[Applauso] Buonasera a tutti Allora in queste tre serate noi proveremo a raccontare tre dei momenti cruciali della storia del Risorgimento storia del Risorgimento oggi non so a che livello si insegni a scuola però ai nostri tempi si insegnava fin dalle elementari era una storia che ci sembrava di conoscere a memoria i protagonisti li incontriamo a ogni passo nelle nostre vie che in tutte le città d'Italia sono dedicate a Cavour a Garibaldi a Mazzini a Vittorio Emanuele C'è perfino il rischio che quella storia come dire finisca per sembrare qualche cosa di non così eccitante non così
emozionante perché perché una volta che le cose sono successe che sono entrate nei libri di scuola Il guaio è che non ti ricordi più cosa voleva dire esserci dentro e invece quello che noi dobbiamo cercare di fare è cercare di capire cosa voleva dire essere lì cosa prova quando ti arrivavano le notizie di quello che stava succedendo e il nostro punto di partenza è un anno che ha talmente emozionato e sbalordito tutti quelli che vivevano in Italia e in Europa che poi per generazioni si è continuato a usare quell'anno come un sinonimo di disordine e
di novità incredibili è successo un 48 e non credo che le generazioni più giovani lo continuino a dire ma per tanto tempo si è continuato a dire il successo un 48 il 48 l'anno delle rivoluzioni è un anno veramente incredibile e noi dobbiamo farlo sforzo di pensare cosa voleva dire vivere in una qualunque città europea e leggere ogni mattina sui giornali quello che stava succedendo l'Europa del 48 è Un'Europa come dire che esce da 30 anni di governo autoritario monarchie assolute la restaurazione la rivoluzione francese è una roba vecchia finita da tanto tempo Napoleone è
stato sconfitto ed è morto da tanto tempo e dappertutto dominano le monarchie assolute tranne l'Inghilterra che è un po' speciale al parlamento ma il resto d'Europa non è così e poi all'improvviso nel 48 in questa Europa piena di giovani oltretutto Eh perché l'Europa di Allora dobbiamo immaginarcela come il terzo mondo di adesso dove i vecchi sono pochi e se tanti Ci sono tantissimi giovani i quali non avevano idea di cosa gli riservava il futuro e poteva sembrare Anzi un futuro un po' grigio tutto sommato poi di colpo nel 48 comincia a cambiare tutto di colpo
la rivoluzione esplode in una città europea dopo l'altra e la rivoluzione a cui la gente partecipa non è una rivoluzione fatta da pochi è una rivoluzione a cui i giovani partecipano ed è una rivoluzione che dappertutto chiede le stesse cose vogliamo Ecco Chiede delle cose che oggi Noi facciamo fatica a noi stessi a entusiasmarci la Costituzione Il Parlamento le elezioni i partiti politici la libertà di stampa oggi si fanno le elezioni a scuola per spiegare che la costituzione è importante e anche lì c'è il rischio che sia tutto un po' così no routine invece in
un mondo dove tutte quelle cose non c'erano l'idea che all'improvviso il tuo destino non è più il re o l'imperatore che lo decide Ma che tu hai diritto di parlare di associarti di scrivere sui giornali di scendere in piazza di votare sono cose che trasformano la visione del mondo della gente che vive in quel momento 48 è rivoluzione richiesta della Costituzione e della fine della monarchia assoluta e comincia il 48 europeo in un posto che potrebbe anche sembrarci improbabile in Sicilia a Palermo la prima rivoluzione del 48 è nel gennaio in Sicilia in quella Sicilia
che fa parte del Regno di Napoli o delle Due Sicilie e che non sopporta il governo di essere governata da Napoli e che quindi è da sempre la zona più turbolenta del Regno di Napoli Beh 12 anni dopo lo sapete I Siciliani faranno di nuovo alla rivoluzione e chiameranno Garibaldi ad aiutarli e ne verranno fuori cose enormi nel 48 fanno la rivoluzione c'è Garibaldi in giro che in Sudamerica in quel momento i siciliani chiedono semplicemente al Re Ferdinando II di Borbone una Costituzione con un'autonomia per la Sicilia e il Re di Napoli Ferdinando II il
29 gennaio concede la costituzione e il primo sovrano italiano che cede a questa pressione dal basso e concede quello che la gente sta chiedendo gennaio Palermo a febbraio la rivoluzione scoppia in Francia a Parigi e Parigi naturalmente è la culla di tutte le rivoluzioni la gente se lo aspettava in Francia ne avevamo già fatta una nel 30 di rivoluzione aveva mandato via Carlo decimo e chiamato Luigi Filippo ma adesso neanche Luigi Filippo va più bene i francesi vogliono la Costituzione no qualcosa di più la Repubblica francese nell'Ottocento nel 7800 sono sempre un passo avanti agli
altri no gli altri fanno la rivoluzione per chiedere la monarchia costituzionale e i francesi chiedono e fanno la Repubblica a questo punto in Italia ci sono due re con un certo potere due monarchie importanti quella di Napoli i Borboni e quella piemontese I Savoia Noi siamo abituati Siccome abbiamo in mente com'è andata a finire nel corso del Risorgimento e abbiamo in mente come racconteremo in queste serate che sono poi i Savoia che hanno fatto l'Unità d'Italia e che hanno difeso lo statuto le libertà e così via Eh beh automaticamente ti andiamo a pensare che dovesse
essere così per forza i Savoia Paladini della Libertà dell'Italia unita della modernità e i Borboni invece difensori di una arretratezza ormai fuori moda non è proprio così intanto perché appunto i Borboni sono i primi che è andato la Costituzione nel 48 e poi perché anche i Savoia fino a quel momento non si sognavano affatto di prendere la testa di un moto rivoluzionario la monarchia dei Savoia e qui Parlo ovviamente non del paese del suo spirito dei suoi abitanti parlo della monarchia della dinastia del governo la monarchia dei Savoia era una monarchia reazionaria quanto quella dei
Borboni era una monarchia che aveva ristabilito il trono l'altare il potere assoluto del re basato sulla fedeltà personale dell'Esercito e tutto questo fino al 48 era come dire la prospettiva normale in cui la dinastia sabauda aveva visto il suo futuro e quindi era una monarchia esattamente come quella borbonica che imprigionava e fucilava Patrioti presa di Mira da attentati terroristici dei mazziniani ma dopo che nel febbraio 48 Parigi fa la rivoluzione e proclama La Repubblica e anche a Torino la gente comincia a sollevarsi chiedendo Ecco non ancora la Repubblica per fortuna pensa il re Carlo Alberto
però chiedendo la costituzione e Carlo Alberto magari ci aveva anche pensato in precedenza quale doveva essere il mio ruolo mi butto a sinistra oppure tengo la barra ferma a destra come gli altri sovrani d'Europa lì Lì si decide oggi diremmo si butta a sinistra viene incontro a quello che chiede la gente una delle Date storiche della nostra storia Appunto una delle date commemorate nelle vie nelle piazze di Torino il 4 marzo Avete presente piazza IV Marzo dietro il vicino al Duomo Ecco il 4 marzo del 48 Carlo Alberto concede concede la Costituzione però per capire
il clima questa parola Costituzione sa troppo di rivoluzionario noi la concediamo Ma la chiamiamo in un altro modo la chiamiamo lo statuto perché lo statuto vuol dire una legge fatta dal sovrano già I Duchi medievali di Savoia pubblicavano Statuti non c'è niente di rivoluzionario nella parola quindi la parola teniamo quella il contenuto però è quello di una Costituzione libertà di far politica di associazione partiti politici Parlamento elezioni libertà di stampa chi annusa l'aria ci si butta uno degli uomini più ricchi del Piemonte che sia un po' stufato di fare solo i soldi e avrebbe voglia
di fare qualcos'altro Camillo Benso Conte di Cavour decide che tutto sommato in questo nuovo mondo è ora di buttarsi in politica fondare un giornale fondare un partito presentarsi alle elezioni andare in Parlamento tutte cose che prima erano impensabili non c'erano e basta ma di cose impensabili continuano a succederne in questo 48 che rimarrà appunto nella memoria di generazioni come l'anno più incredibile della storia d'Europa fino a quel momento perché la rivoluzione scoppia nel cuore della più grande potenza conservatrice del continente l'impero d'Austria la rivoluzione scoppia a Vienna Vienna la folla guidata dagli studenti quindi dai
giovani prende il possesso della città ed esige dall'imperatore esige La Cacciata di un politico odiato perché è troppo tempo che è lì e rappresenta la monarchia assoluta è una vecchia conoscenza anche di noi italiani il principe Metternich Ebbene nel marzo nell'aprile del 48 la folla a Vienna esige e ottiene la Cacciata di mettermi e la costituzione e l'imperatore promette si eleggerà un parlamento in cui saranno rappresentati i mille popoli dell'impero austriaco sono già corsa ad aprile ma siamo ancora a marzo Scusatemi vedo qui le date successive che sono impressionanti 10 marzo Vienna 12 marzo l'imperatore
promette Il Parlamento è uno di quei casi in cui cedere alle richieste dal basso in realtà anziché calmare gli animi scatena ancora di più la rivoluzione Perché a questo punto nelle altre grandi città dell'impero austriaco in ogni grande città scoppia la rivoluzione Nazionale che chiede l'indipendenza O almeno l'autonomia il 13 il 15 marzo a Budapest si proclama l'indipendenza dell'Ungheria il 17 marzo A Venezia si proclama la Repubblica di San Marco Il 18 marzo a Milano non sanno bene cosa proclamare perché non c'è mai stato una qualche cosa di cui Milano potesse dire noi siamo la
capitale l'arrivogliamo noi siamo in Lombardo Veneto ma il Veneto è già andato con Venezia siamo la Lombardia non chiedono il regno Lombardo chiedono però autonomia per le province italiane dell'impero austriaco e chiedono pensate come Sono importanti queste cose spicciole che poi uno si dimentica che le truppe Imperiali distanza nelle province italiane d'ora in poi siano solo di reparti reclutati in Italia Cioè non vogliamo più soldati tedeschi o ungheresi che Marciano per le vie di Milano questo è la sostanza comandante della città è un vecchio di 82 anni che per l'epoca sono tantissimi è un uomo
di un'energia e di un'esperienza sbalorditiva di fronte a questa crisi sceglie da che parte stare non si può cedere i milanesi sono in piazza pretendono che i reparti tedeschi ungheresi si ritirino pretendono chissà cosa noi non concederemo niente scoppia la rivoluzione davvero le Cinque giornate di Milano il 19 marzo Radetzky fa rapporto a Vienna Cito la città di Milano è sconvolta dalle fondamenta ed è difficile farsene un'idea il carattere di questo popolo mi sembra cambiato Come per un colpo di bacchetta magica Il fanatismo ha pervaso ogni età ogni ceto ogni sesso Cinque Giornate di Milano
sono un'altra di quelle pagine che come dire ci ricordano le illustrazioni dei libri di scuola sembra una cosa così oleografica e quasi innocua Sì le barricate dove gentiluomini In cilindro e popolani in berretto fraternamente impugnano lo Schioppo sembra quasi una rappresentazione noi oggi non abbiamo più idea di cosa sono state le Cinque giornate di Milano 5 giornate di Milano vuol dire non sono le barricate dove si spara ma vuol dire i morti per le strade una marea di morti per le strade vuol dire il giovanotto barbuto che spunta da un angolo con un coltellaccio e
sgozza il soldato che è rimasto isolato vuol dire i soldati austriaci che irrompono nelle case da cui si spara e uccidono a baionettate tutti quelli che ci sono dentro vuol dire le migliaia di morti per le strade soprattutto soldati perché i soldati sono intrappolati nelle viuzze di questa città che per l'epoca è una metropoli Ma è una Milano piccolissima va dal castello Sforzesco a Porta Romana e tutta lì Milano 160.000 abitanti 160.000 abitanti che quasi tutti dalle barricate e dalle case sparano gettano mattoni aggrediscono i soldati e 14.000 soldati che rispondono al fuoco nelle strade
ma via via vengono buttati fuori dalla città alla fine si conteranno molte centinaia di morti fra i cittadini e 4.000 morti fra i soldati in cinque giorni Carlo Cattaneo uno dei grandi intellettuali dell'epoca uno dei grandi precursori dell'idea federalista in Italia Milanese e lì fa parte del Governo Provvisorio nominato dalla città Carlo Cattaneo raccontando queste cose dice c'è una cosa di cui ci possiamo vantare noi noi non ammazzavamo i prigionieri gli austriaci Invece sì fucilavano tutti quelli che gli cadevano in mano Allora capite Appunto siamo lontani dalle vignette dai libri di scuola Siamo di fronte
a vicende sconvolgenti perché sconvolgente è l'odio Nazionale che in quel momento invade la gente l'800 è il secolo in cui l'idea della Patria della nazione come L'unica cosa che importa e quindi il disprezzo è l'odio per quegli stranieri che vogliono venire a comandare in casa tua Sono a un livello che per noi oggi è difficile da immaginare Radetzky è considerato dai milanesi un fanatico della supremazia tedesca Carlo Cattaneo parla del suo stato maggiore di teutomani di fanatici dell'idea teutonica Ma sotto gli ufficiali Generali tedeschi c'è questo esercito reclutato tra mille popoli e anche questo agli
italiani ubriachi della loro idea degli italianità della Patria italiana della superiorità degli italiani sugli altri anche questo è forte crea disprezzo Cattaneo parla anche appunto di questo esercito bastardo in cui si parlano 10 lingue corrono le voci più spaventose su quello che succede Appunto io ve l'ho detto le cose che succedono si sanno fucilazioni sgozzamenti uccisioni di Civili ma fa impressione vedere come la propaganda in realtà alimenti l'odio parlando di atrocità ancora peggiori che quasi sicuramente non ci sono state Ma la propaganda garantisce che gli austriaci infilzano i bambini sulle baionette bruciano Viva la gente
tagliano le dita alle donne per rubare gli anelli D'altra parte ai soldati austriaci gli ufficiali spiegano che se si fanno catturare dagli italiani le donne gli caveranno gli occhi tutti atrocità che ripeto non sono realmente accadute Ma ma ci si credeva dopo cinque giorni il Maresciallo Radetzky abbandona Milano e scrive questa è la più terribile decisione della mia vita ma non posso tenere più a lungo Milano tutto il paese in rivolta perché non è solo Milano sono quasi tutte le città della Lombardia e del Veneto che sono insorte o stanno per insorgere E allora l'esercito
austriaco non può più tenere Milano deve uscire deve ritirarsi ovviamente si ritira verso Oriente perché lì ci sono le fortezze del quadrilatero anche il Quadrilatero abbiamo imparato fin dalle elementari no ecco Legnago Peschiera Mantova Verona sembra un gioco vuol dire se arriviamo lì forse non ci ammazzano tutti però si tratta di arrivare fin lì da Milano a piedi attraverso un paese insorto e non solo un paese insorto ma col terrore che a questo punto Carlo Alberto Re di Sardegna approfitti dell'occasione di Chiari guerra entri in Lombardia e attacchi questo esercito austriaco che si sta ritirando
attraverso una campagna dove da ogni paese può capitare che gli sparano addosso sempre Radetzky sono minacciato alle spalle dai piemontesi possono rompere tutti i ponti alle mie spalle e non ho travi per riattarli non so niente di ciò che accade alle spalle dell'esercito a Milano per un attimo si accarezza il sogno di catturare addirittura Radetzky prima che riesca a scappare perché pare che certi ufficiali dello Stato Maggiore austriaco si presentino alle autorità milanesi insorte dicendo che per un debito compenso loro consegnerebbero Radetzky il governo provvisorio Con un'unica eccezione decide di votare contro sarebbe immorale approfittare
di questo tradimento il Radetzky lo prenderemo egualmente l'unico che era per accettare era Carlo Cattaneo il quale vedeva lungo invece fanno i cavalieri gentiluomini non accettano raddeschi si ritira E puntualmente il 23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra Il Regno Sabaudo da solo contro l'Austria abbiamo intitolato così questa conversazione di per sé Carlo Alberto che dichiara guerra all'Impero austriaco sarebbe una cosa ridicola l'impero austriaco è 7 volte più grande più popoloso del Regno di Sardegna Però in quel momento l'impero austriaco è in preda alla rivoluzione e apparentemente gli altri sovrani italiani sono disposti a dare una
mano a Carlo Alberto Il Granduca di Toscana promette di Mandare truppe e manderà qualcosa Ferdinando di Borbone Re di Napoli promette di Mandare truppe manderà poi soltanto due battaglioni a titolo puramente simbolico perfino il Papa Pio IX che anche lui ha fatto buon viso alla rivoluzione e ha promesso di appoggiare la causa della Libertà perfino più nono si impegna a Mandare truppe Ed effettivamente una divisione dell'esercito Pontificio è una divisione di volontari romani si mettono in marcia verso nord quindi in apparenza il Regno di Sardegna non è poi così solo Però intanto è soltanto l'esercito
piemontese che si trova sul confine gli altri devono arrivare e vedremo quando arriveranno E chi arriverà ci sarebbe la possibilità di accrescere molto questo esercito perché arrivano volontari dappertutto però Qui cominciamo a capire la difficoltà per Carlo Alberto per un Re di Sardegna per un Savoia di sposare davvero la causa che è la causa della rivoluzione in generale per un re sposare la causa della rivoluzione e contraddittorio qui si può dire Certo ma è una rivoluzione fino a un certo punto possiamo fare una bella monarchia italiana con i Savoia alla testa Certo per questo alla
fine Carlo Alberto si decide Però però però ci sono troppe cose che non vanno tutti questi volontari che arrivano e che vorrebbero essere armati e chi sono sovversivi rivoluzionari Rossi comunisti non si può l'esercito Sabaudo rifiuta di armare i volontari avrebbero dato un bell'appoggio ma non ci si fida è già tanto portare l'esercito piemontese a fare questa guerra e a innalzare il tricolore che è il simbolo universale in Italia del movimento come dire Nazionale patriottico Ma che fino a un giorno prima era proibito tricolore era un simbolo sovversivo vietato nel Regno di Sardegna come in
tutti gli altri stati Adesso invece il Regno di Sardegna innalza Il tricolore e l'esercito Sabaudo marcia sotto il tricolore al comando dei suoi ufficiali Nobili i quali fino a quel momento sapevano che è lo scopo dell'esercito era di difendere il trono l'altare l'assolutismo e che quelli che parlavano di Italia di Patria di nazione erano dei criminali adesso quegli stessi ufficiali devono andare a farsi ammazzare per una causa che fino al giorno prima era la causa del nemico il risultato è che in questo esercito nessuno è tanto sicuro e tutti temono tradimenti e inganni perché se
marciamo per una causa che non sono proprio sicuro che anche i miei colleghi siano d'accordo e i Generali saranno davvero d'accordo oppure no fin dall'inizio la guerra dell'esercito piemontese e avvelenata dal timore che il tradimento Si annidi anche ai vertici anche fra i comandanti però i soldati gridano Viva l'Italia e lo fanno senza che gli sia stato ordinato tutto il paese tutta la penisola e attraversata da una tale ondata di entusiasmo e di odio di nuovo perché l'odio è a questo punto contro lo straniero contro gli austriaci e di nuovo un odio feroce che la
propaganda alimenta insisto ancora su questo poi non ne parlerò più ma dalle lettere dei soldati piemontesi durante la guerra del '48 si vede chiaramente che gli ufficiali gli facevano credere che gli austriaci cavano gli occhi e i prigionieri sventrano le donne incinte così via c'è un carico di odio alimentato dalla propaganda e dunque l'esercito piemontese finalmente entra in Lombardia e comincia a inseguire Radetzky che si sta ritirando quando si dice esercito anche qui Noi li vediamo magari raffigurati Nei quadri sono tutti in divisa tutti uguali ci sembra che sia la stessa cosa no gli eserciti
non sono tutti uguali a quell'epoca c'era un grande dibattito si diceva il dibattito fra l'esercito di caserma detto anche esercito di qualità oppure l'esercito di quantità ve lo spiego entrando un po' nel dettaglio perché bisogna capire chi erano quei piemontesi che si sono trovati a combattere a Goito a Pastrengo e poi a Custoza ecco chi erano E chi erano i loro nemici gli austriaci in Austria avevano scelto l'esercito detto di qualità e cioè non troppi soldati Ma che fanno un servizio militare Lungo 8 anni o 10 anni di servizio militare Questo vuol dire che il
soldato viene strappato alla società civile La sua casa è l'esercito suo padre è il capitano l'esercito crea una specie di mondo a parte no E questo alla monarchia assoluta va benissimo così l'esercito è fedele solo al sovrano non ha altri collegamenti altre fedeltà e i soldati non sono magari così tanti ma sono Soldati esperti che conoscono bene il mestiere l'esercito piemontese ha scelto la strada opposta l'esercito di quantità che in effetti è la strada del futuro eh gli eserciti poi dell'Ottocento e del Novecento saranno questo coscrizione obbligatoria per tutti in Piemonte non c'è la coscrizione
per tutti si tira a sorte ma se ne tirano a sorte tanti così anche una piccola potenza come il Piemonte può avere un grosso esercito però si tirano sorte tanti soldati perché gli si fa fare solo un anno di servizio militare poi si mandano a casa però per 15 anni posso sempre essere richiamati questa scelta lo ripeto in futuro sarà Vincente è la scelta della Prussia che diventerà la più grande potenza militare del mondo ma la Prussia aveva capito una cosa che se poi tu Quando scoppia capito cosa succede Quando scoppia la guerra tutti i
soldati che hanno fatto il loro anno negli ultimi 10 anni 15 anni li richiami e quindi di colpo ti trovi un'infinità di soldati bellissimo Forse però aveva capito che Per inquadrare quella marea di soldati ci vogliono anche tanti ufficiali tantissimi ufficiali e se gli ufficiali non possono essere tutti di mestiere devi avere degli ufficiali di complemento Guardate sono concetti che a noi sono familiari Ma pensate che problemi aveva provocato nell'ottocento gli ufficiali di complemento cioè uno che non fa quello di mestiere nella vita civile è un maestro di scuola un medico o un avvocato un
Borghese e poi quando c'è la guerra Lo richiamiamo e fa l'ufficiale in un paese moderno questo può andar bene in un paese un po' arretrato piace meno in Piemonte Agli ufficiali veri quelli di carriera l'idea che possano essere ufficiali anche dei Borghesi non piace per niente risultato gli ufficiali di complemento non li abbiamo l'esercito piemontese è un esercito numeroso con pochissimi ufficiali Per inquadrare il reparti e purtroppo avere pochi ufficiali Per inquadrare i reparti a delle conseguenze immediate sulla capacità dei reparti quando da Milano vedono arrivare all'esercito piemontese capiscono subito che questo esercito Certo ci
entusiasmo all'inizio Viva l'Italia Però poi lo dice Carlo Cattaneo questi qua non sono mica soldati son padre di famiglia richiamati Cattaneo dal Piemonte fu spinta in Lombardia a marce forzate un agente staccata appena dagli aratri E dai telai un paese contadino è un paese industriale l'aratro e il telaio male ammaestrata nelle armi e arrugginita per i lunghi congedi davanti hai un esercito di professionisti di soldati la cui vita è la caserma due parole anche sui comandanti dalla nostra parte c'è il re Carlo Alberto Carlo Alberto ha 50 anni in quel momento appartiene a quella generazione
della nobiltà piemontese che è cresciuta sotto Napoleone e che è più francese che è italiana Carlo Alberto ha vissuto a Parigi fino a 16 anni è un militare a suo modo ha fatto ancora in tempo a essere nominato Tenente da Napoleone e ha combattuto negli anni Venti nella guerra di Spagna contro i rivoluzionari in quel caso però però non ha mai comandato un esercito Carducci lo chiamerà Ve lo ricordate l'Italo Amleto che suona bene ma vuol dire quello che è sempre lì che si dice Essere o non essere E cioè cosa faccio lo faccio Non
lo faccio è uno scherzo del poeta Sì ma la condotta della guerra di Carlo Alberto dimostra che lui era davvero così E purtroppo in guerra da quel poco che mi è sembrato di capirla in tanti anni che la studio Non c'è niente di peggio che essere incerti e adottare le mezze misure perché si cerca di non fare né una cosa né il contrario non va bene Carlo Alberto dirige l'esercito circondandosi di consigli di guerra consiglio di guerra già Napoleone aveva detto chiaramente è un errore senti pure il parere di tutti ma poi decidi tu riunire
un consiglio e starei tutto il giorno a discutere poi votare per decidere cosa è meglio fare è la ricetta per la sconfitta dall'altra parte c'è appunto Il fermare sciallo Radetzky Johann Joseph venzel Graph Radetzky von rudez che è 82 anni alle spalle un'epoca quando era ancora abbastanza giovane in cui ha comandato di visioni e corpi d'armata in battaglia contro Napoleone comandava un corpo d'armata La grande battaglia di Lipsia del 1813 Certo è passato un sacco di tempo però uno che ha comandato eserciti combattendo contro Napoleone Evidentemente ha un'altra esperienza non è Napoleone Radetzky però però
ha le idee chiare e la guerra la sa fare qualcosa in tanti anni ha imparato e invece che Carlo Alberto non sa bene cosa fare si vede subito perché Carlo Alberto dichiara guerra il 23 marzo l'ultima delle Cinque Giornate di Milano la sera prima Radetzky è uscito da Milano con il suo esercito fiaccato da cinque giorni di combattimenti di strada e si sta ritirando verso il Quadrilatero verso il lago di Garda in mezzo a una campagna insorta con un esercito terrorizzato perché poi nelle guerre di questo tipo nelle guerre rivoluzionarie i soldati ha paura han
paura dei contadini che Ti aggrediscono di notte all'accampamento e non fanno prigionieri e le truppe italiane dell'esercito di Radetzky disertano in gran numero radeschi si Immagina che i piemontesi passino il Ticino in fretta e gli corrono dietro e lo acchiappino con un esercito che in quel momento è il triplo del suo Invece Carlo Alberto dichiara guerra e poi comincia a richiamare i riservisti e a consultarsi con i generali per decidere cosa bisogna fare a Milano faremo No loro da soli hanno cacciatoradetzky sono lì aspettano che arrivino i piemontesi non c'è notizia dei piemontesi ora va
bene bugianen però dopo qualche giorno c'è un piemontese a Milano un inviato di Carlo Alberto in generale Passalacqua il generale passa l'acqua da Milano già dopo due giorni capisce l'aria che tira scrive a Torino al ministro della guerra creda eccellenza che se vogliamo riuscire a qualche cosa di onorevole bisogna assolutamente che la nostra armata cerchi il nemico se non ci mettiamo prontamente in marcia siamo perduti Finalmente il 25 marzo l'avanguardia piemontese comincia il passaggio del Ticino ma il grosso dell'esercito ci mette quattro giorni passano solo il 29 marzo quel giorno Radetzky ha già passato l'olio
e ha ricevuto buone notizie mentre tante città sono insorte Verona e Mantova le due grandi città del quadrilatero non sono insorte sono ancora in mano la guarnigione austriaca e quindi Radetzky si rifugia lì il 2 aprile entra a Verona il giorno in cui Radetzky entra a Verona i piemontesi Sono fermi a Cremona a 100 km di distanza già questo vuol dire aver perso per metà la guerra lo diciamo noi col senno di poi in realtà loro sono tranquilli siamo molto più forti Anche se andiamo avanti con calma comunque il tempo della nostra parte naturalmente oggi
è facile dovevi andare avanti eh dovete anche immaginare un generale tanto più all'epoca quando le comunicazioni consistono i Messaggeri mandati a cavallo alla ricerca dei Generali A cui devono portare gli ordini in un paese che non è il tuo che non conosci dov'è il nemico non lo sai E allora si può anche capire che uno prima di muoversi prenda tempo si guardi intorno e poi andare avanti e anche pericoloso perché un esercito vive finché ha alle spalle delle strade che arrivano fino in patria e per quelle strade arrivano i rifornimenti le munizioni riservisti le notizie
Guai se il nemico ti sbuca alle spalle ti taglia le strade di comunicazione quindi ci si muove con prudenza per carità Dopodiché Finalmente dopo qualche giorno si va avanti il tema l'avete capito è passare i fiumi basta pensare come è fatta la Pianura Padana no Se tu sei a nord del po vai avanti verso Oriente e ogni giorno ti trovi un fiume davanti è passato il Ticino ce l'ha da hai passato l'Adda c'è l'olio hai passato l'olio c'è il Mincio e ogni volta devi trovare i ponti Ecco è tutto faticoso ma tra il 6 e
il 7 Aprile l'esercito piemontese passa l'olio A questo punto sono in un paese davvero nemico perché la Lombardia il milanese In fondo è un paese confinante e i piemontesi lo conoscono abbastanza bene passato l'olio ci si trova in un paese quasi sconosciuto qui viene fuori anche l'impressione non ci sono carte geografiche non ci sono carte della Lombardia oltre l'Oglio e del Veneto per cui bisogna andare a tentoni e in giro c'è la cavalleria austriaca Impero austriaco lo sapete recluta fra popoli bravi ad andare a cavallo ussari ungheresi ulani polacchi Cavalleria leggera noi piemontesi hanno meravigliosi
reggimenti di Cavalleria pesante Corazzieri Nizza cavalleria Piemonte reale reparti che quando li scagli in battaglia sfondano tutto ma la guerra non è solo la battaglia Anzi la battaglia c'è solo ogni tanto la guerra è andare avanti in paese nemico cercando di vedere qualcosa e lì ci vuole la Cavalleria leggera i piemontesi non ne hanno ovunque nelle campagne ci sono le pattuglie austriache invece che intercettano i corrieri che impediscono di andare a vedere cosa c'è per cui si avanza alla cieca e con una certa paura se ci sono gli austriaci dappertutto magari quella volta che di
notte senti sparare non è che ci stanno attaccando di notte negli accampamenti i soldati piemontesi cominciano a spararsi addosso da soli ogni tanto una sentinella sente un rumore spara qualcun altro risponde al fuoco i contadini del posto sono scambiati per nemici E tuttavia si va avanti e si arriva al Mincio e si passa il Mincio in una serie di luoghi che sono diventati famosi in realtà in quel momento non si combattono grandi battaglie sono piccolissimi scontri Però noi abbiamo le vie lo stesso che li ricordano Monzambano Valeggio Goito poi il Goito si combatterono una battaglia
vera Più avanti si passa il Mincio in questi posti E poi in guerra se tu sei il più debole come in questo caso Radetzky trovi una posizione difensiva stai fermo lì aspetti il guaio se sei il più forte Sei il più forte devi fare qualcosa e fare qualcosa vuol dire decidere cosa fare per quello che i Generali vengono i capelli bianchi alla lunga ogni giorno devi decidere cosa fare se prendi le decisioni sbagliata può essere un disastro certe volte è meglio non decidere niente Facciamo una bella riunione e ne parliamo piemontesi stanno Fermi quattro fortezze
il Quadrilatero le due più importanti sono le due città Mantova Verona e Com'è che non sono ancora insorte queste due città pare che la popolazione locale sia abbastanza Fedele all'Impero Mentre a Milano l'impero e gli austriaci sono odiati mentre in tutto il milanese fino a Cremona la popolazione locale e insorta più a oriente la popolazione locale non insorge e gli ufficiali piemontesi girando per le campagne del Mantovano sono costretti a rendersi conto che la popolazione alla popolazione di quelle zone di quella che i nostri chiamano la causa italiana e che nel Milanese fa insorgere le
masse e invece lì tra il mantovano e il veronese pare che la cosa lasci tutti piuttosto freddi bisogna anche dire che sono zone Questa è come dire La retorica asburgica ma è anche vero sono zone che sono state sempre ben governate e il governo austriaco si è sempre vantato e si vanta in quel momento di essere sempre stato dalla parte del popolo dei contadini per evitare che i signori li sfruttassero troppo propaganda ma ci sarà anche un fondo di verità quello che è certo che questa propaganda gli austriaci la usano molto e mi ci voglio
fermare un attimo perché vengo fuori delle cose che oggi non ci immagineremmo In sostanza durante quei mesi di guerra i giornali austriaci e i politici austriaci non fanno altro che dichiarare che questa cosa della rivoluzione italiana del patriottismo italiano dell'Unità d'Italia e tutto un raggiro di pochi aristocratici perché al grosso della popolazione italiana non importa niente Non è vero è detto così ma la propaganda austriaca è sicura e batte su questo ma sentite In che termini lo dicono tutto il moto d'Italia era giro di pochi nobili di pochi individui della razza bianca la quale opprimeva
e spolpava la razza Bruna indigena delle Campagne d'Italia costantemente difesa dagli amministratori austriaci pensate dove porta la cultura del razzismo che nell'Ottocento è assolutamente di moda Tutti sono convinti che esistono le razze gli austriaci arrivano a dire in Italia pensate anche la distanza del nostro paese fra i signori e i contadini se gli austriaci possono dire al mondo ma in Italia i contadini sono la razza scura e i nobili sono la razza bianca e noi stiamo con il popolo con la razza scura il fatto che la gente ci crede quando alla fine andrà tutto a
finire molto male e Carlo Cattaneo Cito sempre lui perché ci ha lasciato delle bellissime memorie e scrive bene quando Carlo Cattaneo è costretto a scappare da Milano e Fuggi a Parigi A Parigi trova che nei salotti Parigini gli dicono ma sì ma questa vostra cosa del patriottismo italiano lo sappiamo che tanto non ci crede nessuno che è una roba di pochi aristocratici che non sanno passare il tempo e allora si sono messi in testa Ecco dice quei pochi gentiluomini che in tutti i loro viaggi possono avere attinto qualche fioca aspirazione di libertà il popolo dicono
a Cattaneo i suoi amici Parigini si sa da voi il popolo sono dei Lazzaroni ha solo voglia di non lavorare Cosa volete dargli la libertà Ecco il livello del dibattito è questo eh Dopodiché Dopodiché Sta di fatto che Mantova è Verona non insorgono a un certo punto Arriva notizia che a Mantova i Patrioti stanno preparando l'insurrezione e poi invece il vescovo predica la calma Radetzky rafforza la guarnigione Mantova non insorge a questo punto piemontese si fermano sul Mincio e si dicono Vabbè In mancanza d'altro assediamo Peschiera ci vorrà del tempo bisogna far arrivare i cannoni
pesanti dal Piemonte Alì Che fretta abbiamo intanto assediamo a Peschiera prima o poi la prenderemo sarà una vittoria quattro fortezze del quadrilatero ne avremo presa una e poi passiamo alla seconda tanto abbiamo tempo si faceva così la guerra nel '700 quando tu andavi invadevi il paese nemico alla prima Fortezza ti fermavi per tutta l'estate l'assediavi se andava bene la prendevi Poi arriva l'inverno se ne parla l'anno prossimo Napoleone non faceva la guerra Così Napoleone entrava col suo esercito in mezzo alle fortezze infischiandosi del fatto di avere le fortezze nemiche alle spalle andava a cercare l'esercito
nemico lo annientava in una sola battaglia però lui era Napoleone Carlo Alberto assedia Peschiera dicendosi appunto tanto abbiamo tempo invece non hanno tempo perché un altro generale austriaco il generale nugent un vecchio irlandese al servizio austriaco che ha visto le guerre del Settecento ancora anche lui da ragazzo ma che sa il mestiere anche lui generale nugget ha raccolto truppe in Friuli ha concentrato un nuovo esercito a Gorizia reclutato truppe in Croazia e adesso si sta mettendo in marcia per venire verso occidente a rafforzare Radetzky a Verona il 17 aprile nugent passa l'isonzo e il 22
aprile prende Udine che era insorta e che è la prima città insorta che gli austriaci riconquistano con la forza intanto Carlo Alberto assedia Peschiera a un certo punto c'è una speranzella che è insorga Verona si va a vedere c'è un combattimento Sotto Verona la battaglia di Santa Lucia non si conclude granché si torna indietro neanche Verona e insorta ritirandosi da Verona per tornare sotto Peschiera Ci sono momenti di panico nell'esercito piemontese che comincia a pensare che i Generali non sappiano bene cosa stanno facendo E dove li stanno portando anche quelli non promettono bene però insomma
non importa Comunque l'esercito piemontese è grosso forte numeroso in apparenza radeschi è sempre chiuso dentro Verona il 18 maggio finalmente arrivano i cannoni e comincia l'assedio di Peschiera intanto nugent avanza in Veneto ci sarebbero però delle truppe che devono fermargli la strada Sono quelli del Papa le divisioni dell'esercito Papalino e dei volontari romani al comando di un vecchio rivoluzionario piemontese I Durando che cose incredibili il Papa ha nominato capo del suo esercito e lì passa il po a Ostiglia e ed è lì che manovra in veneto per cercare di fermare gli austriaci di nudgent e
impedire che si congiungano con Radetzky il 48 è l'anno delle cose incredibili Pio IX dopo aver mandato un esercito in appoggio alla causa italiana cambia idea e il 29 aprile dichiara che lui come capo della Chiesa universale non può fare la guerra e di conseguenza si ritira dalla coalizione Ma le cose incredibili appunto sono tipiche del 48 il generale Durando comandante dell'esercito Pontificio dichiara che lui continua lo stesso e quindi marcia su Treviso e si prepara a sbarrare la strada all'esercito di nugent che arriva da Udine purtroppo durante un rivoluzionario accanito vecchio mazziniano Uomo di
colpi di mano di bombe e tutto Non è un grande generale nugent è un vecchio in cartapecorito del '700 ma conosce il mestiere Noi gente manovra inganna Durando lo aggira e marcia verso Verona lasciando solo indietro e arriva a Verona con le sue truppe a questo punto Radetzky rinforzato Passa al contrattacco e potrebbe già andare a finire molto male perché i piemontesi sono schierati su un lunghissimo fronte perché non sapendo nel caso che il nemico ci attacchi da che parte ci attaccherà E allora non sapendo abbiamo schierato l'intero esercito lungo il Mincio su un fronte
di 70 km anche queste cose Napoleone aveva insegnato che non bisogna farle stai tieni tutti insieme piuttosto sai Un po' più indietro se quelli arrivano Comunque prima o poi Saprai dove sono e li attacchi ma Carlo Alberto fa la guerra come si faceva appunto prima di Napoleone 70 km di fronte radeschi scende giù per aggirare l'estrema destra e colpire alle spalle qui per una volta abbiamo fortuna all'estrema destra davanti a Mantova c'è la divisione Toscana sono 5/6000 uomini quasi tutti toscani più i due battaglioni napoletani simbolici i toscani sono sia Truppe del Granduca sia soprattutto
volontari volontari i giovani gli studenti dell'Università di Pisa il 28 maggio Radetzky e a Mantova in 18 ore ha percorso a piedi 35 km e passato il Mincio quando vuole si muove veloce D'altra parte devi fare così se tu ti muovi Veloce prima che quegli altri Abbiamo capito Cosa succede se hai già le loro spalle sta per passare le loro spalle si imbatte nella divisione Toscana schierata fra due paesini che poi naturalmente in Italia sono diventati famosi Curtatone e Montanara la divisione Toscana è attaccata tra Curtatone e Montanara dopo ci saranno violente polemiche perché il
comandante dei Toscani sostiene che nessuno gli aveva detto che arrivavano gli austriaci mentre il comando piemontese era informato comando piemontese sostiene che glielo aveva detto e lui non ha fatto niente Sta di fatto che quel giorno Ecco Curtatone e Montanara È una di quelle pagine eroiche del Risorgimento che appunto si imparavano una volta alle elementari lo è gli studenti toscani si fanno ammazzare sul posto tecnicamente è una catastrofe la divisione Toscana viene spazzata via messa in rotta fugge fino a Brescia da dove non parteciperà più ai combattimenti i superstiti dico però ha tenuto duro tutto
il giorno e a questo punto la grande manovra di aggiramento di Radetzky si è fermata Carlo Alberto ha capito finalmente cosa succede e riesce a far fluire abbastanza truppe il giorno in cui Radetzky attacca davvero i piemontesi sono lì che lo aspettano a Goito sul Mincio e questa è la battaglia di Goito battaglia di Goito stava per dire La grande battaglia qui Vi devo raccontare un'altra cosa su queste battaglie del Risorgimento specialmente questa del 48 delle battaglie napoleoniche o di queste battaglie del 48 noi sappiamo abbastanza bene grossomodo le perdite subite da questi eserciti le
perdite subite da questi eserciti sono la dimostrazione di quanto dura accanitamente si è combattuto nelle battaglie napoleoniche si combatteva disperatamente un giorno intero e dopo le grandi battaglie come borrodino Waterloo gli due eserciti sia il vincitore sia lo sconfitto arrivavano aver perso il 20 il 25 per cento di tutti gli uomini che avevano messo in linea al mattino persi naturalmente non vuol dire tutti i morti eh morti feriti prigionieri gente che scappata però comunque può sembrare poco è una cosa enorme L'idea che un esercito in un giorno di combattimento perda un quarto di tutti i
suoi uomini e qualche cosa che non succederà mai più neanche nella prima guerra mondiale nella seconda nelle battaglie napoleoniche succedeva così tenete a mente queste percentuali 20-25%. il 30 maggio Radetzky attacca il piemontesi a Goito li trova preparati attacca ancora poi decide che è inutile non si sfonda perciò si ritira la manovra è fallita e in questo senso Goito è una grande vittoria le perdite dell'esercito di Radetzky in questa disfatta di Goito sono state di 45 morti e 260 feriti su 24.000 uomini impegnati l'uno per cento questo cosa dice dice una cosa sola che questi
qua non son più gli eserciti del tempo di Napoleone e neanche i generali del tempo di Napoleone non puoi mandare i soldati a farsi ammazzare troppo neanche gli austriaci Che pure sono professionisti quando il tuo esercito ha perso l'uno per cento Il comandante si dice Meglio non insistere è un mondo rispetto a quello di Napoleone incredibilmente cambiato e Questo spiega come mai le cifre delle perdite sono così basse nelle battaglie del Risorgimento è una cosa sorprendente Per chi non lo sa è veramente sorprendente ma l'effetto strategico della Battaglia c'è lo stesso non hai perso quasi
nessuno però ti sei fermato ma insisto su questo Naturalmente perché come dire anche Allora la propaganda racconta altre cose sempre Carlo Cattaneo si fa beffe del Governo Provvisorio milanese di cui lui stesso era membro Ma dissidente che dopo la battaglia di Goito annuncia che l'esercito nemico è stato sterminato a Milano il governo vanissimo e ignorante annunciò che il nemico aveva fatto tremenda battaglia per sette ore continue e che era fuggito dirottamente lasciando 5 mila morti 45 in realtà non importa Radetzky è costretto a tornare indietro la sua idea è completamente fallita e il giorno dopo
Peschiera si arrende perché sono le regole della guerra di una volta La Fortezza si difende finché c'è speranza che ci vengano ad aiutare quando è chiaro che non ci vengono ad aiutare E vabbè E allora ci arrendiamo legittimamente con l'onore delle Armi Peschiera si arrende e le truppe acclamano Carlo Alberto gridando viva il re d'Italia nel frattempo il 25 maggio a Vienna c'era stata una nuova rivoluzione Radetzky e a Verona sconfitto a Goito ha perso Peschiera e non sa se in patria c'è la rivoluzione che sta trionfando e se non richiameranno il suo esercito in
patria per difendere Vienna dai rivoluzionari apparentemente sta andando tutto bene ma purtroppo Radetzky lì si sveglia di nuovo radeschi decide Non è andata bene verso occidente colpiamo in Veneto andiamo a catturare le varie cittavenete che sono insorte lì ci sono i pontifici di Durando quando si viene a sapere che l'esercito di Radetzky marcia verso L'Adige durante no scusate dall'adige procede oltre verso Vicenza donando garantisce lui fermerà Radetzky difenderà a Vicenza resisterà per almeno otto giorni così i piemontesi potranno venire avanti e prendere radeschi alle spalle il 10 giugno Radetzky attacca i pontifici a Vicenza Durando
si arrende il giorno stesso firma una convenzione si ritira col suo esercito a sud del Po non partecipa più alla guerra Radetzky in pochi giorni riconquista tutto il Veneto e mette l'assedio a Venezia E mentre lui è sedia a Venezia Carlo Alberto non fa niente e sta fermo sul Mincio passa un mese il Re di Napoli ritira anche quei due battaglioni che aveva mandato tanto ormai si è capito adesso i piemontesi sono davvero soli per rimediare si cerca di mettere insieme un esercito Milanese non c'è tradizione non c'è abitudine però si cerca di farlo il
governo provvisorio recluta soldati Ki recluta gli ex soldati austriaci in congedo e va bene bisogna vestirli non abbiamo divise ma ci sono le vecchie divise austriache nei magazzini usiamo quelle l'esercito da Milano viene mandato a Carlo Alberto un esercito piccolo formato da ex soldati austriaci vestiti condivisa austriache e con addosso il terrore che se gli austriaci li prendono li fucilano come traditori poi rinunciano le divise austriache e li mandano al fronte vestiti da contadini Come erano vestiti il solito Carlo Cattaneo dice che questo esercito Lombardo è formato da reggimenti informi che parevano agli stipendi del
più pitocco popolo del globo non particolarmente contento di questo aiuto Carlo Alberto sta fermo arriverebbe un altro aiuto accelero perché siamo quasi alla fine il 4 luglio arriva al comando di Carlo Alberto il generale Garibaldi venuto di corsa dal Sud America dove già celeberrimo per offrire la sua spada alla causa nazionale Carlo Alberto è spaventatissimo questo è un famoso sovversivo condannato a morte per terrorismo non se ne parla neanche lettera di Carlo Alberto al ministro della guerra ho concesso oggi udienza al celebre generale Garibaldi il quale Garibaldi dice il re ci ha offerto l'aiuto suo
e anche di volontari che recluterebbe lui gli antecedenti dice il re di questi signori e specialmente del sedicente generale il suo famoso proclama repubblicano ci rendono assolutamente impossibile accettarli nell'esercito si potrebbe forse dar loro un sussidio purché si tolgono dai piedi e così l'unico Grande Generale che l'Italia ha in quel momento viene mandato via dicendogli No grazie non serve l'esercito è sempre lì schierato su 70 km dall'adige sopra Verona fino a Governolo il Mincio confluisce nel Po è piena estate fa un caldo mortale i soldati sono in divise di lana col cappotto cominciano a morire
di colpi di sole Gli ospedali sono pieni di malati il servizio dei viveri non funziona i soldati fanno la fame in mezzo alle campagne più ricche d'Europa e Radetzky sistemato il Veneto raccoglie nuove truppe e viene avanti il 22 luglio arriva a contatto con i piemontesi sempre distesi lungo questo lunghissimo fronte va a cercare un posto dove c'è un buon passaggio per il Mincio Sì un posto che si chiama Custoza e così bello il passaggio del Mincio così solido il ponte le strade portano tutte lì Tant'è vero che anni dopo a Custoza si combatterà di
nuovo non per caso ma perché se sei lì e devi passare il Mincio davanti al nemico finisce a Custoza per forza di cose radeschi attacca Attacca in modo slegato debole dopo tutto a 82 anni anche lui è un esercito di gente che abbiamo visto sarà un professionisti ma non ha voglia di farsi ammazzare ma neanche i piemontesi hanno voglia di farsi ammazzare Tra il 24 e il 25 luglio l'esercito piemontese È battuto a Custoza le perdite Sono per gli austriaci circa il 2% del totale per i piemontesi circa il 5% col 5% di perdita Napoleone
avrebbe detto domani si ricomincia invece l'esercito di Carlo Alberto col 5 per cento di perdite è disastrato ci si ritira maradeschi viene avanti più veloce di quanti piemontesi Si ritirino il 26 luglio Radetzky è già oltre il Mincio e minaccia di tagliare la ritirata a questo punto Carlo Alberto manda a chiedere un armistizio Radetzky dice facciamo l'armistizio se vi ritirate dietro l'Adda La Ritirata dietro l'Adda permetterebbe di salvare Milano col senno di poi sarebbe stata una buona idea Carlo Alberto si impunta no è troppo continuiamo a combattere ma il suo esercito si sta sfasciando i
soldati disertano e gli austriaci vengono avanti e gli abitanti delle Campagne appena si arriva in zone andando indietro di quelle dove c'era stata l'insorrezione anche gli abitanti civili cominciano a scappare insieme all'esercito piemontese perché han paura del ritorno degli austriaci quindi in questo clima in mezzo ai profughi fuggiaschi civili ci si ritira il 27 luglio si fa saltare il ponte di Goito il 28 luglio i piemontesi Sono dietro all'olio il 31 luglio sono dietro la Vallata e l'olio la popolazione civile ha quasi sgombrato Cremona e deserta sono tutti terrorizzati dal ritorno di Radetzky Ma non
si riesce a difendere neanche l'Adda il primo agosto gli austriaci lo passano e bisogna Quindi ricominciare a ritirarsi a questo punto due possibilità o si torna a casa o si va a Milano Carlo Alberto decide di andare a Milano si è poi molto discusso di questa scelta perché a seconda di come la si presenta da un lato è il re eroico che decide di stare con i milanesi insorti fino all'ultimo dall'altra Molti dicono Tra gli studiosi che si sono occupati di questo argomento e il re che sa che a Milano se lui scappa c'è il
rischio che proclami non la Repubblica e se lui vuole avere ancora qualche speranza di essere il re d'Italia e di vincere questa guerra deve essere a Milano per impedire che la rivoluzione vada troppo a sinistra non lo sapremo mai con certezza Non siamo nella sua testa Lui non l'ha mai raccontato Sta di fatto che va a Milano dove però le cose si mettono malissimo intanto perché siamo non è soltanto adesso che il tempo è impazzito in ogni epoca Ci sono momenti in cui il tempo è impazzito il primo agosto quando i piemontesi arrivano nei sobborghi
di Milano un uragano di violenza mai vista rende l'intera zona un Pantano uccidendo uomini e cavalli così dicono le testimonianze del tempo Tuttavia i milanesi i piemontesi si trincerano per difendere Milano si trincerano in quella che allora era una periferia di Cascine di sobborghi e che oggi sono invece quartiere della città Chiesa Rossa il vigentino il Corvetto e però Scoprono che i milanesi non li stanno accogliendo bene i milanesi avevano acclamato Carlo Alberto che portava la guerra contro il nemico e poteva buttar fuori gli austriaci dall'Italia questo Carlo Alberto sconfitto ai milanesi non piace per
niente la popolazione lo accoglie con estrema freddezza Tuttavia il governo provvisorio offre Carlo Alberto l'aiuto del Popolo in armi per difendermi Milano Carlo Alberto rifiuta di amare il popolo non si fida lo difenderà l'esercito piemontese Milano e però il primo giorno in cui ardeschi attacca il 4 agosto i piemontesi Cominciano a essere a malpartito e Carlo Alberto un'altra volta chiede l'armistizio e offre a Radetzky Milano in cambio della possibilità di ritirarsi In Piemonte con l'esercito a Milano il clima è tale che i primi che venivano in città dai sobborghi dove si combatte i primi che
vengono in città raccontando che il re abbandona Milano e si arrende vengono uccisi linciati dalla folla come appunto seminatori di fake news diremmo noi oggi Milano suona le campane a martello per chiamare il popolo all'insurrezione Ma l'insurrezione rischia di rivolgersi contro Carlo Alberto il quale è venuto in città e si ritrova assediato in Palazzo Greppi dalla folla fu ribonda che lo reclama e che probabilmente se gli mettesse le mani addosso Lo appenderebbe a un lampione per tutta la notte c'è da un lato il rischio che la folla si impadronisca di Carlo Alberto e lo Linci
e dall'altro il rischio che l'esercito piemontese attacchi Milano e la meta a Ferro e Fuoco per liberare il suo re poi alla fine forza di mediare si riesce a evitare il peggio i bersaglieri arrivano a prendere Carlo Alberto lo portano fuori e l'esercito si ritira in Piemonte e Radetzky entra a Milano ci sarà come sapete un'appendice di questa infelice guerra un'appendice altrettanto infelice quella del 49 con la battaglia di Novara non ve la racconto perché non abbiamo più il tempo e tanto sapete com'è andata a finire e tanto come dire purtroppo è una replica i
protagonisti sono gli stessi e il risultato è lo stesso il 9 agosto viene firmato l'armistizio di Salasco a Vienna Johann Strauss comincia a comporre un nuovo brano musicale per celebrare la meravigliosa Vittoria che l'esercito Imperiale ha conseguito in Italia la prima sarà già il 31 agosto a Vienna ha composto a tempo di record in tre settimane ha composto la Marcia di Radetzky Grazie [Applauso] Buonasera a tutti Allora continuiamo a raccontare le fasi principali dell'unificazione d'Italia e del Risorgimento e oggi raccontiamo per una volta una fase felice anche se certo tutt'altro che priva di contraddizioni e
di problemi raccontiamo l'unica delle tre guerre di indipendenza che è stata vinta sul campo senza discussione raccontiamo due dei protagonisti dell'unificazione d'Italia Cavour e Vittorio Emanuele loro due perché qui siamo a Torino e il nostro ciclo parla di Torino e del Piemonte e del loro ruolo nell'unità d'Italia naturalmente c'è anche un terzo protagonista che aleggia e che alla fine verrà fuori che è Garibaldi che non era Torinese né piemontese diversamente da questi due era però suddito del Regno di Sardegna essendo nato a Nizza verrà fuori alla fine i due protagonisti inizialmente sono Cavour e Vittorio
Emanuele Cavour Vittorio Emanuele Sono in realtà come dire il lascito positivo del disastro del 48-49 il disastro della prima guerra d'indipendenza ha voluto dire anche un rinnovamento profondo nella leadership del Regno di Sardegna il re Carlo Alberto se n'è andato habdicato è andato in esilio ha lasciato il posto a suo figlio Vittorio Emanuele II che noi siamo abituati a vedere nell'iconografia come un uomo grande grosso coi Baffoni la barba lunghi capelli le borse sotto gli occhi in realtà è un ragazzo di 29 anni quando sale al trono questo giovane re di 29 anni si trova
a dover prendere delle decisioni cruciali la guerra di indipendenza È andata malissimo era stata un'idea dell'ultimo momento la politica sabauda era sempre stata fino a poco tempo prima una politica reazionaria come quella dei Borboni solo all'ultimo momento Carlo Alberto ha deciso di buttarsi invece dalla parte dei Patrioti dei Carbonari di quelli che vogliono fare appunto l'Unità d'Italia è andata malissimo la propaganda dinastica alimenterà poi la leggenda del giovane re il quale resiste alle pressioni del Maresciallo Radetzky il vincitore di Custoza e di Novara il quale vorrebbe convincerlo ad abolire lo statuto la Costituzione Il Parlamento
le elezioni i partiti a riportare anche il Regno di Sardegna sulla linea di tutte le altre monarchie reazionarie d'Italia ed Europa secondo la leggenda appunto Vittorio Emanuele resiste Rifiuta in realtà bisogna distinguere a parole Vittorio Emanuele è uno capace di dire a tutti quello che vogliono sentirsi dire e quindi a parole in quell'inizio del suo regno prende le distanze da suo padre e dall'ideale apparentemente assurdo in quel momento di fare di fare l'Italia all'ambasciatore francese Vittorio Emanuele II dichiara Mio padre ingannava tutti col suo regime deplorevole il fantasma dell'Indipendenza italiana è stato fatale al nostro
sventurato paese il fantasma dell'Indipendenza italiana a Radetzky che lo invita a chiudere con le riforme liberali e tornare all'assolutismo Vittorio Emanuele dice Sì sì assolutamente assolutamente ragione i liberali bisogna tenerli a bada e quanto hai Democratici che sarebbero a sinistra dei liberali della visione del tempo sono quelli che vogliono un'apertura ancora Maggiore alla libertà politica di stampa Quanto ai democratici dichiara il re Vittorio all'ambasciatore austriaco sono canaglie bisogna schiacciarli come mosche impiccarli tutti quanti Dopodiché appunto Vittorio aveva una grandissima capacità di dire a tutti quello che volevano sentirsi dire Sta di fatto che però lo
statuto Lo mantiene mantiene lo statuto mantiene Il Tricolore all'indomani del disastro del 48-49 il Regno di Sardegna rimane l'unico paese in Italia dove è in vigore una Costituzione dove ci sono i partiti le elezioni il Parlamento la libertà di stampa E questo porta come frutto l'altro dei due uomini di cui parleremo oggi Il Conte di Cavour perché il conte di Cavour nel 48 aveva deciso che questo nuovo mondo in cui appunto esistevano i giornali liberi esistevano i partiti si poteva candidarsi alle elezioni questo mondo che non esisteva assolutamente fino a pochi mesi prima che era
impensabile In Italia fino a pochi mesi prima il conte di Cavour aveva deciso che a lui questo nuovo mondo interessava molto offriva delle belle opportunità per un uomo che non sapeva più bene e che cosa fare perché aveva già avuto più o meno tutto dalla vita Conte di Cavour e uno degli uomini più ricchi del regno è un imprenditore Attivissimo nella borsa nell'agricoltura è pieno di soldi è un'economista rispettatissimo gli manca la politica nel 48 si è buttato in politica che voleva dire Allora innanzitutto partire dai giornali In altri tempi si partirà dalla televisione quando
si vuole dare la scalata alla politica Allora si partiva Dai giornali Cavour nel 48 ha fondato un giornale siccome era uno che coglieva lo spirito dei tempi lo ha chiamato il Risorgimento e di questo giornale ha fatto il punto di partenza per candidarsi al parlamento a dire la verità nelle elezioni del 48 non è stato eletto la presa malissimo c'è una sua lettera in cui dice o dura sorte solo tra i giornalisti mi trovo escluso dalla camera si considera un giornalista perché il padrone di un giornale padrone direttore e autore principale di un giornale e
gli altri che hanno fatto i giornali sono in Parlamento lui è fuori Poi per fortuna però viene un'elezione suppletiva per un posto che sia liberato e anche Cavour entra in Parlamento se il re Vittorio avesse abolito lo statuto Il Conte di Cavour sarebbe tornato a coltivare il riso e a fare altri soldi invece il re Vittorio mantiene lo statuto e il conte di Cavour non solo rimane in politica ma è sicuro a questo punto che verrà chiamato al governo non ha mai avuto il minimo dubbio sul fatto di essere il migliore del mazzo e che
senza di lui non avrebbero mai combinato niente al governo ci va Innanzitutto da zeglio Cavour non aspirava a essere primo ministro subito gli sembrava Ovvio essere ministro dell'economia subito invece D'Azeglio non lo chiama Cavour ci rimane male anche stavolta non è uno che prende le sconfitte Io sono stato lungo incerto se leggervi una citazione da una lettera di Cavour perché come dire è una cosa poco confacente alle nostre convenzioni Torinese Tuttavia ve la leggo lo stesso quando apprende che non sarà ministro Cavour si ritira in Campania a Leri e a un amico scrive me ne
vado in campagna dove Almeno avrò la consolazione di vivere come se quella di Italia non esistesse l'Italia notate perché comunque chiarissimo che la partita dell'Italia è solo rimandata Ma è ancora aperta e che il prossimo governo del Regno di Sardegna dovrà pensare a come in futuro ricominciare riaprire il discorso fa un paio d'anni di esilio in campagna poi nel 51 effettivamente il governo ha bisogno di uomini Capaci e lo Chiama Massimo D'Azeglio decide di chiamare Cavour a un ministero e contentissimo da zeglio di aver chiamato Cavour Perché Perché uomini di quella stazza di quella forza
ce ne sono pochissimi dice D'Azeglio e Cavour È un autentico Gallo da combattimento una specialità che ci mancava il re Vittorio che conosceva i suoi polli quando dazeglio i ministri vanno annunciati che Cavour entrerà nel governo pare che abbia detto ma non vedono loro signori che Quell'uomo lì li manderà tutti con le gambe all'aria peraltro parlava in piemontese e usò un'espressione alquanto più forte effettivamente Cavour in Parlamento comincia immediatamente a minare il terreno sotto i piedi di D'Azeglio Massimo Stai sereno Massimo Sta sereno per un po' fin quando non scopre che la maggioranza parlamentare ormai
è in mano a Cavour cade il Ministero dazeglio subentra il Ministero Cavour ministro Cavour fa tante cose ma noi oggi ne interessa una la politica estera fa anche tante altre cose trafori ferrovie investimenti spese debito pubblico per far crescere il paese ma a noi interessa la preparazione dell'unificazione Chiara una cosa bisogna riprovarci però sei andata male Dobbiamo capire perché è andata male e perché è andata male ma perché gli altri governi italiani avevano promesso a Carlo Alberto di dare una mano e poi non hanno fatto quasi niente e il Piemonte da solo non ce la
può fare assolutamente l'Austria Ungheria è dieci volte più forte loschiamo ancora austro-ungheria si chiama ancora Impero d'Austria in quel momento Allora se vogliamo pensare a riaprire il discorso di una bella guerra contro l'Austria per cacciar fuori Lo straniero dall'Italia del Nord e allargare il dominio dei Savoia come minimo al nord Italia L'idea è quella un bel regno dell'alta Italia però non possiamo farlo da soli ci vuole qualcuno che vi ha una mano e chi può essere l'unico candidato e la Francia la Francia è la più grande potenza del continente è la più grande potenza militare
e Rivale dell'Austria da sempre e in Francia regna Napoleone III il nipote di quel Napoleone primo che era stato amico dell'Italia aveva creato un regno d'Italia Allora l'idea è dobbiamo convincere Napoleone III ad intervenire in caso di guerra fra il Piemonte e l'Austria per far questo Cavour come sapete ricorre a innumerevoli idee un'idea vincente e partecipare alla guerra di Crimea questa guerra che nessuno ha mai capito né Allora né dopo che guarda che senso avesse e perché si dovesse combattere e che però in quel momento infiammano l'opinione pubblica in Francia in Inghilterra e siccome la
Francia e l'Inghilterra fanno questa guerra contro la Russia noi manderemo i bersaglieri in Crimea a morire Se necessario sulla Cernaia a morire soprattutto di colera e di dissenteria sapete che quasi nessuno soldato piemontese è morto in battaglia in Crimea ma migliaia sono morti di malattia Dopodiché vinta quella guerra il Regno di Sardegna parteciperà alla conferenza di pace a Parigi dove le grandi potenze vincitrici cominciano a pensare al futuro dell'Europa e Cavour sarà lì a discutere insieme a loro ricorre anche ad altri mezzi eh a Parigi in quel momento nel 56 durante la conferenza di pace
si è trasferita da poco una giovane coppia aristocratica Torinese e il conte v'erasis di Castiglione con sua moglie Virginia la contessa di Castiglione a 18 anni è sposata da un anno come si usava quei tempi ha già avuto un figlio ma a quel livello sociale un figlio Ci sono tante Bali e nutritrici e istitutrici per occuparsene e nel dicembre 55 la contessa Castiglione e il marito hanno si sono trasferiti a Parigi per un po' hanno preso alloggio Mi piacerebbe sapere se l'ha fatto apposta il rude Castiglione che prende il nome da una battaglia di Napoleone
non c'entra niente con loro è stata presentata a Corte Virginia e Virginia è la famosa Torino e diventa subito famosa anche a Parigi come una delle donne più affascinanti che si potessero incontrare perché vi racconto questi pettegolezzi perché in realtà Cavour veramente non lasciava niente di intentato e di conseguenza in una sua lettera a Rattazzi durante il Congresso di Parigi scrive sono qua che sto assediando l'imperatore sto assediando Napoleone III per convincerlo a qualunque costo a fare questa Alleanza Cito faccio tutto quanto so o persino cercato di stimolare il patriottismo della bellissima Castiglione onde se
Duca l'imperatore questo testuale di Cavour quindi Virginia de tannini pare che ci riesca e insomma questo avrà raccontato fino a un certo punto Napoleone III era un vecchio cospiratore abituato a tutto abilissimo a gestire a prendere a gestire il potere certamente non si sarà fatto influenzare più di tanto Ma insomma tutto serve Congresso di Parigi Cavour ha un obiettivo preciso come vi dicevo preparare una nuova guerra che permetta non l'unificazione dell'Italia l'educazione dell'Italia è una cosa da fare prima o poi è nell'agenda Cavour da sempre anche come economista è molto interessante vedere le sue opere
le sue pubblicazioni Cavour economista scrive sul problema dei trasporti in Italia delle ferrovie in Italia delle delle esportazioni dell'Italia e ragiona in termini di Italia globalmente come unità territoriale economica molto prima che l'Italia sia unificata quindi l'orizzonte è senza dubbio quello però chissà quando ci riusciremo bisogna andare un po' per volta il problema principale è l'Italia meridionale al nord se si riesce a sconfiggere gli austriaci e a occupare il Lombardo Veneto poi gli altri piccoli stati crolleranno Il Ducato di Parma e Piacenza Il Ducato di Modena anche il Granducato di Toscana Al centro c'è lo
Stato Pontificio E lì invece è un altro discorso meglio rimandare qualunque discorso sullo Stato Pontificio e poi c'è il sud sul Sud ci sono delle idee abbastanza chiare non l'unificazione troppo lontano in mezzo c'è appunto il papa però che si possa pensare un giorno al sud di mandar via i Borboni che con la loro politica repressiva si sono un po' screditati anzi molto screditati agli occhi del mondo e che quindi in Europa Specialmente in Inghilterra che il paese più moderno e più liberale che ci sia i Borboni si sono ormai guadagnati la fama di dinastia
forcaiola impresentabile E allora forse i Borboni si potrebbe buttarli giù sempre Cavour da Parigi dal Congresso di Parigi scrive mi pare al suo segretario Costantino Nigra dicendo stasera incontrerò il ministro degli Esteri inglese credo cucito Eh Credo di potergli parlare di gettare in aria il bomba dove il bomba sarebbe Ferdinando II del Due Sicilie detto il re bomba dopo la repressione dell'insurrezione di Messina gettarlo in aria quindi ma non ancora per unificare Sarebbe bello se sul trono di Napoli si potesse mettere un Savoia per esempio di cugini disoccupati ce ne sono e allora un passo
per volta capite è un disegno che ha degli obiettivi di lungo termine l'unità degli obiettivi più vicini buttar fuori gli austriaci e poi tutto quello che si riesce a fare a seconda del momento senza imprigionarci in progetti troppo rigidi Vedremo cosa si potrà fare Fatto sta che Napoleone III alla fine accetta l'idea nel 1858 conferma a Cavour che in caso di guerra contro l'Austria la Francia interverrà Cavour scrive alla Marmora ministro della guerra prepara i cannoni e l'anno prossimo andremo imparare a Milano se non a Venezia come vedete obiettivo è quello l'alta Italia e quando
la promessa di Napoleone si concretizza in un trattato di alleanza gennaio del 59 a questo punto importa una cosa sola provocare l'Austria e convincere gli austriaci a dichiararci guerra perché a quel punto Napoleone interverrà Come si fa a provocare l'Austria È facilissimo basta richiamare i riservisti gli eserciti prima di una guerra si gonfiano assorbendo i soldati in congedo e quando cominci a richiamare i riservisti vuol dire che prepari una guerra e quindi i Paesi confinanti si offendono e si allarmano il Piemonte comincia a richiamare riservisti e l'Austria comincia a Mandare truppe in Lombardia a questo
punto c'è un momento drammatico per Cavour perché Napoleone III all'ultimo momento cerca di tirarsi indietro Napoleone III è molto incerto dovete immaginare la sua posizione È un Bonaparte erede della Rivoluzione francese e di certi valori diciamo così di sinistra tra questi valori di sinistra c'è anche fare la guerra alle monarchie assolute e aiutare i popoli a liberarsi e l'opinione pubblica di sinistra in Francia questo si aspetta però Napoleone III in realtà è andato al potere con il consenso anche della borghesia dei militari del clero ha promesso una politica moderata e il suo sostegno politico quindi
su sostegno elettorale non è fatto tanto dalla sinistra è più fatto dalla destra in realtà in particolare dal clero che del Risorgimento italiano ha una gran paura perché pensa Innanzitutto e lo Stato Pontificio Allora Che fine farà quindi Napoleone III deve barcamenarsi deve capire cosa mi conviene di più in Francia in questo momento il consenso di quelli che magari sfilano in piazza cantando La Marsigliese che però l'imperatore ha proibito già che c'era perché è troppo sovversiva oppure il consenso del clero dell'aristocrazia dei grandi interessi industriali a un certo punto Napoleone III quando vede che la
guerra Si avvicina si prende paura Pensa che potrebbe ottenere lo stesso risultato cioè visibilità per lui convocando un grande congresso europeo a Parigi dove tutti si mettono d'accordo perché pur Sarebbe catastrofico lui ha puntato tutto su una sola carta la guerra in un congresso non conterebbe niente Il Regno di Sardegna verrebbe schiacciato Il 19 aprile 1859 l'ambasciatore francese a Torino va a svegliare Cavour in piena notte dicendogli che è arrivato un Dispaccio da Parigi e l'imperatore ha deciso definitivamente di convocare un congresso Cavour dichiara Ora non mi resta altro da fare che spararmi un colpo
in testa fa testamento ma testamento nomina erede universale il nipote ha inardo il figlio del fratello Gustavo Cavour come sapete non si è mai sposato e non ho mai avuto figli nel testamento Cavour scrive al nipote Speravo di farti ereditare un nome illustre e benedetto dagli italiani invece probabilmente il tuo nome sarà associato alle sciagure del nostro paese Dopodiché essendo un imprenditore scrive al suo amministratore all'amministratore delle sue terre dicendogli prima gli aveva detto guarda che ci sarà probabilmente la guerra vendiamo il bestiame adesso gli scrive non si dia più verrum fastidio per la pronta
vendita dei buoi Grassi già che pare che la guerra più non si faccia salveremo le vacche ma perderemo la causa italiana che pareva prossima una soluzione favorevole l'imperatore è stato ingannato o è traditore Cavour parla appunto di farsi saltare la testa anche Vittorio suda freddo perché Vittorio il re ha coperto finora il suo primo ministro ha sostenuto questa politica si è impegnato in questa direzione se adesso va tutto a catafascio capite il re e il figlio di un re che dieci anni prima ha dovuto abdicare perché le cose erano andate male e il re Vittorio
ha un'angoscia nella vita che capiti anche a lui la stessa cosa e dal punto di vista del re Vittorio Cavour è inutile che si preoccupi tanto Chi rischia Davvero è lui il re a Cavour scrive Egregio Conte voi avete 150 mila lire di rendita un milione e mezzo di euro più o meno rendita annuo di Cavour e qualunque cosa accada per voi Nulla cambia Ma sappiate che io non voglio ritrovarmi Dove è finito mio padre per fortuna prima che Napoleone III abbia tempo di convocare il congresso l'Austria dichiara guerra al Piemonte o meglio manda un
ultimatum così duro che è impossibile accettarlo a quel punto davanti al fatto compiuto Napoleone III non può più tirarsi indietro e di conseguenza prima ancora che Cavour risponda di no all'ultimatum austriaco La Gazzetta Ufficiale francese il monitore annuncia che sua maestà l'imperatore ha deciso la formazione di un esercito che si chiamerà la Medita lì capite cosa passa in quel momento per la testa di Napoleone III lui è un vecchio cospiratore ha passato gran parte della sua vita cospirando finendo in galera partecipando a congiura per cercare di diventare imperatore come suo zio alla fine ci è
riuscito grazie al 48 ancora una volta a Quelle norme di Sesto che c'è stato in Europa nel 48 caduta la monarchia di Luigi Filippo in Francia nel 48 han fatto la Repubblica Dopodiché hanno eletto presidente della Repubblica il principe Luigi Napoleone il quale non ci ha messo molto tempo a organizzare un piccolo colpo di stato con poche centinaia di morti e qualche migliaio di arresti e diventare da Presidente della Repubblica imperatore Adesso però gli manca una cosa per essere davvero Napoleone la gloria militare Il sogno di Napoleone III è di come dire essere pari a
suo zio finora ci è riuscito anche lo zio aveva fatto il colpo di stato il 18 brumaio e abolito La Repubblica e creato l'impero finora siamo in pari Poi però cosa manca appunto la gloria Napoleone il grande la gloria se l'era conquistata Innanzitutto in Italia contro gli austriaci alla testa della Medita lì Napoleone III conta di fare la stessa cosa questa guerra non piace alla destra non piace alle banche la borsa di Parigi scende ma al popolo piace e la gente ricomincia a cantare La Marsigliese anche se in teoria appunto sarebbe proibito allora capite Qual
è la situazione alla fine dell'aprile 1859 l'Austria ha dichiarato guerra al Piemonte al Regno di Sardegna la Francia interverrà però l'Austria all'esercito già sul Ticino è lì a due passi l'esercito francese deve essere radunato e trasportato in Italia se il comando austriaco si muove in fretta c'è Come dire una finestra temporale nella quale il Piemonte è indifeso c'è l'esercito piemontese ma è troppo piccolo per resistere ci fosse stato ancora Radetzky non so cosa sarebbe successo ma Radetzky è morto l'anno prima a 92 anni al suo posto il governatore militare del Lombardo Veneto è un generale
ungherese il conte giulai Si pronuncerebbe giulai credo in ungherese Ma gli italiani dicevano allora e al centro poi detto julai si cantavano anche le canzoncine su July Quando scoppia la guerra Si cantava le canzoncine che dicevano vardagiolai che vengo la primavera e con la Primavera verrà la guerra l'insorrezione la rivoluzione si muovesse in fretta potrebbe invadere il Regno di Sardegna non c'è nessuno davanti il piccolo esercito piemontese è concentrato ad Alessandria perché ad Alessandria Perché i francesi in parte arriveranno via Mare sbarcheranno a Genova poi da Genova verranno in treno e arriveranno ad Alessandria Perciò
è indispensabile tenere Alessandria e quindi tutto il confine lungo il Ticino è in difesa Novara Vercelli Biella sono in difesa Torino e in difesa in realtà Per fortuna il generale giulai tarda a muoversi il 28 aprile l'ambasciatore austriaco a Parigi che sta facendo i bagagli dato che è scoppiata la guerra scrive a Vienna per lamentarsi che dall'Italia non arrivano notizie che julai si stia muovendo e tutta l'ambasciata austriaca a Parigi non capisce come mai in quei giorni cruciali l'esercito sta fermo l'ambasciatore austriaco scrive a Vienna per comunicare il grido di dolore di impazienza e di
rabbia per le esitazioni del generale Conte giulai diamine non gli resta che di passare il Ticino attaccare i piemontesi rovesciarli schiacciarli e se ne sta fermo perché piove effettivamente piove i fiumi sono gonfi passarli non è così semplice e intanto i francesi si preparano e si preparano con una velocità che mai in guerra Si era vista prima di allora neanche nel 48 perché tra il 48 e il 59 c'è qualche cosa di completamente nuovo che è stato creato il treno le ferrovie le ferrovie non c'erano fino a quel momento l'unico modo di spostare i soldati
a parte via Mare era a piedi adesso i soldati possono viaggiare in treno e anche via Mare viaggiano sui Battelli a vapore ormai non più sulle navi a vela perciò la preparazione dell'esercito francese fulminea Napoleone III va in treno a Marsiglia e lì si imbarca per Genova con una parte dell'esercito l'altra parte è avviata in treno fino alla Val di Susa scende dal Moncenisio giulai a pochi giorni di tempo per fare qualcosa ci prova alla fine troppo tardi il 30 Aprile gli austriaci passa nel Ticino il primo maggio sono a Novara il 2 maggio passano
La Sesia e prendono a Vercelli come sempre nelle guerre di quell'epoca non ci sono grandi e distruzioni e atrocità contro i civili e un secolo civile l'800 appunto civilizzato ma comunque l'arrivo di un esercito suscita per tutto fuga di abitanti e lamentele denunce ci sono requisizioni requisizioni di denaro di vettovaglie requisizioni di cavalli ovunque arrivi l'esercito nemico Torino il panico questi sono già a Vercelli in tre giorni arrivano a Torino Cavour il 4 maggio scrive alla sua amante Bianca Ronzani ballerina di origine ungherese che da alcuni anni è la sua amante e con cui ha
un rapporto fortissimo di grandissima confidenza bianca non è a Torino in quel momento è Cavour le scrive da Torino Cara Bianca quale felice combinazione che tu non sia a Torino Giacché le notizie Sono sempre più cattive gli austriaci si avvicinano e il re non si muove non è certo che essi vengano a Torino ma è probabile siamo decisi a difenderci a oltranza ho fiducia nel coraggio dei piemontesi e nella Provvidenza Ti abbraccio il re non si muove come vi dicevo perché deve tenere Alessandria e perché il suo esercito è piccolo chi c'era la volta scorsa
ricorderà che l'esercito piemontese nel 48 era un esercito Come si diceva Allora di quantità moltissimi giovanotti venivano reclutati si facevano un anno di servizio militare poi tornavano a casa ma potevano essere richiamati in qualunque momento per la guerra quindi l'esercito che combatte la guerra del 48-49 è un esercito fatto da uomini che hanno fatto in vita loro un anno di militare e poi dopo due anni tre anni quattro anni cinque anni a volte dopo otto anni sono stati richiamati per andare in guerra I risultati non erano stati buoni nel corso del decennio che è passato
ai piemontesi hanno cambiato sistema sono passati al sistema francese e austriaco l'esercito di qualità meno soldati Ma che fanno un servizio militare più lungo però quanto può essere lungo il servizio militare E bisogna farlo ingoiare al paese che queste cose non le ama e che percentuale dei Giovanotti lo dovranno fare anche questo bisogna farlo accettare al paese che queste cose non le ama e siamo in un paese costituzionale con le discussioni in Parlamento risultato Jovanotti a vent'anni tirano il numero dal sindaco ma proprio solo i più sfortunati devono fare il servizio militare se ne prendono
pochi e il servizio militare dura solo cinque anni che non è niente rispetto agli 8 dell'Austria o ai 25 della Russia risultato il re Vittorio a 60.000 uomini a 120.000 il doppio è impossibile affrontarlo quando tu l'hai si mette in marcia da Vercelli verso Torino Cavour decide di ricorrere al piano d'emergenza che era stato preparato si aprono tutte le dighe e le chiuse del Vercellese e si allaga l'intero territorio non al livello delle risaie ma un livello più alto l'intero Vercellese e la Lomellina sono allagati i danni sono enormi bestiame affogato ma ma l'esercito austriaco
marcia con l'acqua alla cintola e praticamente non si muove più cosa meravigliosa È che questa specie di diluvio universale che era stato preparato da tempo ed è stato affidato per la organizzazione a un ingegnere idraulico importantissimo L'uomo che si era occupato dei progetti del canale Cavour eccetera e questo ingegnere idraulico si chiamava l'ingegner Noè il paese è un po' scioccato a Cavour in Parlamento deve difendere questa decisione e in Parlamento a Torino Cavour Paragona l'allagamento del Vercellese con quello che hanno fatto i russi nel 1812 quando per fermare Napoleone avevano incendiato Mosca e Cavour dice
se io non mi fossi preso la responsabilità di ordinarlo a quest'ora gli austriaci sarebbero in questa sala a Vienna ciononostante a un certo punto scoppia l'entusiasmo i giornali pubblicano un Dispaccio dall'esercito che risulta datato da Torino Dunque l'esercito è entrato a Torino poi arriva una rettifica sono entrati a Trino Vercellese e a quel punto i francesi stanno scendendo dal Moncenisio e stanno prendendo il treno a Genova e quando Giuly se ne rende conto torna indietro l'invasione del Piemonte è finita adesso i più forti sono i nostri e perciò sono i nostri che vanno all'attacco il
treno di nuovo fondamentale da Alessandria si potrebbero fare tante cose Cosa si fa si attacca stando a sud del Po verso Piacenza oppure si rimane a nord si va a nord del po e a quel punto si va verso Vercelli e Novara In altri tempi ci volevano molti giorni per spostare un esercito anche solo da Alessandria a Vercelli a Novara adesso si fa in poche ore col treno perciò si decide l'intera forza viene spostata da Alessandria in piemontesi che sono già a Casale passano La Sesia per primi quando gli austriaci se ne rendono conto attaccano
i piemontesi che hanno appena passato la Sesia Sperando ancora di fermarli e la prima battaglia importante della guerra Palestro e a Palestro gli austriaci sono seccamente sconfitti e ributtati indietro piemontese ha passato la Sesia il giorno dopo la passano Anche i francesi e si va avanti come sempre in queste guerre del Risorgimento che si combattono nella Pianura Padana Il problema è bisogna passare i fiumi uno dopo l'altro è il nemico sta dietro e cerca di impedirtelo è tutto un gioco di ponti di guadi di trovare il guado che magari il nemico non conosce non sta
difendendo oppure di gettare nuovi Ponti con degli equipaggiamenti fatti apposta ma bisogna farlo molto in fretta in un posto dove il nemico non ti aspetta passata la Sesia bisogna passare il Ticino e i francesi e i piemontesi riescono a passare il Ticino e attaccano il nemico che è a Magenta la battaglia di Magenta è una vera grande battaglia dove si affrontano 60 mila uomini per parte e dove le perdite cominciano ad assomigliare a quelle delle vecchie guerre napoleoniche Chi di voi c'era giovedì scorso ricorderà forse che nella prima guerra d'indipendenza le perdite erano bassissime la
sensazione è che quegli eserciti erano molto timidi era difficile mandare gli uomini all'attacco quando si vedeva che non andava tanto bene e invece qui l'arrivo dei Francesi ha cambiato le cose queste sono battaglie più feroci dove le truppe combattono più ostinatamente e non si fermano alle prime perdite alla battaglia di Magenta gli austriaci perdono fra morti feriti e prigionieri più di 10.000 uomini il 16% di tutti quelli Messi in campo sono le percentuali che uno riscontrava nelle battaglie napoleoniche e dunque sconfitti anche a Magenta gli austriaci devono ritirarsi verso il Quadrilatero come al solito verso
l'unica zona dietro il Mincio dove si sentono un po' al riparo e perciò Napoleone e Vittorio entrano in Trionfo a Milano esattamente come aveva predetto Cavour prepara i cannoni e andremo in parata a Milano naturalmente fra i due alleati non tutto è sereno Anzi fra alleati le cose sono sempre difficili gli alleati stanno facendo una cosa insieme ma non è detto che abbiano la stessa agenda gli stessi obiettivi e che si vogliano bene la coesistenza tra Vittorio e Napoleone III non è per niente facile Vittorio Emanuele e l'esponente orgoglioso di una dinastia molto antica davvero
molto antica risale all'anno mille e Napoleone III ma il parvenue è strapotente ed è il fratello maggiore ed è lui che all'esercito grosso e senza di lui non si può far niente a Vittorio questo ruolo come dire di stare in secondo piano e di obbedire all'alleato sta molto stretto Vittorio Emanuele su Napoleone III Chi è Dopotutto quest'uomo questo bischero l'ultimo venuto dei sovrani d'Europa un intruso tra di noi farebbe meglio a ricordare chi è lui e chi sono io il capo della prima e più antica dinastia regnante d'Europa risultato Vittorio che finora ha fatto il
re avendo come primo ministro Cavour e quindi un uomo di 10 anni più di lui molto più intelligente di lui con un carattere forte almeno quanto il suo e perciò Vittorio in tutti questi anni ha fatto molta fatica a rispettare il suo ruolo di sovrano costituzionale che deve avallare decisioni del primo ministro e che fa come dire viene fuori a ogni Fiesso spinto Vittorio Cavour vicino mi farebbe volentieri a meno se potesse Cavour Vittorio lo chiama il maestro e siccome a scuola sappiamo che Vittorio non studiava quasi niente Ecco il maestro era un pessimo rapporto
questo la dice già lunga Cavour a sua volta disprezza profondamente Vittorio è il re i Cavour in quanto monarchico convinto lo dice io e rispetto nel re il simbolo della monarchia e della Futura Unità d'Italia dice anche questo e sono pronto a dare anche la vita per lui Ma come uomo gli chieda una cosa sola di starsene il più alla larga possibile allora Fra Questi due uomini che fanno scintille vittorie è partito per la guerra felicissimo Cavour rimane a Torino e Cavour non potrà più dare troppo fastidio e il re Vittorio finalmente potrà fare quello
che gli piace veramente fare lo aveva detto due o tre anni prima quando era in visita a Londra lo aveva detto alla Regina Vittoria che puntualmente l'aveva annotato nel suo diario Vittorio aveva detto alla regina Io l'unica cosa che mi piace veramente fare è la guerra se non potessi fare la guerra Piuttosto mi faccio frate la regina Vittoria aveva anche scritto nel diario è uno stranissimo uomo sembra un po' un capo di barbari di eruli o di Longobardi comunque vittorie è partito per la guerra con un sospiro di sollievo Finalmente il maestro se ne sta
a Torino non mi darà più fastidio Purtroppo si trova accanto all'imperatore il quale gli dà fastidio eccome Vittorio si riduce a scrivere a Cavour dicendo Sono caduto dalla padella nella brace siamo sottoposti a nuove tribolazioni non è più lei che ci tormenta e il degnissimo imperante il quale ci comanda a bacchetta D'altra parte I generali e gli aiutanti di Vittorio Sono molto contenti che ci sia l'imperatore al suo fianco perché Vittorio che è bravissimo quando si tratta di galoppare in mezzo alle pallottole facendo il bravo e incoraggiando i soldati non è quel gran generale che
crede di essere e i suoi lo sanno benissimo anche Napoleone III alla fine Si scoprirà che non era un gran generale ma in quel momento tutti credono di sì il generale Solaroli aiutante di campo del re Vittorio scrive in una lettera durante la guerra il nostro re all'infuori del coraggio e della ventatezza non ha nulla Non ha occhio né sangue freddo non si ricorda mai il nome di un paese che facendo la guerra con le mappe capite magari ecco chi sa far la guerra e l'imperatore fortuna per noi che abbiamo alla testa un tale uomo
Il problema è che anche Cavour a Torino è un po' preoccupato perché non si fida per niente di come il resta conducendo le cose e quindi continua a scrivergli dandogli consigli potete immaginare come contento il re il quale scrive a Cavour lei mi dice che devo essere circondato da tanti geni che mi impediscano di fare delle bestialità pare che lei mi considera un grande asino nel mio mestiere se lei mi parla ancora una volta così vedrà cosa farò manderò via tutti intorno a me e mi circonderò di meno Capaci ancora e farò vedere se io
non so fare il mio mestiere senza tanti consiglieri pensate la faccia che avrà fatto Cavour a Torino Quando riceve questa lettera Dopodiché Dopodichè per fortuna a togliere tutti d'impaccio e arrivo nuovo protagonista l'imperatore Francesco Giuseppe il quale Noi siamo abituati a considerarlo come un vecchione perché regnerà fino al 1916 ma in quel momento e anche lui è un giovanotto il più giovane di tutti 29 anni e il Kaiser Francesco Giuseppe persa la fiducia nel Conte giulai dopo il disastro di Magenta e di Milano decide di venire di persona in Italia a prendere il comando del
suo esercito e decide di contrattaccare risultato mentre i francesi e i piemontesi passato l'Adda passato l'olio avanzano prudentemente verso il Mincio senza sapere dov'è il nemico e quindi su Molte strade in molte colonne separate su un lunghissimo fronte che dal lago di Garda viene giù per decine di chilometri dall'altra parte senza che nessuno lo sappia l'esercito austriaco passa il Mincio per venirgli incontro ma anche gli austriaci non sanno dov'è il nemico e vengono avanti perciò su un fronte molto lungo e divisi in molti gruppi i 24 giugno di colpo scoprono di essere a due passi
gli uni dagli altri è il 24 giugno si combatte la doppia battaglia di San Martino e Solferino dove i piemontesi Per tutto il giorno vanno all'attacco degli austriaci sulle alture di San Martino perdendoci una marea di morti e di feriti ma continuando a andare avanti con Re Vittorio che è nel suo elemento e Galoppa appunto alla testa delle truppe con la sciabola sguainata divertendosi un mondo e dicendo ai soldati forza fioi aventa più e San Martin se noi alle Mann e San Martino in lautri Ecco e dopodiché la sera gli austriaci sgombrano San Martino perché
nel frattempo più a sud il grosso austriaco comandato dal suo imperatore è stato affrontato dai francesi comandati da Napoleone III e dopo una durissima battaglia gli austriaci sono crollati e quindi gli austriaci si ritirano Rano e le battaglie di Solferino e San Martino sono vinti gli austriaci lasciano sul campo qualcosa come 22.000 morti e feriti il 22% di quelli il 20% di quelli entrati in battaglia francesi e piemontesi perdono qualcosa come 15 o 17.000 morti feriti e prigionieri la battaglia di Solferino è una grande vittoria ed è anche un grande shock l'imperatore Napoleone III Comincia
a pensare che forse la guerra non è così divertente come aveva creduto e comincia anche a pensare che forse quando i giornali francesi pubblicheranno gli elenchi dei morti l'opinione pubblica francese non sarà così contenta e per di più viene anche a sapere che questa sconfitta austriaca sta spaventando tutto il mondo tedesco in Germania c'è un'altra grande potenza la Prussia che non ama l'Austria per niente però non vorrebbe che i francesi si allargassero troppo e Napoleone III comincia anche a pensare che comunque questi due questo respaccone incompetente Vittorio Emanuele e questo ministro troppo furbo Cavour Forse
è meglio non metterli alla testa di un grande regno italiano Chissà se alla Francia farebbe comodo Forse non troppo per tutti questi motivi il 5 luglio Napoleone pochi giorni dopo la grande vittoria propone al suo collega imperatore Francesco Giuseppe un'armistizio e Francesco Giuseppe fin troppo contento di accettare l'11 luglio viene fermato l'armistizio di Villafranca con cui l'Austria si impegna a cedere la Lombardia ma non il Veneto e Vittorio Emanuele è costretto a firmare perché senza la Francia è completamente impossibile continuare quello che la prende peggio di tutti è Cavour Cavour la notizia si sente morire
lui come dire aveva detto andremo a Milano e forse anche a Venezia e dopo Solferino ci Sperava di andare a Venezia di fare davvero tutta l'Italia settentrionale Cavour era entrato in guerra con un ottimismo è un aggressività estremi aveva scritto all'inizio della guerra quando era sembrato che l'Inghilterra volesse ancora fare un tentativo di mediazione per impedire all'ultimo momento questa ennesima guerra Europea Cavour aveva scritto non ci sarà Inghilterra che possa impedirci di andare a bruciare Vienna noi metteremo il fuoco all'Europa e adesso invece finito tutto Certo abbiamo Milano e la Lombardia ma per un attimo
Cavour si era illuso di avere molto di più e quindi si precipita al comando dal Re questo incontro celeberrimo con Vittorio Emanuele solo loro due in una casa e tutti fuori ad ascoltare le urla che vengono dalla stanza poi il re esce pallido come un morto dicendo che Cavour è un tiranno che ha perso la testa che ha spaccato le sedie che si è dimesso dalla Presidenza del Consiglio e che ha detto al re che i ministri devono sapere quando è ora di dimettersi e il re devono sapere quando è ora di abdicare che non
è una cosa carina da dire al figlio di Carlo Alberto per l'appunto i Testimoni dicono appunto Vittorio Emanuele è uscito fuori pallido come un morto Cavour è uscito fuori sembrava uscito di senno dimesso e confida a qualcuno mi accorgo che per me è cominciata la vecchiaia il re sotto sotto è contentissimo Cavour si è dimesso finalmente non mi tocca più ascoltare Cavour e ubbidire a Cavour a Napoleone III Vittorio Emanuele confida pagherei un milione di Franchi purché Cavour partisse per l'America e chi lo vede in quei giorni testimonia che il re Vittorio si comporta come
uno scolaretto in vacanza Dunque Sembra finito tutto e invece non è finito Niente primo non è possibile fare nessun governo senza Cavour e quindi quasi subito Cavour viene richiamato e viene richiamato pieno di nuove idee perché in realtà la sconfitta dell'Austria e l'annessione della Lombardia hanno fatto venire un sacco di idee ai Patrioti italiani e in mezza Italia i Patrioti stanno insorgendo e a Parma e Piacenza a Modena in Toscana Granducato nella Romagna parte dello Stato pontificio i Patrioti stanno prendendo il potere cacciando i governi E reclamando l'annessione al Regno di Sardegna e questa occasione
bisogna coglierla a tutti i costi anche il re tutto sommato decide che in questo caso Cavour ci vuole per gestire questa cosa e quindi va bene se torna da una lettera di Vittorio in quei giorni io e il maestro siamo pronti ad ogni cimento anche a prendere il sole e la luna coi denti e nel giro di pochi mesi tra la vostra e il 59 e il marzo del 60 si fanno i Plebisciti a Parma e Piacenza in Romagna a Modena in Toscana e tutti questi paesi vengono incorporati nel nuovo Regno è già un boccone
grossissimo da digerire ma non è finita come sapete anche se noi abbiamo quasi finito ma gli ultimi minuti li devo dedicare al convitato di pietra che ho annunciato all'inizio e che non sta scritto lì ma che adesso Entra in campo era in campo già prima coi Cacciatori delle Alpi ha dato i suoi fastidi Agli austriaci ma E adesso che Garibaldi diventa il protagonista di questa storia e Cavour e Vittoria Emanuele si ritrovano per un momento a fare gli spettatori o poco più no qualcosa di più In realtà perché perché la Sicilia insorge per l'ennesima volta
nel 60 nell'aprile del 60 contro il governo Borbonico e immediatamente si crea un movimento che chiede a Garibaldi di reclutare volontari e andare in Sicilia Garibaldi esita poi si lascia convincere il mondo dei Patrioti dei cospiratori dei mezziniani dei Garibaldini e vastissimo in tutta Italia ci sono dei gruppi delle cellule dei simpatizzanti per cui immediatamente cominciano il reclutamento di uomini e la raccolta fondi perché bisogna comprare fucili e camicia rossa e armare la gente tutto questo avviene in modo pressoché pubblico gli ambasciatori dei governi stranieri a Torino intervengono chiedendo a Cavour Scusate ma cosa sta
succedendo da voi esattamente lascerete che questi banditi si organizzano così E se poi vanno ad attaccare il Papa a Roma all'idea che Garibaldi all'ultimo momento Scusate cambi idea e anziché andare in Sicilia vada a Roma a Cavour vengono i sudori freddi Perché il grande protettore del papa è l'imperatore Napoleone III non ci possiamo mica mettere contro di lui E allora E allora Bisogna decidere lo lasciamo partire Garibaldi Oppure lo mettiamo in galera per un po' di tempo si valutano le due possibilità e finalmente Cavour decide non sa come andrà a finire e terrorizzato Anzi all'idea
che vada a finire tutto molto male però decide mi gioco tutto preferisco veder scomparire la mia popolarità perdere la mia reputazione ma vedere fare l'Italia Come vedete non è non sono termini della retorica della storiografia successiva sono i termini che loro usavano in quei giorni ora per fare l'Italia in questo momento non bisogna metterci in contrasto con Garibaldi Garibaldi ha una grande forza morale gode di un immenso prestigio non soltanto in Italia ma soprattutto in Europa fa una precisa analisi della situazione se blocchiamo Garibaldi i governi europei magari ci diranno bravi ma tutti ma l'opinione
pubblica è europea sarebbe contro di me e l'opinione pubblica avrebbe ragione perché Garibaldi ha reso all'Italia i più grandi servigi che un uomo potesse renderle ha dato agli italiani fiducia in se stessi ha dimostrato all'Europa che gli italiani sapevano battersi e morire sui campi di battaglia per riconquistare una patria e quindi la decisione politica è presa lasceremo che raccolgano fondi che comprano che comprano fucili che si radunano a Quarto toglieremo le sentinelle da quei due vaporetti che loro vorrebbero prendere per andare in Sicilia e siccome il mondo protesterà Appena saranno salpati manderemo alla flotta che
incrocia nel Tirreno al comando dell'ammiraglio Persano l'ordine di bloccarli se per caso osano approdare in un nostro porto Ma l'ordine lo manderemo con un po' di ritardo in modo che nel frattempo loro siano già passati e Garibaldi sbarca a Marsala e da Torino si sta a vedere con enorme preoccupazione il re Vittorio Tutto sommato è ancora più preoccupato di Cavour perché di quel Garibaldi non riesce proprio a fidarsi certo hanno un rapporto molto stretto che le maglie combattuto al suo fianco nell'ultima guerra si conoscono bene però però però questo sovversivo che va in giro in
camicia rossa Purtroppo è arrivato in Sicilia nessuno l'ha fermato il re Vittorio Alla notizia che Garibaldi è sbarcato confida all'ambasciatore francese Dio mio sarebbe certo stata una grande disgrazia se gli incrociatori borbonici avessero catturato e impiccato il mio povero Garibaldi ma una sorte così triste sarebbe proprio andato a cercarsela da sé le cose si sarebbero molto semplificate a quel modo che bel monumento gli avremmo fatto Garibaldi di tutto questo non sa molto non se ne preoccupa neanche molto è un generale dell'esercito sardo e sbarca a Marsala in uniforme blu da generale piemontese uniforme che peraltro
di lì a pochi mesi tornato a Caprera Regalerà a una turista inglese Anzi no la regala se non sbaglia un contadino che la vende a una turista inglese perché la Caprera C'è la fila naturalmente dei turisti che vogliono vedere il gran Duomo però Garibaldi è sbarcato in divisa da generale piemontese e prende Palermo e si proclama dittatore della Sicilia e da Torino si sta a vedere dicendosi cosa è meglio per noi che si fermi lì forse forse sì se si fermasse lì e però poi in Sicilia doveva stare meglio che ci andiamo noi perché lasciarla
in mano a Garibaldi cosa mai succederà Cavour scrive in quei giorni in Sicilia c'è Garibaldi circondato da ciò che va di peggio in fatto di mazzinianesimo e tenete conto che Mazzini è un terrorista condannato a morte non è L'eroe nazionale che noi pensiamo accecato dalla vanità di Chiara voler fare l'Italia Dalle Alpi all'isonzo per darla a Vittorio Emanuele Cavour fa fatica a crederci che questo davvero possa avere questa idea e poi sia pronto a regalare tutto al re è notorio repubblicano questo Garibaldi intanto non organizza nulla Anzi lascia cadere nell'anarchia il paese che liberò dalla
schiavitù Cosa fa un grande politico in questa situazione aspetta di capire cosa succede in mezzo a tante difficoltà cerco di guadagnare tempo ma Garibaldi è pronto a sbarcare in Calabria e risalire verso Napoli e anche qui le potenze europee fanno pressione sul governo di Torino perché Fermi Garibaldi ma di nuovo Cavour nonostante tutti i brutti presentimenti decide No non lo possiamo fermare lasciamolo andare si fa così si manda una lettera ufficiale del re Vittorio a Garibaldi in cui gli si dice generale caro generale ottima impresa la liberazione della Sicilia è stata una grande cosa adesso
è meglio che vi fermiate per non proseguire una guerra fratricida fra italiani E questa lettera si farà vedere agli Ambasciatori stranieri poi l'ufficiale che porterà la lettera prenderà Garibaldi da parte gli dirà generale personalmente e a voce da parte di Sua Maestà non Tenga conto della lettera vada pure avanti e Garibaldi va avanti è Napoli cade Garibaldi e arriva a Napoli in carrozza acclamato dalla folla e anche a Napoli come già Palermo arrivano mazziniani sovversivi comunisti Rossi idealisti di tutti i tipi E anche lì Garibaldi si proclama dittatore pare che le prime due cose che
fa sono garantire il diritto di sciopero ai portuali e dichiarare che lui ai ministri non prenderanno lo stipendio da Torino si mettono le mani nei capelli e c'è un momento in cui sembra che debba andare a finire molto male perché da Torino non si fidano della promessa di Garibaldi di regalare tutto il sud a Vittorio Emanuele lettera di Cavour al Principe di Carignano il re ha deciso di marciare su Napoli alla testa del suo esercito per ridurre alla ragione Garibaldi e per gettare in mare quel nido di repubblicani Rossi e di socialisti demagoghi che si
è formato attorno a lui è una cosa che ripete anche in una lettera al suo segretario Costantino Nigra se Garibaldi persevera in quel cammino funesto in cui si è messo entro una quindicina di giorni andremo a ristabilire l'ordine a Napoli e a Palermo anche a costo di gettare tutti i garibaldini a mare il re Vittorio come al solito è più truculento sterminarli fino all'ultimo Dopodiché arriva un telegramma di Garibaldi che dice maesta' Vi aspetto quando venite vi consegno tutto ci troviamo a Teano va bene Teano Ecco consegno tutto me ne vado io ho fatto l'Italia
per darla a Vittorio Emanuele lo avevo detto e lo faccio e perciò si viene giù e si incontrano e Garibaldi cede i poteri dittatoriali sull'intera Italia meridionale al Re Vittorio e se ne va a Caprera e l'Italia è fatta e l'hanno fatta per un po' più di metà loro due e l'ha fatta per quasi l'altra metà Garibaldi però non sarà l'Italia che Garibaldi sarebbe piaciuta Garibaldi è stato realista lui sarebbe avrebbe voluto una repubblica democratica avrà una monarchia piuttosto conservatrice e reazionaria diritto di voto solo per i ricchi libertà di stampa fino a un certo
punto però però è il meno peggio che ci poteva essere verrà fatta e gestita senza Garibaldi e purtroppo verrà gestita anche senza Cavour che come sapete muore quasi subito e forse se Cavour non fosse morto quell'italia sarebbe stata un po' meno stretta e un po' meno reazionaria è un po' meno ottusa di quello che poi invece purtroppo in parte è risultata Vittorio è rimasto ancora per molti anni fra i tre forse era quello meno indispensabile Noi invece è rimasto ed è un padre della Patria Grazie questa sera abbiamo un argomento un po' meno entusiasmante di
quello della settimana scorsa perché la settimana scorsa abbiamo raccontato uno dei momenti più pazzeschi della Storia d'Italia quando nel giro di pochi mesi si realizza una serie di eventi in parte previsti calcolati voluti soprattutto da Cavour e preparati per un decennio in parte assolutamente imprevisti inattesi perché quando entra in scena Garibaldi non sono assolutamente cose che qualcuno si stesse aspettando Fatto sta che tra la lenta preparazione di Cavour che in ogni dettaglio aveva preparato la guerra contro l'Austria e l'irrompere sulla scena di Garibaldi della rivolta in Sicilia e della spedizione dei Mille si realizza qualcosa
che nessuno aveva creduto di poter realizzare così in fretta l'Italia è unita Dopodiché i primi anni di questa Italia unita sono anni faticosi sono anni di delusioni per tanti Ecco noi abbiamo A volte siamo un po' Prigionieri di due visioni estreme del Risorgimento da un lato abbiamo ereditato una visione come dire eccessivamente entusiastica un po' propagandistica il Risorgimento soltanto come epopea e come eroi dall'altra è di moda da molti anni anche invece una versione altrettanto estrema La leggenda nera del Risorgimento il libro nero dei Savoia la denigrazione sistematica di tutto quello che è stato fatto
intorno all'unità d'Italia in realtà noi dovremmo fare lo sforzo di immaginare invece un pezzo di Storia d'Italia come tutti gli altri momenti della Storia d'Italia non vede un paese unito dove sono tutti d'accordo al contrario vede un paese diviso lacerato dove ci sono desideri e idee diversissimi e in contrasto fra loro e poi dobbiamo anche fare lo sforzo di immaginare cosa ha voluto dire per questo paese uscire da un momento di entusiasmo appunto quasi surreale quando succede qualcosa che nessuno credeva che potesse succedere e poi ti risvegli ti risvegli nella realtà di un paese povero
di un paese isolato di un paese con mille problemi e di un paese che non è più governato da quello che finché era vissuto a tutta Europa considerava il più grande politico vivente cioè il conte di Cavour la morte di Cavour e l'indomani della proclamazione dell'unità d'Italia lascia al governo del paese il suo partito i moderati conservatori rispettabili Ma che certamente non hanno come dire la visione di insieme la capacità politica di Cavour il risultato è un'Italia dove primo si succedono governi che non durano niente È una cosa che abbiamo già conosciuto in altre fasi
più recenti della nostra storia dopo la morte di Cavour abbiamo il governo Ricasoli 8 mesi poi il governo Rattazzi 9 mesi poi il governo Farini tre mesi finalmente Minghetti riesce a durare un anno e mezzo caduto anche Minghetti non trovano di meglio che mandare al governo i militari La Marmora militare generale diventa presidente del consiglio e lui riesce a durare e presidente del consiglio da quasi due anni Quando scoppia la terza guerra d'indipendenza questi governi hanno preso provvedimenti impopolari Quintino Sella ministro delle finanze vuole arrivare al pareggio di bilancio a tutti i costi e quindi
introduce una politica di severissime rinunce e sacrifici per tutti che come sempre vuol dire Innanzitutto per i poveri Garibaldi è stato arrestato e quasi ammazzato all'aspromonte per il terrore che andasse attaccare Roma e quindi il Papa e che quindi il grande protettore del Papa il nostro amico Napoleone III dichiarasse guerra all'Italia per difendere il papa l'esercito a quello che loro chiamavano l'esercito meridionale cioè l'esercito Garibaldino è stato sciolto fra mille polemiche Perché molti avrebbero voluto che accanto all'esercito regolare anche le forze dei Garibaldini con tutti gli ideali che incarnavano rimanessero al servizio del paese ma
i moderati al governo hanno paura dei Garibaldini che sono dei sovversivi dei rossi quindi l'esercito Garibaldino viene sciolto qualche generale entra nell'esercito del re ma il grosso dei volontari vengono mandati a casa e senza neanche tanti ringraziamenti e magari a casa Scoprono che la polizia li tiene d'occhio Il sud è in preda al brigantaggio e per reprimere il brigantaggio che è un fenomeno complesso e che ha tante cause il nuovo Esercito Italiano usa la mano pesante fucilazioni indiscriminate legge marziale e così via la capitale viene spostata da Torino a Firenze cosa che noi siamo abituati
a pensare come una cosa Vabbè è successa quindi sono quelle cose che uno studio a scuola no nel 64 la capitale viene spostata a Firenze ma spostare la capitale a Firenze lo facciamo perché ce lo chiede Napoleone III come garanzia che non vogliamo più andare a Roma se facciamo tutta questa fatica di spostare la capitale e per restarci un po' Napoleone III protettore del Papa dello Stato pontificio vuole dall'Italia la garanzia che il Papa non è più minacciato che l'Italia fare a meno di Roma spostare la capitale da Torino a Firenze naturalmente vuol dire anche
lasciare come prima una grande città italiana Napoli abituata da secoli a essere capitale si è trovata di colpo ridotta città di provincia con un contraccolpo pesantissimo adesso la stessa cosa succede a Torino e l'esercito italiano in parzialmente non spara soltanto al sud ma spara anche al nord quando i torinesi manifestano pacificamente contro il trasferimento della capitale l'esercito spara facendo più di 60 morti tra Piazza Castello e Piazza San Carlo il clima è pesante e molti tutti quelli diciamo così fra virgolette oggi diremmo di sinistra non soltanto i mazziniani democratici che volevano la democrazia La Repubblica
ma tutti quelli che avevano sperato in un'Italia appunto un po' più libera un po' più aperta Sono profondamente delusi e proprio in questo momento si presenta l'opportunità di riscattare tutto questo di ricreare l'entusiasmo di completare il Risorgimento di completare l'Unità d'Italia perché manca ancora un pezzo all'unità d'Italia nel 59 la seconda guerra d'indipendenza è stata interrotta Napoleone III e senza di lui non si poteva fare ha deciso che bastava regalare la Lombardia a Vittorio Emanuele Il Veneto è rimasto agli Asburgo che è l'unità non sia completa che senza il Veneto senza Venezia L'Italia non sia
veramente unita che quindi prima o poi ci sarà una nuova guerra Lo sanno tutti Ma per fare una nuova guerra bisogna che ci sia un contesto internazionale che lo permette da soli non ce la faremmo mai questo contesto internazionale si manifesta all'improvviso nel 1866 per via dell'evoluzione politica di un altro pezzo d'Europa la Germania la Germania non è ancora unita noi ci siamo uniti prima di loro e i tedeschi che avevano Bismarck In quegli anni i giornalisti tedeschi scrivevano avessimo noi Cavour invece di questo Bismarck che ci abbiamo Dopodiché Bismarck con un po' di ritardo
Ci arriva anche lui per unificare la Germania bisogna che una grande potenza la Prussia si affermi in modo indiscutibile come l'unica vera grande potenza tedesca l'altra grande potenza tedesca è l'Austria quindi Bismarck e la Prussia decidono di fare la guerra all'austria ridimensionarla e mandare i chiarissimo messaggio a tutti gli stati tedeschi la Baviera La Sassonia lassia No il messaggio che è la Prussia d'ora in poi che guiderà i tedeschi con un pretesto qualunque la Prussia dichiara guerra all'austria politica si fa in modo molto spregiudicato a quell'epoca ma prima di dichiarare guerra all'austria Bismarck ha pensato
bene di chiedere agli italiani se per caso non sono interessati a partecipare e naturalmente gli italiani sono interessati a partecipare perché un'altra bella guerra contro l'Austria abbiamo di nuovo un potente alleato formidabile si vince come nel 59 e ci prendiamo anche il Veneto Perciò il 15 giugno 1866 la Prussia dichiara guerra all'austria e il 20 Giugno La dichiara anche l'Italia l'esercito italiano scende in campo è l'esercito italiano non è più l'esercito piemontese Ma è ancora da un certo punto di vista l'esercito piemontese molto ingrandito è l'esercito dei Savoia è l'esercito del re è diventato italiano
e si è quadruplicato nel 59 Vittorio Emanuele II aveva messo in campo 5 divisioni adesso mettiamo in campo 20 divisioni più di 200.000 uomini un grande esercito per l'epoca e questo esercito è davvero italiano e reclutato in tutto il paese ha assorbito migliaia di ufficiali dell'ex esercito Borbonico ha assorbito anche una piccola quota di Garibaldini come vi dicevo ma meno sono molti di più gli ex ufficiali dei Borboni che non gli ex ufficiali di Garibaldi nel nuovo esercito italiano ed è giusto così l'impronta piemontese è ancora dominante nei comandi l'esercito italiano che scende in campo
nel 66 a quattro corpi d'armata due sono comandati da Generali piemontesi uno da un Toscano e uno da un modenese il Cialdini I generali di divisione sono 21 su questi 21 generali di divisione 14 vengono dall'esercito piemontese il che non vuol dire che fossero tutti piemontesi perché negli anni prima dell'Unità il Piemonte aveva accolto Patrioti in fuga in esilio anche da altre parti d'Italia uno di questi 14 Generali che erano già Generali nell'esercito piemontese è un napoletano per esempio il Mezzacapo che poi più tardi sarà il primo meridionale ministro della guerra Ma ci sono anche
due Generali che vengono dall'esercito dei Borboni c'è un generale che viene dall'esercito toscano e 4 che erano generali di Garibaldi Bixio Sirtori Cosenz Medici Dunque predominio piemontese ancora evidente nella gerarchia già meno nel corpo ufficiale per nulla nella truppa che ormai ripeto è reclutata in tutto il paese ma ma non è facile creare un esercito italiano da un paese così grande così diversificato e da tradizioni militari Così diverse e questo Nella campagna del 66 si vedrà è la prima guerra di un esercito italiano in questo esercito italiano come vi dicevo ci sono due Generali il
Nunziante e il Pianell che erano stati generali del Re di Napoli generali dei Borboni Ebbene appena scoppia la guerra tra le truppe cominciano a correre voci di tradimento comincia a correre la voce che i due generali borbonici In realtà tradiscono sono d'accordo con gli austriaci vogliono vendere i loro soldati molto probabilmente è stato Lo spionaggio austriaco a inventare queste voci e a metterle in giro ma le voci rimbalzano fra i soldati e Voi capite il morale di Soldati che sono comandati da un generale e Loro sono convinti che questo generale vuole alla prima occasione consegnare
la sua divisione al nemico tradirli tra i soldati nascono le voci più folli ogni tanto si dice il generale Nunziante è stato arrestato è stato fucilato non c'è niente di vero però già questo dà l'idea della fatica di far confluire due eserciti vari eserciti diversi in un'unica armata e poi c'è la convivenza Fra settentrionali e meridionali in caserma che non è facile su questo gli aneddoti sono tanti se uno studia un po' la giustizia militare di quegli anni vai a vedere i fatti che venivano denunciati per cui i soldati si prendevano qualche mese di prigione
magari ne trova continuamente di questi episodi nella caserma del quarantacinquesimo fanteria a Pinerolo il soldato Giuseppe Maiolino aggredisce a calci e pugni il caporale viriglio soldato Maiolino è meridionale il caporale viriglio ovviamente e piemontese il caporale Giuseppe Morelli accorre a difendere il caporale viriglio aggredito al che il soldato Michele cantoriello esclama cane ed un Caporale tu sei napoletano e prendi la difesa di questi piemontesi sta bene all'erta che se non potrò farti la festa questa notte te la farò infantemente domani denuncia il colonnello giustizia militare processo sei mesi di galera E va bene non che
dall'altra parte gli umori fossero più tenue Anzi dalle Memorie di un Bersagliere piemontese Bersagliere Giovanni Rossetti che Presta servizio proprio dal 59 al 66 Il Bersagliere Rossetti racconta di quella volta che in caserma è scoppiata una rissa e lui è intervenuto per fermare dice due napoletani che minacciavano un piemontese Dopodiché il bravo Rossetti commenta ce l'avevano già fatto sentire questi maccheroni che volevano rivoltarsi a noi piemontesi e Lombardi fra noi vi regnava sempre guerra Continua con questa razza diabolica Dopodiché finisce a botte coltelli tirati fuori per fortuna non usati ma tirati fuori e sguainati e
con rossetti che incamerata grida fuori tutti i napoletani e ora di finirla di dargli un esempio a questi maccheronacci traditori Ecco non sarà stato sempre così ma insomma evidentemente questa convivenza improvvisata fra le reclute che vengono da diverse parti d'Italia non è così facile è Tuttavia noi siamo forti perché gli austriaci devono vedersela coi Prussiani il grosso dell'esercito austriaco in Europa centrale ad affrontare un nemico formidabile per il fronte italiano gli austriaci hanno le briciole noi mettiamo in campo 220.000 uomini gli austriaci ne mettono in campo 75.000 se State cominciando a chiedervi Come abbiamo fatto
a perdere avete ragione Questo è il punto all'inizio sembra che vada tutto molto bene Questo è di nuovo come nel 59 è una guerra fatta con i treni la frontiera è il Mincio si tratta Le fortezze del quadrilatero che una volta erano nel retro nelle lontane retrovie dell'esercito austriaco schierato sul Ticino adesso le fortezze del quadrilatero sono lì in prima linea si comincia la guerra sul Mincio sotto Peschiera sotto Mantova e portare quel grande esercito lì lo si fa in pochi giorni Grazie al treno poi bisogna decidere cosa fare e chi deve decidere cosa fare
primo luogo è il re il re In base allo Statuto ha il comando supremo dell'Esercito e il re Vittorio ha sempre detto che lui è un militare un soldato che l'unica cosa che sa fare è quella in realtà il re Vittorio dopo l'esperienza del 59 non è più così sicuro di essere un grande generale e fa un passaggio a mente un passo indietro è presente ovviamente al comando supremo ma non è lui il comandante titolare Chi è il comandante titolare in Italia ci sono tre Generali importanti in quel momento Beh uno è davvero un grande
generale e Garibaldi e Garibaldi Stavolta non è tenuto ai margini Come si era sempre fatto prima decidono di dargli un grosso ruolo in questa guerra però non il comando dell'esercito questo sarebbe troppo il corpo ufficiale piemontese si ribellerebbe all'idea di dover obbedire a Garibaldi a Garibaldi si consentirà di recluta di arruolare una marea di volontari Garibaldi arriva a mettere in campo 40.000 volontari e viene incaricato di marciare su Trento che è uno degli obiettivi Naturalmente noi sappiamo che Trento e Trieste Ci vorrà ancora molto tempo ma in realtà in quel momento si pensa prendiamo tutto
anche Trento e lo farà Garibaldi Peccato che siamo nel 66 Garibaldi non è più quello di una volta Garibaldi comincia a essere invecchiato c'ha l'artrite non è più il fulmine di guerra di una volta e comunque viene mandato verso Trento il grosso dell'esercito sul Mincio che Deve invadere il Veneto ci sono due Generali che potrebbero comandarlo uno è la Marmora primo ministro fino a quel momento è il più esperto generale piemontese l'altro è Cialdini l'altro Grande Generale considerato è molto in gamba all'epoca Cialdini che non è piemontese e Modenese appunto è questo conta far vedere
che anche chi non è piemontese ha uno spazio nel comando di questo esercito Cialdini che però è anche l'uomo della repressione del brigantaggio ed è anche l'uomo che ha fatto sparare a Garibaldi all'aspromonte e che quindi è un personaggio politicamente molto controverso Bisogna decidere chi comanderà l'esercito La Marmora o Cialdini La Marmora dice se Comando io l'esercito si va avanti senza tante storie senza tante finezze si passa il Mincio si sfonda e si va avanti Cialdini propone un piano diverso più elegante se Comando io passiamo da sud Attraversiamo il po giù verso l'Adriatico verso Rovigo
e invadiamo il Veneto da sud o luna o l'altra ma come sempre quando ci sono troppi a discutere e non si sa bene chi ha l'autorità di decidere si decide di fare tutte e due le cose così avremo un comando per la Marmora un comando per Cialdini e la Marmora comanderà 12 divisioni sul Mincio e invaderà il Veneto e Cialdini comanderà 8 divisioni sul Po sul basso po e invaderà anche lui il Veneto dall'altra parte le ambiguità sono tante ci sono due comandanti in capo Ognuno dei quali Pensa che il suo compito è il più
importante è quello dell'altro è un compito di appoggio il re si guarda bene dal dire chi dei due è il più importante e per di più abbiamo diviso in due l'esercito il fatto però è che siamo talmente più forti degli austriaci che anche questo esempio ognuna di queste due parti da sola è più forte dell'intera forza austriaca in Veneto non ci dovrebbero essere problemi ci si prepara a cominciare Salvo che mentre Cialdini si prepara a passare il po e la Marmora si prepara a passare il Mincio in realtà la Marmora perde tempo e la Marmora
perde tempo perché ha delle riserve mentali La Marmora è stato primo ministro a Firenze fino a pochi giorni prima essa Quali sono gli umori in Europa sa che Napoleone III sarebbe ben contento che l'Austria si prendesse una batosta e però non vorrebbe neanche che la Prussia diventasse troppo forte quindi Napoleone III sta cercando di mettere d'accordo in segreto l'Italia e l'Austria l'Austria potrebbe cedere il Veneto pacificamente Napoleone III sperava addirittura che l'Italia restasse fuori dalla guerra e che l'Austria cedesse il Veneto Comunque non c'è riuscito ma continuo a intrigare e gli austriaci adesso che vedono
che si sta mettendo male Non sono tanto inclini a dirgli di no Perciò quello che sa La Marmora è che Napoleone III gli ha detto va bene ormai siete in guerra ma andateci piano perché da un giorno all'altro l'Austria potrebbe offrirvi il Veneto a patto che voi vi fermate e quindi la Marmora non ha fretta Ah dimenticavo non è soltanto una guerra terrestre sarà anche una guerra navale L'Italia ha una grande flotta era già una grossa flotta quella del regno sardo era una flotta ancora più forte quella napoletana nel 1860 la flotta napoletana è passata
in blocco dalla parte dei Savoia con tutti i suoi Ammiragli e tutti i suoi ufficiali e quindi è stata creata una nuova grande Marina in cui c'è confluiscono quella piemontese che poi è Ligure e quella napoletana dall'altra c'è la Marina austriaca che poi è quella Veneziana fondamentalmente con le sue basi a Venezia a Pola ma quella italiana è più forte perciò la flotta italiana il 21 giugno primo giorno di guerra Salpa da Taranto e si inoltra nell'Adriatico al comando dell'ammiraglio per sano con l'ordio di trovare e distruggere la flotta austriaca gli austriaci come vi dicevo
hanno poche forze al comando l'arciduca Alberto d'Asburgo ha 46 anni e un bravo generale anche se è così miope che anche con gli occhiali non ci vede però è bravo con le carte e bravo a valutare le situazioni l'arciduca Alberto non appena si rende conto che gli italiani si sono divisi in due prende l'unica decisione logica io sto fermo a Verona e aspetto il primo dei due che viene sotto lo attacco e cerco di batterlo separatamente dall'altro il 23 giugno terzo giorno di guerra Lamarmora finalmente passa il Mincio Cialdini e ancora fermo a sud del
Po perciò l'arciduca Alberto decide di infischiarsene della minaccia di Cialdini che potrebbe comparire le spalle a un certo punto maciduca Conosci i suoi polli evidentemente quei primi giorni di guerra gli ha dato l'impressione che gli italiani vanno coi piedi di piombo di conseguenza l'arciduca decide di attaccare la Marmora La Marmora sta venendo avanti senza saper troppo bene cosa vuole fare ha lasciato una parte delle sue truppe ad assediare a Peschiera un'altra parte davanti a Mantova un'altra parte a tenere i Ponti sul Mincio In altre parole ha attraversato davvero il fiume solo con una forza ridotta
su 150.000 uomini che avrebbe se ne trova avere solo 50.000 quel giorno e quel giorno l'arciduca Alberto lo attacca e in quel momento lì l'arciduca Alberto ha un esercito più grosso di quello di Lamarmora lì dove dove sempre un esercito che ha attraversato il Mincio venendo dalla Lombardia si trova per forza di cose quando si inoltra nel Quadrilatero a Custoza il ponte principale è lì e di conseguenza di nuovo come nel '48 gli eserciti si incontrano a Custoza è una battaglia violenta più di 20.000 15.000 morti e feriti da una parte e dall'altra non pochissimi
è una battaglia assurda in cui interi reparti rimangono fermi senza far niente perché non ci sono ordini perché i collegamenti non funzionano è una battaglia di cui poi ricordate c'è una pagina del Cuore di De Amicis che racconta l'incontro del Bravo muratore Se non sbaglio il papà di Coretti Bravo proletario che però è stato soldato nel '66 ed era soldato nel 66 e in un Reggimento che è raccomandato dal principe ereditario Il Principe Umberto adesso il Principe Umberto è diventato il re il re in visita a Torino e l'operaio non sta più nella pelle l'idea
di vedere rivedere il suo vecchio comandante e racconta a suo figlio cosa è stata quella battaglia di Custoza quando il loro reggimento è rimasto tutto il giorno a reggere agli attacchi della Cavalleria austriaca questa marea di ulani che caricavano continuamente Ma noi Fermi col principe in mezzo che ci comandava a cavallo tranquillo e quegli altri quei demoni scatenati che continuavano ad attaccarci è una leggenda la resistenza il quadrato di Villafranca la resistenza della fanteria italiana schierata inquadrato contro le cariche della Cavalleria austriaca poi uno vai a vedere gli ordini di battaglia gli austriaci avevano in
tutto un Reggimento di ulani 500 uomini 10.000 soldati italiani rimangono fermi tutto il giorno inquadrato difendendosi dagli attacchi della Cavalleria austriaca D'altra parte come andava quei reparti al di sopra del principe c'era il generale Della Rocca noto negli ambienti militari come il macigno cioè uno che non si può avere velocemente di solito in sostanza Fatto sta che alla battaglia di Custoza gli italiani vengono battuti col senno di poi uno va a vedere non così pesantemente le perdite Sono quasi uguali da una parte e dall'altra Noi abbiamo impegnato solo una minoranza delle nostre forze le divisioni
che sono state impegnate si sono prese una bella batosta e adesso stanno ripiegando in grandi sordine ma sono solo alcune delle divisioni disponibili Il problema è che il comando perde la testa La Marmora corre al Mincio a organizzare la ritirata dichiarando Che disfatta che catastrofe nemmeno nel 49 La Marmora si ritira con tutte le truppe dietro il Mincio fa saltare i Ponti sul Mincio Dopodiché decide che non è al sicuro neanche lì e si ritira dietro l'olio ancora più indietro il re Vittorio è sorpreso Lui pensava per una volta ci aveva azzeccato il re Vittorio
che non fosse una cosa così grave quella sera in mezzo alle truppe in ritirata il re Vittorio cavalcava con aria abbastanza tranquilla dichiarando domani daremo Agli austriaci una buona Rachele una bella botta ma la Marmora ha ordinato l'ha ritirata A questo punto viene in mente Sì però c'è Cialdini se c'è mentre gli austriaci sono qui alle prese con noi sul Mincio e Cialdini passa il po molto più giù e tutto fatto siamo a posto gli spunta alle spalle li prendiamo fra due fuochi già il 24 durante la battaglia il re che ripeto ha una visione
abbastanza chiara telegrafa a Cialdini dicendogli passate immediatamente il Po Cialdini risponde per telegramma va bene Domani passerò il Po la sera non si può non avvertire Cialdini che nel frattempo però la Marmora è stato battuto a Custoza Perciò il re manda un altro telegramma a Cialdini con un forse un eccesso di realismo gli scrive perdite immense molti Generali feriti dato ordine ripassare Mincio Dopodiché il re tranquillamente scrive Salvini Ma domani torneremo all'attacco Quindi voi venite passate questo po' senza rendersi conto dell'effetto che farà a Cialdini ricevere queste notizie perdite immense Gialdini risponde al re che
gli ha ordinato di passare immediatamente il po risultato a Battaglia ad oggi è grave e mi pone in grande perplessità poi già che c'è Salvini manda un telegramma a Firenze al ministro della guerra disastro accaduto sul Mincio cambia molto situazione passando domani po' temo compromettere sorti Italia vostra signoria Che ne pensa In altre parole Cialdini Sto cercando qualcuno che gli ordini di star fermo e che si prenda la responsabilità di dirgli Sì è vero Troppo rischio Meglio non muoversi l'indomani disgraziatamente La Marmora scrive di nuova Cialdini dicendogli quale cose vanno malissimo Si allerta stato armata
deplorabile a questo punto Cialdini decide di ritirarsi anziché passare il po si ritira verso Bologna per mettersi al riparo qualunque cosa mai dovesse succedere e telegrafa dopo disastro Ieri sarebbe follia pensare passaggio po ciò comprometterebbe sorti paese e dinastia dati ordini per concentrarmi verso Bologna capite la sensazione che questi hanno che l'Italia è un paese fragilissimo è una monarchia appena inventata che è pronta a crollare al primo disastro comprometterebbe sorti paese dinastia l'Austria fa la guerra sapendo che se la perde sarà un disastro ma nessuno viene in mente che gli Asburgo perderanno il trono in
Italia Invece c'è il panico che se qualcosa va male i Savoia spariscono salta tutto salta la monarchia ci sarà la rivoluzione e perciò Cialdini ritiene che sia meglio conservare un pezzo di esercito intatto non si sa mai cosa succederà non si sa mai ci fosse da sparare di nuovo Garibaldi e ai Garibaldini meglio evitare di mettere a rischio quel pezzo di esercito che ancora obbedisce Agli ordini Dopodiché il comando della Marmora e del re è sconvolto quando c'è ne sta andando gli hanno ripetutamente ordinato di passare questo po' e venire ad aiutarli Cialdini se ne
sta andando il problema è che in quel momento si scopre che non è così chiaro Se la Marmora può dare ordini a Cialdini perché le hanno messe al comando dei tuoi eserciti indipendenti e la Marmora non si sente politicamente abbastanza forte per dare ordini a Cialdini Dopo la batosta che ha preso lui a Custoza perciò il 26 due giorni dopo la battaglia La Marmora telegrafaccia Aldini pregandolo caldamente di non abbandonare il po come ha minacciato di fare ritirandosi verso sud Cialdini pregato caldamente decide di fare quello che vuole lui e continua a ritirarsi verso Bologna
a questo punto La Marmora fa le bizze si dimette dal comando e dice al re allora Dato il comando Cialdini piuttosto il re evita di accettare le dimissioni Cialdini Ripiega La Marmora Ripiega l'arciduca Alberto è padrone del Veneto nessuno lo minaccia tutto è fermo per fortuna non stiamo facendo questa guerra da soli ci sono i Prussiani e dopo che noi siamo rimasti fermi una decina di giorni arriva la notizia che i Prussiani hanno vinto il 3 luglio in Boemia c'è La grande battaglia di sadova dove il grosso dell'esercito austriaco viene schiacciato dai Prussiani istantaneamente l'imperatore
Francesco Giuseppe contatta Napoleone III per dirgli io per cavarmela ho bisogno che almeno l'Italia esca dalla guerra vogliono il Veneto gli posso dare il Veneto Beninteso Francesco Giuseppe dice Io però non mi abbasso a darglielo direttamente il Veneto è a me risulta che abbiamo vinto noi contro gli italiani perciò io posso accettare di cedere il Veneto alla Francia se poi la Francia lo vuole regalare all'Italia che non se lo merita va bene padronissimi le cose stanno a questo punto però c'era Garibaldi c'era Garibaldi che si sta muovendo verso Trento e Garibaldi anche lui si muove
ma non più così veloce come una volta i volontari continuano ad affluire Bisogna armarli metterli in divisa ci vuole del tempo quei primi di luglio Garibaldi è in Valtellina col grosso del suo esercito gli austriaci si sono rafforzati nel Trentino sanno che lì sta arrivando Garibaldi ci sono i primi scontri sul confine e non vanno neanche tanto bene In uno di questi piccoli scontri Garibaldi viene ferito non è una ferita grave però ne ha già avuto altri di ferite dicono anche le canzoni naturalmente Garibaldi fu ferito Garibaldi viene ferito quasi continuamente uno che comanda stando
davanti a tutti e questo non aiuta già non era in forma passano alcune settimane senza che nessuno faccia quasi niente Dopodiché dato che risulta che gli austriaci Ormai hanno perso la guerra perché i Prussiani tra poco saranno a Vienna e noi siamo enormemente più forti di loro il comando italiano decide di provare di nuovo cautamente a mettere il naso avanti nella prima metà di luglio Cialdini torna verso il Po lì c'è una piccola fortificazione in mano Agli austriaci Borgoforte Cialdini decide che prima di passare il po deve prendere questa fortificazione comincia ad assediarla intanto manda
telegrammi alla Marmora pregandolo pregandolo caldamente di non muoversi Dall'Oglio per evitare rischi La Marmora a sua volta scrive a Cialdini credo convenientissimo che è la passi subito il Po finalmente Cialdini reso persuaso che non c'è nessuno davanti passa il po l'11 luglio entra a Rovigo cosa stanno cominciando a raddrizzarsi però il grosso dell'esercito con la Marmora è troppo scioccato da Custoza per andare davvero avanti e anche Cialdini Quindi ovviamente continua a muoversi molto lentamente ormai il problema è la Prussia costringerà l'Austria a fare la pace prima che noi siamo riusciti a combinare qualcosa oppure riusciamo
a combinare qualcosa prima che finisca questa guerra però c'è sempre la flotta la flotta che sta avanzando nell'Adriatico al comando della Ammiraglio Persano e al comando supremo si comincia a dire Va bene anche se l'esercito ormai non riuscirà più a fare granché però abbiamo la flotta una grande vittoria può ancora venirci dalla flotta il 25 giugno la flotta era arrivata ad Ancona gli ordini dell'ammiraglio Persano sono chiarissimi sbarazzare l'Adriatico dalle navi da guerra nemiche due giorni dopo il 27 giugno la flotta austriaca al comando dell'ammiraglio tagetov viene a incrociare davanti ad Ancona Quasi come a
dire venite fuori Se avete il coraggio la flotta italiana non esce il governo non è contentissimo comincia a scrivere a per sano dicendo che sì certo alle navi costano care Quindi bisogna stare attenti però qualcosina dovrebbe fare però con cautela eh Depretis ministro della Marina all'ammiraglio Persano il 4 luglio mantenere una vigile e minacciosa difensiva Però intanto la situazione sta precipitando Austria e Prussia stanno per fare la pace Dobbiamo chiudere chiuderla Lì è impossibile qualcosa bisogna ottenere il 14 luglio a Ferrara si tiene un gran consiglio di guerra col re La Marmora Cialdini e viene
deciso che Cialdini marcerà verso l'isonzo quasi a minacciare di invadere l'impero austriaco e che per sano deve attaccare l'ammiraglio Persano arriva un ordine chiarissimo entro otto giorni dal 14 luglio deve attaccare se no sarà restituito dal comando per sano esce da Ancona e comincia a inoltrarsi nell'Adriatico settentrionale fra le isolette della Dalmazia una di quelle isolette lo sapete si chiama Alissa per sano incrocia fra le virgolette della Dalmazia aspettando che la flotta austriaca esca ad affrontarlo la flotta austriaca esce ad affrontarlo il 20 luglio si combatte nelle acque di Lissa una battaglia navale come non
si era mai vista prima perché capite Il punto è questo la tecnologia delle navi da guerra sta cambiando a velocità folle fino a 6 o 7 anni prima le navi da guerra erano navi di legno con gli alberi e le vele su cui da qualche anno si montava anche un motore a vapore e un Fumaiolo per cui Il Veliero aveva anche il vapore che poteva essere utilizzato in crociera ma in realtà era ancora fondamentalmente un Veliero di legno nella guerra civile americana nel 1862 quattro anni prima all'improvviso si era combattuta una battaglia navale fra due
navi mai viste prima sia I sudisti sia i nordisti ciascuno per conto proprio è in segreto avevano deciso di ricoprire una nave di piastre d'acciaio cosa che non si era mai vista prima ma quella è l'epoca dell'acciaio naturalmente dell'Industria pesante della rivoluzione industriale avevano fatto due navi diversissime I sudisti avevano preso un enorme nave e l'avevano tutta coperta d'acciaio inordisti ne avevano presa una piccolissima e avevano tutto coperta d'acciaio anche quella e poi cannoni il più grossi possibile sull'una e sull'altra la battaglia navale fra le due prime corazzate della storia si era conclusa in un
pareggio le palle rimbalzavano da allora appunto era nata la corazzata tutti i paesi si erano messi a costruire corazzate le flotte erano composte da queste nuove corazzate d'acciaio e dalle vecchie navi di legno a vapore a vela che ancora erano in servizio nessuno sapeva bene come usarle queste navi erano anzi molto impressionati dal fatto che i cannoni disponibili in genere non riuscivano a danneggiare le corazzate o con molta fatica tanto che gli Ammiragli Si erano messi in testa che il modo migliore per affondare una nave nemica con una corazzata fosse di speronarla come con le
galere di Caio Duilio insomma risultato si combattono battaglia navale tra due flotte che hanno navi che non hanno mai sperimentato in combattimento prima non sanno bene come usarle hanno idee sbagliate come Appunto quella che è la cosa migliore da fare sia under dentro e speronare sulla flotta italiana sono tutti Liguri e napoletani e siciliani Ovviamente se non sbaglio Verga nei Malavoglia farà morire Alissa uno dei personaggi uno dei protagonisti Tony della famiglia dei Malavoglia sull'altra flotta sono veneti e croati su questo c'è una polemica perché da noi in Veneto siamo molto a dire che la
battaglia di Lissa è stata l'ultima vittoria della flotta Veneziana è l'ultima vittoria di San Marco e che la mia radio text of darà ordini in veneziano e i suoi marinai e che quando la battaglia è stata vinta e la flotta italiana è stata sconfitta sulle navi austriache tutti hanno urlato Viva San Marco in realtà ci sono delle liste dei pochi morti e feriti austriaci la battaglia di Lissa hanno tutti i cognomi croati in generale però il cognome croato non vuol dire perché l'influenza italiana e Veneta in Dalmazia era talmente forte che molti croati in realtà
erano italiani nonostante il cognome Quindi il problema è ancora diciamo irrisolto Certamente abbiamo i liguri e i napoletani contro i veneziani e i croati e i veneziani e i croati vincono anche se la flotta italiana è quasi il doppio alla fine teghet of manovra meglio concentra meglio il suo fuoco si scopre che una corazzata non ne può affondare un'altra ma cinque o sei corazzate che tutte insieme colpiscono lo stesso bersaglio la possono affondare come due corazzate italiane affondano con i loro comandanti e quasi tutto l'equipaggio le perdite austriache sono insignificanti quelle italiane pesanti anche se
sono perse due corazzate su una flotta che ne aveva 7 mi pare Insomma non è distrutta la flotta però la botta c'è stata l'ammiraglio per sano quella sera rimane lì il più possibile continuando a canneggiare gli austriaci che dopo averci affondato due corazzate se ne tornano tranquillamente in porto per sano non li insegue torna in porto ad Ancona da Ancona telegrafo annunciando una grande vittoria sono rimasto padrone delle acque e favorendo grandi festeggiamenti che per un attimo in tutta Italia vengono programmati per celebrare la grande vittoria poi si viene a sapere che la flotta italiana
ha perso sei più di 600 morti ha perso due corazzate gli austriaci non hanno perso niente e gli austriaci stanno facendo sapere al mondo con i dati e le cifre che loro hanno vinto la battaglia di Lissa vi era sicuro per sano finirà sotto processo cacciato con ignominia eccetera va bene ma intanto il disastro è fatto e Garibaldi e Garibaldi sta andando avanti verso Trento ma ormai gli austriaci hanno concentrato moltissime forze contro di lui con dei Generali bravi e Garibaldi non è più proprio quello di una volta oltretutto Garibaldi che era abituato a comandare
volontari Garibaldini gente spregiudicata gente che aveva degli ideali non soldati di mestiere ed era abituato a sconfiggere con questi volontari i vecchi eserciti di mestiere più lenti che si trovava di fronte adesso Paradossalmente adesso che sta invadendo il Trentino Garibaldi si trova di fronte non soltanto reparti austriaci regolari ma anche volontari tirolesi volontari tirolesi che sono venuti a combattere con i loro fuciliani per difendere il Tirolo dall'invasione italiana Garibaldi si trova a combattere lui contro un nemico più Garibaldino di lui da un certo punto di vista e non va tanto bene all'inizio Garibaldi viene sorpreso
dagli austriaci i quali catturano i suoi accampamenti catturano più di mille prigionieri che portano a Trento Garibaldi stesso rischia di essere catturato poi se la cava poi siccome ancora Garibaldi riesce a rimettere insieme le sue forze che si stavano disgregando riesce a resistere a tener duro finché gli austriaci non mollano E ripiegano questa cosa verrà venduta all'Italia come la vittoria di Bezzecca dove Però appunto gli austriaci hanno perso in tutto poco più di 100 uomini Garibaldi ha perso 100 morti 250 feriti e più di mille prigionieri E tuttavia è una vittoria perché gli austriaci speravano
di schiacciarlo e non ce l'hanno fatta E adesso e adesso in tutta Europa corre la notizia che l'Austria e la Prussia hanno firmato una tregua e che la Prussia ha imposto all'austria di includere nella tregua anche l'Italia se l'Italia accetta Se invece L'Italia non accetta sono fatti suoi si troverà da sola contro l'Austria in Italia Bisogna decidere per un attimo Qualcuno dice continuiamo da soli poi prevalgono come dire più miti consigli è meglio lasciar perdere il 23 luglio anche l'Italia accetta la tregua però questa tregua è formulata in modo un po' ambiguo in modo che
Garibaldi possa continuare perché si spera che almeno lui arrivi a Trento finalmente e arrivare all'armistizio vero e proprio con Trento in mano sarebbe un'altra cosa traccheggiamo per parecchi giorni a dire il vero tracheggiamo per più di due settimane con le cancellerie europee che cominciano a dire Ma scusate fate sul serio o no la fate questa pace non la fate si tira in lungo Finché si può Finalmente il 9 agosto è necessario firmare questa pace Garibaldi è quasi a Trento ma non c'è ancora arrivato gli mandano un telegramma dicendo Fermati La guerra è finita Garibaldi come
tutti sanno risponde Obbedisco e la guerra è finita e l'Austria cede il Veneto a Napoleone III e Napoleone III gira il Veneto all'Italia gli umori nel paese come potete immaginare non sono di Grande entusiasmo però bisogna andare a vedere perché ci sono tanti modi in un Paese come l'Italia di reagire a un disastro di questo tipo Ecco io vorrei finire raccontandovi alcune reazioni sia subito dopo sia negli anni successivi che ci danno un'idea di che cos'era l'Italia di allora Però prima voglio fare una premessa questi testi che vi leggerò adesso li ho trovati da poco
proprio preparando questa lezione e hanno colpito molto anche me l'Italia Lo sappiamo tutti è un paese strano ci sono paesi che sanno come dire vendere molto bene le proprie glorie i propri successi le proprie vittorie e parlare pochissimo delle cose andate male e In genere questi paesi traggono come dire grande prestigio internazionale e compattezza interna dal fatto che appunto si parla solo di quando vinciamo noi siamo tutto il contrario e non solo perché come Italia unita non abbiamo vinto spesso non è solo questo Noi siamo anche un paese e io lo dico perché mi rendo
conto di essere anch'io dentro questo stato d'animo eh E non sono sicuro di quanto sia una cosa positiva e quanto una cosa negativa Secondo me può essere Entrambe le cose noi siamo un paese che dei nostri disastri delle nostre vergogne In molti casi come dire noi ne parliamo volentieri non sempre ci sono anche degli armadi con degli scheletri dentro ma delle grandi sconfitte militari in campo aperto noi ne parliamo sempre volentieri in realtà un po' per il gusto perverso di dire l'Italia è proprio quel paese Ecco la sappiamo tutti non noi italiani amiamo moltissimo parlar
male dell'Italia e poi Perché l'Italia è un paese diviso dove Quindi quando le cose vanno male allora è colpa di qualcuno e qualcun altro non può fare a meno di dire ecco vedete dove avete portato l'Italia non parlerò di spread di altre cose del genere naturalmente che qui Sarebbe fuori luogo pochi mesi dopo il disastro di Custoza e di Lissa del settembre del '66 tre mesi dopo su una rivista importante molto di avanguardia intellettuali di discussione intellettuali e scientifica che si chiamava il Politecnico esce un articolo di Pasquale Villari che è uno dei grandi storici
italiani di quell'epoca professore a Firenze futuro Ministro della Pubblica Istruzione Pasquale Villari pubblica un articolo con il titolo di chi è la colpa ve nel seno della nazione stessa un nemico più potente dell'Austria ed è la nostra colossale ignoranza sono le moltitudini analfabete i burocratici macchina i professori ignoranti i politici bambini i diplomatici impossibili I generali incapaci l'operaio inesperto l'agricoltore patriarcale e la retorica che ci rode le ossa non è il Quadrilatero di Mantova è Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino ma è il Quadrilatero di 17 milioni di analfabeti e 5 milioni di
Arcadi Arcadi e cioè è una classe dirigente che ha una cultura tutta letteraria retorica astratta Ecco l'abisso Fra Questi due mondi No un popolo di analfabeti è una classe dirigente di poeti e di retory qualcuno dirà tutto sommato è andata bene così perché il paese rischiava una deriva autoritaria militarista si discute molto in quegli anni del militarismo piemontese che però è un modo di dire per indicare una certa vocazione della dinastia e del vecchio corpo ufficiale appunto a preferire l'idea di un paese governato in modo forte autoritario repressivo e qualcuno dirà Meno male che abbiamo
perso perché se si vinceva si andava in quella direzione il Tarchetti per esempio scrittore Milanese famoso della scapigliatura nel '69 arriva a dire le disfatte di Custoza e di Lissa hanno giovato al nostro paese assai più che una grande vittoria lo hanno liberato dalla piaga terribile del militarismo e anche questo è molto italiano no il dire Va bene È andata molto male e Però tutto sommato va bene perché chi comandava Allora se l'è meritato di prendersi questa batosta e guai Se invece fosse rimasto fosse rimasto al potere ma il passo più struggente un po' più
lungo di questo ne leggerò alcuni brani su queste vicende il bilancio più struggente lo fa un grande poeta che oggi non è più tanto di moda Ma era un grande poeta e uno dei pochi premi Nobel italiani Gesù è Carducci Carducci nel 1000 alcuni anni dopo nel 1882 Pubblica una prefazione a uno dei suoi volumi di poesia in cui rievoca le delusioni dell'Italia unita a cui poi si sono sommate le delusioni della guerra del 66 Traduci dice io ero dei moltissimi che nel 59 e nel 60 accolsero la formula garibaldina Italia e Vittorio Emanuele sapete
che Garibaldi repubblicano guardato come il leader naturale di tutti i rivoluzionari repubblicani e i socialisti nel 59 nel 60 dice no io faccio un passo indietro rinuncio le mie convinzioni Perché l'Italia la posso fare solo i Savoia con loro esercito e quindi Italia e Vittorio Emanuele molti che sentivano come Garibaldi si erano adattati Carducci dice Io ero uno di quelli senza nessuna entusiasmo per la parte moderata e i suoi condottieri ma lealmente e poi Spiega perché abbiamo accettato questa cosa di accettare la monarchia I Savoia e Carducci dice un po' per riconoscente affetto al re
e al Piemonte perché in quegli anni 50 così deprimenti dopo la sconfitta della prima guerra d'indipendenza il Piemonte dei Savoia era rimasto l'unica parte libera d'Italia a cui tutti guardavamo con speranza e quindi gli diamo diciamo questo beneficio al Re di di fidarci e poi dice Carducci perché io speravo che comunque si sarebbero incontrati i signori e i contadini la sinistra e la destra che nell'entusiasmo di una nuova Patria si sarebbe creata un'Italia diversa da quella che conosciamo che conoscevamo finora mi sono fidato dice poi poi si è visto che insomma Avevamo sbagliato a fidarci
l'Italia tra il 61 e il 66 dice Carducci governata dai moderati che sono la sua bestia nera Evidentemente lui uomo di sinistra laico l'Italia governata dai moderati è stata una delusione dopo l'altra sono le cose che io ho numerato stasera all'inizio ma sentiamo come le numero Carducci gli indegni procedimenti dopo l'acquisto delle Due Sicilie usati con l'esercito meridionale e il suo gran capitano cioè lo scioglimento dell'esercito Garibaldino mandando tutti quanti a casa e Garibaldi a Caprera la politica violenta insieme e corruttrice tirannica insieme e anarchica incerta debole inetta che sgovernò le province del Mezzogiorno giustificando
quindi di fatto il dilagare del brigantaggio protesta dice Carducci contro il malgoverno l'agguato di Aspromonte quando appunto sparano Garibaldi e sembra abbastanza plausibile che avessero ordina di sparargli proprio a lui se per caso ci fosse rimasto nessuno al governo avrebbe pianto in quel momento la convenzione di settembre che è quella con cui l'Italia promette Napoleone III che rinuncia a Roma e quindi trasferisce la capitale a Firenze la convenzione di settembre vantata come un Trionfo dai nepotuncoli del Machiavelli i quali essi che non avevano voluto le regioni insanguinarono freddamente e ferocemente Torino che non avevano voluto
le regioni per un momento si era discusso come la facciamo questa Italia con le autonomie federale oppure la facciamo unità centralizzata E l'avevano fatta centralizzata con un governo che appunto non si perita di far sparare sulla folla e Carducci dice con tutto questo Accontentati se dopo tutti quei milioni spesi dal ministero della guerra dal Ministero della Marina tutti quei milioni che sparivano continuamente Non si sapeva dove andavano a finire questa voragine di debiti Se dopo una dittatura di 5 anni i moderati Ci avessero dato nel 66 la vittoria Ma i vincitori di Castelfidardo ci diedero
Custoza i trionfatori di Gaeta ci diedero Lissa e poi dice e con tutto questo con il compartamento ignobile di tutti costoro parla di Cialdini di come cialdina insultato Garibaldi gli ha fatto sparare Appunto Si è avanzato di averlo fatto arrestare e poi ha fatto la figura che ha fatto nella guerra del '66 con tutto questo dice anche se questa Italia è così diversa da quella che noi speravamo Ma che importava e che importerebbe purché l'Italia avesse vinto a Custoza e Alissa a tutto si rimedia fuorché al disonore e in quell'anno l'Italia ebbe inoculato il disonore
cioè la diffidenza e il disprezzo di se stessa il discredito e il disprezzo delle altre nazioni e Carducci dice sono acerbe parole queste che io scrivo lo so sto dicendo una cosa grossa ma anche so che per un popolo che ha nome dall'Italia non è vita non avere né un'idea né un valore politico non rappresentare nulla Non contare nulla essere in Europa quello che è il matto nel gioco dei tarocchi Cioè la carta che perde sempre che non conta niente Peggio l'Italia vista la Carducci nel 1882 Peggio essere un mendicante che di quando in quando
sporge una nota diplomatica ai passanti sul mercato politico e quelli ridono essere un cameriere che chiede la mancia a quelli che si alzano Satolli dal famoso banchetto delle Nazioni e quasi sempre con la scusa del malgarbo la mancia gli scontata in schiaffi e la plebe contadina e cafona muore di fame o in bestia di pellagra la malattia che prendeva i contadini che per tutta la vita mangiavano soltanto polenta e quindi gli venivano a mancare certe vitamine o in bestia di pellagra o di superstizione o emigra o menatela almeno a morire di Gloria contro i cannoni
dell'Austria o della Francia o del diavolo che vi porti Grazie [Applauso] [Musica] Grazie per aver ascoltato il podcast di Intesa Sanpaolo on air al prossimo episodio [Musica]