bene buonasera di nuovo allora questa sera io mi ero impegnato a parlarvi mi sono impegnato a parlarvi di un mercante del medioevo a cercare di capire come pensava e come vedeva il mondo un mercante del medioevo questo mercante e dino compagni che è un mercante fiorentino vissuto fra 200 e 300 più o meno contemporaneo di dante e che c'è scritto un piccolo libro chi c'era ieri sera ricorda che fra salimbene ha scritto una cronaca di 900 pagine dino compagni ha scritto un piccolo libro molto più maneggevole in cui ha voluto raccontare certe cose importanti che
sono successi a firenze quando lui non solo abitava lì ma era anche un uomo che contava a firenze dinho e in questo senso mi sono detto che forse a pensarci meglio anziché dirvi come pensava come vedeva il mondo un mercante del medioevo avrei forse fatto meglio a dire come vedeva il mondo un politico del medioevo perché in realtà dinho è innanzitutto un uomo di politica il dinho che si racconta in questa cronaca è innanzitutto uno che ha fatto politica a firenze e che ci racconta cosa voleva dire fare politica nella firenze dei comuni nella firenze
dei guelfi e dei ghibellini dei bianchi e dei neri non era uno scherzo fare politica in quel mondo beninteso lino naturalmente è un mercante è un imprenditore è un imprenditore che appartiene alla corporazione di por santa maria che ha questo nome un po curioso è una corporazione fiorentina che si occupa di grande commercio che si occupa di import export di panni di no a una sua ditta importante è un uomo ricco però è un uomo che per una certa fase della sua vita fa politica si trova al governo della città poi le cose gli vanno
male la sua parte viene sconfitta viene buttato fuori dalla politica continua a vivere a firenze continua a fare il suo mestiere di imprenditore è però ha dentro questa cosa che lo road che lui per un po di tempo è stato al potere ha cercato dice lui di evitare che le cose andassero così male come stanno andando e adesso che vede che le cose vanno veramente male e lui rimpiange un po gli anni in cui è stato seduto su quelle poltrone e aveva la possibilità di incidere insomma e dice almeno mi è venuta voglia di scrivere
di scrivere per raccontare se non altro quello che ho visto che non sono cose edificanti per niente dice mi è venuta voglia di scrivere per un po di tempo tenuto duro perché dicevo tanto non sono capace è un mercante non sa il latino non è come fra salimbene che abbiamo conosciuto ieri sera che il latino lo sa perfettamente pensa in latino e in grado di scrivere no no dino scrive in italiano sa leggere e scrivere come sa far di conto perché un uomo di commercio è un uomo d'azienda deve saper tenere i conti ma il
latino non lo sa o lo sa poco lui scrive in italiano in toscano dice pensavo di non essere capace poi soprattutto dice ho lasciato perdere per un bel po credendo che altri scrivesse e questa è una cosa che secondo me significativa aveva colpito voi capite siamo in un mondo dove non ci sono i giornali la televisione non c'è niente succedono grandi avvenimenti la politica ai suoi conflitti anche violentissimi ci sono grandi cambiamenti nel potere nel governo avvengono queste grandi cose e in futuro cosa ne sapranno e in futuro le sapranno qualcosa se qualcuno scrive perché
se non c'è qualcuno che scrive si perderà la memoria di tutto questo edinho dice io credendo che altri scrivesse per molto tempo ho lasciato perdere poi gli è venuta voglia di scrivere lui di dire la sua e quindi dice la sua però appunto su e la voce di un uomo che è stato in politica che è stato influente che poi a un certo punto ha perso è stato buttato fuori e quindi noi ovviamente ci dobbiamo fare la tara sui giudizi di valore però a noi non interessa qui decidere se era meglio i guelfi e ghibellini
meglio i bianchi o meglio i neri qui come dire la scommessa e provare a capire come vedeva il mondo dino compagni mercante della corporazione di por santa maria al tempo di dante e allora e allora cominciamo a raccontare come mai un mercante come dino compagni un imprenditore si trova a un certo punto al governo della città non è una cosa così ovvia perché non voglio richiamarmi sempre quello che ha detto ieri perché magari tanta gente che se qua giustamente ieri non c'era però ieri abbiamo parlato di un frate francescano che però era di nobile famiglia
apparteneva una grande famiglia di cavalieri di parma ecco nei comuni italiani c'era una nobiltà di grandi famiglie nobili gente che aveva degli antenati uno stemma delle terre dei castelli delle torri in città dei cavalli delle armi l'abitudine a combattere l'abitudine a partecipare ai tornei questi gentiluomini come li chiamavano loro per tanto tempo erano stati quelli che avevano come andato nelle città come andavano loro i mercanti stavano bottega stavano al fondaco gli artigiani stavano a lavorare nei comuni come andavano i nobili comandavano i cavalieri e l'ammirazione per i nobili per i cavalieri per questa gente che
appartiene a un mondo superiore socialmente dico fa ancora parte della visione del mondo e di dino compagni dino compagni che è un mercante non è uno di loro e anzi con loro lo vedremo non avrebbe neanche nessun interesse in comune anzi con i nobili lui quando è in politica ha in realtà degli scontri durissimi però per un uomo di quell'epoca i gentiluomini i cavalieri sono ancora qualche cosa insomma di fronte a cui istintivamente 1 si leva il cappello davanti ai cavalieri poi pensate che a firenze ci sono una serie di abitudini vino le racconta una
volta era un funerale si seppelliva una donna dei frescobaldi c'era un sacco di gente in piazza e come si usa da noi a firenze tutti i cittadini sedevano a terra su stuoie nel medioevo avevano pochi mobili e si sedevano a terra con una facilità una disinvoltura con cui oggi noi non lo faremmo più dice di no come si usa da noi a firenze al funerale tutti i cittadini erano seduti per terra su stuoie tranne i cavalieri e i dottori quelli erano seduti su panche più in alto i dottori sono i laureati dell'università va beh non
mi soffermerò sul fatto che il prestigio dei professori universitari una volta beh comunque una volta la maggiore ha comunque in ogni caso i cavalieri ei dottori laureati in legge giudice ecco quelli stavano sulle panche gli altri sotto e non è soltanto una questione di onore i cavalieri sono i cittadini che contano di più da tutti i punti di vista a un certo punto a firenze hanno esiliato un certo numero di cittadini per ragioni politiche poi si pentono si accorgono che si sono sbagliati li fanno tornare gli danno un risarcimento dice di no ma di più
ai cavalieri e di meno agli altri perché essere cavaliere significa comunque far parte essere l'elite della società il cavaliere voi capite sono necessari man di un'ambasciata al papa che ci mandi un ciabattino il ciabattino può anche stare al governo come vedremo a firenze ma nell'ambasciata al papa ci deve mettere dei cavalieri della gente che è abituata a stare in società a frequentare i potenti che è ben educata e poi i cavalieri sono necessari in guerra perché è vero che il comune quando fa la guerra chiama tutti a combattere quindi tutti i cittadini gli artigiani mercanti
tutti organizzati in compagnie di quartiere tutti a piedi con le loro lance i loro scudi sì però i nobili che sanno stare a cavallo che hanno le armature che passa alla vita a combattere nei tornei i nobili cavalieri senza di loro non si fa un esercito sono loro quelli che vincono le battaglie non la massa dei plebei dei borghesi inquadrati nelle loro compagne ed i fanti quindi i nobili sono fondamentali per la vita del comune e per tanto tempo ha comandato loro e i nobili mi accorgo che io mi devo parlare di come vedeva il
mondo dino compagni e invece vi sto parlando degli altri tre di quelli che erano diversi da lui di quelli che lui guardava dal basso e che si trovava sulla testa un mercante di allora viveva in una città italiane sulla sua testa c'erano i signori c'erano i nobili non importa se il comune e democratico e tutti votano i nobili contano i nobili condividono un sistema di valori l'ideologia cavalleresca dove insomma uno deve sapersi sacrificare deve sapersi far ammazzare in battaglia se ce n'è bisogno dove l'onore è al centro di tutto dino compagni a un certo punto
racconta una grande battaglia anzi è il punto di partenza della sua cronaca una grande battaglia in cui i fiorentini hanno sconfitto arezzo 1289 la battaglia di campaldino dove ha combattuto anche dante che era un nobile tra i cavalieri di firenze e dino dice quella battaglia è stata durissima c'è della gente che si è fatta ammazzare piuttosto che arretrare c'è anche chi è scappato mentre si pensava che dovesse fare chissà cosa e poi invece è scappato ma molti si sono battuti molto bene e dice di no quel mattino prima della battaglia si erano armati dei nuovi
cavalieri cioè un certo numero di giovani nobili erano stati addobbati cavalieri con il rituale che trasforma di un uomo qualunque in un cavaliere la spada posata sulla spalla ed è ovvio che un giovane che è stato armato cavaliere quel mattino se poi c'è la battaglia al pomeriggio si fa ammazzare piuttosto che far brutta figura quindi i valori dei cavalieri sono centrali in questa società e per tanto tempo i mercanti come dinho se ne sono stati al negozio al fondaco all'impresa a scambiare denaro a scambiare merci a comprare tessuti a fare l'import export sapendo che questo
loro lavoro fruttava tanti soldi sì però rispetto alla vita dei cavalieri che vanno in giro a cavallo che hanno le proprietà terriere che non lavorano ecco e rispetto a loro un mercante insomma è sempre un po un poveraccio nella prospettiva ancora di quella generazione dunque per tanto tempo i nobili cavalieri hanno com'è andato a firenze come in tutte le città italiane e i mercanti come dino sotto a ubbidire a lavorare ea fare i soldi ea pagare le tasse però i nobili sono anche ingombranti e pesante una città gestita da questo tipo di gente questa è
gente che va in giro armata che ha sempre la spada al fianco in qualunque momento e che la tira fuori se c'è qualcosa che gli dà fastidio i nobili pensano solo alla guerra sanno farla sanno combattere e hanno la tendenza spiacevole tirar fuori la spada anche in situazioni dove magari due mercanti si metterebbero a discutere e provare a mettersi d'accordo e nobili no i nobili occupano i posti importanti non solo nel comune nella vita politica ma anche nella chiesa i vescovi sono tutti i nobili poi magari sono come quel vescovo di arezzo di cui racconta
dino compagni guglielmino degli ubertini il quale dice dino compagni il vescovo di arezzo sapeva meglio gli uffici della guerra che della chiesa e in effetti in guerra si farà ammazzare alla testa della cavalleria di arezzo alla battaglia di campaldino questi sono i nobili i nobili sono organizzati in famiglie dino compagni quando descrive la società vede innanzitutto al vertice quello che lui chiama le famiglie se vi evoca un panorama un po mafioso non vi sbagliate perché siamo lì i nobili sono le famiglie perché i nobili hanno tanti parenti un cognome importante spesso solo i nobili hanno
il cognome vino compagnia un cognome perché già un borghese ricco ma la maggior parte dei fiorentini non ha neanche un cognome si chiama nodino di giovanni di andrea di bartolomeo invece i nobili sono i cavalcanti brunelleschi tosinghi e così via i nobili sono le famiglie e ogni famiglia è numerosa dice a un certo punto i cavalcanti c'è stato un litigio tra diverse famiglie contro i cavalcanti e i cavalcanti erano forti sono onorerà un 60 uomini capaci di portare le armi voi capite che se uno deve andare in piazza si sta facendo politica dobbiamo dare in
piazza è solo della nostra famiglia siamo in 60 ma che vanno in piazza a cavallo con l'armatura e beh quello pesa e queste famiglie queste famiglie sono pronte ad ammazzare per difendere il loro potere per difendere il loro onore per difendere i loro interessi queste famiglie sono delle consorterie di potere dove non è che ci si vuol bene ma gli interessi sono quelli che tengono insieme tutto c'è un passo straordinario indino sta raccontando una cosa che è successa ad arezzo c'era appunto quel tal vescovo che vi dicevo prima il vescovo di arezzo che si intendeva
più di guerra che di chiesa il quale dice dinho c'è un certo punto c'è stato un problema politico il vescovo ha tradito la sua parte ha tradito la sua famiglia ha cercato di accordarsi con i fiorentini mentre i suoi amici e parenti volevano fare la guerra contro firenze allora dice di no ad arezzo si sono un po seccati per il fatto che il vescovo stava negoziando col nemico e quindi dice dino come se fosse la cosa più normale del mondo decisero di farlo uccidere dunque il governo di arezzo riunito dice qui il vescovo ci sta
dando fastidio quindi lo facciamo ammazzare nel consiglio di arezzo c'è anche un parente del vescovo messer guglielmo de pazzi mese al guglielmo de pazzi suo consorte consorte cioè membro della stessa consorteria familiare del vescovo quando sente questa cosa che si discute di farlo ammazzare il vescovo mese il guglielmo de pazzi che era nel consiglio disse che sarebbe stato molto contento se l'avessero fatto non la vendo saputo ma essendo richiesto non consentirebbe cioè in altre parole se lo facevate senza dirmelo me andava benissimo perché sono d'accordo anch'io che questo vescova veramente azzeccato ecco però è un
mio parente quindi non potete chiedermi che io voti per farlo ammazzare in consiglio comunale mi dispiace ma io non posso votare per farlo ammazzare ecco questo è il mondo questo tengo qui scusate questo è il modo in cui i nobili fanno politica i nobili fanno politica e hanno sempre la spada al fianco e sono pronti a tirarla fuori e la gente come dinho non ha la spada al fianco e mercanti lavorano fanno soldi non hanno la spada non vanno in giro a cavallo e non hanno neanche tanti parenti quanti ne hanno i nobili dino compagni
in tutta la cronaca non parla mai di un suo parente per i nobili la famiglia e tutto i parenti vengono fuori continuamente tutto gira intorno alla parentela di non ne ha di parenti è un uomo che si è fatto da solo è che un self made man veramente come tanti di questi popolani di firenze i nobili hanno gestito firenze per tanto tempo ma non l'hanno gestita pacificamente perché fra loro si scannano tra loro si scannano per interesse si creano raggruppamenti di famiglie a un certo punto sono nati lo sapete tutti i guelfi ei ghibellini quelli
che vorrebbero che il mondo fosse comandato dal papa e quelli che vorrebbero che il mondo fosse comandato dall'imperatore ma in realtà uno diventa guelfo perché la famiglia nobile rivale stacco e ghibellini e quelli ci hanno fatto uno sgarbo tanti anni fa non ci si di quale sgarbo ma ci ricordiamo neanche più veramente però si sa che con quelli siamo nemici e se loro sono ghibellini noi siamo guelfi a dino compagni di tutto questo non importa niente lui un uomo d'affari che pensa a fare i soldi a importare i panni dalla frana dalla francia però sa
che nella sua città per tanto tempo hanno dominato queste fazioni di grande famiglie nobili le maledette parti perché è proprio questa divisione della città in partiti che per la gente come dinho è il punto di partenza di tutti i mali se fossimo tutti uniti ne riparleremo invece non siamo tutti uniti questo e clientele che si costruiscono intorno alle grandi famiglie sono forti sono radicate non sono solo i nobili hanno i loro seguaci una grande famiglia nobile possiede tante case in città in affitto possiede botteghe le dà in affitto se tu sei un affittuario degli uberti
stai con loro se sei uno come dire un imprenditore che lavora per gli uberti e stai con loro comunque gli uberti lo sapete sono la grande famiglia ghibellina che a un certo punto viene cacciata da firenze quando vincono i guelfi e non torneranno mai più tutti ricordano farinata degli uberti nell'inferno di dante ecco vino racconta che a un certo punto c'è una tregua c'è un momento di tregua in cui si fa una cosa che non si era mai vista si mettono d'accordo e lasciano rientrare i ghibellini esiliati a firenze durerà pochissimo dopo pochi mesi litigano
liri buttano fuori ma in quel momento che i ghibellini esiliati son tornati a firenze e per la prima volta sono tornati gli uberti a firenze e si sono visti gli hub erti entrare a firenze a cavallo con i loro scudi con loro stemma dice dinho si vedeva tanta gente vecchi ghibellini uomini e donne che correvano a baciare lo stemma degli uberti dopo cinquant'anni che gli uberti erano esiliati dalla città quindi queste parti sono radicate sono profondamente radicate questo è un mondo fazioso faziosissimo dove a differenza della nostra faziosità politica di oggi loro hanno uno sfogo
maggiore quando proprio non ne puoi piu gli altri li ammazzi ecco di fronte a questa situazione la gente come dinho a un certo punto non ne può più la gente come dinho che vorrebbe lavorare fare i soldi in una città pacifica a un certo punto decide che i nobili sono la maledizione di questa città se non ci fossero i nobili si starebbe tanto bene tutti a lavorare niente guelfi e ghibellini e allora nasce quello che loro chiamano il governo di popolo popolo è una parola grossa popolo vorrebbe dire tutti tranne i nobili in realtà a
firenze popolo vuol dire come dire la brava gente che paga le tasse quindi innanzitutto gli imprenditori quelli che hanno bottega che hanno un impresa quello è il popolo a firenze fanno un certo punto un governo di popolo che sarebbe come dire oggi un governo della confindustria sostanzialmente al vertice del comune mettono una giunta di 6 priori e questi sei priori sono nominati dalle corporazioni le corporazioni sono le organizzazioni appunto confindustriali sostanzialmente loro ne hanno tante i pellicciai gli imprenditori della seta quelli della lana i notai medici ecco il governo è in mano a questi ed
è in questa fase che un uomo come dinho si trova al governo perché finché comandavano i nobili gli uomini come dino stavano bottega quando firenze a fine 200fa questo esperimento di democrazia allargata allargata fin dove si può perché gli operai di dinho non stanno al governo lui però che è un imprenditore che di fronte ai nobili buondelmonti si toglie il cappello invece si trova fra quelli che vanno al governo e spesso si trova in un organismo di potere tenete conto che il governo di una città italiana comunale è fatto di infinite commissioni sottocommissioni consigli giunte
fatte di sei uomini di 12 18 di quattro che durano pochissimo li cambiano continuamente al massimo stanno in carica un anno ma spesso stanno in carica anche molto meno i sei priori che rappresentano il vero governo della città che prendono decisioni decisive se così si può dire i sei priori cambiano ogni due mesi eccome se il presidente del consiglio e il consiglio dei ministri cambiassero ogni due mesi perché a loro sembra l'unico modo per evitare che certa gente prenda troppo potere e cominci a fare troppo i suoi affari dunque queste commissioni ruotano un sacco di
cittadini vengono chiamati a partecipare al governo e i nobili non son mica tanto contenti il grande dramma della firenze vista da dino compagni e che abbiamo fatto questo governo di popolo e noi governeremo bene la città nell'interesse collettivo e invece ci sono i nobili con i loro amici con i loro partiti con le loro azioni che pensano soltanto all'interesse ora nessuno pensa all'interesse collettivo all'interesse pubblico e gli scontri di interesse sono frequenti c'è un conflitto con l'arezzo per l'appunto dinho e tanti altri bravi i popolani sarebbero dell'idea vabbè ma perché bisogna fare la guerra contro
arezzo ci mettiamo d'accordo discutiamo non facciamola i nobili lo voglio fare la guerra perché a loro conviene loro la sanno fare se si fa la guerra sono stipendi d'oro per i nobili e bottino e vuol dire che lo racconteranno e se la guerra si vince chi l'ha vinta noi i nobili e quindi i mercanti stessero un po al loro posto quindi ai nobili conviene alla fine la guerra si fa con tutto che dino era al governo in quel momento e ha votato contro però la guerra si è fatta edinho qui viene fuori il mercante effettivamente
dino di c'è la guerra più si consuma in un di nella guerra che in molti anni non si guadagna in pace e lo sa bene è una delle poche volte in cui parla di guadagno nel suo libro il guadagno e la sua vita quotidiana però lui qui parla di politica però anche nella politica c'entra il guadagno e quando devi decidere la guerra al mercante viene in mente che la guerra costa un sacco di denaro pubblico se ne risparmierebbe così tanto a fare la pace ma i nobili vogliono la guerra e si fa la guerra oltretutto
i nobili vogliono la guerra perché appunto in guerra contano solo loro un'altra cosa che è ovvia nella testa di dinho e di quelli come lui e che la guerra non gli piace anche perché loro non la sanno fare non la vogliono fare non gli interessa in tempo di pace il mercante può anche avere più soldi del nobile essere più bravo di lui sa amministrare ma in tempo di guerra il mercante sta a casa e il nobile quello che comanda e i mercanti non si intromettono nella guerra dunque la guerra si fa e i nobili sono
sempre più prepotenti e la caratteristica della prepotenza e che non obbediscono alle leggi questa è l'altra cosa che a dino crea ribrezzo abbiamo delle buone leggi a firenze se solo fossero rispettate la città sarebbe prossimo ma le leggi non sono rispettate perché un po devo dirlo perché ce n'è per tutti per colpa dei giudici i maledetti giudici dice dino i quali interpretano la legge e favoriscono i loro amici e favoriscono il loro partito ecco ma comunque se fosse solo quello ma il problema è che i nobili non obbediscono alla legge i nobili vanno in giro
armati provo un po ad arrestarli e allora la soluzione è un governo di popolo ancora più duro che tenga i nobili come dire al loro posto che le mette al loro posto che li costringa ubbidire ci hanno provato una volta cito sempre arezzo perché dino cita spesso arezzo che in quel momento una città toscana importante ad arezzo dice dino immobili erano insopportabili per le loro prepotenza hanno fatto un governo di popolo hanno chiamato uno da fuori che ha comandato ad arezzo e ha messo i nobili al loro posto dice dino li costringeva a ubbidire alle
leggi che è già una cosa inaudita poi a firenze è finita ma ad arezzo è finita malissimo i nobili non ne potevano più si sono armati hanno preso il potere con la forza hanno rotto come dice dino il governo di popolo il capo del popolo lo hanno chiuso in una cisterna e lo hanno lasciato morire di fame dentro la cisterna e ad arezzo il governo di popolo è finito ma a firenze che sono più tosti popolani a firenze ci vogliono provare e fanno gli ordinamenti di giustizia anche questi li abbiamo sentiti ricordare a scuola giano
della bella cosa sono gli ordinamenti di giustizia in due parole una legge straordinaria la legge dice i nobili non possono avere nessun incarico di governo in tutte le mille commissioni sottocommissioni consigli che governano firenze se uno è nobile non ci può stare secondo se un nobile offende un popolano se tira fuori la spada deve essere punito non solo lui ma tutti i suoi parenti sono tutti tenuti l'uno per l'altro e ci deve essere un organismo armato lo troviamo nel bilancio i soldi mettiamo in piedi un corpo di polizia al servizio del popolo che quando c'è
una denuncia contro un nobile per violenza si va lì si arrestano tutti si tira in giù le si radono al suolo le loro case perché così si faceva e così nobili staranno al loro posto e si fa questo sistema a partire da quel momento i sei priori di firenze sono costretti a stare barricati dentro il palazzo della badia non c'è ancora il palazzo comunale e sul bilancio di firenze si trova da pagare una guardia speciale di poliziotti per proteggerli perché la vita di uno dei priori non vale un soldo in questo momento se escono in
strada incontrano un nobile e tuttavia in questa situazione di estrema tensione si riesce comunque a far passare queste leggi i nobili esclusi dagli uffici da un certo punto di ne dice sì ma chi sono i nobili esattamente perché è facile dirlo ma c'è un elenco facciamolo fanno l'elenco ogni famiglia che ha avuto un cavaliere fra i suoi è da considerare famiglia nobile famiglia rimangiati se avete avuto un cavaliere non siete dei nostri perché noi siamo che la gente pacifica che vuole lavorare e far soldi e che non va in giro armata quindi quelli che hanno
dei cavalieri sono gli altri noi non li vogliamo non possono governare firenze i nobili ovviamente tanto contenti non so lo hanno capito anche voi i nobili sono fuori di sé dalla rabbia tanto più che hanno fatto la guerra contro arezzo l'hanno vinta hanno vinto la battaglia di campaldino e per tutto ringraziamento li hanno buttati fuori dal governo dino lo sa che i nobili quando si ritrovano fra loro lo sa che discorsi fanno questi popolani cani che ci hanno cacciato dagli uffici ed agli onori della nostra città noi siamo quelli che demo la sconfitta in campaldino
e adesso ci hanno cacciato dagli uffici i nobili son pronti a tutto per tornare al potere ed è qui e in questa congiuntura che dinho comincia a essere un uomo politico importante voi capite che non è con la situazione proprio facile da gestire dinho è un uomo dei mercanti un uomo delle corporazioni viene spesso nominato fra i priori come funziona concretamente questa politica che dinho è chiamato a gestire cosa vuol dire come funziona come succede è tutto assembleare e tutto collettivo perché comunque i cittadini si sentono tutti partecipi della politica le decisioni si prendono ve
lo dicevo in innumerevoli consigli dove chiunque può essere nominato certi consigli sono addirittura sorteggiati si mettono i nomi di tutti i cittadini dentro un grande sacco si dire la sorte quindi chiunque può andare al potere è un esperimento di democrazia molto avanzato siamo a fine duecento e poi tante cose si discutono è una cosa che come dire un reduce del 68 del 77 ci si sarebbe trovato benissimo nella firenze di fine duecento perché a ogni occasione cosa si fa si convoca un'assemblea e nell'assemblea tutti parlano e poi quelli che parlano più forte sono quelli che
vincono e tutto si decide così anche cose che a noi sembra assurdo decidere in quel modo quando fanno la famosa guerra contro arezzo di cui vi parlavo devono prendere una decisione strategica fondamentale che noi siamo i più forti attacchiamo ma da che parte si passa per andare ad arezzo passiamo da valdarno o passiamo dal casentino è una decisione strategica importante ne dipendono tante altre cose oggi ci sarebbe il generale comandante che decide invece loro radunano una grande assemblea nel battistero di san giovanni che è il luogo classico dove a firenze ci si riunisce perché il
palazzo vecchio non esiste ancora in quel momento e quindi nel duomo di san giovanni tutti i cittadini più importanti tutti quelli che hanno delle poltrone ricoprono degli uffici tutti i vecchi cavalieri esperti tutti i comandanti militari tutti lì e tutti discutono discutono tutto il giorno in pubblico per decidere se per attaccare arezzo si passa dal casentino si passa da valdarno e poi per decidere dopo che tutti hanno parlato e ha detto il loro parere come fanno vota no votano con le fave bianche e nere come si vota in tutti i consigli ognuno ha la sua
fava bianca la sua fa la nera poi li depositano torna e si vede e dice di no si vinse di andare per casentino ed era la strada peggiore ma comunque per fortuna e dio ci ha protetti andata bene lo stesso quindi è una democrazia assembleare dove le cose si fanno con una larghissima partecipazione ed è una vita come dire anche qui l'ho già detto ieri un mondo semplice questo dove ci sono delle dei limiti a quello che si può fare che oggi non ci immaginiamo neanche vi cito un altro esempio dino racconta questo c'è stato
un momento di grave crisi a firenze è arrivato a firenze carlo di valois un principe francese per mettere pace fra i vari partiti contrapposti mandato dal papa noi dovevamo starlo a sentire per forza perché mandato dal papa e dal re di francia però c'era poca fiducia si aveva paura che lui volesse favorire uno dei partiti contro l'altro come infatti poi è successo si è visto dice dino dunque era un momento bisognerà prendere delle decisioni rapidamente che facciamo di fronte a questo signore che viene che verrà a darci degli ordini bisognava decidere rapidamente cosa fare per
decidere rapidamente cosa fare cosa si fa si convoca un'assemblea psicologo in assemblea e tutti possono parlare c'è un palchetto con una ringhiera e gli oratori a turno salgono su questo palchetto e parlano e dino dice noi dovevamo decidere in fretta e la gente salivali e parlava parlava parlava ma va bandino falconieri non aveva niente da dire però è venuto lì ha tenuto la ringhiera impacciata mezza giornata e si era dice dino nei tempi più bassi dell'anno cioè era novembre voi capite cosa vuol dire i giorni sono corti quando viene buio si va tutti a casa
non si continua a star fuori a discutere finisce la politica quando viene buio si chiude di novembre alle 5 pomeriggio o hai deciso o è finita non si sta fuori quando è buio queste sono limitazioni che noi neanche ci immaginiamo e invece l'oro nella concretezza della loro vita li hanno questi problemi e dunque in questa politica in cui dino si trova immerso i soldi contano molto è una politica è un mondo quello dove i soldi girano girano tanto e contano tanto senza i soldi non si fa niente non si fa la guerra e non si
fa neanche la politica quando il comune ha bisogno di soldi i cittadini ricchi i grossi finanzieri anticipano i soldi al comune e bisogna anche ringraziarli poi è chiaro che quando hai anticipato i soldi al comune e poi intanto aspetti la restituzione ma in attesa della restituzione di pan ci sono tanti modi per farsi ricompensare quindi cittadini ricchi grandi banchieri prestano volentieri soldi al governo ecco soldi contano contano in politica estera si fa tutto con i soldi è raro trovare qualcuno come il cardinale matteo d'acquasparta che viene mandato a firenze a un certo punto dal papa
come al solito perché voi dovete sapere che firenze è una grande alleata del papa e il papa è leggermente sconfortato di vedere che a firenze non fanno altro che scannarsi tra parti fra partiti e che la città è continuamente divisa da guerre civili da scontri proprio vorrebbe mettere pace e loro hanno una gran paura che arrivi qualcuno dal papa con degli ordini perché i secca che vengano i cardinali a dargli degli ordini però a un certo punto arriva il cardinale matteo d'acquasparta e cerca di mettere pace e ha molta gente queste cose da fastidio e
finalmente si trova uno dice dino uno di poco sanno che gli tira una freccia con la balestra alla finestra di casa frecce si pianta dentro l'impanata della finestra non succede niente però il cardinale ci rimane piuttosto male sta per andarsene gettandoli interdetto su firenze allora bisogna calmarla bisogna pacifi carlo che si fa per pacificare il cardinale e gli mandiamo dei soldi il governo decide vanno a vedere la legge quanti soldi si possono stanziare senza dover fare una votazione a voto palese perché se bisogna fare una votazione a voto palese non siamo più a voto segreto
si possono mandare fino a 2.000 fiorini e quindi va bene al cardinale d'acquasparta mandiamo 2000 fiorini e dinho e gli altri glieli portano anzi dinho in persona di ceglie li porta in una coppa d'argento gli porta i duemila fiorini nuovi dice appena coniati e gli dice al cardinale mestiere guardate sono pochi lo so duemila fiorini sono una somma colossale ma comunque sono pochi ma di più non si può spendere senza fare il voto palese quindi abbiate pazienza e il cardinale rispose che li aveva cari e molto li guardò e non li volle ma di questi
ce ne sono pochissimi appunto che i soldi non li pre non li prendono i soldi normalmente li prendono tutti e la politica in città si fa per questo il quadro che da dino della politica in cui lui si è trovato a operare è un quadro sconvolgente dove dell'interesse pubblico non interessa niente a nessuno dove tutti sono in politica per fare gli interessi loro e dei loro parenti e del loro partito nell'ordine e quelle sono le uniche cose che importano e dunque lui dice c'era conce continuamente la gara d'ufficio gli uffici sono le poltrone capite sono
le innumerevoli poltrone che ti permettono per due mesi magari soltanto di prendere delle decisioni importanti per queste poltrone ci si scanna si fa di tutto poi una volta che l'hai ottenuta la poltrona e sai che ce l'hai solo per due mesi e quindi devi sbrigarti anche a farla fruttare quel punto succede di tutto si compra e si vende e tutto si comprano se si vendono gli appalti si comprano e si vendono i processi poi dice di no e chiaro che in questo modo decisioni non se ne prendono mai questo devo dire fa venire un brivido
nella nostra italia di oggi quando si legge questo dino dice ogni cosa decisa un giorno viene disfatta il giorno dopo e lo cito ancora il male per legge non si punisce come il malfattore ha degli amici e può moneta spendere così è liberato dal maleficio fatto in questa situazione appunto la posta in gioco è grossa stare al governo vuol dire non aver problemi con la giustizia vuol dire che i tuoi processi vengono insabbiati e vuol dire che sei tu che metti le mani nelle tasche dei cittadini per usare ancora un linguaggio insomma attualizzante perché il
governo tassa età sta per me però io non voglio come dire non voglio strappare degli applausi fin troppo facili e io sto parlando della firenze di fine del duecento a firenze alla fine del duecento i grandi problemi quali sono è la ripartizione delle imposte il denaro pubblico c'è il tesoro del comune e quelli che sono al potere avrebbero giurano di salvaguardare il tesoro del comune e invece dice dino trovavano modo come meglio il potessero rubare e tiravano fuori i soldi dal tesoro dice sotto pretesto di ricompensare persone che avevano servito il comune fino a 2.000
fiori né si capisce non c'è bisogno di votare sì da sé i soldi vanno fuori ci sono casi scandalosi c'è un caso in particolare che dinho nota perché veramente la gente non ne poteva più è morto un grossissimo capopartito messer rosso della tosa uno degli uomini più ricchi e influenti di firenze il comune ha deciso di ricompensare la sua famiglia per i grandi servigi resi da questo capo partito armato cavalieri a spese del comune i figli dimesse il rosso della tosa ora voi dovete sapere che armare 1 cavaliere è una cosa costosissima perché richiede grandi
festeggiamenti banchetti pubblici regali acquisto di cavalli di armature è una spesa enorme e anche per quello che i cavalieri sono prestigiosi perché sono pochi ci vogliono tanti soldi per essere cavaliere ecco il comune decide che col denaro pubblico si armano cavalieri e si coprono di regali i due figli di questo ricchissimo capo partito e la gente e la gente mormora ma non può farci niente si accontenta di prenderli in giro la gente dice qualcuno ha fatto il conto che tutti i soldi spesi per armare cavalieri questi due figli di papà più o meno equivalevano alle
tasse pagate dalle povere operaie che lavorano nei fila toy e che fanno la fame e che si tolgono il pane di bocca per pagare le tasse le operaie del filatoio per cui dice li chiamavano i cavalieri del filatoio e va bene però come dire magra consolazione tutto sommato perché chi è al governo coi soldi pubblici fa quello che vuole e ogni tanto arriva qualcuno che dice ma non è possibile dove finiscono i soldi bisogna vedere bisogna fare i conti ma dinho sa benissimo che quando arriva qualcuno a dire queste cose è perché la sua fazione
in quel momento non è al governo e vuole buttare giù gli altri e quindi la fazione che non è al governo e sempre pronta a chiamare i cittadini in piazza e dire ma i soldi dove sono finiti non è possibile che per la guerra contro arezzo se ne sono spesi così tanti chi è che se le messe in tasca per odino ci crede poco che questa classe politica fatta di grandi nobili sia in grado realmente di moralizzare la vita pubblica non si trova il governo più volte e il suo ideale di cercare di pacificare le
parti di fare lo dice lui e sia chiaro intendiamoci dice lui che il suo ideale di fare l'interesse comune non fare fare in modo che nessun partito prevalga mettere fine alle ruberie lui si trova il governo ma è stritolato da queste forze contrapposte notate che come vi dicevo il governo dei sei priori dura due mesi dopo due mesi si sa che vanno via se ne nominano altri 6 bene in certi momenti l'opposizione scende in piazza e minaccia cataclismi perché vuole le dimissioni dei priori non basta che fra due mesi si dovranno dimettere comunque richiedere le
dimissioni del governo in carica è una cosa che in certi momenti si fa con l'estrema insistenza e petulanza dicendo questo governo non è neutrale vogliamo un governo veramente neutrale di no a un certo punto si trova retrocedere lui sarebbe dei priori e al governo avrebbe ancora un po di settimane in carica ma sono talmente forti le pressioni delle grandi fazioni dei partiti che vogliono che si dimettano che loro dicono va bene sarebbe illegale ma noi va bene ci dimettiamo convochiamo una riunione di tutti i capi partito e nominiamo un nuovo governo convocano questa riunione e
dinho è molto fiero dice io ci sono due partiti contrapposti principali guelfi bianchi ai guelfi neri che si scannano in piazza facciamo questo nuovo governo lo facciamo paritario dice dino perché è fondamentale io non voglio fare delle porcherie facciamo un governo veramente paritario i priori solo 63 bianchi e 3 neri poi ci sarebbe una settima carica di governo il gonfaloniere di giustizia che è quello che comanda la polizia e quando secondo gli ordinamenti di giustizia un nobile commette un delitto deve farlo arrestare andare a far spianare le sue case e così via ecco il settimo
il gonfaloniere di giustizia dice dinho non si poteva dividere perciò come fanno non potendolo dividere vogliono fare un governo assolutamente paritario che tutti i partiti siano soddisfatti come si fa con il settimo dice di no beh abbiamo scelto uno che valeva così poco che non poteva fare paura a nessuno come vedete il manuale cencelli non l'ha inventato nessuno loro hanno esattamente questa stessa preoccupazione di ripartizione e bene dice dino lì mentre eravamo a discutere stavamo facendo il nuovo governo con tre da una parte iii dall'altra equilibrato è arrivato uno dei capi partito dei neri lui
fa nomi e cognomi mi ha preso da parte e mi ha detto ma senti dinho ma non si potrebbe fare che date più posti a noi e di meno quegli altri e di no di fronte a questa cosa indignato perché voi capite che questa politica io la sto raccontando come una politica ma poi la parte che si trova in minoranza rischia che un bel giorno gli fanno la pelle fisicamente perché quello è come dire lo sbocco poi delle rivalità di no a questa idea che lui sta facendo finalmente un governo insomma equilibrato dove ci sono
a destra ea sinistra i bianchi ei neri parti uguali e poi arriva uno a dirgli ma senti dai più posti a noi invece lui dice io la parte del giuda non la voglio fare e io gli risposi che innanzi che io facessi tanto tradimento darei miei figlioli a mangiare i cani dopodiché per questa volta tiene duro e riesce a resistere e questo governo così equilibrato ha fatto in parti uguali dove i due partiti avversi sono rappresentati alla pari provate a indovinare se dura a lungo no non dura niente immediatamente ricade si ricomincia dunque dinho si
trova a fare politica in un momento in cui la politica di firenze è in mano a capipartito arrabbiati disposti a usare la violenza e che secondo lui non hanno nessuna idea di cos'è l'interesse pubblico vogliono solo occuparlo il potere e lui rappresenta se stesso va a sapere poi noi abbiamo la sua voce però noi era prima di queste partite non fa parte lui è un uomo modesto è un piccolo imprenditore è finito al governo perché il sistema è quello lui lui il suo ideale la concordia e lui ci sta male che i cittadini non la
capiscono questa cosa che staremmo tutti bene se ci fosse la concordia in città se fossimo tutti veramente patriottici cittadini di questa nostra meravigliosa città sarebbe così ricca firenze è invece andiamo in rovina per questo quando lui fa dei discorsi fa questi discorsi appunto ispirati a questa idea ma perché litigate perché volete confondere disfare una così buona città contro chi volete combattere contro i vostri fratelli e fa questi discorsi patetici certe volte certe volte li commuove in apparenza c'è una situazione in cui veramente la città sta per sta per esplodere la guerra civile lui convoca per
l'ennesima volta l'avete capito un'assemblea in battistero e in battistero fa questo grande discorso dove dice ma siamo tutti fratelli siete stati tutti battezzati qui in questo fonte battesimale perché a quell'epoca si battezza va soltanto in cattedrale quindi ogni fiorentino era passato di lì da quel fonte battesimale di san giovanni e lui fa questo discorso strappalacrime questo appello come dire alle emozioni e dice poi piangevano a tutti e le ho detto giuriamo giuriamo di essere tutti uniti di non fare più del male alla nostra città piangevano hanno giurato tutti quelli che piangevano di più sono quelli
che appena usciti hanno ricominciato a tramare per distruggere tutto è un'altra cosa che dice di noè ma sarebbe stato ragionevole far la pace perché queste lotte di fazione portano il disastro a tutti la ragione ci dice che dovremmo andare d'accordo ed è di nuovo questo appello alla ragione che per la gente di quell'epoca era una cosa fondamentale non avevo sempre in bocca la ragione non è un'epoca come dire o scura da questo punto di vista il medioevo per loro la ragione è un'ideale straordinario perché la ragione la data dio secondo loro naturalmente però allora l'ideale
di una gestione razionale delle cose loro ce l'hanno in testa poi invece gli uomini non sono capaci di essere razionali e di essere ragionevoli e dunque la città sprofonda nel caos nonostante tutti gli sforzi della brava gente come dinho che vorrebbe riportare la politica cittadina all'equilibrio la città sprofonda nel caos e tra le due grandi fazioni ci abbiamo anche a concludere naturalmente vista l'ora tra le due grandi fazioni guelfi bianchi ai guelfi neri si comincia anche a capire chi vincerà e chi vincerà purtroppo dice dinho si capisce perché alla testa dei guelfi bianchi ci sono
i cerchi grande famiglia che però son gente nuova sono mercanti sono mercanti che hanno fatto i soldi e la gente come me come dino hanno fatto i soldi adesso sono cavalieri alle armi cavalli però nel cuore nell'anima son sempre mercanti e invece dall'altra parte alla testa dei neri ci sono dei baroni ci sono i donati che sono dei grandi nobili antichi abituati a far la guerra e vedendo questo la gente che capisce come va il mondo dice dinho ha cominciato a un certo punto a dire qui non c'è partita qui da una parte abbiamo i
cerchi e sono mercatanti e naturalmente sono vili e ilor nemici sono maestri di guerra e crudeli uomini se un partito e guidato da mercanti e l'altro partito e guidato da nobili cavalieri non c'è non c'è partita appunto perché i mercanti cercheranno sempre il compromesso la pacificazione non ha voglia di dire sai che c'è tiriamo fuori le spade e vediamo chi è più uomo e invece ai nobili e naturale ragionare così i nobili piuttosto che accettare il compromesso la pacificazione tirano fuori le spade e di loro ammette noi stessi io e gli altri mercanti che eravamo
al governo in quel momento lui scrive anni dopo quando ormai andata a finire malissimo noi che eravamo il governo in quel momento siamo stati deboli siamo stati vivi non abbiamo capito non abbiamo capito che non era più il momento di mediare noi abbiamo cercato di mediare abbiamo cercato di convocare assemblee di convocare riunioni di mettere insieme tutti di pacificare lì e abbiamo perso il momento giusto perché non bisognava fare quello non era quello il momento non bisognava trattare di pace bisognava dice dino arrotare i ferri cioè affilare le spade e noi che eravamo mercanti quelle
non l'abbiamo capito ecco in questa politica della firenze medievale voi vi sarete accorti che finora è mancata completamente una cosa io non ho mai parlato neanche lontanamente della dimensione religiosa noi siamo abituati a pensare agli uomini del medioevo e abbiamo ragione come una società profondamente religiosa dove la fede cristiana conta e conta molto è vero conta molto per l'interiorità di ciascuno ma in questa politica dei comuni italiani la religione non conta niente è una politica talmente feroce talmente spietata dove l'unica posta è il potere che la religione non conta niente chi la religione dentro di
se la sente vede la contraddizione di nodino un certo punto fate girare ha fatto giurare tutti i cittadini più importanti tutti i capi partito in san giovanni che avrebbero fatto la pace anni dopo dice di no io continuo a pensarci a questa cosa che ho fatto e ho paura e sono pentito di averlo fatto perché quelli si sono dannati tutti hanno tutti giurato e non ce n'è uno che l'abbia mantenuto questo giuramento ma sono io che li ho fatti giurare non avrei dovuto farlo la dimensione religiosa e l'estrema risorsa di chi in politica ormai senza
che sta perdendo non ce la fa più allora ricorre a quello di no a un certo punto dice abbiamo fatto anche questo sempre il governo lui sempre i partiti armati contro l'uno contro l'altro la città che sta per sprofondare nella guerra civile dino dice arrivato un frate un santo frate un uomo religioso ben conosciuto ci ha detto perché non fate una processione una grande processione in città per invocare la protezione di dio e perché tutti i cittadini nella processione possano ritrovare la loro unità e dice dino sì l'abbiamo fatta abbiamo fatta la processione lui ci
credeva in quel momento ma non ci crede già quasi più nessuno in realtà in città tant'è vero che dinho dice abbiamo fatto la processione e molti ci schermi rono dicendo che è meglio era arrotare i ferri appunto di nuovo era meglio affilare le spade e non fare la processione la religione dalla politica è già fuori non c'è niente da fare in quella politica c'è soltanto il potere da prendere arraffare a tutti i costi in tutti i modi e la religione rimane e come rimane rimane come la consolazione di quelli che hanno perso alla fine dino
dino perde perché un certo punto i capipartito violenti prendono il potere è definita con i piccoli mercanti chiamati al governo che tornino alle loro imprese a loro aziende di non rimane ancora tanti anni a firenze non è coinvolto nelle parti lo lasciano stare mentre quelli della parte bianca che perde vengono esiliati in massa da firenze è il momento in cui anche dante alighieri viene esiliato da firenze perché stava col partito che ha perso di non ho è uno che non conta è stato al governo quando i mercanti credevano di comandare loro ma adesso è finita
ci sono di nuovo i nobili cavalieri che comandano intendiamoci d'accordo con i mercanti più ricchi perché i mercanti più ricchi e i finanzieri grossi han capito presto che a loro in realtà conveniva mettersi con i nobili e sposare le loro figlie e partecipare ai loro tornei e costruirsi dai bei palazzi delle torri e comprare i cavalli e le armi e stare con i nobili e i piccoli imprenditori i bottegai e gli artigiani si possono restare in città ma basta con la politica con la politica importante anche uso quel di no chiuso vivrà ancora molti anni
gestendo la sua compagnia di import export e aspettando di vedere se dio punisce tutti questi malvagi che hanno fatto hanno portato la città alla rovina secondo lui aspetta che la giustizia di dio e lenta aspetta a un certo punto gli sembra che però le cose si stiano mettendo bene perché scende in italia e l'imperatore enrico vii e l'imperatore enrico vii scende in italia e sembra che sia arrivato il castigamatti che riporterà l'ordine che porterà la pace e dinho è entusiasta ci crede voi capite che razza di rinuncia è la città da sole non si può
governare non esiste deve venire qualcuno da fuori più grosso e più forte di noi che ci comandi e allora forse sapremo stare in pace saremo governati bene arriva l'imperatore dice dinho e sta venendo lui lo aspetta sta scendendo in italia mettendo pace come fosse uno angelo di dio perché o in ogni città che tocca pacifica ai partiti fa rientrare gli esiliati questa è la grande speranza quando dinho scrive sta ancora aspettando che l'imperatore arrivi non succederà niente naturalmente neanche stavolta l'imperatore non farà niente dire non lo sa ancora e poi sta a guardare dino cosa
succede ai grandi capi partito a quelli che erano come dire alla guida delle fazioni quando hanno distrutto il governo di popolo e hanno riportato come dire l'affermazione violenta più brutale al potere della città e i grandi capi partito è dino e fortunato vive a lungo prima o poi muoiono e vedendoli morire uno dopo l'altro vino si dice beh dopo tutto la giustizia c'è in questo mondo ecco noi in politica abbiamo perso siamo buttati fuori dal potere si son presi tutto loro però dio e la e vede e uno dopo l'altro li va a prendere e
c'è quello che è inciampato mentre andava per strade si è rotto il ginocchio e chirurghi line torturato per un mese e poi gli è venuta la cancrena ed è crepato e uno dopo l'altro muoiono e dinho sta a vedere si dice si dopotutto la giustizia di dio c'è e arriva ecco quelli erano uomini del medioevo e avevano questa speranza di fronte alla politica del loro tempo ma noi non siamo qui per fare dei paralleli con l'oggi ero qui per raccontarvi come vedeva il mondo mercante fiorentino grazie [Applauso] [Musica]