non scriveva spesso è vero i francobolli costavano 20 centesimi ne aveva ancora mandato il ritratto perché da ragazzo lo canzonavano che aveva le orecchie d'asino e invece di tanto in tanto metteva nella
lettera qualche biglietto da cinque lire che trovava modo di buscarsi servendo gli ufficiali il nonno aveva detto prima deve meritarsi la mena ancora non ne parlava ma ci pensava sempre e adesso che tenevano nel canterano qualcosa per pagare il debito aveva fatto il conto che con la salatura delle acciughe si sarebbe pagato piedi papera nella casa restava libera per la dote della nipote perciò erano stati qualche volta a chiacchierare sottovoce con padrón fortunato sulla riva mentre aspettavano la paranza posseduti al sole davanti la chiesa quando non c'era gente patron fortunato non voleva far torto alla
sua parola se la ragazza aveva la dote tanto più che suo figlio brasili dava sempre dei grattacapi a correre dietro alle ragazze che non avevano nulla come un baccalà che era l'uomo la parola e il bue per le corna tornava a ripetere mena spesso il cuore nero mentre tesseva perché le ragazze hanno invaso fine ed ora che il nonno era sempre a confabulare con compare fortunato e in casa parlava spesso dei cipolla ci aveva sempre la stessa cosa davanti agli occhi come se quel cristiano di comparare fio fosse incollato sui banconi del telaio con le
immagini dei santi una sera aspettassi in a tardi per veder tornare compare alfio insieme a carlo dell'asino con le mani sotto il grembiule perché faceva freddo e tutte le porte erano chiuse e per la stradicciola non si vedeva anima viva così gli dia della buonanotte dallo show che ve ne andate alla bicocca al primo del mese gli disse finalmente ancora no ci ho più di 100 carichi di vino per la santuzza dopo ci penserà pio e la non sapeva più che dire intanto che compara alfio si affaccendava nel cortile a staccare l'asino e ad appendere
gli arnesi albiolo e portava la lanterna di qua e di là ma chissà quando ci vedremo più visse infine mena che le mancava la voce ma perché ve ne andate anche voi la poveretta aspetta un pezzo senza rispondere sebbene fosse buio e nessuno potesse vederla in viso di tanto in tanto si udivano i vicini parlare dietro gli usci chiusi e piangere i bambini e il rumore delle scodelle dove stavano cenando sì che nessuno poteva udire ora mari che ci vogliono per piedi papera ne abbiamo la metà e alla salatura delle acciughe e pagheremo anche il
resto alfio a quel discorso lasciò l'asino in mezzo al cortile e venne sulla strada allora vi maritano dopo pasqua meno non rispose ve l'avevo detto io aggiunse compare alfio li ho visti io parlare padrón toni con padrón cipolla sarà come vuole dio disse poi mena a me non importava di marit armi perché mi avessero lasciato a stare qui che bella cosa aggiunse mosca quando uno è ricco come il figlio di patron ci può la che può prendersi la moglie che vuole e può stare dove gli piace buonanotte compar alfio disse poi mena dopo esser stata
un altro pezzetto a guardare la lanterna appesa al rastrello e l'asino che andava abboccando le ortiche del muricciolo compare alfio dia della buonanotte anche lui e se ne tornò a metter l'asino nella stalla quella spacciata sant'agata brontolava la vespa la quale era tutte l'ore dai piedi papera col pretesto di farsi prestare dei ferri da calza o per venire a regalare qualche pugno di fave che aveva raccolto nella chiusa quella sfacciata di sant'agata e sempre a stuzzicare compare mosca non gli lascia un momento per grattarsi il capo vergogna e brontolava ancora per la strada mentre piedi
pape racchiudeva l'uscio tirandole dietro tanto di lingua la vespa è infuriata come fossimo in luglio sghignazzava compare tino a lei che gliene importa chiese comare grazia viene importa perché ce l'ha con tutti quelli che si maritano e ora sta covando con gli occhi alfio mosca tu dovresti dirglielo che a me non mi piace di tenere il candeliere come se non si vedesse che sta qui per compare alfio e poi la zuppi dava spargendo che noi ci troviamo il nostro punto a fare questo mestiere la zuppi da farebbe meglio a grattarsi la sua testa perché c
è da trattare con quella porcheria di diversi in casa antoni di padrón toni mentre il vecchio e tutti fanno il diavolo non ne vogliono sapere chiudi la finestra oggi sono stato mezz'ora a godermi la commedia che facevano un toni con la barbara che mi valgono ancora alle reni dallo star è chinato dietro il muro per sentire quello che dicevano toni era scappata dalla provvidenza col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande per i cefali e diceva se il nonno non vuole come faremo faremo che scapperemo insieme e poi quando la cosa è fatta dovranno
pensarci loro amari tarci e saranno costretti a dir di sì per forza rispondeva lei e sua madre era lì dietro ad ascoltare ci giocherei tutti e due quest occhi bella la parte che rappresenta quella strega ora voglio far ridere tutto il paese don silvestro come gli raccontai disse che scommetteva di far cascare la barbara poi suoi piedi come una pera matura non ci mettere il saliscendi all'uscio perché aspetta rocco stato che deve venire a parlarmi don silvestro per far cassa le comare barbara coi suoi piedi ne aveva al mancata una che il frate il quale
dai numeri del lotto non l'avrebbe trovata voglio levarmi davanti aveva detto tutti quelli che cercano di prendermi la barbara quando non avrà più nessuno da sposare allora dovranno pregarmi loro e farò i patti grassi come s'usa la fiera quando i compratori sono scarsi tra quelli che cercavano di prendersi la barbara c'era stato vanni pizzuto allorché andava a fare la barba mastro turi che aveva lasciati ca ed anche da michele nel quale si annoiava a passeggiare con la pistola appesa alla pancia senza far nulla quando non era dietro il banco della santuzza e faceva l'occhietto alle
belle ragazze per ingannare il tempo la barbara al principio aveva risposto all'occhiello ma poi dopo che sua madre le aveva detto che quelli erano tutti mangiapane a ufo più mirri che altro e i forestieri vanno frustati gli aveva sbattuto la finestra sul naso così baffuto e col berretto gallonato com'era e don michele se ne era mangiato il fegato e per dispetto seguitava a passare e ripassare per la via attorcigliandosi baffi e col berretto sugli occhi la domenica poi si metteva il cappello con la piuma e andava a scaricarle un'occhiataccia dalla bottega di vanni pizzuto mentre
la ragazza andava messa con la mamma don silvestro prese ad andare a farsi radere anche lui tra quelli che aspettavano la messa a scaldarsi al braciere per l'acqua calda e scambiare le barzellette quella barbara gli lascia addosso gli occhi antoni malavoglia andava dicendo volete scommettere 12 tariffe se la piglia lui ma vedete che si è messa ad aspettarla con le mani nelle tasche vanni allora lascio don michele con la saponata sulla faccia e si affacciò allo show che pezzo di ragazza per la madonna e come cammina col naso nella mantellina che pare un fuso pensare
poi che deve papparsi la quel cetriolo di ntoni malavoglia ora vuole essere pagato toni non se la pappa ve lo dico io i malavoglia avranno altro da grattarsi seppie di papera si piglia la casa del nespolo vanni pizzuto torno a prendere per il naso da michele che ne dite don michele anche voi le avete fatto il cascamorto ma quella è una ragazza che fa mangiare agro di limone don michele non diceva nulla si spazzolava si arricciava i baffi e si metteva il cappello davanti allo specchio ci vuol altro che cappelli con la penna per quella
li sognava pizzuto michele visse santo diavolo né se non fosse del cappello con la penna gli fa ritenere la candela io a quel ragazzaccio di malavoglia non silvestro ebbe la premura di andar a raccontare ogni cosa antoni e che don michele il brigadiere era un uomo il quale non si lasciava posare le mosche sul naso e doveva avercela con lui io li ridò sul mostaccio don michele il brigadiere rispose ntoni lo so perché ce l'ha con me ma stavolta può pulirsi la bocca e farebbe meglio a non sciupare si le scarpe per passare e ripassare
davanti alla subida col berretto gallonato come se ci avesse la corona in capo che la gente se ne impipa di lui e del suo berretto e se lo incontrava lo guardava bene in faccia mi qando agli occhi come deve fare un giovanotto di fegato che è stato soldato e non si lascia portar via il suo berretto in mezzo alla folla non michele continuava a passare dalla strada cia per puntiglio per non darla vinta a lui e se lo sarebbe mangiato come il pane se non fosse stato per il cappello con la penna si mamma diceva
vanni pizzuto a tutti coloro che andavano a farsi radere la barba o venivano a comprarvi i sigari o delle lenze o degli anni da pescare o dei bottoni dosso di quelli da 5 un grano don michele ntoni malavoglia un giorno all'altro si mangiano come il pane è quel benedetto cappello con la penna che gli legale mania da michele e gli pagherebbe qualche cosa piedi papera se glielo levasse davanti quel cetriolo di ntoni tanto che il figlio della lotta il quale era sempre a gironzolare tutto il giorno con le braccia penzoloni allorché li incontrava si metteva
loro alle calcagna per vedere come finiva piedi papera quando andava a farsi la barba e sentiva che don michele gli avrebbe dato qualche cosa per levargli davanti agli occhi in toni ma la voglia si gonfiava come un gallo d'india che così lo tenevano da conto nel paese vanni pizzuto tornava a dirgli il brigadiere pagherebbe qualunque cosa per avere in pugno ma la voglia come li tenete voi perché glielo avete fatta passar liscia con la storia dei pugni che vi ha dato antoni piedi paper alzava le spalle seguitava a scaldarsi le mani sul braciere don silvestro
si metteva a ridere rispondeva per lui da mastro vanni gli piacerebbe levare le castagne dal fuoco con lo zampino di piedi papera già sapete che comare venera non vuole né forestieri né berretti gallonati così quando si sarebbe levato da torno toni malavoglia resterebbe lui solo a far l'asino alla ragazza non disse nulla ma ci pensò su tutta la notte non sarebbe poi una cosa sbagliata rovinava tradisse tutto sta a prendere piedi papera per il collo e in un giorno buono il giorno buono venne a proposito che una sera rocco stato non si era fatto vivo
piedi paper era venuto due o tre volte ad ora tarda a chieder di lui con la faccia bianca e gli occhi stravolti e le guardie doganali saranno viste correre di qua e di là tutte in faccende col naso a terra come cani da caccia e da michele insieme a loro con la pistola sulla pancia e i calzoni infilati negli stivali voi potreste farvi un gran servizio don michele con le varie davanti in toni malavoglia torno dire vissuto a compare tino mentre costui per comprare un sigaro andava a cacciarsi nell'angolo piu oscuro della botteguccia vi rendereste
un famoso servizio e ve lo faresti amico per davvero magari sospirò piedi papera che gli mancava il fiato quella sera e non aggiunge altro nella notte si udirono nelle fucilate verso il rotolo e lungo tutta la spiaggia che pareva la caccia alle quaglie da altro che quaglie mormoravano i pescatori fissandosi sul letto ad ascoltare e son quaglia due piedi di quelle che portano lo zucchero il caffè e i fazzoletti di seta di contrabbando don michele ieri sera andava per la strada coi calzoni dentro gli stivali e la pistola sulla pancia piedi nella bottega di pizzuto
hamer il bicchierino prima dell'alba che c'era ancora il lanternino ha davanti all'uscio ma stavolta aveva la faccia di un cane che ha rotta la pentola non diceva le solite barzellette e domandava questa è quello cos'era stato quel diavolio e se si erano visti rocco stato e cinghia lenta e she's beretta va con don michele il quale aveva gli occhi gonfi e gli stivali polverosi e voleva pagargli per forza il bicchierino ma don michele era già stato all'osteria dove la santuzza gli diceva nascendo gliene di quel buono dove siete stato a rischiare la pelle santo cristiano
non lo sapete che se chiudete gli occhi voi vi portate nella fossa anche degli altri è il mio dovere dove lo lasciate se li coglievo con la pasta in mano stanotte c'era un bel guadagno per noi sangue un cane se vogliono farvi credere che gli era massaro filippo che tentava di far entrare il suo vino di contrabbando non ci credete per questo abito benedetto di maria che c o sul petto indegnamente tutte bugie di gente senza coscienza che si danna l'anima a volere il male del prossima non lo so cos'era erano tutti i fazzoletti di
seta e zucchero e caffè più di mille lire di roba corpo della madonna che mi sono sbocciati di mano come anguille male o sott'occhio tutti quelli della combriccola e un'altra volta non mi scapperanno piedi poi gli diceva vedetelo un bicchierino don michele che vi farà bene allo stomaco col sonno che avete perso don michele era di cattivo umore e sbuffava giacché vi dice prendetelo aggiungeva vanni pizzuto se compare tino paga lui vuol dire che ne ha da spendere denari ne ha il formaggio tanto che ha comprato il debito dei malavoglia ed ora lo pagano a
bastonate da michele si lasciò tirare a ridere un po sangue di giuda esclamò piedi papera battendo il pugno sul banco e fingeva di mettersi in collera davvero a roma non voglio mandarlo quel ragazzaccio di ntoni a fare penitenza bravo appoggia pizzuto io non me la sarei lasciata passar liscia di certo è don michele don michele approvò con un grugnito ci penserò a ridurre come si deve ntoni e tutta la sua parentela minacciava pieri papera non voglio farmi ridere sul naso da tutto il paese potete star tranquillo da michele e se le parti zoppicando e bestemmiando
come se non ci vedesse più dagli occhi mentre andava dicendo fra di sé niente nel sele amici tutti questi mirri qui e nominando come potesse fare attenersi gli amici andò all'osteria dove lo zio santoro gli disse che non si erano visti nel robot spadone cinghia lenta e passò dalla cugina anna la quale poveretta non aveva dormito restava sulla porta guardandovi qua e di là con la faccia pallida lì davanti incontro pure la vespa la quale veniva a vedere se comare grazia ci avesse un po di lievito per caso ho incontrato or ora compare mosca disse
allora lui per fare quattro chiacchiere era senza il carro e scommetto che andava a ronzare nella sciara dietro l'orto della sant agata amare la vicina un gran vantaggio si vede spesso e non si fa viaggio bella attaccarsi al muro quella mena comincia a sbraitare la vespa la vogliono dare abrasi cipolla e seguita a civettare con questo e con quello che porcheria lasciatela fare e lasciatela fare così gli altri conosceranno che roba è e apriranno gli occhi ma non lo sa compare mosca che vogliono darle brasi cipolla sapete come sono gli uomini se c'è una fraschetta
che li guarda le corrono tutti dietro per divertirsi ma poi quando vogliono far sul serio cercano una come mi intendo io compare mosca dovrebbe prendere una come voi io non ci per ora amari d'armi ma certo che da me ci troverebbe quel che ci vuole da buon conto il mio pezzo di chiusa cielo e nessuno ci tiene le unghie addosso come la casa del nespolo che se soffia la tramontana se la porta via questa sarebbe da vedere se soffia la tramontana lasciate fare lasciate fare che non è sempre bel tempo e il vento se le
porti all'aria le frasche oggi o da parlare con vostro zio campana di legno per quell affare che sapete stampa rami legno era proprio ben disposto per parlare di quell'affare che non finiva più e le cose lunghe diventano serpi patron tommy gli cantava sempre che i malavoglia erano galantuomini e avrebbero pagato ma e voleva poi vedere di dove gli avrebbero scavati i denari già nel paese si sapeva quel che possedeva ciascuno fino all'ultimo centesimo e quei galantuomini dei malavoglia magari a vendersi l'anima al turco non avrebbero potuto pagare nemmeno la metà billy a pasqua e per
prendersi la casa del nespolo ce ne voleva della carta bollata e delle altre spese questo lo sapeva e avevano ragione don gian maria e lo speziale quando parlavano del governo ladro lui come è vero che si chiamava zio crocifisso ce l'aveva non solo con quelli che mettevano le tasse ma anche con quelli che non le volevano emettevano talmente in subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua con la sua roba e quando erano venuti a domandargli se voleva fare il sindaco gli aveva risposto bravo e miei affari chi
milita io vado ai fatti miei intanto con toni pensava a meritare la nipote che l'avevano visto andare attorno con compare cipolla l'aveva visto lo zio santoro e aveva visto anche piedi papera che faceva il mezzano alla vespa e serviva di comodino a quello spiantato di alfio mosca il quale voleva arraffarsi la sua chiusa ve lo dico io che vela raffa gli gridava piedi papera nell'orecchio per persuaderlo avete un bel strillare fare il diavolo per la casa vostra nipote cotta come una pera per colui che gli sta sempre alle calcagna io non posso mica a chiuderle
lusso sul muso quando viene a fare quattro chiacchiere con mia moglie per riguardo vostro infine sempre vostra nipote il sangue vostro bel riguardo che mi avete così mi fate perdere la chiusa col riguardo sicuro che la perdete se la mala voglia si marita con brasi cipolla compare mosca non avrà più che fare e si prende la vespa è la chiusa per mettersi il cuore in pace e se la piglia anche il diavolo esclamò al fine lo zio crocifisso stordito dalle chiacchiere vi compare tino a me non me ne importa nulla sono più i peccati che
mi ha fatto fare quella scomunicata che altro io voglio la roba mia che l'ho fatta col sangue mio come il sangue di gesù cristo che c'è nel calice della messa e pa roba rubata che tutti fanno a chi piglia piglia compare alfio una vespa e malavoglia ora incomincia la vita e mi pillola casa voi siete il padrone se dite di farla lite la faccio subito ancora no aspettiamo a pasqua l'uomo per la parola il bue per le corna non voglio esser pagato sino all'ultimo centesimo e non darò più retta a nessuno per accordare dilazioni la
pasqua infatti la vicina le colline erano tornate a vestirsi di verde e i fichi d'india erano di nuovo in fiore le ragazze avevano seminato il basilico alla finestra e ci si venivano a posare le farfalle bianche fin le povere ginestre della sciara avevano il loro fiorellino pallido la mattina sui tetti fumavano le tegole verdi e gialle e i passeri mi facevano gazzarra sino al tramonto anche la casa del nespolo sembrava avesse un aria di festa il cortile era spazzato gli arnesi in bell'ordine lungo i muri suolo e appesi ai pioli l'orto tutto verde di cavoli
e di lattughe della camera aperta e piena di sole che sembrava contenta anch'essa e ogni cosa diceva che la pasqua si avvicinava i vecchi si mettevano sul lusso verso mezzogiorno e le ragazze cantavano al lavatoio i carri tornavano a passare nella notte e la sera si udiva un'altra volta il brusio della gente che chiacchierava nella stradicciola come la fanno sposa si diceva sua madre a tutta la roba del corredo per le mani era passato del tempo e il tempo si porta via le cose brutte come le cose buone adesso comare maruzza era tutta in faccende
a tagliare e cucire della roba e meno non domandava nemmeno per chi servisse e una sera le avevano condotto in casa brasi cipolla con padrón fortunato suo padre è tutto il parentado qui c'è compare cipolla che è venuta a farvi una visita disse padrón toni facendo rientrare come se nessuno ne sapesse niente mentre nella cucina c'era preparato il vino e di ceci abbrustoliti e i ragazzi e le donne avevano i vestiti della festa mena sembrava davvero sant'agata con quella veste nuova e quel fazzoletto nero in testa talché brasi non le arrivava agli occhi di dosso
come il basilisco stava appollaiato sulla scherma con le mani fra le gambe che se ne fregava di tanto in tanto di nascosto dalla contentezza è venuto con suo figlio brasile il quale adesso si è fatto grande seguitava a padrón toni sicuro i ragazzi crescono e ci spingono per le spalle nella fossa rispose padrón fortunato ora un bicchier di vino che di quello buono aggiunse la longa e questi ceci qui lia abbrustoliti mia figlia mi dispiace che non sapevo niente non vi ho fatto trovare cose degne del vostro merito eravamo qui vicino di passaggio rispose padrón
cipolla e abbiamo detto andiamo a vedere comare maruzza brasi si riempì le tasche di cc guardando la ragazza e dopo i monelli diedero il sacco al tondo che invano l'annunziata con la bambina in collo cercava di trattenerli parlando basso come se fosse in chiesa i vecchi in questo tempo si erano messi a discorrere fra di loro sotto il nespolo con le comari che facevano cerchio e cantavano le lodi della ragazza come era brava massaia che teneva quella casa meglio di uno specchio la figliola come avvisata e la stoppa come filata anche la tra nipote cresciuta
osserva padrón fortunato e sarebbe tempo di meritarla se il signore le manda un buon partito noi non vogliamo altro rispose padrón toni matrimonio vescovati dal cielo sono destinati aggiunse comare longa da buon cavallo non gli manca sella con chiuse patron fortunato ad una ragazza come vostra nipote un buon partito non può mancare mena stava seduta accanto al giovanotto come l'uso ma non alzava gli occhi dal grembiule e brasi si lamentava con suo padre quando se ne andarono che il non gli avesse offerto il piatto con i ceci che ne volevi ancora gli di e sulla
voce patron fortunato quando furono lontani se non si sentiva rosicare altri che te come se ci fosse un muro davanti ad un sacco d'orzo guarda che ti sei lasciato cascare il vino sui calzoni giova e mi hai rovinato un vestito nuovo padrone toni tutto contento si fregava le mani e diceva alla mora non mi parvero d'essere importo con l'aiuto di dio lamela non avrà nulla da desiderare ed ora aggiusteremo tutte le altre nostre cosucce e potrete dire lascio detto il povero nonno il riso con i guai vanno a vicenda quel sabato verso sera l'annunziata venne
a prendere un pugno di fave per i suoi bambini e visse compare alfio se ne va a domani sta allevando tutta la sua roba hmena si fece bianca e smise di tessere nella casa c'era in lune e ogni cosa sottosopra e gli venne a picchiare all'uscio poco dopo ne aveva la faccia in un certo modo anche lui e faceva e disfaceva dei nodi alla frusta che teneva in mano sono venuto a salutarvi tutti comare maruzza padrón toni i ragazzi e anche voi come armena il vino di acicatena è finito ora la santuzza preso quello di
massaro filippo vado alla bicocca dove c'è da fare col mio asino diceva nulla sua madre sola apri la bocca per rispondere volete aspettarlo padrón toni che avrà piacere di salutarvi compar alfio allora si mise a sedere in punta alla stramba con la frusta in mano e guardava intorno dalla parte dove non era colare mena ora quando tornate domandò la longa chi lo sa quando tornerò io vado dove mi porterò asino finché dura il lavoro vista no ma vorrei tornare presto qui se c'è da boss carmine pane guardatevi la salute compare alfio alla bicocca mi hanno
detto che la gente muore come le mosche dalla malaria alfio si strinse nelle spalle e disse che non poteva farci nulla io non vorrei andarmene ripeteva guardando la candela e voi non mi dite nulla comare mena la ragazza due o tre volte per dire qualche cosa ma il cuore non le resse anche voi ve ne andate a dal vicinato ora che vi maritano aggiunse alfio il mondo ha fatto come uno stallatico che chi viene e chi se ne va da poco a poco tutti cambiano di posto e ogni cosa non sembra più quella così dicendo
si fregava daniel rideva ma con le labbra e non col cuore le ragazze disse la non da vanno come di olea destinate ora sono sempre allegre e senza pensieri e come entrano nel mondo cominciano a conoscere i guai i dispiaceri compare alfio dopo che furono tornati a casa padrón toni e i ragazzi e li ebbe salutati non sapeva risolversi a partire e rimaneva sulla soglia con la frusta sotto l'ascella stringere la mano a questo ea quello anche a comare maruzza e ripeteva come si suol fare quando uno se ne va lontano e non si sa
bene se ci si rivede più perdonatemi sia un mancato qualche volta la sola che non gli strinse la mano fu sant'agata la quale stava rincontrata vicino al telaio ma le ragazze si sa che devono fare così era una di primavera col chiaro di luna per le strade nel cortile la gente davanti agli usci nelle ragazze che passeggiavano cantando e tenendosi abbracciate me ne uscì anche lei a braccetto dell'annunziata che in casa si sentiva soffocare ora ha più il lunedì compar alfio alla sera disse nunziata e la casa rimarrà chiusa con par alfio aveva caricato buona
parte delle sue cosucce sul carro e insaccava quel po di paglia che rimaneva nella mangiatoia intanto che cuocevano quelle quattro fase della minestra partite torno compar alfio gli domando annunziata sulla porta del cortile si vado lontano e quella povera bestia bisogna che si riposi un po nella giornata meno non diceva nulla stava appoggiato allo stipite a guardare il carro carico la casa vuota il letto mezzo disfatto e la pentola che bolliva l'ultima volta sul focolare siete anche voi con armena esclamò alfio appena la vide e lasciò quello che stava facendo e la disse di sì
col capo annunziata intanto era corsa a schiumare la pentola che riversava da quella brava massaia che era come son contento che posso dirvi addio anche a voi disse alfio occuparvi disse lei e c nella gola perché bicocca se vi alla malaria alfio si mise a ridere anche questa volta malincuore come quando era andato a dirle addio o bella perché ci vado e voi perché vi maritate con brasi cipolla si fa quel che si può comare mena se avessi potuto fare quel che volevo io lo sapete cosa avrei fatto il loro guardava e lo guardava con
gli occhi lucenti sarei rimasto qui che fino i muri mi conoscono e sodo metter le mani tanto che potrei andare a governare l'asino di notte anche al buio e vi avrei sposata io come romena che in cuore vco da un pezzo e vi porto mac o la bicocca e dappertutto ove andrò a questi oramai sono discorsi inutili e bisogna fare quel che si può anche il mio asino va dove lo faccio andare ora a dio con chiuse mena anch'io una spina qui dentro ed ora che sempre quella finestra chiusa mi parla di averci chiuso anche
il cuore e di averci chiusa sopra quella finestra pesante come una porta di palmento ma così vuol dio ora vi saluto e me ne vado la povera giungeva kata cat con la mano sugli occhi e se ne andò insieme all'annunziata piangere sotto il nespolo al chiaro di luna 9 me ma la voglia né alcuna paese sapevano di quel che stavano almanaccando piedi papera con lo zio crocifisso il giorno di pasqua padrón toni prese quelle 100 lire che c'erano nel canterano e si mise il giappone nuovo per andare a portarle allo zio crocifisso e sono tutte
qui disse costui tutte non ci possono essere zio crocifisso voi lo sapete quel che ci vuole a far 100 lire ma meglio poco che nulla è chi d'acconto non è cattivo pagatore ora viene l'estate e con l'aiuto di dio pagheremo ogni cosa a me per venite a contar mela sapete che non c'entro ed è affare ricompare piedi papera è tutta una cosa perché il debito mi pare di avercelo sempre con voi quando vi vedo da voi con pareti non vi dirà di no per aspettare sino alla madonna della mina queste qui non bastano per le
spese ripeteva campana di legno facendo saltare i denari nella mano andate a dirglielo voi se vuole aspettarvi perché non è più affar mio piedi papa a bestemmiare ea buttare il berretto per terra al solito su dicendo che non aveva pane da mangiare e non poteva aspettare nemmeno fino all'ascensore sentite compare tino gli diceva patron toni con le mani giunte come dinanzi al signore iddio se non mi volete aspettare sino san giovanni ora che sto per maritare mia nipote è meglio che mediate un colpo di coltello addirittura santo diavolone gridò compare tino mi fate fare quello
che non posso maledetto sia il giorno e il minuto in cui mi nisi in questo imbroglio e se ne andò stracciando il berretto vecchio padrone toni e torno a casa ancora valido e disse alla mora ce l'ho tirato ma ho dovuto pregarlo con i bio e tremava ancora il poveretto però era sento che padrón cipolla non ne sapesse nulla e il matrimonio della nipote non andasse in fumo la sera dell'ascensione mentre i ragazzi saltavano attorno ai falò le comari si erano riuniti di nuovo dinanzi al ballatoio dei malavoglia ed era venuto anche comare venera la
zuppetta sentir quello che si diceva è a dir la sua ormai come padrón toni meritava la nipote e la provvidenza sera rimessa in gambe tutti tornavano a far buon viso e ma la voglia che non sapevano nulla di quel che ci aveva nello stomaco piedi papera nemmeno comare grazia sua moglie la quale chiacchierava con comare marozza a quasi il suo marito non ci avesse niente di male nello stomaco toni andava ogni sera fare quattro chiacchiere con la barbara e le aveva confidato che il nonno aveva detto prima deve meritarsi la mena e dopo vengo io
con chiuse ntoni la barba aveva mandato in regalo alla mena il vaso del basilico tutto ornato di garofani e con un bel nastro rosso che era l'invito di farsi comare e tutti le facevano festa a sant'agata persino sua madre si era levato il fazzoletto nero perché dove ci sono sposi e di malaugurio portare il lutto e avevano scritto anche a luca per dargli la notizia che mena si meritava e la sola poveretta non sembrava allegra come gli altri e pareva che il cuore le parlasse le facesse vedere ogni cosa in nero mentre i campi erano
tutti seminati di stelline d'oro e d'argento ei ragazzi infilavano le ghirlande per l'ascensione e della stessa e la salita sulla scala per aiutare sua madre ad appendere le ghirlande all'uscio e alle finestre mentre tutte le porte erano fiorite soltanto quella di compare alfio nere e sgangherata stava sempre chiusa e non c'era più nessuno che vi appendesse i fiori dell'ascensione quella c di sant'agata andava dicendo la vespa con la schiuma alla bocca tanto ha detto è tanto ha fatto che ha mandato via dal paese compar alfio intanto a sant'agata le avevano messo alla veste nuova aspettavano
la festa di san giovanni per toglierle la spadina d'argento dalle trecce spartirli i capelli sulla fronte prima di andare in chiesa si che ognuno a vederla passare diceva beata lei la mamma invece poveretta si sentiva dentro tutta in festa perché la sua ragazza andava in una casa dove non le sarebbe mancato nulla e intanto ella era sempre in faccende a tagliare e cucire padrón toni voleva vedere anche lui quando tornava a casa alla sera e teneva la tela e la matassa del cotone e ogni volta che andava alla città portava qualche cosuccia il cuore tornava
ad aprirsi col bel tempo i ragazzi guadagnavano tutti chi più chi meno nella provvidenza si busca va il pane anch'essa e facevano il conto che con l'aiuto di dio a san giovanni si sarebbero cavati di imbarazzo padrón cipolla allora stava delle sere inter è seduto sugli scalini della chiesa con padrón toni a discorrere di quel che aveva fatto la provvidenza brasi girandola va sempre per l'astra duccia dei malavoglia col vestito nuovo e poco dopo si seppe per tutto il paese che quella domenica comare grazie a piedi power andava lei a spartire i capelli della sposa
e allevarle la spadina d'argento perché brasi cipolla era orfano della madre nei malavoglia avevano invitato apposta la piedi papera per ingraziarsi il suo marito e avevano anche invitato lo zio crocifisso è tutto il vicinato e tutti gli amici ei parenti senza risparmio io non ci vengo prodotta va lo zio crocifisso a compare tino con le spalle all'olmo della piazza ho mangiato troppo abile non voglio da marmi l'anima andateci voi che non me ne importa niente e non si tratta della roba vostra ancora c'è tempo per mandare lo share l'ha detto l'avvocato voi siete il padrone
e farò come dite voi adesso non me ne importa più perché alfio mosca se n'è andato ma vedrete che appena si marita mena egli torna qui e si piglia vostra nipote come stupida faceva il diavolo perché avevano invitato come re grazie a pettinare la sposa mentre sarebbe toccato a lei che stava per diventare parentele i malavoglia e la sua figliola si era fatta comare di basilico con la mena tanto che aveva fatto cucire alla barbara in fretta in furia la veste nuova che non se l'aspettava quell'affronto toni abbia un bel pregarla e scongiurarla di non
attaccarsi a quel pelo e lasciar correre omar e venera tutta pettinata e con le mani intrise di farina che s'era messa apposta di impastare il pane per far vedere che non le importava più ad andare al convito dei malavoglia rispondeva avete voluto la piedi papera tenetevela o lei o io tutte e due al mondo non possiamo starci bene di aver preferito comare grazia per amore di quei denari che dovevano a suo marito adesso erano tutti una cosa con compare tino dopo che padrón cipolla gli avevo fatto fare la pace con toni di padrón toni nell'osteria
della santuzza per quella fare dei pugni gli leccano le scarpe perché gli devono quei soldi della casa andava borbottando la sfida anche a mio marito gli devono più di 50 lire per la provvidenza domani voglio farmele dare lasciate stare mamma lasciate stare supplicava la barbara ma anche l'aveva tanto di muso perché non aveva potuto mettere la veste nuova e quasi si pentiva dei soldi spesi per basilico che avevo andato a covare mena anthony il quale era venuto a prenderle lo rimandarono mogio mogio che il giappone nuovo gli cascava di dosso madre figlia poi stavano a
guardare dal cortile mentre infornava nel pane la babilonia che c'era in casa dei malavoglia tanto che le voci e le risate si udivano fin là per farli arrabbiare maggiormente la casa del nespolo era piena di gente come quando era morto compare bastianazzo e meno senza spadina d'argento e coi capelli spartiti sulla fronte pareva tutt'altra talché tutte le comari le facevano ressa intorno non si sarebbe sentita una cannonata dal cicaleccio ed alla festa pd papera sembrava che facesse il solletico alle donne tante ne diceva mentre l'avvocato stava preparando le carte giacche a mandare l'usciere c'era tempo
avevo detto lo zio crocifisso persino padrón cipolla si lasciò andare a dire delle barzellette alle quali rideva soltanto suo figlio bravi e tutti parlavano in una volta mentre i monelli si disputavano le fave e le castagne e fra le gambe della gente la stessa longa poveretta aveva dimenticato i suoi guai dalla contentezza e padrón toni seduto sul muricciolo diceva di sì col capo e rideva tutto solo vada a non dar da bere tuoi calzoni come l'altra volta che non hanno sete diceva al figlio compar cipolle e diceva pure che si sentiva in gamma meglio della
sposa e voleva ballare la fasola con lei allora io più nulla da fare qui e me ne posso andare rispondeva brasi il quale voleva dire le sue barzellette anche lui egli seccava che lo lasciavano in un cantuccio come un minchione e non gli dava retta nemmeno con mare mera la festa si fa perdonare hmena diceva l'annunziata ma essa non è contenta come tutti gli altri allora la cugina alla fim e che le scappasse di mano il boccale nel quale c'era ancora più d'un quartuccio di vino e cominciò a gridare allegria allegria dove ci sono i
cocci ci sono feste e il vino che si spande di buon augurio un altro po meno versa la sui calzoni anche questa volta brontolo brasi il quale da che gli era caduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo piedi papa a cavalcioni sul muro col bicchiere fra le gambe e sembrava il padrone per quello share e che poteva mandare e disse all'osteria non c'è nemmeno rocco stato oggi tutta l'allegria e qui e pare di essere dalla santuzza qui è meglio sai osservò il figlio della rocca il quale era venuto in coda alla folla e l'avevano fatto
entrare per dare da bere anche a lui dalla santuzza se ci andate senza denari non vi danno niente piedi papera dal muro stava guardando un piccolo procchio di persone che vi scorrevano fra di loro vicino alla fontana con la faccia seria come se fosse per cascare il mondo alla spezieria c'erano i soliti sfaccendati che si dicevano le orazioni col giornale in mano o si piantavano le mani sulla faccia chiacchierando quasi volessero accapigliarsi the dawn giammaria rideva e ci tirava su una presa e si vedeva di là il piacere che gli faceva o perché non sono
venuti il vicario e don silvestro domandò piedi papera gliel'ho detto anche a loro ma vuol dire che hanno da fare rispose padrón toni sola la spezieria che sembra ci sia quello dei numeri del lotto o cosa diavolo è successo una vecchia a strillando per la piazza e si strappava i capelli basile avessero portato la ma la nuova e davanti alla bottega di pizzuto c'è la folla come quando casca un asino sotto il carico e tutti si affollano a vedere cosa è stato perché anche le donnicciole guardavano da lontano con la bocca aperta senza usare ad
accostarsi io per me vado a vedere cosa è successo disse piedi papera e scese dal muro adagio adagio in quel trocchio invece dell'asino caduto c'erano due soldati di marina col sacco in spalla e le teste fasciate che tornavano in congedo intanto si erano fermati dal barbiere a farsi dare un bicchierino barba bianca raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare e si erano annegati dei bastimenti grandi come aci trezza carichi zeppi di soldati insomma un mondo di cose che parevano quelli che raccontano la storia d'orlando e dei paladini di francia alla marina di
catania e la gente stava ad ascoltare con le orecchie tese pippa come le mosche il figlio di maruzza la longa c'era anche lui sul re d'italia osserva don silvestro il quale si era accostato per sentire ora vado la mia moglie salto somma strutturi zuppi così si persuaderà ad andarci da comare maruzza che i musi lunghi non mi piacciano fra vicini ed amici ma intanto la longa non ne sapeva nulla poveraccia e rideva ed era in festa coi parenti e gli amici il soldato non finiva di chiacchierare con quelli che volevano ascoltarlo giocando con le braccia
come un predicatore sì c'erano anche dei siciliani ce n'erano di tutti i paesi del resto sapete quando suona la generale nelle batterie non si sente più né scia né bossi a e le carabine le fanno parlare tutti allo stesso modo bravi jovanotti tutti e con del fegato sotto la camicia sentite quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro dovere per la donna questo cappello qui lo si può portare sull'orecchio il giovanotto aveva gli occhi illustri ma diceva che non era nulla ed era per
chi aveva bevuto si chiamava il re d'italia un bastimento come non ce n'erano altri con la corazza vuol dire come chi dicesse voi altre donne che avete il busto e questo busto fosse di ferro e potrebbero spararmi addosso una cannonata senza farvi nulla è andato a fondo in un momento e non l'abbiamo visto più in mezzo al fumo un fumo come se ci fossero state 20 fornaci di mattone lo sapete a casa ma c'era una casa del diavolo raggiunse lo speziale la gente si affollava torna a quelli che leggevano i giornali che pareva una festa
i giornali sono tutte menzogne stampate sentenziò don gian maria dicono che è stato un brutto affare abbiamo perso una gran battaglia disse don silvestro patron cipolla era corso anche lui a vedere cosa era quella folla voi ci credete sogghigno egli al fine son chiacchiere per chi appare il soldo del giornale se lo dicono tutti che abbiamo perso che cosa disse lo zio crocifisso mettendosi la mano dietro l'orecchio una battaglia chi l'ha persa io voi tutti insomma l'italia disse lo speziale io non ho perso nulla disse campana di legno stringendosi nelle spalle adesso è affare di
compare piedi papere ci penserà lui e guardava la casa del nespolo dove facevano baldoria sapete com'è con chiuse padrón cipolla è come quando il comune di aci trezza litigava del territorio col comune di acicastello cosa ve ne entrava in tasca voi ea me ve ne entra esclamò lo speziale tutto rosso ben entra che siete tante bestie il guaio povere mamme sun rischio a dire qualcheduno lo zio crocifisso che non era mamma alzo alle spalle ve lo dico io in due parole come raccontava intanto l'altro soldato e come all'osteria allorché ci si scalda la testa e
volano i piatti i bicchieri in mezzo al fumo e allegri va l'avete visto tale quale da principio quando state sull'impalcatura con la carabina in pugno in quel gran silenzio non sentite altro che il rumore della macchina e vi pare che quel punto me lo facciano dentro lo stomaco null'altro poi alla prima cannonata e come incomincia il parapiglia vivian voglia di parlare anche voi che non vi terrebbero le catene come quando suona il violino all'osteria dopo che avete mangiato e bevuto e allungate la carabina dappertutto dove vedete un po di cristiano in mezzo al fumo in
terre tutta un'altra cosa un bersagliere che tornava con noi a messina ci diceva che non si può stare a ping fans delle fucilate senza sentirsi pizzicarle gambe dalla voglia di buttarsi avanti a testa bassa ma i bersaglieri non sono marinari e non sanno come si fa a stare nel sartiame col piede fermo sulla corda e la mano sicura al grilletto malgrado il rollio del bastimento e mentre i compagni di fioccano da attorno come pere fradici per la madonna esclama rocco spato avrei voluto esserci anch'io a far quattro pugni tutti gli altri stavano tanto d'occhi aperti
l'altro poi racconta pure in qual modo era saltata in aria la palestra la quale ardeva come una catasta di legna quando ci passa vicino e le fiamme salivano alte sino alla penna di trinchetto tutti al loro posto però quei ragazzi nelle batterie o sul bust ingaggio il nostro comandante domandò se avevano bisogno di nulla no grazie tante risposero poi passò a babordo e non si vede più questa vi morirà arrostito non mi piacerebbe con chiuse spato mappa i pugni ci sto della santuzza come torno all'osteria gli disse chiamateli qua a quei poveretti che devono aver
sete dopo tanta strada che hanno fatto e ci vuole un bicchiere di vino schietto quel pizzuto avvelena la gente con la sua arma bianca e non va a confessarsi né certo né la coscienza l'anno dietro le spalle poveretti loro a me mi tutti pazzi costoro diceva padrón cipolla soffiandosi il naso adagio adagio che vi fareste ammazzare voi quando il re vi dicesse fatti ammazzare per conto mio poveracci non ci hanno colpa osservava don silvestro devono farlo per forza perché dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico e non sa far altro che stare
a vedere se il soldato vuol scappare e se il soldato vuole scappare il caporale gli tira addosso peggio d'un beccafico ma così va bene ma è una briccola tabelle buona tutta la sera series e sib vette nel cortile dei malavoglia con un bel chiaro di luna e saltarli poi quando tutti erano stanchi illuminavano lentamente le fave abbrustolite e alcuni anche cantare lavano sottovoce con le spalle al muro vennero a raccontare la storia che avevano portato in paese i due congedati padrone se n'era andato di buon'ora e aveva condotto via brasi col vestito nuovo quei poveri
ma la voglia di ceva incontrando sulla piazza campana di legno dio gliela mandi buona hanno la iettatura addosso lo zio crocifisso sta zitto e si grattava la testa lui non c'entrava più se n'era lavate le mani ora era fare di piedi papera ma gli dispiaceva incoscienza il giorno dopo cominciò a correre la voce che nel mare verso trieste c'era stato un combattimento tra i bastimenti nostri e quelli dei nemici che nessuno sapeva nemmeno chi fossero ed era morta molta gente la cosa in un modo e chi in un altro a pezzi e bocconi masticando le
parole le vicine venivano con le mani sotto il grembiule a domandare secco mare maruzza ci avessi il suo look alla giù e stavano a guardarla con tanto d'occhi prima di andarsene la povera donna cominciava a star sempre sulla porta come ogni volta che succedeva una disgrazia voltando la testa di qua e di là da un capo all'altro della via quasi aspettasse più presto del solito il suocero e i ragazzi dal mare le vicine le domandavano pure se luca avesse scritto ora molto che non riceveva lettera di lui davvero e la non ci aveva pensato alla
lettera e tutta la notte non poter chiudere occhio e avevo sempre la testa la ama il mare verso trieste dove era successa quella ruina e vedeva sempre suo figlio pallido e immobile che la guardava concerti occhioni sbarrati e lucenti e diceva sempre di sì come quando lo avevano mandato a fare il soldato perché sentiva anche lei una sede un arsura da non dirsi in mezzo storie che correvano per il villaggio e che erano venuti a raccontarle le era rimasta in mente di uno di quei marinari che l'avevano pescato dopo 12 ore quando stavano per mangiarseli
pescicani e in mezzo a tutta quell'acqua moriva di sete da allora la longa come pensava quell'uomo che moriva di sete in mezzo a tutta quell'acqua non poteva stare dall andare ad attaccarsi alla brocca quasi ce l'avesse avuta dentro di sé quella arsura e nel buio spalancava gli occhi dove ci aveva sempre stampato quel cristiano con l'andare dei giorni però nessuno parlava più di quel che era successo ma come la donna non vedeva spuntare la lettera non aveva testa né di lavorare né di stare in casa era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta
quasi andasse cercando quel che voleva sapere avete visto una gatta quando ha perso i suoi gattini dicevano le vicine la lettera non veniva però anche patron toni non si imbarcava più stava sempre attaccata alle gonnelle della nora come un cagnolino alcuni gli dicevano andate a catania che un paese grosso e qualcosa sapranno dirvi nel paese grosso il povero vecchio si sentiva perso peggio che a trovarsi in mare di notte e senza sapere dove drizzare il timone infine gli fecero la carità di dirgli che andasse dal capitano del porto giacché le notizie doveva saperle lui cola
dopo averlo rimandato per un pezzo da erode e pilato si misero a sfogliare certi i bracci a cercare col dito sulla lista dei morti allorché arrivarono ad un nome la longa che non aveva ben vito perché le fischiavano gli orecchi e ascoltava bianca come quelle cartacce sdrucciolo appiano per terra mezzo morta sono più di 40 g giorni con chiuse l'impiegato chiudendo il registro fu alyssa che non lo sapevate ancora la longa sarà una casa su di un carro e fu malata per alcuni giorni da allora in poi fu presa di una grande emozione per la
hbo l'orata che c'ha sull'altare della chiesetta e le pareva che quel corpo lungo e disteso sulle ginocchia della madre con le costole nere i ginocchi rossi di sangue fosse il ritratto del suo luca e si sentiva fitta nel cuore tutte quelle spade d'argento che ci aveva la madonna ogni sera le donnicciole quando andavano a prendersi la benedizione e compare cirino faceva risuonare le chiavi prima di chiudere la vedevano sempre lì a quel posto accasciata sui ginocchi e la chiamavano anche lei la madre addolorata ha ragione dicevano nel paese luca sarebbe tornato fra breve e i
suoi 30 soldi al giorno se li sarebbe guadagnati al nave rotta ogni vento è contrario avete visto con toni aggiungeva più di papera dopo la disgrazia di suo nipote sembra un gufo tale e quale adesso la casa del nespolo fa acqua davvero da tutte le parti come una scarpa rotta e ogni galantuomo bisogna che pensi ai suoi interessi la zuppetta era sempre con tanto di muso e borbottava che ora tutta la famiglia rimaneva sulle braccia di ntoni questa volta una ragazza ci penserà prima di prenderselo per marito cosa c è con quel povero giovane domandava
mastro turi voi tacete che non sapete nulla gli gridava la moglie i pasticci non mi piacciono andate a lavorare che non sono affari vostri nello mandava fuori dell'uscio con le braccia penzoloni e quella malabestia di dieci rotoli in mano barbara seduta sul parapetto del terrazzo a strappare le foglioline secche dei garofani con la bocca stretta anche lei faceva cascare nel discorso che maritati emuli vogliono stare soli e che fra suocera e nuora ci si sta in malora come tra maritata rispondeva antoni il nonno ci darà alla camera di sopra senza star nella camera di sopra
come i colombi tagliano corto la marmara tanto che suo padre che era suo padre diceva antoni guardandosi attorno mentre se ne andavano per l'astro doccia verrà tutta sua madre la barbara pensa non farti mettere il bastone principio se no ti succede come a me però come neve nera aveva dichiarato prima che mia figlia vada a dormire nella stanza dei colombi bisogna sapere a chi resta a casa e voglio stare a vedere dove finisce questo affare dei lupini andava a finire che piedi papera stavolta voleva essere pagato santo diavolone san giovanni era arrivato e i malavoglia
tornavano a parlare di dare degli acconti perché non avevano tutti i denari speravano di raggranellare la somma alla raccolta delle olive luis elevati di bocca coi soldi e non aveva a pane da mangiare come vero dio non poteva campare di vento sino alla raccolta delle olive a me mi dispiace padrón toni gli avevo detto ma che volete bisogna che pensi ai miei interessi san giuseppe prima fece la sua barba e poi quella di tutti gli altri presto compieranno aggiungeva lo zio crocifisso quand'era solo a brontolare con compare tino e non si è visto un grano
di interessi quelle 200 lire basteranno appena per le spese vedrete che al tempo delle olive vi diranno di aspettarli sino a natale poi sino a pasqua cosi ban in rovina le case ma io la roba mia l'ho fatta col sudore della fronte adesso una in paradiso l'altro vuole la zuppetta non possono minare innanzi quella barca rotta e cercano di maritare la ragazza costoro non pensano ad altro che a meritarsi anno la rabbia come mia nipote la vespa adesso che mena si merita vedrete che compare mosca torna qui perché apparsi la chiusa della vespa in conclusione
se la prendevano con l'avvocato il quale non finiva mai di scrivere le sue carte prima di mandare lo share e ci sarà antonio dirgli di andare adagio su giungeva a piedi papera con un rotolo di pesce se ne comprano 10 di avvocati stavolta egli l'aveva rotta sul serio come malavoglia perché la zucchina era andata a togliere la roba di comare grazia dalla sponda del lavatoio e ci aveva messa la sua di quelle soperchierie che si fanno montare la mosca al naso la zucchina si fidava perché le dava di spalla quel cetriolo di ntoni malavoglia il
quale faceva il bravaccio una manica di carogne quei malavoglia e non voleva vederli più nel battesimo porco che quell'altro porco di don gian maria gli aveva messo in fronte le carte bollate allora cominciarono a piovere e piedi papera diceva che l'avvocato non doveva essere rimasto contento del regalo di patron toni per lasciarsi comprare e questo provava che razza di stitici essi fossero se c'era da fidarsi quando promettevano che avrebbero pagato patron toni torno a correre dal segretario e dall'avvocato scipioni ma questi gli rideva sul naso gli diceva che chi è minchione se ne sta a
casa e non doveva lasciarsi mettere la mano alla mora e poi poiché avevo fatto il pasticcio se lo mangia se guai a chi casca per chiamare aiuto sentite a me gli suggerì bones il maestro piuttosto dategli la casa se non se ne va in spese perfino la provvidenza e i capelli che ci avete in testa e ci perdete anche le vostre giornate con l'andare e venire dall'avvocata se ci dà casa con le buone gli diceva piedi papera vi lasceremo la provvidenza che potrà sempre guadagnarmi il pane e resterete padroni né non verrà all'usciere con la
carta bollata compare non aveva fiele in corpo e andava a parlare a padrón toni come se non fosse fatto suo passandogli il braccio attorno al collo gli diceva scusatemi fratello mio a me mi dispiace più di voi di cacciarli fuori della vostra casa ma che volete sono un povero diavolo quelle 500 lire mele sollevate dalla bocca e san giuseppe prima fece la sua barba fossi ricco come lo zio crocifisso non ve ne parlerei nemmeno incoscienza mia il povero vecchio non aveva il coraggio di dire alla nuora che dovevano andarsene con le buone dalla casa del
nespolo dopo tanto tempo che c'erano stati e pareva che fosse come andarsene dal paese espatriare o come quelli che erano partiti per ritornare non erano tornati più che ancora cerali letto di luca è il chiodo dove bastianazzo appendeva il giappone ma infine bisognava sgomberare con tutte quelle povere masserizie elevarle dal loro posto che ognuna lasciava il segno dov'era stata e la casa senza di esse non sembrava più quella la roba portarono di notte nella casa del beccaio che avevano preso in affitto come se non si sapesse in paese che la casa del nespolo ormai era
di piedi papera e loro dovevano sgomberarla ma almeno nessuno li vedeva con la roba in collo quando il vecchio staccava un chiodo o toglieva da un cantuccio un dischetto che solleva star lì di casa faceva una scrollatina di cava poi si misero a sedere sui balleri c che erano ammonticchiati nel mezzo della camera per riposarsi un po e guardavano di qua e di là se avessero dimenticato qualche cosa però il nonno si alzò tosto ed uscì nel cortile all'aria aperta ma anche lì c'era della paglia sparse in ogni dove dei cocci di stoviglie delle nasse
sfasciate in un canto il nespolo e la vite sull'uscio andiamo via diceva e gli andiamo via ragazzi tanto oggi o domani e non si muoveva maruzza del cortile dalla quale erano usciti luca bastianazzo e la stradicciola per la quale il figlio suo se n'era andato coi calzoni rimboccati mentre pioveva e non l'aveva visto più sotto il par acqua di in cerata anche la finestra di compare alfio mosca racchiusa e la vita e pendeva dal muro del cortile che ognuno passandoci lavora strappata ciascuno aveva qualcosa da guardare in quella casa e il vecchio nell'andarsene cosa di
nascosto la mano sulla porta sconquassata dove lo zio crocifisso aveva detto che ci sarebbero voluti due chiodi è un bel pezzo di legno lo zio crocifisso era venuto a dare un'occhiata insieme a piedi papera e parlavano a voce alta nelle stanze vuote dove le parole si udivano come se fossero in chiesa con pareti know non avevo potuto durare la campare d'aria sino a quel giorno e aveva dovuto rivendere ogni cosa allo zio crocifisso per riavere i suoi denari che volete compare malavoglia gli diceva passandogli il braccio attorno al collo lo sapete che sono un povero
diavolo e 500 lire mi fanno se voi foste stato ricco vela avrei venduto a voi ma padrón toni non poteva soffrire di andare così per la casa col braccio di piedi paper al collo ora lo zio crocefisso ci era venuto col falegname col muratore e ogni sorta di gente che scorrazzavano di qua e di là per le stanze come fossero in piazza e dicevano qui ci vogliono dei mattoni qui ci vuole un travicello nuovo qui c'è da rifare l'imposta come se fossero i padroni e dicevano anche che si doveva imbiancare la per farla sembrare tutt'altra
lo zio crocifisso andava scopando coi piedi la paglia e cocci e raccolse anche da terra un pezzo di cappello che era stato di bastianazzo e lo buttò nel porto dove avrebbe servito all'ingrasso il nespolo intanto storni va ancora adagio adagio e le ghirlande di margherite ormai vizze erano tuttora appese allo show nelle finestre come ce li avevano messi a pasqua delle rose la vespa da vedere anche lei con la calzetta al collo e frugava per ogni dove ora che era roba di suo zio il sangue non è acqua andava dicendo forte perché ho disse anche
il sordo a me mi sta nel cuore la roba di mio zio come a lui deve stare a cuore la mia chiusa lo zio crocifisso lasciava dire non vi va ora che dirimpetto si vedeva la porta di compare alfio con tanto di catenaccio adesso che alla porta di compare alfio c'è il catenaccio vi metterete il cuore in pace e lo crederete che non penso a lui dicevano vespa all'orecchio dello zio pc fisso io ci ho il cuore in pace rispondeva lui sta tranquilla da allora in poi i malavoglia annusarono mostrarsi per le strade né in
chiesa la domenica e andavano sino ad acicastello per la messa e nessuno li salutava più nemmeno patron cipolla il quale andava dicendo questa partaccia a me non lo doveva fare padrón toni questo si chiama gabbare il prossimo se ci aveva fatto mettere la mano di sua nuora nel debito dei lupini tale quale come e mia moglie aggiungeva mastruzzo pinto dice che dei malavoglia adesso non ne vogliono nemmeno i cani però quello scimunito di brasi pestava i piedi a voleva la mena che glie l'avevano promessa come fa un ragazzo davanti alle baracche dei balocchi alla fiera
ti pare che io l'abbia rubata la tua roba bietolone gli diceva il babbo per andarla a buttare con chi non ha niente li avevano preso persino il vestito nuovo abrasi e dei si sfogava ad andare a stanare le lucertole nel lasciare poi mettersi a cavalcioni sul muricciolo del lavatoio e giurava di non far più nulla neanche se l'ammazza vano ora che non volevano dargli la moglie e gli avevano ripreso persino il vestito nuovo delle nozze per fortuna la mela non poteva vederlo più così vestito come era perché i malavoglia stavano sempre con la porta chiusa
ancor essi poveretti nella casuccia del beccaio che avevano presa in affitto nella strada del nero vicino è su bimbi e se accadeva di vederli da lontano brasi correva a nascondersi dietro il muro o tra i fichi d'india la cugina anna che scopriva ogni cosa dal greto non era andata a stendere la tela diceva con comare grazia ora quella povera sant'agata resta in casa peggio di una casseruola appesa al muro tale e quale come le mie figli vuole che non hanno dote poveretta rispondeva con mare grazia e le avevano perfino spartito i capelli era tranquilla essere
rimessa alla spadina d'argento nelle tracce da se stessa senza dir nulla adesso aveva tanto da fare nella casa nuova dove bisognava mettere ogni cosa ad un altro posto e non si vedeva più il nespolo e la porta della cugina anna e dell'annunziata sua madre la cavava con gli occhi mentre lavorava accanto a lei e l'accarezzava col tono della voce quando le diceva dammi la forbice ottieni la matassa che se la sentiva nelle viscere la sua figliola ora che tutti le voltavano le spalle ma la ragazza cantava come uno stornello perché aveva 18 anni ea quell'età
se il cielo è azzurro viride negli occhi e gli uccelli cantano nel cuore peraltro il cuore non ce l'aveva mai avuto per quel cristiano lo disse all'orecchio della mamma mentre ordivano la trama la madre era la sola che le aveva letto in cuore e che ci avesse lasciato a cascare una buona parola in quella angustia almeno se ci fosse compar alfio non ci avrebbe voltato le spalle anche lui ma quando sarà il tempo del vino nuovo tornerà qui le proverete non avevano stato le spalle ai non la voglia ma la cugina amerà sempre in faccende
con tutto quello che aveva da fare per tirare innanzi con le sue figliole che le erano rimaste in casa peggio di casseruole appese e come aree piedi papera si vergognava di farsi vedere per quel tiro che compare tino aveva fatto ai poveri ma la voglia e la aveva il cuore buono la mia grazia e non diceva come suo marito lasciali stare coloro che non hanno più nere nel regno cosa te ne importa la sola che si vedesse di tanto in tanto era l'annunziata col piccino in collo e tutti gli altri dietro ma anche lei doveva
badare ai fatti suoi così va il mondo ciascuno darei fatti suoi quello che diceva antoni di patron tonico mare venera ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri tuo nonno non ti dà nulla dunque che obbligo ai verso di loro se ti mariti vuol dire che fai casa da tè e quel che guadagni lo guadagni per la tua casa centomani dio benedisse ma non tutte in un piatto bella cosa rispondevo antoni ora che i miei parenti sono in mezzo alla strada mi dite di piantarvi anch'io come se la caverà il
nonno a far andare la provvidenza ea dar da mangiare a tanti se lo lascio solo allora sbrigate vela tra voi altri esclamava la zuppetta voltandogli le spalle per andare a frugare nei cassetti o in cucina butta binario ogni cosa per darsi da fare onde non guardarlo in faccia mia figlia io non l'ho rubata si potrebbe chiudere gli occhi se non avete nulla perché siete giovane e ci avete sempre la salute da lavorare e siete del mestiere tanto più che avessi mariti sono scarsi con questa leva del diavolo che si scopa via tutti i giovanotti del
paese ma se devono darvi la dote per papar vela con tutti i vostri è un'altra cosa marito voglio dargliene uno solo alla mia figliola e non cinque o sei e metterle sulle spalle due famiglie barbara nell'altra stanza fingeva di non udire e seguitava a far girare l'arcolaio lesto resta ma penan toni si affacciava sull'uscio chinava gli occhi sui cammelli e allungava il muso anche lei talché il poveraccio si faceva giallo e verde b100 colori e non sapeva che fare perché barbara lo teneva invischiato come un passerotto con quegli occhioni neri e gli diceva poi vuol
dire che a me non mi volete bene come ai vostri e si metteva a piangere nel grembiule quando non c'era la mamma sacramento esclamava ntoni vorrei tornare a fare il soldato e si strappava i capelli e si dava dei pugni nella testa ma non sapeva risolversi appigliare la risoluzione che ci voleva davvero cetriolo che era allora diceva la zuppetta contro antro a ciascuno a casa sua e suo marito ripeteva te l'avevo detto che a me i pasticci non mi piacciono voi andate né a lavorare rispondeva lei che non sapete nulla toni ogni volta che andava
prezzo pd trovava tanto di grugno e la mia venera gli rinfacciava ogni volta che i malavoglia avevano invitato la piedi papera pettinare la mena della pettinatura che le aveva fatto per leccare le ciabatte a compare tino la motivo di quei quattro soldi della casa e poi la casa se l'era presa egualmente e le aveva lasciato in camicia come gesù bambino mi pare che non lo sappia cosa ha detto vostra madre maruzza in quei tempi in cui portava il naso in su che la barbara non era quella che ci voleva per suo figlio ntoni perché rappezza
come una signorina e non sapeva quel che ci vuole ad essere una buona moglie di marinaro me l'hanno raccontato al lavatoio comare mangia carrube la mia città come le mangia carrubella mia città sono due carogne rispondeva antoni e parlano per l'invidia che non ho sposato la mangia carrube per me pigliatevela pure bel guadagno che ci fa la mangia carrube allora comare bene se mi dite questo come se mi diceste in casa mia non ci mettete più piede in toni voleva far l'uomo e non si lasciava vedere per due o tre giorni ma la piccola lia
che non sapeva tutte quelle chiacchiere continuava a venire a giocare nel cortile di comare venera come l'avevano appezzata quando la barbara le dava ai fichi d'india e le castagne perché voleva bene a suo fratello ntoni ed ora non le davano più nulla la zuppetta le diceva che viene a cercare tuo fratello qui tua madre ha paura che vogliano rubarcelo tuo fratello come la vespa veniva anche lei nel cortile del pd con la calzetta al collo a dire roba di fuoco degli uomini che sono peggio dei cani e la barbara rinfacciava alla ragazzina lo so che
non sono brava massaia come tua sorella ecco mare venera concludeva tua madre che fa la lavandaia invece di stare a ciarlare dei fatti altrui al lavatoio farebbe bene a dare una rissa quata quei quattro soldi di vestina che ha indosso la bambina molte cose non le capiva ma quel po che rispondeva faceva montare la mosca al naso alla subida e le faceva dire che la sua madre marotta che l'ha indetta va e la mandava apposta da quelle parti per stuzzicare le labile tanto che finalmente la piccina non ci andò più nella mia venera disse che
era meglio così non venivano in casa a fare la spia che tenevano sempre volessero rubarsi quel tesoro di cetriolo le cose arrivarono al punto che comare venere la longa non si parlavano più e se si vedevano in chiesa si voltavano la schiena vedrete che arriveranno a metter fuori le scope diceva la mangia carrube gongolando non mi chiamo la mangia carrube se non ci arrivano bell affare che ha fatto la zuppa con cetriolo di solito gli uomini non si mischiano in quelle liti di donne se non le questioni singolo sarebbero e potrebbero andare a finire a
coltellate invece le comari dopo che hanno messo fuori la scopa e si sono voltate le schiene e si sono sfogate a dirsi improperi a strapparsi i capelli si riconciliano subito e si abbracciano e si baciano e si mettono sull'uscio a chiacchierare come prima toni poi stregato dagli occhi della barbara era tornato 4 patto a piantarsi sotto la finestra per metter pace che la mia venera voleva buttarsi sulla testa la broda delle fave qualche volta ed anche la figliola si stringeva nelle spalle ora che i malavoglia non avevano più re nel regno e glielo disse anche
in faccia alla fine onde levarsi da dosso quella noia perché quel cristiano stava sempre davanti alla sua porta come un cane e le avrebbe fatto perdere la fortuna semmai qualcun altro avesse avuto l'intenzione di passare di là per lei ormai antoni i pesci del mare sono destinati a chi se la da mangiare mettiamoci il cuore in pace voi ed io e non ci pensiamo più voi potete mettervelo il cuore in pace come barbara ma per me a mare ed isa mare 1 st chi lo vuol fare provate che ci riuscirete anche voi approvare non si
perde nulla io vi auguro ogni bene ogni fortuna ma lasciatemi badare ai fatti miei ti ho già 22 anni io lo sapevo che doveva dirmi così quando ci hanno preso la casa ora che tutti ci voltano le spalle sentite compare ntoni mia madre può avvenire da un momento all'altro e non è bene che mi trovi qui con voi sì sì è vero ora che ci hanno tolto la casa del nespolo non è giusto egli aveva il cuore grosso il povero ntoni e non voleva lasciarla così bella doveva andare a riempire la brocca alla fontana e
gli disse addio correndo un'asta lesta e dimenando i fianchi con belle garbo che zupi dalla chiamavano perché il nonno di suo padre si era rotta la gamba in uno scontro di cardi alla festa di trecastagni ma barbara le sue brave gambe ce l'aveva tutte e due addio comare barbara rispondeva il poveraccio e così cinesi una pietra su quel che era stato e se ne tornò a remare come un galeotto che già quella era una vera galera dal lunedì al sabato ed egli era stanco di rompersi l'anima per niente perché quando non si sa nulla e
inutile arrabbattarsi da mattina a sera e non trovate un cane che vi voglia per questo egli ne aveva le tasche piene di quella vita preferiva piuttosto di non far niente davvero e starsene letta a fare il malato come quando era seccato dal servizio militare e il nonno poi non stava a cercare il pelo nell'uovo come il dottore della fregata che hai gli domandava nulla o che sono un povero diavolo e che vuoi farci se sei un povero diavolo bisogna vivere come siamo nati egli si lasciava a caricare svogliatamente degli attrezzi meglio di un asino e
lungo la giornata non apriva bocca che per bestemmiare o brontolava chi cade nell'acqua e forza che si bagni se suo fratello si metteva a cantare mentre stavano la vela ti si canta pure quando sarei vecchio poi abbaye rai come il nonno ad abbaiare adesso non ci guadagni nulla nemmeno rispondeva il ragazzo ha ragione perché la vita è bella bella o no non l'abbiamo fatta noi così come con chiudeva il nome la sera mangiare minato la sua minestra e la domenica andava giron fare attorno all'osteria dove la gente non aveva altro da fare che ridere e
passarsi senza pensare che il giorno dopo si tornava a far quel che si era fatto in tutta la settimana oppure stava delle ore intere seduto sugli scalini della chiesa col mento in mano a veder passare la gente dal mar accando su quei mestieri in cui non c'era nulla da fare la domenica almeno si godeva quelle cose che siano senza quattrini il sole lo start con le mani sotto le ascelle a non far nulla e allora gli spettava anche quella fatica di pensare al suo stato di desiderare quelle cose che aveva visto da soldato col ricordo
delle quali ingannava il tempo nei giorni di lavoro gli piaceva a stendersi come una lucertola al sole non far altro è come incontrare i carrettieri che andavano seduti sulle stanghe bel mestiere che fanno borbottava vanno in carrozza tutto il giorno e se vedeva passare qualche povera donnicciola che tornava dalla città curva sotto il carico come un asino stanco e andava lamentandosi per via secondo il costume dei vecchi vorrei farlo io quello che fate voi sorella mia le diceva per confortarla alla fin fine come andare a spasso dieci i toni andava mare tutti i santi giorni
e gli toccava camminare coi remi logorandosi la schiena però con del mare era cattivo voleva inghiotte il celine un boccone loro la provvidenza e ogni cosa quella ragazza aveva il cuore più grande del mare il sangue dei malavoglia diceva il nonno e bisognava vederlo alla manovra coi capelli che gli fischiavano al vento mentre la barca saltava sui marosi come un cefalo in amore la provvidenza si avventurava spesso al largo così vecchie rattoppata come era per amore di quel po di pesca ora che nel paese c'erano tante barche che spazzavano il mare con la scopa anche
in quei giorni in cui le nuvole erano basse verso agnone e l'orizzonte tutto irto di punte nere a levante si vedeva sempre la vela della provvidenza come un fazzoletto da naso lontano lontano nel mare color di piombo e ognuno diceva che quelli di patron toni andavano a cercarsi i guai col candeliere patron toni rispondeva che andava a cercarsi il pane e poi mi suggerì scomparivano ad uno ad uno nel mare largo che era verde come lerma l casacce di trezza sembravano una macchia bianca tante erano lontane e intorno a loro non c'era che acqua si
metterà a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza che poi alla sera alla longa e tutti gli altri li avrebbero aspettati sulla riva quando vedevano la vela far capolino tra i faraglioni e sarebbero stati a guardare anche loro la pesca che saltellava nelle masse e riempiva il fondo della barca come fosse d'argento e padrón toni soleva rispondere prima che nessuno avesse aperto bocca un quintale un quintale e 25 che non si sarebbe sbagliato di un rotolo e poi se ne parlava tutta la sera mentre le donne pestavano il sale fra i ciottoli e quando con tavani barilotti
ad uno ad uno e lo zio crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto per gettare la sua offerta ad occhi chiusi e piedi papera gridava e bestemmiava per dire il prezzo giusto che allora facevano piacere le grida di piedi papera già a questo mondo non bisogna restare in collera con la gente e la longa poi si contava soldo assoldo davanti al suocero i denari che portava piedi papera nel fazzoletto e diceva questi sono per la casa questi altri sono per la spesa la mena aiutava anch'essa a pestare il sale ea mettere in ordine i
bar i lotti e ci aveva un'altra volta la veste turchi nella collana di corallo che avevano dovuto dare impegno allo zio crocifisso ora le donne potevano tornare ad andare alla messa del paese e se qualche giovinotto gettava gli occhi sulla mena gliela stavano facendo la sua dote per me diceva antoni menando il remo adagio adagio perché la corrente non gli facesse deviare dal cerchio delle reti mentre il nonno pensava tutte quelle cose per me desidero questo soltanto che quella carogna della barbara sabbia mangiare i gomiti quando ci avremo il fatto nostro anche noi e sabbia
pentire d'avermi chiusa la porta in faccia il buon pilota si conosce le burrasche rispondeva il vecchio quando saremo un'altra volta quel che siamo sempre stati ognuno ci farà buon viso e torneranno ad aprirci alla porta chi non c'è chiusa in faccia aggiunse alessi è stata l'annunziata e anche la cugina anna carcere malattie necessità si conosce la mista per questo il signore le aiuta costoro con tutte quelle bocche che hanno in casa quando l'annunziata va a far legna nella sciara o il fagotto della tela è troppo pesante per lei l'aiuto anch'io poveretta disse alessi adesso da
questa parte che san francesco stavolta ha mandata la grazia di dio il ragazzo tirava e puntava i piedi e sbuffava che pareva facesse tutto lui intanto ntoni cantava sdraiato sulla pedana ecco le braccia sotto il capo a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che non finiva mai e la provvidenza si dondolava sulle onde verdi che venivano da lontano lontano fin dove arrivava la vista che vuol dire che il mare ore verde d'ore turchino e un'altra volta e bianco e poi nero come lasciare e non è sempre di un colore come dell'acqua che è
chiese alessi nella volontà di dio rispose il nonno così il marinaio sa quando può mettersi in mare senza timore e quando è meglio non andarci quei gabbie hanno una bella sorte che volano sempre in alto e non hanno paura delle ondate se il mare in tempesta allora non hanno da mangiare nemmeno loro povere bestiole dunque tutti hanno bisogno del bel tempo tale e quale come l'annunziata che non può andare alla fontana se piove con chiuse alessi buon tempo e maltempo non dura tutto il tempo osservò il vecchio ma quando era maltempo o che soffiava il
maestrale e sugheri ballavano sull'acqua tutto il giorno come se ci fosse chi suonava il violino o il mare era bianco al pari del latte o crespo che sembrava che bollisse e la pioggia si rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non c'erano cappotti che bastassero e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella allora era un altro paio di maniche anthony non aveva voglia di cantare col cappuccio sul naso e gli toccava votare dall'acqua la provvidenza che non si finiva più e il nonno badava a ripetere mare bianco sciroppo in campo o
mare crespo vento fresco come se fossero la per imparare i proverbi e con quei benedetti proverbi mentre la sera stava a guardare il tempo dalla finestra col naso in aria diceva pure quando la luna rossa fa vento quando è chiara vuol dire sereno quando è pallida pioverà se lo sapete che pioverà perché torniamo ad andare in mare oggi gli diceva antoni non era meglio restarci in letto un altro pardon e acqua di cielo e sardelli alle reti rispondeva il vecchio toni l'anima al diavolo con l'acqua a mezza gamba stasera li riceve nonno la maruzza ci
farà trovare una bella fiammata e ci aiuteremo tutti e la sera sull'imbrunire come la provvidenza con la pancia piena di grazia di dio tornava a casa che la vela si gonfiava come la gonnella di donna rosolina e il loonie delle case ammiccavano d'una boom di atri faraglioni neri e pareva che si chiamassero l'un l'altro padrón toni mostrava i suoi ragazzi il bel fuoco che fiammeggia va nella cucina della longa in fondo al cortile toe della strada cia del nero che c'era il muro basso e dal mare si vedeva tutta la casa con le quattro tegole
sotto cui si appollaia vano le galline e il forno dall'altro lato della porta lo vedete che la longa ce l'ha fatta trovare la fiammata diceva tutto giulivo e la nonna li aspettava sulla riva con le ceste pronte che quando dovevano riportarseli indietro vuote non avevano voglia di parlare ma invece se le ceste non bastavano e alessi doveva correre a casa prenderne delle altre il nonno si metteva le mani alla bocca per chiamare bene o meno e meno sapeva cosa voleva dire e venivano tutti in processione lei la lia ed anche l'annunziata con tutti i suoi
pulcini dietro allora era una festa né si badava più al freddo o alla pioggia e davanti alla fiammata stavano a chiacchierare sino a tardi della grazia di dio che aveva mandato san francesco è quel che si sarebbe fatto dei denari ma quel gioco da disperati sia rischiava la vita per qualche rotolo di pesce e una volta e malavoglia furono ad un pelo di rimettercela tutti la pelle per amor del guadagno come bastianazzo mentre erano all'altezza dell'unione verso sera e il cielo era tanto fosco che non si vedeva più neppur l'etna e il vento soffiava ondate
che pareva avesse la parola brutto tempo diceva padrón toni il vento oggi gira peggio della testa di una fraschetta e il mare alla faccia come quella di piedi papera quando vuol farvi qualche brutto tiro il mare tra del colore della sciara sebbene il sole non fosse ancora tramontato e di tratto in tratto bolliva tutt'intorno come una pentola avessi cani devono essere tutti a dormire osservò alessi a quest'ora avrebbero dovuto accendere il faro di catania visse ntoni ma non si vede niente tieni sempre la sbarra greco alessi ordinò il nonno la mezz'ora non ci si vedrà
più peggio di essere in un forno con questa brutta sera sarebbe meglio trovarsi all'osteria della santuzza o coricato nel tuo letto a dormire non è vero rispose il nonno allora dovevi fare il segretario come don silvestro il povero sbagliato tutto il giorno dei suoi dolori è il tempo che muta diceva lui lo sento nelle ossa io tutt'a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare soltanto le onde quando passavano vicino alla provvidenza luccicavano come avessero gli occhi e volessero mangiarsela e nessuno osava dire più una parola in mezzo
al mare che fuggiva fin dove c'era acqua o in testa di samhain tra pontoni che stasera dovremmo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta taci gli disse il nonno e la sua voce in quel buio li fece diventare tutti i piccini piccini sul banco dove erano sì diva il vento similare nella vela della provvidenza e la fune che suonava come una corda di chitarra all'improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia quando esce dal buco del monte sopra trezza e arrivo un'ondata che non si era vista da dove fosse
venuta la quale fece scricchiolare la provvidenza come un sacco di noci e la buttò in aria giu la vela giu l'aveva ridotta drone toni taglia taglia subito toni col coltello fra i denti c'era brancato come un gatto all'antenna eretto sulla sponda per farvi contrappeso si lasciò spin solare sul mare che gli urlava sotto e se lo voleva mangiare e anti forte e ti anti forte gli gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là e buttavano in aria la provvidenza e ogni cosa e facevano piegare la barca tutta ad un
lato che dentro ci avevano l'acqua sino ai ginocchi taglia taglia ripeteva il nonno sacramento esclamò ntoni se taglio come faremo poi quando avremo bisogno della vela non dire sacramento che ora siamo nelle mani di dio alessi sera sabato al timone e all'udire quelle parole del nonno cominciò a strillare mamma mamma mia taci gli gridò il fratello col coltello tra i denti taci oti assesta una pedata fatti la croce e da g ripete il nonno si che il ragazzo non a sofia dare più un tratto la vela cade tutta d'un pezzo tanto era tesa anthony la
raccolse in un lampo e la main street il mestiere lo sai come tuo padre gli disse il nonno e 6 ma la voglia anche tu la barca si raddrizza e fece prima un gran salto poi seguito a fare capriole sulle onde d'acqua il timone ora ci vuole la mano ferma visse padrón toni e malgrado che il ragazzo ci si fosse aggrappato come un gatto anche lui arrivavano certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella tutte e due il remo grido ntoni forza nel tuo remo alessi che a mangiare sei buono anche tu adesso
i remi valgono meglio del timone la barca scricchiolava sotto lo sforzo polveroso di quel paio di braccia e alessi ritto contro la pedana ci dava l'anima sui remi come poteva anche lui tienti fermo gli gridò il nonno che appena si sentiva da un capo all'altro della barca nel fischiare del vento pianti fermo alessi si nonno si rispose il ragazzo che hai paura gli disse ntoni no rispose il nonno per lui soltanto raccomando magia dio santo diavolo ne esco a montoni colpetto ansante qui ci vorrebbero le braccia di ferro come la macchina del vapore il mare
ci vince il nonno sit acque e spetterà ad ascoltare la burrasca la mamma adesso deve essere sulla riva a vedere se torniamo disse poi alessi ora lascia stare la mamma raggiunse il nonno è meglio non ci pensare adesso dove siamo domando ntoni dopo un altro bel pezzo col fiato ai denti dalla stanchezza nelle mani di dio rispose il mondo allora lasciatemi piangere esclamò alessi che non ne poteva più e si mise a strillare a chiamare la mamma ad alta voce in mezzo al rumore del vento e del mare né qualcuno usa o sgridarlo più hai
un bel cantare ma nessuno ti sente ed è meglio star ticket gli dissi infine il fratello con la voce nottata che non si conosceva più nemmeno i sta zitto che adesso non è bene far così né per te ne per gli altri la vela ordinò padrón toni il timone al vento verso greco e poi alla volontà di dio il vento la forte e una manovra ma in cinque minuti la vela fu spiegata e la provvidenza cominciò a balzare sulla cima delle onde piegata da un lato come un uccello ferito i malavoglia si tenevano tutti da
un lato afferrati alla sponda in quel momento nessuno fiatava perché quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprire bocca padrón toni visse soltanto a quest'ora la giudicano il rosario per noi e non aggiunsero altro correndo col vento e con le onde nella notte che era venuta tutt'a un tratto nera come la pece il fanale del mono grido ntoni lo vedete a dritta grido padrón toni a dritta non è il fanale del molo andiamo sugli scogli serra serra non posso serrare rispose ntoni con la voce soffocata dalla tempesta e dallo sforzo
la scotta e bagnata il coltello alessi il coltello taglia taglia presto in questo momento su di uno schianto la provvidenza che prima si era curvata subì un fianco si rileva come una molla e per poco non sbalzo tutti in mare l'antenna insieme alla vela cadde sulla barca rotta come un filo di paglia allora si udì una voce che gridava ai come di uno che stesse per morire chi è chi è che grida domanda vantoni aiutandosi con i denti e col coltello a tagliare le reeling e della vela la quale era caduta con l'antenna sulla barca
e copriva ogni cosa a un tratto un colpo di vento la strappo netta e se la portò via si milan da allora i due fratelli poterono sbrogliare del tutto il troncone dell'antenna e buttarlo in mare la barca si raddrizza mappa toni non si raddrizza lui non rispondeva più antoni che lo chiamava ora quando il mare il vento gridano insieme non c'è cosa che faccia più paura del nono dirsi rispondere alla voce che chiama no no no no gridava anche alessi non vi è più nulla i capelli syriza rono in capo come fossero vivi ai due
fratelli la notte era così nera che non si vedeva da un capo all'altro della provvidenza tanto che alessi non piangeva più dal terrore il nonno era disteso in fondo alla barca con la testa rotta toni finalmente l'ho trovata stoney gli parve che fosse morto perché non fiatava e non si muoveva ha fatto la standa del timone urtava di qua e di là mentre la barca saltava in aria e si inabissava a san francesco di paola a san francesco benedetto strillavano i due ragazzi ora che non sapevano più che fare san francesco misericordioso gnudi mentre andava
per la burrasca in soccorso dei suoi devoti estese il suo mantello sotto la provvidenza giusto quando stava per spaccarsi come un guscio di noce sullo scoglio dei colombi sotto la guardiola della dogana la barca saltò come un puledro sullo scoglio e venne accadere in secco col naso in giù coraggio coraggio gridavano loro riguardi e dalla riva e correvano qua e là con le lanterne a gettare delle corte siamo qui noi fatevi animo finalmente una delle corde venne a cadere attraverso della provvidenza la quale tremava come una foglia e batte giusto sulla faccia antoni peggio di
un colpo di frusta ma in quel momento gli parve meglio di una carezza a me a me gridò afferrando la fune che scorreva rapidamente egli voleva scivolare dalle mani alessi vi si aggrappò anche lui con tutte le sue forze e così riuscirono ad avvolgerla due o tre volte alla sbarra del timone e le guardie doganali ritirarono arriva la pronta però non dava più segni di vita e allorché accostarono la lanterna si vide che aveva la faccia sporca di sangue sì che tutti lo credettero morto e i nipoti si strappavano i capelli ma dopo un paio
d'ore arriva correndo da michele rocco stato ma mi pizzuto e tutti gli sfaccendati che erano all'osteria quando giunse la notizia e con l'acqua fresca e le frega gioni gli fecero riaprire gli occhi il povero vecchio come sempre dove si trovava che ci voleva meno di un'ora per arrivare attrezza disse che lo portassero a casa su di una scala varuzza bene e le vicine che strillavano sulla piazza e si batteva nel petto videro arrivare in tal modo disteso sulla scala e con la faccia bianca come un morto niente niente andava assicurando bar michele in capo alla
folla una cosa da nulla e corse dallo spezia le per l'aceto dei sette ladri don franco venni in persona tenendo con le due mani laboccetta e accorsero anche piedi papera com'era grazia inzuppi patron cipolla e tutto il vicinato nella strada del nero in quelle occasioni si metta un sasso su ogni questione ed era venuta anche la lotta la quale andava sempre dove c'è la folla quando sentiva del brusio per il paese di notte o di giorno basi non chiudesse più gli occhi e aspettasse sempre il suo medico sì che la gente si accalcava nella stradicciola
davanti alla casa dei malavoglia come se ci fosse il morto tanto che la cugina anna dovette chiudere lusso sul mostaccio a tutti lasciatemi mentre gridava ad annunziata picchiando con i pugni sull'uscio che rafforza a mezza svestita lasciatemi vedere cos'è successo da comare maruzza allora era inutile mandarci per la scala che dopo non ci lasciano entrare in casa per vedere cos'è strepitava il figlio della lotta la zupi della mangia carrube avevano dimenticato tutti gli improperi che si erano detti e cianciavano davanti alla porta con le mani sotto il grembiule già quel mestiere lì è fatto in
tal modo e si finisce con lasciarci la pelle una che mariti la figlia con gente di mare diceva la zuppetta un giorno all'altro se la vede tornare a casa vedova e con gli orfani per giunta che se non fosse stato per don michele dei malavoglia quella notte non restava nemmeno la semenza il meglio era fare come quelli che non fanno nulla e si guadagnano la loro giornata egualmente come don michele a mo d'esempio il quale era grasso e grosso meglio di un canonico e andava sempre vestito di panno e si mangiava mezzo paese tutti lo
liscia mano anche lo speziale il quale voleva mangiarsi il re gli faceva tanto di cappello col cappellaccio nero non è nulla venne avviso non franco ne abbiamo fatta la fasciatura ma se non viene la febbre se ne va piedi papera volle andare a vedere anche lui perché era di casa e padrón fortunato e kid altri potrà entrare a furia di gomitate la faccia già fatto sentenziava patron cipolla scrollando il cavo come vi sentite con parentoli per questo padrone non gli ha voluto dare il figlio alla sant'agata diceva intanto la spinta che l'avevano lasciata sulla porta
a il naso fine quello maggio nella vespa soggiungeva che ha roba in mare non sa nulla ci vuole la terra al sole ci vuole che notte è venuta prima la voglia esclamava comare piedi papera avete visto che tutte le disgrazie in questa casa arrivano di notte osservò padrón cipolla uscendo dalla casa con don franco e compare tino per buscarsi un pezzo di pane poveretti aggiungeva comare grazia per due o tre giorni padrón toni fu più di là che di qua la febbre era venuta come aveva detto lo speziale era venuta così forte che stava per
portarsi via ai malato il poveraccio non si lagnava più nel suo cantuccio con la testa fasciata e la barba lunga aveva solo una gran sete e quando mena o la longa gli davano d'avere afferrava il boccale con le mani tremanti che pareva volessero rubarglielo don ciccio veniva la mattina medicava il ferito gli bastava il polso voleva vederla lingua e poi se ne andava scrollando il capo una notte persino lasciarono accesa la candela quando don ciccio aveva dimenato il capo più forte la longa ci aveva messo accanto l'immagine della madonna e dicevano il rosario davanti al
letto del malato il quale non fiatava più e non voleva nemmeno dell'acqua e nessuno andò a dormire tanto che la lina si rompeva le mascelle dallo sbadigliare per il grande sonno nella casa c'era un silenzio di malaugurio sì che i carri passando per la strada facevano ballare i bicchieri sulla tavola e trasalire coloro che stavano a vegliare il malato così passo anche tutta la giornata e le vicine stavano sulla porta cianciando a voce bassa tra di loro e guardando per il vano dell'uscio cosa succedeva verso sera padrón toni volle vedere tutti i suoi ad uno
ad uno con gli occhi spenti e domandava cosa aveva detto il medico toni era accanto al capezzale e piangeva come un ragazzo che il cuore l'aveva buono a quel giovane non piangere così li riceva il nonno non piangere ora tu sei il capo della casa pensa che ci hai tutti gli altri sulle spalle e fa come ho fatto io le donne di dare con le mani nei capelli godendo di scorrere a quel modo persino la piccola li sa già che le donne non hanno giudizio in quelle circostanze non si accorgevano che il poveretto si torvava
in volto al vederle disperarsi come se stesse per morire ma egli continuava con voce fioca non fate tante spese per quando non ci sarò più il signore lo sa che non possiamo spendere e si contenterà del rosario che mi diranno maruzzella man to man a fai sempre come ha fatto tua madre che è stata una santa donna e dei guai ne ha visti anche lei e ti terrà i sotto le ali tua sorella come fa la chioccia coi suoi pulcini finché vi aiuterete l'un l'altro i guai vi parranno meno gravi ora antonia grande e presto
alessi sarà in grado di aiutarvi anche lui non dite così supplicavano le donne singhiozzando come se gli avesse voluto andarsene di sua volontà per carità non dite così egli scuoteva il capo tristemente rispondeva adesso che vi ho detto quello che volevo dirvi non me ne importa io sono vecchio quando non c'è più olio il lume si spegne ora volta temi dall'altra parte che sono stanco più tardi siamo ancora antoni egli visse non la vendete la provvidenza così vecchia come se non sarete costretti ad andare a giornata e non sapete come dura quando padrón cipolla o
lo zio cola vi dicono non ho bisogno di nessuno per lunedi e quest'altra cosa voglio dire a tentoni che quando avrete messo insieme qualche soldo dovete maritare prima l'amena e darle uno del mestiere che faceva suo padre e che sia un buon figliuolo e voglio dirti anche quando avrete maritato pure la lia se fate dei risparmi metteteli da parte e ri comperate la casa del nespolo lo zio crocifisso vela venderà se ci avrà il suo guadagno perché è sempre stato dei malavoglia e di là sono partiti vostro padre e la buon anima di luca si
nonna si prometteva antoni piangendo alessio portava anche lui serio serio come fosse già un uomo le donne credevano che il malato avesse il delirio d'angolo chiacchierare chiacchierare e gli mettevano delle pezze bagnate sulla fronte no diceva padrón toni sono in sensi voglio finire tutto quel che devo dirvi prima di andarmene intanto cominciavano ad unirsi i pescatori che si chiamavano ma uno show all'altro e i carri cominciavano a passare di nuovo per la via fra due ore sarà giorno disse padrón toni e potrete andare a chiamare don gian maria avevano il giorno come il messia e
andavano ogni momento a socchiudere la finestra per vedere se spuntasse l'alba finalmente la stanchezza comincia afarsi bianca e padrón toni torno a dire ora chiamatemi il prete che voglio confessarmi don gian maria venne quando il sole era già alto e tutte le vicine come udirono il campanello per la stradicciola del nero accorrevano a vedere il viatico che andava dai malavoglia ed entravano tutte perché doveva il signore non si può chiudere lo show in faccia alla gente tanto che quei poveretti al vedersi la casa piena non osavano nemmeno piangere e disperarsi mentre don gian maria borbottava
fra i denti e mastro cirino gli metteva il cielo sotto il naso al malato giallo e stecchito come un altro c'ero anche lui e sembra il patriarca san giuseppe addirittura su quel letto e con quella barba lunga beato lui esclamava la santuzza che piantava i boccali e ogni cosa e andava sempre dove sentiva il signore come una cornacchia dicevamo speziale c'era ancora il vicario con l'olio santo tanto che voleva voltare la briglia dell'asinello e tornarsene indietro chi vi ha detto che c'era bisogno del prete chi è andato a chiamare il viatico quello dobbiamo dirvelo noi
altri medici quando allora e mi meraviglio del vicario che è avvenuto senza la polizza del viatico ora volete saperlo non c'è bisogno del viatico se sta meglio vi dico e il miracolo della madonna addolorata esclamavano l'onda la madonna ci ha fatto il miracolo perché il signore ci è stato troppe volte in questa casa a vergine benedetta esclamava hmena con le mani giunte a vergine santa che ci avete fatta la grazia e tutti piangevano dalla consolazione come celine fermo fosse già stato in grado di tornare ad imbarcarsi sulla provvidenza don ciccio se ne andava borbottando così
mi ringraziano se campano la madonna ha fatto la grazia se muoiono sono io che l'ammazzo leggo maria aspettavamo sulla porta per veder passare il morto che dovevano venir se la prendere da un momento all'altro poveretto borbottavano anch'esse quel vecchio e il cuoio duro se non batte il naso per terra come i gatti non muore state attenti a quel che vi dico oggi predicava la zoppia vi dico che egli ci sotterrerà tutti le comari fecero le corna lontano che son figlia di maria e la vespa baciava anche la medaglia che ci aveva sull'abitino chattare matara tuono
dell'area e vino solforoso la soffitta soggiunse voi almeno non avete figli da maritare come li ho io che farei grande anno se andassi sotterra le altre ridevano perché la vespa non ci aveva che lei stessa da maritare e non ci arrivava anche quanto a questo patron toni fa più danno di tutti perché la colonna della casa rispose la cugina anna quel cetriolo vin toni ora non è più un ragazzo ma tutte si strinsero nelle spalle se muore il vecchio la vedrete come casca quella casa in questa arrivo all'annunziata alle spalle sta con la brocca sul
cavo largo largo che aspettano l'acqua da comare maruzza e i miei ragazzi se si mettono a giocare mi lasciano la roba in mezzo alla strada lia sarà messa sulla porta tutta pettoruta a dire alle comari il nonno sta meglio ha detto don ciccio che il nonno per adesso non muore e non le pareva vero che tutte le comari stessero ad ascoltarla come una donna fatta venne anche alessi e disse all'annunziata ora che sei qui in due salti vado a vedere che ne ha della provvidenza questo qui è più giudizio del grande diceva la cugina anna
a barre michele gli daranno la medaglia per aver buttato la corda alla provvidenza diceva lo speziale e c'è anche la pensione così li spendono i denari del popolo difendere don michele andava dicendo che se l'era meritata la medaglia e la pensione per questo si era buttata all'acqua sino a mezza gamba con tutti gli stivaloni per salvare la vita e malavoglia vi pare poco tre persone ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui tanto che se ne parlava dappertutto sì che la domenica quando si metteva l'uniforme nuova le ragazze e gli lasciavano
agli occhi addosso per vedere se ci avesse la medaglia barbara zupi da ora che si è levato di mente quel ragazzaccio di malavoglia moglie volte era più le spalle a don michele andava dicendo piedi papera l'ho vista io col naso fra le imposte quando egli passa per la strada e don silvestro sentendo questo diceva a vanni pizzuta bel guadagno che ci avete fatto d'allevard vido dopo un po nidi patron toni ora che la barbara messo gli occhi addosso a bonn michele se ce li ha messi li leverà che sua madre non può vedere né sbirri
mangiapane né forestieri vedrete vede la barbara 23 anni e se si mette in testa che ad aspettare ancora il marito comincia a far la muffa se lo piglia con le buone o con le cattive volete scommettere 12 tari che si parlano dalla finestra e tirò fuori il pezzo da cinque lire nuovo io non voglio scommettere niente rispose pizzuto stringendosi nelle spalle a me non me ne importa un corno quelli che stavano sentire piedi papere e rocco sabato si scompiscia mano dalle risa e lo faccio per niente aggiunse don silvestro messo di buon umore e se
ne andò con gli altri a chiacchierare con lo zio santoro davanti all'osteria sentite zio santoro volete guadagnarvi 12 tali e cava fuori la moneta nuova sebbene lo zio santoro non ci vedesse mastro vanni pizzuto vuol scommettere 12 tarik e ora a don michele il brigadiere va a parlare con la barbara zucchi dalla sera volete buscar veli voi quei 12 dari un anime sante del purgatorio esclamò baciando il rosario lo zio santoro il quale era stato ad ascoltare tutto intento con gli occhi spenti ma egli era inquieto e muoveva le labbra di qua e di là
come fa delle orecchie un cane da caccia che sente la pedata sono amici non temete aggiunse da un silvestro sghignazzando sono troppo spago aggiunse il ceco dopo essere stata attenta un altro polo egli conosceva tutti quelli che passavano al rumore dei loro passi fossero con le scarpe a piedi nudi e diceva voi siete compare tino oppure siete compare cinghia lenta siccome era sempre la avir delle barzellette con queste con quello sapeva ciò che accadeva in tutto il paese e allora per boss carsico i dodici taricone ragazzi andavano a prendere il vino per la cena li
chiamava alessi annunziata follia e domanda vapore dove vai dove vieni che hai fatto oggi oppure hai visto don michele ci passa dalla strada del nero toni poveretto finché c'era stato bisogno era corso di qua e di là senza fiato essere strappati i capelli anche lui adesso che il nonno stava meglio gironzolava per il paese con le mani sotto le ascelle aspettando che potessero portare un'altra volta la provvidenza da mastro zupi do per abbracciarla e andava all'osteria far quattro chiacchiere giacché non ci avevo un soldo in tasca e raccontava queste a quello come avevano visto la
morte con gli occhi e così passava il tempo cianciando e sputacchiando quando gli pagavano poi qualche bicchiere di vino se la prendeva con don michele che gli aveva rubato l'innamorata e andava ogni sera a parlare con la barbara li aveva visti lo zio santoro che aveva domandato all'annunziata se don michele ci passava per la strada del melo ma sangue di giuda non mi chiamo ntoni malavoglia se non mi taglio questo corno sangue di giuda la gente ci si divertiva a vedergli mangiare l'anima e perciò gli pagavano ad avere la santuzza mentre risciacquare i bicchieri si
voltava dall'altra parte per non sentire le bestemmie le parolacce che dicevano ma loader discorrere di don michele si dimenticava anche di questo stava ad ascoltare con tanto d'occhi era divenuta curiosa anche lei e stava tutto orecchi quando ne parlavano e al fratellino dell'annunziata o ad alessi allorché venivano del vino regalava delle mele delle mandorle verdi per sapere chi s'era visto nella strada del nero don michele giurava e spergiurava che non era vero e spesso la sera quando l'osteria era già chiusa si udiva una casa del diavolo dietro la porta bugiardo gridava la santuzza assassino ladro
nemico di dio tanto che da michele non si fece più vedere all'osteria e si contentava di mandare a prendere il vino e berselo nella bottega di pizzuto solo col suo fiasco per amor della pace massaro filippo invece di essere contento che si fosse tolto così un altro camera quell'osso della santuzza metteva buone parole e cercava di rappattumare lì che nessuno ci capiva più nulla ma era tempo perso non vedete che va gallardo e non si fa più vedere esclamava la santuzza questo è segno che la cosa è vera come è vero iddio no non voglio
sentirne parlare più dovessi chiuderlo steria e mettermi a far cassetta ma sarò filippo allora si faceva la bocca amara dalla collera e andava a pregare don michele come non santo nel posto delle guardie o nella bottega di pizzuto perché la finisse quella lite con la santuzza dopo che erano stati amici ed ora avrebbero fatto chiacchierare la gente e l'abbracciava e lo tirava per la manica ma don michele a puntava i piedi in terra come un mulo e diceva di no e chi era la presente a godersi la scena osservava che massaro filippo faceva una bella
figura come vero dio ma sarò filippo ha bisogno d'aiuto diceva pizzuto non lo vedete quella santuzza si mangerebbe anche il crocifisso la santa allora un bel giorno si mise la mantellina e andò a confessarsi sebbene fosse lunedì e l'osteria fosse piena di gente la santuzza andava a confessarsi ogni domenica e ci stava un ora col naso alla graticola del confessionario a risciacquare sì la coscienza chiamava a tenerla pulita meglio dei suoi bicchieri ma quella volta donna rosolina era gelosa di suo fratello il vicario e si confessava spesso anche lei per tenergli gli occhi addosso resta
con la bocca aperta laddove era ad aspettare ginocchioni che la santuzza ci avesse tanta roba nello stomaco e osserva che suo fratello il vicario si soffia il naso più di cinque volte cosa aveva oggi la santuzza che non finiva più domanda perciò don gian maria quando furono a tavola niente niente rispondeva suo fratello stendendo la mano verso il piatto ma è la che gli conosceva il debole lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava furia di domande sicché infine il poveretto dovete dire che c'era il sigillo della confessione e sin che fu a tavola rimase
col naso sul piatto ingozzava i maccheroni come se non avesse visto grazie di dio da due giorni tanto che gli andarono in veleno e borbottava fra di sé perché non lo lasciavano mai quieto dopo sorpresi il cappello il ferraiolo e andò a fare una visita alla zoubida ci deve essere sotto qualche cosa borbottava dal canto suo donna rosolina ci deve essere qualche su diceria fra suor mariangela zuppi da sotto il sigillo della confessione e si mise alla finestra per vedere quanto ci stava suo fratello nella casa di comare bene la la zuppetta saltò su tutte
le furie all'udire quello che le mandava a dire suor mariangela con don giammaria e si mise sul ballatoio a gridare che lei non ne voleva roba degli altri aprisse bene le orecchie la santuzza che se vedeva passare don michele per la sua strada voleva cavargli gli occhi con la conocchia che teneva in mano in barba alla pistola che portava sulla pancia giacché non aveva paura né delle pistole né di nessuno e sua figlia non l'avrebbe data ad uno che si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro ed era nel peccato mortale con la
santuzza per giunta gliel'aveva detto don gian maria sotto sigillo di confessione miles e lo teneva nelle ciabatte il sigillo della confessione quando ci andava di mezzo la sua barbara né disse tanti e tanti degli improperi e la longa e la cugina dovettero chiudere la porta perché non dissero le ragazze e mastro turi suo marito onde non restare indietro sbraitava anche lui se mi toccano la coda mi fanno fare qualche sproposito benedetto bio io non ho paura di don michele di massaro filippo e di tutta la ciurma della santuzza state zitto gli dava sulla voce comare
venera non avete inteso che massaro filippo non c'entra più con la santuzza gli altri invece continuavano a dire che la santuzza ci avevamo saro filippo per aiutarla dire le orazioni l'aveva visto piedi papera bravo massaro filippo ha bisogno d'aiuto anche lui ripeteva pizzuto non l'avete visto che è venuta a pregare strà pregare don michele per aiutarlo nella spezieria don franco chiamava la gente apposta per schiamazzare sull'avventura ve l'avevo detto non è vero tutti così quelle casa anti col diavolo sotto le cannelle bel lavoro è due alla volta per fare il paio ora che gli danno
la medaglia a don michele l'attenderanno insieme a quella di figlia di maria che c'è alla santuzza e sporgeva il capo dall uscio per vedere se ci fosse sua monti alla finestra di sopra è la chiesa è la caserma il trono e l'altare sempre la stessa storia ve lo dico io egli non aveva paura della sciabola e della sper sodio e se ne infischiava di don michele tanto che gli leggeva le corna quando la signora non era alla finestra e non poteva udire quello che si diceva nella spezieria madonna rosolina diede una buona lavata di capo
a suo fratello appena venne a sapere che si era messa in quel pasticcio perché quelli della sciabola bisogna tenerseli amici amici un corno rispondeva don gian maria con quelli che ci hanno levato il pan di bocca io ho fatto il debito mio io non ho bisogno di loro sono loro piuttosto che hanno bisogno di noi altri almeno dovresti dire che vi ci ha mandato la santuzza sotto sigillo di confessione sosteneva donna rosolina così non la chiamereste voi l'inimicizia però seriosa andava ripetendo che era una cosa sotto sigillo di confessione a tutte le comari e i
vicini che venivano a ronzarle attorno per sapere come sarà venuto a scoprire quell'imbroglio piedi papera da chi aveva sentito dire a don silvestro che voleva far cadere la barbara coi suoi piedi come una pera matura andava sussurrando questa è tutta manovra di don silvestro che vuol far cadere la zucchi da coi suoi piedi e tanto lo disse che arriva all'orecchio di donna rosolina mentre cuoceva la conserva del pomodoro con le maniche rimboccate e si sbracciava difender don michele davanti alla gente perché si sapesse che loro come loro non gli volevano male ad ammiccare sebbene i
fosse di quelli del governo e diceva che l'uomo è cacciatore e la zupi da doveva pensarci lei a guardarsi la figliuola e se don michele ci aveva degli altri intrighi cotesto riguardava lui e la sua coscienza questa è e don silvestro che vuole la stupida e ha scommesso 12 tarik e la farà a cascare coi suoi piedi venne a dirle come la vespa mentre aiutava donna rosolina a fare la conserva dei pomi d'oro e la ci veniva a pregare don gian maria che facesse entrare gli scrupoli in testa quel birbante dello zio crocifisso il quale
ci aveva la testa più dura di un muro non lo vedi che ai piedi nella fossa diceva che vuole portarsi anche questo scrupolo sulla coscienza ma allo dire la storia di don silvestro donna rosolina di botto cambio al registro si mise a predicare col mesto linaria rossa come la conserva dei pomi d'oro contro gli uomini che lusingano le ragazze da marito e quelle pettegole le quali stanno alla finestra ad uccellari già si sapeva che razza di civetta fosse la barbara ma faceva specie che ci cascasse anche uno come don silvestro il quale sembrava un uomo
di proposito e nessuno si sarebbe aspettato da lui un tradimento simile invece poi andava a cercarsi guai con la zuppi de con don michele mentre ci aveva la sorte in mano e se la lasciava scappare al giorno d'oggi per conoscere un uomo bisogna mangiare sette salme di sale però don silvestro si faceva vedere a braccetto con ban michele e nessuno osava dir parola in faccia a loro di quei discorsi che correvano ora donna rosolina gli sbatteva la finestra sul naso allorché il segretario stava a guardare in aria dalla porta averlo speziale e non voltava nemmeno
in capo quando metteva al sole sul terrazzino la conserva dei pomi d'oro una volta poi vale andare a confessarsi ad acicastello perché ci aveva un peccato che non poteva dire a suo fratello è tanto fece che incontra per caso don silvestro giusto mentre tornava dalla vigna beato chi vi vede cominciò a dirgli fermandosi a prender fiato perché era tutta rossa e scalmanata ci avete gran roba del capo che non vi ricordate più degli amici antichi io non so nulla del capo donna rosolina a me mia detto che ce l'avete è una bestialità che mi farebbe
venire il capogrosso davvero chi ve l'ha detto lo dice tutto il paese lasciatelo dire e poi volete saperla io faccio quel che mi piace a me e se ci avrò la testa pesante ciò da pensare io buon provi faccia rispose donna rosolina col viso rosso vuol dire che cominciato ad avercela adesso se mi rispondete in questo modo tanto che non me l'aspettavo e vi ho avuto sinora per giudizioso scusate se mi sono sbagliata vuol dire che acqua passata non macina più e buontempo e maltempo non dura tutto il tempo pensateci che il proverbio dice chi
cambia la vecchia per la nuova peggio trova e chi piglia bellezze piglia corna godetevi la zuppi dance santa pace perché a me non me ne importa e per tutto l'oro del mondo non vorrei che si dicesse di me tutto quello che si dice della vostra zoubida state tranquilla donna rosolina che oramai non si può dire più nulla di voi almeno che mi mangio mezzo paese avete inteso don silvestro lasciateli diredonna rosolina che abbocca mangia e chi non mangia se ne muore e non si dice pure quel che si dice di voi che siete un truffatore
seguito donna rosolina verde come l'aglio mi avete inteso don silvestro è di tutti non si può dire la stessa cosa quando non mi servono più poi date mele quelle 25 onze che vi apprestate io non li ruby denari come certa gente non dubitate donna rosolina io non l'ho detto che le avete rubate le vostre 25 onze e non andrò a dirglielo vostro fratello don gian maria a me non me ne importa di sapere se gliela vite rubate sulla spesa o no so che non vedevo io mi avete eletto di metterne affronto per farvi la dote
se qualcuno vi avesse voluta ed io li avevo messi in una banca per conto vostro sotto il mio nome per non far scoprire la cosa vostro fratello il quale vi avrebbe domandato di dove erano venuti quei denari ora la banca è fallita che colpa ne ho io imbroglione disputava in faccia donna rosolina con la schiuma alla bocca truffatore io non vi avevo dato quei denari per andare a metterli in una banca che falliva io ve li avevo dati per tenerci gli occhi addosso come se fosse stata roba vostra sì l'ho fatto come se fosse stata
roba mia rispondeva il segretario con la faccia tosta tanto che donna rosolina e rivolto alle spalle per non crepare dalla rabbia e se ne tornò attrezza sudata come una spugna nell'ora calda con lo scialle sulla schiena don silvestro rimase lì fermo a sogghignare davanti al muro dell'orto di massaro filippo finché la non ebbe scantonato e si strinse nelle spalle borbottando fra di sé a me non me ne importa nulla di quel che dicono e aveva ragione di non curarsi di quel che dicevano dicevano che se don silvestro si era messo in testa di far cascare
la barbara coi suoi piedi ci sarebbe caduta tal briccone matricolato e gli era però non di berretto e gli amici gli accennavano col capo sogghignando quando andava a chiacchierare nella spezieria siete un bel prepotente gli diceva don franco accarezzandolo sulle spalle un vero feudatario siete l'uomo fatale mandato in terra per provare come quattro e quattr'otto che bisogna fare il bucato alla vecchia società e allorché veniva antonia predire il medicamento del nonno tu sei il popolo finché sarai paziente come il somaro ti toccheranno le bastonate la signora che faceva la calzetta dietro il banco per notar
discorso domandava come sta ora il nonno in toni non osava aprir bocca davanti la signora e se ne andava brontolando col bicchiere nelle mani il nonno ora stava meglio e lo mettevano sull'uscio al sole avvolto nel tabarro e col fazzoletto in testa che sembrava un morto e suscitato tanto che la gente andava a vederlo per curiosità ed il poveraccio chinava il capo a questo ea quello come un pappagallo e sorrideva tutto contento di trovarsi la nel suo cappotto accanto allo show con maruzza che gli filava accanto il telaio dell'amena che si udiva nelle stanze e
le galline che razzolano nella strada ora che non aveva altro da fare aveva imparato a conoscere le galline ad una ad una e stava a vedere quello che facevano e passava il tempo ad ascoltare le voci dei vicini dicendo questo ecco mare venera che strapazza suo marito questa è la cugina anna che torna dal lavatoio poi se ne stava a vedere l'ombra delle case che si allungava e quando non c'era più il sole sulla porta lo mettevano contro il muro di rimpetto che gli somigliava al cane di mastro turi il quale cercava il sole per
stracciarsi infine comincia fare sulle gambe e lo portarono sulla riva reggendolo sotto le ascelle perché gli piaceva a dormicchiare accoccolato sui sassi in faccia alle barche e diceva che l'odore dell'acqua salata gli faceva bene allo stomaco e si divertiva a vedere le marche e sentire come era andata la giornata per questo e per quello i compari mentre attendevano alle loro faccende e gli regalavano qualche parola e gli dicevano per consolarlo vuol dire che c'e olio ancora la lucerna è padrone toni la sera quando tutti i suoi erano in casa con lo show chiuso mentre la
longa intonava il rosario se la godeva vederseli vicini e li guardava in faccia ad uno ad uno e guardava i muri della casa e il cassettone con la statuetta del buon pastore e il descritto con lume sopra nel ripeteva sempre non mi parvero di essere ancora qui con voi altri la longa diceva che lo spavento le aveva messo un rimescolio nel sangue e nella testa ed ora le pareva di non averci più davanti agli occhi quei due poveretti che erano morti e si da quel giorno erano rimasti come due spine mentre il petto tanto che
era andata a confessarsi né con don gian maria però il confessore le aveva dato alla soluzione perché coi disgraziati succede così che una spina scaccia l'altra è il signore non vuole fi carcere tutte in una volta perché si morirebbe di crepacuore le erano morti il figlio e il marito l'avevano scacciata dalla casa ma adesso era contenta che fosse riuscita a pagare il medico e lo speziale e non doveva più niente a nessuno a poco a poco il nonno era si va da dire datemi da fare qualche cosa così non so starci senza far nulla rattoppata
delle reti e intrecciava delle nasse poi cominciò ad andare col bastoncello sino al cortile di mastro turi a vedere la provvidenza e stava lì a godersi il sole infine era tornato ad imbarcarsi coi ragazzi tale quale come i gatti diceva la zuppetta che se non danno il naso per terra sono sempre vivi la longa aveva pure messo sulla porta un pacchettino e vendeva arance noci uva sode ed olive nere state a vedere che a poco a poco arrivano a vendere anche il vino diceva la santuzza io ci ho piacere perché son gente col timore di
dio e padroncito la si stringeva nelle spalle quando passava per la strada del nero davanti alla casa dei malavoglia che volevano fare i negozianti il negozio va bene perché le uova erano sempre fresche tanto che la santuzza ora che antoni bazzicava all'osteria mandava da comare maruzza a prendere le olive quando c'erano dei bevitori che non avevano sete così assolda soldo avevano pagato mastro turi zu pinto e avevano rattoppato un'altra volta la provvidenza che adesso pareva davvero una ciabatta eppure si metteva da parte qualche lira avevano comprato anche una buona provvista di bari lotti e il
sale per le acciughe se san francesco mandava la provvidenza la vela nuova per la barca è messo un po di denaro nel canterano facciamo come le formiche diceva padrón toni e ogni giorno contava i denari e andava aggirando l'area davanti la casa del nespolo a guardare in alto con le mani dietro la schiena la porta era chiusa i passeri cinguettavano sul tetto e la vita e si dondolava adagio adagio sulla finestra il vecchio si arrampicava sul muro dell'orto dove ci avevano seminato delle cipolle che facevano come un mare di pennacchi bianchi e poi correva dietro
allo zio crocifisso per dirgli è cento volte sapete zio crocifisso se aggiungiamo a metterli insieme quei denari della casa dovete venderla a noi perché è stata sempre dei malavoglia ad ogni uccello il suo nido è bello e desidero morire dove sono nato beato chi muore nel proprio letto lo zio croci fisso grugniva di sì per non compromettersi e alla casa ci faceva mettere una tegola nuova o d'una cazzola tadic alcina al muro del cortile per far crescere il prezzo lo zio crocifisso lo rassicurava così non dubitate non dubitate la casa e lacan scappa basta tenerci
gli occhi addosso ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme e una volta aggiunse che non la maritate più la vostra mena lama riterrò quando vorrà bio rispose padrón toni per me vorrei meritarla anche domani io se fossi in voi le darei alfio mosca che un buon ragazzo onesto e laborioso e cerca moglie di qua e di là ma un altro difetto ora dicono che tornerà in paese per fatta apposta per vostra nipote o se dicevano che volesse pigliarsi vostra nipote la vespa anche voi anche voi cominciò a gridare campana in legno chi
lo dice sono tutte chiacchiere colpa parler la chiusa mia nipote atto cosa vuole bella cosa è che direste voi se la vostra casa la vendessi ad un altro piedi papera il quale ha sempre liber la piazza appena c'erano due che mi scorrevano a cercare di buscarsi la sense e ria si ficca nel discorso anche lui la vespa ora ci ha per le mani brasi cipolla dopo che andò in aria il matrimonio della sant'agata li ho visti con questi occhi che andavano insieme per la viottola del torrente io c ero andato a cercare due ciottoli lisci
per l'intonaco dell'abbeveratoio che non tiene l'acqua e gli faceva la smorfiosa la civetta con le coppie del fazzoletto sulla bocca e gli diceva per questa medaglia benedetta che ci ho qui non è vero niente che mi fate stomaco quando mi parlate di quel vecchio barboso di mio zio parlava di voi zio crocifisso e gli lasciava toccare la medaglia sapete dove la tiene campana di legno faceva il sordo e dimenava il capo come tartaglia piedi papera continuava e bravi disse allora che facciamo io non lo so quel che volete fare rispondeva la vespa ma se è
vero che mi volete bene in questo stato non mi lascerete che quando non vi vedo mi pare che il cuore l'abbia diviso in due come due spicchi d'arancia sv maritano con qualche da un'altra vi giuro per questa medaglia benedetta che ci ho qui sentite che vedrete qualche cosa di grosso nel paese e mi butterò in mare bella e vestita come sono brasi si grattava il capo e seguitava per me io vi voglio ma a mio padre poi che farà andiamocene via dal paese diceva lei come se fossimo marito e moglie e quando la frittata sarà
fatta vostro padre dovrà dir di sì per forza già non altri figlioli la roba non sa chi lasciarla che gente cominciò strillare lo zio crocifisso dimenticandosi che era sordo quella strega e il diavolo che le pizzica sotto la gonnella e dire che tengono la medaglia della madonna sul petto bisognerà dirlo a patrono fortunato bisognerà siamo galantuomini 1 se padrón fortunato non sta in guardia quella strega di mia nipote gli fa il tiro di rubargli il figlio poveretto e correva per la strada come un pazzo miracco non dite che li ho visti io gridava piedi papera
ma mogli dietro non voglio mettermi in bocca a quella libera di vostra nipote lo zio crocifisso in un attimo mise sotto sopra tutto il paese che voleva mandare perfino le guardie buon michele a mettere sotto custodia la vespa la quale infine era sua nipote e doveva pensarci lui e don michele era pagato per questo per guardare gli interessi dei galantuomini la gente si divertiva a vedere padrón cipolla correre di qua e di là anche lui con tanto di lingua fuori e ci aveva gusto che quel bietolone di suo figlio brasi fosse andato a cascare nella
vespa mentre pareva che per lui non fosse buona nemmeno la figlia di vittorio emanuele che aveva piantato la mala voglia senza dire vi saluto mena però non sarà messo il fazzoletto nero a quando brasil aveva piantata anzi ora tornava a cantare mentre stava al telaio lo aiutava a salare le acciughe nelle belle sere d'estate stavolta san francesco l'aveva proprio mandato alla provvidenza c'era stata una passata di acciughe come mai se n'erano viste una ricchezza per tutto il paese le barche tornavano cariche con la gente che cantava e sventolava i berretti da lontano per far segno
alle donne che aspettavano che i bambini in collo i rigattieri venivano in folla dalla città a piedi a cavallo sui carri e piedi papera non aveva tempo di grattarsi il capo verso l'ave maria sulla riva c'era una fiera addirittura e grida e schiamazzi d'ogni genere nel cortile dei malavoglia il nome stava acceso sino a mezzanotte che pareva una festa le ragazze cantavano e venivano anche le vicine ad aiutare le figlie della cugina nella nunziata perché c'era da guadagnare per tutti e lungo il muro si vedevano quattro file di marilotti già belli e preparati coi sassi
di sopra adesso vorrei qui la zoubida esclamava ntoni seduto sui sassi a far peso anche lui con le mani sotto le ascelle adesso lo vedrebbe che abbiamo il fatto nostro anche noi e ce ne infischiamo di don michele di don silvestro i rigattieri correvano di atrapalo un tonico i denari in mano che di papera lo tirava per la manica dicendogli questo è il tempo ad approfittare ma patron toni teneva duro a rispondere ne parleremo ad ognissanti allora le acciughe avranno il loro prezzo no non voglio che parla non voglio legarmi le mani so io come
vanno le cose e picchiava i pugni sui barili dicendo i nipoti qui c'è la vostra casa è la dote di hmena la casa ti abbraccia e di magia san francesco mi ha fatto la grazia di lasciarmi chiudere gli occhi contento nello stesso tempo avevano tutte le provviste per l'inverno il grano le fave l'olio e avevano data alla caparra massaro filippo per quel po di vino della domenica ora erano tranquilli suocero e nuora tornavano a contare i denari nella calza i barilotti schierati nel cortile e facevano i loro calcoli onde vedere quello che ci mancasse ancora
per la casa la maruzza conosceva quei denari soldo per soldo quelli delle arance delle ova quelli che aveva portati alessi dalla ferrovia quelli che mena sera guadagnati col telaio e diceva ce n'è di tutti ma non ve l'avevo detto che per menare il remo bisogna che le cinque dita della mano si aiutano l'un l'altro rispondeva padrón toni oramai pochi ce ne mancano e allora si mettevano tutto ciò a confabulare con la longa e guardavano sant'agata la quale se lo meritava poveretta che parlassero di lei perché non aveva né bocca né volontà e badava a lavorare
cantando fra di sé come fanno gli uccelli nel nido prima di giorno soltanto quando udiva passare tardi la sera pensava al carro di compare alfio mosca che andava del mondo chissà dove e allora smetteva di cantare per tutto il aveva altro che della gente con le reti in collo e donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni e davanti c'era una di bari lotti di un cristo aveva il naso a passare per la strada e un miglio prima di arrivare imprese si sentiva che san francesco ci avevano andata alla provvidenza non si parla che di
sardella e di salamoia perfino nella spezieria dove aggiustavano il mondo a modo loro e don franco è insegnare una maniera nuova di salare le acciughe che l'aveva letta nei libri come gli ridevano in faccia si mettevano a gridare bestie che siete e volete il progresso e volete la repubblica la gente gli voltava le spalle e lo pianta va lì a strepitare come un pazzo ma che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col sale coi mattoni pesti il solito discorso così faceva mio nonno seguitava a gridare il loro dietro lo speziale siete asini
che vi manca soltanto la coda con gente come questa cosa volete fare e si contentano di mastro croce giufà perché il sindaco è stato sempre lui e sarebbero capaci di dirvi che non vogliono la repubblica perché non l'hanno mai vista questi discorsi poi gli ripeteva don silvestro a proposito di certo ragionamento che avevano fatto a quattr'occhi sebbene non silvestro non avesse aperto bocca e vero mela stato zitto ad ascoltare si sapeva poi che era in rotta con la beta di mastro croce perché il sindaco voleva farlo lei e suo padre sarà lasciato mettere la bonella
al collo tar che oggi diceva bianco e domani nero come voleva la vetta egli non sapeva di l'altro che il sindaco sono casspi tina come glielo aveva insegnato a dire sua figlia la quale puntava i pugni sui fianchi parlando con don silvestro e gli rinfacciava vi pare che vi lasceranno menar sempre del naso quel buon uomo di mio padre per fare gli affari vostri e mangia raddoppio palmento che perfino mamma rosolina va predicando che vi rosikate tutto il paese ma meno mi mangerete no che io non c'ho la smania di marit armi e vado agli
interessi di mio padre predicava che senza uomini nuovi non si faceva nulla ed era inutile andare a cercare i pezzi grossi come padroncito la il quale vi diceva che per grazia di dio ci aveva il fatto suo e non aveva bisogno di fare il servitore del pubblico per niente oppure come massaro filippo il quale non pensava ad altro che alle sue chiuse e alle sue vigne e solo ci aveva prestato orecchio quando si era parlato di levare il dazio sul mostro gente vecchia concludeva don franco con la barba in aria gente buona per tempo della
camarilla al giorno d'oggi ci vogliono uomini nuovi adesso manderemo dal fornaciaio per farvi fare apposta rispondeva don gian maria se le cose andassero come dovrebbero andare si noterebbe nell'oro diceva don silvestro non diceva altro sapete cosa ci vorrebbe suggeriva lo speziale sottovoce e lasciando correre un'occhiata nella retrobottega ci vorrebbe gente come noi e dopo il segreto nel buco dell'orecchio correva in punta di piedi a piantarsi sull'uscio con la barba in aria sballottando si in cima alle gambette con le mani dietro la schiena brava gente che sarebbe borbottava don gian maria a favignana o nelle altre
galere ne trovate quanti ne volete senza mandare dal fornaciaio andate a dirlo a compare tino piedi papero a quello bria con eddy rox pato che loro ci stanno con le idee del vostro tempo io so che mi hanno rubato 25 onze di casa mia è in galera a favignana non ci è andato nessuno questi sono i tempi e gli uomini nuovi in quel momento entrò nella bottega la signora con la calza in mano e lo spezia le mando giù in fretta quello che stava per dire seguitando a borbottare nella barba mentre fingeva di guardare la
gente che andava alla fontana don silvestro finalmente vedendo che nessuno fiatava più disse chiaro e tondo che di uomini nuovi non c'erano altri cantoni di patron toni e brasi cipolla perché lui non aveva soggezione della moglie dello speziale tu non ti ci mischiare rimbrottò allora la signora suo marito questi sono affari che non ti riguardano io non sto parlando rispose don franco lisciandosi la barba e il vicario ora che aveva il di sopra e la moglie di non franco era la si poteva tirare le sassate dietro il muro si divertiva a far arrabbiare lo speziale
bella quei vostri uomini nuovi sapete cosa fa brasi cipolla adesso che suo padre va cercandolo per tirargli le orecchie a causa della vespa corre a nascondersi di qua e di là come un ragazzaccio stanotte ha dormito nella sagrestia e ieri mia sorella dovete mandargli un piatto di maccheroni nel pollaio dove era nascosto perché quel bietolone non mangiava da 24 ore verrà tutto piano di pollini anthony malavoglia altro bel uomo nuovo suo nonno e tutti gli altri sudan e si appannano per tirarsi su un'altra volta e lui quando può scappare con un pretesto va a gironzolare
nel paese e davanti all'osteria tale e quale come rocco stato il sinedrio si sciolse come tutte le altre volte senza concludere nulla che ognuno restava della sua opinione e questa volta inoltre c'era lì presente la signora perché don franco non poteva sfogarsi a modo suo don silvestro eva come una gallina e appena si sciolse la conversazione se ne andò anche lui con le mani dietro la schiena e la testa carica di pensieri non vedi don silvestro che ha più giudizio di te diceva la signora suo marito mentre gli chiudeva la bottega quello è un uomo
che ha stomaco e se ha da dire qualche cosa cela chiude dentro e non ne parla più tutto il paese sa che ha truffato le 25 onze ad onna rosolina ma nessuno va a dirglielo in faccia a un uomo come quello tu poi sarei sempre uno sciocco che non saprei fare gli affari tuoi uno di quei gruppi che abbaiano alla luna un chiacchierone ma infine cosa ho detto che mi colava lo speziale andando lì dietro per la scala con lume in mano lo sapeva lei quel che aveva detto e non si azzardava a dire davanti
a lei le sue corbellerie senza casa e senza coda sapeva solo che don gian maria se n'era andato facendo sì la croce per la piazza e borbottando bella razza d'uomini nuovi come quel tony malavoglia la che va girelloni a quest'ora belpaese 11 una volta in toni la voglia andando girelloni del paese aveva visto due giovanotti che serve imbarcati qualche anno prima ha riposto a cercar fortuna e tornavano da trieste o da alessandra d'egitto insomma da lontano e spendevano espandevano all'osteria meglio di compare naso o di patron cipolla si mettevano a cavalcioni sul desco dicevano delle
barzellette alle ragazze e avevano dei fazzoletti di seta in ogni tasca del giubbino sì che il paese era in rivoluzione per loro toni quando la sera tornava a casa non trovava altro che le donne le quali mutavano la salamoia neymar i lotti e cianciavano in crocchio con le vicine sedute sui sassi e intanto inganna mano il tempo a contare storie indovinelli buoni per ragazzi i quali stavano a sentire con tanto d'occhi intontiti dal sonno padrón toni ascoltava anche lui tenendo d'occhio lo scolare della salamoia e approvava col capo quelli che contavano le storie più belle
ei ragazzi che mostravano di aver giudizio come i grandi nello spiegare gli indovinelli la storia buona disse allora ntoni è quella dei forestieri che sono arrivati oggi con dei fazzoletti di seta che non par vero e i denari non li guardano con gli occhi quando li tirano fuori dal taschino hanno visto mezzo mondo dice che trezza ed aci castello messe insieme sono nulla in paragone questo l'ho visto anch'io e laggiù la gente passa il tempo a calarsi tutto il giorno invece di stare a salare le acciughe e le donne vestite di seta e cariche di
anelli meglio della madonna della mina vanno in giro per le vie a rubarsi i bei marinai le ragazze sgranavano gli occhi e padrón toni stava attento anche lui come quando i ragazzi spiegavano gli indovinelli io disse alessi il quale ruotava adagio adagio i vari lotti e li passava all'annunziata io sarò grande semi marito voglio sposarti ancora c'è tempo rispose nunziata seria serie devono essere le città grandi come catania 1 il quale non ci sia avvezzo si perde per le strade e gli manca il fiato a camminare sempre fra due file di case senza vedere nel
mare né campagna è già stato anche il nonno di cipolla aggiunse padrón toni ed è in quei paesi l'acs fatto ricco ma non è più tornato attrezza e mandò solo i denari ai figlioli poveretto visse maruzza vediamo se in quest'altra disse l'annunziata 2 lucenti 2 pungenti 4 zoccoli e una scopa con due rispose tosto lì a questo lo sapevi che ci sei arrivata subito esclamò il fra perto vorrei andarci cipolla a farmi ricco aggiunse ntoni lascia stare lascia stare lì visse il nonno contento per i vari lotti che vedevano il cortile adesso ci abbiamo le
acciughe da salare ma la londra guardò il figliuolo col cuore stretto e non disse nulla perché ogni volta che si parlava di partire le venivano davanti agli occhi quelli che non erano tornati più e poi soggiunse né testa né coda che ha meglio ventura le file dei vari latti si allineavano sempre lungo il muro e padrón toni come ne metteva 1 al suo posto coi sassi di sopra di ceva e un altro questi a ogni santi su tutti i danari i toni allora rideva che pareva patron fortunato quando gli parlavano della roba degli altri gran
denaro borbottava e tornava a pensare a quei due forestieri che andavano di qua e di là e si sdraiavano sulle banche dell'osteria e facevano suonare i soldi nelle tasche sua madre lo guardava come se gli leggesse nella testa né la facevano ridere le barzellette che dicevano nel colpire chi deve di queste sardelle qui cominciava la cugina anna deve essere il figlio di un re di corona bello come il sole il quale camminerà un anno un mese un giorno col suo cavallo bianco fin che arriverà ad una fontana incantata di latte e di miele dove scendendo
da cavallo per bere troverai di tale di mia figlia maria che ce l'avranno portato le fate dopo che mara l'avrà lasciato cascare nella fontana impianto la brocca e il figlio del re col bere che farà nel di tale di mara si innamorerà di lei e camminerà ancora un anno un mese e un giorno senti arriverà attrezza e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio dov'è mia figlia mara starà sciorinando il bucato e il figlio del re la sposerà e le metterà invito l'anello e poi la farà montare in groppa al cavallo bianco e se
la porterà nel suo regno alessi ascoltava bocca aperta che pareva vedesse il figlio del re sul cavallo bianco a portarsi in groppa l'amara della cugina anna e dove se la porterà domanda poi li è lontano montano nel suo paese di là del mare dove non si torna più mosca disse l'annunziata io non vorrei andarci col figlio del re se non dovessi tornare più la vostra figlia soldo di dote perciò il figlio del re non verrà a sposarla rispose ntoni e le volteranno le spalle come succede alla gente quando non ha più nulla per questo mia
figlia sta lavorando qui adesso dopo essere stata tutto il giorno al lavatoio per farsi la dote non è vero mara da meno se non viene il figlio del re verrà qualchedun altro lo so anch'io che il mondo va così e non abbiamo diritto di là margine voi perché non vi siete innamorato di mia figlia invece di innamorarvi della barbara che gialla come il zafferano perché la subida aveva il fatto suo non è vero e quando la disgrazia vi ha fatto perdere il fatto vostro a voi altri a naturale che la barbara va avesse a piantare
voi vi accomodato ad ogni cosa rispose ntoni imbronciato e hanno ragione di chiamarvi cuor contento e se non fossi cuor contento che si cambiano le cose quando uno non sa niente il meglio di andarsene come fece compare alfio mosca quello che dico io esco la montoni il peggio di sé infine mena espatriare dal proprio paese dove fino ai sassi vi conoscono e deve essere una cosa da rompere il cuore il lasciarsi indietro per la strada beato quell'uccello che fa e nido al suo paesello brava sant'agata con chiusa il nonno questo si chiama parlare con giudizio
si brontolon toni intanto quando avremo sudato e faticato per farci il nido ci mancherà il panico e quando arriveremo a recuperarla casa del nespolo dovremo continuare a logorarci la vita dal lunedì al sabato e saremo sempre daccapo o tu che non vorresti lavorare più cosa vorresti fare l'avvocato io non voglio fare l'avvocato brontolon toni e se ne andò a letto di cattivo umore ma da allora poi non pensavo ad altro che a quella vita senza pensieri e senza fatica che facevano gli altri e la sera per non sentire quelle chiacchiere senza sugo si metteva sul
lusso con le spalle al muro a guardare la gente che passava e digerirsi la sua mala sorte almeno così si riposava per il giorno dopo che si tornava da capo a far la stessa cosa al pari della xi non vi compare mosca il quale come vedeva prendere il basto gonfiava la schiena aspettando che lo guardassero carne d'asino borbottava ecco cosa siamo carne da lavoro e si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia e voleva andarsene a far fortuna come gli altri tanto che sua madre e poveretta l'accarezzava sulle spalle e l'accarezzava pure col tono
della voce con gli occhi pieni di lacrime guardandolo fisso per leggergli dentro e toccargli il cuore ma ehi diceva di no che sarebbe stato meglio per lui e per loro e quando tornava poi sarebbero stati tutti allegri la povera donna non chiudeva occhio in tutta la notte e inzuppava di lagrime il guanciale infine il nonno se ne accorse e chiamò il nipote fuori dell'uscio accanto alla cappelletta per domandargli cosa avesse orso che c'è di nuovo il tuo nonno villa toni si stringeva nelle spalle ma il vecchio seguitava ad accennare di sì col capo e sputava
e si grattava il capo cercando le parole sì sì qualcosa ce l'ha in testa ragazzo mio a qualcosa che non c'era prima chi va con coppi all'anno zoppica c'è che sono un povero diavolo ecco cosa c'è che novità e non lo sapevi 6 quel che è stato padre quel che è stato tuo nonno più ricco è in terra che in meno desidera meglio contentarsi che lamentarsi bella consolazione questa volta subito le parole perché si sentiva il cuore sulle labbra almeno non lo dire davanti a tua madre mia madre era meglio che non mi avesse partorito
mia madre si accende padrón toni si meglio che non avesse partorito se oggi devi parlare in questo modo i toni per un po sepe che dire e bene esclama poi lo faccio per lei per voi e per tutti voglio farla ricca mia madre ecco cosa voglio adesso ci arrabbattiamo con la casa e con la dote di mena poi crescerà via è un po che le annate andranno scarse staremo sempre nella miseria non voglio più farla questa vita voglio cambiare stato io e tutti voi voglio che siamo ricchi la mamma voi mena alessi e tutti padrón
toni spalanco tanto d'occhi e andava nominando quelle parole come per poterle mandar giù ricchi diceva ricchi e che faremo quando saremo ricchi toni e si mise a circa anche lui cosa avrebbero fatto faremo quel che fanno gli altri non faremo nulla non faremo andremo a stare in città non far nulla ea mangiare pasta e carne tutti i giorni va bastarci tu in città per me io voglio morire dove sono nato e pensando alla casa dove era nato e che non era più sua si lascia cadere la testa sul petto tu sei un ragazzo e non
lo sai non lo sai vedrai cos'è quando non potrai più dormire nel tuo letto e il sole non entrerà più dalla tua finestra lo vedrai te lo dico io che son vecchio il poveraccio tossiva che pareva soffocasse col dorso curvo e dimenava tristamente il capo ad ogni uccello suo nido è bello vedi quelle basse re le vedi hanno fatto il nido sempre cola e torneranno a farcelo e non vogliono andarsene io non sono una passera io non sono una bestia come loro rispondeva antoni io non voglio vivere come un cane alla catena come l'asino di
compare alfio come un mulo da bimbo l'ho sempre a girare la ruota io non voglio morire di fame in un cantuccio finire in bocca ai pescicani ringrazia dio piuttosto che da fatto nascere qui e guardati dell'andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono chi cambia la vecchia per la nuova peggio trova tu hai paura del lavoro hai paura della povertà ed io che non ho più nelle tue braccia nella tua salute non ho paura vedi il buon pilota si prova a le burrasche tu hai paura di dover guadagnare il pane che mangi ecco cosa
e quando la buon anima di tuo nonno mi lascio alla provvidenza e 5 bocche da sfamare io ero più giovane di te e non avevo paura e ho fatto il mio dovere senza brontolare e lo faccio ancora e prego iddio di aiutarmi a farlo sempre sin che ci avrò gli occhi aperti come l'ha fatto tuo padre e suo fratello luca benedetto che non ha mai avuto paura di andare a fare il suo dovere tua madre l'ha fatto anche lei il suo dovere povera femminuccia nascosta fra quelle quattro mura e tu non sai quante lacrime ha
pianto e quante ne piange ora che vuoi andartene che la mattina tua sorella trova il lenzuolo tutto fradicio e nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono in mente e ha lavorato e sia aiutata come una povera formica che lei non ha fatto altro tutta la sua vita prima che le toccasse di piangere tanto fin da quando ti dava la poppa e quando non sapevi ancora botton arti le brache che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muovere le gambe andartene del mondo come uno zingaro in conclusione in
toni si mise a piangere come un bambino perché in fondo quel ragazzo il cuore ce l'aveva buono come il pane ma il giorno dopo giorno da capo la mattina si lasciava caricare svogliatamente agli arnesi e se ne andava al mare brontolando tale quale l'asino di compare alfio come fa giorno a lungo il collo per vedere se vengono a mettermi il pasto dopo sono buttato le reti lasciava alessi a menare il remo adagio adagio per non far deviare la barca e si metteva le mani sotto le ascelle a guardare lontano dove finiva il mare e c'erano
quelle grosse città dove non si faceva altro che spostarsi e non far nulla o pensava a quei due marinai che erano tornati villa giu ed ora se n'erano già andati da un pezzo ma gli pareva che non avessero a far altro che andarci dell'unica il mondo da un osteria all'altra a spendere i denari che avevano in tasca la sera i suoi parenti dopo aver messo a sestola barca e gli attrezzi per non veder gli quel muso lungo lo lasciavano andare a girarne donare come un cagnaccio senza un soldo in tasca che ha in toni gli
diceva la l'onda guardandolo timidamente nel viso con gli occhi lo stridi lacrime perché la poveretta indovinava quel che avesse di me padre egli non vera non rispondeva non aveva niente e infine glielo disse cosa aveva che il nonno e tutti gli altri ne volevano la pelle di lui e non ne poteva più voleva andare a cercarsi la fortuna come tutti gli altri sua madre lo ascoltava e non aveva coraggio di aprire bocca con gli occhi pieni di lacrime tanto gli faceva pena quello che diceva piangendo e pestando i piedi e strappandosi i capelli la poveretta
avrebbe voluto parlare e buttargli le braccia al collo e piangere anche lei per non lasciarselo scappare ma quando voleva dire qualche cosa le labbra le tremavano e non poteva proferir parola senti disse infine tu te ne andrai se vuoi andartene ma non mi troverai più che ora mi sento vecchia e stanca e mi pare che non potrai reggere a quest'altra angustia i toni cercava di rassicurarla che sarebbe tornato presto e carico di denari e sarebbero stati allegri tutti maruzza scuoteva il capo tristamente guardandolo sempre negli occhi diceva di no di no che lei non l'avrebbe
trovata più mi sento vecchia ripeteva mi sento vecchia guardami in faccia ora non ho più la forza di piangere tanto come quando mi hanno portato la notizia di tuo padre di tuo fratello se fate al lavatoio la sera torno a casa stanca che non ne posso più e prima non era così no figlio mio non son più quella allora quando fu di tuo padre di tuo fratello ero più giovane e forte il cuore si stanca anche lui vedi e se ne va pezzo a pezzo come le robe vecchie si disfanno nel bucato ora mi manca
il coraggio e ogni cosa mi fa paura mi pare di me vermi il cuore come l'onda vi passa sulla testa se siete in mare tu batten e se vuoi ma prima lasciami chiudere gli occhi e la ma il viso tutto bagnato ma non si accorgeva che piangesse e le pareva di averci davanti agli occhi suo figlio luca e suo marito quando se ne erano andati e non c'erano più visti così non ti proprio gli diceva ora la casa votando sì a poco a poco e quando se ne andrà anche quel povero vecchio di tuo nonno
in mano di chi resteranno quei poveri orfanelli maria addolorata e la se lo teneva abbracciato con la testa sul petto quasi il suo ragazzo volesse scappare subito el andava tastando sulle spalle per la faccia con le mani tremanti allora ntoni non ne potete più e si mise a baciarla ea parlarle con la bocca nella bocca no no non partirò se non volete voi guardate non mi dice così non mi dite bene seguiterò a fare come l'asino di compare mosca che quando non ne può più di tirare la carretta lo butteranno a 3par in un fosso
siete contenta ora ma non piangete più così lo vedete il nonno come se arrabattato tutta la vita ed ora che è vecchio si arrabatta ancora come se fosse il primo giorno a tirarsi fuori dal pantano ecco come siamo destinati e tu credi che dei guai non ne abbiano tutti ogni buco ha il suo chiodo chi l'ha vecchio killah nuovo guarda patron cipolla che corre dietro il suo brasi perché non va da buttare il ben di dio per quale ha sudato e lavorato tutta la vita nel grembiule della vespa e massaro filippo così ricco come che
guarda il cielo e recita avemarie per la sua vigna ad ogni nuvola che passa e lo zio crocifisso che si lava il pan di bocca per mettere da parte i soldi e da sempre a litigare con questo e con quello e tu credi che quei due marinai forestieri non abbiano i loro guai anche loro chissà se ci troveranno ancora le mamme quando torneranno alle loro case e noi se arriviamo a ricomprare la casa del nespolo quando ci avremo il grano nel graticcio e le fave per l'inverno e avremo maritata mena che cosa ci mancherà dopo
che io sarò sottoterra e quel povero vecchio sarà morto anche lui e alessi potrebbe scarsi il pane allora vattene dove vuoi ma allora non te ne andrai più te lo dico io che l'ho comprenderai quello che ci avevamo tutti qua dentro il petto quando ti vedevamo ostinato a voler lasciare la tua casa eppure si continuava a fare le solite faccende senza dirti nulla allora non ti basterà il cuore di lasciare il paese dove sei nato e cresciuto e dove i tuoi morti saranno sotterrati sotto quel marmo davanti all'altare dell'addolorata che si è fatto liscio tanto
ci si sono inginocchiati sopra la domenica i toni ma quel joe innanzi non parlo più di diventare ricco e rinunziò alla partenza che la madre lo cavava con gli occhi quando lo vedeva un po triste seduto sulla soglia dell'uscio e la povera donna era davvero così pallida e stanca e disfatta che quel momento in cui non aveva nulla da fare si metteva a sedere anche lei con le mani in mano e il dorso di già curvo come quello del suocero che stringeva il cuore ma non sapere a partire anche lei quando meno se lo aspettava
per un viaggio nel quale si riposa per sempre sotto il marmo liscio della chiesa e doveva lasciarli tutti per via quelli cui voleva bene e gli erano attaccati al cuore che glielo strappavano a pezzetti ora l'uno ora l'altro a catania c'era il colera si che ognuno che potesse scappava di qua e di là dei villaggi e le campagne vicine allora attrezza e ad ognina era venuta la provvidenza con tutti quei forestieri che spendevano ma i rigattieri torceva nel muso se si parlava di vendere una dozzina di barilotti d'acciughe e dicevano che i denari erano scomparsi
per la paura del colera che non ne mangia più acciughe la gente diceva loro piedi papera ma padrón toni ea chi ne aveva da vendere per concludere il negozio diceva invece che col colera la gente non voleva guastarsi lo stomaco con le acciughe e simili porcherie piuttosto mangiava pasta e carne perciò bisognava chiudere gli occhi ed essere correnti del prezzo questa non ce l'avevano messa nel conto i malavoglia quindi per non andare indietro amo dei gamberi la longa andava a portare le uova e il pane fresco di qua e di là per le casine dei
forestieri mentre gli uomini erano in mare e così si faceva qualche soldo ma bisognava guardarsi bene dai cattivi incontri e non accettare nemmeno una presa di tabacco da chi non si conosceva andando per la strada bisognava camminare nel bel mezzo e lontano dai muri dove si correva rischio di acchiapparsi mille porcherie e badare di non mettersi a sedere sui sassi o lungo i moli cioni la longa una volta mentre tornava da aci castello col paniere al braccio si sentì così stanca che le gambe le tremavano e sembrava fossero di piombo allora si lascia vincere dalla
tentazione di riposare due minuti su quelle quattro pietre lisce messe in fila accanto alla cappelletta prima ad entrare nel paese e non si accorse ma ci pensò dopo che uno sconosciuto il quale pareva stampo anche lui poveraccio c'era stato seduto pochi momenti prima e aveva lasciato sui sassi delle gocce di certa su diceria che sembrava olio insomma ci casco anche lei prese il colera e torno a casa che non ne poteva più gialla come un voto della madonna e con le occhiaie nere talché la mena che era sola in casa si mise a piangere al
solo vederla nella ii ha corsa accogliere dell'arma santa e delle foglie di malva mena tremava come una fronda mentre faceva il letto eppure la malata da sulla scala stanca morta col viso giallo e le occhiaie nere badava a dirle non sa nulla non vi spaventate quando mi sono messa in letto ogni cosa passerà e cercava di aiutare anche lei ma ad ogni momento le mancavano le forze e tornava a sedersi vergine santa balbettava mena vergine santa e gli uomini che sono in mare li ha si sfogava a piangere mentre antoni tornava a casa coi nipoti
e vide lusso socchiuso e il lume dalle imposte si mise le mani nei capelli ma rozera già coricata concerti occhi che visti così nel buio a quell'ora sembravano vuoti come se la morte li avesse succhiati e le labbra nere al pari del carbone in quel tempo non andavano intorno ne medico ne speziale dopo il tramonto e le vicine stesse si sprangavano gli usci per la paura del colera e ci incollavano delle immagini di santi a tutte le fessure perciò comare maruzza non poter avere altro aiuto che dei suoi poveracci il quali correvano per la casa
come pazzi al vederla andarsene in tal modo in quelle tuccio e non sapevano che fare davano della testa nelle pareti allora la longa vedendo che non c'era più speranza volle che le mettessero sul petto quel soldo di cotone con l'olio santo che aveva comperato a pasqua e disse pure che lasciassero la candela accesa come quando stava per morire padrón toni che voleva vederseli tutti davanti al letto e saziarsi di guardarli ad uno ad uno con quegli occhi sbarrati che non ci vedevano più la lia piangeva in modo da spezzare il cuore e tutti gli altri
bianchi come un cencio si guardavano in faccia quasi chiedendosi aiuto l'un l'altro e si stringeva nel petto per non scoppiare a piangere davanti alla moribonda la quale non di meno se ne accorgeva bene sebbene non ci vedesse più nella andarsene leryn cresceva di lasciare così desolati quei poveretti gli andava chiamando per nome ad uno ad uno con la voce rauca e voleva alzare la mano che non la poteva più muovere per benedirli come se sapesse di lasciare loro un tesoro i toni ripeteva con la voce che già non si sentiva più toni a te che
se il maggiore raccomando questi orfanelli e sentendola parlare così mentre era ancora viva tutti gli altri non poterono trattenersi di scoppiare a piangere e singhiozzare così passarono tutta la notte davanti alle tuccio dove maruzza non si muoveva più sin quando la candela cominciò a mancare si spense anch'essa e l'alba entrava dalla finestra pallida come la morta la quale aveva il viso disfatto e affilato al pari di un coltello e le labbra nere ma pure mena non si stancava di baciarla nella bocca e parlarle come se potesse sentirla toni si picchiava il petto singhiozzando o mamma
che me ne siete andata via prima di me e volevo lasciarvi alessi non se la leva più davanti agli occhi la sua mamma con quei capelli bianchi e quel viso giallo e affilato come un coltello nemmeno quando arrivò ad avere i capelli bianchi anche lui sul tardi venne rapinarci la longa in fretta in furia e nessuno penso a fare la visita del morto che ciascuno pensava alla pelle e lo stesso don giammaria rimase sulla soglia quando spruzzo all'acquasanta con l'aspersorio tenendo raccolta è sollevata la tonaca di san francesco davvero frate ghawi sta che era predicava
lo speziale lui invece se gli avessero portato la ricetta del medico per qualche medicina avrebbe aperto la spezieria anche di notte che non aveva paura del colera e diceva pure che era una minchioneria di credere che il colera lo buttassero per le strade e dietro gli usci segno che è lui che sparge il colera andava soffiando don gian maria per questo nel paese volevano fargli la festa allo spezia le ma lui si metteva a ridere come una gallina preciso come faceva don silvestro e diceva io che sono repubblicano se fossi un impiegato o qualcuno di
quelli che fanno i tirapiedi al governo non direi mai malavoglia rimasero soli davanti a quelle tuccio vuoto per un pezzo non aprirono più lucio dopo che ne era uscita la longa fortuna che ci avevano in casa le fame la legna e l'olio perché padrón toni aveva fatto come la formica nel buon tempo se non morivano di fame e nessuno andava a vedere se erano morti o vivi poi a poco a poco cominciarono a mettersi il fazzoletto nero al collo e ad uscire nella strada come le lumache dopo il temporale con la faccia pallida e ancora
sbalorditi le comari da lontano domandavano come fosse accaduta la disgrazia che come re maruzza c'era capitata una delle prime e quando passava dal michele o qualcun altro di quelli che mangiavano il pane del re e portavano il berretto col gallone li guardavano con gli occhi lustri e correvano a chiudersi in casa nel paese era un grande squallore e per le strade non si vedevano nemmeno le galline persino mastro cirino non si faceva più vivo e lasciava stare di suonare mezzogiorno e l'ave maria che mangiava il pane del comune neanche lui per quei 12 tari al
mese che gli davano di bidello comunale e temeva che gli facessero la festa come tirapiedi del governo adesso da michele al padrone della strada da che pizzuto non silvestro e tutti gli altri erano andati a rintanarsi come conigli e non c'era che lui a passeggiare davanti all'uscio chiuso della zucchi da peccato che lo vedessero soltanto in la voglia i quali adesso non avevano più nulla da perdere e perciò se ne stavano a vedere chi passava seduti sulla solida immobili e col mento in mano don michele per non perdere la sua gita guardava la sant agata
ora che tutti gli altri uscì erano chiusi e lo faceva anche per far vedere a quel ragazzaccio di ntoni che lui non aveva paura di nessuno al mondo e poi la mena così pallida pareva tutta sant'agata davvero e la sorellina con quel fazzoletto nero cominciava a farsi una bella ragazzina anche lei dalla povera enea pareva che tutt'a un tratto le fossero caduti vent'anni sulla schiena adesso faceva con la via come la longa avevo fatto con lei le pareva di doversela tenere sotto le ali come una chioccia e di averci tutta la casa sulle spalle sera
abituata a rimaner sola con la sorellina quando gli uomini andavano in mare ea stare con quelle tuccio vuoto sempre dinanzi agli occhi nulla da fare si metteva a sedere con le mani in mano guardando quelle tuccio vuoto e allora sentiva che la mamma l'aveva lasciata davvero e quando dicevano nella strada è morta la tale morta la talaltra pensava anche così hanno sentito dire è morta la longa la quale l'aveva lasciata sola con quella povera orfanella che aveva il fazzoletto nero come lei l'annunziata o la cugina anna venivano di tanto in tanto col passo leggero e
il viso lungo senza dir nulla e si mettevano a sulla porta a guardarla strada deserta con le mani sotto il grembiule quelli che tornavano dal mare andavano in fretta guardigli con le reti in collo e i carri non si fermavano nemmeno all'osteria chissà dove andava il carro di compal alfio se in quel momento moriva di colera buttato dietro una siepe quel poveretto che non ci aveva nessuno al mondo passava anche qualche volta piedi papera con una faccia di affamato guardandosi intorno allo zio crocifisso che ci aveva la sua roba di qua e di là e
andava a toccare il polso ai suoi debitori che se morivano gli rubavano il debito il viatico andava anch'esso di fretta nelle mani di don giammaria con la sottana rimboccata è un ragazzo scalzo che suonava il campanello perché mastro cirino non si vedeva più quel campanello nelle strade deserte dove non passava nemmeno un cane e perfino da un franco teneva chiusa metà della sua porta faceva stringere il cuore da sola si vedesse andare di qua e di là giorno e notte era la rocca quei capelli bianchi e arruffati che si metteva a sedere davanti alla casa
del nespolo lo aspettava le barche alla riva e nemmeno il colera la voleva poveretta i forestieri erano fuggiti anch'essi come gli uccelli quando viene l'inverno e il pesce non trovava a chi lo comprasse sì che diceva ciascuno dopo il colera verrà alla fame padrón toni aveva dovuto metter mano ai denari della casa e li vedeva assottigliare assolto assolto ma e non pensavo ad altro se non che maruzza era morta fuori della sua casa eco testo non gli poteva uscir di mente toni come poteva spendere i denari tentennava il capo anche lui finalmente quando il colera
fini e dei denari raccolti con tanto stanton e restarono appena la metà torno a dire che così non poteva durare a quella vita di fare e disfare che era meglio di tentare un colpo solo per levarsi dai guai tutti in una volta e che la dove era morta sua madre in mezzo a tutta quella porca miseria non voleva più starci non ti lamenti che tua madre ti ha raccomandato la mena gli diceva padrón toni che aiuto può darci all'amena se il resto qui ditelo voi con gli occhi timidi ma dove ci si vedeva il cuore
tale quale come sua madre e non osava proferir parola ma una volta stringendosi allo stipite dello show si fece coraggio per dirgli da me non mi importa dell'aiuto purché tu non ci lasci soli ora che non c'è più la mamma mi sento come un pesce fuori dall'acqua e non mi importa più di niente ma mi dispiace per quello alfa nella che resta senza nessuno al mondo se tu vai come l'annunziata quando è partito il padre no dicevo antoni no io non posso aiutarti se non ho nulla il proverbio dice aiutati che ti aiuto quando avrò
guadagnato dei denari anch'io allora tornerò e staremo allegri tutti la lia e ad essi spalancavano gli occhi e lo guardavano sbigottiti ma il nonno si lasciava cadere la testa sul petto ora non è più né padre né madre e puoi fare quello che ti pare e piace gli disse al fine finché vivrò a quei ragazzi ci penserò io quando non ci sarò più il signore farà il resto la mena poiché ntoni voleva andarsene ogni costo ti metteva in ordine tutta la roba come avrebbe fatto la mamma e pensava che laggiù in paese forestiero suo fratello
non avrebbe avuto più nessuno che pensasse a lui come compare alfio mosca e mentre gli cuciva le camicie di rattoppare i panni la testa correva lontano lontano a tante cose passate che il cuore ne era tutto gonfio dalla del nespolo non posso passarci più diceva quando stava a sedere accanto al nonno me la sento nell'agorà e mi soffoca dopo tante cose che sono avvenute da che l'abbiamo lasciata e mentre parava la roba del fratello piangeva come se non dovesse vederlo più infine quando ogni cosa fu in ordine il nonno chiamò il suo ragazzo per fargli
l'ultima predica e dargli gli ultimi consigli per quando sarebbe stato solo che avrebbe dovuto far capitale soltanto della sua testa e non avrebbe avuto accanto i suoi di casa per dirgli come doveva fare o per disperarsi insieme e gli diede anche un po di denaro casomai ne avesse bisogno e il suo tabarro foderato di pelle che ormai lui era vecchio e non gli serviva più i ragazzi vedendo il fratello maggiore affaccendarsi nei preparativi della partenza gli andavano dietro pian piano per la casa e non osavano dirgli più nulla come fosse lì già un estraneo così
mio padre disse infine l'annunziata la quale era andata a dirgli addio anche lei e stava solo show nessuno allora parlò più le vicine una salutare con parentoli e poi spetterà ad aspettarlo sulla strada per vederlo partire egli indugiava col fagotto sulle spalle e le scarpe in mano come all'ultimo momento gli fossero venuti meno il cuore e le gambe tutt'a un tratto e guardava di qua e di là per stamparsi la casa e il paese ogni cosa in mente e aveva la faccia sconvolta come gli altri il nonno presi il suo bastone per accompagnarlo sino alla
città e la mena in un cantuccio piangeva kata cat a via diceva antonio orso via vado per tornare alla fin fine e sono tornata un'altra volta da soldato poi dopo che a me nella via e salutate le comari si mosse per andarsene e mena gli corse dietro con le braccia aperte singhiozzando ad alta voce quasi fuori di sé dicendogli ora che dirà alla mamma ora che dirà alla mamma come se la mamma avesse potuto vedere e parlare ma ripeteva quello che le era rimasto più fitto nella mente quando antoni aveva detto un'altra volta di voler
andarsene e aveva vista la mamma piangere ogni notte che all'indomani provava il lenzuolo tutto fradicio nel rifare il letto addio ntoni gli va dietro alessi facendosi coraggio come il fratello era già lontano e allora la lia cominciò a strillare così se n'è andato mio padre disse infine l'annunziata la quale era rimasta sulla porta prima di scantonare dalla strada del nero con gli occhi lacrimosi anche lui e fece un saluto con la mano bene allora chiuse l'uscio e andasse dersi in un angolo insieme alla lia la quale piangeva a voce alta ora ne manca un altro
della casa disse lei e se fossimo nella casa del nespolo parrebbe vuota come una chiesa come se ne andavano uno ad uno tutti quelli che le volevano bene e la si sentiva davvero un pesce fuori dall'acqua e l'annunziata alla presente con le sue vicine incollo tornava dire così se n'è andato mio padre 12 padrón toni ora che non ma sto altri che alessi per il governo della barca doveva prendere aggiornata qualcheduno o compare nunzio era carico di figliuoli e aveva la moglie malata o il figlio della lotta il quale veniva a piagnucolare dietro l'uscio che
sua madre moriva di fame dello zio crocifisso non voleva dargli nulla perché il colera l'aveva rovinato diceva contanti che erano morti e gli avevano truffato i denari perché aveva preso il colera anche lui ma non era morto aggiungeva il figlio della lotta e scuoteva il capo tristamente adesso ci avremmo da mangiare io e mia madre tutto il parentado se fosse morto siamo stati a curarlo due giorni con la vespa che pareva avesse ad andarsene lo momento all'altro ma poi non è morto però quel che i malavoglia guadagnavano non bastava spesso a pagare lo zio nunzio
o il figlio della lotta e si doveva metter mano a quei soldi raccolti con tanta fatica per la casa del nespolo ogni volta che me ne andavo a pigliare la calza sotto la materasso lei e il nonno sospiravano il povero figlio della rocca non ci aveva colpa avrebbe voluto farsi in quattro per guadagnarsi la sua giornata era il pesce che non voleva farsi prendere e quando tornavano mogi mogi sbattendo i remi con la vela allentata il figlio della rocca diceva padrón toni fatemi spaccar della legna o llegar dei sarmenti io posso lavorare fino a mezzanotte
se credete come facevo con lo zio crocifisso non voglio rubarmela la giornata allora padrón toni dopo averci pensato su un pezzo col cuore stretto si decise a parlare con la mena di quel che doveva farsi oramai e lara giudiziosa con sua madre e non c'era altre in casa per parlarne di tanti che c'erano prima il meglio era vendere la provvidenza che non rendeva nulla e si mangiava le giornate di compare nunzio e del figlio della lotta se no quei soldi della casa se ne sarebbero andati tutti a poco a poco la provvidenza era vecchia e
aveva sempre bisogno che ci spendessero dei denari per metterle delle toppe farla stare a galla più tardi se tornava antoni e spirava un po di fortuna in poppa come quando avevano messo insieme quei denari della casa avrebbero comprato un'altra barca nuova e l'avrebbero chiamata di nuovo la propinato la domenica andò sulla piazza a parlarne a piedi papera dopo la messa con pareti non scrollava le spalle dimenava il capo diceva che la provvidenza la buona da mettere sotto la pentola e così parlando lo tirava sulla riva la si vedevano le tappe sotto l'impeto tura nuova era
come certe donnacce che sapeva lui con le rughe sotto il corsetto e tornava a darci dei calci nella pancia colpi a the top del resto il mestiere andava male piuttosto che comprare tutti avrebbero voluto vendere le loro barche e più nuove della provvidenza poi chi avrebbe potuto comprarla padrón cipolla non voleva di quei vecchiumi quello era fare dello zio crocifisso ma in quel momento lo zio crocifisso aveva altro per la testa con quello stessa della vespa che gli faceva dannare l'anima correndo dietro a tutti gli uomini che c'erano da maritare nel paese infine per la
santa amicizia sarebbe andato a parlarne allo zio crocifisso nel buon momento se padrón toni voleva vendere ad ogni costo la provvidenza per un pezzo di pane perché egli i piedi papera gli faceva fare quello che voleva lui allo zio crocifisso infatti quando gliene parlò tirandole in disparte verso laboratorio lo zio crocifisso rispondeva a spallate dimenava il capo come peppino ne voleva scappargli dalle mani con pareti know poveraccio lo afferrava per il giappone perché stesse a sentire per forza gli dava delle scrollate l'abbracciava stretto per parlargli nell'orecchio si siete una bestia se vi lasciate scappare quell'occasione
per un pezzo di pane patron toni la vende proprio perché non può tirare innanzi ora che suo nipote l'ha piantato da voi potreste darle in mano a compare nunzio al figlio della lotta che muoiono di fame e verrebbero a lavorare per niente tutto quello che bloccheranno velo pappe rete voi sì ad una bestia vi dico la la barca e ben conservata come se fosse nuova padrón toni se ne intendeva quando l'aveva fatta fare questa è un affare d'oro come quello dei lupini sentite a me c fisso non voleva sentir parlare di niente che quasi base
gli spuntavano le lacrime con quella faccia gialla ora che aveva preso il colera e tirava per andarsene voleva lasciargli il giappone nelle mani non me ne importa ripeteva non me ne importa niente voi non sapete cosa ci ho qui dentro compare tino tutti vogliono succhiarmi il sangue come le sanguisughe prendersi il fatto io ora è anche pizzuto che corre dietro la vespa tutti come cani da caccia e voi prendetevela la vespa o infine non è sangue vostro lei e la sua chiusa non sarà una bocca di più no che alle mani benedette quella donna e
non lo perde rete il pane che gli darete da mangiare ci avrete una serba in casa senza darle salario e vi prenderete anche la chiusa sentita mezzi o crocifisso questo è un altro affare come quello dei lupini patron toni intanto aspettava la risposta davanti alla bottega di pizzuto e guardava come un'anima del purgatorio quei due che pareva si azzuffa sero per cercare di indovinare se lo zio crocifisso diceva di sì piedi papera veniva a dirgli quel che aveva potuto ottenere dallo zio crocifisso e poi tornava a parlare con lui e andava e veniva per la
piazza come la spola nel telaio tirandosi dietro la sua gamba storta finché riuscì a metterli d'accordo benone diceva padrón toni e allo zio crocifisso per un pezzo di pane così con vino anche la vendita di tutti gli attrezzi che i malavoglia non sapevano che farsene ora che non possedevano più una tavola sull'acqua ma padrón toni gli parve che gli strappassero le budella dallo stomaco come si portavano via le nasse le retine fiocine le canne e ogni cosa ci penso io a trovarvi d'andare a giornata a voi e vostro nipote alessi non dubitate gli diceva a
piedi papera bisogna che vi con tentiate di poco sapete forza di giovane consiglio di vecchio per la mia sensori ha poi mi rimetto al vostro buon cuore in tempo di carestia pane d'orzo rispondeva patron toni necessità abbassa nobiltà va bene va bene siamo intesi con chiuse più di papera andò davvero a parlarne con padrón cipolla nella spezieria dove don silvestro era riuscito a tirarvi un'altra volta lui massaro filippo e qualche altro pesce grosso per discorrere degli affari del comune che infine erano denari loro ed è una minchioneria non contare per nulla nel paese quando si
è ricchi e le tasse si pagano peggio degli altri voi che siete tanto ricco potreste dargli del pane a quel poveraccio di padrón toni soggiungeva piedi papera a voi non vi farebbe nulla di prenderla giornata con suo nipote alessi sapete che ne sa più di ogni altro del mestiere e si contenterebbe di poco che sono proprio senza pane fareste un affare d'oro sentite a me padrón fortunato patron fortunato preso così in quel momento non seppe dir di no ma dopo che è l'ho tirato e stiracchiato un po sul prezzo già che i tempi erano maturi
gli uomini non avevano da lavorare padrón cipolla faceva proprio un atto di carità a prendersi padrón toni sì lo prendo se via nabir melo lui lo credereste che mi porta il broncio da che manda in aria quel matrimonio di mio figlio con la mena è bell affare che ci avrei fatto ed hanno il coraggio di portarmi il broncio per giunta don silvestro massaro filippo ed anche piedi papera tutti si affrettavano a dire che patron fortunato aveva ragione brasi non gli lasciava più pace dopo che gli avevano fatto venire il pensiero di meritarlo e correva dietro
a tutte le donne come un gatto in gennaio che era una sollecitudine continua per povero padre ora era entrata in ballo anche la mangiata ruberà la quale sarà messa in testa di pigliare se lo lei brasi cipolla già che era di chi se lo piglia va lei almeno era una bella ragazza con tanto di spalle e non vecchia e sperata come la vespa ma la vespa aveva la sua chiusa e la mangia carrube non ci aveva altro che le sue tre cenere dicevano gli altri la mangia carrube sapeva quel che doveva fare se si voleva
pigliare brasi cipolla ora che suo padre se l'era rimorchiato di nuovo in casa per colera e non andava a nascondersi più nella sciara o per la chiusa o dallo spezia le nella sacristia e la gli passava davanti l'asta resta con le scarpette muove e passando si faceva portare nel gomito in mezzo alla folla che veniva dalla messa oppure lo aspettava sulla porta con le mani sul ventre e il fazzoletto di seta in testa e gli lasciava andare un'occhiata assassina di quelle che ruba nel cuore e si voltava ad aggiustarsi le coppie del fazzoletto sul mento
per vedere se le veniva dietro o scappava in casa come compariva in capo alla strada cia e andava a nascondersi dietro il basilico cara sulla finestra con quegli occhioni neri che se lo mangiavano di nascosto ma se va guardarla come un bietolone gli voltava le spalle col mento sul petto tutta rossa e gli occhi bassi masticando sì la kocca del grembiule che ognuno se la sarebbe mangiata per pane infine poiché brasi non sapeva risolversi a mangiarsela per pane dovetta acciuffarlo lei per i capelli e gli disse sentite compare brasi perché volete togliermi la pace io
lo so che non sono per voi ora è meglio che non ci passate più di qua perché più vivido e più vorrei vedervi è ormai sono la favola del paese la zuppetta si mette sulla porta ogni volta che vi vede passare e poi va a dirlo a tutti ma farebbe meglio a tenere d'occhi quella civetta di sua figlia barbara che l'ha ridotta come una piazza questa strada tanta la gente che ci tira e non va a dirlo quante volte passa e ripassa don michele per vedere la barbara alla finestra con queste chiacchiere brasi non si
muoveva più dalla strabuzza non l'avrebbero mandato via neanche a bastonate ed era sempre la intorno a gironzola braccia penzoloni il naso in aria e la bocca aperta come già fa la mangia carrube dal suo canto stava alla finestra e cambiava ogni giorno fazzoletti di seta e collane di vetro come una regina tutto quello che aveva lo metteva alla finestra andava dicendo la zuppetta e quel bietolone vibra si prendeva tutto per oro contante e dare imbestialito che non aveva paura nemmeno di suo padre se fosse venuta a prenderla scapaccioni questa è la mano di dio per
castigare la superbia di patron fortunato diceva la gente per lui sarebbe stato cento volte meglio darà suo figlio la mala voglia la quale almeno ci aveva quel po di dote e non la spendeva in fazzoletti e collane bene invece non ci metteva neppure il naso alla finestra perché non ci stava bene adesso che l'era morta la mamma e aveva il fazzoletto nero e poi doveva anche badare a quella piccina e farle la mamma e non aveva chi li aiutasse nelle faccende di casa tanto che doveva andare anche al lavatoio e alla fontana ea portare il
pana gli uomini quando era una giornata sì che non era più come sant'agata quando nessuno la vedeva e stava sempre al telaio adesso aveva poco tempo da stare al telaio don michele dal giorno che la zoubida s'era messa a predicare sul ballatoio con la conocchia in mano che voleva a cavargli gli occhi con quella conocchia se tornava a bazzicare da quelle parti per la barbara passava henri passava per la strada del nero dieci volte al giorno onde mostrare che non aveva paura della zucchi dan e della sua conocchia e quando arrivava alla casa di malavoglia
rallentava il passo e guardava dentro per vedere le belle ragazze che crescevano nella casa dei malavoglia la sera gli uomini tornando dal mare trovavano ogni cosa preparata la pentola che bolliva e la tovaglia sul desco ormai quella sfera troppo grande per loro e ci si perdevano chiudevano l'uscio e mangiavano in santa pace poi si mettevano a sedere sulla porta coi ginocchi fra le braccia e si riposavano della giornata almeno non mancava nulla e non toccavano più i denari della casa padrón toni aveva sempre la casa davanti agli occhi la vicino con le finestre chiuse e
il nespolo che si affacciava sul muro del cortile maruzza non aveva potuto morire in quella casa e forse neanche lui vi sarebbe morto savona raggranellare si è i suoi ragazzi ci sarebbero tornati un giorno ora che alessi cominciava a farsi uomo anche lui ed era un buon figliuolo della pasta dei malavoglia quando poi avrebbero maritato le ragazze e ricomprata la casa se potevano metterlo anche la barca non avevano più nulla a desiderare e padrón toni avrebbe chiuso gli occhi contento l'annunziata anna venivano anche loro a sedersi lì accanto sui sassi a chiacchierare dopo cena con
quei poveretti che erano rimasti soli e derelitti anch'essi perché sembrava fossero parente l'annunziata pareva che fosse a casa sua e ci conduceva i suoi piccini come la chioccia alessi seduta accanto a lei diceva oh che lei finita oggi la tua tela oppure lunedì ci andrai a vendemmiare da massaro filippo ora che viene il tempo delle olive avrai sempre da bus carter alla tua giornata anche se non hai roba da lavare e potrai condurvi il tuo fratellino che ora gli daranno due soldi al giorno l'annunziata seria seria gli raccontava tutti i suoi progetti e gli domandava
dei consigli e ragionavano insieme in disparte come se avessero già i capelli bianchi hanno imparato presto perché hanno visto guai assai diceva padrón toni il giudizio viene con le disgrazie alessi coi ginocchi fra le braccia al pari del nonno anche lui domandava all'annunziata mi vorrai per marito quando sarò grande ancora c'è tempo rispondeva lei sì tempo ma è meglio pensarci adesso così saprò quel che devo fare prima bisogna maritare la mena e la lia quando sarà grande anche lei li ha comincia a volere le vesti lunghe i fazzoletti con le rose e tu pure ci
hai tuoi ragazzi da situare bisogna arrivare a comprare la barca la barca poi ci aiuterà a comprare la casa il nonno vorrebbe avere un'altra volta quella del nespolo e anche a me mi piacerebbe che saprei dove andare ad occhi chiusi o di notte senza battere il naso e c'è il cortile grande per gli attrezzi e in due salti se al mare poi quando le mie sorelle saranno maritate il nonno verrà a stare con noi e lo metteremo nella stanza grande del cortile che c'entra il sole così quando non potrà più venire sul mare povero vecchio
se ne starà accanto al lusso nel cortile e nell'estate ci avrà lì vicino il nespolo per fargli ombra noi prenderemo la camera dell'orto ti piace e ci avrai accanto la cucina così avrai ogni cosa sotto la mano non è vero quando poi tornerà mio fratello ntoni gliela daremo a lui e noi andremo a stare sul solaio tu non avrai che a scendere la scaletta per essere in cucina o nell'orto in cucina di fatto il focolare visse nunziata l'ultima volta che ci facevo la minestra quando la povera comare maruzza non aveva animo di far nulla la
pentola bisognava tenerla su coi sassi sì lo so rispondeva alessi col mento sulle mani e approvando con la testa aveva gli occhi incantati quasi vedesse l'annunziata davanti al focolare e la mamma che si disperava accanto al letto anche tu potresti andare al buio per la casa del nespolo tante volte ci sei stata la mamma diceva sempre che sei una buona ragazza ora ci hanno messo le cipolle nell'orto e son venute grosse come arance che ti piacciono le cipolle per forza mi piacciono aiutano a mangiare pane costano poco quando non abbiamo denari per la minestra ne
mangiano sempre coi miei piccini per questo se ne vengono tante allo zio crocifisso non gli importa di aver cavoli e lattughe perché c'è all'altro orto di casa sua e l'ha messo tutto a cipolle ma noi ci metteremo pure i broccoli e cavolfiori buoni è la ragazzetta accoccolata sulla soglia coi ginocchi fra le braccia guardava lontano anche lei e poi si mise a cantare mentre alessi stava ad ascoltare tutto intento infine disse ma c'è ancora tempo si affermò prima bisogna marito la mena ed anche la lia e situare i tuoi piccini ma è meglio pensarci adesso
quando disse mena affacciandosi solution è segno che il giorno dopo farà bel tempo e potrà andare al lavatoio la cugina anna era nello stesso caso perché la sua chiusa e la sua vigna erano il lavatoio e la sua festa era quando aveva della roba per le mani tanto più ora che suo figlio rocco faceva festa all'osteria da un lunedì a all'altro per smaltire il malumore che gli aveva fittato in corpo quella civetta della mangia carrube ogni male non viene per nuocere le diceva padrón toni forse in tal modo metterà a giudizio il vostro rocco anche
al mio antoni gli gioverà a stare lontano da casa sua così quando tornerà e sarà stanco di girare il mondo ogni cosa gli sembra la buona e non si lamenterà più di tutto e se arriviamo un'altra volta ad avere delle barche sull'acqua ea mettere i nostri letti laggiù in quella casa vedrete che bello starsi a riposare su quello show la sera quando si torna a casa stanchi e che la giornata è andata bene e vedere il lume in quella camera dove l'avete visto tante volte e ci avete viste tutte le facce care che avete avuto
al mondo ma ora tanti se ne sono andati ad uno ad uno che non tornano più e la camera buia e con la porta chiusa come se quelli che se ne sono andati avessero portato la chiave in tasca per sempre tonino doveva andarsene soggiunse il vecchio dopo un pezzetto doveva saperlo che sono vecchio e se muoio io quei ragazzi non hanno più nessuno se compreremo la casa del nespolo mentre gli allontano non gli pare vero quando tornerà ps man e verrà a cercarci qui patron toti scosso il capo tristamente ma ancora c'è tempo visse infine
anche lui come l'annunziata e la cugina anna soggiunse santoni torna ricco la comprerà lui la casa padroni non rispondeva nulla ma tutto il paese sapeva che ntoni doveva tornare ricco dopo tanto tempo che era andata a cercare fortuna e molti già lo invidiavano e volevano lasciare ogni cosa e andarsene a caccia della fortuna come lui infine non avevano torto perché non lasciavano altro che delle donne ci vuole a piagnucolare solo chi non gli bastava l'animo di lasciare la sua donnicciola era quella bestia del figlio della rocca che aveva quella sorta di madre che sapete e
rochus pato il quale ce l'aveva alla taverna l'animo ma per fortuna delle donnicciole tutto a un tratto si venne a sapere che era tornato antoni di padrón toni di notte con un bastimento catanese e che si vergognava di farsi vedere senza scarpe se fosse stato vero che tornava ricco i denari non avrebbe avuto dove metterli tanto era lacero e pezzente ma il nonno i fratelli gli fecero festa ugualmente come se fosse venuto carico di denari e le sorelle egli si appesa al collo ridendo e piangendo che ntoni non conosceva più la lia tanto sarà fatta
grande e gli dicevano ora non ci lascerà più non è vero il nonno che soffiava il naso anche lui e brontolava adesso posso morire tranquillo ora che quei ragazzi non rimarranno più soli e in mezzo ad una strada ma per 8 giu in toni non ebbe il coraggio di mettere piede nella strada come lo vedevano tutti gli ridevano sul naso e che di paper andava dicendo avete visto le ricchezze che ha riportato un toni di patron toni e quelli che ci avevano messo un po di tempo a fare il fagotto con le scarpe le camicie
prima di avventurarsi a quella minchioneria di lasciare il paese si tenevano la pancia dal ridere quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna e un minchione questo si sa non silvestro lo zio crocifisso padrón cipolla e massaro filippo non erano minchioni e tutti facevano loro festa perché quelli che non hanno niente stanno a guardare a bocca aperta i ricchi e i fortunati e lavorano per loro come l'asino di compare mosca per un pugno di paglia invece di tirar calci e mettersi sotto i piedi il carretto e sdraiarsi sull'erba con le zampe in aria aveva ragione
lo speziale che bisognava dare un calcio al mondo come era fatto adesso e rifarlo daccapo anche lui con la sua barbona che predicava di cominciare da capo era di quelli che avevano acchiappato la fortuna e la teneva negli scarabattoli si godeva il ben di dio stando sulla porta della bottega a chiacchierare con questo con quell'altro e quando aveva pestato quel pò d'acqua sporca nel mortaio aveva fatto il suo lavoro che bel mestiere gli aveva insegnato suo padre a colui di far denari con l'acqua delle cisterne ma antoni suo nonno gli aveva insegnato il mestiere di
rompersi le braccia e la schiena tutto il giorno e a rischiare la pelle morir di fame e non aver mai un giorno da sdraiarsi al sole come l'asino di mosca un ladro di mestiere che si mangiava l'anima per la madonna e ne aveva fino al naso che preferiva fare come rotos pato il quale almeno non faceva nulla già adesso non gliene importava più della zuppa e della sarà dico mare tutta e di tutte le ragazze del mondo esse non cercano che di pescare un marito il quale lavori peggio di un cane per dar loro da
mangiare e comprarle dei fazzoletti di seta quando si mettono sull'uscio la domenica con le mani sulla pancia piena piuttosto voleva starci lui con le mani sulla pancia la domenica e il lunedì ed anche gli altri giorni giacchè inutile affaticarsi per nulla così il predicatore come lo speziale almeno aveva imparato questo nel viaggio ed ora aveva aperto gli occhi come i gattini dopo i quaranta giorni che sommati la gallina che cammina torna a casa con la pancia piena se non altro egli se l'era riempita di giudizio la pancia e andava a raccontare quello che aveva imparato
sulla piazza nella bottega di pizzuto ed anche all'osteria della santuzza ora non ci andava più di nascosto all'osteria della santuzza che s'era fatto grande il nonno non gli avrebbe tirato le orecchie alla fin fine ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano di andare a cercarsi quel po di bene che poteva il nonno poveraccio invece di prenderlo per le orecchie lo prendeva con le buone baby gli diceva ora che sei quatu ci arriveremo presto affari ben ari della casa di cantava sempre la canzone della casa lo zio crocifisso ha detto che non
la darà ad altri tua madre poveretta non ha potuto morirci lei sulla casa potremmo anche dare la dote amena poi con l'aiuto di dio metteremo su un'altra barca perché devo dirtelo alla mia tale dura andare a giornata e vedersi comandare a bacchetta quando si è stati i padroni anche voi altri siete nati padroni vuoi che compriamo prima la barca coi denari della casa ora sei grande e devi dirlo anche tu la tua parola perché devi avere più giudizio di me che son vecchio cosa vuoi fare nulla voleva fare lui ma va della barca e della
casa poi veniva un'altra ma l'annata un altro colera un altro guaio e si mangiava la casa e la barca e si tornava di nuovo a fare come le formiche bella cosa e poi quando si aveva la casa e la barca che non si lavorava più o si mangiava pasta e carne tutti i giorni mentre laggiù dove era stato lui c'era della gente che andava sempre in carrozza ecco quello che faceva gente affetto dei quali don franco ed il segretario lavoravano come tanti asini a sporcare cartacce e a pestare l'acqua sporca nel mortaio almeno voleva sapere
perché al mondo ci doveva essere della gente che se la gode senza far nulla e nasce con la fortuna nei capelli e degli altri che non hanno niente e tirano la carretta coi denti per tutta la vita poi quella storia ad andare a giornata non gli andava affatto a lui che era nato padrone l'aveva detto anche il nonno vedersi comandare a bacchetta da gente che erano venuti su dal nulla che tutti lo sapevano in paese come avevano fatto i loro denari assolvo assolvo sudando e affaticando si sa giornata ci andava proprio perché il nonno ve
lo conduceva e non gli bastava ancora l'anima di dir di no ma quando il soprastante gli stava addosso come un cane e gli gridava dalla poppa o laggiù il ragazzo che facciamo gli veniva voglia di dargli del remo sulla testa e preferiva starsene ad aggiustare le nasse e rifare le maglie delle reti seduto sulla riva con le gambe distese e la schiena appoggiata ai sassi che allora seppure stavo un momento con le mani sotto le ascelle nessuno gli diceva nulla la veniva anche a stirarsi le braccia rocco stato e vanni pizzuto quando non aveva a
che fare fra una barba e l'altra ed ecco e piedi papera che era il suo mestiere di chiacchierare con questo e con quello per cercare les sens erie e si discorreva di ciò che succedeva in paese di quello che donna rosolina aveva raccontato a suo fratello sotto il sigillo della confessione quando era stato il tempo del colera che don silvestro le aveva truffato 25 onze non poteva andare dal giudice perché le 25 onze donna rosolina le aveva rubate a suo fratello il vicario e si sarebbe saputo il motivo per cui aveva dato in mano a
don silvestro quel denaro per sulla vergogna poi osserva pizzuto don del erano venute le 25 onze a nonna rosolina roba rubata non dura almeno erano sempre nella casa diceva stato se mia madre avesse 12 tari egli li prendessi che passerai perlatro di ladro in là vennero a parlare dello zio crocifisso il quale aveva perso più di trenta holmes e dicevano con tanta gente che era morta di colera e gli erano rimasti i pegni ora campana di legno per non saper che fare di tutti quegli anelli e di tutti quegli orecchini rimastegli impegno si meritava con
la vespa la cosa era certa che l'avevano visto persino andare a farsi scrivere al municipio presente don silvestro non è vero che se la piglia per gli orecchini diceva piedi papera il quale poteva saperlo gli orecchini e le collane alla fin fine sono d'oro e d'argento colato e avrebbe potuto andare a venderli alla città anzi ci avrebbe guadagnato il tanto pertanto sui denari che abati se la piglia perché la vespa gli fece vedere e toccare con mano che stava per andare dal notaio con compare stato ora che la mangia carrube se tirate in casa brasi
cipolla scusate vi compare rocco niente l'aretino risposero accostato a me non me ne importa perché chi si fida di quelle canali di femmine a un porto per me la mia innamorata e la santuzza che mi fa credenza quando voglio e ne vuole due delle mangia carrube nella sua bilancia con quel pezzo è pompare tino la stessa bella conto caro disse pizzuto sputacchiando cercano il marito mantenere da lui aggiunse ntoni tutte le stesse e piedi papera seguito lo zio la corsa è trapelata dal notaio che aveva il fiato ai denti così se la piglia la vespa
della sorte è quella della mancia carrube esclamo ntoni brasi cipolla da qui a cent'anni che muore suo padre se dio vuole sarà ricco come un maiale dissestato adesso e il diavolo ma col tempo chinerà il capo non ha altri figli e non gli resta altro che maritarsi se non vuole che la sua roba se la goda la mangia carrube alla sua barba io c'ho gusto con chiuse ntoni la mangia carrube non ha niente o perché patron cipolla deve essere ricco soltanto lui qui prese parte al discorso lo speziale il quale veniva a fumare la sua
piva sulla riva dopo desinare e pestava l'acqua nel mortaio che così il mondo non andava bene e bisognava buttare in aria ogni cosa e rifare da capo ma con quella gente lì era proprio come pestare l'acqua nel mortaio il solo che ne capisse qualche cosa run toni che aveva visto il mondo e aveva aperto un po gli occhi come i gattini da soldato gli avevano insegnato a leggere perciò andava anche lui sulla porta della spezieria a sentire quello che diceva il giornale ea chiacchierare con lo speziale il quale era un buon diavolaccio con tutti e
non aveva del capo i fumi di sua moglie la quale lo sgridava 8 perché ti mischi negli affari che non ti riguardano le donne bisogna lasciarle dire e fare le cose di nascosto diceva don franco appena la signora se ne saliva nella sua stanza lui non aveva difficoltà a di starsene in sinedrio anche con quelli senza scarpe purché non mettessero i piedi sui regoli delle scarne spiegava loro parola per parola quello che diceva il giornale mettendoci il dito che il mondo avrebbe dovuto andare come era scritto la don franco arrivando sul greto quando gli amici
tenevano quei discorsi ammiccava antoni malavoglia il quale li mandava le maglie delle reti con le gambe distese e la schiena appoggiata ai sassi e gli faceva dei cenni col capo scuotendo la barbona in aria della giustizia che certuni abbiano a rompersi la schiena contro i sassi e degli altri stiano con la pancia al sole a fumare la pipa mentre gli uomini dovrebbero essere tutti fratelli l'ha detto gesù il più grande rivoluzionario che ci sia stato e i suoi preti al giorno d'oggi fanno i mirri e le spie non lo sapevano che l'affare di don michele
con la santuzza l'aveva scoperto don gian maria nella confessione altro do michele la santuzza cia massaro filippo e don michele ronza sempre per la via del nero senza nessuna paura di come le zuppe della sua conocchia lui ci alla pistola tutte e due vi dico poteste che si confessano ogni domenica hanno il sacco grande da metterci peccati per questo la santuzza porta la medaglia sul petto per coprirle porcherie che ci stanno sotto don michele perde il tempo con la zuppetta il segretario detto che vuol farla cascare coi suoi piedi come una pera matura ma sì
intanto non michele si diverte con la barbara e con le altre che stanno nella via lo so io ami cava di soppiatto antoni non ha niente da fare e ogni giorno ai suoi quattro talibi soldo quello che dico sempre ripetevano speziale diranno sì la barba tutto il sistema è così bagarre degli sfaccendati per non far niente farci le corna noi che li paghiamo ecco che cos'è della gente che ha 4 tali al giorno per stare a passeggiare sotto le finestre della zucchina e don gian maria che si pappa la lira al giorno per confessare la
santuzza e sentire le porcherie che gli racconta don silvestro so io e mastro girino che ha pagato per romperci gli stivali con le sue campane ma i lumi poi non li accende e si mette in tasca l'olio che li al municipio poi ci sono altre porcherie in fede mia e volevano far casa nuova di tutti nella baracca ma poi si sono intesi un'altra volta don silvestro e gli altri e non mi hanno parlato più tale quale come quegli altri ladri del parlamento che chiacchierano e chiacchierano fra di loro ma ne sapete niente di quel che
dicono fanno la schiuma alla bocca e sembra che vogliono prendersi dei capelli di momento in momento ma poi ridono sotto il naso dei minchioni che ci credono tutte vesciche per popolo che paga i ladri e i ruffiani e gli sbirri come don michele che bella cosa disse ntoni 4 tali al giorno per andare a passeggiare di qua e di là io vorrei essere guardia doganale ecco ecco esclamò don franco con gli occhi che schizzavano dalla testa vedete la conseguenza del sistema la conseguenza è che tutti diventano canaglia non vi offendete con parentoli il pesce puzza
dalla testa anch'io sarei come voi se non avessi studiato se non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane infatti dicevano che era un bel mestiere quello che gli aveva insegnato suo padre allo spezia le di pestare nel mortaio e di far denari con l'acqua sporca mentre c'era gente che doveva cuocersi le corna al sole e cavarsi gli occhi con le maglie delle reti e prendersi il granchio alle gambe e alla schiena per guadagnarsi 10 soldi e così lasciarono le reti e le chiacchiere e se ne tornarono all'osteria sputacchiando per la strada 13 padrón toni come
il se gli arrivava a casa ubriaco la sera faceva di tutto per mandarlo a letto senza che gli altri se ne avvedesse rowe perché questo non c'era mai stato nei malavoglia e gli venivano le lacrime agli occhi la notte quando si alzava e chiamava lessi per andare al mare lasciava dormire l'altro tanto non sarebbe stato buono a nulla in toni da prima se ne vergognava e andava ad aspettarli sulla riva appena tornavano con la testa bassa ma a poco a poco ci fece il callo e diceva frase così domani faremo ancora domenica il povero tutti
i mezzi di toccargli il cuore e di nascosto gli fece persino esorcizzare la camicia da don giammaria e spese 3 tari vedi gli diceva questo non c'è mai stato nei malavoglia se tu prendi la ma la strada di rocco stato tuo fratello e le due sorelle ti verranno dietro una mela fradicia guasta tutte le altre e quei soldi che abbiamo messo insieme con tanto stento se ne andranno in fumo per un pescatore si perde la marca e allora che fa rino toni restava a capo chino o brontolava fra i denti ma l'indomani tornava da capo
e una volta glielo disse che volete almeno quando non sono più in sensi non penso alla mia disgrazia che disgrazia tu hai la salute e sei giovani sa il tuo mestiere che ti manca io che sono vecchio e tuo fratello che ha ancora un ragazzo ci siamo tirati su dal fosso ora se tu volessi aiutarci torneremo ad essere quelli che eravamo se non più col cuore contento perché quelli che sono morti non tornano più almeno senza altre angustie e tutti uniti come devono stare le dita della mano e col pane in casa se io chiudo
gli occhi come resterete voialtri adesso vedi mi tocca ad aver paura ogni volta che ci imbarchiamo per andare lontano esso un vecchio quando il nonno riusciva a toccargli il cuore toni si metteva a piangere i fratelli che sapevano tutto si rincantucciato appena lo sentivano venire come ci fosse un estraneo o quasi avessero paura di lui e il nonno col rosario in mano borbottava o anima benedetta vi bastianazzo o anima di mia nuora maruzza fatelo voi il miracolo come me non lo vedeva arrivare con la faccia pallida e gli occhi illustri diceva entra da questa parte
che c'è il nonno e lo faceva entrare dalla porticina della cucina poi si metteva a piangere kata cat ha accanto al focolare tanto cantoni visse alla fine non voglio andarci più all'osteria neanche se mi ammazzano e torno a lavorare di buona voglia come prima anzi si alzava prima degli altri e andava ad aspettare il nonno alla marina che ci volevano due ore a far giorno i tre erre erano ancora alti sul campanile del villaggio e i grilli si udivano brillare nelle chiuse come se fossero lì accanto il nonno non ci capiva più nella camicia dalla
contentezza andava chiacchierando con lui onde provargli come gli volesse bene e fra di se diceva sul anime sante di sua madre suo padre che hanno fatto il miracolo il milan loro tutta la settimana e la domenica antoni non volle nemmeno andare in piazza per non vedere l'osteria da lontano e gli amici che lo chiamavano ma si rompeva le mascelle a sbadigliare tutto quel giorno in cui non aveva nulla da fare e non finiva più oramai non era un ragazzo per passare il tempo ad andare per le ginestre nella sciara cantando come suo fratello alessi e
l'annunziata o a spazzare la casa come mena e nemmeno un vecchio come il nonno per divertirsi ad accomodare i vari lotti sfondati e le nasse sfasciate e gli restò seduta accanto alla porta nella strada del nero che non ci passava nemmeno una gallina e sentiva le voci e le risate all'osteria tanto che andò a dormire per non sapere che fare e il lunedì torno a fare il muso lungo il nonno gli diceva per te sarebbe meglio che non venisse la domenica perché il giorno dopo se e come se fossi pazzo ecco quello che era meglio
per lui che non venisse mai la domenica egli cascava il cuore per terra pensare che tutti i giorni fossero dei lunedì sicché quando tornava dal mare la sera non aveva voglia nemmeno ad andare a dormire e si sfogava a scorrazzare di qua e di là con la sua disgrazia tanto che infine venne a capitare di nuovo all'osteria prima allorché torna casa malfermo sulle gambe si ficca va dentro mogio mogio facendosi piccino e balbettando delle scuse o almeno non fiatava ma ora alzava la voce litigava con la sorella e se l'aspettava sull'uscio con la faccia pallida
e gli occhi gonfi e se gli diceva sottovoce d'entrare dalla cucina che in casa c'era il nonno a me non me ne importa rispondeva il giorno dopo si levava stravolto e di cattivo umore e cominciava a gridare bestemmiare dalla mattina alla sera una volta successe una brutta scena il nonno non sapendo più che fare per toccargli il cuore lo aveva attirato nell'angolo della camera uccia dushi chiusi perché non dissero i vicini e gli diceva piangendo come un ragazzo il povero vecchio non toni non ti rammenti che qui c'è ancora tua madre perché vuoi darle questo
dolore a tua madre di vederti fare la riuscita di rocco sparo non lo vedi come stent e si affatica la povera cugina anna per quello bria con e di suo figlio e come piange alle volte allorché non ha pane da dare agli altri suoi figliuoli e non le basta il cuore di vivere chiba con lupo al lupo e chi pratica con seppi all'anno zoppica non ti rammenti quella notte del colera che eravamo qui tutti davanti a quelle tuccio e della di raccomandava mena e i ragazzi toni piangeva come un vitello slappato e diceva che voleva
morire anche lui ma poi adagio adagio tornava all'osteria e la notte invece di venire a casa andava per la via fermandosi dietro gli usci con le spalle appoggiate al muro stanco morto insieme al robot statue a cinghia lenta e si metteva a cantare con loro per scacciare la malinconia infine con toni non stava più mostrarsi per le strade dalla vergogna il nipote invece per evitare le prediche veniva a casa con la faccia scura così non gli rompevano la devozione con le solite prediche già alle prediche se le faceva da se stesso a voce bassa e
della tutta colpa della sua disgrazia che l'aveva fatto nascere in quello stato e andava a sfogarsi con lo speziale e con altri di quelli che avevano un po di tempo per chiacchierare dell'ingiustizia sacrosanta che c è a questo mondo in ogni cosa che se uno va dalla salvezza per dimenticare i suoi guai si chiama ubriacone mentre tanti altri che si ubriacano a casa di bim buono non hanno guai per la testa né nessuno che li rimproveri o faccia loro la predica di andare a lavorare già che non hanno nulla da fare e son ricchi per
due eppure tutti siamo figli di dio allo stesso modo e ognuno dovrebbe avere la sua parte egualmente quel ragazzo li ha del talento diceva lo speziale a don silvestro ea padrón cipolla e a chi voleva sentir lo vede le cose all'ingrosso così alla carlona ma il sugo c'è non è colpa sua se non sa esprimersi meglio è colpa del governo che lo lascia nell'ignoranza per istruirlo gli portava il secolo e la gazzetta di catania peron toni si seccava a leggere prima di tutto perché era una fatica e quando era soldato gli avevano insegnato a leggere
per forza ma adesso era libero di fare quello che gli pareva e piaceva e aveva un po dimenticato come si cacciano insieme le parole nello scritto poi tutte quelle chiacchiere stampate non li mettevano un soldo in tasca che gliene importava lui non fa con glielo spiega va lui perché avrebbe dovuto importargliene e quando passava don michele per la piazza che lo indicava con la barbona ammiccando egli spifferava sottovoce che passava per donna rosolina anche quello ora che aveva sentito come donna rosolina avesse dei denari e li dava alla gente per farsi sposare bisogna cominciare ad
allevarci dai piedi tutti costoro col berretto gallonato bisogna fare la rivoluzione ecco quello che bisogna fare e voi cosa mi date per fare la rivoluzione don franco allora si stringeva nelle spalle e se ne andava indispettito a pestare l'acqua sporca nel mortaio giacche con gente siffatta era proprio per star l'acqua nel mortaio diceva e piedi papera appena antoni voltava le spalle soggiungeva sottovoce se volesse ammazzare don michele dovrebbe ammazzarlo per qualche altra cosa egli vuol rubare la sorella antonia è peggio del maiale tanto che si fa mantenere dalla santuzza piedi papera se lo sentiva sullo
stomaco da michele ma che guardava con gli occhi torvi lui e rocco stato e cinghie lenta quando li incontrava perciò voleva levarselo davanti quelle povere ma la voglia erano arrivate al punto che andavano per le bocche di tutti per colpa del fratello tanto i malavoglia erano caduti in basso fortuna dura tutto il paese sapeva che don michele bassa veri passava per la strada del nero onde far dispetto alla zucchi da la quale stava guardia di sua figlia con la conocchia in mano intanto don michele per non perdere i suoi passi aveva gettato gli occhi su
di lì a la quale si era fatta una bella ragazza anche lei e non aveva nessuno che le stesse a guardia tra nella sorella che si faceva rossa per lei e diceva rientriamo in casa li ha sulla porta non ci stiamo bene ora che siamo orfani ma la lia era vanerella peggio di suo fratello antonio e le piaceva starsene sulla porta a far vedere il fazzoletto con le rose che ognuno le diceva come siete bella con quel fazzoletto comare via e don michele se la mangiava con gli occhi la povera man mentre stava là sulla
porta ad aspettare il fratello che tornava a casa ubriaco si sentiva così stanca ed abilità che le cascavano le braccia quando voleva attirare in casa la sorella perché passava dal michele elia le rispondeva hai paura che mi mangi mangia nessuno ne vuole di noialtri ora che non abbiamo più niente non lo vedi com'è andata a finire mio fratello che non lo vogliono nemmeno i cani sento ne avesse fegato diceva piedi papera se lo legherebbe dinanzi quel don michele ci vuole fare farsi dinanzi don michele per un'altra cosa la santuzza dopo che l'aveva rotta con don
michele aveva preso a benvolere antonio per quel modo di portare il berretto sull'orecchio e di dondolare le spalle camminando che aveva preso da soldato e gli metteva in serbo sotto il banco tutti i piatti coi resti che lasciavano gli avventori di un po di qua un po di là li riempiva anche il bicchiere in tal modo lo manteneva per l'osteria grasso e unto come il cane del macellaio al bisogno poi ntoni see this obbligava facendo a pugni con quegli avventori della ma l'annata che cercano il pelo nell'uovo allora del conto e grida né bestemmiano prima
di pagare con gli amici della taverna invece rallegro e chiacchierone e teneva d'occhio anche il banco allorché la santuzza andava a confessarsi sì che tutti cola gli volevano bene come se fosse a casa sua tranne lo zio santoro il quale lo guardava di un occhio e borbottava fra un ave maria e l'altra contro di lui che viveva alle spalle di sua figlia come un canonico la santuzza rispondeva che era la padrona se voleva far vivere alle sue spalle in toni malavoglia grasso come un canonico segno che ci aveva il suo piacere e non aveva più
bisogno di nessuno sì sì brontolava lo zio santoro quando poteva acchiapparla un momento a quattr'occhi di don michele nei sempre bisogno ma sarò filippona detto dieci volte che è tempo di finirla che il vino nuovo non può ottenerlo più nella cantina e bisognerebbe farlo entrare in paese di contrabbando massaro di potenza al suo interesse ma io vedete dovessi pagare il dazio due volte e il contrabbando don michele non lo voglio più no e poi no nella non voleva perdonare a don michele quella partaccia che gli aveva fatta con la zuppetta dopo tanto tempo che era
stato trattato come un canonico nell'osteria per l'amore dei suoi galloni entoni malavoglia senza galloni valeva 10 volte don michele a lui quello che gli dava glielo dava di tutto cuore toni si guadagnava il pane in tal modo e quando il nonno gli rimproverava il suo far nulla e la sorella lo guardava tristamente con gli occhi fissi rispondeva forse che vi costa qualche cosa dei denari della casa non ne spendo è il mio pane melo guadagno da me meglio sarebbe che tu morissi di fame di diceva il nonno e che avessimo morire tutti oggi stesso infine
nessuno parlava più seduti dov'erano e voltandosi le spalle padrón toni era ridotto a non aprire bocca per non litigare col nipote in toni poi quando era stanco della predica pianta valitutti della paranza a piagnucolare e se ne andava a trovarlo o o compare vanni quali si stava legris ne trovava sempre una nuova da inventare una volta inventarono di fare la serenata allo zio crocifisso la notte in cui sarà maritato con la vespa e condussero sotto le finestre di lui tutti coloro cui lo zio crocifisso non voleva prestare più un soldo quei cocci e le pentole
fosse i campanacci del dettaglio e gli zoffoli di canna a fare il baccano ed una casa del diavolo sino a mezzanotte perché la vespa l'indomani salso più verde del solito e se la prese con quella canaglia della santuzza nella taverna della quale sarà mattinata tutta quella birbo nata per gelosia che lei se l'era trovato il marito onde stare in grazia di dio mentre le altre erano sempre nel peccato mortale e facevano mille porcherie sotto l'abitino della madonna la gente gli rivela sul muso allo zio crocifisso come lo vide sposo sulla piazza vestito di nuovo e
giallo come un morto dalla paura che gli aveva fatto la vespa con quel vestito nuovo che costava denari la vespa era sempre a spendere e spandere che se l'avessero lasciata fare avrebbe vuotato il sacco in una settimana e diceva che la padrona d'esser a lei tanto che tutti i giorni c'era il diavolo dallo zio crocifisso sua moglie gli piantava le unghie sulla faccia e gli gridava che voleva per le chiavi lei e non voleva stare sempre a desiderare un pezzo di pane un fazzoletto nuovo peggio di prima perché se avesse saputo quel che doveva venire
dal matrimonio con quel bel marito che le era toccato si sarebbe tenuta la chiusa è la medaglia di figlia di maria piuttosto già tanto e tanto avrebbe potuto portarla ancora la medaglia di figlia di maria e lui strillava che era rovinato che non era più padrone del fatto suo che berrà tuttora il colera in casa e volevano farlo morire di crepacuore prima del tempo per sciacquarsi allegramente la roba che egli aveva stentato tanto a raggranellare lui pure se avesse saputo tutto questo avrebbe mandato al diavolo la chiusa è la moglie che già lui di moglie
non ne aveva bisogno e l'avevano preso per il collo facendogli credere che la vespa avesse acchiappato brasi cipolla e stesse per scappargli insieme alla chiusa maledetta chiusa giunto in quel punto si seppe che brasi cipolla si era lasciato rubare dalla mangia carrube come un bietolone e patron fortunato li andava cercando per lasciare per vallone sotto il ponte con la schiuma alla bocca giurando e spergiurando che se li trovava voleva dar loro tante di quelle pedate né farsi venire le orecchie di suo figlio nelle mani lo zio crocifisso a quel discorso si cacciava le mani nei
capelli anche lui e diceva che la mangia carrube l'aveva rovinato a non rapire brasi una settimana prima questa è stata la volontà di dio andava dicendo picchiandosi il petto lavoro dio è stata che io avessi appigliare la vespa per castigo dei miei peccati e dei peccati doveva averci nei grossi assai perché la vespa gli avvelenava il pane in bocca e gli faceva soffrire le pene del purgatorio notte e giorno per giunta poi si vantava di essergli fedele che non avrebbe guardato in faccia un cristiano fosse giovane e bello come ntoni malavoglia o vanni pizzuto per
tutto l'oro del mondo mentre gli uomini le ronzavano sempre attorno a tentarla come se ci avesse i miele nelle gonnelle se fosse vero andrai a chiamarlo io stesso colui borbottavano zio crocifisso purchè mela levasse davanti e diceva pure che avrebbe pagato qualche cosa vanni pizzuto antoni malavoglia perché gli facessero le corde già cantoni faceva quel mestiere allora potrei mandarla via quella strega che mi son cacciata in casa non toni il mestiere lo faceva dov'era grasso e ci mangiava e beveva che era un piacere a vederlo ora portava la testa alta e se la rideva se
il nonno gli diceva qualche parola a bassa voce adesso era il nonno che si faceva piccino quasi il torto fosse suo toni diceva che se non lo volevano in casa sapeva dove andare a dormire nella stalla della santuzza e già non spendevano nulla a casa sua per dargli da mangiare patron toni calessi e mena tutto quello che bucavano con la pesca col telaio al lavatoio e con tutti gli altri mestieri potevano metterlo da parte per quella famosa barca di san pietro con la quale si guadagnava di rompersi le braccia tutti i giorni per un rotolo
di pesce o per la casa del nespolo nella quale si sarebbe andati a crepare allegramente di fame tanto lui un soldo non l'avrebbe voluto povero diavolo per povero diavolo preferiva godersi un po di riposo finché era giovane e non abbaiava la notte come il nonno il sole cerali per tutti all'ombra degli ulivi per mettersi al fresco e la piazza per passeggiare e gli scalini della chiesa per stare a chiacchierare e lo stradone per veder passare alla gente sentirle notizie e l'osteria per mangiare e bere con gli amici poi quando gli sbadigli vi rompevano le mascelle
si giocava alla mora o a briscola e quando infine si aveva sonno cerali la chiusa dove passavano i montoni vi compare naso per sdraiarsi a dormire il giorno o la stalla di comare mariangela quando era notte che non ti vergogni di fare questa vita gli disse al fine il nonno il quale era venuto apposta a cercarlo con la testa bassa e tutto curva e piangeva come un fanciullo nel dir così tirandolo per la manica dietro la stalla della santuzza perché nessuno li vedesse e alla tua casa non ci pensi e ai tuoi fratelli non ci
pensi se fossero qui tuo padre la long antoni in toni ma voi altri vela passate forse meglio di me a lavorare e ad affannarvi per nulla e la nostra ma la sorte in pane ecco cos'è vedete come siete ridotto che è sembrato un arco di violino e cena vecchio avete fatto sempre la stessa vita ora che ne avete voi altri non conoscete il mondo e siete con i gattini con gli occhi chiusi e il pesce che pescate velo mangiate voi sapete perché lavorate dal lunedì al sabato e vi siete ridotta a quel modo che non
vi vorrebbero neanche all'ospedale per quelli che non fanno nulla e che hanno denari a palate lavorate ma tu non ne ai denari ne io ne ho non ne abbiamo avuti mai e ci siamo guadagnati il pane come vuole dio è per questo che bisogna darsi le mani attorno a guadagnarli se non si muore di fame come vuole il diavolo volete dire che tutta opera di satanasso la nostra disgrazia ora sapete quel che vi aspetta quando non potrete più darvele attorno le mani per chieri omati smil e avranno ridotte come una radica di vite vi aspetta
il vallone sotto il ponte per andare a creparsi no no esclamò il vecchio tutto giulivo e gettando gli al collo le braccia attratte com'era di che divide i denari per la casa ci sono già se tu ci aiuti a la casa del nespolo credete che sia il più bel palazzo del mondo voi che non avete visto altro lo so che non è il più bel palazzo del mondo ma non dovresti dirlo tu che ci sei nato tanto più che tua madre non c è molta nemmeno mio padre non c è morto il nostro mestiere di
lasciare la pelle laggiù in bocca i pesci cani almeno finché non ce la lascia voglio godermi quel po di bene che posso trovare giacché è inutile logorarmi la pelle per niente e poi quando avrete la casa e quando avrete la barca e poi è la dote di hmena e la dote di lia a sangue di giuda ladro che malasorte è la nostra il vecchio se ne andò desolato scuotendo il capo col dorso curvo che le parole amare del nipote l'avevano schiacciato peggio di un pezzo di scoglio piombato gli sulla schiena adesso non aveva più coraggio
per nulla gli cascano le braccia e aveva voglia di piangere non poteva pensare ad altro se non che bastianazzo e luca non ci avevano mai avuto per capo quelle cose che ci aveva antoni e avevano sempre fatto senza lamentarsi quello che dovevano fare e molina va pure che era inutile pensare alla dote di hmena edili ed che non ci sarebbero arrivati mai la povera pareva che lo sapesse anche lei tanto era abilità le vicine ora tiravano dilungo dinanzi alla porta dei malavoglia come durasse il colera e la lasciavano sola accanto alla sorella col fazzoletto con
le rose o insieme all'annunziata e alla cugina anna quando e se facevano la carità di venire a cianciare un po giacché la cugina anna ci aveva anche lei poveretta quello briaco né dirotto e ormai tutti lo sapevano nella nunziata era troppo piccola quando quel bel mobile di suo padre l'aveva piantata per andarsela a cercare fortuna altrove le poverette si intendevano fra di loro appunto per questo quando discorrevano a bassa voce col capo chino e le mani sotto il grembiule ed anche quando tacevano senza guardarsi in viso pensando ognuna ai casi suoi quando si è ridotti
allo stato in cui siamo diceva la via che parlava come una donna fatta bisogna aiutarsi da sé e che ognuno pensi ai suoi interessi ma michele di tanto in tanto si fermava a salutarle o a dir qualche barzelletta tanto che le donne si erano addomesticate col berretto gallonato e non ne avevano più paura anzi da lì esser lasciata andare a dire anche lei le barzellette ci rideva sopra nella mena posava sgridarla andarsene in cucina e lasciarla sola ora che non aveva più la madre e restava lì anche lei accasciata su di se stessa guardando di
qua e di là della strada con gli occhi stanchi oramai come si vedeva che i vicini li avevano abbandonati e si gonfiava il cuore di riconoscenza ogni volta che don michele con tutto il suo berretto gallonato non degnava di fermarsi sulla porta dei malavoglia a fare quattro chiacchiere e se don michele trovava la lia sola la guardava negli occhi tirandosi non stacchi col berretto dallo nato messo alla sbarra e le diceva che bella ragazza che siete come aree ma la voglia nessuno le aveva detto questo perciò in là si faceva rossa come un pomodoro come
va che non vi siete maritata ancora le diceva anche don michele e la si stringeva nelle spalle e rispondeva che non lo sapeva voi dovreste avere la veste di lana e seta e gli orecchini lunghi che allora in parola d'onore gli faresti tenere il candeliere a molte signore della città la veste di lana e seta non fa perdendo annegare rispondeva li ha o perché la zuppi da non la nella mangia carrube orac acchiappato brasi di padroncito la non l'avrà anche lei e la vespa se la vuole non se la farà come le altre loro son
ricche loro sorte scellerata esclamava don michele battendo col pugno sulla sciabola vorrei pigliare un terno all'otto vorrei pigliare con amelia per farvi vedere cosa sono capace di fare alle volte don michele aggiungeva permettete con la mano nel berretto e si metteva a sedere lì vicino sui sassi mentre non aveva da fare mena credeva che volesse stare lì per come re barbara e noi diceva nulla ma don michele alla lia le giurava che non era per la barbara e non ci aveva mai pensato sulla santa parola d'onore pensava tutt'altro lui se non lo sapeva comare li
ha e si fregava in mento oh sees tirava i baffi guardandola come il basilisco la ragazza si faceva di mille colori e si alzava per andarsene però da michele la prendeva per la mano e le diceva perché volete farmi quello offesa comare malavoglia restate lì che nessuno vi mangia così mentre aspettavano gli uomini dal mare passavano il tempo e la sulla porta e don michele sui sassi sminuzzando qualche ster polino per non sapere che fare e le domandava che ci verrà a stare nella città che verrei a farci nella città quello è il posto per
voi voi non siete fatta per star qui fra questi villani in parola d'onore voi siete una roba fine di prima qualità e siete fatta per stare in una bella casetta andare a spasso alla marina e alla villa quando c'è la musica vestita bene come mi intendo io con un bel fazzoletto di seta in testa e la collana d'ambra qui pardi stare in mezzo ai porci parola mia d'onore e non vedo l'ora di esser traslocato che mi hanno permesso di richiamarmi alla città con l'anno nuovo lia si metteva a ridere nella burla e scrollava le spalle
che lei non sapeva nemmeno come fossero fatte le collane d'ambra e i fazzoletti di seta una volta poi non michele tira fuori in gran mistero un bel fazzoletto giallo e rosso con la sua brava carta che l'aveva avuto da un contrabbando e voleva regalarlo a comare li ha no no dice vale tutta rossa non lo piglio se mi ammazzate e don michele insisteva questo non me l'aspettavo comare li ha non me lo merito vedete e dovete avvolgere un'altra volta il fazzoletto nella carta e metterselo in tasca da allora in poi quando vedeva spuntare il naso
di don michele lia correva a ficcarsi in casa per paura che volesse darle il fazzoletto don michele aveva un bel passare e ripassare far brontolare la zuppa con la schiuma alla bocca e aveva un bel allungare il collo dentro lusso dei malavoglia che non vedeva più nessuno perché alla fine si decise di entrare le ragazze come lo videro dinanzi rimasero a bocca aperta tremando quasi avessero la terza è senza saper che fare voi evoluto il fazzoletto di seta comari a insegna alla ragazza la quale si era fatta rossa come un papavero ma io sono tornato
per bene che voglio a voi altri che cosa fa vostro fratello antoni anche mena si faceva rossa quando le domandavano che cosa facesse suo fratello ntoni perché non faceva nulla e don michele continua la paura di via qualche dispiacere a tutti voi altri vostro fratello antoni io vi sono amico e chiudo gli occhi ma quando verrà qui un altro brigadiere invece mia vorrà sapere che cosa va a fare vostro fratello con cinghia lenta la sera verso il rotolo e con quell'altro buon arnese di rocco stato quando vanno a passeggiare nella sciara come se avessero delle
scarpe da buttar via aprite bene gli occhi anche voi a quel che vi dico ora comare mena e ditegli pure che non bazzichi tanto con quel imbroglione di piedi papera nella bottega di pizzuto che si sa tutto e nei guai poi ci resterà lui gli altri sono volpi vecchie e sarebbe bene che vostro nonno non lo facesse andare a passeggiare nel lasciare perché lasciare non è fatta per andarci a passeggiare e gli scogli del rotolo ci sentono come se avessero orecchie ditegli e vedono anche senza cannocchiale le barche che vanno costeggiando quatto quatto verso l'imbrunire
come se andassero a pescar pd strelle ditegli questo comare mena ebit egli pure che chi gli da questo avvertimento è un amico e il quale vi vuol bene quanta compare cinghia lenta e rocco stato ed anche vanni pizzuto son tenuti d'occhio vostro fratello si fida di piedi papera e non sa che le guardie doganali hanno intanto per cento sui contrabbandi e per sorprenderli bisogna darla parte ad uno della combriccola e farlo cantare per chi ha parla di piani papera questo solo rammentate gli gli disse gesù cristo a san giovanni degli uomini segnati guardatene lo dice
pure il proverbio mena sbarrava gli occhi e impallidiva senza capire bene quel che ascoltava ma sentiva già alla paura che suo fratello avesse a che fare con quelli del berretto gallonato don michele allora la prese per mano onde farle animo e seguito se son venuta a dirvi tutto questo sarà il fritto io mi gioco il mio berretto gallonato per il bene che vi voglia poi altri ma la voglia ma non mi piace che vostro fratello patisca qualche guaio no non vorrei incontrarlo di notte in qualche brutto posto nemmeno per acchiappare un contrabbando di mille lire
parola mia non ore le povere ragazze non ebbero più pace ma che don michele be messo loro quella pulce nell'orecchio non chiudevano occhio nella notte aspettando il fratello dietro l'uscio sino a tardi tremando di freddo e di paura mentre egli andava cantando per le strade con rocco stato ed altri della combriccola né alle povere ragazze pareva sempre di udire delle grida e delle schioppettate come quando avevano detto che c'era stata la caccia delle quali ha due piedi tout va a dormire ripeteva mena alla sorella tu sei troppo giovane e certe cose non devi sapere al
nonno non diceva nulla per non dargli quest'altro brava cuore ma antoni quando lo vedeva un poco calmo che si metteva a sedere tristamente sulla porta col mento in mano si faceva coraggio per chiedergli cosa vai a fare sempre con troppo stato e cinghia lenta guardati che ti hanno visto sul lasciare verso il rotolo guardati di piedi papera sail detto dell'antico che gli disse gesù cristo a san giovanni degli uomini segnati guardatene chi te l'ha detto domandava antoni saltando su come un diavolo dimmi chi te l'ha detto don michele me l'ha detto rispondeva lei con le
lacrime agli occhi ma detto di guardarti di piedi papera che per acchiappare un contrabbando bisogna darla parte ad uno della combriccola e non ti ha detto altro no non mi detto altro toni allora giù ma che non era vero niente e non lo dicesse al nonno poi si levava vila frettoloso e se ne andava all'osteria a smaltire loggia e se incontrava quelli del berretto dallo nato faceva il giro lungo per non vederli neanche nel battesimo già da michele non sapeva nulla e parlava a casaccio onde fargli paura per la pizza che ci aveva contro di
lui dopo l'affare della santuzza la quale l'aveva messo fuori della porta come un cane rognoso alla fin fine egli non aveva paura di don michele dei suoi galloni che era ben pagato per succhiare il sangue del povero bella cosa ma michele non aveva bisogno di cercare di aiutarsi in qualche maniera così grasso e pasciuto e non aveva altro da fare che metter le mani addosso qualche povero diavolo se si industriava buscarsi come poteva un pezzo di 12 dari e quell'altra prepotenza che per sbarcare la roba di fuori regno bisogna pagare il dazio come fossero barbata
e doveva metterci il naso don michele coi suoi sbirri loro erano padroni di mettere le mani su ogni cosa e prendere quello che volevano ma gli altri se cercavano al rischio della pelle di fare come volevano per sbarcare la loro roba passavano per ladri e li cacciavano peggio dei lupi con le pistole carabine barbara i ladri non è stato mai peccato lo diceva anche don gian maria nella bottega dello speziale e don franco approvava col capo e con tutta la barba sogghignando che quando si faceva la repubblica non se ne vedevano più di quelle porcherie
di quegli impiegati di satanasso aggiungeva il vicario a don joe maria di cuoceva tuttora delle 25 onze che gli erano scappate di casa ora donna rosolina aveva perso anche la testa con le 25 onze e correva dietro don michele per farsi mangiare il resto come lo vedeva andare nella strada del nero credeva ci andasse per veder lei sul terrazzino e stava sempre al pozzuolo con la conserva del pomodoro e con le bocce dei peperoni per far vedere di che era capace poiché non glielo avrebbero levato dalla testa con le tenaglie che don michele con la
sua pancia ora che si era levato dal peccato mortale con la santuzza non cercasse una donna di casa e di giudizio come intendeva lei perciò lo difendeva se suo fratello diceva corna del governo e dei mangia pane e rispondeva dei mangiapane come don silvestro si che si mangiano un paese senza fare nulla ma i dazi ci vogliono per pagare i soldati che fanno bella vista con la montura e senza soldati ci mangeremo come lupi fra di noi dei fannulloni pagati per portare il fucile non altro sogghignava lo speziale come i preti che prendono 3 ha
permesso avete la verità don gian maria che capitale ci mettete voi nella messa che vi pagano 3 ettari e voi che capitale ci mettete in quell acqua sporca che vi fate pagare a sangue l'uomo rimbecca va il vicario con la schiuma alla bocca don franco tra a ridere come don silvestro per far dannare l'anima don gian maria e continuava senza dargli retta che aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli perdere la tramontana in mezz'ora si guadagnano la loro giornata e poi sono a spasso tutto il giorno tale quale come don michele il quale sembra un
uccellaccio perdigiorno sempre la per i piedi che non va più a scaldare le panche della santuzza per questo ce l'ha con me entrava di lentoni è arrabbiato come un cane e vuol fare il prepotente perché c'è la sciabola ma sangue della madonna una volta all altro voglio dargliela sul muso la sua sciabola per fargli vedere che me ne infischio io bravo esclamava lo speziale così va fatto bisogna che il popolo mostri 20 ma lontano di qua che non voglio pasticci nella mia spezieria al governo non parrebbe vero di tirarmi nell'imbroglio per i capelli ma a
me non mi piace avere a che fare quei giudici e con tutta quella canaglia della baracca toni malavoglia levava i pugni al cielo e giurava e sacramentava per cristo e per la madonna che voleva finirla avesse dovuto andare in galera già egli non aveva niente da perdere la santuzza non lo guardava più dello stesso occhio tante gli aveva dette quel pane perso di suo padre piagnucolando fra un ave maria e l'altra dopo che massaro filippo non mandava più il vino all'osteria le diceva che gli avventori cominciavano a diradare come le mosche a sant'andrea da che
non si trovavano più il vino di massaro filippo al quale erano avvezzi come il bambino alla poppa lo zio santoro ogni volta ripeteva alla figliola che vuoi farne di quella fama tonin toni ma la voglia non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto tollo in grassi meglio di un maiale e poi va a fare il cascamorto con la vespa e con la mangia carrube ora che sono ricche e le diceva pure gli avventori se ne vanno perché egli ti sta sempre alla gonnella e non ti lascia un momento da dirti una barzelletta oppure
così lager e sudice una porcheria avercelo per la bettola che sembra tutta una stalla e la gente a schifo di bever c nei bicchieri don michele si che ci stava bene sulla porta coi galloni nel berretto la gente che paga il vino o al bever se lo in santa pace ed è contenta di vedere uno con la sciabola lì davanti poi tutti gli facevano di berretto e nessuno ti avrebbe negato un soldo se te lo do veva quando era segnato col carbone sul muro ora che non c'è più lui non viene nemmeno massaro filippo l'altra
volta è passato di qua ed io volevo farle entrare lei dice che è inutile venirci giacché il mosto non può farlo passare più di contrabbando ora che se in collera con don michele una cosa che non è buona né per l'anima nel corpo la gente comincia perfino a mormorare che antoni gli fai la carità pelosa giacché massaro filippo non ci viene più e vedrai come andrà a finire vedrai che arriverà all'orecchio del vicario e ti leveranno la medaglia di figlia di maria la santuzza teneva duro ancora perché in casa sua voleva essere sempre la padrona
ma cominciava ad aprire gli occhi anche lei già che tutto quello che le diceva suo padre era il santo evangelio e non trattava più un toni come prima c'era un rimasuglio da riporre in serbo nel piatto non lo dava più a lui e gli metteva dell'acqua sporca nei fondi di bicchiere se i cantoni alla fine cominciò a fare il viso lungo e la santuzza gli rispose che i fannulloni non le piacevano e lei e suo padre se lo guadagnavano il pane così pure avrebbe dovuto far lui né aiutare un po nella casa a spaccar legna
oa soffiar nel fuoco invece di starsene con un lazzarone a bocciare e dormire con la testa fra le braccia oa sputacchiare per terra dappertutto che faceva un mare non si sapeva più dove mettere i piedi in toni un po andò a spaccare legna brontolando oa soffiar nel fuoco per fare meno fatica ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane peggio di quello che faceva un tempo a casa sua per vedersi trattare peggio di un cane a sgarbi e parolacce in grazia di quei piatti sporchi che gli davano da leccare una volta finalmente
mentre la santuzza tornava dal confessarsi col rosario in mano le fece una scenata lagnandosi che questa veniva perché don michele era tornato a girandola re davanti l'osteria che l'aspettava anche sulla piazza quando andava a confessarsi e lo zio santoro gli gridava dietro per salutarlo quando sentiva la sua voce e andava a cercarlo fin nella bottega di pizzuto tastando i muri col bastone per trovare la strada la santa allora cominciò a fare il diavolo a rispondergli che era venuto apposta per farle fare peccati mentre aveva l'ostia in bocca e farle perdere la comunione se non vi
piace andate me ne diceva io non voglio dannarmi l'anima per voi e non vi ho detto nulla quando ho saputo che correte dietro le donnacce come la vespa è la mangia carrube che ora sono malmaritate correte a trovarle che ora ci hanno il provolo in casa e cerca nel maiale ma ntoni giurava che non era vero e a lui non gliene importava di queste cose alle femmine non ci pensava più e avrebbe potuto sputargli in faccia se lo vedeva parlare con un'altra donna no così non te lo levy dai piedi ripeteva intanto lo zio santoro
non vedi come attaccato al pane che ti mangia bisogna rompere la pentola per aggiustarla bisogna farlo mettere fuori a pedate massaro filippo mi ha detto che il mostro non può ottenerlo più nelle botti e lo venderà ad altri se tu non fai la pace con don michele e non ti riesce di farlo entrare di contrabbando come prima e tornava a cercare massaro filippo nella bottega di pizzuto bastano i muri col bastone sua figlia faceva la sdegnosa protestando che non avrebbe mai piegato il capo a don michele dopo la partenza che colui le aveva fatto lascia
fare a me che la giusto io assicurava lo zio santoro parole cose con giudizio non ti lascerai fare la figura di tornare a leccare gli stivali hubble michele sono tuo padre o no santo bio i toni perché la santuzza gli faceva degli sgarbi bisognava che pensasse come pagare il pane che gli davano all'osteria giacche a casa sua non osava comparire e quei poveretti intanto pensavano a lui quando mangiavano alla loro minestra senza appetito come se anche gli fosse morto e non stendevano nemmeno la tovaglia sparpagliati per la casa con la scodella sulle ginocchia questo è
l'ultimo colpo per me che sono vecchio ripeteva il nonno e chi lo vedeva passare con le reti in spalla per andare a giornata diceva questa è l'ultima invernata per padrón toni poco ci vorrà che tutti quegli orfani rimangano sulla strada e la lia se la mena le diceva di ficcarsi dentro quando passava don michele rispondeva con tanto di bocca sì bisogna ficcarsi in casa quasi fossi un tesoro tranquilla che di tesori come noi non ne vogliono neppure i cani o se tua madre fosse qui non diresti così mormorava mela se mia madre fosse qui non
sarei orfana e non dovrei pensarci da me ad aiutarmi e nemmeno un toni andrebbe per le strade che è una vergogna sentirsi dire che siamo sue sorelle e nessuno vorrà prendersi moglie la sorella di ntoni malavoglia toni ora che era in miseria non aveva più ritegno a dimostrarsi insieme a rocco stato ea cinghia lenta per lasciare verso il rotolo e a discorrere sottovoce fra di loro con la faccia scura a guisa di lupi affamati don michele tornava a dire alla mela vostro fratello vi darà qualche dispiacere comare mena bene era ridotta ad andare a cercare
il fratello su lasciare anche lei e verso il rotolo o sulla porta dell'osteria e piangeva singhiozzava tirandolo per la manica della camicia ma egli rispondeva no e don michele che mi vuole male te l'ho detto sta sempre a macchinari birbonate contro di me con lo zio santoro li ho sentiti io nella bottega di pizzuto che lo sbirro gli diceva e se tornassi dalla vostra figlia che figuraccia ci farei e lo zio santoro rispondeva o bella se vi dico che tutto il paese si mangerebbe i gomiti dall'invidia ma tu che cosa vuoi fare ripeteva mela con
la faccia pallida pensa alla mamma antonia pensa noi che non abbiamo più nessuno niente voglio svergognare lui e la santuzza davanti a tutto il paese quando vanno alla messa voglio dir loro il fatto mio e far ridere la gente già non ho paura di nessuno al mondo e mi sentirà anche lo speziale lì vicino bene aveva un bel piangere un bel pregare e gli tornava a dire che non aveva nulla da perdere e dovevano pensarci gli altri più di lui che era stanco di fare quella vita e voleva finirla come diceva don franco siccome all'osteria
lo vedevamo di malocchio andava a girandola re per la piazza specialmente la domenica e si metteva sugli scalini della chiesa per vedere che faccia facevano quegli svergognati che venivano lì a gambara il mondo e fare le corna al signore e alla madonna sotto i loro occhi stessi la santuzza da che incontrava ntoni che faceva la sentinella sulla porta della chiesa se ne andava da c castello per la messa di buon mattino onde sfuggire alla tentazione di far peccati toni vedeva passare alla mangia carrube col nasone la mantellina senza guardar più nessuno ora che aveva acchiappato
il marito la vespa tutta in fronzoli e con tanto di rosario in mano andava a pregare il signore di liberarla di quel castigo di dio di suo marito entoni sghignazzava loro dietro ora che l'hanno pescato il marito non hanno più bisogno di nulla c è chi deve pensare a dar loro da mangiare lo zio crocifisso aveva persa anche la devozione perché si era messa la vespa addosso e non andava nemmeno in chiesa per stare lontano dalla moglie almeno il tempo della messa così si dannava l'anima questo è l'ultimo anno per me andava piagnucolando e adesso
correva a cercare padrón toni e gli altri disgraziati al pari di lui nella mia vigna ci ha grandinato e alla vendemmia non ci arrivo di certo sapete addio crocifisso rispondeva padrón toni quando vogliamo andare dal notaio per quella fare della casa io sono pronto e già qui i denari con lui non pensava ad altro che alla sua casa e non gliene importava un corno degli affari degli altri non mi parlate di notaio padrón toni quando sento parlare di notaio mi lamento del giorno in cui mi ci lascia trascinare dalla vespa maledetto sia il giorno che
ci misi i piedi ma compare piedi papera che fiutava lassen serie a gli diceva quella strega della vespa se morite voi è capace di dargliela per un pezzo di pane la casa del nespolo ed è meglio che li facciate voi i vostri affari finché ci avete gli occhi aperti allora crocifisso rispondeva sì sì andiamoci pure dal notaio ma bisogna che mi facciate a guadagnare qualche cosa su questo affare vedete quante partite ho fatte e piedi paper aggiungeva fingendo di parlare con lui quella strega di vostra moglie se sa che avete ripresi denari della casa è
capace di strozzarmi per comprarsene tante collane e fazzoletti di seta e diceva pure almeno la mangia carrube non ne compra più collana e fazzoletti di seta orac acchiappato il marito la vedete come viene ammessa con un ha vestito la di cotonina da me non me ne importa della mangia carrube ma avrebbero dovuto bruciarla viva anche lei con tutte le altre donne che sono al mondo per farci dannare l'anima che ci credete che non compra più nulla tutta in postura per minchiona re patron fortunato il quale va gridando che vuole pigliarsi una di mezzo alla strada
piuttosto che lasciar vedere la roba sua quella pezzente la quale gli ha rubato il figliuolo io per me gli regalerei la vespa se la volesse tutte le stesse e guai a chi ci capita per sua disgrazia che il signor eleva il lume vedete don michele che va nella strada del nero per far l'occhietto con nonna rosolina cosa gli manca costui rispettato ben pagato con tanto di pancia e bene corre dietro alle donne anche lui per cercarsi guai con la lanterna per la speranza di quei quattro soldi del vicario no egli non ci viene per donna
rosolina lo diceva piedi paper ammiccando gli di nascosto donna rosolina può farci l'era di che sul terrazzino in mezzo ai suoi pomidoro a fargli l'occhio di pesce morto a don michele non gliene importa nulla dei denari del vicario lo so io cosa va a fare nella strada del nero dunque cosa pretendete per la casa torno a dire padrón toni ne parleremo ne parleremo quando saremo dal notaio rispose lo zio crocifisso adesso lasciatemi ascoltare la santa messa in tal modo lo mandava via maggio mogio don michele pro per la testa ripeteva piedi papera cacciando fuori tanto
di lingua dietro le spalle di padrón toni e accennando con l'occhio a suo nipote il quale andava da collegarsi sui muri con un pezzo di giubbone sulle spalle saettando delle occhiatacce sullo zio santoro il quale aveva preso avvenire alla messa per stendere la mano ai fedeli borbottando ave maria e gloria patri e conosceva tutti ad uno ad uno come la folla usciva dalla chiesa dicendo all'uno il signore vi dalla provvidenza e a quell'altro 80 salute e come gli passò accanto don michele gli disse pure andateci che vi aspetta nell'orto dietro la tettoia santamaria ora pro
nobis signore iddio perdonatemi la gente appena don michele torno a bazzicare dalla santuzza diceva fecero pace cani e gatti vuol dire che c'era sotto qualche cosa per tenersi il broncio e come massaro filippo era pure tornato all'osteria anche quell'altro e non sa starci senza da michele è segno che è innamorato di don michele piuttosto che della santuzza certuni non sanno stare soli neppure in paradiso allora antoni malavoglia masticabile vedendosi scacciato a pedate fuori della bettola peggio di un cane rognoso senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don michele e piantarsi
la tutto il giorno coi gomiti sul desco a far loro mangiare il fegato invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio con la coda fra le gambe il muso a terra borbottando sangue di giuda un giorno all'altro succederà una commedia succederà rochus pato e cinghia lenta che avevano sempre qualche soldo gli ridevano sul naso dalla porta della taverna facendogli le corna e venivano a parlargli sottovoce e tirandolo per braccio verso la sciara e parlandogli nell'orecchio e gli tentennava sempre a dirti sì come un minchione che era allora gli rinfacciavano ti sta bene a morir
di fame lì davanti a vederti fare le corna sotto gli occhi tuoi stessi da don michele carogna che sei sangue di giuda non dite così gridava ntoni col pugno in aria che un giorno o l'altro faccio succedere una commedia faccio succedere ma gli altri lo piantavano li alzando le spalle sghignazzando tanto che infine gli fecero montare la mosca al naso dando a piantarsi proprio nel bel mezzo dello steri ha già solo come un morto col pugno sul fianco e il giappone vecchio sulle spalle che pareva ci avesse un vestito di velluto girando gli occhiacci intorno
per stuzzicare chi sapeva lui don michele per amore dei galloni fingeva di non vederlo e cercava di andarsene ma ntoni ora che don michele faceva il minchione si sentiva cuocere il fegato e gli rideva e gli sghignazzava sul mostaccio a lui alla santuzza e sputava sul vino che beveva dicendo che era tossico di quello che avevano dato a gesù sacramentato e battezzato per giunta che la santuzza ci aveva messa l'acqua ed era una vera minchioneria a venire a lasciarsi rubare i soldi in quella bettola cia per questo e non ci veniva più la santuzza toccata
nel debole non seppe più contenersi e gli disse che non ci veniva più perché erano stanchi di mantenerlo per carità che erano stati costretti a cacciarlo fuori dell'uscio con la scopa tanta era affamato allora antoni cominciò a fare il diavolo gridando e rompendo i bicchieri che l'avevano messo fuori per tirarsi in casa quell'altro baccalà col berretto gallonato ma gli bastava l'anima di farli uscire il vino dal naso se voleva perché lui non aveva paura di nessuno don michele giallo anche lui col berretto di traverso balbettava per la santa parola d'onore stavolta finisce brutta intanto che
la santuzza faceva piovere i bicchieri e le mazzette addosso tutte e due così finalmente si tuffarono e cominciarono a darsi dei pugni e arrotolarsi sotto le banche che volevano mangiarsi il naso mentre la gente li prendeva a calci ea pugni per separarli e ci riesci infine pepi naso con la cinghia di cuoio che sarà elevata dai calzoni e dove arrivava levava il pelo da michele si spolvera la cultura anno a raccattare la sciabola che aveva persa e se ne uscì borbottando fra i denti senz'altro per amor dei galloni manton i malavoglia il quale mandava un
fiume di sangue dal naso vedendolo sgattaiolare non lo potevano tenere dal gridargli dietro un mare di improperi dalla porta dell'osteria mostrandogli in pugno e asciugandosi con la manica il sangue che gli colava dal naso e gli prometteva che voleva dargli il resto quando li incontrava 4 quando ntoni malavoglia in controllo michele per dargli il resto fu un brutto affare di notte mentre diluviava ed era sicuro che non ci avrebbe visto neppure un gatto all'angolo della sciara verso il rotolo dove bordeggia vano fatte quote le barche che facevano finta di pescare merluzzi a mezzanotte e dove
ntoni andava a ronzare con troppo stato e cinghia lenta ed altri mal arnesi con la pipa in bocca che le guardie le conoscevano ad una ad una a quelle punte di fuoco delle pipe mentre stavano ha piazzate fra gli scogli con le carabine in mano come romena aveva detto don michele un'altra volta passando dalla strada del nero ditegli a vostro fratello di non andarci di notte al rotolo con rocco stato e cinghia lenta antonia aveva fatto il sordo perché ventre affamato non sente ragioni e don michele non gli faceva più paura dopo che si erano
rotolati a pugni a cazzotti sotto le panche dell'osteria inoltre gli avevo promesso di dargli il resto quando li incontrava e non voleva passare per canaglia e per spaccone agli occhi della santuzza e di tutti quelli che erano stati presenti alla minaccia gli ho detto che però il rimanente dove incontrerò se l'incontro al rotolo glielo do al rotolo ripeteva con i suoi amici e ci avevano tirato anche il figlio della rocca avevano passato alla sera all'osteria a bere schiamazzare che la bettola è come un porto di mare e la santuzza non avrebbe potuto mandarlo via ora
che ci aveva dei soldi in tasca e li faceva ballare nella mano don michele era passata a far la ronda marrocco stato che sapeva la legge diceva sputacchiando finché c'è il lume sulla porta abbiamo il diritto di stare qua e si appoggiava il muro per star meglio toni ma la voglia se la godeva anche a far sbagliare la santuzza la quale dormicchiava dietro i bicchieri con la testa posata su quei cuscini che portavano la medaglia di figlia di maria e ci sta morbido meglio che di un fascio d'erba fresca diceva antoni il quale aveva il
vino chiacchierone mentre rocco pieno come una botte non fiatava più con le spalle al muro lo zio santoro intanto a tastoni aveva ritirato il lume chiudeva la porta ora andatevene che ho sonno disse la santuzza io non ho mica sono io ma sarò filippone mi lascia dormire la notte a me non me ne importa se vi lascia dormire ma non voglio che mi prendono la multa per amor vostro se mi trovano lusso aperta a quest'ora civ e la piglia la multa quello sbirro di don michele fatelo venire qui che gliela do io la multa ditegli
che c'è qui ntoni malavoglia sangue della madonna la santuzza intanto l'aveva preso per le spalle e lo spingeva fuori dell'uscio andate a dirglielo voi stesso e andate a cercarvi guai fuori di qui io non ne voglio chiacchiere con la polizia dei vostri begli occhi toni vistosi cacciare in quel modo sulla strada nel fango e con l'acqua che minima giù come dio la mandava tirò fuori tanto di coltello e giurava e sacramentava che voleva pungerli tutti quanti lei e buon michele cinghiale ntre è il solo che stesse in sensi per tutti e lo tirava per il
giappone gli diceva lascia stare per stasera non lo sai quello che abbiamo da fare al figlio della rocca allora gli venne una gran voglia di mettersi a piangere al buio è ubriaco osservare troppo stato messo sotto la gronda portatelo qui che gli farà bene toni un po dall'acqua che gli pioveva dalla gronda si lascia condurre da compare cinghia lenta seguitando a sbuffare mentre sguazzava nelle pozzanghere sacramentava che se incontrava dal michele voleva dargli tutto quello che gli aveva promesso tutt'a un tratto si trova davvero nasa naso con don michele il quale ronzava all'intorno anche lui
con la pistola sulla pancia e i calzoni dentro gli stivali allora antoni si calmò di botto e tutti e tre si allontanarono quatti quatti verso la bottega di pizzuto arrivati dietro l'uscio adesso che don michael era ben lontano toni volle a forza che si fermassero per unire quello che diceva lo vedete dove andava a don michele e la santuzza che diceva d'aver sonno adesso come faranno se c'è tuttora massaro filippo nella stalla e tu lascia stare don michele gli disse cinghia lenta così ci lascerà andare dai fatti nostri voi altri siete tante carogne di santoni
che avete paura di don michele stasera sei ubriaco ma ti farei vedere se ho paura di don michele ora che ho venduto il muro non voglio che nessuno venga a vedere come mi guadagna il pane sangue ed un cane la si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del muro intanto che lo scroscio della pioggia copriva i loro discorsi ad un tratto suonarono le ore attaccherò tutti e quattro per stare ad ascoltare entriamo pare pizzuto visse cinghia lenta egli è padrone di tenere la porta aperta sino che vuole senza lume fuori è scuro che
non ci si vede visse il figlio della loc bisogna bere che cosa col tempo che fa risposero accostato sennò ci romperemo il naso nella sciara cinghia lenta si mise a brontolare come se andassimo a giocare ora vi farò dare dell'acqua con limone da mastro vanni io non ho bisogno dell'acqua con limone salto su un toni e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di voi altri compare pizzuto non voleva aprire a quell'ora e rispondeva che era il letto ma siccome continuavano a picchiare e minacciavano di svegliare tutto il paese di far correre la
guardia a mettere il naso nei fatti loro si fece dare la voce e venne ad aprire in mutande ma che siete pazzi a picchiare in questo modo esclamava ora ho visto passare don michele sì l'abbiamo vista anche noi adesso sta recitando il rosario con la santuzza che lo sai donde viene ball michele gli domandò pizzuto guardandolo negli occhi toni fece una spallata e vanni mentre si faceva da parte per lasciarli entrare amico rocco ea cinghia lenta è stato dalle malavoglia soffio al loro nell'orecchio l'ho visto uscire io buon pro risposi cinghia lenta ma bisognerebbe dire
antoni che raccomandi e sua sorella di trattenere don michele tutta la notte quando abbiamo da fare che cosa il nome chiese ntoni con la lingua grossa niente non è affare per questa sera perché mi avete fatto lasciar l'osteria che sono tutto fradicio dalla pioggia s.rocco stato è un altro discorso che stavamo facendo con compar cinghia lenta e pizzuto aggiunse si è venuto l'uomo dalla città e ha detto che per questa sera la roma è la ma sarà un affare grosso smar carla con questo tempo tanto meglio così nessuno ci vede a sbarcare la sim alle
guardiano l'orecchio fino e badate che mi è parso di vederle ronzare qui davanti e guardare dentro la bottega allora successo un momento di silenzio e con pale vanni per finirla anno a riempire tre bicchieri di arma bianca bene in pivot delle guardie esclamò rocco spa tu dopo che bevuto peggio per loro se vengono a mettere il naso nei fatti miei ho qui il mio temperino che non fa tanto chiasso con le loro pistole noi cibus chiamo il pane come possiamo e non vogliamo far male a nessuno aggiunse cinghia lenta o che uno non è più
padrone di farsi sbarcare la roba dove vuole loro stanno spasso con i ladri per farsi pagare il dazio di ogni fazzoletto da naso che volete portare a terra e nessuno li prende a schioppettate aggiunse ntoni malavoglia sapete che cosa ha detto don gian maria e rubare ai ladri non è peccato e i primi ladri son quelli coi galloni che ci mangiano vivi vogliamo né tonnina con chiuse rocco stato con gli occhi lucenti al pari di un gatto ma a quel discorso il figlio della rocca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca giallo come un morto
che sei già ubriaco gli chiese cinghia lenta no rispose lui non ho bevuto aperta farà bene a tutti buonanotte a chi resta un momento ludico pizzuto con la mano sul battente non è per i soldi dell'arma bianca questa velo data per niente come amici che siete ma vi raccomando è la mia casa è qui per voi altri se l'affare va bene sapete che c'è lì dietro una camera dove ci starebbe un bastimento di roba e che nessuno ci mette il naso che con don michele le sue guardie siamo come pane e calcio di compare piedi
papera non mi fido perché l'altra volta mi fece le corna e andò a portare la roba in casa di don silvestro non silvestro non si contenderebbe mai di quel che gli dareste di sua parte col pretesto che rischia di perdere il posto ma con me non avrete questo timore e mi darete quel che è giusto e si che compare piedi papera non gli ho mai negato la sensi ria e gli do il bicchierino ogni volta che viene qui e la barba gliela faccio per niente ma santo diavolo né se mi fa le corna un'altra volta
non voglio passare per minchione e andò a contare don michele tutte queste bricconate no non compare vanni non c'è bisogno di amarla contarono michele e piedi papera si è visto stasera neanche sulla piazza era lì nella spezieria a fare la repubblica con lo speziale ogni volta che si fa il colpo e gli voga al lardo per provare che lui non c'entra in tutto quel che può succedere e volpe vecchia e le palle delle guardia non lo coglieranno mai sebbene sia zoppo come il diavolo poi domattina a cose fatte verrà riscuotere la sensi ria con la
faccia tosta ma le palle le lascia per gli altri piove sempre vissero accostato che non vuol finire stanotte con questo tempo ci sarà nessuno alla rotolo soggiunse il figlio della lotta ed è meglio tornarsene a casa toni cinghia lente e rochus pato che erano sulla soglia davanti alla pioggia che scrosciava come il pesce nella padella rimasero un momento zitti guardando nel buio minchione che sei esclamò cinghia lenta per fargli coraggio e vanni pizzuto adagio adagio chiuse l'uscio dopo di aver detto sottovoce sentitevi se vi accadesse qualche disgrazia voi non l'avete visto stasera il bicchierino velo
dato per amicizia ma in casa mia non ci siete stati non mi tradite che non ho nessuno al mondo gli altri se ne andarono ma oggi sotto la pioggia rasente i muri e anche costui masticava fra i denti cinghia lenta che sta a sparlare di piedi papera e dice che non ha nessuno al mondo almeno pieri papera c'è alla moglie e ciò la voglio anch'io ma io sono di quelli delle palle in quel momento passavano quatti quatti dietro l'uscio della cugina e rocco stato disse che anche lui ci aveva la mamma la quale a quell'ora
stava dormendo beata lei chi può starsene fra le lenzuola con questo tempaccio non va in giro di certo con chiuse compare cinghia lenta toni fece segno di star zitti e di scantonare per la viottola onde evitare di passare davanti alla sua casa e meno il nonno potevano stare ad aspettarlo e gli avrebbero udito i non sta ad aspettare te no tua sorella si diceva quello bria con e di rocco stato semmai aspetta a don michele toni allora voleva mangiargli l'anima mentre si trovava il coltello in tasca e cinghia lenta chiese loro se erano ubriachi a
volersi questionare per delle sciocchezze mentre andavano a fare quello che sapevano bene infatti aspettava il fratello dietro l'uscio col rosario in mano ed anche lì a senza dir nulla di quello che sapeva ma pallida come una morta e meglio sarebbe stato per tutti i cantoni fosse passato per la strada del nero invece di scantonare per la viottola don michele c'era davvero stato perso un'ora di notte e aveva picchiato sull'uscio chi è a quest'ora pizzeria la quale lava di nascosto un fazzoletto di seta keba michele infine era riuscito a farle prendere son io da michele aprite
che devo parlarvi di premura non apro perché tutti sono in letto e mia sorella ed il ad aspettare ntoni dietro l'uscio se vostra sorella vicente ad aprire non fa nulla si tratta appunto di ntoni ebbe a fare di premura non voglio che vada in galera vostro fratello ma apri temi che se mi vedono qui perdo il pane la vergine maria cominciò allora a dire la ragazza o vergine maria chiudetelo in casa stanotte vostro fratello come torna ma non dite che ci sono stato io ditegli che è meglio che stia in casa be the year o
o vergine maria vergine maria ripeteva li ha con le mani giunte adesso e all'osteria ma deve passare di qua voi aspettatelo sull'uscio che è meglio per lui lia piangeva sottovoce perché non disse sua sorella col viso nelle mani e don michele la vedeva piangere con la pistola sulla pancia e i calzoni dentro gli stivali per me c'è nessuno che stia inquieto che si mette a piangere comari li ha ma anch'io sono in pericolo come vostro fratello da allora se mi accadde qualche disgrazia pensateci che son venuto ad avvertirvi ed ho rischiato di perdere il pane
per voi allora li alza il viso dalle mani e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime di ove la paga don michele la carità io non voglio esser pagato comari li ha lo ha fatto per voi e per bene che vi voglio ora andate bene che tutti dormono andate bene per l'amor di dio don michele don michele se ne andò e della rimase dietro l'uscio a dire il rosario per suo fratello e pregava il signore che lo mandasse da quelle parti ma il signore non ve lo mando tutti e quattro i toni cinghia lenta
rocco stato e il figlio della lotta filavano quatti quatti lungo i muri della viottola e come furono sulla sciara si cavarono le scarpe e stetter ad origliare un po inquieti e con le scarpe in mano non si sa nulla disse cinghia lenta la pioggia ma continuava a cadere e dalla sciara non si udiva altro che i brontolare del mare là sotto non ci si vede nemmeno a bestemmiare vissero costato come faranno ad afferrare lo scoglio dei colombi con questo oscuro sono tutti pratica rispose cinghia lenta conoscono le coste palma palmo ad occhi chiusi ma io
non sento nulla osservò antoni è vero non si sente nulla rispose cinghia lenta ma devono essere laggiù da un pezzo allora è meglio tornarsene a casa aggiunse il figlio della lotta tu ora gaiman non pensi ad altro che tornarsene a casa ma se non stai zitto ti butti in mare con una pedata gli disse cinghia lenta il fatto è brontolon rocco che mi secca passare quella notte senza far nulla ora sapremo se ci sono 1 e si misero a fare lo strillo della civetta 60 michele di santoni correranno qui subito perché con una notte come
questa le civette non vanno in giro allora è meglio andarsene piagnucolò il figlio della lotta giacché nessuno risponde tutti e quattro non in volto sebbene non si vedessero né pensarono a quel che aveva detto antoni di padrón toni che facciamo torno a dire il figlio della rocca scendiamo sulla strada propose cinghia lenta se non c'è nessuno nemmeno la vuol dire che non sono venuti toni mentre scendevano sulla strada disse che di papere capace di venderci tutti per un bicchiere di vino ora che non è più il bicchiere dinnanzi divise cinghia lenta hai paura anche tu
tandja un sangue del diavolo vi farò vedere se ho paura nello scendere adagio adagio per gli scogli tenendosi bene per non rompersi il collo spago osservò sottovoce vanni pizzuta questo rende il suo letto lui che se la prendeva con piedi papera perché si acchiappa lassen seria senza far nulla orbene concluse cinghia lenta se non volete rischiare la pelle dovevate restare a casa a dormire nessuno fiatò più anthony andava pensando mentre metteva le mani avanti per vedere dove posare i piedi che compare cinghia lenta avrebbe potuto fare a meno di vir così perché a ciascuno in
quei frangenti gli viene davanti agli occhi la sua casa colletto e la mena che sonnecchiava dietro l'uscio quello bria con e di rocco spa tu disse infine la nostra pelle non vale un baiocco chi va là udirono gridare ad un tratto dietro il muro della strada fermi fermi tutti tradimenti tradimento cominciarono a gridare mettendosi a fuggire per lasciarla senza badare più dove mettevano i piedi ma ntoni che aveva già scavalcato il muro si trovano al naso con don michele il quale aveva la pistola in pugno sangue della madonna gridò malavoglia tirando fuori il coltello voglio
farvi vedere se ho paura della pistola la pistola di domnica le parti in aria ma egli stramazzò come un bue colpito al petto toni allora voleva fuggire saltando meglio di un capriolo però le guardie gli furono addosso intanto che piovevano le schioppettate come la grandine lo gettarono a terra ora come farà la mia mamma piagnucolava il figlio della lotta mentre lo legavano peggio di cristo non stringete tanto forte sangue della madonna urlava ntoni lo vedete che non posso più muovermi vala vala malavoglia gli rispondevano il tuo conto è bello è aggiustato e lo spingevano abboccate
di carabina mentre lo conducevano in caserma legato peggio di cristo anche lui e gli portavano dietro don michele sulle spalle delle due guardie andava cercando con gli occhi dove fossero cinghia lente robots vado l'hanno scampata diceva fra di se non hanno a temere più di niente come vanni pizzuto e piedi papera che dormono fra le lenzuola a quest'ora soltanto a casa mia non vengano più da che hanno udito le schioppettate infatti quei poveretti non dormivano e stavano sulla porta sotto la pioggia come se avesse parlato loro il cuore mentre i vicini si voltavano dall'altra parte
e tornavano a dormire sbadigliando domani sapremo cosa è stato sul tardi appena cipro a rompere l'alba la gente si affollava davanti alla bottega di pizzuto che c'era ancora il lumicino e lì si faceva un gran chiacchierare di quel che era successo in quel diavolio della notte hanno contrabbando i contrabbandieri raccontava pizzuta e don michele ci ha buscato la coltellata la gente guardava verso la porta dei malavoglia e faceva segno col dito infine venne la cugina anna tutta spettinata bianca come un cencio e non sapeva che dire patron toni come se gli parlasse il cuore domandò
anthony sapete dove antoni l'hanno arrestato stanotte nel contrabbando insieme al figlio della rocca rispose la cugina anna la quale aveva perduto la testa l'hanno ammazzato don michele mamma mia gridò il vecchio cacciandosi le mani nei capelli ed anche la lia si era cacciata le mani nei capelli padrón toni sempre con le mani in testa non faceva altro che dire oh mamma mia mamma mia sul tardi venne piedi papera con la faccia angustiata picchiandosi la fronte avete sentito è padrone toni che disgrazia io sono rimasto di sale quando l'ho saputo come re grazie a sua moglie
piangeva davvero poveretta vedendo come le disgrazie fioccavano nella casa dei malavoglia tu che ci vieni a fare gli diceva sottovoce suo marito tirandola vicino alla finestra tu non c'entri adesso a bazzicare in questa casa si tira addosso gli occhi degli sbirri la gente non si affacciava nemmeno allo show dei malavoglia solo l'annunziata appena sentita la notizia aveva affidato i ragazzi a più grandicello per raccomandata la sua casa alla vicina ed era corsa da comare mena a piangere con lei come una che non aveva ancora gli anni del giudizio gli altri stavano a godersi la vista
da lontano sulla strada o si affollavano come le mosche davanti alla caserma per vedere come sembrava antoni di padrón toni dietro la grata dopo che aveva dato la coltellata bo michele oppure correvano nella bottega di pizzuto il quale vendeva acquabianca e faceva la barba e raccontava ogni cosa come era stata parola per parola i minchioni sentenziava lo speziale vedete chi si lascia prendere i minchioni sarà un affare brutto aggiungeva don silvestro la galera non gliela levano nemmeno col rasoio e don giammaria andava a dirgli su un ostaggio in galera non ci vanno quelli che dovrebbero
andarci sicuro non ci vanno rispondeva non silvestro con la faccia tosta al giorno d'oggi aggiungeva padrón cipolla giallo dall'abile i veri ladri di ruba nel fatto vostro di mezzogiorno e in mezzo alla piazza vi si piccano in casa per forza senza rompere né porte né finestre come voleva fare in casa mia ntoni malavoglia aggiungeva la zuppetta venendo affilare la sua canapa nel crocchio io te l'ho sempre detto pace degli angeli cominciava suo marito voi state zitto che non sapete niente guardate che giornata sarebbe venuta adesso per mia figlia barbara se non stavo allerta sua figlia
dalla finestra per vedere passare fra gli sbirri in toni di patron toni quando l'avrebbero portato alla città di là non esce più dicevano tutti sapete cosa c'è scritto a palermo corri quanto vuoi che qui ti aspetto e il malo ferro se lo mangia la mola poveri diavoli la buona gente non ci si metta quel mestiere sbraitava la vespa i guai li a chi li cerca vedete che ci si mette a queste cose chi non fa altro mestiere ed è un ma l'arnese come ma la voglia e il figlio della rocca tutti dicevano di sì che
quando capita un figlio di quella fatta è meglio che gli casca la casa addosso la sola rocca andava cercando suo figlio e si piantava davanti alla caserma delle guardie strepitando che glielo dessero senza voler sentir ragione né quando andava a seccare suo fratello campana di legno e si piantava sugli scalini del ballatoio per delle ore intere coi capelli bianchi e che svolazzavano lo zio crocefisso gli diceva la galera cielo in casa vorrei esserci io al posto di tuo figlio cosa vuoi da me già il pane non te lo portava nemmeno lui la rocca ci guadagna
osservava don silvestro ora che non ha più quel pretesto di averci killah mantiene la metteranno all'albergo dei poveri a mangerà pasta e carne tutti i giorni se no resta carico del comune concludere che il malo ferro se lo mangia la mola padroni fortunato soggiungeva è un buon affare padrón toni credete che non gliene mangi dei soldi quel mal arnese di suo nipote io lo so quel che vuol dire un figlio che vi fa quella riuscita ora glielo manterrà il re ma padrón toni invece di pensare a risparmiare quei soldi adesso che il nipote non glie
li mangiava più seguitava buttargli lì dietro con avvocati e mangia carte quei soldi che costavano tanto e che erano destinati alla casa del nespolo ora non abbiamo più bisogno della casa medi nulla diceva egli col viso pallido come quello di ntoni quando l'avevano condotto in città fra gli sbirri e tutto il paese era andato a vederlo con le mani legate e il fagotto delle camicie sotto il braccio che glielo aveva portato piangendo hmena di sera quando nessuno poteva vederla il nonno era andato a cercare l'avvocato quello delle chiacchiere che adesso dopo aver visto passare anche
don michele mentre lo portavano all'ospedale in carrozza con la faccia gialla lui pure la cultura sbottonata il povero vecchio aveva paura e non stava a cercare il pelo nell'uovo con le chiacchiere dell'avvocato purché gli sciogliessero le mani a suo nipote lo lasciassero tornare a casa già che gli pareva che i toni dopo quel terremoto dovesse tornare a casa e starsene sempre con loro come quando era ragazzo non silvestro gli fece la carità ad andare con lui dall'avvocato perché diceva che quando non cristiano a kaduna disgrazia come quella dei malavoglia bisogna aiutare il prossimo con le
mani e con i piedi fosse pure un birbante da galera e fare il possibile per levarlo di mano alla giustizia per questo siamo cristiani e dobbiamo aiutare i nostri simili l'avvocato dopo che abbia udito ogni cosa e si fornaca pezzato per merito di non silvestro disse che era una bella causa da buscarsi sicuro la galera se non c'era lui e si fregava le mani padrón toni diventava molle come un minchione al sentir parlare di galera ma il dottor scipioni gli batteva sulla spalla e gli diceva che non era dottore se non gliela faceva cavare con
45 anni di prigione cos'ha detto l'avvocato romano man ha appena vide comparire il nonno con quella faccia e si mise a piangere prima di dire la risposta il vecchio si strappava quei pochi capelli bianchi e andava come un pazzo per la casa ripetendo a perché non siamo morti tutti la lia bianca come la camicia piantava tanto d'occhi in faccia a ciascuno che parlava senza poter aprire bocca poco dopo arrivò alla citazione per testimonianza barbara zucchi da a grazie a piedi paper a don franco lo speziale ea tutti quelli che chiacchieravano nella piazza e nella bottega
di pizzuto sì che il paese intero si mise in subbuglio e la gente si affollava con la carta bollata in mano e giurava che non sapeva nulla come vero dio perché non voleva averci a che fare con la giustizia accidenti antoni e ai ma la voglia che li tiravano dei capelli nei loro imbrogli la zoubida strillava come un'ossessa io non so niente io all'ave maria mi chiudo in casa e non sono come loro che vanno in giro per fare quello che fanno che stanno sul lusso per cicalare con gli sbirri alla larga col governo aggiunge
va ad un franco sanno che sono repubblicano e sarebbero contenti di acchiappare un pretesto per farmi sparire dalla faccia della terra la gente si logora va il cervello a sapere che cosa potessero dire in testimonianza la zuppi deco mare grazie agli altri che non avevano visto niente e le schioppettate l'aveva nudità dal letto mentre dormivano ma don silvestro si fregava le mani come l'avvocato e diceva che lo sapeva lui perché li avevano citati ed era meglio per l'accusato ogni volta che l'avvocato andava parlare con pony malavoglia don silvestro l'accompagnava alla prigione quando non aveva nulla
da fare al consiglio adesso non ci andava nessuno e le olive erano raccolte anche patron toni aveva tentato ad andarci due o tre volte ma come era arrivato davanti a quelle finestre con le inferriate e i soldati col fucile che le guardavano e guardavano tutti coloro che entravano si era sentito male allo stomaco ed era rimasta ad aspettare lì davanti seduto sul marciapiedi in mezzo a quelli che vendevano castagne e fichi d'india e non gli pareva vero che il suo antoni fosse ladia tra quelle grate con i soldati a guardia l'avvocato poi tornava dal chiacchierare
con toni fresco come una rosa fregandosi le mani si diceva che suo nipote stava bene anzi era ingrassato adesso al povero vecchio gli pareva che suo nipote fosse dei soldati perché non lasciano andare non andava ogni volta come un pappagallo come un ragazzo che non sente ragioni e voleva anche sapere se lo tenevano con le mani legate lasciatelo stare dove gli rispondeva il dottor scipioni in queste cose è meglio farci passare del tempo sopra già non gli manca nulla ve l'ho detto e ingrassa come un cappone le cose vanno bene con michele quasi guarito della
sua ferita e anche questo per noi è una cosa buona non ci pensate vi dico e tornatevene nella barca che questo è affar mio non ci posso tornare nella barca ora che antonia carcerato non ci posso tornare ognuno ci guarderebbe dove passiamo e poi non ho più la testa al suo posto ora che toni e carcerato è tornato fate sempre la stessa cosa intanto che i denari se ne andavano come l'acqua e tutti i suoi passavano le giornate rincantucciato in casa con lo show chiuso finalmente arriva il giorno della citazione e bisognava che quelli che
c'erano scritti andassero al tribunale coi loro piedi se non volevano andarci coi carabinieri ci hanno persino da un franco il quale lasciò il cappellaccio nero per comparire davanti alla giustizia ed era pallido peggio di ntoni malavoglia che stava dietro la grata come una bestia feroce poi carabinieri a lato don franco non ci aveva avuto mai a che fare con la giustizia e gli rompe vale scarabattole dover comparire per la prima volta davanti a quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ntoni malavoglia in un batter d'occhio tutto
il paese era andata a vedere che faccia ci avesse dietro la grata antoni di padron toni in mezzo ai carabinieri e giallo come una candela che non arriva soffiarsi il naso per non vedere tutti quegli occhi da amici e conoscenti che se lo mangiavano e voltava e rivoltava nelle mani il suo berretto mentre il presidente col robot né nero e la tovaglia sotto il mento gli spifferava tutte le birbonate che aveva fatto ed erano scritte senza che vi mancasse una parola sulla carta don michele rala giallo anche lui seduto sulla sedia di faccia ai giudei
che sbadigliavano e si facevano vento col fazzoletto l'avvocato intanto chiacchierava sottovoce col suo vicino come se non fosse stato fatto suo per stavolta mormorava la zucchi dall'orecchio della vicina udendo tutte quelle porcherie che antonia avevo fatto la galera non gliel'avevano di sicuro c'era anche santuzza per dire alla giustizia dove era stato antonio e dove aveva passata quella sera guardate domandare alla santuzza borbottava la zuppetta sono curiosa di sentire cosa risponderà per non spiattellare alla giustizia tutti i fatti suoi non da noi che vogliamo sapere domandò comare grazia vogliono è vero che li ha se la
intendeva con ban michele e che suo fratello antonio abbia voluto ammazzarlo per tagliarsi le corna me l'ha detto l'avvocato che vi venga il colera soffio al loro lo speziale facendo gli occhiacci volete che andiamo tutti in galera sappiate che con la giustizia bisogna dire sempre di no e che noi non sappiamo niente come le venera sirin cantuccio nella mantellina ma seguito a borbottare questa è la verità li ho visti io con gli occhi miei e lo sa tutto il paese quella mattina nella casa dei malavoglia c'era stata una tragedia che il nonno come aveva visto
partire tutto il paese per andare a sentire con l'unar anthony aveva voluto correre con gli altri e li a quei capelli arruffati gli occhi pazzi e il mento che le ballava avrebbe voluto andare anche lei e cercava la mantellina per la casa senza dir nulla ma con la faccia stravolta e le mani tremanti mena però l'aveva afferrata per le mani pallida anche lei e le diceva no tu non ci devi andare tu non ci devi andare e non le diceva altro il nonno eva che loro dovevano stare in casa a pregare la madonna e il
piagnisteo si udiva per tutta la strada del nero il povero vecchio appena fu alla città nascosto dietro la cantonata vide passare suo nipote in mezzo ai carabinieri e con le gambe che gli si piegavano ad ogni passo andò a sedersi sulla scala del tribunale in mezzo alla gente che saliva e scendeva per i fatti suoi poi al pensare che tutta quella gente andava a sentire condannare suo nipote là in mezzo ai soldati davanti ai giudici gli parve come se l'avesse abbandonato in mezzo ad una piazza o in un mare in burrasca e sali anche lui
con la folla levandosi sulla punta dei piedi per vedere la grata in alto quei cappelli dei carabinieri e le baionette che luccicavano toni però non si vedeva in mezzo a tutta quella gente e il povero vecchio pensava sempre che adesso suo nipote era dei soldati intanto chiacchierava chiacchierava che le parole andavano come la carrucola di un pozzo diceva di no che non era vero che anton i malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate il presidente era andato a scavarle fuori per cacciare nei guai un povero figliolo perché questo era il suo mestiere ma infine come poteva
dirlo il presidente l'aveva visto lui forse ntoni malavoglia quella notte col buio che faceva alla casa del povero ognuno ha ragione e la forca fatta del disgraziato il presidente senza darsene per inteso lo guardava con gli occhiali e i gomiti appoggiati sui libracci il dottor scipioni tornava dire che voleva sapere dovere il contrabbando e da quando in qua un galantuomo non potesse andare a spasso allora che gli pareva e piaceva massime se ci aveva un po di vino in testa per smaltirlo padrón toni allora affermava col capo e diceva di sì bis con le lacrime
negli occhi che avrebbe abbracciato in quel momento all'avvocato il quale diceva che antonia era un ubriacone a un tratto rizzo al capo questa è la buona questa che diceva l'avvocato valeva da sola 50 lire diceva che poi che volevano metterlo con le spalle al muro e volevano provarli come quattro e quattr'otto che anthony l'avevano acchiappato proprio sul fatto col coltello in mano e gli avevano portato don michele là davanti con la faccia da minchione pertanto di coltellata che se la presa nello stomaco chi dice che gliel'ha data antoni malavoglia predicava l'avvocato chi lo può provare
e chi lo sa se don michele non se l'era data da sé la coltellata apposta per mandare in galera ntoni malavoglia ebbene volevano saperlo il contrabbando non c'entrava proprio per nulla tra don michele ntoni di padrón toni c'era della ruggine vecchia per far di donne e padrón toni tornava a far segno col capo che se l'avessero fatto giurare davanti al crocifisso l'avrebbe giurato e la sapeva tutto il paese la storia della santuzza con don michele il quale si mangiava le mani dalla gelosia dopo che la santuzza sera in capriciata di ntoni e serve incontrati di
notte con don michele e dopo che il ragazzo aveva bevuto si sa come succede quando non ci si vede più dagli occhi l'avvocato continuava potevano domandarlo un'altra volta alla zucchi da ea comare venera e a 100.000 testimoni che don michele se la intendeva con la lia la sorella di ntoni malavoglia e ronzava la da quelle parti della strada del nero tutte le sere per la ragazza l'avevano visto anche quella notte della coltellata allora padrón toni non di più nulla perché le orecchie gli si mise razzo volare e vide per la prima volta antoni il quale
sarà alzato anche lui nella gabbia e strappava il berretto con le mani facendo certi occhi da spiritato e voleva parlare accennando col capo di no di no i vicini portarono via il vecchio credendo che gli fosse venuto un accidente e i carabinieri lo caricarono giusto nella camera dei testimoni sul tavolaccio egli buttarono l'acqua sulla faccia più tardi più tardi mentre lo facevano scendere per le scale barcollante reggendo lo sotto le ascelle la folla usciva anch'essa come una fiumana e si sentiva dire l'hanno condannata i ferri per cinque anni in quel momento i toni usciva dall
altra particina anche lui pallido in mezzo ai carabinieri ammanettato come un cristo la mia ma si mise a correre verso il paese e arriva prima degli altri con tanto di lingua di fuori perché l'ama la nuova la porta l'uccello appena vide lia la quale aspettava sull'uscio con un'anima del purgatorio le disse prendendo le mani è tutta sotto sopra anche lei cosa avete fatto scellerata chi ha i giudici hanno detto che ve li intendete con don michele a vostro nonno gli avvenuto un accidente li ha non disse nulla come non avesse udito non gliene importasse niente
rimase a guardarla con gli occhi sbarrati e la bocca aperta infine adagio adagio cade sulla sedia le parve che le avessero rotto le gambe in un colpo poi dopo che fu stata un gran pezzo a quel modo senza muoversi e senza dire una parola che come le grazie alle gettava l'acqua sulla faccia comincio a balbettare voglio andarmene non voglio starci più qui el andava dicendo al canterano e alle session e come una pazza che invano sua sorella li andava dietro piangendo the l'aveva detto te lo aveva detto e cercava di afferrarla un'altra volta per le
mani la sera come portarono il nonno sul carro e man e la corsa di incontrarlo che oramai non si vergognava più della gente lì a uscì nel cortile e possa nella strada e se ne andò davvero e nessuno la vide più 15 la gente ma che la lia era andato a stare con la michele già e malavoglia non avevano più niente da perdere e don michele almeno le avrebbe dato il pane padrón toni adesso era diventato del tutto un uccellaccio di camposanto e non faceva altro che andare intorno rotto in due e con quella faccia
di pippa a dire proverbi senza capo e senza coda ad albero caduto accetta città che cade nell'acqua e forza che si bagni a cavallo magro mosche e a chi gli domandava perché andasse sempre in giro diceva che la fame fa uscire il lupo dal bosco e cane affamato non teme bastone ma di lui non volevano saperne ora che era ridotto in quello stato ognuno gli diceva la sua e gli domandava cosa aspettasse con le spalle al muro lì sotto il campanile che parevano zio crocifisso quando aspettava di imprestare dei denari alla gente seduto al ridosso
delle barche tirate in secco come se ci avessi in mare la paranza di padroncito e patron toni rispondeva che aspettava la morte la quale non voleva venire a prenderselo perché lo sfortunato ai giorni lunghi nella linea nessuno parlava più in casa nemmeno sant'agata la quale se voleva sfogarsi andava a piangere di nascosto davanti al lettuccio della mamma quando in casa non c'era nessuno adesso la casa era grande come il mare e ci si perdevano dentro i denari se n'erano andati con toni alessi era sempre lontano per guadagnarsi il pane di qua e di là e
l'annunziata faceva la carità di venire ad accendere il fuoco quando la mena doveva andare a prendere il nonno per mano verso l'ave maria come un bambino perché di sera non ci vedeva più peggio di una gallina non silvestro e gli altri del paese dicevano che alessi avrebbe fatto meglio a mandare il nonno all'albergo dei poveri ora che non era più buono a nulla ma questa era la sola cosa che facesse paura al poveraccio ogni volta che la mena andava a metterlo al sole conducendolo per mano e ci stava per tutta la giornata ad aspettare la
morte credeva che lo portassero all'albergo talmente era diventato un cucco e balbettava la morte non viene mai tanto che certuni andavano a chiedergli vivendo dove fosse arrivata ma va a casa il sabato e gli veniva a contare i denari della settimana come se il nonno avesse ancora il giudizio e gli rispondeva sempre di sì col capo e bisognava che andasse a nascondere il gruzzoletto sotto la materassi e gli diceva per farlo contento che ci voleva poco a mettere insieme un altra volta i denari della casa del nespolo e fra un anno o due ci sarebbero
arrivati ma il vecchio scrollava il capo con la testa dura e ribatteva che adesso non avevano più bisogno della casa è meglio che non ci fosse mai stata al mondo la casa dei malavoglia ora che i malavoglia erano di qua e di là una volta chiama in disparte l'annunziata sotto il mandorlo nel momento in cui non c'era nessuno e pareva dovesse dirle qualcosa di grosso però muoveva le labbra senza parlare e stava cercando le parole guardando di qua e di là è vero quella cosa che hanno detto di lia chiese infine no rispondeva annunziata con
le mani in croce no per la madonna non è vero egli si mise a tentennare il capo col mento sul petto allora perché se ne fuggita anche lei perché se ne fuggita e la nava cioè per la casa fingendo di aver perso il berretto toccava il letto il canterano e si metteva a sedere al telaio senza dir nulla lo sai chiese infine lo sai dove se ne è andata ma alla mela non disse nulla non lo sapeva in coscienza né nessun altro del paese una sera si ferma nella strada del nero alfio mosca col carro
che ci aveva attaccato il muro adesso e per questo aveva chiamato lefebre alla bicocca ed era stato per morire tanto che aveva la faccia gialla e la pancia grossa come un otre ma il muro era grasso e col pelo lucente vi lamentate un partito per la bicocca diceva lui che stavate ancora nella casa del nespolo ora ogni cosa è cambiata che il mondo e tondo chi nuota chi va a fondo stavolta non potevano dargli nemmeno un bicchiere di vino per ben tornato compara il fio lo sapeva dov'era lia l'aveva vista coi suoi occhi ed era
stato come se avessi visto comare man a quando stavano a chiacchierare da una finestra all'altra perciò guardava di qua e di là i mobili e le pareti ma se ci avesse il carro carico sullo stomaco e se dette anche lui senza dire una parola accanto al desco dove non c'era nulla e nessuno sedeva più a mangiare la sera ora me ne vado ripeteva lui vedendo che noi gli dicevamo nulla quando uno lascia il suo paese è meglio che non ci torni più perché ogni cosa muta faccia mentre gli allontano e anche le facce con cui
lo guardano solo mutate sembra che sia diventato straniero anche lui la star zitta intanto alessi gli raccontò che voleva pigliarsi l'annunziata quando avrebbe raccolto un po di denari ed alfio gli rispose che faceva bene se la annunziata aveva un po di venaria anche lei che era una buona ragazza e tutti la conoscevano imprese così anche i parenti dimenticano quelli che non ci sono più e ognuno a questo mondo è fatto per pensare a tirare la carretta che gli adatta bio come l'asino di comparaggio che adesso faceva chissà cosa dopo che era andato in mano altrui
l'annunziata ci aveva la sua dote anche lei da che i suoi fratellini cominciavano buscarsi qualche soldo e non aveva voluto comprarsi né oro né roba bianca perché diceva che quelle cose sono fatte per i ricchi e la roba bianca non era bene di farsela intanto che cresceva ancora era ragazza alta e sottile come un manico di scopa coi capelli neri e gli occhi buoni buoni e quando si metteva a sedere sulla porta con tutti quei monelli davanti pareva che pensasse ancora a suo padre nel giorno che li aveva piantati e ai guai in mezzo ai
quali aveva sgambettato sino all'ora o i suoi fratellini appesi alle gonnelle al vedere come se ne era tirata fuori dai guai lei ei suoi fratellini così debole sottile al pari di un manico di scopa ognuno la salutava e si fermava volentieri a fare quattro chiacchiere con lei i denari ce li abbiamo visse a comparare il quale era quasi un parente da tanto che lo conoscevano a ognissanti mio fratello entra garzone da massaro filippo e il minore prenderà il suo posto da patron cipolla quando avrò collocato anche turi allora mi meriterò ma bisogna aspettare che io
abbia gli anni e che mio padre mi dia il consenso senza più che sei al mondo disse alfio se gli tornasse ora rispose iniziata con quella voce dolce così calma con le braccia sulle ginocchia e non se ne andrebbe più perché avessi denari li abbiamo allora compare alfio torno a dire ad alessi che faceva bene a prendersi l'annunziata se ci aveva quel po di denari compreremo la casa del nespolo aggiunse alessi e il nonno starà con noi quando torneranno gli altri ci saranno pure e se tornerà il padre dell'annunziata ci sarà posto anche per lui
di lia non fecero parola ma ci pensavano tutti e tre mentre stavano a guardare il lume con le braccia sui ginocchi finalmente compare mosca si alzò per andarsene perché il suo mulo scuoteva la sua maniera quasi l'avesse conosciuta anch'esso colei che compara alfio aveva incontrata per la strada e che adesso non l'aspettavano più nella casa del nespolo lo zio crocifisso invece aspettava da un pezzo i malavoglia per quella casa del nespolo che nessuno la voleva come se fosse scomunicata e gli era rimasta sulla pancia sì che appena seppe che era tornato in paese alfio mosca
quello cui voleva far rompere le ossa a bastonate quando era geloso della vespa andò a pregarlo che si intromettesse voi ma la voglia per fargli con chiudere il negozio adesso quando li incontrava per le strade lo salutava e cercava di mandargli anche la vespa per parlargli di quella fare chissà che non si fossero rammentati dell'amore antico nello stesso tempo e compare mosca non riesci sollevargli quella croce di sulle spalle ma quella cagna della vespa non voleva sentir parlare di comparazione di nessuno adesso che ci aveva il suo marito ed era padrona in casa e non
avrebbe cantato lo zio crocifisso con vittorio emanuele in carne ed ossa e anche se l'avessero tirata per i capelli mi toccano a me le disgrazie si lamentava lo zio crocifisso e andava a sfogarsi con compare alfio e si picchiava il petto come davanti al confessore e aver pensato a pagare 10 lire per fargli rompere le ossa a bastonate a compare alfio se sapeste che rovina è capitata nella mia casa che non dormo ne mangio più e non faccio altro che della bile e non sono più padrone di un baiocco del fatto mio dopo aver sudato
tutta la vita ed essermi levato il bambi bocca per raggranellare lo assolvo assolvo ora mi tocca vederlo in mano di quella serve la quale fa e disfa come vuole lei e non mi riesce nemmeno di levar me la dà addosso per via del giudice che non si lascerebbe tentare neanche da satanasso e mi vuol tanto bene che non ne vale però dà addosso prima di crepare se non chiudo gli occhi dalla disperazione quello che stavo dicendo qui a compare alfio se guidava lo zio crocifisso vedendo accostarsi padrón cipolla il quale andava bighellonando per la piazza
come un cane di macellaio da che gli era entrata in casa quell'altra vespa della mangia carrube non possiamo più stare nemmeno in casa per non schiattare dall'abile ci hanno scacciato fuori di casa nostra quelle carogne hanno fatto come il furetto col coniglio le donne sono messe al mondo per castigo dei nostri peccati senza di loro si starebbe meglio il ce l'avrebbe detto è padrone fortunato noi che avevamo la pace degli angeli guardate come ha fatto il mondo c'è gente che va cercando questo negozio del matrimonio con la lanterna mentre chi ci si trova vorrebbe levar
se ne patron fortunato state un po fregarsi il mento e poi lasciò andare il matri monica come una trappola di topi quelli che son dentro vorrebbero uscire e gli altri ci girano intorno per entrarvi a me mi sembrano pazzi vedete don silvestro cosa gli manca e s'è messo in testa di far cascare la sfida coi suoi piedi vanno dicendo e secco mare veneta non trova di meglio bisogna che la lasci cascare padrón cipolla continuo a fregarsi il mento e non disse altro sentite e compare alfio seguito campana mi legno fatemelo con chiudere quel negozio della
casa con i malavoglia finché ci hanno quei soldi che vi regalerò po ed a comprarvi le scarpe per i passi che farete compare torno a parlare ma la voglia ma padrón toni ora scuoteva il capo e diceva di no adesso della casa non abbiamo che farne perché mela non ci si può maritare e dei malavoglia non c'è nessuno io ci sono ancora perché gli sfortunati anno i giorni lunghi ma quando avrò chiuso gli occhi alessi pillera l'annunziata e se ne andrà via dal paese anche gli stava per andarsene il più del tempo lo passava in
letto come un gambero sotto i ciottoli abbaiando per giudicare cosa ciò a far qui io balbettava e gli pareva di rubare la minestra che gli davano intanto alessi all'amena cercavano di dissuaderlo e rispondeva che rubava loro il tempo e la minestra e voleva che gli con tasseri denari messi sotto la materasso e se li vedeva squagliare a poco a poco borbottava almeno se non ci fossi io non spendereste tanto ora non ho più niente da fare qui e potrei andarmene don ciccio il quale veniva ata stargli il polso confermava che era meglio che lo portassero
all'ospedale perché lì dov'era si mangiava la carne sua e quella degli altri senza utile intanto il poveraccio stava a vedere quello che dicessero gli altri con gli occhi spenti e aveva paura che lo mandassero all'albergo alessi non voleva sentirne parlare di mandarlo all'albergo e diceva che finché c'era del pane ce n'era per tutti e la mena dall'altra parte diceva di no anch'essa e lo conduceva al sole nelle belle giornate e si metteva accanto a lui con la conocchia a raccontargli delle fiabe come bambini e affilare quando non aveva d'andare al lavatoio gli parlava pure di
quel che avrebbero fatto quando arrivava un po di provvidenza per fargli allargare il cuore mi diceva che avrebbero comprato un vitellino a san sebastiano e della bastava a procurargli l'erba e il mangime per l'inverno a maggio si sarebbe venduto con guadagno e gli faceva vedere pure le nidiate di pulcini che aveva messo e venivano a pigolare davanti ai loro piedi al sole starnazzando nella polvere della strada poi nei rari dei pulcini avrebbe anche comperato maiale per non perdere le bucce dei fichi d'india e l'acqua che serviva a cuocere la minestra e huff in danno sarebbe
stato come aver messo dei soldi nel salvadanaio il vecchio con le mani sul bastone trovava del capo guardando i pulcini si stava così attento poveretto che arrivava fino a dire che se avessero avuto la casa del nespolo si poteva allevarlo nel cortile il maiale gia che quello era un guadagno sicuro con compare naso nella casa del nespolo c'era pure la stalla per il vitello e la tettoia del mangime ogni cosa se ne andava ricordando a poco a poco cercando quella con gli occhi morti e col mento sul bastone poi domandava sottovoce alla nipote l'asa ha
detto don ciccio dell'ospedale bene allora lo sgridava come si fa coi bambini e gli rispondeva perché pensate a quelle cose egli stava zitto e ascoltava cheto cheto tutto quello che diceva la ragazza ma poi tornava a ripetere non mi ci mandare all'ospedale perché non ci sono avvezzo infine non si alzava più balletto e don ciccio disse che era proprio finita e non c'era più bisogno di lui che la in quel letto dove era poteva starci anche degli anni e alessio la mena e neanche l'annunziata dovevano perdere le loro giornate a far la guardia se non
se lo sarebbero mangiato i porci come trovavano lo show aperto pronto intendeva benissimo quel che si diceva perché guardava tutti inviso ad uno ad uno concerti occhi che facevano male vedere ed appena il medico se ne fu andato mentre stava a parlare ancora sull'uscio con meno che piangeva e alessi il quale diceva di no e battere ai piedi se ci segnala nunziata di accostarsi al letto e le disse piano se mi mandate all'ospedale sarà meglio qui ve li mangio io i denari della settimana mandami via quando non ci saranno in casa la mena e alessi
direbbero di no perché hanno il buon cuore dei malavoglia ma io vi mangio i soldi della casa e poi il medico ha detto che posso starci degli armeni qui dove sono e qui non c'è più nulla da fare però non vorrei camparci degli anni la giovando ospedale si metteva a piangere anche se diceva di no tanto che tutto il vicinato sparlava di loro che volevano fare i superbi senza avere pane da mangiare si vergognavano di mandare il nonno all'ospedale mentre ci avevano tutti gli altri di qua e di là e dove poi e la santuzza
baciava la medaglia che portava sul petto per ringraziare la madonna che l'aveva protetta dal pericolo dove era andata a cascare la sorella di sant'agata come tante altre quel povero vecchio dovrebbero mandarlo all'ospedale per non fargli avere il purgatorio prima che muoia diceva almeno lei non gli faceva mancar nulla a suo padre adesso che era invalido e se lo teneva sull'uscio e vi aiuta anzi aggiunge va a piedi papera quelli invalido li vale tanto oro quanto pesa per fatta apposta per la porta un'osteria così cieco e rattrappito come e dovreste pregare la madonna che vi campi
cent'anni già cosa vi costa la santuzza aveva ragione di baciare la medaglia nessuno poteva dire nulla dei fatti suoi da che don michele se n'era andato massaro filippo non si faceva vedere più nemmeno lui e la gente diceva che con lui non sapeva stare senza l'aiuto di don michele ora la moglie di cinghia lenta veniva di tanto in tanto a fare il diavolo davanti all'osteria coi pugni sui fianchi strillando che la santuzza le rubava il marito e perciò quando costui tornava a casa e l'asi buscava delle frustate con le redini della carezza dopo che cinghia
lenta aveva venduto il muro e non sapeva che farsene delle redini che la notte i vicini non potevamo chiudere occhio dalle grida questo bene diceva non silvestro la cavezza è fatta per il muro compare cinghia lenta è un uomo grossolano e gli andava dire queste cose quando c'era comare venera la zuppetta da quale dopo che la leva si portava via i giovanotti del paese aveva finito per addormentarsi un po con lui ognuno sa gli affari di casa sua rispondeva la zuppetta se lo dite perciò che vanno predicando le malelingue che io metto le mani addosso
a mio marito vi rispondo che non sapete un corno tutto che sapete di lettera del resto ognuno in casa sua fa quel che gli pare piace il padrone e mio marito to lasciali dire rispondeva suo marito poi lo sanno che se vendono a toccarmi il nasone faccio bonina adesso predicava che il capo della casa era suo marito ed egli era il padrone di maritare la barbara con chi gli piaceva e se voleva darla a don silvestro voleva dire che gliel'aveva promessa e aveva chinato il capo e quando suo marito aveva chinato il capo era peggio
di un bue già sentenziava non franco con la barba in aria ha chinato il capo perché don silvestro e di quelli che tengono il manico del mestolo da chi era stato al tribunale in mezzo a tutti quegli sbirri non franco era più arrabbiato di prima e giurava che non ci sarebbe tornato più neanche in mezzo ai carabinieri allorché don gian maria alzava la voce per discutere e gli piantava le unghie negli occhi ridando si sulle gambette rosso come un gallo e lo cacciava in fondo alla bottega lo fate apposta per compromettermi disputava in faccia con
la schiuma alla bocca e se due questiona mano nella piazza correva a chiuderlo shoah ciò non lo chiamassero per testimonio don jean marie era trionfante quella sparagio verde aveva del coraggio quanto un leone perché ci aveva la tonaca sulle spalle e sparlava del governo papandrea al giorno e diceva che se lo meritavano quel governo già che avevano fatto la rivoluzione e ora venivano i forestieri a rapire le donne i denari della gente ei sapeva di chi parlava che gli era venuta l'itterizia dalla collera e donna rosolina era dimagrita dall'abile massime dopo che se n'era andato
don michele e se erano sapute tutte le porcherie di quest'altro adesso non faceva che andare a caccia di messi ed i confessori di qua e di là sino al ognina e ad acicastello e trascurava la conserva dei pomi d'oro e il tonno sott'olio per darsi a dio don franco allora si sfogava mettendosi a ridere come una gallina all'uso di don silvestro ritz andò si sulla punta dei piedi con lo show spalancata due battenti che per questo non c'era pericolo di andare in prigione e diceva che finché ci sarebbero stati i preti era sempre la stessa
cosa e bisognava fare tavola rasa si intendeva lui trinciato con la mano in giro vorrei tutti arsi rispondeva don gian maria che intendeva anche lui di chi parlava ora lo speziale non teneva più cattedra e quando veniva don silvestro andava a pestare i suoi unguenti nel mortaio per non compromettersi già tutti quelli che bazzicano col governo e mangiano il pane del re sono tutta gente da guardarsene e si sfogava soltanto con don giammaria e con don ciccio il medico quando lasciava l'asinello alla spezieria per andare a tastare il polso a padrón toni e ricetta non
ne scriveva perché diceva che erano inutili con quella povera gente che non aveva denari da buttar via allora perché non lo mandano all'ospedale quel vecchio tornavano a dire gli altri e perché se lo tengono in casa a farselo mangiare dalle pulci tanto che pesta e rivesta il medico ripeteva che andava e veniva per niente e faceva il viaggio del sale e allorché c'erano le comari davanti al letto del malato come alle piedi papera la cugina anna all annunziata predicava sempre che se lo mangiavano le pulci padrón toni non usava più fiatare con la faccia bianca
e bis fatta e come le comari cinguettavano tra di loro e fino all'annunziata cascava le braccia un giorno che alessi non c'era disse infine chiamatemi compare mosca che lui me la farà la carità di portarmi all'ospedale sul suo carro così padroni se ne andò all'ospedale sul carro di alfio mosca il quale ci aveva messo alla materassi ed i guanciali ma il povero malato sebbene non dicesse nulla andava guardando dappertutto mentre lo portavano fuori leggendolo per le ascelle il giorno in cui alessi era andato a riposto e avevano mandato via la mena con un pretesto che
sennò non l'avrebbero lasciato partire sulla strada del nero nel passare davanti alla casa del nespolo e nell attraversare la piazza patron toni continuava a guardare di qua e di là per stamparsi in mente ogni cosa alfio guidava il muro da una parte né annunziata la quale aveva lasciato in custodia turi il bidello i tacchini e le pollastre veniva piedi dall altro lato col fagotto delle camicie sotto il braccio dal veder passare il carro ognuno si affacciava sulla porta e stava a guardare e don silvestro disse che avevano fatto bene per questo il comune pagava la
sua rata all'ospedale e non franco avrebbe anche spifferata la sua predica e che ce l'aveva in testa bella e fatta se non ci fosse stato lì presente don silvestro almeno quel povero diavolo va stare in pace con chiuse lo zio crocifisso necessità abbassa nobiltà rispose patron cipolla e la santuzza disse un'ave maria del poveretto solo la cugina a me comare grazia piedi papera si asciugavano gli occhi col grembiule come il carro se ne andava lentamente su balzando sui sassi ma con pareti norimberga alla moglie o perché mi fa il piagnisteo che son forse morto io
a te che te ne importa alfio mosca mentre guidava il muro andava raccontando all'annunziata come dove avesse vista la lia che era tutta sant'agata e ancora non gli pareva vero a lui stesso che l'avesse vista con i suoi occhi tanto che la voce gli mancava nella gola mentre ne parlava per ingannare la noia lungo la strada polverosa da annunziata chi l'avrebbe detto quando stavamo a chiacchierare da uno show all'altro e c'era la luna e i vicini discorrevano lì davanti e si udiva polpetta re tutto il giorno quel telaio di sant'agata e quelle galline che la
conoscevano soltanto all'aprile che faceva il rastrello e la longa che la chiamava del cortile che ogni cosa si udiva da casa mia come se fosse stato proprio là dentro povera longa adesso vedi che c o il muro e ogni cosa come desideravo che se fosse venuto a dirmelo l'angelo del cielo non ci avrei creduto adesso penso sempre a quelle sere la quando vivo la voce di voi al 3 mentre governavo l'asino e vedevo il lume nella casa del nespolo che ora è chiusa e quando sono tornato non ho trovato più niente di quel che avevo
lasciato ecco maremmana non mi è parsa più quella uno che se ne va dal paese è meglio che non ci torni più vedi ora penso pure a quel povero asino che ha lavorato con me tanto tempo e andava sempre sole o pioggia col capo basso e le orecchie larghe adesso chissà dove lo cacciano e con quale carichi e per quali strade con le orecchie più basse ancora che anche gli fiuta col naso la terra che deve raccoglierlo come si fa vecchio povera bestia padrón toni disteso sulla materasso non udiva nulla ecc avevano messo sul carro
una coperta con le gambe sì che sembrava che portassero un morto per lui è meglio che non ho va più nulla seguitava compare alfio l'angustia di ntoni gialla sentita e un giorno all'altro gli toccherebbe anche di sentire come è andata a finire l'aria meno domandava spesso con trovano soli rispose l'annunziata voleva sapere dove fosse e andata appello noi poveretti siamo come le pecore e abbiamo sempre con gli occhi chiusi dove vanno gli altri tool moglie lo dire nello dire a nessuno del paese dove ho visto la lia che sarebbe un colpo di coltello per sant'agata
e la mi riconobbe di certo mentre passavo davanti all'uscio perché si fece bianca e rossa nella faccia ed io frusta il muro per passare presto e son certo che quella poveretta avrebbe voluto piuttosto che il muro le fosse camminato sulla pancia e la portassero distesa sul carro come portiamo adesso suo nonno ora la famiglia dei malavoglia e distrutta e bisogna rifarla di nuovo tool e alessi roba ci sono già a san giovanni venderemo anche il vitello bravi così quando ci avrete i denari da parte non c'è pericolo che vi sfumino in un giorno come accadrebbe
se il vitello venissa morire di oliveri ora siamo alle prime case della città e tu potrai aspettarmi qui se non vuoi venire sino all'ospedale no voglio venire anch'io così almeno vedrò dove lo mettono ed egli pure mi vedrà sino all'ultimo momento padrón toni potete vederla sino all'ultimo momento e mentre l'annunziata se ne andava via con alfio mosca adagio adagio del cameron e che pareva ad essere in chiesa a camminare li accompagnava con gli occhi poi si volta dall'altra parte e non si mosse più compar alfio e l'annunziata risalirono sul carro a rotolarono la materasso e
la coperta e se ne tornarono senza dir nulla per la lunga strada polverosa alessi si dava i pugni nella testa e si strappava i capelli come non trova più il nonno nel suo letto e vide che gli riportavano la materassi arrotolata e se la prendeva con la mena quasi fosse stata lei a mandarlo via ma compare alfio gli diceva che volete la casa dei malavoglia ora è distrutta e bisogna che la facciate di nuovo voialtri egli voleva tornare a fargli il conto della roba e del vitello di cui avevano chiacchierato lungo la strada con la
ragazza male si è man a non gli davano retta con la testa nelle mani e gli occhi fissi e lucenti di lacrime seduti sulla porta della casa dove oramai erano soli davvero compar alfio in questo mentre cercava di confortarli col rammentare loro come era prima la casa del nespolo quando stavano a chiacchierare da uno show all'altro con la luna e si udiva tutto il giorno il call petare del telaio di sant'agata e le galline che chioccia vano e la voce della longa che aveva sempre da fare adesso tutto è cambiato e quando uno se ne
va dal paese è meglio che non ci torni più perché la strada stessa non sembrava più quella da che non c'era più quel passeggio per la mangia carrube e don silvestro non si faceva vedere nemmeno lui aspettando che la zoubida cascasse coi suoi piedi e lazio crocifisso sarà chiuso in casa a guardarsi la sua roba vado a capirsi con la vespa e persino non si udiva questionare tanto nella spezieria da che don franco avevo visto la giustizia nel mostaccio ed ora andava rincantucciarsi per leggere il giornale e si sfogava a pestare nel mortaio tutto il
giorno per passare il tempo anche padrón cipolla non ci stava più a schiacciare gli scalini davanti la chiesa da che aveva perso la pace un bel forse la notizia che padrón fortunato si meritava perché la sua roba non se la godesse la mangia carrube alla barba di lui per questo non ci stava più a schiacciare gli scalini e si piglia va la zuppetta e mi diceva che il matrimonio è come una trappola di topi andava brontolando allora lo zio crocifisso ora state affidarvi degli uomini le ragazze invidiose dicevano che la barbara sposava suo nonno ma
la gente di proposito come peppi naso e piedi papera ed anche da un franco mormoravano questa l'ha vinta comare venera contro don silvestro è un gran colpo per don silvestro ed è meglio che se ne vada dal paese già i forestieri frusta ii e qui non ci hanno messo mai radici forestieri con padrón cipolla non arriva a metterci sia tu per tu don silvestro o che credeva sbraitava comare venera con le mani sui fianchi di prendersi mia figlia con la carestia stavolta comando io e gliel'ho fatto capire a mio marito chi ha buon cane mangia
altro volo forestieri non ne vogliamo per la casa una volta in paese si stava meglio quando non erano venuti quelli di fuori a scrivere sulla carta i bocconi che vi mangiate come don silvestro a pestare fiori di malva nel mortaio e ingrassarsi col sangue di quei del paese allora ognuno si conosceva e si sapeva quel che faceva e quel che avevano sempre fatto suo padre e suo nonno e perfino quel che mangiava e quando si vedeva passare uno si sapeva dove andava e le chiuse erano di quelli che c'erano nati e il paese non si
lasciava prendere da queste da quello allora la gente non si sbanda va di qua e di là e non andava a morire all'ospedale già che tutti si meritavano alfio mosca the voluto prendersi comare mena che nessuno la voleva più da che la casa dei malavoglia era sfasciata e comparaggio avrebbe potuto dirsi un bel partito per lei col mulo che ci aveva così la domenica rovinava fra di sé tutte le ragioni per farsi animo mentre stava accanto a lei seduto davanti alla casa con le spalle al muro a sminuzzare gli ster polini della siepe per ingannare
il tempo anche lei guardava la gente che passava e così facevano festa la domenica se voi mi volete ancora come armena disse finalmente io per me non sono qua la povera pur rossa sentendo che compare alfio aveva indovinato che la lo voleva quando stavano per darla brasi cipolla tanto le pareva che quel tempo fosse lontano e della stessa non si sentiva più quella ora sono vecchia compare alfio rispose e non mi marito più se voi siete anch'io sono vecchio che avevo degli anni più di voi quando stavamo a chiacchierare dalla finestra e mi pare che
sia stato ieri tanto ma è rimasto in cuore ma devono esser passati più di otto anni e ora quando si sarà maritato vostro fratello alessi voi restate in mezzo alla strada menna si strinse nelle spalle perché lavezaa fare la volontà di dio come la cugina anna e compare alfio vedendo così i riprese allora vuol dire che non mi volete bene come nemenhah e scusatemi se vi ho detto che vi avrei sposata lo so che voi siete nata meglio di me e siete figlia di padroni ma ora non avete più nulla e se si marita vostro
fratello alessi rimarrete in mezzo alla strada io ci ho il muro è il mio carro e il pane non ve lo farei mancare giammai come remerà ora perdonatemi la libertà non mi avete offeso e vi avrei detto di sì anche quando avevamo la provvidenza e la casa del nespolo se i miei parenti avessero voluto che dio sa quel che ci avevo in cuore quando ve ne siete andato alla bicocca col carro dell'asino e mi par ancora di vedere quel lume nella stalla e voi che mettevate tutta la vostra roba sul carretto nel cortile vi lamentate
sì che mi lamento allora perché non mi dite di sì ora che non avete più nulla e c o il mulo invece dell'asino al carretto e i vostri parenti non potrebbero dir di no ora non sono più da maritare tornava dire hmena col viso basso e sminuzzando gli ster polini della siap e anche lei ha 26 anni ed è passato il tempo di meritarmi no non è questo il motivo per cui non volete dirmi di si ripeteva compar alfio col viso basso come lei il motivo non volete dirmelo e così rimanevano in silenzio sminuzzare ster
polini senza guardarsi in faccia dopo egli si alzava per andarsene con le spalle grosse il mento sul petto hmena lo accompagnava con gli occhi finché poteva vederlo e poi guardava al muro di rimpetto e sospirata come aveva detto alfio mosca alessi sarà tolta in moglie l'annunziata e aveva riscattata la casa del nespolo io non son da maritare aveva tornato a dir la mena maritati tu che sei da maritare ancora e così l era salita nella soffitta della casa del nespolo come le casseruole vecchie e sarà messo il cuore in pace aspettando i figliuoli dell'annunziata per
fare la mamma ci avevano pure le galline del pollaio e il vitello nella stalla e la legna e il mangime sotto la tettoia e le reti e ogni sorta di attrezzi appesi il tutto come aveva detto padrón toni e l'annunziata aveva ripiantato nell'orto i broccoli e di cavoli con quelle braccia delicate che non si sapeva come ci fosse passata tanta trovava imbiancare e come avesse fatti quei marmocchi grassi e rossi che la mena si portava in collo per vicinato quasi li avesse messi al mondo lei quando faceva la mamma compare mosca scrollava il capo mentre
la vedeva passare e si voltava dall'altra parte con le spalle grosse a meno creduto degno di questo onore le disse al fine quando non ne potete più col cuore più grosso delle spalle io non ero degno di sentirmi dir di sì no compare alfio rispose mena la quale si sentiva spuntare le lacrime per quest anima pura che tendo sulle braccia non è per questo motivo ma io non son più da maritare perché non siete più da maritare comare mena no no ripeteva comari mena che quasi piangeva non me lo fate dire compar alfio non mi
fate parlare ora se io mi mar i tassi la gente tornerebbe a parlare di mia sorella lia giacché nessuno sarebbe prendersela ora malavoglia dopo quello che è successo voi del primo ve ne pentireste lasciatemi stare che non sono da maritare mettetevi il cuore in pace avete le comari mena rispose compare mosca a questo non ci avevo mai pensato maledetta la sorte che ha fatto nascere tanti guai così compare alfio si mise il cuore in pace e me l'ha seguito a portare in braccio i suoi nipoti quasi ci avessi il cuore in pace anche lei ea
spazzare la soffitta per quando fossero tornati gli altri e c'erano nati anche loro come se fossero stati in viaggio per tornare diceva che di pagherà invece padre ho fatto quel viaggio lontano più lontano di trieste d'alessandria d'egitto dal quale non si ritorna più e quando il suo nome cadeva nel discorso mentre si riposavano tirando il conto della settimana e facendo i disegni per l'avvenire all'ombra del nespole con le scodelle fra le ginocchia le chiacchiere morivano di botto che ha tutti pare vada per il povero vecchio davanti agli occhi come l'avevano visto l'ultima volta che erano
andati a trovarlo in quella gran camera chaco eletti in fila che bisognava cercarlo per provarlo e il nonno li aspettava come un'anima del purgatorio con gli occhi alla porta sebbene non ci vedesse quasi e li andava toccando per accertarsi che erano loro e poi non diceva più nulla mentre gli si vedeva in faccia che aveva tante cose da dire e spezzava il cuore con quella pena che gli si leggeva in faccia e non la poteva dire quando gli narrarono poi che avevano riscattata la casa del nespolo e volevano portarsela trezza di nuovo rispose di sì
e di sì con gli occhi che gli tornava dallo sci care e quasi faceva la bocca al riso quel riso della gente che non ride più che ride per l'ultima volta e vi rimane fitto nel cuore come un coltello così ma la voglia quando il lunedì tornarono col carlo di comparare fio per riprendersi il nonno e non lo trovarono più rammentando e queste cose lasciavano il cucchiaio nella scodella e pensava ne pensavano a tutto quel che era accaduto e sembrava scuro scuro come ci fosse sopra l'ombra del nespolo ora quando veniva la cugina anna filare
un po con le comari aveva i capelli bianchi e diceva che aveva perso il riso della bocca perché non aveva tempo di stare allegra con la famiglia che aveva sulle spalle e rocco che tutti i giorni bisogna mandare a cercare di qua e di là per le strade davanti la bettola e cacciarlo verso casa come un vitello vagabondo anche nei malavoglia ce n'erano due vagabondi e alessi si tormentava il cervello a cercarli dove potevano essere per le strade arse di sole impianti di polvere che in paese non sarebbero tornati più dopo tanto tempo una sera
tardi il cane si mise ad abbaiare dietro l'uscio del cortile e lo stesso alessi che andò ad aprire non riconobbe ntoni il quale tornava con la sporta sotto il braccio tanto era mutato coperto di polvere con la barba lunga come fu entrato essi fu messo a sedere in un cantuccio non osavano quasi fargli festa e non sembrava più quello e andava guardando in giro le pareti come non l'avesse mai viste fino al cane che abbaiava che non l'aveva conosciuto mai gli misero fra le gambe la scodella perché aveva fame e sete e degli mangiò in
silenzio la minestra che gli di è vero come non avesse visto grazie di dio da otto giorni col naso nel piatto ma gli altri non avevano fame tanto aveva nel cuore serrato poi in toni quando si fu sfamato e riposato alquanto prese la sua sporta e si alzò per andarsene alessi non osava dirgli nulla tanto suo fratello era mutato ma al vedergli riprendere la sporta si sentì balzare il cuore dal petto e meno gli disse tutta smarrita te ne vai sì rispose antoni e dove vai chiese alessi non lo so venni per vedervi ma da
che son qui la minestra me è andata tutta in veleno peraltro qui non posso starci che tutti mi conoscono e perciò sono venuto di sera andrà lontano dove troverò da bus carmi pane e nessuno saprà chi sono gli altri non osavano fiutare perché ci avevano il cuore stretto in una morsa e capivano che gli faceva bene a dir così toni continuava a guardare dappertutto e stava sulla porta e non sapeva risolversi ad andarsene velo far sapere dove sarò disse infine e come fu nel cortile sotto il nespolo che era scuro disse anche e il nonno
alessi non rispose anche lui e dopo un po zitto e la lia che non l'ho vista e siccome aspetta sente la risposta raggiunse con la voce tremante quasi avesse freddo è morta che lei alessi non rispose nemmeno allora antoni che era sotto il des pole con la sporta in mano fece per sedersi perché le gambe gli tremavano ma si rizzò di botto balbettando addio addio lo vedete che dava andarmene prima di andarsene voleva fare un giro per la casa onde vedere su ogni cosa fosse al suo posto come prima ma adesso a lui che gli
era bastato l'animo di lasciarla e di dare una coltellata don michele e di starsene nei guai non gli passava l'animo di passare da una camera all'altra se non glielo dicevano alessi che gli vide negli occhi il desiderio lo fece entrare nella stalla col pretesto del vitello che aveva comperato l'annunziata ed era grasso e lucente e in un canto c'era pure la chioccia con i pulcini poi lo condusse in cucina dove avevano fatto il forno nuovo e nella camera accanto che vi dormiva la mena coi bambini dell'annunziata e pareva che li avesse fatti lei antoni guardavo
ogni cosa e approvava col capo e diceva qui pure il nonno avrebbe voluto metterci il vitello qui c'erano le chiocce e qui dormivano le ragazze quando c'era anche quell'altra ma allora non aggiunse altro e stette zitto a guardare intorno con gli occhi illustri in quel momento passava la mangia carrube che andava sgridando brasi cipolla per la strada anthony disse quest'aquila trovato il marito ed ora quando avranno finito di questionare andranno a dormire nella loro casa gli altri stetter zitti e per tutto il paese era un gran silenzio soltanto se vi va a sbattere ancora qualche
porta che si chiudeva e alessia quelle parole si fece coraggio per dirgli se volessi anche tu c è la tua casa villa ce apposta il letto per te no rispose ntoni io devo andarmene lacera il letto della mamma che lei zuppa va tutto di lacrime quando volevo andarmene tira menti le belle chiacchierate che si facevano la sera mentre si sa lavano le acciughe e l'annunziata che spiegava gli indovinelli e la mamma e la lia tutti lì al chiaro di luna che si sentiva chiacchierare per tutto il paese come fossimo tutti una famiglia anch'io allora non
sapevo nulla e qui non volevo starci ma ora che so ogni cosa devo andarmene in quel momento parlava con gli occhi fissi a terra e il capo rannicchiato nelle spalle allora alessi gli buttò le braccia al collo addio ripete ntoni vedi che avevo ragione va andarmene qui non posso starci addio perdonatemi tutti e se ne andò la sua sporta sotto il braccio poi quando fu lontano in mezzo alla piazza scura e deserta che tutti gli usci erano chiusi si fermò ad ascoltare se chiudessero la porta della casa del nespolo mentre il cane gli abbaglia là
dietro egli diceva col suo abbaiare che era solo in mezzo al paese soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto in mezzo ai faraglioni perché il mare non ha paese nemmen lui ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare di qua e di là dove nasce e muore il sole anzi ad acitrezza ha un modo tutto suo di brontolare e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe e parla voce di un amico allora antoni si ferma in mezzo alla strada a guardare il paese tutto
nero come non gli bastasse il cuore distaccarsene adesso che sapeva ogni cosa e sedette sul muricciolo della vigna di massaro filippo così strette un gran pezzo pensando a tante cose guardando il paese nero e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto e ci stette fin quando cominciarono ad udirsi certi rumori che conosceva e delle voci che si chiamavano dietro gli usci e sbatter di imposte dei passi per le strade buie sulla riva in fondo alla piazza cominciavano a formicolare dei lumi e gli leva il capo a guardare i tre re che luccicavano e lapo
darà che annunziava l'alba come l'aveva vista tante volte allora torno a chinare il capo sul petto ea pensare a tutta la sua storia a poco a poco il mare cominciò a farsi bianco e i3 read impallidire e le case spuntavano ad una ad una nelle vie score con gli sci chiusi che si conoscevano tutte e solo davanti alla bottega di pizzuto c'era il lumicino e rocco stato con le mani nelle tasche che tossiva e sputacchiata fra poco santoro aprirà alla porta penso antoni e si accollerà sull'uscio a cominciare la sua giornata anche lui tornò a
guardare il mare che si era fatto amaranta tutto seminato di barche che avevano cominciato alla loro giornata anche loro riprese la sua sporta e disse ora in tempo ad andarmene perché fra poco comincerà a passar gente ma il primo di tutti a cominciare la giornata è stato rocco stato